IL MEZZOGIORNO DIMENTICATO LE REGIONI MERIDIONALI PRIME PER RISCHIO POVERTA IN EUROPA

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1 CENTRO STUDI IL MEZZOGIORNO DIMENTICATO LE REGIONI MERIDIONALI PRIME PER RISCHIO POVERTA IN EUROPA Nota CNA N. 11/DICEMBRE 2014 CONFEDERAZIONE NAZIONALE DELL ARTIGIANATO E DELLA PICCOLA E MEDIA IMPRESA Sede Nazionale Roma Piazza Armellini 9A Tel. (06) /

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3 Note congiunturali CNA 1. NEL 2013 QUASI UN TERZO DELLA POPOLAZIONE ITALIANA IN CONDIZIONE DI FORTE DISAGIO ECONOMICO. LE REGIONI DEL MEZZOGIORNO TRA LE PIU POVERE D EUROPA Nel 2013 i cittadini italiani in condizione di forte disagio economico (a rischio povertà o esclusione sociale 1 secondo l Istat) sono 17,3 milioni. Si tratta di un dato che è il più elevato d Europa e che supera ampliamente anche quelli di Paesi con popolazioni complessive numericamente simili o superiori a quella italiana (61 milioni di abitanti): in Germania i cittadini in condizioni fortemente disagiate sono 16,2 milioni su un totale di 79,9; in Francia 11,2 milioni su un totale di 62; in Spagna 12,6 milioni su un totale di 46,2. 1 La popolazione a rischio di povertà (indicatore Europa 2020) è la percentuale di persone che vivono in famiglie con un reddito disponibile (dopo i trasferimenti sociali) inferiore ad una soglia di rischio di povertà, fissata al 60% della mediana della distribuzione del reddito familiare disponibile nel Paese di residenza. Nel 2013 la soglia di povertà (calcolata sui redditi 2012) è pari a euro annui. L esclusione sociale considera, oltre al rischio di povertà, la possibilità di vivere in una famiglia a bassa intensità di lavoro (le ore lavorate annualmente sono solo il 20% del totale) e/o non in grado di fare fronte a spese quotidiane importanti (esempio, pagamento delle utenze) o a spese inattese. 3

4 Note Congiunturali CNA In termini percentuali, quindi, il 28,4% della popolazione italiana versa in stato di forte difficoltà economica. Tra i Paesi dell area euro la povertà morde di più solo in Grecia dove i poveri e/o i quasi-poveri sono il 35,7% della popolazione complessiva (vedi in appendice i dati riferiti a tutti i Paesi dell Unione Europea a 28 Stati). Le condizioni di vita nei principali Paesi dell Europa continentale sono invece meno preoccupanti che nel nostro. In Spagna, infatti, il rischio povertà riguarda il 27,3% della popolazione. In Germania e in Francia si registrano percentuali ancora più contenute (rispettivamente 20,3% e 18,1%). 2. DALL INIZIO DELLA CRISI IN ITALIA +2,2 MILIONI DI CITTADINI A RISCHIO POVERTA Dal 2008 a oggi vi sono 2,2 milioni gli italiani in più (+14,7%) il cui tenore di vita è sceso al di sotto della soglia di povertà. Solo in Spagna si è registrato un deterioramento del tenore di vita simile a quello italiano: in valore assoluto l incremento dei nuovi poveri (+1,5 milioni) è più contenuto di quello italiano ma in 4

5 Note congiunturali CNA termini percentuali è quasi simile (+13,5%). In Francia la popolazione che vive in condizioni di quasi-indigenza non è variata mentre in Germania si è registrata invece una diminuzione (-133mila poveri corrispondente a un -0,8%). 3. L ITALIA SPEZZATA: IN SICILIA UN CITTADINO SU DUE E A RISCHIO POVERTA ; NEL NORD-EST MENO DI DUE SU DIECI I dati sul rischio di povertà ripropongono in maniera cruda il tema del dualismo economico dell Italia. Dietro al dato nazionale emergono, infatti, situazione locali molto differenziate: il rischio di povertà è più diffuso nel Mezzogiorno dove, in sette regioni su otto, si colloca al di sopra della media nazionale. Ma ciò che davvero impressiona è l ampiezza che il disagio economico raggiunge nelle realtà meridionali: in Sicilia, ad esempio, riguarda il 55,3% della popolazione regionale. Terribile è anche la situazione nelle altre regioni del Mezzogiorno nelle quali, fatta eccezione per Abruzzo e Sardegna, il rischio di povertà riguarda sempre almeno il 40% della popolazione regionale. 5

6 Note Congiunturali CNA In Europa livelli di disagio economico simili a quello del nostro meridione si riscontrano solo in alcune regioni della Bulgaria, della Grecia e dell Ungheria. Non solo. Il disagio del Mezzogiorno stride ancora di più se si considera che in alcune regioni settentrionali il rischio di povertà è tra i più bassi di Europa. A primeggiare, stavolta in positivo, sono le regioni del Nord-Est nelle quali il rischio di povertà colpisce una quota della popolazione regionale compresa tra il 12% della provincia autonoma di Bolzano e il 16,7% del Friuli-Venezia Giulia. Si tratta di valori non dissimili da quelli registrati in media nei Paesi nordici (in primis Finlandia e Svezia) e in Svizzera. 6

7 Note congiunturali CNA 4. ASSENZA DI PROSPETTIVE E DIFFICOLTA DI FARE IMPRESA NEL SUD ALIMENTANO LA FUGA DAL MEZZOGIORNO VERSO IL NORD La crescente situazione di difficoltà economica che in alcune regioni meridionali riguarda più della metà della popolazione è tra le determinanti di flussi migratori verso le regioni settentrionali. Nel 2013, i flussi interregionali hanno determinato flussi migratori positivi in tutte le regioni del Nord e negativi in quelle meridionali. Complessivamente sono circa 133mila i cittadini italiani che dal Mezzogiorno si sono spostati verso il resto del Paese. Considerando che gli arrivi, invece, sono stati poco meno di 90mila, la popolazione meridionale si è quindi ridotta di circa 43mila persone in un solo anno. Tra i motivi che spiegano la fuga verso il Nord c è indubbiamente anche la bassa redditività dell attività imprenditoriale. Basti dire che nel Mezzogiorno il reddito medio per una famiglia in cui il principale percettore di reddito è un lavoratore autonomo è pari in media a euro, più basso di circa 36 punti percentuali rispetto a quello conseguito nella media delle regioni settentrionali, dove arriva a euro. 7

8 Note Congiunturali CNA APPENDICE 8