I TESSUTI PER USO ESTERNO UNA PERFETTA SINTESI TRA ESTETICA E PERFORMANCES

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1 I TESSUTI PER USO ESTERNO UNA PERFETTA SINTESI TRA ESTETICA E PERFORMANCES Approfondiamo in questo articolo l interessante tema dei tessuti che nascono per vivere all aria aperta : tessuti che, a buon diritto, devono essere considerati tecnici, perché sono loro richieste elevate performances, ottenibili solo grazie all uso di fibre man made dalle caratteristiche sempre più sofisticate. Ecco allora che, esaminando una comune tenda da sole, scopriamo che... Il termine "performance" può essere certamente considerato una delle parole chiave del mondo moderno, spesso usato, nel linguaggio comune, per indicare quelle che in buon italiano possiamo chiamare "prestazioni", ottenute dai più diversi soggetti nei più diversi campi: dall' atleta impegnato nelle specialità estreme ai titoli azionari delle società quotate in borsa. Nel tessile questa espressione è di uso recente e sta spesso ad indicare il comportamento richiesto a un manufatto in particolari impieghi tecnici e specialistici, che spaziano dall' abbigliamento per lo sport attivo ai tessuti per arredamento e protezione destinati a essere utilizzati all' aperto, e quindi sottoposti, lungo tutto il loro ciclo di vita, all' azione spesso distruttrice degli agenti atmosferici. Un genere di tessuti, quello per gli impieghi "outdoor", che è esistito fin dai tempi più antichi e trova probabilmente le sue radici nelle primitive tende utilizzate dai popoli nomadi, allorché la tessitura sostituì l'uso delle pelli. Fino agli inizi degli anni '6 la materia prima utilizzata era il cotone: i tessuti tuttavia presentavano problemi per la scarsa durata, la poca solidità dei colori e per la insufficiente resistenza alle muffe. La diffusione sul mercato delle fibre sintetiche di prima generazione offrì la disponibilità di materie prime con caratteristiche superiori, che consentirono di progettare manufatti innovativi in termini sia di qualità tecniche, sia di fantasia creativa. E' stato così possibile produrre tessuti molto più leggeri, dalle altezze più ampie, caratterizzati da ben superiore resistenza agli usi più diversi e più severi. La gamma dei manufatti cosiddetti outdoor comprende infatti, oltre alle già citate tende da sole, anche gli ombrelloni, le sedie a sdraio, gli articoli da giardino, nonché le coperture per le barche e gli accessori tessili per la nautica. Un settore specialistico e di nicchia che si stima valere, in Europa, un consumo annuo di fibre pari ad alcune decine di migliaia di tonnellate. Le principali caratteristiche che un tessuto per questi utilizzi deve avere sono essenzialmente: alta resistenza della fibra al degrado da esposizione alla luce massima solidità dei colori all azione del sole e delle intemperie capacità di superare elevati stress meccanici (resistenza a tensioni, strappi, calore...) stabilità dimensionale, sostenutezza di mano e brillantezza dei colori impermeabilità all acqua e capacità di assorbire i raggi UV rispetto dell ambiente e possibilità di riciclo Come risulta evidente, si tratta di un insieme di prestazioni non facili da condensare in un tessuto, se non ricorrendo, come già accennato, a fibre dalle elevate e specifiche caratteristiche. Il passaggio dal cotone alle fibre sintetiche segnò un primo salto di qualità: con il cotone, per ottenere adeguate resistenze, dovevano venire realizzati tessuti molto pesanti (anche 5 gr/mq), che aumentavano ulteriormente il loro peso per effetto dell' umidità e della pioggia e che comunque si degradavano rapidamente per l aggressione degli agenti atmosferici. Con le fibre sintetiche i pesi si ridimensionarono progressivamente, attestandosi intorno ai 3 gr/mq.

2 Tuttavia non tutte le fibre sintetiche offrono prestazioni totalmente adeguate alle necessità di un impiego outdoor (Fig. 1): il poliammide è escluso da questi end-uses perché il decadimento delle caratteristiche meccaniche - a seguito di esposizione alla luce - è troppo rapido (infatti, dopo solo due anni di esposizione, la tenacità può ridursi fino al 4 % del valore iniziale). la fibra poliestere ha una presenza non rilevante, in quanto, pur potendo vantare elevate caratteristiche meccaniche e buone solidità dei colori, grazie al processo di tintura in massa, anch essa presenta un rapido decadimento a seguito della esposizione diretta alla luce. la fibra polipropilenica, grazie alla elevata resistenza, si è introdotta nel settore con qualche successo: tuttavia la stabilità dimensionale dei tessuti non raggiunge valori ottimali e può essere compromessa dalla esposizione al sole. Inoltre la trasformazione tessile può presentare qualche punto critico in filatura e nella impermeabilizzazione. la fibra acrilica sembra offrire la migliore sintesi delle caratteristiche necessarie in tutti gli stadi del processo produttivo nonché nell uso finale: essa ha trovato infatti il maggiore gradimento da parte dei trasformatori e oggi detiene una rilevante quota di mercato dei tessuti più qualificati. La inter-fibre competition, nel campo dei tessuti per outdoor ad elevate prestazioni, si circoscrive pertanto a due fibre: la polipropilenica e l acrilica, essendo il cotone ormai confinato nella fascia di prodotto meno performante e più economica: la resistenza residua dei tessuti prodotti con le fibre qui considerate, dopo esposizione alle intemperie, è rappresentata nella Fig. 2. Può essere perciò interessante analizzare e mettere a confronto brevemente le caratteristiche delle due fibre concorrenti, dei relativi filati e dei tessuti con essi realizzati. La matrice polimerica e la tecnologia di estrusione (a umido l, per fusione il ) sono sostanzialmente differenti e ne conseguono caratteristiche diverse tra le due fibre: il presenta valori di tenacità superiori all, che però ha un allungamento alla rottura più elevato: valori del tutto analoghi si ritrovano sui filati (Fig. 3 e 4). Per quanto riguarda la filatura, la fibra acrilica può vantare una processabilità eccellente: i filati sono generalmente prodotti con il ciclo cotoniero ring, nel titolo Nm. 34/2, e presentano valori di regolarità e resistenza tali da consentire andamenti ottimali in tessitura. La fibra polipropilenica ha una diffusione senz altro inferiore nei comuni processi di filatura tessile e talvolta la regolarità e polverosità dei filati non raggiungono livelli di eccellenza. Il confronto tra tessuti di pari caratteristiche costruttive, prodotti con le due fibre in esame, rivela una resistenza alla rottura superiore per il rispetto all, sia nel senso dell ordito che della trama. Tuttavia il presenta un valore di modulo elastico inferiore a quello dell : ciò significa che sono sufficienti tensioni anche modeste per deformare il tessuto, il che influisce sulla stabilità dimensionale e può provocare fenomeni di ondulazione della tenda. Fenomeni che si accentuano sotto l effetto del calore provocato dall esposizione al sole, che può raggiungere i 7 C nel caso di colori molto scuri. Analizziamo ora, come già accennato, alcuni altri importanti requisiti che deve avere un tessuto outdoor per essere considerato di qualità: Impermeabilità: E ottenuta in fase di finissaggio, con l applicazione di particolari resine che, polimerizzando in rameuse, rendono il tessuto impermeabile e idrorepellente. L applicazione di tali resine è facilitata dalla capacità del tessuto di assorbire acqua durante il trattamento: risulta perciò evidente che la natura notoriamente idrofoba del può rendere questo processo più laborioso e talvolta meno efficace, il che si traduce in valori di colonna d acqua generalmente più elevati per i tessuti in fibra acrilica.

3 Mano: Viene considerata con favore dal mercato la mano, piuttosto sostenuta e non cascante, tipica della fibra acrilica. Per ottenere una simile caratteristica dai tessuti in è spesso necessario ricorrere ad una mista di fibra PP normale con polietilene bassofondente, che conferisce una maggiore sostenutezza, plastificando a caldo nel passaggio in rameuse. Stabilità alla luce: Le due fibre a confronto, pur avendo valori di stabilità più elevati delle altre sintetiche, evidenziano comportamenti diversi. Da prove di laboratorio eseguite allo Xenotest 15 Intemperie, dopo 3 ore di esposizione (equivalenti all incirca a due anni d uso), il valore di tenacità dell non scende mai sotto il 15%, mentre il evidenzia valori di degrado all incirca doppi. Assorbimento dei raggi UV: Sempre maggiore importanza viene data a questa proprietà, a causa del noto effetto dannoso sulla pelle umana delle radiazioni, soprattutto nella zona UV dello spettro solare. I tessuti prodotti con le due fibre evidenziano dei valori di assorbimento, nella zona tra 29 e 4 millimicron, dell ordine del 95%, per effetto dei pigmenti incorporati nella fibra con la tintura in massa. Questa tecnologia, applicabile ad una vasta gamma di colori, che comprende anche i più chiari e il greggio, assicura inoltre valori di solidità molto elevati. Possibilità di riciclaggio: Il tema del riciclo o smaltimento dei rifiuti tessili è di grande attualità, per lo svilupparsi di una diffusa coscienza ecologica anche in questo settore. Il, per la sua natura di fibra olefinica, può essere incenerito come un rifiuto solido normale, senza pericolo di emissioni tossiche o nocive. I tessuti in fibra acrilica vengono smaltiti con tecniche di riciclo meccanico o chimico, che assicurano un adeguato livello di recupero e riutilizzo per questi materiali tessili alla fine del loro ciclo di vita, evitandone la dispersione in discarica. La produzione dei tessuti per outdoor, in ragione dell elevato livello qualitativo che li contraddistingue nonché per la costante ricerca e innovazione tecnico-estetica che richiedono, si è progressivamente concentrata nelle mani di un numero relativamente limitato di grandi tessitori specializzati. Sul mercato italiano i nomi di Arquati, Corti e Parà sono noti non solo tra gli addetti ai lavori ma anche al grande pubblico, al quale queste aziende si rivolgono con una comunicazione pubblicitaria degna di prodotti di largo consumo. In Europa i grandi produttori si contano sulle dita di una mano: Sattler in Austria, Schmitz in Germania, Dicxon & Constant in Francia, Sauleda e Citel in Spagna, mentre negli USA il mercato è dominato dal colosso Glen Raven. Anche tra i produttori di fibre sintetiche, ve ne sono alcuni che hanno dedicato un particolare impegno di ricerca e sviluppo per mettere a punto fibre mirate all applicazione specifica. Tra questi ricordiamo Acordis, con la fibra acrilica Dolan, e Montefibre, che da tempo ha introdotto sul mercato quello che probabilmente può essere considerato l leader di questo settore, noto con il marchio Leacril Outdoor. Per saperne di più su questa fibra made in Italy, che ha saputo conquistare una quota importante di consumi presso i tessitori più qualificati a livello internazionale, abbiamo intervistato l Ing. Mario Pinton, Responsabile Tecnologie, Ricerche e Sviluppo del business Acrilico di Montefibre. GIORGIO BELLETTI giugno

4 Fig. 1 CARATTERISTICHE MECCANICHE DELLE FIBRE DOPO ESPOSIZIONE ALLA LUCE 35 3 POLIPROPILENE RESISTENZA (cn/tex) ACETATO POLIAMMIDE ACRILICO POLIESTERE 5 COTONE DURATA DI ESPOSIZIONE ALLA LUCE (h)

5 Fig.2 RESISTENZA DEI TESSUTI DOPO ESPOSIZIONE ALLE INTEMPERIE resistenza residua (%) tempo (anni) ACRILICO COTONE POLIPROPILENE

6 Fig. 3 CARATTERISTICHE DELLE FIBRE tenacita' (cn/tex) 6 allungamento (%)

7 Fig. 4 CARATTERISTICHE DEI FILATI (titolo Nm. 34/2) lunghezza di rottura (km) 35 allungamento (%)