IMPRESA IN GENERE

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1 IMPRESA IN GENERE Primi dati dell imprenditoria femminile In collaborazione con 1

2 INDICE INTRODUZIONE IL TERRITORIO: UN FENOMENO SEMPRE PIU CAPILLARE AUMENTANO LE IMPRENDITRICI NEI SETTORI MASCHILI IMPRESE FEMMINILI: UN AVVENTURA ANCORA GIOVANE 32MILA IMPRESE DI DONNE IMMIGRATE FORME GIURIDICHE: LE IMPRESE SI STRUTTURANO LE DONNE SCELGONO LE DONNE NELL'IMPRESA LE DONNE AL COMANDO CRESCONO PERSONE: DISTRIBUZIONE SETTORIALE SINTESI 2

3 INTRODUZIONE I dati riportati in questo rapporto sono tratti dall Osservatorio dell Imprenditoria femminile e dal Registro imprese, riferiti al quinquennio dicembre 2003 dicembre Il rapporto è strutturato in due sezioni: la prima Imprese femminili fornisce statistiche sulle imprese partecipate prevalentemente da donne; la seconda Persone femminili fornisce statistiche sulle donne in ruoli di responsabilità in impresa. In relazione alla prima area di indagine i dati riportano elaborazioni dal 31 dicembre 2003 al 31 dicembre 2007 relative alle imprese attive; in relazione alla seconda area i dati riportano elaborazioni relative alle donne che occupano in imprese attive - rispetto alla forma giuridica prescelta - ruoli decisionali. Si è, a tal fine, valutato e convenuto di considerare le seguenti tipologie di figure chiave in due gruppi: titolare, socio, amministratore (nelle diverse specificità amministratore delegato, amministratore unico, consigliere delegato, presidente del consiglio di amministrazione, presidente del consorzio); altre cariche (direttore generale, direttore, direttore tecnico). Rispetto agli aggiornamenti semestrali condotti sulla base dei dati dell Osservatorio dell Imprenditoria Femminile, questo Rapporto presenta le seguenti novità: la base temporale di riferimento estesa a cinque anni consente una lettura del fenomeno più completa ed approfondita con riflessioni riferite alle variazioni; il dettaglio settoriale può fornire un approfondimento di maggiore interesse soprattutto a livello territoriale; l analisi delle persone che viene sviluppata per la prima volta sul Registro delle Imprese, può facilitare un focus sulla presenza delle donne nei luoghi decisionali, tema strategico anche in ordine alle attuali riflessioni. 3

4 IL TERRITORIO: UN FENOMENO SEMPRE PIU CAPILLARE I dati suddivisi per regioni dimostrano una forte caratterizzazione territoriale delle imprese femminili. Tuttavia, il confronto con il primo anno di riferimento evidenzia la tendenza ad una diffusione più uniforme sul territorio, almeno sotto il profilo quantitativo. Le Regioni che al 31 dicembre 2007 fanno registrare in termini percentuali rispetto al totale delle imprese di quel territorio una presenza forte delle imprese guidate dalle donne sono: il Molise, la Basilicata e la Campania. A livello provinciale, una percentuale importante di imprese femminili rispetto al totale, si registra ad Avellino, Campobasso, Potenza e Chieti. Come emerge dalla tabella 1 e dal grafico 1, se si osservano le variazioni che hanno interessato nell ultimo quinquennio il tessuto imprenditoriale femminile, si nota che le regioni dove si è registrata la variazione percentuale più consistente sono: Lazio (+10,92%), Sardegna (+7,88%), Lombardia (+8,60%), Campania (+7,66%), Calabria (+6,64%), Sicilia (+6,59%). Al contrario, le variazione percentuali negative più significative hanno interessato Molise (-2,91%), Valle d Aosta (-2,79%), Basilicata (-1,78%). Sostanzialmente stabile la dinamiche del Friuli Venezia Giulia (+0,30%) e della Liguria (+1,23%). A livello provinciale, al 31 dicembre 2007, è Roma la città con il più elevato numero di imprese femminili in valore assoluto (61.584), seguita da Napoli (59.725) e Milano (57.199). Dai dati provinciali desumibili dalla tabella 2, si può cogliere anche il trend positivo nelle realtà provinciali a più modesto sviluppo economico. Veri e propri picchi di crescita hanno interessato la provincia di Enna (+21,45%), quindi Roma (+15,51%), Prato (+13,17%) e Catanzaro (+ 12,01%). Buona la performance di altre realtà come: Crotone (+10,99%), Bergamo (+10,68%), Sassari (+10,05%), Lodi (+9,79%), Vibo Valentia (+9,63%), Napoli (+9,57%). Stabili, invece, Biella (+0,03%), Ravenna (+0,21%), Belluno (+0,23%). Da segnalare, sul fronte opposto, le variazioni negative di Campobasso (-3,60%), Imperia (-3,30%), Aosta (2,79%), Matera (-1,80%), Cuneo (-1,76%), Potenza (-1,76%), Pordenone (-1,50%). Il calo di Milano (-9,02%), invece, appare dovuto prevalentemente alla costituzione della Camera di Commercio di Monza e Brianza che, al 31 dicembre scorso, registra come attive imprese femminili su totali, pari al 20,47%. 4

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6 GRAFICO 1: VARIAZIONE DELLE IMPRESE TOTALI E FEMMINILI PER REGIONE ( ) 12,00% 10,00% 8,00% 6,00% 4,00% 2,00% 0,00% -2,00% -4,00% ABRUZZO BASILICAT A EMILIA CALABRIA CAMPANIA ROMAGNA FRIULI VENEZIA GIULIA LAZIO LIGURIA LOMBARDI A MARCHE MOLISE PIEMONTE PUGLIA % TOTALE 3,03% -1,12% 3,62% 4,36% 3,46% -0,74% 8,61% 2,77% 4,84% 3,38% -1,44% 2,91% 0,98% 4,95% 2,84% 3,87% 2,58% 3,04% 0,67% 2,24% 3,59% % di cui: Imprese femminili 3,85% -1,78% 6,64% 7,66% 5,31% 0,30% 10,92% 1,23% 8,60% 6,10% -2,91% 3,58% 3,82% 7,88% 6,59% 5,00% 2,99% 4,62% -2,79% 4,94% 5,84% SARDEGN A SICILIA TOSCANA TRENTINO ALTO ADIGE UMBRIA VALLE D'AOSTA VENETO ITALIA 6

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8 AUMENTANO LE IMPRENDITRICI NEI SETTORI MASCHILI Se i tassi di femminilizzazione più elevati si registrano ancora in settori più tradizionalmente caratterizzati dalla presenza femminile (Altri servizi alle persone,+49,34%; sanità e altri servizi sociali, +41,95%; alberghi e ristoranti, +33,65% e nell agricoltura, +29,30%), forte è la tendenza da parte delle donne imprenditrici ad invadere anche ambiti tradizionalmente appannaggio degli uomini. Le variazioni percentuali più elevate di imprese femminili si registrano infatti nella produzione di energia (+59,39%), e nelle costruzioni (+34,50%), oltre che nella sanità (+34,53%). Bene anche le attività immobiliari (+24,74%) e i trasporti (+23,32%). Rallenta l incremento delle imprese manifatturiere (+1,15%) e di quelle del commercio (+4,01%). In calo in maniera consistente il settore dei servizi domestici, di più per le imprese femminili anche se occorre tener presente l esigua quantità di unità produttive attive in questo settore. Da segnalare è anche l ulteriore riduzione dell agricoltura (-4,74%), per quanto in questo caso le imprese femminili sembrano resistere di più di quelle totali, la cui consistenza si riduce nel periodo (-6,70%). Il settore agricolo resta comunque un ambito privilegiato del fare impresa al femminile, visto che l incidenza delle imprese guidate da donne sul totale è pari a quasi il 30%. La crescita o la diminuzione di imprese femminili nei diversi settori è comunque piuttosto variegata sul territorio. Le riduzioni più consistenti nel settore agricolo si registrano in Valle d Aosta (-17%), Liguria (-13,76%), Molise (-13,12%).Sul fronte opposto, sono la Calabria con il 9,97%, l Umbria con il 3,37%, la Sicilia con il 2% quelle invece in cui si è verificato un aumento. Lazio (+55,95%),Emilia Romagna (+51,68%), Molise (+50,62%), Umbria (+50,25%) sono poi le regioni che segnano l incremento maggiore nel settore delle costruzioni.la vocazione turistica della Puglia e della Campania emerge dall incremento consistente delle imprese guidate da donne, rispettivamente (+22,04%) e (+18,27%). In Sardegna (+31,74%) e Sicilia (+32,34%) si evidenzia la più elevata espansione delle imprese dell intermediazione monetaria e finanziaria. Alle Marche e al Veneto va il primato dell aumento delle attività immobiliari, noleggio ed informatica. I dati desumibili dalle tabelle e dal grafico 2 possono essere letti come indicatori di una trasformazione qualitativa delle imprese femminili ed il lento ma progressivo superamento degli stereotipi di genere. Si ritiene interessante anche riflettere sulla consistenza delle imprese femminili attive con il dettaglio settoriale alla divisione ATECO al 31 dicembre 2007 (tabelle 10,11,12) così da evidenziare, ad esempio,la forte presenza femminile nel commercio al dettaglio esclusi autoveicoli ( ), tra le altre attività dei servizi ( imprese), tra alberghi e ristoranti (88.660), oppure nel commercio all ingrosso (71.066), tra le altre attività professionali e 8

9 imprenditoriali (61.102). In termini di variazioni percentuali sono le poste e telecomunicazioni che segnano l incremento più consistente (+250,99%), ma il saldo è di solo unità produttive. Molto bene le attività immobiliari (+44,07%) e la ricerca e sviluppo (+30,95%); quest ultima con un saldo, però, molto basso (+117 unità produttive). Altre curiosità: crescono le imprese rosa anche in settori come la fabbricazione di mezzi di trasporto (+45,65%) e lo smaltimento dei rifiuti solidi (+34,53%). 9

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17 GRAFICO 2 - IMPRESE FEMMINILI ATTIVE: VARIAZIONE PERCENTUALE PER SETTORE 80,00% 60,00% 40,00% 20,00% 0,00% -20,00% -40,00% -60,00% -80,00% -100,00% A - Agricoltu ra, B - Pesca,pi scicoltur C - Estrazion e di D - Attivita' manifattu E - Prod. e distrib. energ. F - Costruzi oni G - Comm. ingr. e H - Alberghi e I - Trasporti, J - Intermedi az. K - Attiv.imm ob.,noleg Serie1-4,74% 10,85% 7,04% 1,15% 59,39% 34,50% 4,01% 9,75% 23,32% 13,42% 24,74% -90,70% 11,39% 34,53% 7,25% -91,18% -0,26% 5,84% L - Pubbl.a mm.e M - Istruzion e N - Sanita' e altri O - Altri servizi pubblici, P - Serv. domestic i presso X - Imprese non TOTALE 17

18 IMPRESE FEMMINILI: UN AVVENTURA ANCORA GIOVANE Come mostra la tabella 10 e il grafico 3, la stragrande maggioranza delle imprese femminili ( ) è nata dopo il 1980 e oltre nel decennio Alla fine del 2007, 901 sono le imprese guidate da donne ancora attive che si siano iscritte al Registro Imprese prima del Le più mature appartengono al settore del commercio. Risalenti invece al periodo compreso tra il 1940 e il 1949 sono poi attività imprenditoriali, le più numerose delle quali operano nelle attività immobiliari. Al decennio successivo appartengono imprese, delle quali operano nel commercio, che nel complesso risulta essere è il settore imprenditoriale femminile più longevo. 18

19 GRAFICO 3 - IMPRESE FEMMINILI ATTIVE 2007: CLASSE DI ANNO DI ISCRIZIONE 0,04% 0,18% 0,05% 0,62% 2,11% 6,42% 17,46% 50,00% 23,10% Antecedente al 1940 Dal 1940 al 1949 Dal 1950 al 1959 Dal 1960 al 1969 Dal 1970 al 1979 Dal 1980 al 1989 Dal 1990 al 1999 Dal 2000 al 2009 TOTALE 19

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21 32MILA IMPRESE DI DONNE IMMIGRATE Particolarmente significativo il contributo delle donne non italiane all espansione delle ditte individuali guidate da donne tra il 2003 e il Le cinesi si confermano di gran lunga le più numerose (sono oltre 11mila, in crescita addirittura del 111% rispetto a cinque anni fa), seguite dalle colleghe marocchine (3.438 unità, addirittura 169% rispetto al 2003), dalle rumene (3.429 unità, addirittura +167%). Tra le comunità emergenti, si segnala il forte l incremento percentuale delle imprenditrici albanesi (+176%). Nella tabella è riportata anche la comunità rumena perché nel 2003 la Romania era ancora fuori dall UE. 21

22 FORME GIURIDICHE: LE IMPRESE SI STRUTTURANO Una caratteristica dell imprenditoria femminile è il grande numero di imprese individuali. Il ricorso a questa forma giuridica risulta comunque stabile nel tempo. Nel quinquennio, i dati mostrano che: le ditte individuali femminili sono passate da a ; le società di persone da a ; le società di capitali da a ; le cooperative da a Tra il 2003 ed il 2007, pertanto, ammonta solo allo 0,08% l incremento delle ditte individuali, mentre le società di capitali aumentano addirittura dell 83,69%, i consorzi del 39,09%, le altre forme di oltre il 15% e le cooperative di poco più del 13%. Queste tendenze possono essere osservate nelle tabelle 12,13,14. L incremento delle forme giuridiche più complesse, come le società di capitali, rappresenta un trend costante nel quinquennio ed è comune all intero sistema produttivo italiano. A livello territoriale, va segnalato come la crescita delle società di capitali sia particolarmente consistente in Trentino-Alto Adige (+109,27%), Lazio (+104,00%), Marche (+102,74%). Quella dei consorzi sia particolarmente consistente in Abruzzo (+120%), Calabria (+100%) e Liguria (+100%), mentre quella delle cooperative interessi in particolare Lazio (+28,40%), Trentino Alto Adige (+28,16%) e Emilia Romagna (+22,72%).Le imprese individuali reggono in Calabria (+3,35%), nel Lazio (+1,91%), nelle Marche (+1,38%); perdono il 7,85% in Valle d Aosta e il 6,37% in Molise. 22

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24 LE DONNE SCELGONO LE DONNE La presenza delle imprese femminili è concentrata in misura schiacciante nella forma esclusiva. 1 Questo dato può essere facilmente spiegato con la netta prevalenza di imprese individuali tra le femminili, con la conseguente sovrapposizione tra titolare (donna) dell impresa e impresa stessa, ma anche con la crescente assunzione di ruoli di responsabilità delle donne nelle imprese. Nel quinquennio preso in esame, la variazione (tabella 15) più consistente della forma esclusiva si registra nella produzione di energia (+75,86%), nella sanità (+44,35%) e nelle costruzioni ( +44,30%). Anche la forma forte 2 subisce la variazione percentuale più rilevante nella produzione di energia (+24,32%) e nella sanità (+10,22%). La forma maggioritaria 3 registra infine la variazione percentuale maggiore nell estrazione di minerali (+28,57%) e nella sanità (+13,72%). 1 Le imprese femminili in forma esclusiva sono quelle in cui vi è coincidenza totale tra impresa e figura femminile nel caso di ditta individuale; ovvero il 100% del capitale sociale e 100% degli amministratori in caso di società di capitali è in mano a donne; il 100% dei soci nelle società di persone e cooperative sono donne; il 100% degli amministratori nelle altre forme giuridiche sono donne. 2 Le imprese femminili a forma forte sono quelle in cui, nelle società di capitali, più dei due terzi del capitale sociale è in mano a donne e più dei due terzi dei soci sono donne, oppure quando più dei due terzi degli amministratori sono donne: nelle società di persone e di cooperative più del 60% dei soci sono donne; nelle altre forme più del 60% degli amministratori sono donne. 3 Le imprese femminili con forma maggioritaria sono quelle in cui nelle società di capitali più dei due terzi del capitale sociale è in mano a donne e più dei due terzi dei soci sono donne, oppure più dei due terzi degli amministratori sono donne; nelle società di persone e di cooperative più del 50% dei soci sono donne; nelle altre forme più del 50% degli amministratori sono donne. 24

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26 NELL IMPRESA LE DONNE AL COMANDO CRESCONO Ma quanto incide la componente femminile sull insieme dei ruoli di responsabilità e di gestione del sistema imprenditoriale italiano? L analisi, svolta per la prima volta, mostra che: Tra il 2003 ed il 2007 la componente femminile nei posti di comando delle imprese italiane è solo lievemente aumentata, passando dal 26,40% del totale al 26,64%, per complessive donne; Le donne titolari di impresa hanno mantenuto nel 2007 la stessa incidenza sull universo delle imprese (erano nel 2003, pari al 25,51% del totale, sono divenute nel 2007, pari al 25,50%; Le donne socie d impresa sono aumentate non in termini numerici, ma in incidenza percentuale: le socie del 2003 che rappresentavano il 39,98% del totale sono divenute nel 2007, pari al 41,22%; Si conferma, invece, la componente femminile tra i soci amministratori di snc: era pari al 27,25% nel 2003 (per complessive donne) è divenuta 28,21% nel 2007 ( donne); tra gli amministratori unici ( le donne del 2003, pari al 22,14% del totale sono divenute nel 2007, pari al 22,37%); In diminuzione, poi, le donne che occupano le altre cariche (dove nel 2007 le donne sono donne pari al 17,83% del totale). In particolare, le presidenti di collegio sindacale sono ferme a Tra le socie spiccano le socie accomandatarie con il 31,14% e tra le altre cariche, in crescita, le direttrici con il 18,44%. Le socie amministratrici aumentano dell 8,51% rispetto al 4,87% totale, mentre le amministratrici uniche aumentano in linea con il totale (+30,52%) rispetto al 29,17%. Diminuiscono, invece, sia le consigliere delegate (-17,82%) coerentemente al totale (-19,01%) che le amministratrici delegate (-9,65% rispetto al -12,74% totale). Le presidenti di collegio sindacale subiscono il maggiore decremento percentuale (-33,27%) rispetto al totale (-23,75%); le accomandatarie perdono 4,35 punti percentuali rispetto ai quasi sei punti del totale (tabelle 16,17,18, 19). 26

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31 PERSONE: DISTRIBUZIONE SETTORIALE Osservando il fenomeno da un punto di vista settoriale, sono i settori della produzione di energia (+24,12% contro il 12,30% totale), dell attività immobiliare (+10% contro il 14,30%) e degli alberghi (+10,38% contro il 9,26% totale) a segnare l incremento percentuale più consistente di presenza rosa nei ruoli decisionali. Bene anche le costruzioni con un +7,83% anche se più basso di 3,5 punti rispetto all incremento totale. Interessante il dato degli altri servizi pubblici con un +6,98% rispetto al 2,47% totale. Da segnalare anche il +6,12% dei trasporti a fronte addirittura di un decremento totale del 3,04% e situazione similare per l intermediazione monetaria con un +5,27 a fronte di un decremento totale dello 0,91%. Merita un discorso a parte l agricoltura in cui la presenza femminile, pur in diminuzione nel corso degli anni, tiene ancora il passo rispetto a quella totale: -3,90% rispetto al 6,74% totale (tabella 20). Alcune curiosità: in agricoltura le socie amministratrici salgono del 18,97% contro il 7,94% totale; nelle costruzioni le direttrici tecniche salgono del 38,12% contro il valore totale pari al 16,74% e anche le amministratrici uniche subiscono un incremento del 40,02% in linea con quello totale; negli alberghi le socie amministratrici crescono del 22,43% rispetto al 19,30% totale; nei trasporti le amministratrici uniche crescono del 36,84% in linea con il valore totale (36,14%); nelle attività immobiliari le amministratrici uniche salgono del 39,44% anche qui in linea con il totale (+39,41%). Al 31 dicembre 2007 le titolari sono il 55,63% del totale nella sanità, (erano il 53,84% nel 2003);sono il 50,29% nei servizi pubblici (erano poco più del 49% nel 2003); sono il 49,19% nell intermediazione monetaria (erano il 48,60 nel 2003). I più alti tassi di femminilizzazione (presenza delle donne nei ruoli decisionali) sono nei settori dei servizi domestici (52,94%), dei servizi pubblici (+47,53%), della sanità (+44,30%), degli alberghi e ristoranti (+39,99%). 31

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33 SINTESI Queste elaborazioni costituiscono una prima parte del complessivo Rapporto sull imprenditoria femminile che l Unioncamere sta realizzando con i Ministeri dello Sviluppo economico e quello per le Pari opportunità e che verrà presentato nei prossimi mesi. Dalle analisi emergono alcuni risultati principali. Le imprese femminili, al 31 dicembre 2007, sono , il 24,02% del totale di tutte le imprese. Si tratta di una quota ancora bassa, sostanzialmente stabile rispetto al 23,51% del Tuttavia, l imprenditoria femminile fa registrare una dinamicità maggiore rispetto al totale delle imprese: tra dicembre 2003 e dicembre 2007, infatti, le imprese femminili sono cresciute del 5,84%, ovvero il 2,25% in più rispetto alla crescita totale, pari a 3,59%. Sul territorio, alla data del 31 dicembre 2007, le imprese femminili continuano ad essere concentrate in prevalenza nel Centro e nel Sud, nelle Isole, anche se si registra la tendenza verso un parziale riequilibrio. In particolare, le imprese femminili sono presenti soprattutto in Molise, in Basilicata, in Abruzzo e Campania. A livello provinciale le imprese femminili sono concentrate soprattutto ad Avellino, Campobasso, Potenza e Chieti. Gli incrementi più significativi, al 31 dicembre 2007, si registrano nel Lazio (10,92%), in Lombardia (8,60%), in Sardegna (7,88%), in Campania (+7,66%), in Calabria (+6,64%), in Sicilia (+6,59%). I settori in cui le imprese femminili sono maggiormente presenti al 31 dicembre 2007, sono innanzitutto la sanità, i servizi alle persone, seguiti dal turismo (alberghi e ristoranti), l agricoltura ed il commercio. Quelli in cui si registra la variazione percentuale più elevata di imprese femminili sono la produzione di energia (+59,39%), la sanità (+34,53%) e le costruzioni (+34,50%). Bene anche servizi alle imprese (+24,74%) e i trasporti (+23,32%); rallentano le manifatturiere (+1,15%) e il commercio (+4,01%); crolla il settore dei servizi domestici. In termini assoluti, crescono soprattutto i servizi alle imprese il commercio e le costruzioni. 33

34 Cede il settore tradizionale dell agricoltura (-4,74%) anche se in linea con il maggiore dinamismo dell imprenditoria femminile, come accennato sopra le imprese agricole femminili calano meno di quelle totali (-6,70%) e in ogni caso la percentuale delle imprese femminili agricole sul totale del settore ammonta a quasi il 30%. Sul fronte dell età delle imprese ovvero dell anno di iscrizione al registro delle imprese si registra che le imprese femminili più mature appartengono al settore del commercio. La stragrande maggioranza delle imprese comunque ( ) è nata dopo il 1980 e oltre nel decennio Particolarmente significativo il contributo delle donne non italiane all espansione della base imprenditoriale femminile di ditte individuali tra il 2003 e il Le cinesi si confermano di gran lunga le più numerose (sono oltre 11mila, in crescita del 111% rispetto a tre anni fa), seguite dalle imprenditrici marocchine (3.438 unità, addirittura 169% in più rispetto al 2003) e rumene (3429 unità, +167%). Tra le comunità emergenti, si segnala il forte l incremento percentuale delle imprenditrici albanesi (+176%). Rispetto alla forma societaria, una caratteristica dell imprenditoria femminile, è il grande numero di imprese individuali, quindi di imprese più semplici, meno strutturate. Il ricorso a questa forma giuridica è stato però stabile dal 2003 (la variazione percentuale è solo dello 0,08%) mentre cresce il peso delle società di capitali con un aumento percentuale del l 83,69%, dei consorzi che aumentano del 39,09%, delle altre forme di oltre il 15% e delle cooperative di poco più del 13%. I saldi sono i seguenti: le ditte individuali femminili passano da a e costituiscono ancora il 25% rispetto alle ditte individuali totali, le società di persone, pari al 27% del totale delle imprese di persone, passano da a , le società di capitali da a , che rappresentano il 15% del totale, infine le cooperative a Il passaggio delle imprese femminili verso le forme giuridiche più complesse come le società di capitali, pur rimanendo i valori assoluti bassi rispetto al dato generale, rappresenta un trend costante nel quinquennio ed è comune all intero sistema produttivo italiano. 34

35 La forma esclusiva delle imprese femminili è schiacciante rispetto alle altre. Questo dato può essere facilmente spiegato con la netta prevalenza di imprese individuali tra le femminili, in cui vi è sovrapposizione tra titolare (donna) dell impresa e impresa stessa, ma anche con la crescente, seppure ancora contenuta, assunzione di ruoli di responsabilità delle donne nelle imprese. La variazione più consistente della forma esclusiva è nella produzione di energia(+75,86%) e nella sanità (+44,35%). Anche la forma forte subisce la variazione percentuale più rilevante nella produzione di energia (+24,32%) e nella sanità (+10,22%). La forma maggioritaria ha la variazione percentuale maggiore nell estrazione di minerali (+28,57%) e nella sanità (+13,72%). Per quanto riguarda le donne che ricoprono ruoli all interno delle imprese, i dati riportano elaborazioni generali e elaborazioni nel dettaglio, con riferimento ai ruoli chiave nelle imprese, ovvero da una parte chi governa l impresa (titolare, socio, amministratore nelle diverse specificità amministratore delegato, amministratore unico, consigliere delegato, presidente del consiglio di amministrazione, presidente del consorzio) dall altra chi la fa funzionare (direttore generale, direttore, direttore tecnico, presidente del collegio sindacale). In generale, i valori assoluti totali al 31 dicembre 2003 facevano registrare, su un totale di di persone, di donne (26,40%); su titolari le donne erano pari al 25,51%; su soci le donne erano pari al 39,98%; su amministratori le donne erano pari al 23,51% del totale. Al 31 dicembre 2007 i valori assoluti totali sono saliti a di cui donne con un incidenza del 26,64% (+0,24%).I titolari totali sono di cui donne pari al 25,50% (praticamente in linea con il 2003); i soci sono di cui donne pari al 41,22% (dato in aumento rispetto al 2003), gli amministratori sono di cui donne pari al 24,06%. Nel dettaglio delle cariche, nel 2007 oltre il 20% dei ruoli di presidente del consiglio di amministrazione, presidente di consorzio, consigliere delegato, amministratore delegato e amministratore unico in tutte le imprese italiane è appannaggio delle donne; per quanto riguarda chi fa funzionare un impresa, oltre il 14% dei ruoli di direttore (a vario titolo) è rosa. 35

36 Le variazioni vanno interpretate nella direzione di una assunzione di responsabilità progressiva dell universo femminile: l incremento delle donne nei ruoli decisionali delle imprese è infatti pari +2,75%), circa un punto in più dell aumento del numero delle persone totali che esercitano tali funzioni (1,84%). Ciò si deve in buona parte alla massiccia diffusione di forme giuridiche strutturate come le società di capitali e i consorzi. 36

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