Livia Carratù Ministero dell Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare Torino, 5 aprile 2013
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1 Livia Carratù Ministero dell Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare Torino, 5 aprile 2013
2 Le nuove strategie nel settore energetico danno sempre maggiore importanza agli scarti agro-forestali e agroindustriali come matrici per produrre energia.
3 DM 6 luglio 2012-Tabella 1.1
4 DM 6 luglio Tabella 1A 1. Sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano. Reg. 1069/2009 Classificati di categoria 3 [ ] Classificati di categoria 2 [ ] Classificati di categoria 1 [ ]
5 DM 6 luglio Tabella 1A 2. Sottoprodotti provenienti da attività agricola, di allevamento, dalla gestione del verde e da attività forestale. Effluenti zootecnici; Paglia; Pula; Stocchi; Fieni e trucioli da lettiera; Residui di campo delle aziende agricole; Sottoprodotti derivanti dall espianto; Sottoprodotti derivanti dalla lavorazione dei prodotti forestali; Sottoprodotti derivanti dalla gestione del bosco; Potature, ramaglie e residui dalla manutenzione del verde pubblico e privato.
6 DM 6 luglio Tabella 1A 3. Sottoprodotti provenienti da attività alimentari e agroindustriali [ ] 4. Sottoprodotti provenienti da attività industriali [ ]
7 D.Lgs. 152/ Art.184 bis È un sottoprodotto e non un rifiuto qualsiasi sostanza od oggetto che soddisfa tutte le seguenti condizioni: a) la sostanza o l oggetto è originato da un processo di produzione, di cui costituisce parte integrante, e il cui scopo primario non è la produzione di tale sostanza od oggetto; b) è certo che la sostanza o l oggetto sarà utilizzato, nel corso dello stesso o di un successivo processo di produzione o di utilizzazione, da parte del produttore o di terzi; c) la sostanza o l oggetto può essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale; d) l ulteriore utilizzo è legale, ossia la sostanza o l oggetto soddisfa, per l utilizzo specifico, tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute e dell ambiente e non porterà a impatti complessivi negativi sull ambiente o la salute umana.
8 Bozza Decreto sui sottoprodotti INDIVIDUA I CRITERI PER STABILIRE QUANDO LE BIOMASSE UTILIZZABILI A FINI ENERGETICI POSSONO ESSERE CONSIDERATE SOTTOPRODOTTI AI SENSI DELL ARTICOLO 184 BIS COMMA 2 DEL D.Lgs. 152/2006.
9 Principi bozza decreto (1): il rispetto della condizione a. dell art.184bis La condizione a. può essere rispettata prevedendo che il produttore elabori un documento /dichiarazione preventiva in cui descriva l intero processo di produzione dal quale scaturisce in primis il materiale che rappresenta lo scopo principale del processo produttivo e, come parte integrante, il sottoprodotto
10 Principi bozza decreto (2): il rispetto della condizione b. dell art.184bis La condizione b. implica che il sottoprodotto sia già stato identificato come utilizzabile al momento dell uscita dal processo di produzione. ESIGENZE CONTRAPPOSTE: da un lato, garantire che, uscendo il sottoprodotto come ancora non chiaramente definito, l operazione risulti essere recupero dei rifiuti; dall altro, evitare l inapplicabilità della norma da parte degli operatori a causa dell impossibilità di effettuare contratti prima della produzione del sottoprodotto. Forse superabile facendo assumere al produttore la responsabilità di dichiarare anche preventivamente le tipologie di impianti idonei ad utilizzarlo e ribadirlo successivamente?
11 Inoltre: Principi bozza decreto (3): il rispetto della condizione b. dell art.184bis L unica figura intermediaria permessa dovrebbe essere quella del trasportatore che opera su richiesta del produttore o dell utilizzatore Lo stoccaggio dovrebbe avvenire secondo criteri stringenti a riguardo, sia in fase sul luogo di produzione, che di utilizzo che nella fase di trasporto
12 Principi bozza decreto (4): il rispetto della condizione b. dell art.184bis La tracciabilità dovrebbe essere garantita dal DDT e da una dichiarazione del produttore in accompagnamento al lotto.
13 Principi bozza decreto (5): il rispetto della condizione c. dell art.184bis Cosa implica la condizione c.? Cosa si intende per normale pratica industriale? Non esiste una definizione puntuale in merito Per le singole categorie sarebbe preferibile individuare, piuttosto che una definizione generica, un elenco esaustivo delle pratiche ammesse.
14 Principi bozza decreto (6): il rispetto della condizione d. dell art.184bis Gli impianti di utilizzo dovrebbero: quando soggetti ad autorizzazione, essere espressamente autorizzati all utilizzo dello specifico sottoprodotto. quando non soggetti ad autorizzazione, garantire il rispetto almeno dei valori emissivi previsti per la specifica tipologia di impianto secondo quanto previsto dalla normativa in materia di emissioni. Dovrebbero essere inoltre rispettati gli eventuali requisiti di sostenibilità applicabili ai sensi della normativa nazionale vigente.
15 Altri strumenti normativi sulle biomasse solide Sono diversi gli strumenti a riguardo, tra cui: decreto MATTM (art.8 del D.M. 6 luglio 2012) che prevede che gli impianti alimentati da biomassa possano accedere a specifici premi qualora l esercizio degli impianti dia luogo ad una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra rispetto ai valori obiettivo indicati in un apposita procedura ENEA-CTI; direttiva in preparazione che introduce dei criteri di sostenibilità per le biomasse solide e gassose.
16 Conclusioni Gli atti normativi in itinere, sia a livello comunitario che nazionale, sono orientati a premiare le biomasse, in particolare i sottoprodotti, a condizione ovviamente che venga garantita la tracciabilità degli stessi. Questo implica che gli operatori dovranno attenersi ad un pacchetto di norme ben definite e strutturate per poter godere degli incentivi. Come risultato si dovrebbe avere una valorizzazione di risorse finora non adeguatamente considerate tramite un utilizzo standard e non arbitrario.
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