Aggiornamento del Piano di Ambito La ricognizione delle opere

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1 Aggiornamento del Piano di Ambito La ricognizione delle opere PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA Ambito Territoriale Ottimale Calabria 5 - Reggio Calabria Gennaio 2011

2 Indice 1. Premessa Le caratteristiche della ricognizione Modalità del lavoro Il servizio di acquedotto Le gestioni esistenti Le risorse gestite da SORICAL Bilancio idrico delle risorse utilizzate La popolazione servita Le dotazioni idropotabili Fonti di approvvigionamento Serbatoi Pompaggi Adduttrici e Reti distributive Il servizio di fognatura Le gestioni esistenti La popolazione servita Reti fognarie e Collettori Sollevamenti Il servizio di depurazione Le gestioni esistenti Bacini di utenza e popolazione servita Le caratteristiche degli impianti Indice delle tabelle Tabella 1 Relazione tra Perdite e Usi degli acquedotti...16 Tabella 2 Dipendenza dei Comuni dalle Fonti di approvvigionamento...20 Tabella 3 Numero degli impianti e Potenzialità...44 Tabella 4 Carattteristiche prevalenti della Linea acque...44 Tabella 5 Caratteristiche prevalenti della Linea fanghi...45 Tabella 6 Linea acque - Disfunzioni segnalate...45 Tabella 7 Linea fanghi Disfunzioni segnalate...47

3 1. Premessa Il presente rapporto si propone di analizzare i dati e le informazioni acquisite dall ATO 5 Reggio Calabria per quanto attiene alle infrastrutture che dovranno essere affidate al Gestore del Servizio Idrico Integrato. Si ricorda come già l art.11, comma 3 della L.36/94 definiva la ricognizione delle opere di adduzione, di distribuzione, di fognatura e depurazione esistenti, come attività propedeutica alla predisposizione del Piano d Ambito. Il più recente Dlgs. 152/06 ha ribadito (art.149) come la ricognizione, che è alla base del Piano di Ambito, individua lo stato di consistenza delle infrastrutture da affidare al Gestore del servizio idrico integrato, precisandone lo stato di funzionamento. Ancora il Dlgs. 152/06 prevede che al Gestore spetta l'aggiornamento dell'atto di ricognizione entro i termini stabiliti dalla Convenzione (art.151). Una prima rilevazione nell ATO 5 Reggio Calabria risalente agli anni , svolta da Sogesid sulla base di un programma predisposto dalla stessa Società ed approvato dalla Regione Calabria, con Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici, considerò strutture ed impianti, risorse idriche utilizzate, Gestioni esistenti. Nel corso del 2002 fu svolta da parte dell ATO 5 una indagine suppletiva, volta da un lato alla verifica e all aggiornamento della base-dati recependo le osservazioni degli Enti Locali, e dall altro alla integrazione con informazioni aggiuntive su temi ed oggetti di rilievo ai fini della pianificazione d ambito. Nel corso del 2005 infine l ATO 5 in previsione di un successivo aggiornamento del Piano di Ambito, essendo note le lacune che ancora erano presenti nel quadro informativo del sistema idrico Reggino, decise di avviare una nuova fase di ricognizione dei dati tecnici ed amministrativi che ha interessato i comparti acquedottistico e fognario sul territorio di competenza. Ultimata la campagna di acquisizione dei dati ed il loro trasferimento sul nuovo Sistema Informativo Territoriale, gli stessi dati sono stati controllati e validati presso la sede dell ATO attraverso una serie di incontri con le singole Amministrazioni. 2. Le caratteristiche della ricognizione 2.1 Modalità del lavoro Per la realizzazione delle attività della ricognizione, sono state progettate ex-novo delle schede relative agli oggetti che avrebbero dovuto essere rilevati. Le attività di rilevamento sono state svolte in due fasi: La ricognizione delle opere 3

4 - la prima con l obiettivo di acquisire la documentazione amministrativa per valutare sotto il profilo economico le gestioni dei servizi; particolarmente delicata si è rilevata in questa fase l acquisizione dei dati relativi alla bollettazione nei singoli Comuni e l acquisizione dei ruoli; - la seconda ha interessato le informazioni tecniche, come la consistenza e la qualità delle infrastrutture che sono alla base del servizio. In questa fase si è proceduto anche alla rilevazione cartografica delle opere idriche e fognarie, con l ausilio di sopralluoghi diretti unitamente ad addetti e responsabili delle gestioni. La maggior parte delle opere puntuali (sorgenti, pozzi, serbatoi, sollevamenti) è stata oggetto di rilievo topografico con strumentazione GPS. Nello svolgimento della ricognizione è stato studiato il funzionamento dei singoli acquedotti e degli schemi fognari: ogni opera censita è stata identificata univocamente da un codice alfanumerico cui sono state associate le informazioni di base circa la natura e la consistenza dell opera stessa. Tutti i dati raccolti sono stati organizzati in una banca dati territoriale strutturata e gestita su piattaforma Esri attraverso il software Arc View 9.2; lo sviluppo di uno specifico modulo applicativo offre la possibilità di visualizzare, interrogare ed editare tutti i dati raccolti nell archivio territoriale. Per l organizzazione dei dati geografici delle reti è stata utilizzata la tecnica di rappresentazione per strati (layers), che sono alla base della versione digitale dei tematismi cartografici. Il ciclo delle attività ricognitive è stato infine completato con una verifica svolta assieme ai Comuni che erano stati coinvolti nei rilevamenti. Questa fase è stata pensata anche per rendere evidenza a quanti avevano collaborato alla ricognizione, del lavoro svolto e della possibilità di interazione che si potevano offrire con lo strumento attivato anche nelle fasi successive dei lavori. La Segreteria Tecnica dell ATO ha organizzato una serie di incontri con i Responsabili dei settori tecnici e gli Amministratori comunali; le verifiche si sono concluse con la redazione di un verbale di asseverazione dei dati. Diverso è il percorso seguito per le opere della depurazione, le cui informazioni sono state acquisite attraverso le gestioni industriali cui è affidata la conduzione di larga parte degli impianti esistenti. 3. Il servizio di acquedotto 3.1 Le gestioni esistenti Le risorse idropotabili che vengono erogate attualmente dagli acquedotti dell ATO 5 Reggio Calabria, fanno capo ad uno schema generale che vede la presenza di un operatore all ingrosso di livello regionale e dei soggetti comunali quali fornitori ultimi del servizio all utenza. Primario è il ruolo svolto dalla Società SORICAL che si occupa della produzione e adduzione di ingenti volumi di La ricognizione delle opere 4

5 risorsa, i cui acquirenti diretti sono in larga parte i Comuni dell ATO. Gli stessi Comuni oltre all acquisto di risorse derivate da SORICAL dispongono di risorse autoprodotte che immettono negli acquedotti locali di cui mantengono la titolarità e attraverso i quali erogano l acqua alle utenze da cui percepiscono il corrispettivo del servizio. All interno di questo schema generale esistono talune varianti che verranno meglio analizzate nei paragrafi che seguono. SO.RI.CAL. S.p.a La società SORICAL è attualmente titolare di una concessione che le assegna la gestione del complesso di opere del sistema acquedottistico Regionale e dunque anche all interno dell ATO 5 Reggio Calabria. La Legge Regionale n. 10 del 3 Ottobre 1997, aveva a suo tempo autorizzato la Giunta Regionale a costituire una Società mista a prevalente capitale pubblico, per garantire su tutto il territorio regionale l equilibrio del bilancio idrico e la priorità negli usi, in attuazione di quanto previsto dalla Legge n. 36 del 1994 e dalla Legge n. 183 del Nel Gennaio 2000 la Giunta Regionale aveva successivamente indetto una selezione comparativa per la scelta del socio di minoranza della Società. A conclusione di un complesso lavoro di valutazione tecnica ed economica, e di una successiva trattativa di negoziazione, fu costituita nel Febbraio 2003 la Società Risorse Idriche Calabresi (SO.RI.CAL. S.p.a), partecipata dalla Regione Calabria e da Acque di Calabria S.p.a. controllata a sua volta da ENEL Hydro S.p.a. La partecipazione del Socio privato è successivamente passata al Gruppo Veolia Water Solutions & Technologies: attualmente la struttura azionaria vede la Regione Calabria possedere il 53,5% delle azioni e il Gruppo Veolia tramite la filiale italiana SIBA S.p.a il restante 46,5%. La Convenzione di affidamento stipulata tra SORICAL e Regione Calabria nel Giugno 2003, prevede come si è detto la gestione delle opere acquedottistiche di scala regionale, nonché il completamento e la successiva gestione delle ulteriori opere idriche individuate dalla programmazione della stessa Regione Calabria. L affidamento in gestione è stabilito della durata di trenta anni. A fronte dell affidamento del complesso degli impianti e delle opere degli Acquedotti Regionali, SORICAL corrisponde alla Regione Calabria un canone annuo determinato nella misura fissa ed invariabile di Euro per ciascuno dei trenta anni di affidamento. Sulla base della Convenzione e dell Accordo Integrativo sottoscritto dalle parti nel Maggio 2004, SORICAL subentra alla Regione quale soggetto beneficiario dei finanziamenti e soggetto attuatore degli interventi previsti dall Accordo di Programma Quadro Ciclo Integrato dell acqua. Il Piano di investimenti di SORICAL prevede, in esecuzione degli accordi sottoscritti con la Regione Calabria, un volume di investimenti nei trenta anni di gestione pari a 305 milioni di Euro da attuarsi per successivi programmi quinquennali, dei quali la Regione stessa dovrà verificare la coerenza con i propri indirizzi in materia di gestione delle risorse idriche. Il Disciplinare di esazione dei canoni e/o corrispettivi delle forniture idriche degli acquedotti regionali e la Convenzione fra la SORICAL e gli utenti (Comuni), stabiliscono che la tariffa di cessione dell acqua sia determinata annualmente dalla Regione su proposta della Società. La La ricognizione delle opere 5

6 tariffa di vendita si prevede sia adeguata alle variazioni degli indici ISTAT ed all andamento degli investimenti. La procedura di adeguamento annuale della tariffa deve in particolare essere basata (Accordo Integrativo 20 Maggio 2004) sui seguenti criteri: 1) per l inflazione l adeguamento è effettuato applicando l indice ISTAT di riferimento relativo all anno precedente a quello cui si riferisce la determinazione della tariffa; 2) per l andamento degli investimenti, l adeguamento della tariffa è effettuato utilizzando il metodo vigente all epoca della sottoscrizione della Convenzione di gestione. L adeguamento della tariffa per tenere conto degli investimenti è mutuato dai criteri di cui alla Delibera CIPE 131/02 che prevede: - un incremento della tariffa pari al 5% nel caso di rapporto investimenti/fatturato pari o superiore al 50%. In caso di rapporti inferiori si procede per interpolazione lineare; - un ulteriore incremento nella misura massima del 2% qualora la tipologia degli investimenti è finalizzata alla riduzione delle perdite secondo la metodologia indicata nel D.M. n.99/1997 ovvero alla realizzazione di strumentazioni per la misurazione. L incremento tariffario è proporzionale al rapporto tra il valore degli investimenti effettuati per la riduzione della dispersione e il valore complessivo degli stessi. Gli investimenti cui viene fatto riferimento per l applicazione degli incrementi tariffari sono quelli programmati per l anno cui si riferisce la determinazione della tariffa ed assunti dal gestore a proprio carico diretto, aggiuntivi rispetto a quelli finanziati con fondi pubblici regionali, statali o comunitari. La procedura di adeguamento così definita doveva essere applicata integralmente dal 1 Gennaio Come previsto in sede di Accordo Integrativo, fino a tale data le tariffe di vendita dell acqua erano fissate dalla Convenzione di gestione nella misura di 0,15 Euro/mc per erogazione a gravità e 0,25 Euro/mc per erogazione previo sollevamento e/o trattamento, senza procedere al recupero in tariffa degli investimenti e limitandosi per quanto riguarda l adeguamento all inflazione a recuperare il differenziale tra il tasso di inflazione reale determinato annualmente dall ISTAT ed il tasso di inflazione previsto nel piano economico-finanziario di offerta (1,5% annuo). In realtà, a seguito della Delibera CIPE n.117 del 18 Dicembre 2008, con la quale si dettavano le condizioni per l aumento delle tariffe di erogazione dell acqua, le precedenti condizioni di vendita all ingrosso sono state riviste con passaggio a 0,1904 Euro/mc per erogazione a gravità e 0,3174 Euro/mc per erogazione a sollevamento e/o trattamento. Consorzio Acquedotto VINA Il Consorzio è costituito nel Marzo 1914 tra i Comuni di Palmi, Melicuccà e Seminara. Scopo del Consorzio è la costruzione e l esercizio dell acquedotto VINA per fornire acqua potabile agli abitati dei Comuni di Palmi, Melicuccà e Seminara limitatamente alla frazione S. Anna. L acquedotto comprende tutte le opere e le provviste dalle sorgenti del VINA fino distribuzione urbana negli abitati. La ricognizione delle opere 6

7 Le spese per la costruzione dell Acquedotto sono state distribuite tra i Comuni consorziati con le seguenti modalità: - per le opere di raccolta dalle sorgenti, per la stazione delle pompe, per il serbatoio regolatore e per la conduttura principale dalla stazione delle pompe alla diramazione per Melicuccà, in ragione rispettivamente di 40/49-7/49-2/49 tra i Comuni di Palmi, Melicuccà e Seminara; - per la conduttura principale, compresa fra la diramazione per Melicuccà e quella per S. Anna, con i contributi di 40/42 per il Comune di Palmi e di 2/42 per quello di Seminara; - per la conduttura principale compresa fra la diramazione per S. Anna ed il serbatoio di distribuzione di Palmi, l onere è sostenuto dal solo Comune di Palmi; - la costruzione delle reti di distribuzione urbana di Palmi, Melicuccà e S. Anna, è stata realizzata a totale carico dei rispettivi Comuni. Nell Atto costitutivo si afferma che le spese necessarie alla costruzione dell acquedotto Consorziale saranno sostenute dai Comuni consorziati con mutui concessi dalla Cassa Depositi e Prestiti. Le spese di esercizio dell acquedotto e dei relativi impianti elettrici e di sollevamento dovranno essere sostenute nella stessa proporzione in cui sono distribuite le acque ai tre Comuni; nelle stesse proporzioni è prevista anche la distribuzione degli eventuali utili o la copertura dei passivi di spesa. Il Comune di Palmi quale maggiore interessato, è designato quale Capo Consorzio. Nel Regolamento del Consorzio infine, si legge che le quantità di acqua derivate dalla sorgente VINA sarebbero state distribuite agli abitati dei Comuni Consorziati nelle proporzioni di 40/49 per Palmi, 7/49 per Melicuccà e di 2/49 per Seminara. Jonica Multiservizi S.p.a Nata come evoluzione della Jonica Sistemi Idrici la società del Comune di Roccella Ionica, si è trasformata nel 2009 in Jonica Multiservizi S.p.a con una revisione radicale dello Statuto che è stato adeguato secondo le caratteristiche dell House Providing. Con tali modifiche la Società è stata chiamata ad ampliare i propri settori di intervento, dagli iniziali servizi idrici e della depurazione, ai servizi ambientali, la manutenzione del verde, la pubblica illuminazione, i servizi cimiteriali, ed altri di pubblica utilità. 3.2 Le risorse gestite da SORICAL La Convenzione stipulata tra SORICAL e Regione Calabria prevede come si è detto, la gestione del complesso acquedottistico regionale, nonché il completamento e la successiva gestione delle ulteriori opere idriche individuate dalla programmazione regionale. La consistenza del patrimonio delle reti di adduzione e delle opere affidate è notevole; nel solo ATO 5 Reggio Calabria, si tratta di circa km di condotte, oltre 130 tra pozzi e sorgenti, 270 serbatoi e partitori, oltre a 30 impianti di sollevamento. La ricognizione delle opere 7

8 L alimentazione delle infrastrutture idriche gestite da SORICAL avviene all interno dell ATO 5 con un mix di risorse che sono attualmente le sorgenti in quota, ed i pozzi nelle parti più basse dei bacini. Sono in fase avanzata di realizzazione o in avvio di esercizio, alcuni invasi che consentiranno di assicurare una riserva strategica e di ridurre gli emungimenti dalle falde, in special modo nelle aree costiere, ottenendosi significativi risparmi energetici e benefici ambientali. La figura che segue riassume le voci essenziali che caratterizzano la produzione e la vendita di risorse nell ATO 5 da parte di SORICAL e la provenienza delle stesse nelle componenti dei pozzi e delle sorgenti. Come si vede la vendita all ingrosso ai Comuni è prevalente (97%), mentre le risorse di riferimento sono rappresentate in larga parte dalla falda (80%) e in misura minore dalle sorgenti (20%); tale mix di produzione si dovrebbe a breve modificare con l entrata in servizio delle risorse superficiali prodotte dagli invasi. Figura 1 SO.RI.CAL Produzione e Vendita all ingrosso CONSORZIO VINA SORGENTI mc mc SO.RI.CAL COMUNI mc POZZI mc ALTRI mc La struttura operativa della Società è articolata all interno dell ATO 5 Reggio Calabria in tre Uffici operativi di Zona, Locri per la parte Ionica, Palmi per quella Tirrenica, e quella di Reggio per il territorio dello Stretto. Questi Uffici fanno capo al Compartimento Territoriale di Reggio Calabria che coordina le attività di presidio sul territorio. Il controllo della rete e degli impianti in gestione viene esercitato mediante: - Conduzione e manutenzione ordinaria delle infrastrutture e degli impianti tecnologici; - Controllo dei livelli serbatoi e delle aree annesse; - Assistenza e controllo dei lavori svolti nell ambito dei contratti di manutenzione affidati ad imprese appaltatrici esterne; - Conduzione degli impianti di clorazione e disinfezione; - Gestione del parco contatori con manutenzione e letturazione degli stessi. La ricognizione delle opere 8

9 La risorsa idropotabile immessa negli acquedotti comunali, come si è detto, viene in prevalenza acquistata all ingrosso da SORICAL che la consegna in uno o più punti del territorio comunale, ed in parte autoprodotta dagli stessi Comuni attraverso sorgenti e pozzi da essi direttamente gestiti. Al 2009 risultavano approvvigionati da SORICAL 84 Comuni oltre al Consorzio VINA, e dunque anche i Comuni di Palmi e Melicuccà che fanno parte del Consorzio. Solo 11 Comuni erano del tutto autonomi, con l utilizzo di fonti proprie: Bova, Bruzzano Zeffirio, Maropati, Rizziconi, San Giovanni di Gerace, Santa Cristina d Aspromonte, Sant Eufemia d Aspromonte, Scido, Staiti, Taurianova, Terranova Sappo Minulio, per un totale di circa abitanti sui dell intero ATO 5. Oltre agli 84 Comuni ed al Consorzio VINA, SORICAL nel 2009 ha garantito forniture minori al Consorzio ASI di Reggio Calabria ( mc), alla IAM Spa ( mc), alla Società Europea 92 SpA (2.200 mc), per un totale di quasi mc. Si comprende da questi numeri come la vendita all ingrosso sia molto diffusa sul territorio, e lo è anche sotto il profilo quantitativo, dato che quasi mc/anno vengono forniti da SORICAL alle gestioni locali in aggiunta alle risorse autoprodotte. Si consideri ancora come, complessivamente i volumi erogati all utenza sono stimati nell ordine di mc/anno, a fronte dei quali i soli volumi di SORICAL potrebbero essere più che sufficienti a garantire i fabbisogni e le perdite fisiologiche degli acquedotti. Il grafico che segue consente di valutare gli scostamenti che negli ultimi cinque anni sono avvenuti nelle forniture complessive che SORICAL ha effettuato nell ATO 5 Reggio Calabria. ATO 5 Reggio Calabria Acqua venduta da SORICAL Volumi (mc) Media Media Le variazioni annuali, che pure sono plausibili in dipendenza delle fluttuazioni della domanda e delle condizioni meteo climatiche, sono piuttosto limitate, e riconducibili nelle medie a tre e cinque anni a meno di mc/anno. La ricognizione delle opere 9

10 Il Comune di Reggio Calabria con più di mc (26% del totale annuo), è il maggiore utilizzatore delle acque addotte da SORICAL; seguono, con volumi superiori ai mc acquistati, i Comuni di Bovalino, Gioia Tauro, Locri, Siderno, Villa San Giovanni e il Consorzio VINA. Occorre segnalare che i dati resi disponibili a livello disaggregato, rappresentano il risultato di misure con contatore alla consegna, e consentono a SORICAL la fatturazione dei volumi venduti: si tratta dunque di dati che godono di una buona affidabilità, e che possono risultare importanti anche per colmare le lacune che ancora affliggono le stime sui prelievi effettuati dai Comuni sulle proprie produzioni. Si ricorda infine come una serie di problematiche siano insite nelle attuali modalità di organizzazione del servizio acquedottistico: - SORICAL, che è espressione di una gestione industriale del servizio, ha posto in atto le procedure (strumenti di misurazione) per poter fatturare ai Comuni i corrispettivi per la vendita dell acqua all ingrosso; - i Comuni, che erogano direttamente il servizio all utenza, sono spesso in ritardo nella emissione dei ruoli, e nella riscossione delle bollette, e si trovano quindi nella condizione di non poter onorare gli impegni contrattuali con il Gestore all ingrosso; - la risorsa addotta nelle reti comunali risulta oggetto di perdite tecniche ed amministrative molto elevate, e questo comporta che debbono essere immessi volumi di gran lunga superiori ai fabbisogni: ciò significa anche che una parte di acqua acquistata non può essere ripagata dalle tariffe, essendo andata perduta; - questi eventi ne innescano altri a ricaduta. Da parte dei Comuni si perforano ulteriori pozzi con l obiettivo di tamponare l emergenza, ma ciò amplifica nel tempo la incongruenza di un sistema che produce ulteriori costi, dovendosi pagare le risorse di SORICAL e quelle connesse ai nuovi pozzi. 3.3 Bilancio idrico delle risorse utilizzate In prima approssimazione con il bilancio delle risorse utilizzate dagli acquedotti, si tenta di definire lo stato di efficienza del sistema attraverso l analisi delle perdite (di produzione negli impianti, per sfioro dai serbatoi, fessurazione delle condotte, ecc.), ed il grado di soddisfacimento dell utenza (dotazione idrica pro-capite). Nella figura che segue si riporta uno schema del bilancio idrico potabile per i Comuni dell intero ATO 5 di Reggio Calabria con esclusione della sola gestione del Consorzio VINA di cui si riassumono a parte i dati salienti. La figura consente di valutare complessivamente i grandi numeri che sono alla base dell attuale ciclo di utilizzo della risorsa ai fini acquedottistici: La ricognizione delle opere 10

11 Figura 2 Comuni dell ATO 5 Reggio Calabria Acqua Fatturata e Perdite COMUNI - SORGENTI mc COMUNI - POZZI mc ATO 5 REGGIO CALABRIA ACQUA FATTURATA mc SO.RI.CAL mc PERDITE 69 % - SORICAL con oltre 74,5 milioni di mc venduti alle gestioni comunali, rappresenta l operatore di riferimento per l alimentazione degli acquedotti locali; - i Comuni in larga parte integrano l acquisto della risorsa addotta da SORICAL con proprie fonti, ovvero captazioni da pozzi e sorgenti; - ove si assumano le informazioni e le valutazioni fornite dagli stessi Comuni, risultano autonomamente estratti da falda 44,7 milioni di mc, ed ulteriori 18,3 milioni di mc captati da sorgenti; - dati questi presupposti, la risorsa immessa nelle reti distributive dei Comuni ammonta a 137,5 milioni di mc, dei quali il 54% acquistato da SORICAL e il restante 46% prodotto da fonti locali (71% da pozzi e 29% da sorgenti). I volumi venduti, integrando le informazioni mancanti sui Comuni che tuttora praticano la tariffazione a forfait, dovrebbero risultare dell ordine di 42,5 milioni di mc, evidenziandosi una consistenza delle perdite del tutto anomala e concentrata in massima parte nella fase distributiva: quasi il 70% di quanto veicolato dalle reti comunali andrebbe disperso dalla immissione nelle reti comunali alla consegna alle utenze finali. Il bilancio idrico potabile per Il Consorzio VINA, si veda la figura successiva, presenta due ingressi: l acqua prelevata dalle sorgenti del Vina (42,2%) e quella acquistata da SORICAL (57,8%), per un totale di circa mc/anno immessi in rete. L acqua fatturata alle utenze nei Comuni di Palmi, Melicuccà e nella frazione S. Anna di Seminara, ammontano a mc: da questi dati, ove si assuma che i volumi fatturati siano assimilabili a quelli erogati, risulterebbero perdite di vario tipo nell ordine del 57%. La ricognizione delle opere 11

12 Figura 3 Consorzio VINA Acqua Fatturata e Perdite SORGENTI mc CONSORZIO VINA ACQUA FATTURATA mc SO.RI.CAL mc PERDITE 57 % Questi dati che risultano dalle rilevazioni della ricognizione, ci hanno posto nella condizione di svolgere alcune verifiche che potessero eventualmente confermare l apparente anomalia rispetto alle situazioni di altri ATO nazionali, e fornirne le argomentazioni utili alla definizione delle misure di intervento. Si riportano sinteticamente le elaborazioni svolte e le risultanze delle stesse. Stato di conservazione delle opere: abbiamo dapprima indagato sulla esistenza di eventuali relazioni tra lo stato di conservazione delle principali strutture acquedottistiche e le perdite sopra evidenziate; tale indagine è stata condotta per le adduttrici, i serbatoi e le reti distributive. Per rendere più probante l analisi è stata utilizzata una procedura di filtraggio che considera le eventuali relazioni tra perdite e stato delle opere non solo sull intero territorio dell ATO 5, ma anche nella suddivisione per sub-aree, ovvero secondo le aggregazioni per area dello Stretto, Ionica e Tirrenica. L assunto da verificare è che se le perdite risultano elevate, dovrebbe esservi una chiara dipendenza tra le perdite stesse e il giudizio che i tecnici delle varie Amministrazioni hanno fornito sulla qualità delle opere attraverso cui si eroga il servizio. - Serbatoi: abbiamo considerato quale parametro indicatore la volumetria dei serbatoi, verificando quanta parte di essi fosse interessata da un giudizio negativo sullo stato di conservazione. Ebbene per il 50% delle volumetrie il giudizio è buono, e per il 37% sufficiente. I giudizi negativi, da insufficiente a pessimo, riguardano circa mc sul complesso degli oltre mc rilevati, ovvero solo il 13% delle volumetrie di compenso disponibili. Ove si estenda l analisi a livello di area territoriale, i serbatoi che versano in cattivo stato, vedono al primo posto l area Ionica (13,7% dei volumi dell area), a seguire l area dello Stretto (10,8%) ed ultima l area Tirrenica (9,7%). Una modesta differenza esiste a favore dell area Tirrenica, ma non tale da potersi tradurre in una minore entità delle perdite dichiarate. La ricognizione delle opere 12

13 - Adduttrici: abbiamo considerato in questo caso i km di lunghezza per i quali sia stato fornito dai tecnici locali un giudizio negativo sullo stato di conservazione. Complessivamente, su 840 km di tratti censiti, solo per 98 km si rileva un giudizio negativo. Ciò in altri termini significa che l 88% delle lunghezze è stato ritenuto essere in condizioni buone o sufficienti, e solo per il 12% si osserva un giudizio negativo. A livello di subaree, l incidenza delle lunghezze che sono state dichiarate in cattivo stato è pressoché identica per i Comuni dell area Tirrenica e della Ionica (13,6% e 13,5% rispettivamente), e inferiore per quella dello Stretto (9,5%). Anche in questo caso non si è tuttavia in presenza di giudizi che possano giustificare i livelli di perdite dichiarate. - Reti distributive: come per le adduttrici, si sono presi in esame i km di lunghezza di rete per i quali risulta espresso un giudizio negativo. Osserviamo che per circa il 29% delle lunghezze lo stato di conservazione è giudicato insufficiente ma non pessimo. Si tratta di un risultato problematico, ma non esaustivo circa le ragioni che sono alla base delle ingenti perdite evidenziate. Le reti alle quali è associato il giudizio di insufficienza riguardano infatti circa il 30% dei Comuni dell intero ATO 5, mentre gli elevati livelli di perdite risultano estesi pressoché alla totalità dei 97 Comuni. Una contraddizione in tal senso riguarda ad esempio l area Ionica dove, a fronte delle maggiori dispersioni (quasi 76% tra immesso in rete e fatturato), si registra una minore lunghezza di reti distributive con insufficiente stato di conservazione (22%) rispetto alle subaree dello Stretto e Tirrenica (oltre 32%). In parallelo a queste verifiche, che hanno interessato i dati dichiarati dalle gestioni esistenti, si sono eseguiti ulteriori approfondimenti che hanno riguardato i volumi di risorse effettivamente emunti dalla falda attraverso i pozzi comunali. Su questo permangono molti dubbi, stante il fatto che non siamo in presenza di misurazioni con contatore, bensì di stime di larga massima fornite dagli operatori locali. Consumi energetici: per un campione di otto Comuni, Anoia, Oppido Mamertina, Placanica, Roccella Ionica, Rosarno, Taurianova, Terranova Sappo Minulio, Varapodio, si dispone attraverso la ricognizione dei dati amministrativi delle gestioni, dei dati relativi ai costi energetici per le captazioni dai pozzi ed i pompaggi di rete ove presenti. Per questi Comuni sono note anche le informazioni relative al numero di pompe in uso, l utilizzo se al servizio dei pozzi o per pompaggi in rete, la potenza in kw delle pompe. Il campione in esame riguarda un bacino di quasi abitanti, il costo per la bolletta elettrica è di circa Euro, e la potenza complessiva è di circa 1300 kw. L elaborazione di questi dati per ciascun Comune consente di arrivare ad una stima del numero di ore di funzionamento delle pompe: mediamente sull intero campione esso risulterebbe di circa 11 ore al giorno. Tale valore è del tutto compatibile con quello dichiarato da aziende acquedottistiche che si approvvigionano in prevalenza con acque di falda e che dispongono di sistemi di misurazione in continuo sulle pompe. In conseguenza di un tale risultato si giungerebbe tuttavia ad una diversa stima dei volumi emunti dai pozzi locali: si passerebbe sotto queste condizioni di La ricognizione delle opere 13

14 utilizzo delle pompe, dai circa mc a mc, il che equivarrebbe ad un minore prelievo di circa il 40% di risorse. Il ribaltamento di quanto sopra descritto sugli emungimenti dei Comuni dell intero ATO 5, porterebbe come conseguenza ad una diminuzione sostanziale dei volumi prelevati dai pozzi passandosi dalla stima di mc a quella di mc. Per effetto di questa revisione che coinvolgerebbe i prelievi da falda dei pozzi comunali, la nuova valutazione che potrebbe essere fatta sulle risorse immesse in rete, risulterebbe così articolata: - Acqua acquistata da SORICAL mc - Acqua captata da pozzi comunali mc - Acqua captata da sorgenti comunali mc - Acqua immessa nelle reti comunali mc A parità di perimetro di calcolo le perdite mediamente passerebbero, dopo le revisioni sopra applicate dal 69% al 64%, valore che ancora pare elevato e non commisurato alla condizione qualitativa delle opere come in precedenza verificata. Va ricordato che un procedimento analogo di revisione andrebbe verificato anche per le risorse da sorgente, in quanto è abbastanza normale che nell uso di tali fonti si tendano a considerare volumi derivati che poi attraverso supero da serbatoi e fontanelle (ove esistenti), fuoriescono dal circuito distributivo e dunque non dovrebbero a rigore essere assimilate a vere e proprie perdite. A fronte di tali elaborazioni, che parrebbero poter giustificare un certo ridimensionamento dei prelievi e dunque delle risorse immesse in rete, ed in ultimo delle perdite vi sono indicazioni che derivano da ulteriori verifiche che non vanno nella stessa direzione. Misurazioni SORICAL: un controllo indiretto sulla entità dei volumi estratti dai pozzi comunali è stato effettuato per alcuni Comuni nei quali si è in possesso di misurazioni sulle risorse che, prodotte dai Comuni attraverso pozzi propri, sono avviate ai serbatoi regionali della SORICAL ed ivi miscelate per poi essere immesse nelle reti distributive degli stessi Comuni. Il campione in questo caso è composto di sei Comuni, Bagnara Calabra, Bivongi, Bovalino, Santo Stefano in Aspromonte, Stignano, Varapodio, per un totale di circa abitanti. Per due di questi, Bagnara Calabra e Bovalino, la tariffazione all utenza avviene a forfait e quindi non sono disponibili i reali volumi venduti; l osservazione è pertanto limitata ai dati dei quattro Comuni restanti. Le evidenze che si traggono sono le seguenti: - le risorse immesse nelle reti distributive si aggirano attorno ai mc, dei quali circa il 24% è di produzione diretta dei Comuni, e la restante quota (76%) viene acquistata all ingrosso da SORICAL; - i volumi fatturati dagli stessi Comuni alla utenze finali ammonta a circa mc, da cui si derivano perdite tecniche ed amministrative di oltre l 80%, superiori a quelle emerse per l intero territorio dell ATO 5. La ricognizione delle opere 14

15 Come si vede quanto emerge dalle verifiche effettuate non fornisce indicazioni univoche, ma soprattutto non consente di trarre conferme definitive circa l effettiva entità delle perdite che caratterizza gli acquedotti locali; troppo limitati e scarsamente rappresentativi sono i due insiemi di Comuni esaminati, e troppo distanti paiono i risultati derivanti dagli approfondimenti svolti. Questi parziali insuccessi nella ricerca analitica e nella conferma della reale dimensione del fenomeno, hanno portato ad ulteriori approfondimenti; con l utilizzo di tecniche di filtraggio è stato possibile mettere in luce l esistenza di leggi statistiche che legano l entità delle perdite all assetto della domanda nei singoli territori comunali. Filtraggio di serie di dati: abbiamo considerato i volumi relativi ai consumi domestici, calcolati secondo modelli idrici di fabbisogno per tipologia di utenza (Rapporto relativo all Analisi della Domanda), e confrontati gli stessi con i volumi fatturati totali raccolti presso i Comuni durante la ricognizione (non era disponibile la suddivisione dei volumi fatturati per tipo di utenza). Per ogni Comune, eccezion fatta per quelli con fatturazione a forfait, si sono calcolati i seguenti indicatori: A = (Volume fatturato totale Volume usi domestici)/volume fatturato totale B = (Volume immesso in rete Volume fatturato totale)/volume immesso in rete Con il primo indicatore (A) si vuole far emergere quanta acqua viene venduta ad utenze diverse (Turismo, Commercio e Servizi, Industria, Agricoltura) da quella domestica residenziale, mentre con il secondo indicatore (B) si calcolano le presunte perdite (tecniche ed amministrative) che intervengono tra la immissione in rete e la vendita dell acqua alle utenze. I risultati delle elaborazioni svolte sono i seguenti: 1) abbiamo dapprima operato con un filtro sugli indicatori del tipo A, verificando che in 56 Comuni( 1 ) i volumi fatturati erano superiori ai volumi domestici mediamente solo dell 11%; 2) abbiamo successivamente verificato che sugli stessi indicatori del tipo A, per 33 Comuni ( 2 ) i volumi fatturati erano superiori ai volumi domestici mediamente di oltre il 40%; 3) abbiamo quindi operato sui 56 Comuni di cui al punto 1) attraverso un nuovo filtro che ha permesso di calcolare le perdite presunte per gli stessi Comuni, e che mediamente sono risultate del 78%; 4) abbiamo ulteriormente analizzato il campione dei 33 Comuni di cui al punto 2), ricavandone un indicatore medio di perdite pari al 62%. ( 1 ) Agnana Calabra, Anoia, Antonimina, Ardore, Bagaladi, Bivongi, Bova, Brancaleone, Bruzzano Zeffirio, Calanna, Candidoni, Canolo, Cardeto, Casignana, Caulonia, Cinquefrondi, Delianuova, Feroleto della Chiesa, Ferruzzano, Fiumara, Galatro, Gerace, Gioiosa Ionica, Grotteria, Laganadi, Laureana di Borrello, Mammola, Maropati, Martone, Melicucco, Montebello Ionico, Pazzano, Platì, Polistena, Rizziconi, Roccaforte del Greco, Roghudi, San Giovanni di Gerace, San Luca, San Pietro di Caridà, San Procopio, San Roberto, Santa Cristina d'aspromonte, Sant'Alessio in Aspromonte, Scido, Scilla, Seminara, Serrata, Siderno, Sinopoli, Staiti, Stignano, Stilo, Taurianova, Varapodio, Villa San Giovanni. ( 2 ) Africo, Benestare, Bianco, Bova Marina, Camini, Caraffa del Bianco, Careri, Ciminà, Cittanova, Condofuri, Cosoleto, Gioia Tauro, Locri, Marina di Gioiosa Ionica, Melicuccà, Melito di Porto Salvo, Molochio, Monasterace, Motta San Giovanni, Palizzi, Palmi, Placanica, Portigliola, Reggio di Calabria, Riace, Roccella Ionica, Samo, San Lorenzo, Sant'Agata del Bianco, Sant'Ilario dello Ionio, Santo Stefano in Aspromonte, Terranova Sappo Minulio, San Ferdinando. La ricognizione delle opere 15

16 Aggregati Tabella 1 Relazione tra Perdite e Usi degli acquedotti Volumi immessi in rete (mc) Volumi fatturati (mc) Volumi domestici (mc) Altri Usi (A) Perdite (B) 33 Comuni % 62% 56 Comuni % 78% Questi dati se confrontati tra loro sembrano apparentemente contraddittori, in quanto pare evidenziarsi che le dispersioni siano maggiori quanto minore è il differenziale tra fatturato totale e fabbisogno domestico, e viceversa le perdite siano minori quanto maggiore è il differenziale tra volumi fatturati e volumi per i soli usi domestici. In realtà questi dati una struttura di analisi la offrono e riteniamo di poterla così commentare: - che le perdite appaiano maggiori in circa due terzi dei Comuni, a fronte di uno scarto limitato tra i volumi fatturati e domestici (11% mediamente) è da attribuire al fatto che in questi Comuni vi sono utilizzatori abusivi che non sono dotati di contatore e dunque non pagano l acqua che viceversa consumano. E ragionevole pensare che in conseguenza di ciò le perdite tecniche di rete possano essere in realtà inferiori rispetto a quelle apparenti; - viceversa, laddove i volumi fatturati sono nettamente superiori a quelli stimati per le sole utenze domestiche (+ 40%), si ha ragione di ritenere che i Comuni (un terzo circa) siano stati in grado di limitare i fenomeni dell abusivismo e che le utenze altre paghino le loro bollette in conseguenza di un efficace lavoro tecnico e amministrativo. Che dietro agli indicatori studiati vi siano questi fenomeni è d altronde suffragato da numerose evidenze. Si può facilmente vedere in base alle stime svolte per l Analisi della Domanda, quali siano Comune per Comune le potenziali quote di risorsa a carico dei diversi usi e dove si concentrano i fabbisogni non soddisfatti. Si conferma così che la domanda idrica nei 56 Comuni dove si trova il più elevato livello di perdite, è quella con i maggiori fabbisogni complessivi da parte delle diverse tipologie di uso, quasi 36 milioni di mc sui 45,6 milioni totali compresi i domestici (che pesano per il 21%), mentre nei 33 Comuni con minori dispersioni minore è anche l incidenza dei fabbisogni per altri usi, 23,2 milioni di mc a fronte di totali 41,2 milioni di mc compresi gli usi domestici (che pesano per il 43,5%). A conferma del fatto che ampi sono i margini di prelievo non contabilizzato, che determina un incremento fittizio delle perdite, si vedano anche alcune note della bibliografia recente ( 3 ). ( 3 ) Alcuni tra i risultati emersi da uno screening delle coste Calabresi (Paesaggi e Identità ) hanno portato al censimento delle strutture edificate abusivamente sul territorio regionale; di queste oltre il 40% sono state individuate nella provincia di Reggio Calabria. I casi censiti statisticamente si collocano ogni m lineari di costa Calabrese; si tratta di edifici ed oggetti di vario tipo, palazzi condominiali, villette a schiera, ville uni e bifamiliari, campings, villaggi turistici, costruzioni iniziate e mai terminate. Attraverso l analisi della varianza, l indagine ha posto in evidenza come esista una potente correlazione tra abuso e variabili che riguardano nell ordine, rete idrica, rete elettrica, fognature. Riscontri diretti in tal senso che confermano la dimensione del fenomeno ed i riflessi che esso assume per il settore acquedottistico, sono stati portati alla luce nel Comune di Roccella Ionica; la presenza di una struttura aziendale che opera nel settore acquedottistico (Ionica Multiservizi), ha negli ultimi anni consentito di raggiungere risultati importanti che hanno condotto alla scoperta e al distacco di oltre 300 allacci abusivi sul territorio comunale (si consideri che le utenze totali sono circa 3700) e una diminuzione delle perdite del locale acquedotto. La ricognizione delle opere 16

17 3.4 La popolazione servita Il territorio dell Ambito mostra in generale una larga diffusione del servizio di acquedotto: la popolazione servita è stimata in circa abitanti, cui corrisponde un grado di copertura attorno al 98,5% rispetto ai residenti stabilmente nell ATO. Generalmente si è in presenza di un buon livello di penetrazione del servizio che ha dovuto nel tempo affrontare gli ostacoli legati alla frantumazione degli assetti insediativi ed alle differenti caratteristiche morfologiche dei territori. Ci siamo chiesti se queste caratteristiche potessero aver determinato significative variazioni nella estensione del servizio, analizzando con procedure di filtraggio i dati secondo: - affinità socioeconomiche e insediative legate ad esempio alla suddivisione dei Comuni in area dello Stretto, Ionica, Tirrenica ( 4 ); - profilo morfologico e altimetrico come da classificazioni dell ISTAT per i Comuni che appartengono a territori di Pianura, Collina e Montagna; - gli aggregati costituiti da 33 e 56 Comuni, per i quali si è rilevata l esistenza di una differente entità delle perdite ed una differente incidenza dei consumi domestici all interno dei fatturati totali. Le analisi condotte in realtà non evidenziano scostamenti che possano considerarsi mediamente significativi a livello di macroarea; ciò non toglie che vi siano talune situazioni sottostrutturate, nelle quali il livello di estensione del servizio è inferiore al 90% dei residenti, e ciò si evidenzia nei Comuni di Bova, Campo Calabro, San Pietro di Caridà. 3.5 Le dotazioni idropotabili In applicazione delle normative vigenti ed in particolare del D.P.C.M. 4/3/96, le gestioni del servizio idrico integrato sono tenute a garantire i livelli minimi di servizio: così, alle utenze potabili domestiche deve essere assicurata una dotazione pro-capite giornaliera alla consegna non inferiore a 150 l/abitante per giorno, intesa come volume attingibile dall utente nelle 24 ore. Al momento, come si è già detto, non è possibile disporre dei volumi d acqua fatturati per le diverse tipologie di utenza con una soddisfacente suddivisione tra i consumi domestici e quelli relativi agli altri usi (commerciali, agricoli, produttivi,.). Varie sono le problematiche incontrate nell analisi dei dati, tra queste ricordiamo che, ancora in sette Comuni è presente la tariffazione a forfait, la bollettazione avviene con periodicità differenti, le incertezze sulla esistenza o meno dei ( 4 ) Area Ionica (Comuni di Africo, Agnana Calabra, Antonimina, Ardore, Benestare, Bianco, Bivongi, Bovalino, Brancaleone, Bruzzano Zeffirio, Camini, Canolo, Caraffa del Bianco, Careri, Casignana, Caulonia, Ciminà, Ferruzzano, Gerace, Gioiosa Ionica, Grotteria, Locri, Mammola, Marina di Gioiosa Ionica, Martone, Monasterace, Palizzi, Pazzano, Placanica, Platì, Portigliola, Riace, Roccella, Ionica, Samo, San Giovanni di Gerace, San Luca, Sant'Agata del Bianco, Sant'Ilario dello Ionio, Siderno, Staiti, Stignano, Stilo), Area Tirrenica (Anoia, Candidoni, Cinquefrondi, Cittanova, Cosoleto, Delianuova, Feroleto della Chiesa, Galatro, Giffone, Gioia Tauro, Laureana di Borrello, Maropati, Melicuccà, Melicucco, Molochio, Oppido Mamertina, Palmi, Polistena, Rizziconi, Rosarno, San Giorgio Morgeto, San Pietro di Caridà, San Procopio, Santa Cristina d'aspromonte, Sant'Eufemia d'aspromonte, Scido, Seminara, Serrata, Sinopoli, Taurianova, Terranova Sappo Minulio, Varapodio, San Ferdinando), Area dello Stretto (Bagaladi, Bagnara Calabra, Bova, Bova Marina, Calanna, Campo Calabro, Cardeto, Condofuri, Fiumara, Laganadi, Melito di Porto Salvo, Montebello Ionico, Motta San Giovanni, Reggio di Calabria, Roccaforte del Greco, Roghudi, San Lorenzo, San Roberto, Sant'Alessio in Aspromonte, Santo Stefano in Aspromonte, Scilla, Villa San Giovanni) La ricognizione delle opere 17

18 minimi tariffari, i prelievi non autorizzati,... In questo contesto si è ritenuto di operare considerando i volumi totali fatturati per ogni gestione per la quale si disponeva di dati, con esclusione quindi dei Comuni di Sant'Eufemia d'aspromonte, Bagnara Calabra, Bovalino, Campo Calabro, Giffone, Oppido Mamertina, Rosarno, San Giorgio Morgeto. La dotazione media per gli 89 Comuni sui volumi fatturati totali risulta di 218 l/abitante al giorno, valore che in termini macro descrive una sufficiente capacità di far fronte agli standard normativi per gli usi domestici, potendosi soddisfare anche altre utenze che appartengono al sistema economico del territorio. Abbiamo ulteriormente indagato i due campioni costituiti rispettivamente di 56 e 33 Comuni, per i quali esistono differenze significative nelle perdite e per i quali appare con tutta evidenza un notevole scarto tra i volumi fatturati totali ed i volumi domestici stimati con nostri modelli di domanda (si veda la Relazione relativa all Analisi della Domanda). Il risultato di tali elaborazioni viene sintetizzato nei grafici successivi. Si riassumono le caratteristiche del primo campione: ricordiamo che si tratta di 56 Comuni, la cui popolazione è di abitanti, ed i cui volumi fatturati totali sono di quasi di mc. La composizione del campione è omogenea, con Comuni che vanno dai 300 abitanti (Staiti) ai (Siderno). Le perdite apparenti raggiungono in questo caso il 78%, e la differenza tra i volumi totali fatturati e i volumi domestici è di circa l 11%. Comuni con prevalente consumo domestico Dotazione idrica Volumi fatturati (l/g) y = 0,0029x ,5x ,8 R 2 = 0, Abitanti Residenti La dotazione idropotabile media è per questo insieme di Comuni di 161 l/abitante al giorno. La curva che meglio approssima la serie di valori del campione è di tipo polinomiale con un coefficiente di regressione significativo (R 2 =0,96). La ricognizione delle opere 18

19 Il grafico successivo si riferisce al secondo campione, costituito da 33 Comuni, per una popolazione di abitanti, i cui volumi fatturati sono di quasi di mc. La rappresentatività del campione è anche in questo caso buona, e la presenza del Comune di Reggio Calabria non determina effetti di compressione sulla serie dei valori analizzati. Le perdite apparenti sono in questo caso del 62%, e la differenza tra i volumi totali fatturati e i volumi domestici sale al 40%. La dotazione idropotabile media è per questo insieme di Comuni di 250 l/abitante al giorno. La curva che meglio interpola i valori del campione è del tipo lineare con un coefficiente di regressione molto valido (R 2 =0,99). Comuni con consumi diversificati Dotazione idrica Volumi fatturati (l/g) y = 226,67x R 2 = 0, Abitanti Residenti A conclusione delle analisi svolte sulle relazioni che caratterizzano le dotazioni idriche e le dispersioni che avvengono nelle reti distributive si trae il seguente quadro: - l indagine volta a verificare l esistenza di relazioni tra livello delle perdite e stato di conservazione delle principali opere di acquedotto, non ha evidenziato dipendenze in grado di spiegare il divario tra i quantitativi delle risorse immesse nelle reti e quelle contabilizzate all utenza; - l approfondimento svolto sui costi energetici di alcuni Comuni per i quali erano disponibili le informazioni tecniche sulle captazioni da pozzo, ha mostrato l esistenza di un minore impiego dei sollevamenti, traducibile in circa il 40% di minori emungimenti di risorse rispetto a quanto denunciato dai tecnici comunali; - la verifica effettuata attraverso misurazioni di SORICAL sulla quota di risorsa che, prodotta da fonti locali viene fatta confluire nei serbatoi regionali, conferma l esistenza di elevati La ricognizione delle opere 19

20 livelli di perdite, ma l estensione della verifica è limitata dal fatto che parte della risorsa captata viene addotta ai serbatoi comunali ed inviata direttamente alla distribuzione. Queste indagini non rendono complessivamente ragione degli elevati livelli delle perdite come desumibili dai dati della ricognizione. Più significativa risulta la correlazione che si è sperimentata tra il livello delle perdite e l entità dei volumi fatturati dai Comuni: le più alte dotazioni di consumo procapite sono associate alle minori perdite e viceversa. La lettura incrociata dei dati relativi ai volumi fatturati e di quelli stimati per i fabbisogni domestici, mostra che una parte importante delle dispersioni è verosimilmente da attribuire a prelievi di utenze non autorizzate e non contabilizzate (seconde case, agricoltura, attività produttive). Quanto sopra esposto si ritiene possa tuttavia solo in parte ridimensionare le stime delle perdite, che rimangono comunque elevate, anche se non è emersa una chiara dipendenza con la condizione qualitativa degli acquedotti locali. Nei paragrafi successivi si riportano con maggiore compiutezza gli elementi che caratterizzano le principali opere a livello dell intero ATO Fonti di approvvigionamento L approvvigionamento degli acquedotti comunali all interno dell ATO 5 Reggio Calabria avviene attraverso fonti proprie e risorse acquistate all ingrosso da SORICAL. La situazione come si presenta nel corso del 2009 è riassunta nella tabella seguente. Tabella 2 Dipendenza dei Comuni dalle Fonti di approvvigionamento Fonti di approvvigionamento Comuni (n ) Solo con risorse proprie 12 Solo con risorse SO.RI.CAL. 16 SO.RI.CAL. + risorse proprie 67 Consorzio VINA + SO.RI.CAL. 2 Come si può desumere, solo 12 Comuni sono in grado di provvedere all alimentazione delle strutture distributive con risorse captate da sorgenti e pozzi direttamente gestiti: Anoia, Bova, Bruzzano Zeffirio, Maropati, Rizziconi, San Giovanni di Gerace, Santa Cristina d Aspromonte, Sant Eufemia d Aspromonte, Scido, Staiti, Taurianova, Terranova Sappo Minulio, per un totale di circa abitanti sui dell intero ATO 5. Altri 16 Comuni dipendono in maniera completa dalle risorse che SORICAL consegna agli stessi Comuni in uno o più punti del territorio comunale; si tratta di Agnana Calabra, Benestare, Bianco, Calanna, Casignana, Martone, Pazzano, Portigliola, Roghudi, San Ferdinando, San Procopio, Sant Agata del Bianco, Sant Ilario dello Ionio, Santo Stefano in Aspromonte, Seminara, Sinopoli, per un totale di quasi abitanti residenti. Si può concludere pertanto che per 69 dei 97 Comuni dell ATO 5 Reggio Calabria, ovvero per la parte preponderante del territorio e della popolazione residente, il servizio acquedottistico gode di una doppia alimentazione, che avviene con fonti locali e con acque prodotte da SORICAL. La ricognizione delle opere 20

21 Sorgenti La ricognizione ha evidenziato l esistenza di 181 sorgenti le quali fanno parte del complesso di opere di proprietà comunale, e che alimentano direttamente gli acquedotti locali. Queste opere sono in gestione da parte di 61 Comuni e del Consorzio del VINA; nei Comuni di Caulonia e Reggio Calabria si registra la presenza rispettivamente di 12 e 19 punti di presa. La portata media è complessivamente stimata in 650 l/s, dei quali oltre 60 l/s relativi alle sorgenti che alimentano le reti di Reggio Calabria e 55 l/s alla sorgente del Consorzio VINA. La portata media per impianto, se si escludono quelli di Reggio e del Vina, è di 3,3 l/s, che rappresenta una dimensione relativamente modesta se confrontata con quella derivata dai pozzi, che è doppia (6,6 l/s). Solamente in due casi è segnalata la presenza di una sezione di potabilizzazione per il trattamento della risorsa captata. Se si considerano le condizioni di sfruttamento delle sorgenti in uso, si traggono le seguenti evidenze. Su un campione di 160 impianti per i quali si dispone del dato (mancano le informazioni relative alle sorgenti del Comune di Reggio), risulta che per circa il 68% delle portate derivate, le gestioni esistenti ritengono che l attuale utilizzo sia compatibile con le potenzialità consentite dagli affioramenti, mentre per quasi il 30% delle portate captate si ritiene che esistano ulteriori margini di incremento delle stesse. Solo per il 2% delle portate attribuite alle sorgenti si riconosce una incapacità ad assicurare la costanza dei prelievi nel tempo e dunque una insufficienza delle opere. Sorgenti comunali Sfruttamento sottosfruttate idoneamente sfruttate sovrasfruttate Portata media (l/s) Il grafico che segue consente di evidenziare viceversa il giudizio che le gestioni esistenti hanno espresso circa la funzionalità delle opere in uso e dunque la loro attitudine a garantire con continuità e sicurezza gli standard attesi. Il giudizio espresso, anche in questo caso a partire dalle portate emunte, risulta soddisfacente, dato che per circa il 90% di esse prevale un giudizio che è La ricognizione delle opere 21

22 Buono (46%) o Sufficiente (44%). Solo per il 10% delle portate, le sorgenti che le producono sono considerate inadeguate a garantire le funzionalità richieste; in alcuni Comuni il giudizio è negativo per più opere ed esprime dunque criticità diffuse (Bruzzano Zeffirio, Condofuri, San Luca). Sorgenti comunali Funzionalità buona sufficiente insufficiente Portata media (l/s) Pozzi Il numero di impianti risultanti dalla Ricognizione compiuta presso le gestioni esistenti è complessivamente di 238 unità: in alcuni Comuni sono presenti in realtà dei campi pozzi, cui corrispondono due o tre punti di captazione, per cui il numero effettivo di punti di emungimento al servizio degli acquedotti locali è di 260. Queste opere risultano insistere in 58 Comuni; nel solo Comune di Reggio Calabria si registra la presenza di ben 106 pozzi. La portata media relativa alla totalità delle opere censite è di 1400 l/s, dei quali oltre 500 l/s relativi ai pozzi che alimentano le reti di Reggio Calabria. La portata media per impianto, con esclusione dei pozzi di Reggio, è di 6,6 l/s, che come si è visto rappresentano una misura doppia di quella captata dalle sorgenti comunali. Per nessuno degli impianti censiti è segnalata la presenza di una sezione di potabilizzazione. I complessi acquiferi interessati dagli emungimenti hanno spessori variabili e la falda è del tipo libero o semiconfinato. Le caratteristiche delle perforazioni mostrano per il diametro una variabilità molto ampia, che va da 60 a 400 mm, con una media pesata sulle portate di 210 mm; la profondità è mediamente elevata, e pari a 80 m, con estremi compresi tra 10 e 200 m. Queste caratteristiche delle opere prefigurano un rilevante impegno economico e organizzativo per la conduzione ed il loro mantenimento. Il grafico seguente illustra le condizioni di sfruttamento dei pozzi in coltivazione. Dai dati disponibili, risulta che per l 86% delle portate captate, i pozzi relativi siano idoneamente sfruttati; La ricognizione delle opere 22

23 solo per il 9% delle portate, le gestioni ritengono che vi possano essere margini di incremento nell utilizzo dei pozzi esistenti. Per il 5% delle portate dichiarate, ovvero per una quindicina di pozzi, il giudizio che si desume è quello di uno sfruttamento eccessivo. Pozzi comunali Sfruttamento sottosfruttati idoneamente sfruttati sovrasfruttati Portata media (l/s) Ad integrazione del giudizio che le gestioni hanno fornito circa lo sfruttamento dei pozzi, si è esaminato anche quello che viene fornito sulla funzionalità degli stessi. In questo caso il campione dei dati elaborati è inferiore (non essendo disponibili quelli del Comune di Reggio Calabria), ma è comunque espressione di un elevato numero di gestioni dirette. Pozzi comunali Funzionalità buona sufficiente insufficiente Portata media (l/s) La ricognizione delle opere 23

24 Secondo queste informazioni, il giudizio che emerge sulla funzionalità delle captazioni da falda è altamente positivo, dato che per il 96% delle portate dichiarate prevale un giudizio che è Buono (30%) o Sufficiente (66%). Solo per il 4% delle portate, i pozzi da cui vengono captate sono considerati inadeguati a garantire le funzionalità richieste; la criticità appare più significativa per i volumi in gioco nei Comuni di Cittanova, Laureana, Rizziconi. 3.7 Serbatoi Sono stati censiti 276 serbatoi (e comunque strutture con volumi di accumulo), di cui 270 fanno capo alle gestioni dirette dei Comuni e 6 al Consorzio VINA. In 15 Comuni non risultano censiti serbatoi in gestione diretta, ma ciò è plausibile, essendo la gran parte dei Comuni alimentati anche da risorse fornite all ingrosso da SORICAL; la stessa SORICAL alimenta con uno stesso schema idrico più Comuni e dispone di volumetrie di compenso in grado di saturare le variazioni di domanda su scala comprensoriale. Le capacità di compenso rilevate a livello comunale sono esplicitate per 245 opere, cui viene associata una volumetria di oltre mc. Per una decina di Comuni non sempre sono note tutte le capacità delle opere censite, tra questi Reggio Calabria. I serbatoi presentano volumi variabili da qualche mc fino a 2000 mc per le reti dei Comuni di maggiori dimensioni, con una media di circa 200 mc per serbatoio. Da segnalare come 71 sono i serbatoi con oltre 200 mc di volume, e su questi si concentra una larga parte della capacità disponibile (quasi mc). Quanto alla tipologia costruttiva delle opere, questa è nota per 225 impianti sui 276 censiti: la gran parte dei serbatoi è del tipo interrato (64%) e la parte restante è fuori terra e in elevazione. Serbatoi Stato di conservazione Volumetrie (m3) buono sufficiente insufficiente pessimo La ricognizione delle opere 24

25 Il giudizio espresso sullo stato di conservazione delle opere civili è noto per 236 impianti. Per quasi il 50% di essi il giudizio è Sufficiente, e per il 29% Buono; solo per il 20% circa degli impianti il giudizio risulta negativo, da Scarso (2%), a Insufficiente (15%), a Pessimo (4%). Ove il giudizio venga associato alla capacità volumetrica delle opere, il risultato positivo appare consolidarsi: solo il 13% dei volumi di compenso risulta in cattivo stato di conservazione, Insufficiente (11%) e Pessimo (2%), mentre per l 87% è considerato in condizioni Buona (50%) o Sufficiente (37%). In sei Comuni tutta la capacità di compenso disponibile viene associata a condizioni delle opere non adeguate allo svolgimento del servizio; si tratta dei Comuni di Ardore, Cosoleto, Ferruzzano, Locri, Oppido Mamertina, San Procopio. Viceversa esistono realtà in cui tutti i serbatoi presenti sono giudicati adeguati, ovvero in condizione Buona o Sufficiente; Africo, Antonimina, Benestare, Bianco, Bova, Bova Marina. 3.8 Pompaggi Sono stati censiti nella ricognizione 85 impianti di pompaggio degli acquedotti, 32 dei quali nel solo territorio del Comune di Reggio Calabria. Gli impianti in questione sono unicamente quelli di rete, con esclusione dunque dei sollevamenti sui pozzi, e sono distribuiti in 30 Comuni. Il numero degli impianti censiti è relativamente basso se si considerano le caratteristiche morfologiche del territorio, e largamente inferiore a quello rilevato per la gestione delle reti di fognatura (380). Questo fatto è da collegare alla doppia alimentazione degli acquedotti comunali, che si avvalgono oltre che di risorse autoprodotte, anche di acqua comprata da SORICAL, e che in molti punti viene consegnata con caratteristiche idonee di pressione e di batteriostaticità, senza bisogno di effettuare perciò rilanci o trattamenti. Sollevamenti Acquedotti - Opere Civili Stato di conservazione Impianti (n ) Buono Sufficiente Insufficiente Pessimo Totale La ricognizione delle opere 25

26 Nei grafici vengono riportati i giudizi dei gestori sullo stato di conservazione delle opere civili e di quelle elettromeccaniche; il campione di dati fa riferimento ad un numero di 53 impianti, essendo non dichiarate le caratteristiche per le strutture del Capoluogo provinciale. Sollevamenti Acquedotti - Opere Elettromeccaniche Stato di conservazione Impianti (n ) Buono Sufficiente Insufficiente Pessimo Totale Lo stato di conservazione delle opere civili è giudicato Buono o Sufficiente per il 91% degli impianti (rispettivamente 21 e 70%), e solamente al 9% di essi è associato un giudizio negativo, Insufficiente (7%) o Pessimo (2%). Queste indicazioni si ritrovano sostanzialmente confermate anche per le opere elettromeccaniche: nel 91% dei casi si è in presenza di uno stato Buono o Sufficiente, mentre per il 9% prevale il giudizio negativo. Le situazioni deficitarie sono rappresentate nei Comuni di Bruzzano Zeffirio, Condofuri, Grotteria e Rizziconi. 3.9 Adduttrici e Reti distributive Il sistema acquedottistico facente capo alle gestioni esistenti, si sviluppa complessivamente per una lunghezza pari a circa km, comprensivi sia delle reti di distribuzione che dei tratti delle adduttrici comunali. La ricognizione svolta sul territorio ha condotto alla individuazione di 213 reti, con una dimensione media di 18 km per rete; se si esclude Reggio Calabria la media si abbassa ma non in maniera drastica e raggiunge i 14,6 km per rete. Le maggiori estensioni si riscontrano nei Comuni di Reggio Calabria con oltre 900 km, Caulonia con 145 km, Siderno con 123 km. Si è cercato di verificare la esistenza di correlazioni tra i dati delle lunghezze degli acquedotti e gli abitanti residenti nei singoli Comuni. Il valore medio della dotazione di rete (adduzione + La ricognizione delle opere 26

27 distribuzione) sull intero Ambito è di circa 6,9 m/abitante: si tratta di un valore non elevato, ma il risultato non deve sorprendere, dato che quanto descritto riguarda la sola configurazione delle opere comunali, e restano dunque escluse tutte le condotte adduttrici regionali di SORICAL. Riguardo alle gestioni esistenti, i valori mediamente più elevati si osservano nei Comuni di Staiti con 46 m/abitante e Cardeto con quasi 33 m/abitante; altri 12 Comuni presentano estensioni comunque superiori ai 20 m/abitante. Questi dati sicuramente testimoniano le maggiori difficoltà connesse alla penetrazione del servizio a rete in territori disagiati e dove più frammentata è la struttura insediativa. Di contro, i valori inferiori delle dotazioni si segnalano in Comuni con maggiore accentramento di popolazione, dove si registrano lunghezze di 2, 6 2,8 3 m/abitante, tra questi Bianco, Bagnara Calabra, Sinopoli, Rosarno, Villa San Giovanni. Il grafico seguente illustra la curva di regressione relativa alla lunghezza delle reti di acquedotto di ogni Comune rapportata alla popolazione residente, con esclusione della sola Reggio Calabria: il grado di correlazione con una curva di tipo potenza è quella che meglio interpola i dati relativi, anche se appare allo stato poco soddisfacente (R 2 = 0,45). Le ragioni vanno ricercate principalmente nella difformità dei sistemi di alimentazione che esistono nei vari Comuni, con differenti estensioni delle tratte di adduzione, unitamente alle differenti condizioni morfologiche ed insediative. m/abitante 50,00 45,00 40,00 35,00 30,00 25,00 20,00 15,00 10,00 5,00 0,00 Adduzione + Distribuzione Dotazione di rete R 2 = 0, Abitanti Residenti Ove si consideri la dimensione delle tubazioni in uso, il grafico che segue riassume la casistica dei diametri rilevati e le lunghezze ad essi associate nello sviluppo degli acquedotti comunali. La ricognizione delle opere 27

28 Acquedotti Diametri prevalenti oltre 250 mm da 160 a 250 mm da 110 a 150 mm da 90 a 100 mm da 60 a 80 mm da 38 a 50 mm fino 32 mm Lunghezza (km) Il grafico evidenzia come i diametri nella fascia tra i mm siano quelli prevalenti, con quasi 1400 km di estensione sui circa 3900 km totali rilevati (35,1%). Al di sotto dei 100 mm di diametro si trova il 70% delle lunghezze delle condotte attraverso le quali le gestioni esistenti erogano il servizio. I diametri relativi alla fascia più alta (> 250 mm) appartengono nella gran parte a tubazioni il cui sviluppo è concentrato nei Comuni di Reggio Calabria, Gioia Tauro, Villa San Giovanni, Taurianova, e nel Consorzio del VINA. Acquedotti Materiali prevalenti Eternit PVC PE Ferro Ghisa Acciaio Lunghezza (km) Quanto all utilizzo dei materiali di costruzione delle tubazioni esistenti, risulta che quelli ferrosi sono preponderanti, oltre il 70%, rispetto ai plastici che raggiungono quasi il 27%. Le condutture in Eternit rappresentano sul complesso delle lunghezze rilevate una dimensione modesta, in tutto 18 km, pari allo 0,5% del totale, e sono limitate ad una decina di Comuni. La ricognizione delle opere 28

29 La Ghisa con oltre 1500 km di condotte (quasi il 40%) è il materiale maggiormente utilizzato, ma anche l Acciaio con 1000 km (25,6%) e il Polietilene con oltre 930 km (24%), testimoniano della presenza di prodotti di più recente impiego e dunque di investimenti importanti realizzati nel tempo. Il grafico che segue restituisce il giudizio che gli operatori locali hanno fornito circa lo stato in cui si trovano le tubazioni attraverso le quali avviene la distribuzione dell acqua agli utenti. Reti distribuzione Stato di conservazione Lunghezze (km) buono sufficiente insufficiente pessimo Da queste informazioni sembra potersi desumere che circa il 71% delle lunghezze delle reti distributive si trovano in condizioni sufficienti o buone, e che il restante 29% abbisogna di interventi di risanamento e di rinnovo. Per 16 Comuni l intera rete è in uno stato di conservazione giudicato insufficiente: in questi Comuni complessivamente sono presenti oltre 360 km di condotte su cui dunque diventa urgente intervenire. Le maggiori estensioni si registrano a Reggio Calabria (200 km), Gioia Tauro (72 km), Ardore (50 km), Rosarno (40 km), Bova Marina e Condofuri (30 km). Vi è anche da sottolineare che per il solo Comune di Palizzi si evidenzia una condizione di assoluto scadimento della rete in un tratto peraltro limitato della stessa. Da segnalare ancora, come nei Comuni di Anoia, Cosoleto, San Ferdinando, Serrata, e per quelli del Consorzio VINA, il giudizio dei gestori sia complessivamente positivo su tutta la estensione della rete. Ove si considerino i soli tratti di adduzione di competenza dei Comuni (833 km), la loro estensione risulta essere pari a circa il 21,4% delle lunghezze complessive delle condotte distributrici e adduttrici. Nei Comuni di Reggio Calabria, Caulonia, Cardeto, Maropati, San Luca, si è in presenza dei segmenti più significativi di sviluppo delle condotte primarie con circa il 33% delle lunghezze totali rilevate sull intero ATO 5 Reggio Calabria. La ricognizione delle opere 29

30 In tredici Comuni la lunghezza dei tratti di sola adduzione è superiore alla estensione della stessa rete distributrice; si tratta in genere di Comuni la cui morfologia impone di captare la risorsa da sorgenti in quota e di trasferirla a piccoli nuclei abitati spesso distanti l uno dall altro. Il valore medio della lunghezza dei soli tratti di adduzione sull intero Ambito è di circa 1,5 m/abitante: i valori più elevati si osservano nei Comuni di Bova e Staiti rispettivamente con 24 e 33 m/abitante, ma un altra decina di Comuni presentano dotazioni superiori ai 10 m/abitante. Adduttrici comunali Stato di conservazione Lunghezze (km) buono sufficiente insufficiente pessimo Da segnalare come la ricognizione di queste opere risulti particolarmente accurata, dal momento che caratteristiche importanti per la definizione del piano delle manutenzioni, ovvero diametro, stato di conservazione, lunghezza, sono associate a tratte che mediamente risultano inferiori al km di lunghezza. Se ad esempio si prendono in esame le indicazioni che i gestori danno sulle condizioni delle adduttrici, queste dovrebbero risultare particolarmente affidabili. Per soli cinque Comuni, Camini, Campo Calabro, Cosoleto, Locri, Varapodio, lo stato di conservazione è giudicato pessimo, e le condotte interessate (31 km) costituiscono nel complesso il 3,7% dell intero segmento dell adduzione comunale. Una condizione che è comunque di insufficienza riguarda l 8% delle tubazioni (67 km); si segnalano in particolare i casi di Careri, Locri, Sant Ilario dello Ionio, nei quali l intera lunghezza delle adduttrici risulta insufficiente. Viceversa, all 88% delle tubazioni (735 km) viene associato un giudizio positivo, che comprende lo stato buono (117 km) e quello sufficiente (618 km). In sette casi, Cosoleto, Melicucco, Pazzano, San Giovanni di Gerace, Serrata, Stilo, e per il Consorzio VINA, il giudizio è buono sull intera lunghezza delle adduttrici comunali. La ricognizione delle opere 30

31 4. Il servizio di fognatura 4.1 Le gestioni esistenti La raccolta e l'allontanamento degli scarichi delle località abitate è stato affrontato storicamente dalle amministrazioni comunali che hanno considerato il più delle volte esaurito il proprio compito una volta ultimata la realizzazione delle opere. La morfologia dei territori ha in genere assecondato questo processo, limitando il ricorso alle tubazioni in pressione e dunque a sollevamenti che introducono complessità nei sistemi; a fronte di costi di gestione pressochè inesistenti, i Comuni hanno percepito attraverso la bolletta del servizio acquedottistico, canoni fognari che non hanno trovato un impiego conseguente per il mantenimento della qualità delle opere realizzate nel tempo. Anche nell'ato 5 Reggio Calabria, mentre si è cercato di affrontare le problematiche emergenti che hanno interessato i servizi di acquedotto e della depurazione, attraverso il ricorso a formule organizzative che esternalizzano in tutto o in parte la gestione di quei servizi, ciò non si è ritenuto fosse necessario per le fognature che sono pertanto rimaste in carico ai Comuni. 4.2 La popolazione servita Il dato sulla popolazione servita rappresenta al tempo stesso un indicatore dello stato attuale del servizio e una grandezza indispensabile per la costruzione degli interventi del Piano. Si tratta anche dell informazione che più risente degli attuali limiti di conoscenza nel settore. I valori forniti dalle gestioni esistenti sono frutto di stime e sicuramente sono affetti da imprecisioni ed indeterminatezze che li rendono scarsamente omogenei e largamente approssimati. La mancata restituzione di informazioni gestionali da parte dei Comuni sulla tariffazione delle utenze dei servizi di fognatura e depurazione, non consente inoltre di effettuare degli incroci tra dati tecnici ed economici, che pure consentirebbero di minimizzare i margini di errore nelle stime. Diversi sono i fattori che allo stato attuale rendono problematica la valutazione relativa agli abitanti stabili che usufruiscono delle opere fognarie; ricordiamo come da più lungo tempo il servizio di acquedotto abbia goduto di investimenti pubblici per favorirne la penetrazione anche nei piccoli centri e nelle stesse abitazioni isolate, mentre per lo smaltimento dei reflui ci si è avvalsi di sistemi locali costituiti da pozzi neri e fosse biologiche al servizio delle singole unità abitative. La progressiva realizzazione delle fogne dinamiche per l allontanamento e lo smaltimento dei reflui, fa dunque parte di un processo più recente, ed ancora non completato. Sono le aree urbane più densamente popolate, quelle da cui il processo ha avuto avvio, per estendersi verso quelle periferiche ed a minore concentrazione degli insediamenti e delle attività umane. E abbastanza frequente riscontrare come l infrastrutturazione fognaria non sia avvenuta con coerenza tecnica e gestionale, e come esistano dei buchi, delle aree non servite, all interno di territori già interessati da interventi anche nel recente passato. La ricognizione delle opere 31

32 A fronte di queste situazioni che sono diffuse nel Paese, l approccio utilizzato per la pianificazione di area vasta può avvalersi, oltre che dei dati della ricognizione anche delle statistiche fornite dall ISTAT con i Censimenti generali della Popolazione. Ricordiamo che all interno di questi Censimenti è fornita una rappresentazione sulle caratteristiche di insediamento dei residenti nei singoli Comuni, secondo la distribuzione per Centri, Nuclei e Case Sparse ( 5 ). A partire da questa disaggregazione dei dati, e alla luce delle informazioni raccolte nei Comuni durante la ricognizione delle opere del servizio idrico, si sono aggiornate le stime sulla popolazione residente che allo stato attuale dovrebbe essere allacciata alle reti fognarie pubbliche. Si consideri in via preliminare che a livello dell intero ATO 5, secondo i dati ISTAT dell ultimo Censimento generale (2001): persone erano residenti in Case sparse (2,8% del totale dei residenti); persone erano attribuite ai Nuclei abitati (3,5% del totale dei residenti). Nell ipotesi limite, che gli abitanti residenti nei Centri abitati fossero già tutti allacciati alle reti fognarie cittadine, e che viceversa quelli residenti nei piccoli Nuclei e nelle Case sparse fossero ancora non serviti, si potrebbero valutare in circa i residenti esclusi dal servizio pubblico. E evidente, come si è già accennato, che tutte le situazioni non possono essere ricondotte a questo schema limite, e come viceversa è probabile l esistenza di situazioni ibride anche all interno degli stessi Centri abitati, ma questo calcolo speditivo può fornire una prima indicazione sulla scala dell intero ATO 5. Una specifica elaborazione è comunque possibile sui singoli Comuni, avvalendosi delle criticità emerse durante la ricognizione, e che hanno portato ad individuare in maniera puntuale le località ( 5 ) Si riportano di seguito le definizioni di Centri, Nuclei e Case Sparse utilizzate da ISTAT: Centro abitato: aggregato di case contigue o vicine con interposte strade, piazze e simili, o comunque brevi soluzioni di continuità, caratterizzato dall esistenza di servizi od esercizi pubblici determinanti un luogo di raccolta ove sogliono concorrere anche gli abitanti dei luoghi vicini per ragioni di culto, istruzione, affari, approvvigionamenti e simili. Nucleo abitato: aggregato di case contigue o vicine, con almeno cinque famiglie residenti, privo del luogo di raccolta che caratterizza il centro abitato. Il carattere di nucleo abitato è, inoltre, riconosciuto: - al gruppo, anche minimo, di case situate in zona montana, quando vi abitino almeno due famiglie e le condizioni di viabilità siano tali da rendere difficili e comunque non frequenti i rapporti con le altre località abitate; - all aggregato di case (dirute e non dirute) in zona montana, già sede di popolazione e, alla data del censimento, completamente o parzialmente disabitato per il noto fenomeno dello spopolamento montano; - ai fabbricati di aziende agricole e zootecniche (cascine, fattorie, masserie, etc), anche se costituiti da una sola unità, purché il numero delle famiglie ivi abitanti non sia inferiore a cinque; - ai conventi, alle case di cura, alle colonie climatiche e sanatoriali, agli orfanotrofi, alle case di correzione, alle scuole-convitto situati in aperta campagna; - agli edifici distanti da centri e nuclei abitati, con servizi od edifici pubblici (stazione ferroviaria, centrale idroelettrica, spaccio, chiesa, etc.), purché negli stessi o nelle eventuali case prossime, da comprendere nel nucleo, abitino almeno due famiglie; - agli aggregati di case con popolazione non stabile, di case, cioè, adibite quasi esclusivamente a residenza secondaria, anche se, alla data del censimento, completamente o parzialmente disabitate. Case Sparse: case disseminate per la campagna o situate lungo strade e tali da non poter costituire nemmeno un nucleo abitato. La ricognizione delle opere 32

33 che non risultano servite da alcun sistema fognario, secondo tre fasce di popolazione: quelle con dimensioni inferiori ai 50 residenti, quelle con più di 200 residenti e quelle nella fascia intermedia tra 50 e 200 residenti. Nella prima fascia sono state individuate 163 località sprovviste di rete fognaria con una popolazione residente pari a abitanti, nella seconda le località sono 15 con popolazione di abitanti, mentre l ultima fascia comprende 99 località e abitanti. Da sottolineare come le località prive di rete fognaria siano distribuite su tutto il territorio dell ATO 5, ovvero nell area Ionica, in quella Tirrenica e nell area delle Stretto. Le situazioni più critiche per densità del fenomeno sono quelle di un quartiere di Rosarno e di alcuni nuclei di Reggio Calabria. In via cautelativa, ove si consideri che i residenti nelle Case sparse secondo i dati ISTAT non siano allacciati alla fognatura, ma che utilizzino sistemi propri di smaltimento, ed inoltre che nei singoli Comuni i residenti nelle località sopramenzionate, siano pure essi non serviti, ebbene, sotto queste ipotesi la popolazione che utilizza strutture pubbliche di fognatura può essere stimata in abitanti, ovvero circa il 94% della popolazione residente nell intero ATO 5 Reggio Calabria. 4.3 Reti fognarie e Collettori Lo sviluppo complessivo delle condotte che sono state rilevate sull intero ATO 5 ammonta a circa 2040 km; di questi, quasi 1900 km sono relativi a reti e collettori neri o misti e altri 150 km a reti bianche. Ancora prevalente risulta la tipologia delle fognature unitarie, che raccolgono le acque reflue degli insediamenti, ma anche le acque di pioggia; in trenta Comuni, tra cui Reggio Calabria, si evidenzia la presenza di sole reti miste, e lo sviluppo complessivo raggiunge quasi 1100 km. Il grafico che segue riassume l assetto complessivo per le opere di fognatura, come risultante dalla ricognizione svolta nei Comuni. Tipologia delle reti fognarie Lunghezza (km) nera mista bianca La ricognizione delle opere 33

34 Circa 820 km sono dedicati alla raccolta delle sole acque nere: le maggiori lunghezze si riscontrano nei Comuni di Villa San Giovanni (50 km), Bovalino (46 km), San Lorenzo (35 km). Attraverso i rapporti interni che sembrano emergere nei vari Comuni tra le diverse tipologie di reti, appare verosimile che il processo di separazione non sia completato, e che una parte dei collettori continuino a ricevere indistintamente quanto in essi viene versato. Il valore medio della dotazione di rete sull intero Ambito è di 3,9 m/abitante servito: si tratta di un dato collocabile nella fascia bassa rispetto ai valori di altri Ambiti nazionali. Ciò sembra in via indiretta confermare una certa insufficienza nelle opere di smaltimento, sia nella fase della raccolta che in quella del collettamento verso strutture di scala adeguata al mantenimento di elevati standard depurativi. I valori mediamente più elevati si osservano nei Comuni di Canolo e Caraffa del Bianco, con dotazioni rispettivamente di m/abitante servito; si tratta di Comuni con un basso numero di residenti e in cui sembra essersi completata la separazione delle reti di raccolta delle acque nere da quelle piovane. Nel Comune di Reggio Calabria viceversa, la presenza di una rete unitaria e l alta densità di popolazione tipica delle aree urbane, determinano il più basso valore procapite con 1,4 m/abitante servito. Il grafico che segue illustra la curva di regressione relativa alla lunghezza delle fognature di ogni singolo Comune rapportata alla popolazione servita, con esclusione della sola Reggio Calabria; il grado di correlazione è rappresentato con una curva di tipo potenza, e la legge ottenuta è la più significativa rispetto ad altre elaborazioni condotte, che hanno considerato anche l assetto relativo alle reti fognarie comunali con esclusione delle bianche. Reti fognarie e Collettori Dotazione di rete 30,0 m/abitante Servito 25,0 R 2 = 0, ,0 15,0 10,0 5,0 0, Abitanti Serviti Il grado di correlazione ottenuto (R 2 = 0,39) appare anche nel caso in esame poco soddisfacente: le ragioni paiono legate in generale, alla difficoltà di definire la popolazione realmente raggiunta dal servizio, ma anche all esistenza di tubazioni di varia natura (nere, bianche, miste) di cui allo stato La ricognizione delle opere 34

35 non si possono escludere tratte di mera sovrapposizione, o carenze strutturali consolidate all interno dei vari Comuni. Il grafico successivo evidenzia la dimensione che assumono le tubazioni esistenti, rapportando la stessa alle lunghezze con le quali sono state rilevate presso le gestioni dei vari Comuni. Emerge chiaramente come la parte più consistente del sistema fognario locale sia costituita da collettori la cui dimensione è compresa tra mm di diametro; 1600 dei circa 2000 km rilevati, appartengono a questo range, con una partizione prossima al 30% per ciascuno degli intervalli ricompresi. I diametri superiori ai 400 mm registrano una loro maggiore presenza nei territori comunali che si affacciano sul mare e che devono smaltire carichi significativi di acque reflue e pluviali, tra questi Reggio, Gioia Tauro, Palmi, Brancaleone, Sant Ilario. Fognature Diametri prevalenti oltre 400 mm 400 mm da 315 a 350 mm da 260 a 300 mm da 210 a 250 mm da 160 a 200 mm da 110 a 150 mm fino 100 mm Lunghezza (km) Fognature Materiali prevalenti Altro Eternit PVC PE Ferro Ghisa Gres Acciaio Cemento Lunghezza (km) La ricognizione delle opere 35

36 Quanto ai materiali di costruzione, emerge una larga diffusione del Gres, con 1150 km di tubazioni realizzate (56% del totale), a seguire i plastici, PVC e PE con quasi 600 km (29% del totale). Abbastanza sorprendente è il basso utilizzo di materiali poveri, come Cemento (200 km, pari al 10%) ed Eternit (8 km, pari al 0,4%). Queste caratteristiche sembrano confermare che investimenti importanti sono stati realizzati in maniera estesa nei vari Comuni, e che i materiali prescelti hanno tenuto conto anche delle particolari condizioni idrogeologiche del territorio. Il grafico che segue consente di rappresentare il giudizio che gli operatori locali hanno fornito durante la ricognizione, circa le condizioni delle condotte utilizzate per lo smaltimento delle acque reflue. L elaborazione ha in questo caso selezionato le sole reti e condotte che sono state classificate come nere e miste. Ricordiamo infatti che secondo interpretazioni consolidate in materia, la gestione delle reti per la raccolta delle acque meteoriche va considerata esterna al servizio idrico integrato; ciò comporta che per tali reti vada previsto uno scorporo dei costi di esercizio e di quelli per investimenti, e a ciò ci si atterrà nella elaborazione del presente Piano. Si deve ancora evidenziare, come non per tutte le tratte di rete sono stati forniti i giudizi sullo stato di conservazione delle opere, e ciò riguarda nella fattispecie la totalità delle fognature di Reggio Calabria (244 km); complessivamente si sono dunque potuti esaminare 1641 dei 1888 km che costituiscono l attuale patrimonio fognario, con esclusione, come si è detto delle fognature bianche. Reti fognarie e Collettori Stato di conservazione Lunghezza (km) Buono Sufficiente Insufficiente Il dato più significativo riguarda il largo giudizio di sufficienza che interessa ben il 92% (1500 km sui 1900 totali in esame) delle lunghezze relative a reti e condotte, nere e miste, esistenti nell ATO 5, con esclusione come sopra accennato del solo territorio di Reggio. Per due Comuni, Galatro e San Ferdinando, l intera rete è definita in buono stato di conservazione. Viceversa, nei Comuni di Brancaleone, Feroleto della Chiesa e Varapodio, il giudizio è completamente insufficiente per La ricognizione delle opere 36

37 l intera lunghezza delle reti. In altri sei casi, ovvero nei territori comunali di Bianco, Camini, Campo Calabro, Canolo, Palizzi, San Lorenzo, sono segnalati tratti di tubazioni ugualmente insufficienti e pertanto bisognosi di risanamento o sostituzione. 4.4 Sollevamenti Sono stati censiti dalla ricognizione 380 impianti di sollevamento fognari, 86 dei quali nel solo territorio del Comune di Reggio Calabria. Gli impianti sono distribuiti in 47 Comuni, ma il maggior numero di essi è concentrato nei territori costieri che si affacciano al mare. Per una decina di Comuni le opere di sollevamento assumono un rilevante impegno economico e gestionale, avendosi in rete dalle 10 alle 20 strutture prementi. Nei grafici che seguono vengono riportati i giudizi dei gestori circa lo stato di conservazione delle opere civili e di quelle elettromeccaniche; il campione di dati fa riferimento ad un numero di 294 impianti, essendo non dichiarate le caratteristiche per le strutture del Capoluogo provinciale. Sollevamenti Fognature - Opere Civili Stato di conservazione Impianti (n ) Buono Sufficiente Insufficiente Pessimo Totale Sollevamenti Fognature - Opere Elettromeccaniche Stato di conservazione Impianti (n ) Buono Sufficiente Insufficiente Pessimo Totale La ricognizione delle opere 37

38 Lo stato di conservazione delle opere civili è giudicato Buono o Sufficiente per l 81% degli impianti (rispettivamente 22 e 59%), ma al 19% di essi è associato un giudizio comunque negativo, da Insufficiente a Pessimo (2,4%). Queste indicazioni si ritrovano sostanzialmente confermate anche nel giudizio fornito sullo stato delle opere elettromeccaniche: per quasi l 83% dei casi si è in presenza di uno stato Buono o Sufficiente, mentre per il 17% vale una considerazione di tipo negativo. Particolarmente deficitarie risultano le situazioni nei Comuni di Palmi, San Lorenzo e Siderno, che si trovano a gestire reti estese sul territorio ed un numero elevato di impianti che risultano quasi tutti in cattive condizioni. In generale, questi dati offrono la dimensione di un elevato impegno energetico, e confermano la necessità di interventi urgenti per scongiurare che possibili fuori servizio degli impianti mettano in crisi l assetto funzionale delle reti fognarie comunali. 5. Il servizio di depurazione 5.1 Le gestioni esistenti La gestione degli impianti di depurazione avviene nell ATO 5 Reggio Calabria con una pluralità di soggetti e con modalità che si sono evolute nel tempo. Alle gestioni in economia da parte dei Comuni si sono affiancate sostituendole, le forme industriali che attualmente coprono la gran parte del territorio dell Ambito. La gestione diretta da parte dei Comuni è come si vedrà ormai residuale. Acquereggine s.c.p.a La Acquereggine è una società di scopo costituitasi nel Maggio 2006, a seguito della procedura negoziata con la quale l Ente d Ambito aveva individuato l Associazione Temporanea di Imprese tra Smeco S.p.a IAM. S.p.a - GEAR, quale concessionaria del Servizio Idrico Integrato nell ATO 5 Reggio Calabria. La Convenzione di gestione, della durata di anni quattro a partire dalla data del 1 Luglio 2006, è tuttavia stata oggetto di vicende tali da modificarne le iniziali premesse. La Società Acquereggine avendo accertato che la tariffa derivante dal Piano d Ambito e recepita nella Convenzione era insufficiente e che il differenziale tra ricavi e oneri previsti e quelli effettivi eccedeva la soglia di tolleranza, ricorreva alla facoltà di risoluzione del contratto. L ATO 5 chiedeva alla Società di continuare nelle attività di fornitura dei servizi essenziali soprattutto in ambito depurativo e fognario fino al Dicembre La Direzione Generale dell ATO 5, a seguito del protrarsi delle operazioni di accertamento delle condizioni degli impianti, ha coinvolto il COVIRI circa le indicazioni da fornire ai Comuni per le vie da seguire nella situazione venutasi a determinare. Su parere motivato dello stesso COVIRI si giungeva ad un congelamento della situazione di fatto creatasi, che successivamente sfociava, nel Febbraio 2009, nella definizione di uno schema di contratto con la medesima Acquereggine, per l affidamento tecnico dei servizi a nuova scadenza. La ricognizione delle opere 38

39 A seguito di discussioni tra le parti e secondo le indicazioni fornite dall Assemblea dei Sindaci si addiveniva alla stipula di un nuovo documento contrattuale che riconosceva alla Società lo status di conduttore fino alla scadenza del 31 Dicembre Con tale contratto l ATO 5 Reggio Calabria affida alla Società Acquereggine la continuazione delle attività essenziali, ovvero la gestione, conduzione, manutenzione ordinaria e programmata, controllo e custodia degli impianti di depurazione, degli impianti di sollevamento e delle reti afferenti agli stessi; è inoltre compresa la manutenzione straordinaria, laddove la manutenzione sia finalizzata al mantenimento e ripristino delle apparecchiature e dell efficienza del sistema nello stato di fatto in cui si trova, fatti salvi i casi di usura per fine ciclo e/o danno accidentale e/o di forza maggiore. Acquereggine per le attività suddette è tenuta a presentare a consuntivo il report dei costi sostenuti. Le attività di manutenzione straordinaria è previsto siano di volta in volta quantificate e sottoposte alla valutazione delle singole Amministrazioni Comunali per la necessaria verifica ed autorizzazione. Al termine della scadenza del contratto viene stabilito che le attività individuate nel contratto stesso, siano prese in carico dal Gestore definitivo entro tre mesi nei quali tutte le attività relative al S.I.I. saranno cogestite da Acquereggine e dal Gestore Unico definitivo. Iniziative Ambientali Meridionali S.p.a La Iniziative Ambientali Meridionali (IAM S.p.a), è una società mista a prevalente capitale pubblico, partecipata dal Consorzio per l Area di Sviluppo Industriale di Reggio Calabria che è il socio di maggioranza della società. Della IAM S.p.a detengono una quota di capitale anche alcuni Comuni dell area di Gioia Tauro, mentre il socio privato è costituito da una Azienda che vanta significative esperienze nel settore del trattamento delle acque potabili e nella depurazione delle acque reflue. La IAM S.p.a è titolare di un atto approvato dall Assemblea dei Sindaci dell ATO 5 che la autorizza nella prosecuzione della gestione degli impianti di depurazione realizzati dallo stesso Consorzio. Nell area di Gioia Tauro la IAM gestisce un depuratore consortile al quale affluiscono gli scarichi civili dei Comuni ma anche gli scarichi delle aziende insediate nell area industriale. L impianto realizzato dalla ex CASMEZ all interno del programma di industrializzazione dell area di Gioia Tauro, doveva essere al servizio della centrale termoelettrica, sia per la produzione di acqua ad uso industriale che per la depurazione delle acque di scarico. Venuta meno la prevista realizzazione della centrale, l impianto di depurazione è stato riconvertito ed orientato al trattamento dei reflui civili. I Comuni serviti nei primi anni 2000 erano Gioia Tauro, San Ferdinando, Palmi, Taurianova, Cittanova, Rizziconi, Rosarno, Nicotera (Provincia di Vibo Valentia). Con la disponibilità di un importante finanziamento il Consorzio ASI ha dato successivamente avvio al potenziamento dell impianto, con allargamento del bacino di utenza ad altri Comuni dell area, Anoia, Cinquefrondi, Feroleto della Chiesa, Galatro, Laureana di Borrello, Maropati, Melicucco, La ricognizione delle opere 39

40 Polistena, San Giorgio Morgeto. La capacità depurativa dell impianto dal valore iniziale di A.E. è così prevista a regime con ulteriori A.E. di carico. L impianto si avvale di un trattamento biologico a doppio stadio, il primo a biomassa adesa su filtro percolatore ed il secondo a biomassa sospesa con fanghi attivi a basso carico, preceduto da un trattamento chimico-fisico di chiariflocculazione e neutralizzazione. L impianto dispone di una vasca di accumulo delle acque di vegetazione da inviare al trattamento anaerobico unitamente ai fanghi. Un ulteriore obiettivo raggiunto nella razionalizzazione delle strutture realizzate dalla ex CASMEZ, riguarda l adattamento dell impianto esistente per la produzione di acqua per l acquedotto industriale; l impianto la cui alimentazione era prevista in origine con la derivazione delle acque dal Torrente Budello ha potuto essere riconvertito mediante il recupero di parte delle acque in uscita dalla depurazione degli scarichi civili e industriali ed il conseguente abbandono dei prelievi dal Torrente Budello. Nell area di Campo Calabro Villa San Giovanni la IAM gestisce oltre alla depurazione di scarichi civili ed industriali, anche la fornitura idrica alle aziende insediate. A seguito della realizzazione di un importante intervento di adeguamento, l impianto di depurazione è stato messo nella condizione di soddisfare le crescenti esigenze delle aziende dell area e di ricevere le acque reflue civili della parte bassa del Comune di Campo Calabro. Nell area di San Gregorio l attività della IAM è volta alla gestione dell impianto di depurazione che riceve i soli reflui provenienti dalle aziende insediate. Siderno Ambiente S.p.a Il Commissario Delegato per l'emergenza ambientale nel territorio della Regione Calabria ha affidato la progettazione, costruzione e la gestione delle opere del nuovo impianto di depurazione di Siderno per la durata di 15 anni alla Società Siderno Ambiente S.p.a. L intervento ha portato alla realizzazione dell impianto consortile che, a collettamenti ultimati, riceverà i reflui di numerosi Comuni dell area: a quelli inizialmente previsti, Antonimina, Gerace, Locri, Siderno, Grotteria Marina, si aggiungeranno Agnana Calabra, Canolo e Gioiosa Ionica. Allo stato l impianto è funzionante, e risultano allacciati i Comuni di Locri, con l eccezione dell area ospedaliera i cui scarichi vengono trattati all interno del depuratore di proprietà della locale ASL, Siderno, ed in parte Antonimina, mentre sono in corso o previsti gli ulteriori collettamenti dagli altri Comuni. L impianto di depurazione ha una potenzialità di AE nella stagione invernale e di AE in quella estiva. Si tratta di un impianto a Fanghi attivi con digestione aerobica dei fanghi e filtrazione finale delle acque trattate per consentirne il riutilizzo. La Società concessionaria oltre al depuratore, ha in gestione anche cinque impianti di sollevamento e quattro collettori fognari, parte in pressione e parte a gravità. La ricognizione delle opere 40

41 Jonica Multiservizi S.p.a Come si è già visto, la società del Comune di Roccella Ionica, si è trasformata nel 2009 in Jonica Multiservizi SpA, con una revisione dello Statuto che è stato adeguato secondo le caratteristiche dell House Providing. Alla Società è affidato tra gli altri il compito della gestione del depuratore di Roccella Ionica, del tipo a Fanghi Attivi, con la potenzialità di AE, e che smaltisce le acque reflue trattate attraverso una condotta a mare di recente realizzazione. L impianto ha un bacino di utenza intercomunale, in quanto su di esso gravitano i Comuni di Roccella, Caulonia e parte di Stignano. 5.2 Bacini di utenza e popolazione servita Non è facile rappresentare una situazione che continua ad essere di estrema mobilità, e dunque soggetta a variazioni che in parte sono note e in parte lo diventano solo nel tempo. Ci si riferisce alla compresenza di attori diversi che operano sullo stesso segmento depurativo, la Regione Calabria, il Commissario per l Emergenza Ambientale, i Comuni, con decisioni e prospettive non sempre coordinate e reciprocamente conosciute. La realizzazione degli impianti, in specie quelli consortili, ha rappresentato una direttrice fondante delle azioni intraprese dalla struttura Commissariale, e molti di questi interventi sono in effetti stati realizzati o sono in corso di realizzazione: ciò che sovente non è dato sapere, sono le tempistiche con le quali saranno ultimati i collettamenti dei vari Comuni, per cui nelle more del completamento di tali lavori, è possibile che vi siano territori serviti, altri non ancora allacciati, e che siano in atto modificazioni delle responsabilità operative e gestionali. L analisi condotta ha portato a verificare la presenza di ben dodici schemi di collettamento e depurazione che a lavori ultimati raccoglieranno gli scarichi di circa 60 Comuni, con un disegno di estesa razionalizzazione, ma anche di grande complessità. Frequenti sono inoltre i casi di inattività degli impianti, legati al mancato completamento delle opere, a malfunzionamenti, rotture di parti elettriche e meccaniche, indisponibilità delle risorse per la gestione delle strutture. Si evidenziano ancora situazioni di abbandono degli stessi impianti come conseguenza di fenomeni franosi o di eventi alluvionali. Quanto esposto determina un quadro mutevole, con margini di certezza e di conoscenza non sempre suffragati dalle informazioni disponibili. La questione gestionale pare essere comunque prioritaria per risolvere le criticità emerse dall esame dei dati raccolti. Le considerazioni sopra riportate e quanto segue evidenziano l urgenza di un generale riassetto delle logiche operative e manageriali per la messa a regime del sistema depurativo Reggino. Ove si consideri la situazione degli impianti esistenti rapportandola ai bacini di utenza ed alle forme operative con cui avviene la conduzione degli stessi, se ne trae quanto rappresentato nella figura che segue. La ricognizione delle opere 41

42 Bacini di utenza e Gestioni Acquereggine 57% Non depurati 7% Economia 3% In house 2% Siderno 8% Iam 23% La Società Acquereggine, in virtù del contratto vigente, si occupa della conduzione di 52 impianti il cui bacino di utenza si estende su oltre 40 Comuni, con una popolazione residente di quasi abitanti. Questo significa che attualmente la Società opera sulla parte preponderante del territorio dell ATO, con circa il 57% degli abitanti che potenzialmente ricadono in Comuni che o dispongono di depuratori gestiti dall Azienda, o collettano i loro scarichi a impianti intercomunali la cui conduzione è affidata ad Acquereggine. La Società Iniziative Ambientali Meridionali, in conseguenza del provvedimento di salvaguardia adottato dall ATO 5, è titolare di una concessione che interessa l impianto centralizzato di Gioia Tauro, su cui sono collettati o sono previsti gli scarichi di 16 Comuni della Piana e contermini, per un bacino di utenza che dovrebbe risultare di oltre abitanti residenti (23% circa della popolazione dell ATO 5). La Siderno Ambiente, in virtù della concessione di cui è titolare, continua nella gestione dell impianto di Siderno, con la prospettiva di un allargamento del bacino di utenza dell impianto fino a servire una decina di Comuni dell area con una popolazione complessiva di quasi residenti (oltre 8% della popolazione dell ATO 5). Da questi dati si conferma in tutta evidenza come la gestione diretta da parte dei Comuni sia residuale: solo il 5% della popolazione dell ATO 5 appartiene a Comuni che mantengono una presenza diretta nella conduzione delle strutture depurative, considerando anche la forma della Società in House per l impianto consortile di Roccella Ionica. Le strutture presenti in questi Comuni sono marginali (eccezion fatta per quello comprensoriale di Roccella e Caulonia), e riguardano opere di scarso contenuto tecnologico e di bassa potenzialità; si tratta quasi sempre di trattamenti del tipo Imhoff con taglie medie di qualche centinaia di AE. La ricognizione delle opere 42

43 Allo stato risulterebbe infine, che oltre una decina di Comuni, per un totale di circa residenti (circa 7% della popolazione), o è sprovvista di impianti di trattamento o dispone di opere che sono state abbandonate. Il dato non può tuttavia essere considerato conclusivo ai fini delle valutazioni che si volessero trarre sulla effettiva quota di abitanti non serviti dalla depurazione, in quanto oltre a quelli indicati, vi sono da considerare tutti gli scarichi non collettati agli impianti per vaste aree in cui le condotte di collegamento devono ancora essere realizzate; queste situazioni riguardano in maniera diffusa i territori in cui operano anche le gestioni industriali, pur non essendo le stesse responsabili dei ritardi nella realizzazione degli allacciamenti alle strutture in gestione. Ove si considerino i nuclei ancora non coperti da reti fognarie di raccolta, quelli in cui sono in atto lavori di collegamento con gli impianti consortili, e come non economicamente collettabili le abitazioni isolate, si stima che la popolazione potenzialmente servita da depurazione dovrebbe collocarsi intorno ai abitanti, ovvero l 85% dei residenti nell ATO 5 Reggio Calabria. 5.3 Le caratteristiche degli impianti Si è detto di come la Società Acquereggine attraverso la conduzione di 52 impianti di varia tipologia e potenzialità, con un bacino di 40 Comuni e di quasi abitanti residenti, rappresenta il principale operatore nel campo della depurazione. Per questi impianti da parte della stessa Società è stata condotta una verifica accurata della potenzialità e delle condizioni operative, e si dispone quindi di un livello informativo che ne permette una buona caratterizzazione. Sulla base dei dettami Normativi presenti nella Legislazione Regionale e Nazionale si sono dapprima esaminati gli impianti in ragione delle dimensioni di progetto, derivandone le principali caratteristiche dimensionali e funzionali. La potenzialità complessiva degli impianti ammonta a circa AE: tra gli impianti maggiori quelli al servizio della città di Reggio, Ravagnese ( AE), Gallico Marina ( AE), Pellaro ( AE) ed alcuni altri che rappresentano il terminale di schemi di depurazione a livello intercomunale, Bianco ( AE), San Lorenzo ( AE), Campo Calabro ( AE). Ove si consideri che la totalità degli scarichi relativi agli abitanti dei 40 Comuni trovi recapito presso detti impianti, il rapporto tra potenzialità impiantistica e popolazione residente assume mediamente il valore di 1,45. Tale valore è espressione di una non raggiunta maturità sotto il profilo dell offerta, in quanto solitamente, considerando anche le altre componenti di carico, fluttuanti e attività produttive in primo luogo, è lecito attendersi un rapporto mediamente più elevato (1,6 1,9). Come si può vedere dalla tabella, la distribuzione degli impianti è tale da coprire con buona rappresentatività gli intervalli considerati; nel primo caso (< AE) le strutture depurative hanno una dimensione media vicina ai AE, nel secondo intervallo ( AE) si sale a quasi AE, mentre nel terzo (> AE) si raggiungono i AE. La ricognizione delle opere 43

44 Tabella 3 Numero degli impianti e Potenzialità Dimensioni impiantistiche Impianti (n ) AE progetto < AE AE > AE Totale impianti Si tratta dunque di un campione molto valido nella espressione delle potenzialità e come si potrà vedere anche sotto il profilo delle filiere impiantistiche. Le tabelle che seguono permettono di trarre utili indicazioni circa le caratteristiche del parco depurativo esistente. Tabella 4 Carattteristiche prevalenti della Linea acque Filiera linea acque Impianti (n ) AE progetto Sollevamento Grigliatura Dissabbiatura Disoleatura Sedimentazione primaria Denitrificazione Ossidazione Sedimentazione secondaria Decantazione finale Filtrazione Disinfezione La quasi totalità degli impianti in esame ha alla base l ossidazione biologica di tipo aerobico quale processo fondamentale per l abbattimento del carico organico; una sola struttura, peraltro di piccole dimensioni (500 AE) in Comune di San Roberto, utilizza l ossidazione anaerobica del tipo Imhoff. Sono presenti sia le tecnologie a massa sospesa (Fanghi attivi) che a massa adesa (Letti percolatori), anche se nettamente prevalente è la categoria degli impianti ad insufflazione forzata di aria (Fanghi attivi). In tre Comuni, Bagaladi, San Luca, San Procopio, gli impianti (rispettivamente con potenzialità di 2.000, 500, AE) utilizzano la filiera che prevede il pretrattamento con vasca Imhoff e a seguire l ossidazione biologica su pellicola sottile con Filtro percolatore. Dagli schemi esaminati e dai dati della tabella, è possibile trarre che, per la gran parte degli impianti, i progettisti si sono affidati alla processistica classica della ossidazione biologica: Grigliatura grossolana statica o meccanica, Ossidazione su una o più linee, con diffusori di fondo o aeratori sommersi, Sedimentazione secondaria su una o più linee, Disinfezione finale in massima parte delle strutture mediante Ipoclorito di Sodio. Questo tipo di filiera si può dire che sia comune a 45 impianti la cui potenzialità si aggira intorno a AE. La ricognizione delle opere 44

45 La diffusa scelta di affidarsi a processi depurativi comunque impegnativi, come normalmente sono quelli descritti, non sembra tuttavia sorretta da scelte tecnologiche conseguenti. Relativamente modesta si può dire che sia la diffusione dei trattamenti preliminari, grigliatura fine, dissabbiatura, disoleatura, così come del tutto insufficiente stante la dimensione degli impianti, è la presenza di processi di denitrificazione per l abbattimento delle componenti Azotate. Anche le fasi finali di affinamento, volte al possibile riutilizzo delle acque e al miglioramento delle qualità in presenza di ricettori sensibili, risultano scarsamente rappresentate. Quanto al trattamento dei fanghi di supero, sembra anche in questo caso emergere la presenza di scelte tecnologiche non particolarmente avanzate rispetto alle problematiche gestionali e di contenimento dei costi dello smaltimento. La stabilizzazione aerobica dei fanghi è presente in 25 dei 52 impianti in esame, e la disidratazione che pure è estesa a 45 impianti, solo in parte avviene con procedimento meccanico (12 casi in tutto). Non viene dichiarata la presenza di alcuna struttura che addotti la stabilizzazione anaerobica dei fanghi, neppure per quelli maggiori (Ravagnese e Bianco). Tabella 5 Caratteristiche prevalenti della Linea fanghi Filiera linea fanghi Impianti (n ) AE progetto Pre-ispessimento Digestione aerobica Post-ispessimento Disidratazione Ove si vogliano considerare le valutazioni emerse dai sopralluoghi sullo stato degli impianti, il quadro che ne deriva è decisamente problematico. Questo vale in particolare per le opere elettromeccaniche, che all interno delle filiere tecnologiche prevalenti nel parco impianti assumono un ruolo decisivo per la funzionalità ed efficacia dei trattamenti. Si sono dunque esaminati i singoli impianti e le sezioni principali che li costituiscono: la tabella che segue evidenzia innanzitutto il numero degli impianti nei quali è presente la singola sezione di trattamento (Grigliatura, Dissabbiatura, Ossidazione, Sedimentazione secondaria, Disinfezione) e la potenzialità di progetto degli stessi impianti (AE). Tabella 6 Linea acque - Disfunzioni segnalate Parco impianti Disfunzioni OO.EM Linea acque Impianti (n ) AE progetto Impianti (n ) AE progetto Grigliatura % % Dissabbiatura % % Ossidazione % % Sedimentazione secondaria % % Disinfezione % % La ricognizione delle opere 45

46 La seconda parte della tabella mostra viceversa il numero degli impianti sui quali è stata espressa una valutazione negativa a carico delle opere elettriche o meccaniche che sono alla base del funzionamento di quella sezione dell impianto. Unitamente al numero degli impianti è stata riportata anche la potenzialità equivalente (AE) che risulterebbe interessata dalle disfunzioni segnalate. La tipologia delle disfunzioni è molto ampia e può arrivare fino al fermo impianto: non adeguatezza delle macchine, avarie di varia natura, smontaggio e revisioni, stato deteriorato o pessimo delle apparecchiature, fino al mancato avviamento dell opera o assenza di parti essenziali in una delle linee dell impianto. Questa serie di cause incide in maniera pesante sulla efficienza e funzionalità del parco depurativo e le sezioni principali della linea acque sono interessate da carenze che ne mettono in discussione la continuità dell esercizio: oltre ai pretrattamenti (Grigliatura e Dissabbiatura), sono le sezioni centrali del processo biologico (Ossidazione e Sedimentazione) che mostrano tutta la criticità della situazione, per il numero degli impianti e le potenzialità depurative coinvolte. Disfunzioni a carico delle OO.EM Linea acque Potenzialità sezioni impianti (AE) Potenzialità con disfunzioni (AE) Grigliatura Dissabbiatura Ossidazione Sedimentazione secondaria Disinfezione Considerazioni pressoché analoghe si possono svolgere per le disfunzioni che si registrano sulla Linea fanghi delle opere in gestione. Si è visto come a completamento del processo biologico, una larga parte degli impianti si avvalga delle sezioni di Digestione aerobica e Disidratazione. Ebbene, anche in questi casi è possibile ritrovare motivazioni del tutto simili a quelle già indicate per la Linea acque circa il mancato funzionamento di alcune sezioni, la non adeguatezza, insufficienza, o fuori servizio di una o più linee o dell intero comparto, per cause che sono riconducibili a carenze delle apparecchiature elettromeccaniche. Nella fattispecie, si tratta di compressori, diffusori, aeratori, che consentono una regolare esecuzione della fase di Digestione, e di centrifughe, nastro presse, pompe, per la successiva Disidratazione dei fanghi. La ricognizione delle opere 46

47 Tabella 7 Linea fanghi Disfunzioni segnalate Linea fanghi Parco impianti Disfunzioni OO.EM Impianti (n ) AE progetto Impianti (n ) AE progetto Digestione aerobica % % Disidratazione % % Disfunzioni a carico delle OO.EM Linea fanghi Potenzialità sezioni impianti (AE) Potenzialità con disfunzioni (AE) Digestione aerobica Disidratazione In conclusione, l esame delle casistiche su richiamate evidenzia una condizione di diffusa criticità del segmento depurativo, ma consente anche di affermare che, in larga parte le disfunzioni possono essere rimosse con un accurato piano di manutenzioni straordinarie e di riabilitazione delle strutture esistenti, sempre che la gestione sia chiamata ad operare all interno di obiettivi, tempi e costi adeguati alle problematiche evidenziate. La ricognizione delle opere 47

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