Né oppressi né stranieri. Grande Guerra all Italiana

Transcript

1 Né oppressi né stranieri Grande Guerra all Italiana

2 Ogni riferimento a fatti realmente accaduti o luoghi e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.

3 Anna Maria Vantini NÉ OPPRESSI NÉ STRANIERI Grande Guerra all Italiana Saggio storico

4 Copyright 2015 Anna Maria Vantini Tutti i diritti riservati

5 Ai miei nonni, sempre con me. Ovunque io sia, ovunque loro siano.

6

7 Premessa Al termine della stesura delle righe che comporranno queste pagine di storia, mito e fantasia poi, mi sono chiesta come far comprendere da dove arriva tutto quello che ho scritto. Innanzitutto, gli studi storicci mi hanno portato ad un tu per tu molto stretto con i testi di Mario Isnenghi, Emilio Gentile, Antonio Gibelli, Bruno Tobia, Giuseppe Ungaretti per solo citare gli autori che nel corso della mia stessa formazione si sono rivelati fondamentali. In un secondo luogo, l apertura del Museo della Grande Guerra di Rovereto, i diari di guerra resi facilmente reperibili, in parte pubblicati come quelli presso le varie collezioni sparse in tutta Italia, le promozioni culturali in vista prima dei 150 anni dell Unificazione d Italia e poi dei 100 anni dell entrata in guerra sono stati un enorme fonte di ispirazione per il mio spirito, già nutrito sin dalla prima infanzia di racconti bellici. Esatto: racconti di guerra. I miei cari nonni spesso mi hanno riportato le vicende del veronese viste da occhi di bambini, amici di famiglia mi hanno raccontato le esperienze dei loro bisnonni, fino a spingermi a cercarne gli estremi cronologici in archivio, onde capire effettivamente che cosa potevano aver visto e che cosa no, che età avevano. Questo però è un primo lavoro, qui non inserito, ma che va sottolineato ai fini di far capire che tutto 7

8 questo lavorio ha portato me stessa a sentirmi lacisiense, veronese, un po trentina, italiana ed europea. È un sentimento che vedo, sento, percepisco forte nelle poesie, nelle canzoni che non solo ho trascritto, ma ho sentito cantare dai miei cari, dagli amici in momenti di rimembranze come le feste nazionali, nonché testi di cui ho cercato letture o registrazioni il più possibile vicine ai tempi in cui si viveva tale travaglio. Infine, ho trovato molto importante il lavoro compiuto da L Arena, giornale locale veronese, relativamente ai Cento anni della sua tiratura e dei cento anni di guerra: ho potuto toccare con mano delle fonti, sebbene ristampate, forse in parte manipolate, che altrimenti avrei fatto fatica a rinvenire nelle sedi di origine. Credo che sia importante anche oggi avere la consapevolezza di due aspetti: quanto arriva alle nostre orecchie e da quali canali. L atteggiamento talvolta critico, talvolta nostalgico che ho assunto è conseguenza degli studi storico e filogico compiuti e poi per la mia esperienza personale verso un piccolo mondo antico, citando il titolo di un opera di Fogazzaro, che non vorrei mai che si perdesse, né nel ricordo nè nelle fonti né nell arte. Utopia o grande ambizione? Assolutamente no, i nuovi pedagoghi sapranno sicuramente curare le coscienze di chi ancora non è nato e non è stato vittima di un incivilimento che ha portato allo scordarsi delle nostre origini, delle fatiche effettive dei nostri predecessori, delle perdite materiali e immateriali. Dietro l orrida pietra, sul margine della trincea. 1 1 Cit. Viole del Carso 8

9 Non vi fa ancora fremere, riflettere? Non siamo noi, oggi? Forse sì, dietro l orrido monitor sul margine del collasso civile. Premetto infine questo: usciamo, guardiamo ciò che ci circonda, ascoltiamo i nostri nonni, gli anziani, proviamo ad avvicinarci al passato: senza collezionare, ma per capire come mai oggi noi stessi siamo così, da dove parte tutto, l origine dell oggi. 9

10

11 Introduzione Nel testo che presenterò, partendo dal sentimento patriottico prodotto dal Risorgimento e concretizzato nel Vittoriano, tratto la letteratura di intervento, partendo dalla lettura del capitolo a essa dedicato nel libro Il Mito della Grande Guerra, di Mario Isnenghi. I temi saranno dunque: i Discorsi Militari di Giovanni Boine; la guerra vista come antidoto per un paese addormentato in un torpore egoistico (cfr. p. 81); le figure di Papini e Prezzolini nell immediato della Guerra; la rivista Lacerba e altre riviste di intervento; l idea della necessità di una rivoluzione; le figure di Corradini e Marinetti come esponenti di altre correnti politiche; Gabriele D Annunzio poeta, vate e simbolo dei nuovi nazionalismi; il dissenso piccoloborghese. A questi temi collego dei saggi riportati nell Enciclopedia UTET, redatta sotto la direzione scientifica di Mario Isnenghi stesso e a sua cura abbinato a Daniele Ceschin dal titolo Gli italiani in Guerra, con attenzione più al primo volume a esso dedicata. In particolare saranno presi in considerazione i saggi Una ragione eroica di vivere, D Annunzio poeta-vate e combattente ; L intervento delle riviste. In particolare, Daniele Ceschin a pagina venti dell opera parla del quadro politico dell Italia nel tempo e proprio qui si innestano le diverse voci dei letterati o politici che saranno poi araldi della dialettica di 11

12 guerra. Spiega l ala della neutralità, l interventismo democratico che vede come principali esponenti Gaetano Salvemini e Leonida Bissolati; il socialismo italiano di fronte a ciò che stava accadendo in Europa e in particolare nel vicinissimo impero Austro- Ungarico. Gustavo Corni enuclea invece l ambiente Europeo a fronte di una Guerra imminente, trattando le grandi alleanze che vedono le loro radici nel 1800, riprendendo anche il discorso di Giorgio Rochat. Alessio Quercioli, sempre nell Enciclopedia UTET, esprime le idee d irredenti, irredentisti e fuoriusciti. Del medesimo autore prevedo una lettura del testo Vinti di Caporetto nella letteratura di Guerra, a conclusione del tema al fine di prepararmi sull incontro del 25 maggio Prenderò spunti anche dalla lettura del testo Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino, che offre uno spaccato della vita in guerra, parallelamente a Remarque e Emilio Lussu. Segue un racconto, ispirato dalle grandi pagine di guerra, che narra una possibile vicenda di un soldato anonimo e che mai avrà un nome in queste righe. Chi fa la guerra infatti non è solo una personalità, grande o piccola che sia, bensì tutta la comunità. Questo accadrà al personaggio che narra, con fatica e orrore, alcune pagine della sua guerra personale che si vede trasformata in guerra totale. Quando parliamo di Grande Guerra e non di Guerra Mondiale, vogliamo già affermare che si tratta di un conflitto totalitario ma non globale, poiché è vero che i fronti sono sparpagliati in tutto il pianeta ma le aree più remote non sono toccate e si tratta delle colonie degli stati maggiori europei quindi una guerra europea che sconfina, fatta eccezione per gli Stati Uniti. 12