Palazzo Bracci Pagani Scheda tecnica e filosofia di restauro. Ipotesi di evoluzione storica del Palazzo dalle origini ad oggi

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2 Il testo qui pubblicato è la relazione finale sul restauro di Palazzo Bracci Pagani, stilata dal Progettista e Direttore dei lavori, Architetto Renzo Simoncini. Purtroppo una sorte infausta, giunta inaspettata e improvvisa, non gli ha permesso di vedere aperta al pubblico l opera a cui si era dedicato con entusiasmo e generosa energia. La Fondazione Cassa di Risparmio, nel sottolinearne le doti umane e le capacità professionali che avevano fatto di lui un proprio serio e fidato collaboratore in più interventi di ripristino di beni monumentali, lo ricorda con affetto e gratitudine. Palazzo Bracci Pagani Scheda tecnica e filosofia di restauro Arch. Renzo Simoncini, Progettista e Direttore dei lavori Il palazzo si trova a Fano in via Arco d Augusto, angolo corso Matteotti ed è stato dichiarato, ai sensi del D.Lgs. n 42/2004, di interesse storicoartistico. La relazione storica allegata al decreto di vincolo data l edificio al XVII secolo e presenta il paramento murario in mattoni faccia vista. In quanto vincolato, gli interventi progettati rispondono a criteri di restauro conservativo con inserimento di strutture non invasive in relazione alla vocazionalità culturale dell immobile. I criteri fondamentali utilizzati nella redazione del progetto architettonico sono quelli che tradizionalmente vengono utilizzati nel campo della teoria del restauro. L individuazione delle varie fasi storiche, un rilievo dettagliato, l esecuzione di saggi esplorativi, la variazione delle quote tra i vari palazzi, insieme ad una lettura critica dei risultati, hanno dato le informazioni necessarie per la definizione delle soluzioni da applicare. Va inoltre sottolineato, come dice un assioma del restauro, la compatibilità dei materiali utilizzati nel recupero, in quanto trattasi di strutture elastiche, continue ed omogenee; l utilizzo di materiali compatibili risulta determinante nella conservazione nel tempo del bene stesso e garantiscono la reversibilità nel tempo. Altro assioma del restauro prevede la distinguibilità degli interventi, in modo da consentire la lettura delle varie fasi storiche, architettoniche ed estetiche. Uno degli aspetti più delicati ed impegnativi dell intervento, riguardano il restauro dei prospetti su via arco d Augusto e quello su corso Matteotti, che andavano inquadrati in un contesto ambientale e storico. Va premesso che il palazzo Bracci-Pagani è frutto dell aggregazione di due edifici: un primo palazzo, palazzo Pagani su corso Matteotti del XVI secolo ed un secondo palazzo, palazzo Bracci su via Arco d Augusto, angolo Corso Matteotti, del XVII sec. Nel XVIII secolo il palazzo, nel suo insieme, ha avuto un intervento fondamentale con l inserimento dell androne di ingresso e dello scalone, al fine di consentire il collegamento tra i due palazzi posti a quote diverse. Nel XX sec. il palazzo è stato oggetto di un ulteriore ristrutturazione interna per la realizzazione di nuovi uffici voluta dall amministrazione comunale. Ipotesi di evoluzione storica del Palazzo dalle origini ad oggi Dalle due piante si evidenzia che il Palazzo Bracci è addossato al già esistente Palazzo Pagani. Infatti nella pianta del secondo piano non sono presenti aperture ad eccezione di dove termina il Palazzo Pagani. Allo stesso modo, dallo sviluppo delle falde di Palazzo Bracci, nella pianta delle coperture, si nota che la falda si addossa alla già esistente copertura di Palazzo Pagani Piante del piano secondo e delle coperture XVI secolo 2 XVII secolo 3 XVIII secolo 4 XX secolo /85

3 Nel XVIII secolo, viene inserito il corpo di scala, tra i due fabbricati, fungendo quindi da collegamento tra i due palazzi. Analisi degli interventi più significativi restauratore è quello di trasmettere al futuro quello che il passato ci ha tramandato, si è scelto di calibrare gli interventi secondo lo stato di conservazione delle singole facciate al fine di non alterare l aspetto architettonico ed estetico. Nelle foto documentative sotto: Intonaco rasato preesistente su via Arco d Augusto. 2 Malta di allettamento della muratura su via Arco d Augusto 3 Intonaco preesistente sul cornicione di palazzo Pagani sul Corso G. Matteotti 4 Intonaco rasato preesistente su Corso G. Matteotti. Da una verifica puntuale dei prospetti si è potuto constatare la presenza di un intonaco colorato sul cornicione e nei bordi delle bucature; da ciò si è desunto che i palazzi in origine erano intonacati con un intonaco rasato ottenuto con la stessa malta usata per l allettamento della murature. Intonacare o lasciare a faccia vista? Istanza estetica o istanza storica? Dopo una approfondita valutazione si è deciso di scegliere l istanza estetica, in quanto lo stato di fatto poteva considerarsi storicizzato e ben inserito nel contesto ambientale del centro storico di Fano e quindi si è deciso di mantenere lo stato di fatto intervenendo in maniera puntuale nelle zone degradate. Pertanto, ritenendo che il compito del Prospetto su via Arco d Augusto Prospetto su via Arco d Augusto Si presentava particolarmente aggredito e deteriorato dagli agenti atmosferici e quindi l intonaco esistente è stato rimosso sino ad arrivare alla malta di allettamento della muratura, evidenziando la presenza di inerti di colore biancastro, mentre la facciata ad angolo su Corso Matteotti, dello stesso palazzo, si presentava meno deteriorata in quanto meno esposta agli agenti atmosferici. Conseguentemente gli interventi di restauro hanno seguito due modalità di intervento. In quello su via Arco d Augusto i giunti sono stati integrati utilizzando malta con l inserimento di inerti al fine di armonizzare l aspetto cromatico ed estetico del resto del palazzo; il prospetto su Corso Matteotti, che risultava meglio conservato, è stato trattato integrando i giunti della muratura con malta analoga a quella esistente utilizzando 86/87 Interventi sul prospetto in via Arco d Augusto Restauro di paramento in mattoni faccia vista: pulitura, idrolavaggio, parziale stuccatura previa scarnitura, fissaggio di lacerti di intonaco esistente. 2 Sabbiatura a secco e pittura di finitura su opere metalliche. 3 Restauro di balcone: sabbiatura, pulitura, trattamento dei ferri del cemento armato, riprofilatura, ricostruzione, rifacimento di parti modanate, rasatura. 4 Revisione verniciatura di infissi. 5 Inserimento di due persiane ad anta battente. 6 Restauro del cornicione modanato compreso fissaggio delle superfici intonacate dipinte e piccole integrazioni pittoriche.

4 Le integrazioni hanno riguardato solo le parti che presentavano lacune all interno di una superficie esistente colorata Prospetto su via Arco d Augusto prima dell intervento 2 Prospetto su via Arco d Augusto dopo l intervento. 3 Balcone prima 4 Balcone dopo l intervento 5 Cornicione su via Arco d Augusto prima dell intervento 6 e 7 Cornicione su via Arco d Augusto dopo l intervento. metodologie e modalità operative analoghe a quelle esistenti. Prospetto su Corso Matteotti Mostrava buone condizioni di conservazione con diffusa presenza di lacerti di intonaco rasato. L intervento si è concentrato principalmente sulla conservazione e integrazioni dell intonaco originale mediante una operazione di consolidamento della superficie intonacata e un trattamento protettivo agli agenti atmosferici. 88/89 Prospetto su Corso G. Matteotti Interventi sul prospetto in Corso Matteotti Restauro di paramento in mattoni faccia vista: pulitura, idrolavaggio, parziale stuccatura previa scarnitura, fissaggio di lacerti di intonaco esistente. 2 Sabbiatura a secco e pittura di finitura su opere metalliche. 3 Restauro di balcone: sabbiatura, pulitura, trattamento dei ferri del cemento armato, riprofilatura, ricostruzione, rifacimento di parti modanate, rasatura. 4 Revisione verniciatura di infissi 5 Restauro del cornicione modanato compreso fissaggio delle superfici intonacate dipinte e piccole integrazioni pittoriche. 6 Smontaggio di pannelli non recuperabili: montaggio di persiane ad anta battente e di infissi di finestre. 7 Restauro di intonaco presente nell ingresso del palazzo su Corso Matteotti.

5 Pianta piano primo. In evidenza la superficie occupata del soffitto ligneo dipinto al piano nobile di Palazzo Pagani. Il tramezzo è stato realizzato in fase successiva. 2 Soffitto ligneo dipinto presente al piano nobile di Palazzo Pagani. Evidenti le putrelle in ferro e le nuove travi in legno. 3 Particolare del soffitto ligneo dipinto prima dei lavori. 4 Asola dopo l intervento Prospetto su Corso Matteotti prima 2 Prospetto su Corso Matteotti dopo l intervento. 3 Cornicione su corso Matteotti prima 4 Cornicione su Corso Matteotti dopo l intevento. Soffitto ligneo dipinto al piano primo Altro elemento particolarmente importante, rinvenuto all interno del palazzo del XVI sec., palazzo Pagani, è il soffitto in travi, travetti e pianelle dipinte coevo al palazzo, oggetto, al momento dell utilizzo da parte del comune, di consolidamento strutturale mediante l inserimento di putrelle in ferro e travi in legno ricoperte da 90/9 3 4

6 un soffitto in cartongesso, che hanno di fatto occultato il soffitto dipinto. L intervento eseguito non teneva alcun conto della presenza storica del soffitto ligneo dipinto presente nel palazzo, ma era finalizzato esclusivamente al consolidamento del solaio. Ci si è posto il problema di valutare se l intervento eseguito dall amministrazione comunale abbia seguito i criteri di restauro. L ipotesi maturata secondo i criteri noti, ci dice che oggi l intervento sarebbe stato eseguito in maniera diversa. Pertanto è stato proposto di rimuovere le strutture di sostegno, putrelle in ferro e travi in legno, e sostituirle con una struttura in acciaio moderna ed esteticamente gradevole, lasciando il massimo della visibilità del soffitto, che una volta restaurato, avrebbe acquistato maggiore visibilità e riconsegnato al pubblico una struttura storica di pregio. L ente preposto alla tutela ha però preferito rimandare ad una fase successiva il problema della scelta sulla miglior modalità di recupero ritenendo sufficiente al momento lasciare in evidenza sulla copertura in cartongesso un asola dimostrativa dell originale assetto decorativo e funzionale del solaio soprastante. Seguendo come sempre i criteri di restauro, che prevedono accertamenti in corso d opera tramite saggi esplorativi, sono state rinvenute delle superfici dipinte al primo e secondo piano appartenenti alla fase storica del sec. XVIII. Molti tratti, però, si presentavano danneggiati, e, inoltre, rimaneva difficile l opera di recupero in quanto il materiale usato negli interventi precedenti, tempera su tempera ha fatto diventare un corpo unico la tinta sottostante e la superficie dipinta. Si è quindi deciso di lasciare a vista le porzioni meglio conservate e recuperabili. Nello stesso spirito di verifiche e accertamenti, è stata rinvenuta una colonna con capitello di ordine ionico in pietra arenaria, lasciata parzialmente in evidenza nel corridoio che porta al bagno del piano terra. Tale presenza è un chiaro segno che al piano terra esistevano una serie di archi integrati all interno del palazzo Pagani, ipotesi confermata dalla presenza di archi anche al primo piano. Purtroppo in fase di esecuzione dei lavori non si è potuto approfondire la ricerca in quanto avrebbe comportato l eliminazione di fasi storiche consolidate e che anche la teoria del restauro non prevede nel rispetto del mantenimento delle strutture storicizzate. Tavole alle pagine successive: Tavola Piano terra. Si presume che il Palazzo Pagani fu realizzato e/o integrato ad una preesistente struttura architettonica costituita da colonne in armonia con capitello di ordine ionico. Nella pianta viene rappresentata un ipotesi di distribuzione delle colonne che al momento non risultano confermate (in arancione) ad eccezione delle presenze documentate (in rosso): colonna al piano terra e archi al primo piano. 2 Tavola Piano primo. Ipotesi di distribuzione degli archipresenti al primo piano che confermano l esistenza di una struttura preesistente all attuale palazzo Pianta e saggi, piano primo. In evidenza le tinte dello zoccolo e della parete di fondo in armonia tra loro. 2 Pianta e saggi, piano secondo. Locale attualmente unico, ma che in origine era costituito da tre locali. In evidenza i tre locali con tinteggiature diverse e con colore bianco in corrispondenza del muro divisorio. 3 Saggio dello zoccolo e linea della parete demolita. 92/93

7 Tavola Piano terra 2 Tavola Piano primo 94/95

8 Cortile interno Sul cortile interno, ove si affaccia un corpo di fabbrica cronologicamente successivo al corpo principale, ha trovato posto la biblioteca che rispetto ai criteri adottati nel corpo principale è stato recuperato utilizzando materiale e modalità operative attuale nel rispetto del concetto della distinguibilità degli interventi. Il cortile interno è stato oggetto di specifiche ricerche storiche al fine di verificare l utilizzo dello stesso come giardino o come cortile. Dalla ricerca non sono emerse indicazioni specifiche in merito e quindi, in considerazione dell utilizzo del palazzo a fini culturali quali sale espositive, convegni ecc., si è stabilito di creare uno spazio libero per mostre all aperto e convegni. Per il superamento delle barriere architettoniche è stato inserito un ascensore all interno del vano scala realizzato con strutture moderne in acciaio e vetro e nei vari piani sono state inserite delle pedane per superare i vari dislivelli presenti all interno del palazzo. In conclusione credo di avere progettato ed eseguito secondo corretti criteri di restauro confermando quanto è mia convinzione, cioè interpretare ed eseguire correttamente tutte le indicazioni che vengono fornite dal monumento stesso che è sempre e comunque il principale protagonista. Spero di aver dimostrato come sia importante fare un intervento di restauro su un edificio di interesse storico, spiegando perché l ho fatto anziché cosa ho fatto in quanto il monumento rappresenta l artefice più importante, dato che tramite i suoi segni trasmette tutte le indicazioni utili per progettare. Il compito dell architetto è quello di interpretare correttamente le indicazioni fornite Si ringrazia la Fondazione Cassa di Risparmio di Fano nella persona del Presidente, Vice presidente, Segretario, componenti del consiglio e tutti gli impiegati che mi hanno permesso di contribuire al recupero di questo importante edificio. Il Progettista e Direttore dei lavori Arch. Renzo Simoncini Collaboratori Arch. Serena Simoncini, Ing. Elena Massi Veduta dall alto del cortile prima 2 Cortile dopo l intervento. 3 Veduta dall alto del cortile prima 4 Veduta dall alto del cortile dopo l intervento. 96/97

9 Alcune immagini scattate prima e dopo l intervento di restauro Androne prima 2 Androne dopo 3 Scalone settecentesco prima 4 Scalone settecentesco prima 5 Stucchi del soffitto dello scalone prima e dopo l intervento /99

10 /0 Piano interrato prima e dopo l intervento. 2 Collegamento verticale tra piano terra e interrato prima e dopo l intervento. 3 Porta al primo piano prima e dopo l intervento.

11 3 2 4 Locale al primo piano prima 2 Locale al primo piano dopo l intervento. 3 Locale al secondo piano prima 4 Locale al secondo piano dopo l intervento. 02/03

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