D = E x V = Danno (atteso)
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- Michele Zanetti
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1 «Corso di livello A1-01 Corso base per operatori volontari in conformità alla D.G.R. n. X/1371 del » Previsione, prevenzione rischi e modelli di intervento Landriano 16 giugno 2017 Andrea Bruni Gruppo Comunale Travacò Siccomario
2 IL RISCHIO D = E x V = Danno (atteso) RISCHIO = possibilità che un fenomeno naturale o indotto dalle attività dell uomo possa causare effetti dannosi sulla popolazione, gli insediamenti abitativi e produttivi e le infrastrutture, all interno di una particolare area, in un determinato periodo di tempo. P = Pericolosità: probabilità che un fenomeno di una determinata intensità si verifichi in un certo periodo di tempo, in una data area. Vengono attuati provvedimenti urgenti di carattere generale, che E = Esposizione o Valore esposto: è il numero di unità (o "valore") di ognuno degli elementi a rischio hanno presenti portato in una alla data realizzazione area, (vite su umane, tutto il insediamenti) territorio nazionale di : Realizzazione di una rete di radar meteorologici nazionale V = Vulnerabilità: mosaicata propensione a subire danneggiamenti in conseguenza delle sollecitazioni indotte da un evento di una certa intensità da parte di persone, edifici, infrastrutture, attività economiche
3 IL RISCHIO RESIDUO Realizzazione di una rete di radar meteorologici nazionale mosaicata
4 GESTIONE DEL RISCHIO RESIDUO IN TEMPO REALE Realizzazione di una rete di radar meteorologici nazionale mosaicata
5 LEGGE 225 DEL 1992 Art. 3 Sono attività di protezione civile quelle volte alla previsione e prevenzione delle varie ipotesi di rischio, al soccorso delle popolazioni sinistrate ed ogni altra attività necessaria ed indifferibile diretta al superamento della emergenza.
6 LEGGE 225 DEL 1992 Art. 3 PREVISIONE Attività diretta alla conoscenza dei fenomeni calamitosi: suolo (terremoti, frane, valanghe, eruzioni vulcaniche) aria e clima (inquinamento, uragano, trombe d aria) acqua (inquinamento, siccità, esondazioni, crollo di dighe) incendi (urbani, industriali, boschivi) eventi antropici (incidenti aerei, ferroviari, stradali, navali, black out elettrici) sanità (epidemie naturali, pandemie, virus) Art. 3 PREVENZIONE Attività volte a impedire il verificarsi e ridurre l incidenza di danni a cose e persone: interventi di contenimento della vulnerabilità di particolari edifici (scuole, ospedali) interventi sul territorio per ridurre la vulnerabilità interventi di contenimento nel rischio negli insediamenti industriali i vincoli urbanistici di destinazione delle aree l educazione e l informazione preventiva alla popolazione
7 PERCORSO DI ATTIVAZIONE DEI CENTRI FUNZIONALI 1992 L. 225/1992 Oltre alle attività di soccorso e superamento dell emergenza, anche la previsione e la prevenzione diventano attività di protezione civile 1998 Calamità di Sarno: 160 vittime La magistratura si interroga sulla possibile prevedibilità del fenomeno e sulle conseguenti responsabilità penali Vengono Potenziamento attuati provvedimenti della rete urgenti di stazioni di carattere di monitoraggio generale, che hanno portato alla realizzazione su tutto il territorio nazionale di : Istituzione Realizzazione di di una rete di nazionale radar meteorologici di Centri nazionale funzionali mosaicata
8 PERCHÉ SERVE UN SISTEMA DI ALLERTA??? Ore 10,45 Ore 15,30 Ore 15,40 Ore 15,45
9 2004 :L ANNO DELLA SVOLTA Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 febbraio 2004 Definisce la PROCEDURA DI ALLERTAMENTO ed individua i soggetti che concorrono a contrastare gli scenari di rischio a livello nazionale Svolta normativa per il sistema di Protezione Civile Nazionale in ambito di PREVISIONE e PREVENZIONE Istituzione CENTRI FUNZIONALI DI MONITORAGGIO
10 IL CENTRO FUNZIONALE DIRETTIVA PCM 27 FEBBRAIO 2004 Ricordando le funzioni del metodo «AUGUSTUS» 1) FUNZIONE TECNICA 4) VOLONTARIATO
11 IL CENTRO FUNZIONALE - DIRETTIVA PCM 27 FEBBRAIO 2004
12 Il Centro Funzionale - Direttiva PCM 27 febbraio 2004
13 lo scenario dopo la Legge 100/2012 «Art. 3-bis. 1.Nell'ambito delle attività di protezione civile, il sistema di allerta statale e regionale è costituito dagli strumenti, dai metodi e dalle modalità stabiliti per sviluppare e per acquisire la conoscenza, le informazioni e le valutazioni, in tempo reale, relative al preannuncio, all'insorgenza e all'evoluzione dei rischi conseguenti agli eventi di cui all'articolo 2 al fine di allertare e di attivare il Servizio nazionale della protezione civile ai diversi livelli territoriali Superamento della L. 225/92: real-time identificazione scenari di rischio probabili mitigazione del rischio.
14 LEGGE 225/1992 SUPERAMENTO EMERGENZA Mitigazione rischio residuo: - Assistenza - Ricostruzione - Finanziamenti - Sovvenzioni PREVISIONE Analisi Rischi (criticità, vulnerabilità) Preannuncio Monitoraggio Sorveglianza Allertamento e attivazione risposta operativa in tempo reale GESTIONE RISCHIO RISPOSTA Allarme Soccorso Tecnico PREVENZIONE Pianificazione Realizzazione di una rete di radar meteorologici nazionale mosaicata Soccorso Sanitario Ordine Pubblico Servizi Essenziali Informazione Addestramento Organizzazione Risorse
15 COS È IL CENTRO FUNZIONALE? E il cuore della Sala Operativa di Protezione Civile. Svolge attività di PREVISIONE, MONITORAGGIO E SORVEGLIANZA IN TEMPO REALE degli eventi naturali e dei loro effetti sul territorio Fornisce un servizio continuativo, 365 giorni l anno 24 ore su 24, di supporto alle decisioni delle autorità competenti per le attività di gestione dell emergenza, a cominciare dalla previsione del fenomeno potenzialmente pericoloso
16 LA NASCITA DEL CENTRO FUNZIONALE IN REGIONE LOMBARDIA D.G.R n Definisce a livello regionale: L autorità a cui compete l allertamento La procedura di allertamento I soggetti che concorrono a contrastare gli scenari di rischio a livello regionale
17 IL CENTRO FUNZIONALE IN REGIONE LOMBARDIA DAL 27 APRILE 2016 D.G.R. del 17/12/2015 n. X/4599 semplificazione del processo di allertamento responsabilità degli amministratori locali nelle attività di prevenzione degli effetti negativi dei fenomeni naturali su infrastrutture, attività produttive, centri abitati e popolazione.
18 PAROLA D ORDINE: SUSSIDIARIETA!
19 IL CENTRO FUNZIONALE IN REGIONE LOMBARDIA
20 I SETTE RISCHI MONITORATI
21 I SETTE RISCHI MONITORATI N.B. Il principale fattore di rischio è rappresentato dall acqua: precipita, scorre superficialmente, si infiltra,.
22 E QUELLI NON PREVISTI (PREVEDIBILI) ondate di gelo nebbia diffusa e persistente siccità prolungata e ondate di calore Caratteristiche di questi fenomeni non prevedibili: Non esiste nessun riferimento a soglie o a classi predefinite (manca il collegamento soglia/criticità connesse); Difficoltà di osservazione, pluralità di soggetti (in)competenti; Poca frequenza (mah???)/pochi danni (forse).
23 C ERA UNA VOLTA Cause scatenanti: EVENTI METEOROLOGICI Fenomeni atmosferici pericolosi il cui impatto su un sistema vulnerabile è in grado di recare danni di tipo diretto (a persone e/o cose) oppure indiretto innescando, o influenzando fortemente, altre tipologie di rischio
24 Fase Previsionale/Allertamento Valutazione Meteo Valutazione criticità Previsione effetti al suolo Emissione BOLLETTINI e AVVISI CONDIMETEO AVVERSE 4 Diramazione Allerte ore 13.00
25 IN SOSTANZA
26 CODICI E SOGLIE (PLUVIOMETRICHE) LA FASE DELLA PREVISIONE ARPA-SMR valuta se i valori previsti di pioggia sono superiori alle soglie di riferimento predeterminate. In tal caso emette un comunicato di Condizioni Meteo Avverse.
27 LA PREVISIONE DEGLI EFFETTI AL SUOLO Ad ogni area omogenea vengono associati scenari di rischio Criteri: meteorologia, climatologia delle precipitazioni e orografia, idrografia, limiti amministrativi 14 AREE OMOGENEE per rischio idrogeologico, idraulico, temporali forti, vento forte, neve
28 IL BOLLETTINO METEO DI ARPA.
29 I CODICI COLORE
30 SCHEMA DIRAMAZIONE ALLERTE
31 LA «COMUNICAZIONE» Il CFMR valuta i livelli di criticità, legati ai rischi previsti nelle successive 12/36 ore ed emette due tipi di comunicazioni, a seconda dell intensità/codice colore dei fenomeni. CODICE GIALLO CODICE GIALLO: viene inviata una Comunicazione che indica come un particolare fenomeno si manifesterà in un determinato territorio (es. temporali forti) e suggerisce la predisposizione di attività operative minime iniziali di sorveglianza, anche se l intensità è considerata affrontabile e gestibile localmente
32 L AVVISO DI CRITICITÀ REGIONALE CODICE ARANCIONE E ROSSO: viene inviato un Avviso di Criticità regionale, che contiene il tipo di rischio, una sintesi meteorologica, una tabella con gli scenari previsti, le zone omogenee investite, i livelli di criticità e le fasi operative. Seguono le valutazioni degli effetti al suolo, le indicazioni delle azioni da intraprendere e una mappa sinottica del livello di allerta.
33 Tipologia di rischio L AVVISO DI CRITICITÀ REGIONALE 1/3 Data di emissione Validità dell Avviso Data di emissione del prossimo aggiornamento Sintesi meteorologica
34 L AVVISO DI CRITICITÀ REGIONALE 2/3 Tabella contenente informazioni su: Elenco zone omogenee Province associate alle zone Denominazione Scenari di rischio Decorrenza criticità Livello di criticità corrispondente Codice di allerta per ciascuna zona Fase operativa minima Valutazione effetti al suolo indicazioni operative
35 L AVVISO DI CRITICITÀ REGIONALE 3/3 Pittogramma zone omogenee e livelli di criticità N.B. Il termine criticità moderata indica un livello di attenzione già alto.
36 L AVVISO DI CRITICITÀ LOCALIZZATO PER IL FIUME PO
37 L AVVISO DI CRITICITÀ LOCALIZZATO PER IL FIUME PO
38 CANALI DIFFUSIONE ALLERTAMENTO Regione Lombardia, attraverso il CFMR, pubblica ogni giorno sui propri siti web le notizie sulle criticità attese con 12/36 ore di anticipo
39 RIPASSONE: CANALI DIFFUSIONE ALLERTAMENTO A partire dal 1 gennaio 2011, le Prefetture hanno interrotto l invio dei fax (forse)
40 MODALITÀ DI ALLERTAMENTO Nuove tecnologie per smartphones e tablet APP per Android e ios N.B. L ultimo avviso di criticità regionale è il n. 27 del 24 aprile 2016 (idrogeologico)
41 LA RETE DI MONITORAGGIO - LOMBARDIA
42 LA RETE DI MONITORAGGIO - LOMBARDIA Rete formata da oltre 250 stazioni di misura. Le stazioni acquisiscono e trasmettono i dati prevalentemente con frequenza di 30.
43 LE RETI DI MONITORAGGIO LA REGIONE PIEMONTE Per la nostra Provincia sono fondamentali i dati dei fiumi piemontesi!!! meteo- idrografica/livelli-idrometrici.html?delta=0idrometrici.html?delta=0
44 L'attenzione è la forma più rara e più pura della generosità (Simone Weil - filosofa, mistica e scrittrice francese )
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