Schemi di regolamento
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- Alberto Repetto
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1 Schemi di regolamento 6 ottobre 2009 Note sui regolamenti degli Istituti tecnici e degli Istituti professionali approvati, in prima lettura, dal Consiglio dei Ministri in data 28 maggio 2009 Il riferimento principale, oltre all attuazione della legge 133/08, riguarda le norme di modifica del D.Lgs 226/05 (Licei, in attuazione della Legge 53/03 di riforma Moratti del ciclo secondario che prevedeva la scomparsa degli istituti tecnici e l affidamento degli istituti professionali alle Regioni). In particolare va in attuazione la legge 40/2007 voluta da Fioroni con il recupero dell istruzione professionale alle competenze dello Stato e la reintroduzione dell istruzione tecnica nell ordinamento del II ciclo. I due regolamenti scaturiscono dal lavoro della commissione appositamente costituita nel 2007 che ha continuato ad operare anche dopo il cambio del Ministro, fino al tardo autunno del 2008, quando ha consegnato una prima bozza dei regolamenti. Abbiamo presentato un documento in data 11 novembre 2008, a seguito dell incontro al MIUR con la suddetta commissione, per la presentazione della prima bozza del regolamento sugli istituti professionali: Si riporta, per completezza, il testo inviato: La presenza di una miriade di indirizzi nell istruzione tecnica e professionale suggerisce la necessità di una semplificazione consistente sia all interno dei due settori che tra loro, per evitare sovrapposizioni e ripetizioni che sarebbero incomprensibili agli studenti ed alle famiglie. Dato per scontato che la normativa (Legge 40/2007) intende mantenere separate l istruzione tecnica e quella professionale (a nostro avviso sarebbe stato però più coerente ed utile procedere verso una revisione radicale del sistema), si ritiene che siano corretti e apprezzabili i criteri di differenziazione tra gli istituti tecnici e professionali, in particolare con l individuazione delle caratteristiche distintive elencate nella tabella contenuta nel documento Istituti Tecnici e Professionali come scuole dell innovazione. Ci preme però avanzare alcune considerazioni nel merito (anche se non sono ancora stati resi noti i quadri orari ed i profili) ed in particolare: è necessario evitare di strutturare gli indirizzi indicati in sottoindirizzi definiti dal centro in quanto la flessibilità curricolare prevista dall autonomia consente alle scuole di adeguare l offerta formativa ai territori, per la parte oraria di loro competenza. Ciò ovviamente comporta l assegnazione alle stesse delle risorse e degli strumenti necessari alla gestione di tale flessibilità il cui aumentato tetto orario, presente nella proposta di riordino, ci trova pienamente concordi. Tra gli strumenti che si ritiene di dover indicare si segnala: a) la presenza di una consistente area di opzionalità a scelta individuale degli studenti; b) la costituzione di un organico di istituto con caratteristiche di flessibilità, in modo da consentire alle scuole, per la parte di loro spettanza, di articolare il curricolo in modo funzionale; c) le dotazioni finanziarie necessarie a far fronte agli impegni didattici indicati dall impianto metodologico, in particolare per le attività laboratoriali; d) per quanto riguarda le discipline di insegnamento, si suggerisce di definire delle macro aree, evitando la parcellizzazione oraria che ha come conseguenza un numero di discipline elevato. Ciò è stato, insieme all alto tetto orario settimanale, uno degli elementi che hanno contribuito di più agli alti tassi di insuccesso scolastico. Le macro aree consentono inoltre più facilmente i passaggi tra i vari ordini e la formazione professionale. Vista la complessità degli ordinamenti e l intreccio delle competenze tra lo Stato e le Regioni in questo campo strategico, si ritiene infatti che una semplificazione dei quadri orari possa essere utile, oltre che dal punto di vista formativo, anche per l orientamento degli studenti e la comprensione della struttura del sistema medesimo; nella stessa logica di semplificazione e in quella di attuazione dell obbligo di istruzione, appare opportuno per il primo biennio, ridurre al minimo, nei quadri orari, le differenze tra 1
2 istruzione tecnica e professionale in particolare per quanto riguarda il monte ore da destinare ad attività ed insegnamenti generali; e) è necessario introdurre nel regolamento qualche indicazione puntuale in materia di certificazione delle competenze e di criteri per attuarla. Scheda sugli Schemi di Regolamento Aspetti positivi Consistente riduzione del numero di indirizzi, pur con il mantenimento delle specificità dei settori più importanti. Istruzione tecnica: 1. settore economico con 2 indirizzi 2. settore tecnologico con 9 indirizzi Istruzione professionale: 1. settore servizi con 5 indirizzi 2. Settore industria e artigianato con 1 indirizzo Criticità C è un unica perplessità che riguarda gli indirizzi economici presenti sia negli istituti tecnici che nei professionali. Anche se la finalità dei due ordini è diversa, ci potrebbero essere dei fraintendimenti, come nel passato. Parallelismo dei due regolamenti, anche dal punto di vista strutturale (come avevamo chiesto) pur nel mantenimento delle differenze dei due ordini: - Istruzione tecnica orientata alla produzione (high tech); Istruzione professionale orientata ai servizi (high touch). Semplificazione e parziale riduzione dei precedenti quadri orari, con la presenza di: - una consistente area di insegnamenti generali comuni all interno di ogni ordine (tra gli indirizzi) e tra i due ordini (come avevamo chiesto): 660 ore nel 1 biennio 495 ore nel 2 biennio e nel 5 anno - Attività e insegnamenti obbligatori degli indirizzi: 396 ore nel 1 biennio 561 ore nel 2 biennio e nel 5 anno Il totale orario è di 1056 ore in ciascun anno del quinquennio. Flessibilità di autonomia curricolare (DM 13 giugno n.47/2006) 20% per tutti (1 + 2 biennio + 5 anno) Permane una forte frammentazione disciplinare: 32 ore settimanali nelle due aree (Insegnamenti generali comuni e Attività e insegnamenti obbligatori degli indirizzi) sono divise in un numero di discipline troppo elevato (fino a 14. Poco più di 2 h. settimanali medie per disciplina). Passaggio in ordinamento: Istituti professionali Da classi I, secondo il regolamento classi II e III, con piani di studio previgenti, con orario di 1122 ore (34 h. sett.) Istituti Tecnici Da classi I e II, secondo il regolamento classi III e IV, con piani di studio previgenti, ma con orario di 1056 ore (32 sett.). Sarà emanato un DM che riguarderà anche la riduzione oraria. Per gli Istituti tecnici è un punto di crisi (non solo per il taglio di ore e personale) ma per la necessità di riorganizzazione generale delle scuole. Riferimento alla norma vigente sull autonomia curricolare 2
3 Introduzione di un ulteriore flessibilità curricolare per articolare in opzioni le aree di indirizzo per corrispondere alle esigenze del territorio e ai fabbisogni formativi espressi dal mondo del lavoro e della professioni : Istituti tecnici: 1 biennio: = 2 biennio: 30% 5 anno: 35% Istituti professionali: 1 biennio: 25% 2 biennio: 35% 5 anno: 40% Risultati di apprendimento declinati in competenze, abilità e conoscenze, secondo il Quadro Europeo delle Qualifiche per l Apprendimento Permanente (EQF). Condivisione, nei due ordini, di principi innovatori nella didattica, in grado di metterli realmente in parallelo, non più subordinati l uno all altro. I settori tecnologico (Ist. Tecnici) e industria e artigianato (Ist, professionali) sono dotati di un Ufficio Tecnico per sostegno a organizzazione e funzionalità dei laboratori, loro innovazione, sicurezza Istituzione di un Comitato tecnico scientifico con composizione paritetica di docenti e di esperti esterni con funzioni consultive di supporto a organizzazione delle aree di indirizzo e degli spazi di flessibilità curricolare Stipulazione di contratti d opera con esperti esterni per competenze specialistiche non presenti (limiti: spazi di flessibilità e risorse). Individuazione secondo criteri del Comitato tecnico Scientifico. Costituzione dei dipartimenti disciplinari. Sarà difficile l utilizzazione delle quote di flessibilità per la rigidità della composizione dell organico, delle cattedre e delle regole che ingabbiano la gestione del personale. Almeno la quota di istituto o locale coincidente con i tetti di flessibilità, dovrebbe essere gestita con un organico di istituto. Non è prevista nella struttura dei curricoli un area di opzionalità individuale (era presente, seppure con timidezza, nel D.Lgs 226/05 di Moratti). E previsto invece un elenco con un numero definito di opzioni a livello nazionale. Si tratta quindi ancora una volta di un offerta di pacchetti completi, anche se costruiti in parte dalle scuole. Attenzione: va bene la didattica IN laboratorio, ma va citata anche la didattica laboratoriale che coinvolge tutte le discipline anche FUORI dai laboratori. Problemi relativi agli organici A costo zero Secondo le risorse disponibili Attenzione a non dare indicazioni vincolanti. I dipartimenti sono ormai una realtà organizzativa di molte scuole. Le commissioni di esame possono avvalersi di esperti del mondo economico e produttivo per verifica competenze relative alle aree di indirizzo. Sono previste misure di sistema per la formazione del personale e per l informazione di studenti e genitori Con successivi decreti non regolamentari Per l innovatività dell impianto ordinamentale è necessario un consistente investimento nella formazione dei dirigenti e dei docenti Proprio per il riferimento alla valutazione per 3
4 sono definiti gli indicatori per la valutazione e l autovalutazione degli istituti competenze ed al sistema delle qualifiche (EQF) è necessario indicare standard di prestazione secondo i quali certificare le competenze. Istituzione di un Comitato nazionale per l istruzione tecnica e professionale, composto da Dirigenti, Docenti, Esperti e rappresentanti di Conferenza Presidenti regioni, Ministero del lavoro ecc. Indirizzi sperimentali di percorsi liceali (anche indirizzo scientifico-tecnologico) sono ricondotti ai nuovi ordinamenti dei licei. Istituti tecnici: insegnamento in lingua inglese di una disciplina non linguistica dell area di indirizzo del V anno. Da verificare da attivare nei limiti degli organici a legislazione vigente : sembra una limitazione della disposizione Schema di regolamento Licei Note sullo schema di regolamento dei Licei presentata il Aspetti positivi La confluenza tra i vecchi indirizzi liceali ed i nuovi riguarda principalmente l assorbimento delle sperimentazioni precedenti, con l unica eccezione dei Licei artistici nei quali confluiscono anche gli Istituti d Arte. Per questi c è una consistente riduzione degli indirizzi. Punti comuni con gli altri regolamenti: - è prevista un uscita dai Licei con un diploma che dà accesso agli studi universitari, ITS e al mondo del lavoro; - la scansione in periodi è 1 biennio, 2 biennio, 5 anno; - assolvimento obbligo di istruzione nel 1 biennio; - riferimento a competenze EQF; - istituzione dei dipartimenti - istituzione di un comitato scientifico (non tecnico!?); - stipula di contratti d opera con esterni; - insegnamento in lingua straniera di una disciplina non linguistica nel 5 anno Criticità Da controllare le Indicazioni nazionali, in quanto la maggior parte degli istituti d arte non ha un asse culturale di tipo liceale, ma orientato prevalentemente all operatività. Alcuni dei punti comuni indicati a lato sembrano avere un carattere di mera citazione di ciò che è presente negli schemi di regolamenti degli istituti tecnici e professionali soprattutto alla luce dell analisi dei quadri orari. Sarà necessario controllare attentamente li Indicazioni nazionali. Particolare sottolineatura dell impianto 4
5 orientativo, a partire dal 2 biennio anche con alternanza scuola lavoro, moduli e iniziative di studio-lavoro per progetti, esperienze pratiche, stage. I 6 Licei sono diversi l uno dall altro. L Artistico, il Musicale e coreutico e il Classico fanno parte a sé (o per i tetti orari o per le discipline). Ma anche per gli altri licei, di fatto non esiste un area comune nel biennio. La diversità dei quadri orari fa pensare alla mancanza della definizione di un idea culturale comune di LICEO, anche se il regolamento si affanna per dimostrare il contrario. Passaggio in ordinamento: Da classi I e II secondo il regolamento classi III, IV e V con piani di studio previgenti Orario annuale: - attività e insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti - insegnamenti facoltativi Aumento della flessibilità curricolare per 1 biennio: 20% 2 biennio: 30% 5 anno: 20% Sono previsti attività e insegnamenti facoltativi, coerenti coi piani di studio e/o potenziamenti fino alla diversificazione e personalizzazione dei piani di studio, utilizzando un elenco di discipline (allegato H). Per gli studenti tali insegnamenti sono facoltativi e opzionali. Gli orari dei curricoli sono diversi da liceo a liceo. Si esplica nei limiti del contingente di organico assegnato e tenuto conto delle richieste di alunni e famiglie. E stata fatta una rettifica e previsto un contingente di organico per l introduzione di discipline o per approfondimenti secondo l allegato H. Sarà difficile l utilizzazione delle quote di flessibilità per la rigidità della composizione dell organico, delle cattedre e delle regole che ingabbiano la gestione del personale. Almeno la quota di istituto e/o regionale coincidente con i tetti di flessibilità, dovrebbe essere gestita con un organico di istituto. E previsto un elenco con un numero definito di opzioni a livello nazionale. Si tratta quindi ancora una volta di un offerta di pacchetti completi, anche se costruiti in parte dalle scuole. Risultati di apprendimento declinati in conoscenze, abilità e competenze, secondo il Quadro Europeo delle Qualifiche per l Apprendimento Permanente (EQF). Attenzione: non ci sono vere e proprie indicazioni di carattere metodologico, salvo ciò che viene scritto nell art. 2 a proposito del 2 biennio e dell ultimo anno. Titolo in uscita è Diploma liceale con certificazione delle competenze acquisite Istituzione di un Comitato scientifico con composizione paritetica di docenti e di esperti esterni con funzioni consultive di supporto a organizzazione delle aree di indirizzo e degli Va bene, in linea con gli altri regolamenti. A costo zero 5
6 spazi di flessibilità curricolare Stipulazione di contratti d opera con esperti esterni per competenze specialistiche non presenti (limiti: spazi di flessibilità e risorse). Individuazione secondo criteri del Comitato Scientifico. Costituzione dei dipartimenti disciplinari. Secondo le risorse disponibili Attenzione a non dare indicazioni vincolanti. I dipartimenti sono ormai una realtà organizzativa di molte scuole. Cittadinanza e Costituzione in aree storicogeografica, storico-sociale in Diritto-Economia o Storia Sono previste misure di sistema per la formazione del personale e per l informazione di studenti e genitori Con successivi decreti non regolamentari sono definiti gli indicatori per la valutazione e l autovalutazione degli istituti E necessario un consistente investimento nella formazione dei dirigenti e dei docenti Proprio per il riferimento alla valutazione per competenze ed al sistema delle qualifiche (EQF) è necessario indicare standard di prestazione secondo i quali certificare le competenze. Istituzione di un Comitato nazionale per l istruzione liceale, composto da rappresentanti delle scuole, Università, mondo della ricerca, arte e cultura. I licei Artistico Classico Indirizzi Sezioni Opzioni 1. Arti figurative 2. Architettura Design Ambiente 3. Audiovisivo Multimedia Scenografia Linguistico Musicale e Coreutico 1. Musicale 2. Coreutica Scientifico Scienze umane Scientifico tecnologica Economico sociale 6
7 Il nuovo quadro ordinamentale STRUTTURA: BIENNIO + BIENNIO + 5 CLASSE Obbligo di istruzione a 16 anni si compie nel 1 biennio, attualmente nei percorsi vigenti, oppure NEI PERCORSI TRIENNALI DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE già previsti nell intesa Stato Regioni del luglio E vigente il D.Lgs 76/2005 su Diritto Dovere a istruzione e formazione professionale per il quale si resta in formazione fino a 18 anni (salvo conseguimento di qualifica professionale entro i 18 anni): - nel ciclo secondario - nei percorsi di istruzione e FP - nei percorsi formativi previsti dalla legge sull apprendistato (la cui età di accesso è stata elevata a 16 anni, in concomitanza con l elevamento dell età dell obbligo di istruzione). Istruzione tecnica e istruzione professionale rilasciano DIPLOMI quinquennali, salvo gli istituti professionali che, in sussidiarietà con le Regioni, possono rilasciare qualifiche triennali o diplomi professionali quadriennali (compresi nel repertorio nazionale di cui alla Legge 40/07). Istituti tecnici rilasciano diplomi di PERITO Istituti professionali rilasciano diplomi di TECNICO Licei rilasciano diplomi LICEALI Tutti i diplomi danno accesso agli studi superiori universitari o tecnici (Istituti Tecnici Superiori) e al mondo del lavoro. 7
8 REGOLAMENTI Situazione aggiornata al 5 ottobre 2009 APPROVATI IN CORSO DI APPROVAZIONE Scuola dell infanzia e primo ciclo d istruzione D.P.R. 20 marzo 2009, n. 89 Rete scolastica e risorse umane D.P.R. 20 marzo 2009, n. 81 Organici personale ATA D.P.R. 22 giugno 2009, n. 119 Valutazione degli alunni D.P.R. 22 giugno 2009, n. 122 Istituti Tecnici Schema di Regolamento del 28 maggio 2009 Istituti Professionali Schema di Regolamento del 28 maggio 2009 Centri d Istruzione per gli adulti Schema di Regolamento del 12 giugno 2009 Licei Schema di Regolamento del 12 giugno 2009 Accorpamento classi di concorso istruzione secondaria Formazione iniziale personale docente
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