Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione
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- Gilberta Masi
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1 INDUSTRIE CONCIARIE Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione Nel primo grafico viene rappresentata la crescita del settore delle industrie conciarie; come misura dell attività si utilizza il valore aggiunto a valori concatenati, ovvero espresso in termini reali (depurato cioè dall inflazione specifica del settore). 1 Sebbene abbia un peso contenuto in termini di valore aggiunto, l industria conciaria rappresenta un settore di specializzazione dell economia italiana. Negli ultimi decenni ha però subito un certo ridimensionamento a causa in parte della pesante concorrenza proveniente in particolare dalle economie asiatiche, e in parte della progressiva tendenza dei produttori a spostare alcune fasi essenziali della produzione all estero allo scopo principale di contenere i costi. Il peso del settore si è così dimezzato: il valore aggiunto prodotto, che all inizio degli anni ottanta era pari allo 0.8 per cento, è sceso allo 0.4 per cento del Pil nel La dinamica del valore aggiunto ha mostrato un trend positivo fino alla prima metà degli anni novanta, per poi gradualmente ridursi a tassi via via più ampi. In particolare, nei primi anni duemila l attività del settore si è contratta di 3.6 punti percentuali all anno, e la caduta si è decisamente accentuata nella seconda metà del decennio (tra il 2006 e il 2010) con un tasso medio annuo di variazione del -5.1 per cento. Nonostante alcuni segnali di ripresa osservatisi nel 2006 e nel 2007, la produzione è tornata difatti a contrarsi pesantemente nel 2008 (-7.3 per cento), quando probabilmente si sono iniziati ad avvertire i primi segnali di deterioramento del ciclo. Nel 2009, gli effetti negativi della forte recessione economica si sono infine andati a sovrapporre alla crisi strutturale che già da tempo stava caratterizzando il settore e hanno determinato una caduta del valore aggiunto del 18.2 per cento in un solo anno. La contrazione è peraltro proseguita anche nel Il valore aggiunto è definito, per ogni impresa, come la differenza tra il valore della sua produzione e il valore dei beni intermedi utilizzati. La somma dei valori aggiunti per le imprese operanti in un determinato comparto produttivo rappresenta il valore aggiunto settoriale. Mediante la tecnica del concatenamento, utilizzata nella contabilità nazionale a partire dal 2005, si è introdotta un indicatore delle variazioni di volume che non tenga conto solo dei valori assunti in due momenti precisi (l anno corrente e quello base), ma che sia in grado di incorporare l andamento complessivo del fenomeno nell intervallo di tempo considerato. 1
2 Nelle previsioni di medio termine si ritiene che il settore delle conciarie continuerà a registrare livelli produttivi decrescenti anche in prospettiva. In tale settore la tendenza alla flessione della produzione rifletterebbe cioè un trend di medio termine che l ultima recessione ha solamente accentuato. Il calo dell attività nel quinquennio di previsione (che si sima si possa collocare intorno al 1.5 per cento all anno nel periodo ) sarà comunque inferiore a quanto osservato in passato. Valore Aggiunto (*) Variazioni % annue 15,0 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0-15,0-20, (*) A prezzi costanti La produttività del lavoro è un altra variabile di rilievo al fine di cogliere le tendenze di ciascun settore dell economia. La dinamica della produttività del lavoro 2 si è mantenuta positiva fino alla prima metà degli anni novanta. A partire dal 1996, si è osservata invece una flessione della produttività del lavoro, a causa soprattutto del venire meno del sostegno del progresso tecnico. Nell arco di un decennio, comunque, si è rilevata una sostanziale stagnazione della produttività fino al 2005, nonostante ampie oscillazioni. Tra il 2006 e il 2010, e specialmente in concomitanza con il manifestarsi della crisi, la dinamica della produttività ha subito una pesante contrazione; se in media il tasso di variazione annua nel periodo è stato di -1.4 punti percentuali, la caduta si è concentrata nel biennio della crisi ( ), quando la produttività si è complessivamente ridotta del 13 per cento. Tale contrazione è stata comunque 2 La produttività del lavoro è misurata dal valore aggiunto per unità di lavoro. Incrementi di produttività permettono di conseguire determinati livelli produttivi con un minor fabbisogno di lavoro. In altre parole, la produttività aumenta se l occupazione cresce a ritmi inferiori a quelli del prodotto. 2
3 inferiore rispetto a quella del valore aggiunto: il labour hoarding ha limitato solo nella primissima fase la trasmissione degli effetti sulla domanda di lavoro derivanti dalla flessione dei livelli di attività. In prospettiva, la ristrutturazione del settore, con un aggiustamento dei livelli occupazionali rispetto ai più bassi livelli della produzione, potrebbe tradursi in un recupero della produttività del lavoro che, secondo le previsioni di medio termine, dovrebbe difatti crescere ad un tasso medio annuo del 2.3 per cento nel quinquennio tra il 2011 e il Se così fosse, la crescita potrebbe quindi tornare sui tassi medi di incremento che si osservavano alla fine degli anni ottanta. 2,10 Produttività del lavoro Livello, 1980=1 1,90 1,70 1,50 1,30 1,10 0, Nel terzo grafico si confronta l andamento dell occupazione con quello degli equivalenti a tempo pieno, ovvero le unità di lavoro 3. È dall inizio degli anni ottanta che il settore delle industrie conciarie sta conoscendo una fase di progressiva ristrutturazione dei livelli occupazionali: se nel 1980 i lavoratori impiegati in questo settore erano circa 300 mila, nel 2010 il loro numero si è più che dimezzato, raggiungendo i 156 mila addetti, e il peso del settore in termini di occupati si è ulteriormente ridotto (attualmente rappresenta solo lo 0.6 per cento dell occupazione complessiva). 3 L unità di lavoro rappresenta la quantità di lavoro prestata da un occupato a tempo pieno, oppure la quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o che svolgono un doppio lavoro, al netto della Cassa Integrazione. Le unità di lavoro sono dunque utilizzate come unità di misura del volume di lavoro impiegato nella produzione dei beni e servizi; con tale misura si tiene conto delle variazioni dell orario di lavoro. 3
4 I tassi medi annui di contrazione sono stati particolarmente intensi nell ultimo decennio. Tra il 2001 e il 2005 la caduta del numero di occupati è stata mediamente del 3.7 per cento all anno. La flessione si è lievemente attenuata nel quinquennio successivo ( ), quando la variazione media annua è stata del 2.9 per cento, solo grazie alla tenuta dei livelli occupazionali osservatasi nel biennio ; nel biennio successivo si è invece osservata una contrazione intensa, in concomitanza al deterioramento del ciclo. Nel biennio , infatti, gli occupati del settore si sono complessivamente ridotti dell 13.4 per cento, con la perdita di oltre 24 mila posti di lavoro. Le unità di lavoro si sono ridotte seguendo un andamento sostanzialmente identico. A differenza di altri settori, quello delle industrie conciarie non sembrerebbe pertanto essere stato interessato dal fenomeno del labour hoarding, con l eccezione del In tal senso, le esigenze di ristrutturazione del settore hanno pesato probabilmente di più, determinando quindi una parallela espulsione di manodopera. In prospettiva, si ritiene che il processo di ristrutturazione proseguirà, con la conseguenza che il numero di occupati nelle industrie conciarie continuerà a ridursi significativamente. Per il periodo si stima una contrazione di quasi 4 punti percentuali all anno (-3.8 per cento), e alla fine del periodo di previsione i lavoratori espulsi dal settore potrebbero essere più di 27 mila, rispetto al livello osservato nel Le perdite cumulate nel 2015 rispetto ai livelli pre crisi saranno pari a oltre 50 mila occupati. 4
5 Occupati totali - Unità di lavoro Livello, migliaia 350 Unità di lavoro Occupati totali L andamento degli aggregati professionali al 2015 La tabella che segue distribuisce la previsione dell occupazione al 2015 per i Grandi Gruppi professionali della Classificazione delle Professioni ISTAT CP L'occupazione al 2010 e le previsioni al 2015 GRANDI GRUPPI PROFESSIONALI*** Legislatori, dirigenti e imprenditori Professioni intellettuali ad elevata specializzazione Tecnici Professioni amministrative e di ufficio Professioni relative alle vendite ed ai servizi alle famiglie Artigiani, agricoltori e operai specializzati Conduttori di macchinari e impianti Professioni non qualificate Numero occupati Variazione 2010* 2015** ** Totale occupazione *Dati riproporzionati sui valori di Contabilità Nazionale **Previsioni ISFOL-IRS basate su proiezioni metodo dei coefficienti fissi e metodo delle variazioni sempice (media ponderata ***Si riportano i grandi gruppi professionali rlevanti per il settore Fonte: elaborazioni ISFOL-IRS su microdati Istat Forze di Lavoro e previsioni ISFOL-REF 5
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