Attualità e prospettive degli impianti aziendali di biogas

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1 Attualità e prospettive degli impianti aziendali di biogas P. Balsari Università degli Studi di Torino Dipartimento di Economia e Ingegneria Agraria Forestale e Ambientale paolo.balsari@unito.it

2 COS E IL PROCESSO DI DIGESTIONE ANAEROBICA PROCESSO BIOLOGICO (MICRORGANISMI PRESENTI NEI LIQUAMI) COMPLESSO IN ASSENZA DI OSSIGENO DEGRADAZIONE SOSTANZA ORGANICA NEL LIQUAME (SV) (AMMINOACIDI, GRASSI, PROTEINE..) GAS BIOLOGICO - BIOGAS METANO CH4 ANIDRIDE CARBONICA CO2

3 LA COMPOSIZIONE DEL BIOGAS altri (H2S, H2, O2) 5% CO2 40% CH4 55% Biogas tipico CH4 CO2 H2S H2 volume (% del totale) ,1 0, Potere calorifico superiore (kcal/nm3) limite di infiammabilità in aria (%del volume) Massa volumica (kg/m3) ,72 1,98 1,54 0,99 1,22 nessuno nessuno uova marce nessuno uova marce e ammoniaca caratteristiche Odore 1 Nm3 di BIOGAS = 0,6 litri di GASOLIO 60%CH4 40% CO2

4 COS E IL PROCESSO DI DIGESTIONE ANAEROBICA Schema generale del processo di digestione anaerobica

5 PRINCIPALI PARAMETRI CHE INTERAGISCONO SUL PROCESSO DI DIGESTIONE ANAEROBICA - TEMPERATURA - ph - TIPO DI SUBSTRATO - TEMPO DI RITENZIONE - CARICO SPECIFICO

6 COS E PRINCIPALI IL PROCESSO PARAMETRI DI DIGESTIONE CHE INTERAGISCONO ANAEROBICA SUL PROCESSO DI DIGESTIONE ANAEROBICA - TEMPERATURA deve essere > di 8-10oC perché il processo si attivi. Da essa dipende la durata del processo e quindi il volume del digestore.

7 LE SOLUZIONI IMPIANTISTICHE IMPIANTI SEMPLIFICATI VASCHE COPERTE CON TELI IN PVC o sistemi di copertura galleggianti per recupero del biogas IMPIANTI TRADIZIONALI - MONOSTADIO - BISTADIO (IMPIANTI AD ALTA EFFICIENZA) - DISCHI ROTANTI - LETTO FISSO - LETTO FLUIDO

8 LE SOLUZIONI IMPIANTISTICHE IMPIANTI SEMPLIFICATI PSICROFILI COPERTURA GASOMETRICA PRESSURIZZATA AD ARIA

9 LE SOLUZIONI IMPIANTISTICHE IMPIANTI TRADIZIONALI - generalmente riscaldati - adottano sistemi di agitazione - maggiore complessità costruttiva - maggiori costi di investimento e di gestione

10 LE SOLUZIONI IMPIANTISTICHE IMPIANTI TRADIZIONALI MONOSTADIO Schema di impianto monostadio a carico continuo con agitatore e riscaldamento della massa

11 LE SOLUZIONI IMPIANTISTICHE IMPIANTI TRADIZIONALI

12 LE SOLUZIONI IMPIANTISTICHE IMPIANTI AD ELEVATA EFFICIENZA digestore a dischi rotanti digestore a letto fisso digestore a letto fluidizzato

13 GLI ACCORDI INTERNAZIONALI Protocollo di Kyoto,1997 i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo o in via di industrializzazione si impegnano collettivamente a ridurre le emissioni di gas ad effetto serra, nel periodo , almeno il 5% rispetto ai livelli del impegni di riduzione differenziati da paese a paese EU- target = 8% loro di

14 LA POLITICA AMBIENTALE ED ENERGETICA DELL UNIONE EUROPEA Direttiva EU 2009/28 volta a conseguire gli obiettivi che l'ue si è fissata per il 2020: 1)ridurre i gas ad effetto serra di almeno il 20% rispetto ai livelli del 2005; 2) incrementare l'uso delle energie rinnovabili (eolica, solare, biomassa) giungendo ad una quota del 20% di energia rinnovabile sul totale dei consumi di energia (media UE); 3) diminuire il consumo di energia del 20% rispetto ai livelli previsti per il 2020 grazie ad una migliore efficienza energetica; 4) quota di energia da fonti rinnovabili sia almeno pari al 10% del consumo finale di energia nel settore dei trasporti (per ogni Stato membro).

15 La Direttiva EU 2009/28 Obiettivi principali 2) incrementare l'uso delle energie rinnovabili (eolica, solare, biomassa) giungendo ad una quota del 20% di energia rinnovabile sul totale dei consumi di energia (media UE) obiettivi differenziati sulla base della situazione economica (PIL) di ciascun Stato Membro IMPEGNO ENERGETICO ITALIANO: Entro 2020: 17% di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia

16 INCENTIVI ALLA PRODUZIONE DI BIOGAS IN ITALIA -) D.Lgs. 79/1999 DECRETO BERSANI Introduce il meccanismo dei certificati verdi (CV) per l incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili -) Legge n. 99 del : DISPOSIZIONI PER LO SVILUPPO E L INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE, NONCHE IN MATERIA DI ENERGIA Impianti > 1MWel Impianti < 1MWel Certificati verdi 1.8 certificati x ogni kwhel prodotto 280 /MWhel (entrambi gli incentivi valgono per 15 anni)

17 INCENTIVI ALLA PRODUZIONE DI BIOGAS IN ITALIA ( /MWhel) Prezzo dei certificati verdi 2011

18 LA SITUAZIONE IN EUROPA Valore dell energia elettrica prodotta dagli impianti di digestione anaerobica nei paesi partecipanti al Progetto EU AGRO BIOGAS /MWel A CZ D DK I P

19 LA SITUAZIONE IN GERMANIA Potenza installata <= 150kWel. <= 500kWel. <=5MWel. Centesimi/kWh Centesimi/kWh Centesimi/kWh Base Bonus energy crops 11, 7 9,18 8, Bonus reflui zootecnici Bonus cogenerazione Bonus 2 2 tecnologia Incentivi nazionali 27 legati agli obiettivi25energetici TOTALE cent cent 2 15 cent

20 INCENTIVI ALLA PRODUZIONE DI BIOGAS IN ITALIA -) D.Lgs. 28/2011 : Attuazione della direttiva 2009/28CE sulla promozione dell uso dell energia da fonti rinnovabili Definisce gli strumenti, i meccanismi, gli incentivi, il quadro istituzionale finanziario e giuridico, necessari per il raggiungimento degli obiettivi fino al 2020 in materia di quota da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia (17%) e di quota di energia da fonti rinnovabili nei trasporti (10%) Decreti attuativi: artt : Regole ed incentivi per il biometano immesso nella rete del gas naturale

21 INCENTIVI ALLA PRODUZIONE DI BIOGAS IN ITALIA DOPO IL 2012? Si attende il nuovo Decreto Possibili innovazioni: -Distinzione delle tariffe in base: - alle biomasse utilizzate; - alla potenza installata (0-0,3 MW; 0,3-1 MW; 1 6 MW; > 6 MW) - all utilizzazione dell energia termica; - all efficienza della co-generazione (Bonus); - entità della riduzione di emissione di gas serra (Bonus). -Durata degli incentivi per 20 anni.

22 Gli impianti di biogas nel settore agrozootecnico in Italia Impianti (130 in costruzione) Nord: 91% Centro: 5% Sud: 4% (Rielaborato da Fabbri et al., 2011) Potenza installata: > 350 MWel

23 Andamento del numero di impianti di biogas nel settore agro-zootecnico in Italia (Rielaborato da CRPA, 2011) Anni Ante 2000 Impianti (n) 300

24 PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEGLI IMPIANTI DI BIOGAS IN ITALIA Potenza elettrica installata (kwel) 92 % Incidenza sul totale (%) < 100 kwel (Rielaborato da Fabbri et al., 2010) kwel kwel > 1000 kwel

25 PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEGLI IMPIANTI DI BIOGAS IN ITALIA Incidenza sul totale (%) 70 Tipologia di biomassa utilizzata Solo reflui zootecnici (Rielaborato da Fabbri et al., 2010) Reflui zootecnici + colture energetiche Solo colture energetiche

26 Andamento del numero di impianti di biogas nel settore agro-zootecnico in Piemonte Potenza installata: > 52 MWel Impianti (n) Ante (Fonte, DEIAFA 2012) 2008 Anni

27 Dislocazione degli impianti di biogas nel settore agro-zootecnico in Piemonte (Fonte, DEIAFA 2012)

28 Dislocazione degli impianti di biogas nel settore agro-zootecnico in Piemonte 95 IMPIANTI esercizio costruzione autorizzazione < 250 kw kw kw Molti impianti sono ubicati in zone vulnerabili ai nitrati (Fonte, DEIAFA 2011)

29 PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEGLI IMPIANTI DI BIOGAS IN PIEMONTE Potenza elettrica installata (kwel) 96 % Incidenza sul totale (%) < 100 kwel (Fonte, DEIAFA 2010) kwel kwel > 1000 kwel

30 GLI IMPIANTI DI BIOGAS IN PIEMONTE Tipologia di biomassa utilizzata (Fonte, DEIAFA 2012)

31 COME FUNZIONANO GLI IMPIANTI DI BIOGAS REALIZZATI IN PIEMONTE Monitoraggio DEIAFA Facoltà di Agraria - Università di Torino (progetto PROBIO - Regione Piemonte)

32 Il monitoraggio degli impianti di digestione anaerobica in funzione sul territorio piemontese (progetto PROBIO finanziato dalla Regione Piemonte) 4 impianti monitorati sul territorio piemontese a partire dal 2009: Impianti 1 e 2: Provincia di Torino Impianto 3: Provincia di Alessandria Impianto 4: Provincia di Cuneo Principali parametri rilevati: -Tipologia di alimentazione degli impianti di D.A. (caratteristiche e quantità delle biomasse di input) - Produzioni di biogas e metano - Ore di funzionamento dei cogeneratori - Produzione di energia elettrica - Eventuali inconvenienti funzionali

33 PARAMETRI OPERATIVI DEGLI IMPIANTI MONITORATI Alimentati in continuo e miscelati (CSTR) Tutti in mesofilia (40-41 C) Tutti in codigestione

34 a) Potenza elettrica installata el W k Impianti 4

35 Incidenza sul carico organico (%) b) Tipo di biomassa utilizzata Reflui zootecnici Energy crops Sottoprodotti agro-industriali Impianti 4

36 Indagine DEIAFA sul funzionamento degli impianti di biogas in Piemonte Carichi organici medi (kgsv/m3 digestore) RISULTATI OTTENUTI Carichi organici medi ,27 1,07 2,02 1, Impianti 3 4

37 Indagine DEIAFA sul funzionamento degli impianti di biogas in Piemonte RISULTATI OTTENUTI HRT (giorni) Tempo di Ritenzione Idraulica (HRT) Impianti 4

38 RISULTATI OTTENUTI 1,0 0,8 0,49 0,49 0,6 0,47 0,47 0,40 0,4 0,4 0,31 0,31 0,2 0, Impianti potenziale Rapporto tra energia elettrica prodotta e energia elettrica potenziale prodotta e Rapporto tra energia Metano (m3/kgsv) Produzione specifica Produzione specifica Metano 1,0 0,97 0,97 0,89 0,89 0,87 0,87 0,9 0,82 0,82 0,8 0, Impia nti 4

39 RISULTATI OTTENUTI La produzione di Energia Elettrica non coincide con quella di progetto Produzione Produzione Perdita reale potenziale Energia Energia MWh economica elettrica elettrica MWh/anno Impianto Impianto Impianto Impianto MWh/anno % ~3 ~13 ~18 /anno ~ ~ ~ ~8 ~

40 Principali cause del fermo impianto Sistema di alimentazione 30% Sistema di agitazione 35% Altro (Cogeneratore, 35% ecc.)

41 Esempio: IMPIANTO 2 Andamento del carico organico specifico nel corso del monitoraggio 1,71 1,80 1,60 1,40 1,20 1,00 0,80 0,60 0,40 0,20 0,00 lu g10 10 m ag m ar -1 0 ge n no v09 9 se t ag m lu g 09 0, m ar Carico organico specifico (KgSV/m3 dig. giorno) Media=1,27 kgsv/m3dig. giorno

42 Sintesi delle principali problematiche riscontrate presso gli impianti di D.A. sottoposti a monitoraggio Carichi organici non ottimali e molto variabili nel tempo Impianti spesso sovradimensionati TEMPO RITENZIONE IDRAULICO: ~ 100 GIORNI CARICO ORGANICO SPECIFICO: < 2,5 kgsv/m3 digestore

43 Sintesi delle principali problematiche riscontrate presso gli impianti di D.A. sottoposti a monitoraggio Malfunzionamenti dei sistemi di separazione del liquame digerito - Caratteristiche fisiche del liquame digerito differenti da quelle di un liquame tal quale difficile scelta del dispositivo più idoneo - I separatori meccanici sono progettati per essere impiegati in modo discontinuo, mentre negli impianti di digestione anaerobica è richiesto il funzionamento in continuo maggiore necessità di interventi di manutenzione e frequenti rotture

44 Sintesi delle principali problematiche riscontrate presso gli impianti di D.A. sottoposti a monitoraggio Vasche di stoccaggio del digerito sottodimensionate (50 gg di periodo utile di stoccaggio) giorni 100 Utili Necessari Impianto 4

45 Sintesi delle principali problematiche riscontrate presso gli impianti di D.A. sottoposti a monitoraggio Nessuna delle vasche di stoccaggio del liquame digerito risulta coperta NH3 CH4 CH4 NH3 Stoccaggio digerito Elevate perdite di ammoniaca e gas serra dagli stoccaggi (~4 t CO2eq. per giorno per impianto da 1 MWhel - equivalenti alla circolazione giornaliera di circa 4000 automobili) Perdite economiche (il biogas emesso dalla vasca di stoccaggio potrebbe essere recuperato ed utilizzato per la produzione di energia)

46 Emissioni di CO2eq. Stimate dalle vasche di stoccaggio del liquame digerito Media: 1200 tco2eq Media: 228MWhel. MWh el. non prodotti 1400

47 Prospettive di sviluppo della digestione anaerobica 1) Pianificazione territoriale nel settore della D.A. Scelta delle biomasse per l alimentazione degli impianti 2) Miglioramento dell efficienza energetica ed ambientale degli impianti Formazione e assistenza tecnica presso gli impianti di D.A. Monitoraggio degli impianti di D.A. Ottimizzazione dell impiego del calore prodotto 3) Gestione del digerito aspetti agronomici, ambientali e gestionali

48 1) Pianificazione territoriale nel settore della D.A. LE POSSIBILI PROBLEMATICHE AMBIENTALI LEGATE ALLA PRODUZIONE DI ENERGIA DA BIOGAS GHG GHG GHG Produzione biomasse e trasporto Impianto + cogeneratore Stoccaggio digerito GHG GHG Utilizzazione agronomica digerito NO3- P P NO3-

49 1) Pianificazione territoriale nel settore della D.A. Dislocazione degli impianti di biogas nel settore agro-zootecnico in Piemonte 95 IMPIANTI esercizio costruzione autorizzazione < 250 kw kw kw Molti impianti sono ubicati in zone vulnerabili ai nitrati (Fonte, DEIAFA 2011)

50 1) Pianificazione territoriale nel settore della D.A. NORMATIVA RELATIVA ALLA COSTRUZIONE DEGLI IMPIANTI NAZIONALE DM 10 settembre 2010 n. 219 (Linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili) - Definizione della documentazione da presentare; - Lascia alle regioni l identificazione delle aree non idonee.

51 1) Pianificazione territoriale nel settore della D.A. NORMATIVA RELATIVA ALLA COSTRUZIONE DEGLI IMPIANTI REGIONALE D.G. R. 30 gennaio 2012, n Limiti della dimensione dell impianto sui terreni più fertili;(per terreni di 1 e 2 classe di capacità d uso l impianto deve avere un superficie massima di 1,5 ha) - Dimostrazione della disponibilità effettiva delle biomasse; - Dimostrazione della disponibilità dei terreni per lo spandimento; - Individuazione aree inidonee. - Aree sottoposte a tutela del paesaggio e del patrimonio storico, artistico e culturale; - Ambiente e Aree Protette; - Aree con elevato carico zootecnico (biomasse in ingresso >50% reflui zootecnici); - Aree agricole (terreni di 1 e 2 classe di capacità d uso); - Aree forestali e aree in dissesto idraulico e idrogeologico.

52 1) Pianificazione territoriale nel settore della D.A. NORMATIVA RELATIVA ALLO SPANDIMENTO DEL DIGERITO NAZIONALE DM 7 aprile 2006 Demanda alle Regioni la definizione dell assimilazione a reflui zootecnici. REGIONALE D.G. R. 23 febbraio 2009, n Se le matrici in ingresso sono composte da più del 50 % da reflui zootecnici il digerito viene considerato refluo zootecnico - azoto zootecnico apportato in base alle indicazioni del regolamento 10/R e decisione n. 721/2011 (deroga); - parte vegetale apportata fino al soddisfacimento del fabbisogno colturale. Se le matrici in ingresso sono composte da meno del 50 % da reflui zootecnici? Non si ha una normativa a riguardo

53 2) Miglioramento dell efficienza energetica ed ambientale degli impianti L importanza della sostenibilità ambientale ENTRO BREVE I SUSSIDI ALLA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI NON SARANNO PIU IN TERMINI DI x MWh MA DI x teq CO2 NON IMMESSA IN ATMOSFERA

54 2) Miglioramento dell efficienza energetica ed ambientale degli impianti Emissioni di CO2eq per diverse fonti energetiche (kg CO2eq/kWhel prodotto) =0 = 0,57

55 Le principali fasi di produzione di gas serra nel processo di digestione anaerobica N2O colture CH4 CH4 impianto cogeneratore 1 Kg di CH4 = 25 Kg di CO2eq 1 Kg di N2O = 296 Kg di CO2eq CH4 stoccaggio N2O spandimento

56 INQUINAMENTO ATMOSFERICO LEGATO ALLA PRODUZIONE DI ENERGIA DA BIOGAS EMISSIONI DI GAS SERRA NEL CORSO DEL PROCESSO DI DIGESTIONE ANAEROBICA (espresso come CO2eq) 61% Produzione biomasse e trasporto 5% Impianto + cogeneratore 28% Stoccaggio digerito Fonte: KTBL, % Utilizzazione agronomica digerito

57 2) Miglioramento dell efficienza energetica ed ambientale degli impianti Le emissioni di CO2eq per la produzione di energia elettrica da biogas CH4 SOLO REFLUI ZOOTECNICI CH4 CH4 N2O NH3 CO2 0,25 kg CO2eq/kWhel prodotto CO2 REFLUI ZOOTECNICI + ENERGY CROPS CH4 CH4 CO2 0,60 kg CO2eq/kWhel prodotto CH4 N2O NH3

58 2) Miglioramento dell efficienza energetica ed ambientale degli impianti Kg CO2eq per kwelettricoelettricità prodotto non immessi in (fossile) atmosfera Risparmio emissioni 1,6 1,4 kg CO2eq/kWhel 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0,47 0,58 0,53 0,34 0,0 Non utilizzo Utilizzo energia energia termica termica Non recupero biogas da stoccaggio Recupero biogas da stoccaggio Risultati ottenuti nell ambito del progetto EU Agrobiogas

59 2) Miglioramento dell efficienza energetica ed ambientale degli impianti Ottimizzazione dell impiego del calore prodotto Quota di calore prodotta riutilizzata in azienda (%) La situazione piemontese <10% 10% Frequenza impianti (%)

60 2) Miglioramento dell efficienza energetica ed ambientale degli impianti Ottimizzazione dell impiego del calore prodotto Possibilità di impiego dell energia termica prodotta Essiccazione di: Pre trattamenti termici delle biomasse: - Granella - Letami - Segatura, trinciato (utilizzabili come lettiera) - Paglie - Pellets - Frazione solida digerita - Frazione solida digerita

61 2) Miglioramento dell efficienza energetica ed ambientale degli impianti Pre-trattamenti delle biomasse BIOLOGICI: BIOLOGICI le biomasse vengono miscelate con microrganismi e/o enzimi in grado di velocizzare il processo di degradazione delle molecole organiche complesse. CHIMICI: CHIMICI le biomasse vengono sottoposte a trattamenti con composti chimici come acidi (H2SO4, HNO3) e/o basi (NaOH, CaOH, NH3), allo scopo di aumentare la degradazione delle molecole complesse e spezzare i legami ligno-cellulosici. FISICI: FISICI le biomasse vengono ridotte di dimensioni, questo provoca un aumento della superficie specifica disponibile e una riduzione del grado di polimerizzazione. TERMICI: TERMICI le biomasse vengono sottoposte a temperature elevate (>60 C) per un periodo di tempo che in genere può variare da qualche minuto a qualche ora in ambiente umido, al fine di spezzare i legami ligno-cellulosici.

62 2) Miglioramento dell efficienza energetica ed ambientale degli impianti Trattamenti fisici: triturazione Universitá degli Studi di Torino, DEIAFA, Italy TEST 5-6 CM 2 CM 800 Biogas L/kgSV % +55% +20% % ,5 CM 48 %CH PAGLIA FRUMENTO PAGLIA ORZO STOCCHI MAIS Prove in batch da 2,5 L a 40 C per 60 giorni Risultati: Universitá degli Studi di Torino, DEIAFA

63 2) Miglioramento dell efficienza energetica ed ambientale degli impianti +95% +90% +63% Te r m ic T o+ r E i st tu B T io er Ch ra l o rus i zi io gi on mi c mic n co o o e e Risultati prove di pre-trattamenti (progetto EU-AGROBIOGAS. +40% +500% Incremento produttivo biogas rispetto campione non trattato (%)

64 2) Miglioramento dell efficienza energetica ed ambientale degli impianti Grazie all impiego di paglia di riso e stocchi di mais pretrattati (circa 3 milioni t/anno), per la produzione di biogas, si potrebbe produrre il 4% del fabbisogno di energia elettrica del Piemonte, evitando di coltivare circa ha di mais.

65 2) Miglioramento dell efficienza energetica ed ambientale degli impianti Costi di abbattimento delle emissioni di CO2 eq. per gli impianti inseriti nel progetto EU Agro Biogas 683 /t CO2 eq. 700 Dati elaborati da KTBL (Germania) Impianti VALORE MASSIMO ECONOMICAMENTE SOSTENIBILE: 50 /t CO2eq.

66 2) Miglioramento dell efficienza energetica ed ambientale degli impianti Non trascurabili emissioni di CO2eq. dagli impianti di biogas (da 0.28 a 0.60 tco2eq. per MWhel prodotto) Il bilancio ambientale è, comunque, sempre positivo (da 0.34 a 1.24t CO2eq. risparmiate per MWhel prodotto) Il bilancio ambientale è, per lo più, caratterizzato da un costo economico difficilmente sostenibile dalla società (da 66 a 539 per tco2eq non immessa in atmosfera) e spesso maggiore rispetto ad altre fonti energetiche rinnovabili Necessità di migliorare l efficienza ambientale degli impianti di biogas

67 3) Gestione del digerito aspetti agronomici, normativi e gestionali Caso A Solo reflui zootecnici DA Limiti Direttiva Nitrati ( kgn/ha) Caso B Colture energetiche dedicate DA Altri sottoprodotti Limiti Direttiva Nitrati ( kgn/ha) - Solo per quota zootecnica - Per quota non zootecnica limite legato al fabbisogno colturale (PUA)

68 N tot. Da gestire (t/anno) N da gestire/anno (impianto da 1MW el.) 170 kgn/ha 280 kgn/ha 340 kgn/ha 550 ha 336 ha 94t 225 ha Solo silomais (Tipo di biomassa utilizzata) Superficie necessaria per lo spandimento del digerito (ha) 3) Gestione del digerito aspetti agronomici, normativi e gestionali

69 CONCLUSIONI La produzione di energia attraverso il processo di D.A. può rappresentare un reddito aggiuntivo per l azienda agricola, ma serve: maggiore attenzione a livello progettuale - Vasche di stoccaggio idonee - HRT minori - Volumi dei digestori più adeguati Implementare l assistenza tecnica nella gestione degli impianti Ridurre le variazioni del carico organico Maggiore attenzione ambientale - Ridurre quota di energy crops nella miscela di input - Incrementare l uso dell energia termica - Copertura vasca di stoccaggio

70 CONCLUSIONI La realizzazione di un impianto di digestione anaerobica va considerata esaminando tutti gli aspetti della filiera e soprattutto quelli che possono avere un impatto negativo sull ambiente pianificazione territoriale degli impianti di digestione anaerobica

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