GROTTA DEI REMERON: IMMERSIONE AL SIFONE BINDA. di Jean-Jacques Bolanz (traduzione di Augusto Binda)
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- Eva Olivieri
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1 27 GROTTA DEI REMERON: IMMERSIONE AL SIFONE BINDA di Jean-Jacques Bolanz (traduzione di Augusto Binda) Comerio, Appena iniziata l immersione mi accorgo che occorre procedere in modo estremamente rapido: tutto quanto tocco sott acqua è ricoperto di fango liquido. Non faccio nemmeno a tempo ad accendere la mia lampada da 100 Watt e mi dimentico due cose che mi procureranno più tardi qualche fastidio (con le bombole che urteranno il plafone): la fascia sotto cosciale dell imbragatura porta-bombole e la cintura fissa-bombole. Poco importa, me ne accorgerò solo sul percorso di ritorno. Il corridoio di partenza ha delle dimensioni piacevoli, 1,50 di larghezza e un altezza da 1 a 2 metri a seconda del luogo. All inizio è sub-verticale (circa 70 ), poi si stabilizza sui 45. A 20 metri dal punto di partenza fisso la sagola ad una pietra del fondo. Ancora prima d aver finito non vedo più niente: una melma molto liquida scende lungo il pendio e riempie il sifone: colore bruno cioccolato. Naturalmente il mio faro sceglie questo momento delicato per impigliarsi nella sagola. Perdo così un paio di minuti e devo poi percorrere altri 3-4 metri nel fango prima di ritrovare l acqua limpida (visibilità 5-10 metri). Devo avanzare in fretta. Fisso la sagola altre due volte ed eseguo un cambio di riduttore quando il manometro sembra indicare 160 bar. Arrivo rapidamente ad un punto di cui stimo la profondità a 30 metri ed oltre il quale mi sembra impossibile proseguire. Un mucchio verticale di ciottoli ostruisce il fondo e due grosse pietre mi lasciano appena lo spazio necessario per rigirarmi (dimensioni della galleria, non tenendo conto dei massi: 1 x 1 m). Sembra di intravedere una prosecuzione al di là dei massi, ma è molto piccola. Mi trovo veramente in fondo. Con qualche difficoltà, perché non riesco assolutamente a vedere quel che faccio, fisso la sagola poi inizio la risalita senza essere riuscito a leggere né il profondimetro né i manometri. Non ho ancora risalito una decina di metri nel torbido più completo che il riduttore di pressione che sto usando si blocca: non c è più aria nella prima bombola. Eseguo lo scambio di riduttori pregando il cielo che vi sia aria a sufficienza nella seconda bombola, nella quale mi sembra di ricordare d aver lasciato qualcosa come 160 bar. La risalita continua senza troppi problemi, ma con una certa fretta di riemergere. L acqua sì schiarisce un pò, e riesco a scorgere vagamente le mie mani aggrappate alla sagola. Conto le targhette che mi passano fra le dita. Dato che non so fino a che distanza sono arrivato, tutto questo non mi è molto utile. Alla sesta targhetta, dopo un passaggio un pò più angusto degli altri e dove la sagola è fissata ad una pietra, la mia pinna sinistra si impiglia nella sagola. Cerco di liberarmi, ma sapendo quanto mi sia scarsa l aria preferisco togliere la pinna, che perdo immediatamente. Riemergo un minuto dopo, ben contento di ritrovare l aria libera. Una bombola è completamente vuota, e l altra contiene ancora 50 bar, cosa che mi permette tre minuti più tardi di ripartire alla ricerca della mia pinna in mezzo alla cioccolata al latte. Naturalmente non la trovo. Il sifone sembra terminato, ed il rilievo sarà difficilissimo da mettere su carta, data la presenza di tutto quel fango. In 15 minuti ho svolto 83 metri di sagola (per il sifone se ne devono contare 78) e sono arrivato alla profondità di 42 metri. Equipaggiamento: muta umida e giubbotto di compensazione, dècobrain (calcolatore dei tempi d immersione), 1 lampada da 100 Watt a mano, 1 x 10 Watt sul casco e 2 Aquaflashes. I colleghi varesini sono stati eccezionali in tutte le circostanze. Il trasporto del materiale è stato fatto rapidamente e senza urti, l accoglienza e l ospitalità perfette.
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3 29 POCO DI NUOVO SUL FRONTE SCONDURAVA di Daniele Sottocorno La Scondurava è da tempo immemorabile una gran fratturaccia che scende dritta dritta, un pozzo dietro l altro, sino a Qualcuno di noi ho creduto di poter sconvolgere quel rilievo così lineare che il GGM ha disegnato nel Una serie di spedizioni nel 1984 ha scavato, risalito e topografato (poco) gli angoli più scomodi della troppo facile strada per il fondo. I risultati sono stati nel complesso desolanti. Passiamo ai fatti (e vediamo anche lo schizzo topografico): 1. Quota -42, ramo Che sale. Esplorato dal GSV nel 1979, dimenticato e riscoperto nell 84, quindi topografato. Forse prosegue, ma la superficie è molto vicina. 2. Quota -50, arrivo d acqua sulla sinistra. Si tratta di un bell interstrato ascendente che fa pensare che non si è mai troppo magri; per i meglio predisposti fisicamente adesso è transitabile per al cuni metri, per gli altri molto meno. E dato per chiu so. 3. Quota -100, arrivo d acqua a destra, 10 m sopra il pavimento. L acqua passa, l aria pure ma, si sa, lo speleologo è pieno di ossa. Scava scava e adesso quasi si passa. Da rivedere. 4. Quota -125, camino sopra la partenza del P46. Un bel caminone senza fine che aspetta i salitori. La corrente d aria promette bene ma Sandro che è caduto no. 5. Quota -170, cunicolo alla base del P46 a sinistra. Discendente, già visitato da ignoti, chiude su un bel letto di sabbia. 6. Quota -215, finestre nel P39. La finestra più grande è stata risalita da Gigi Anzi (con grande disprezzo della vita di noi altri seduti più in basso) e chiude in viva roccia dopo una ventina di metri. Un piccolo cunicolo intercettato dal pozzo per erosione parietale aspetta ancora che qualcuno esegua le scomode manovre necessarie per entrarvi. Prosegue verso il basso per qualche metro (stretto) e altro non si può vedere senza infilarvisi. 7. Quota -250, camino sopra la partenza del P23. Risalito interamente per 20 metri ci ha condotti in un cunicoletto ascendente e quindi in una graziosa saletta sigillata al silicone. Con unanime e tacita approvazione la risalita, in segno di disprezzo, non è stata rilevata. Inserito nel rilievo c è uno schizzo fatto a memoria. 8. Quota -305, risalita al fondo. Una breve arrampicata ci ha portati abbastanza in alto da scoprire che il cunicolo chiave è una modestissima nicchia. 9. Quota -305, risalita nella saletta vicino al fondo. Una sollazzevole buca da lettere in salita, piena di eccentriche e priva di prosecuzioni. Non andateci per vedere le concrezioni perché le abbiamo rotte tutte con la mazzetta e nascoste nel fango. E mancato lo stato d animo necessario per rilevare. Altre speranze, congetture e tentativi frustrati hanno fatto da contorno alle delusioni più acute, e sarebbe ulteriormente penoso parlarne: basti quanto detto. Non per questo comunque non resta più nulla da fare, ma passerà ancora un pò di tempo prima che la Scondurava veda le nostre corde penzolare dai suoi pozzi. Mi rendo perfettamente conto che questo articolo è un pessimo esempio di letteratura speleologica d altronde, passi per le gioie, ma i dolori quando si può, si dividono volentieri con gli altri. pozzo P40 e la saletta detta «tempietto cinese»
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5 31 LA GROTTA MAURO LOZZA di Lorenzo Marzoli LoVa 2466 Coordinate: ,4 N ,7 W Quota: 690 m slm Sviluppo spaziale: 93 m Dislivello: 17 m (+16; -1) Comune: Varese Località: Sacro Monte di Varese Tavoletta I.G.M.: 31 I SO Gavirate Chi, avendo seguito un corso di speleologia, possedendo qualche nozione di geologia od essendosi comunque già accostato al mondo ipogeo, capitasse nei pressi di Varese e visitasse la grotta Mauro si renderebbe subito conto che si tratta di un fenomeno abbastanza peculiare, ed è per questo che ne voglio parlare. E stata scoperta da poco, per un caso fortunato, da due ragazzi del G.S.V. che hanno notato una piccola risorgenza alla base di una parete formata da una lunga fascia calcarea molto visibile d inverno, seminascosta d estate dalla folta vegetazione. Perché è stata chiamata Mauro? Mi era sembrata una decisione ovvia dopo che mi ero interiormente promesso, alla scomparsa di Mauro Lozza, di dedicare alla memoria di questo amico caduto in montagna la prima grotta che avessi scoperto. E facile trovarne l ingresso: è a m in linea d aria dalla strada che dalla Prima Cappella del Sacro Monte di Varese porta al bivio S. Monte - Campo dei Fiori, sul lato destro (per chi sale) dell unico rettilineo che termina con il ponticello ad arco della vecchia funicolare. La cavità è di modeste proporzioni e non presenta difficoltà particolari fintanto che se ne segue l andamento principale. Ha due passaggi un pò impegnativi: il primo all entrata, il secondo fra la prima e la seconda saletta; a proposito del primo, ricordiamo che per il momento è l unico accesso e che è percorribile, dopo essere stato un poco allargato, in condizioni abbastanza normali. Se però durante la permanenza in grotta si verificassero precipitazioni particolarmente abbondanti potrebbe verificarsi una situazione potenzialmente pericolosa perché il deflusso di tutta la grotta avviene attraverso l entrata, che verrebbe colmata dalle acque prima che si disperdano nella valle. E quindi meglio stare attenti ed evitare il bagno (o peggio...) tenendo d occhio il cielo prima di en trare. Procedendo dopo l ingresso si attraversa una magnifica saletta, con due piccoli bacini, interessanti sia per la loro bellezza che per la fauna che li abita e che anima anche le pareti rocciose, poi si arriva al ramo fossile, tranquillo e silenzioso e nel Scorcio suggestivo della grotta «Mauro Lozza» (foto M. Galimberti) quale i nostri baldi giovani hanno lavorato duramente per mesi a! fine di oltrepassare una piccola fessura posta in alto a sinistra di chi procede. Il lavoro svolto è messo in evidenza sia dalle tracce di scavo che dal materiale rimosso ed accumulato sui lati del passaggio; anche se dopo tanti sforzi l unico risultato è stato quello di poter risalire di una trentina di metri in verticale, bisogna elogiare il gruppetto di entusiasti che che non ha rinunciato all impresa sostenuto dalla visione di grandi cose. In questo piccolo ramo sono anche stati ritrovati ossa e teschi di piccoli animali, non ancora classificati, e la scarpa, la famosa scarpa che rimane ancora oggi un punto d interrogazione: è nera, numero 42, tomaia liscia, in buone condizioni. Un poeta in vena di bizzarrie potrebbe scriverci sopra qualcosa di divertente, concludendo magari così: Dove sarà finita l altra?. Allo speleologo invece non occorrono fantasie, gli basta la constatazione che una scarpa ha trovato la strada nelle viscere della montagna, fermandosi in un punto che da lei ha preso nome, e questo fa sognare di potere un giorno o l altro trovare una seconda entrata. Il ramo fossile, e la grotta, terminano con una saletta che, inevitabilmente, è stata chiamata Sala dell organo a causa delle fantastiche concrezioni che assomigliano a canne d organo pronte, almeno nell immaginazione, a suonare. A chi ha orecchie per intendere, ricordiamo che la grotta è già stata posizionata, rilevata e catastata; quindi buon divertimento, e non invocate l ignoranza. Nota Bene: la scarpa nera numero 42 può essere ritirata nella nostra Sede alle 21,30 di ogni giovedì da chi dimostri di esserne legittimo proprietario e ci possa dare qualche informazione utile sulla grotta...
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7 33 IL MONTE SAN FRANCESCO di Andrea Gonzaga Questo monticello sopra Velate, delimitato su un lato dal corso del torrente Vellone, è stato recentemente l oggetto di numerose battute da parte del G.S.V.. L interesse per il Monte San Francesco nasce molto in basso: a quota -441, al Lago Erika; il sifone terminale dell ex-fondo della Grotta Marelli si trova nel cuore di questo massiccio. Da alcuni rami laterali dell Erika, non ancora completamente esplorati a causa delle loro strettoie, si sente profumo di esterno, e potrebbe trattarsi dell agognato secondo ingresso della Marelli che cerchiamo da tanto tempo. I ritrovamenti sono stati numerosi. Le due cavità qui descritte, pur non essendo fra le più importanti come estensione, sono interessanti a causa della loro notevole circolazione d aria e ci sembrano molto promettenti. Antro della Calce LoVa 2468 Coordinate: 45 5O 55,9 N ,8 W Quota: 505 m slm (IRTA) Sviluppo spaziale: 15 m Dislivello: -5 m Comune: Varese Località: Velate, Valle del Vellone Tavoletta I.G.M. 31 I SO Gavirate Formazione geologica: Calcare di Moltrasio Percorso di avvicinamento Dalla piazza della Chiesa di Velate si prosegue verso la piazzetta adiacente; poi in direzione dell acquedotto, si incontra un sentiero che piega a destra fra le ultime case del paese, lo si segue fino ad incontrare il corso del Vellone che si risale fino ad un antica fornace posta sulla sinistra idrografica. Una decina di metri dopo la fornace, sulla destra idrografica, si apre la grotta: l ingresso è evidenziato da un ampio scavo. Descrizione La cavità è piuttosto angusta, anche se contiene una saletta a cui si accede da una strettoia impegnativa. L accesso al ramo più profondo è per ora parzialmente ostruito da materiale franato. Vi è una forte circolazione d aria, in entrata durante l inverno e viceversa in estate. Esplorazione Al momento della scoperta la grotta si presentava come un leggero smottamento del terreno. L ampio scavo ha richiesto una notevole mole di lavoro, con la partecipazione di numerosi soci. Attualmente la sola probabilità di prosecuzione riguarda una piccola apertura sul fondo della sala.
8 34 Buco sopra la sorgente di Velate LoVa 2484 Coordinate: ,4 N ,7 W Quota: 600 m slm Sviluppo spaziale: 6 m Dislivello: nessuno Comune: Varese Località: Velate Tavoletta I.G.M. 31 I SO Gavirate Formazione geologica: Calcare di Moltrasio Percorso di avvicinamento Dietro la casamatta dell acquedotto di Velate si trova un ampia conca dalla quale parte una stretta valletta. La cavità si trova sulla sinistra idrografica, a tre metri dal fondo della stessa ed a 600 metri di quota. L ingresso è poco visibile. Descrizione Cavità d interstrato. Sorgente temporanea (troppo pieno di una sorgente perenne a quota inferiore). Meteorologia Forte circolazione d aria, in entrata durante l inverno e viceversa in estate. Esplorazione La cavità fu scoperta, in modo abbastanza straordinario, da Bronco (Lorenzo Marzoli), in una sera buia mentre altri scavavano al vicino Antro della Calce. La disostruzione, già iniziata, si presenta lunga e faticosa, tuttavia merita di essere condotta a termine. Cunicolo del Vellone LoVa 2467 Coordinate: ,5 N ,5 W Quota: 585 m slm Sviluppo spaziale: 7 m Dislivello: -2 m Comune: Varese Località: Valle del Vellone Tavoletta I.G.M. 31 I SO Gavirate Formazione geologica: Dolomia Principale (Norico) Percorso d avvicinamento Dalla captazione dell acquedotto di Velate (quota 570 IRTA) parte un sentiero che segue la Valle del Vellone; al primo bivio si prende la sinistra, al secondo la destra e si giunge al letto del torrente; 15 metri a monte dell attraversamento, lungo la valle, sulla sinistra, si trova la cavità. Descrizione Modesta cavità con morfologie freatiche e successivo approfondimento vadoso; è riempita quasi totalmente da detriti rocciosi cementati, probabilmente deposti dal torrente Vellone. Scarse possibilità esplorative. Esplorazione Cavità scoperta, esplorata e rilevata dal G.S.V. nel Grotta presso la Scondurava di Daniele Sottocorno LoVa 2461 Coordinate: ,3 N W Tavoletta I.G.M.: Gavirate 31 I SO Quota: 960 m slm Sviluppo spaziale: 20 m Dislivello: 6 m (+4, -2) Comune: Comerio Località: Monte Campo dei Fiori, Valle della Tacca Formazione geologica: Calcare di Moltrasio, Lias Inferiore Percorso di avvicinamento Partendo dall ingresso dell Abisso della Scondurava, costeggiare per 60 metri circa verso Ovest. L ingresso si trova in prossimità di un piccolo dosso. Descrizione Modesta cavità d interstrato, parzialmente ingombra di detrito di diverse pezzature. L ingresso praticabile è in un inghiottitoio temporaneo doliniforme. La cavità è in collegamento con l esterno poco più a Nord dell ingresso. Nella parte più profonda si intravedono alcune prosecuzioni, allo stato attuale non praticabili. Esplorazione: Reperita da Ivo Scacciotti, è stata esplorata dal G.S.V. nel 1984 e rilevata nello stesso anno.
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11 37 AGGIORNAMENTI CATASTALI Grotta del tasso di Alessandro Uggeri LoVa 2088 Coordinate: N W Quota: 450 m slm Sviluppo spaziale: > 110 m Dislivello: -25 m Comune: Varese Località: Fontana degli Ammalati (Valganna) Tavoletta I.G.M.: Gavirate 31 I SO Formazione geologica: Formazione di Saltrio (Hettangiano) e Calcare di Moltrasio (Sinemuriano) Percorso di avvicinamento Lungo la Statale della Valganna, provenendo da Ganna, deviare a destra poco prima della Galleria presso la Birreria Poretti, per Fontana degli Ammalati; oltrepassato un ponticello sull Olona, si incontra una captazione dell acquedotto, dietro la quale parte una traccia che risale lungo il vallone e conduce, dopo una cinquantina di metri, all apertura della cavità; l ingresso è visibile dalla Statale. Note geologiche e morfologia: La cavità si sviluppa entro la formazione di Saltrio (Hettangiano) ed il Calcare di Moltrasio (Sinemuriano Inferiore). La prima è caratterizzata da estrema eterogeneità di litologie (encriniti, biocalcareniti, oocalcareniti, ecc.), nel loro complesso ottimamente carsificabili; lo spessore è di pochi metri. Il soprastante Calcare di Moltrasio è costituito da calcare con noduli di selce; la quantità di noduli, inversamente proporzionale alla carsificabilità, è crescente verso l alto. La cavità è estremamente complessa morfologicamente: sono presenti resti ben conservati di un notevole sistema di condotti freatici; non mancano morfologie vadose (ramo del fondo) con pozzi-cascata (P1). Entrambi i tipi di gallerie sono riempiti parzialmente o totalmente da sedimenti probabilmente fluvioglaciali; si tratta di peliti, sabbie e grossi blocchi arrotondati di diverse litologie con prevalenti granofiri e micascisti; questi due litotipi affiorano in Valganna soltanto alcuni chilometri più a Nord; l agente di trasporto è stato presumibilmente il torrente Olona, il cui letto è attualmente ad una quota di circa 50 metri inferiore rispetto all ingresso della cavità. La cavità è attualmente fossile con rare concrezioni. Descrizione tecnica: Lo stretto ingresso dà adito ad uno scivolo, a metà del quale c è un bivio: scendendo a sinistra si arriva ad un piccolo vano; oltrepassando quindi una strettoia sulla sinistra, si giunge ad uno scivolo, quindi ad una breve galleria e ad una serie di strettoie, l ultima delle quali giudicata sotto il limite di ingombro del corpo umano. Affrontando invece uno stretto passaggio sulla destra, si arriva ad un pozzo, per la discesa del quale è consigliabile l uso di una corda di sicurezza (armo naturale). Alla base si trovano dei fusoidi coalescenti (non segnati nel rilievo per difficoltà grafiche); uno stretto pozzetto (scendibile in libera) permette di raggiungere il ramo inferiore, che termina in strettoia sia in salita che in discesa. Meteorologia - Idrologia: L attività idrica della cavità è scarsa: solo stillicidi ed un piccolo rivolo d acqua semipermanente nel ramo inferiore. L ipotesi che la cavità sia collegata alla sottostante Fontana degli Ammalati, per quanto probabile, non è stata ancora suffragata da colorazioni. Nella grotta si percepiscono solo correnti d aria molto deboli. Esplorazione: L ingresso della cavità ed i primi dieci metri sono noti da almeno una ventina d anni; nel Dicembre 1986 Ivo Scacciotti e Gianfranco Crugnola, forzando una strettoia, hanno esplorato la restante parte della cavità. Il rilievo della cavità è stato realizzato dal G.S.V. nella primavera 1987 utilizzando lo strumento prototipo M6. La Grotta del Tasso è probabilmente parte di un considerevole complesso carsico riempito parzialmente da sedimenti trasportati dall Olona; esistono notevoli possibilità esplorative che tuttavia necessitano probabilmente di grossi scavi.
12 38 ABISSO STRIP-TEASE di Daniele Sottocorno LoVa 2480 Coordinate: N W Quota: 1050 m slm Sviluppo spaziale: 30 m Dislivello: -13 Comune: Cittiglio Località: Monte Nudo, Passo del Cuvignone Formazione geologica: Calcare Selcifero Lombardo (Lias Inferiore) Percorso di avvicinamento All altezza dell ultima curva prima del Passo del Cuvignone, seguire una carrozzabile sulla destra. Raggiunto un piccolo pianoro panoramico, imboccare il sentiero alto fra i due che percorrono il versante Sud a mezza-costa. Poche decine di metri prima di un ripetitore salire lungo la massima pendenza per una decina di metri. L ingresso è visibile solo negli ultimi metri di avvicinamento. Descrizione Modesta cavità di origine tettonica. Fessura impegnativa tre metri dopo l ingresso. Stillicidio assente. Circolazione d aria a tubo di vento, ingresso alto. Esplorazione Cavità reperita dal G.S.V. alla fine del 1984, disostruita, esplorata e rilevata nel febbraio Non si intravedono ulteriori possibilità esplorative.
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20 21 MONTE CAMPO DEI FIORI GROTTA MARELLI di Alessandro Uggeri LoVa 2234 Coordinate: 45 51 45 N 3 40 24,5 W Quota: 1027 m slm Sviluppo spaziale: 4840 m (topografati) Dislivello: -456 m Comune: Varese
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Bollettino del Gruppo Speleologico CAI Varese - SSI - n. 1 3 Bollettino dcl Gruppo Speleologico CAI Varese - SSI n 1 1988 Redazione: G. Scattorelli - D. Sottocorno Hanno collaborato: U. Bernasconi - A.
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