GUIDA ALLA PREVENZIONE, DIAGNOSI E CURA DELLE FRATTURE DA FRAGILITÀ OSSEA

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1 GUIDA ALLA PREVENZIONE, DIAGNOSI E CURA DELLE FRATTURE DA FRAGILITÀ OSSEA

2 PERCHÉ UNA GUIDA SULLE FRATTURE DA FRAGILITÀ OSSEA Ogni anno, in Italia, si verificano nella popolazione anziana circa fratture da fragilità ossea del collo femorale, con una netta prevalenza nelle donne. La frattura del collo del femore ha importanti conseguenze cliniche, che vanno dalla necessità di interventi chirurgici con periodi di immobilità prolungati, al rischio elevato di invalidità con perdita parziale o totale dell autonomia nell espletamento delle normali attività della vita quotidiana, all aumento significativo del rischio di mortalità. Con il progressivo invecchiamento della popolazione, è inevitabile che aumentino le patologie croniche correlate all età, fra cui l osteoporosi, che, soprattutto in questi ultimi decenni, è diventata una vera e propria priorità sanitaria e sociale. Per affrontare in modo adeguato la malattia, è fondamentale identificare i fattori di rischio che ne predispongono l insorgenza ed organizzare un percorso diagnostico/terapeutico/assistenziale (PDTA), finalizzato a ridurre il rischio delle fratture da fragilità, arrestando così la spirale discendente della salute e della qualità della vita. Scopo di questo opuscolo è di spiegare cosa sono in realtà l osteoporosi e le fratture da fragilità e come si possono evitare. Prof. Luigi Sinigaglia Presidente SIOMMMS, Società Italiana dell Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro Prof. Paolo Cherubino Presidente SIOT, Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia Prof. Marco Matucci Cerinic Presidente SIR, Società Italiana di Reumatologia Prof. Umberto Tarantino Presidente GISOOS, Gruppo Italiano di Studio in Ortopedia dell Osteoporosi Severa Prof. Giovam Battista Rini Direttore Esecutivo ORTOMED, Società Italiana di Ortopedia e Medicina

3 INDICE Anatomia, funzione e composizione dello scheletro p. 3 Le fratture da fragilità ossea: patologia ed epidemiologia p. 5 Le fratture da fragilità ossea: fattori di rischio e localizzazione p.7 Le fratture da fragilità ossea: sistemi di diagnosi e rischio di non diagnosi p. 11 Come prevenire l osteoporosi e le nuove fratture p. 12 I trattamenti disponibili p. 14 E se l osteoporosi non viene trattata o non si prevengono le nuove fratture? p. 15 La campagna Stop alle Fratture p. 16

4 ANATOMIA, FUNZIONE E COMPOSIZIONE DELLO SCHELETRO LO SCHELETRO Lo scheletro è una struttura rigida formata da ossa e da tessuto cartilagineo. Il tessuto osseo è caratterizzato da notevole durezza e resistenza meccanica. Nel soggetto adulto, esso fornisce circa il 20% del peso corporeo ed è suddivisibile in due parti: scheletro assiale, di cui fanno parte le ossa del cranio e del tronco (colonna vertebrale e bacino), e scheletro appendicolare, di cui fanno parte le ossa degli arti. LE FUNZIONI Lo scheletro svolge molteplici funzioni quali: sorreggere il corpo, dare attacco ai muscoli, mediante i tendini, interagendo con l apparato muscolare per produrre il movimento, racchiudere e proteggere organi vitali come il cervello, il midollo spinale, il cuore, i polmoni e i visceri. Il midollo, che ha sede soprattutto nelle ossa piatte ed in alcune ossa lunghe, produce la componente cellulare del sangue. Rappresenta, inoltre, una riserva di sali minerali, in particolare calcio e fosforo, alla quale l organismo attinge in particolari condizioni patologiche o di carenze alimentari. LA COMPOSIZIONE L osso è un particolare tessuto mineralizzato composito. È costituito per il 28% da sostanza organica (proteine di vario tipo, quali il collagene), nella quale è dispersa la massa inorganica, composta da circa il 56% di minerali (idrossiapatite) con caratteristiche ottimali di durezza e resistenza, ma anche di elasticità e flessibilità, ed infine da acqua (circa 17%). 3

5 LA STRUTTURA Nell osso si distingue una parte esterna compatta - osso corticale - che rappresenta l 80% di tutto lo scheletro, presente soprattutto a livello delle ossa lunghe degli arti superiori ed inferiori (braccia e gambe) e delle ossa piatte (es. ossa del cranio) ed una parte interna, costituita da tessuto spugnoso - osso trabecolare - dalla caratteristica struttura leggera, paragonabile ad una rete tridimensionale, ma in grado di resistere a tensioni molto elevate. È necessario che questa rete rimanga intatta perché lo scheletro sia in grado di svolgere al meglio la sua funzione di sostegno, in quanto è grazie ad essa che le ossa posseggono le caratteristiche di elasticità e flessibilità. L osso trabecolare rappresenta il 20% di tutto lo scheletro ed è presente prevalentemente nelle vertebre, nel bacino e nelle estremità delle ossa lunghe. Con l avanzare dell età, si assiste ad una perdita progressiva delle naturali caratteristiche biomeccaniche di flessibilità ed elasticità delle ossa che, diventando rigide, si rompono, se non sgretolano, molto facilmente. Queste alterazioni, legate all invecchiamento, sono un processo inevitabile, ma in parte contrastabile. L osteoporosi, inoltre, può comparire in giovane età, in presenza di particolari condizioni identificate come fattori di rischio.

6 LE FRATTURE DA FRAGILITÀ OSSEA: PATOLOGIA ED EPIDEMIOLOGIA LA PATOLOGIA L osteoporosi è una malattia caratterizzata dal deterioramento della massa ossea e della micro-architettura scheletrica che, diventando rigida e fragile, rende lo scheletro incapace di sopportare le normali sollecitazioni fisiologiche e suscettibile a fratturarsi per traumi minimi, se non addirittura spontaneamente. Il tessuto osseo, come qualsiasi altro tessuto, organo o apparato, è destinato ad invecchiare e, con il passare degli anni, va incontro sia ad una riduzione progressiva della sua quantità, sia al deterioramento della sua qualità. Essendo un tessuto vivo, infatti, viene sottoposto ad un continuo processo di rinnovamento, definito rimodellamento, che dura tutta la vita. Questo avviene attraverso meccanismi particolari di distruzione e di ricostruzione, operato da cellule specifiche, chiamate osteoclasti, che riassorbono l osso vecchio o danneggiato, e osteoblasti, deputate alla formazione di nuovo osso. Nel corso della vita si possono creare condizioni in cui la quantità di osso riassorbito dagli osteoclasti è maggiore della quantità di osso prodotto dagli osteoblasti (ad esempio nel periodo post-menopausale) o in cui la quantità di osso neoformato è insufficiente a riempire le fossette scavate durante la fase di riassorbimento (ad esempio nell invecchiamento). La persistenza di piccole deficienze di tessuto osseo, alla fine di ogni ciclo di rimodellamento, crea una condizione di perdita progressiva di massa ossea, denominata osteoporosi. LE CLASSIFICAZIONI Esistono numerose classificazioni dell osteoporosi, a seconda che si consideri il meccanismo patogenetico, l età di insorgenza, l associazione con altre patologie, i distretti scheletrici interessati, etc. Una prima semplice classificazione consiste nel dividere le osteoporosi primitive da quelle secondarie. Queste ultime pos- 5

7 sono a loro volta essere suddivise in sistemiche o distrettuali. Le forme primitive, costituiscono oltre l 80% di tutte le osteoporosi, sono per la massima parte dovute alla menopausa, che comporta una naturale riduzione di estrogeni che non vengono più prodotti dalle ovaie, e all età avanzata (osteoporosi senile). Fra le osteoporosi secondarie, che rappresentano il restante 20% di tutte le forme di osteoporosi, includiamo principalmente quelle dovute all assunzione di taluni farmaci, la più importante delle quali (come numerosità e gravità) è quella causata dai cortisonici (GIO), ma anche per altri farmaci (per esempio antiepilettici, inibitori dell aromatasi, inibitori agonisti della GnRh, eparina, anticoagulanti orali, alcuni diuretici), oppure ad alterata funzione di ghiandole endocrine (esagerata attività delle ghiandole surrenali o della tiroide). L immobilizzazione prolungata, le malattie croniche ostruttive di bronchi e polmoni, l artrite reumatoide, la sarcoidosi, la celiachia, l ipercalciuria (eccessiva eliminazione di calcio con le urine), le neoplasie maligne, l intolleranza al lattosio, possono causare osteoporosi. Infine va ricordato che l osteoporosi può riscontrarsi in caso di eccesso o di difetto del peso corporeo. L EPIDEMIOLOGIA Le fratture da fragilità scheletriche sono considerate come una delle maggiori cause di morbilità e mortalità in tutto il mondo. Fra tutte le malattie che possono colpire le ossa, l osteoporosi è quella più diffusa e colpisce sia gli uomini, sia le donne e, in alcuni casi, anche i bambini. Le donne, dopo la menopausa hanno un rischio 4 volte maggiore 1 di fratturarsi. Anche l appartenenza ad una razza piuttosto che ad un altra sembra favorire l insorgenza dell osteoporosi: le donne di razza bianca ed asiatica sono più colpite rispetto a quelle di razza africana 2. Negli Stati Uniti, la maggior parte della popolazione sopra i 50 anni presenta una densità ossea molto bassa o una osteoporosi evidente. 3 Anche nel Sud America, l aumento dell incidenza di osteoporosi sta eguagliando i livelli europei 4 e statunitensi. Nel nostro Paese si verificano ogni anno oltre frat-

8 ture del collo femorale a causa della fragilità ossea conseguente all osteoporosi, con netta prevalenza (72%) nelle donne 5,6. Un numero così elevato di fratture del femore può essere considerato alla pari di una vera e propria pandemia che, per effetto dell invecchiamento della popolazione, è destinata ad aumentare ulteriormente nei prossimi anni. Stando alle ultime stime sembra che nei prossimi 40 anni, in assenza di interventi terapeutici mirati sulla popolazione a rischio, assisteremo ad un raddoppio dell incidenza delle fratture da fragilità. 1. Cheng H, Gary LC, Curtis JR, Saag KG, Kilgore ML, Morrisey MA, Matthews R, Smith W, Yun H, Delzell E. (febbraio2009). Estimated prevalence and patterns of presumed osteoporosis among older Americans based on Medicare data. Osteoporos Int. 2. Bohannon AD. Osteoporosis and African-American women. J Women s Health Gend Based Med. 1999;8: National Osteoporosis Foundation. Fast Facts on Osteoporosis. 4. Riera-Espinoza G. (2009). Epidemiology of osteoporosis in Latin America Salud Publica Mex. 5. Dati SDO 2006 ISS 6. Tarantino U e Resmini G, La gestione delle fratture da fragilità. Raccomandazioni per chirurghi ortopedici orto-ed.r ispringer, 2011 LE FRATTURE DA FRAGILITÀ OSSEA: FATTORI DI RISCHIO E LOCALIZZAZIONE Il sesso, la razza, i caratteri costituzionali di un individuo, la mancanza di un adeguato picco di massa ossea raggiunto durante l accrescimento, le variazioni di complessi sistemi endocrini in relazione a fenomeni come la menopausa e l invecchiamento, interagendo con altri fattori, quali abitudini dietetiche, attività fisica, fumo, alcool, possono portare a sviluppare la malattia e ad aumentare le sue complicanze, ossia le fratture da fragilità (tabella 1). La predisposizione delle donne per l osteoporosi dipende innanzi tutto dal fatto che il sesso femminile ha una massa ossea minore rispetto al sesso maschile e che la carenza di ormoni sessuali (estrogeni), subito dopo la menopausa, è causa di una rapida perdita di massa ossea. Una costituzione esile e una carnagione chiara si associano spesso 7

9 a una riduzione della densità ossea più o meno marcata. Una storia familiare positiva per fratture da fragilità (genitori o nonni con osteoporosi che hanno avuto durante la loro vita più fratture) sembra indicare una predisposizione allo sviluppo di tale malattia, sia per caratteri costituzionali, che per abitudini alimentari ed ambientali. Un alimentazione povera di latte e suoi derivati (ricchi in calcio), le diete squilibrate e la carenza di Vitamina D facilitano la perdita di massa ossea. In particolare, un alimentazione scorretta e povera di calcio è ancora più dannosa nelle persone anziane, nelle quali l assorbimento intestinale di questo minerale è fisiologicamente rallentato, favoriscono l instaurarsi dell osteoporosi. Anche l abuso di alcool aumenta il rischio di osteoporosi. Il fumo ha un effetto negativo anche sull osso e sembra possa determinare l insorgenza anticipata della menopausa. Infine, la vita sedentaria e la scarsa attività fisica favoriscono una progressiva riduzione della massa ossea.

10 tab.1 ALCUNI tab.1 FATTORI A RISCHIO NELLO SVILUPPO DELL OSTEOPOROSI E DELLE FRATTURE ALCUNI FATTORI A RISCHIO NELLO SVILUPPO DELL OSTEOPOROSI POTENZIALMENTE E DELLE FRATTURE MODIFICABILI NON MODIFICABILI POTENZIALMENTE MODIFICABILI ALIMENTAZIONE SBILANCIATA CON CARENZA DI CALCIO, PROTEINE, VITAMINA C 7 E VITAMINA D ALIMENTAZIONE SBILANCIATA CON CARENZA PESO DI CALCIO, CORPOREO PROTEINE, INFERIORE VITAMINA ALLA C 7 NORMA E VITAMINA D MALATTIA PESO CORPOREO (TAB.2) INFERIORE ALLA NORMA DEFICT MALATTIA DI ESTROGENI (TAB.2) (MENOPAUSA INSORTA PRECOCEMENTE <45 ANNI) DEFICT DI ESTROGENI (MENOPAUSA INSORTA ABUSO PRECOCEMENTE DI ALCOL <45 ANNI) ABUSO DI CORTICOSTEROIDI ALCOL CADUTE USO DI CORTICOSTEROIDI RICORRENTI DISCONTINUITÀ CADUTE RICORRENTI NELL ASSUNZIONE DI FARMACI PER LA PREVENZIONE O TERAPIA DISCONTINUITÀ NELL ASSUNZIONE DI FARMACI INATTIVITÀ PER LA PREVENZIONE FISICA O TERAPIA NON MODIFICABILI ETÀ - È IL PIÙ ELEVATO FATTORE DI RISCHIO PERCHÈ È DURANTE L ETÀ SENILE CHE AVVIENE NORMALMENTE ETÀ - È IL PIÙ ELEVATO IL DETERIORAMENTO FATTORE DI RISCHIO DELLA MASSA PERCHÈ OSSEA È DURANTE L ETÀ SENILE CHE AVVIENE NORMALMENTE IL DETERIORAMENTO DELLA SESSO MASSA FEMMINILE OSSEA INCIDE ANCHE LA MENOPAUSA 8 SESSO FEMMINILE INCIDE ANCHE STORIA LA MENOPAUSA PERSONALE 8 DI FRATTURE STORIA DI PERSONALE FRATTURE IN DI PARENTI FRATTURE DI PRIMO GRADO STORIA DI FRATTURE IN PARENTI RAZZA DI PRIMO GRADO CONZIONI RAZZA DI SALUTE SCADENTI DEMENZA CONZIONI DI SALUTE SCADENTI DEMENZA INATTIVITÀ FISICA tab.2 BREVE tab.2 ELENCO DELLE MALATTIE ASSOCIATE ALLO SVILUPPO DELL OSTEOPOROSI E DELLE FRATTURE BREVE ELENCO DELLE MALATTIE ASSOCIATE ALLO SVILUPPO DELL OSTEOPOROSI E DELLE FRATTURE MALATTIE REUMATICHE: MALATTIE APPARATO GASTRO-ENTERICO Artrite Reumatoide, Lupus Eritematosi Sistemico, etc. Celiachia, malattie epatiche, Malassorbimento, etc. MALATTIE REUMATICHE: MALATTIE APPARATO GASTRO-ENTERICO MALATTIE Artrite Reumatoide, ENDOCRINE: Lupus Eritematosi Sistemico, etc. MALATTIE Celiachia, malattie EMATOLOGICHE: epatiche, Malassorbimento, etc. Ipertiroidismo, Ipogonaddismo, etc. Mieloma, Linfoma MALATTIE ENDOCRINE: MALATTIE EMATOLOGICHE: MALATTIE Ipertiroidismo, RENALI Ipogonaddismo, etc. GRAVI Mieloma, DISABILITÀ Linfoma Ipercalciuria, etc. MALATTIE RENALI BRONCOPNEUMOPATIA GRAVI DISABILITÀ CRONICA OSTRUTTIVA ANORESSIA Ipercalciuria, etc. TRAPIANTO BRONCOPNEUMOPATIA D ORGANO CRONICA OSTRUTTIVA MALATTIE ANORESSIA METABOLICHE DEL COLLAGENE TRAPIANTO D ORGANO MALATTIE METABOLICHE DEL COLLAGENE 7 (2009). Alimentary risk factors of osteoporosis. Vopr Pitan. 78: Akdeniz N., Akpolat V., Kale A., Erdemoglu M., Kuyumcuoglu U., Celik Y. (febbraio 2009). Risk factors for postmenopausal osteoporosis: 7 (2009). Alimentary anthropometric risk factors measurements, of osteoporosis. age, age Vopr at Pitan. menopause 78: and the time elapsed after menopause onset. 8 Akdeniz Gynecol N., Akpolat Endocrinol. V., Kale 25: A., Erdemoglu M., Kuyumcuoglu U., Celik Y. (febbraio 2009). Risk factors for postmenopausal osteoporosis: anthropometric measurements, age, age at menopause and the time elapsed after menopause onset. Gynecol Endocrinol. 25:

11 LOCALIZZAZIONE DELLE FRATTURE DA OSTEOPOROSI estremità prossimale dell Omero (braccio vicino alla spalla) vertebre (colonna dorsolombare) estremità distale del radio (avambraccio vicino al polso) estremità prossimale del femore (coscia vicino all anca)

12 SISTEMI DI DIAGNOSI E RISCHI IN CASO DI NON DIAGNOSI La possibilità che l osteoporosi non venga diagnosticata non è un eventualità così remota. Infatti, l osteoporosi è asintomatica (non causa dolore) e può esordire con fratture anche in assenza di traumi, come spesso accade per le fratture vertebrali. Può succedere che la frattura vertebrale si manifesti anche con dolore improvviso, acuto localizzato alla schiena, che si accentua al carico e al movimento, costringendo a rimanere bloccati a letto. Nella frattura da fragilità delle ossa lunghe, ossia a carico degli arti, il dolore è sempre presente e si associa ad impotenza funzionale. Conoscere l osteoporosi significa, pertanto, capire anche quali indagini devono essere eseguite. La diagnosi strumentale si basa sulla densitometria o mineralometria ossea computerizzata (MOC) 9. Essa si avvale, nella maggiore parte dei casi, di una tecnica a raggi X che consente di misurare la quantità di minerale presente in determinati segmenti scheletrici (colonna lombare, collo del femore, polso), particolarmente indicativi per la presenza di osteoporosi. Inoltre, è indicato eseguire una radiografia della colonna vertebrale dorso-lombare per escludere la presenza di fratture vertebrali. È importante, al fine di poter formulare una corretta diagnosi di osteoporosi ed escludere le forme secondarie, eseguire sempre alcuni specifici esami di laboratorio (esami del sangue e delle urine). Un altro utile strumento è il DeFRA test online, test di auto-diagnosi, ideato e validato da SIR (Società Italiana di Reumatologia) e SIOMMMS (Società Italiana dell Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro), sulla base della versione internazionale FRAX 10. Rispondendo ad alcune semplici domande su stili di vita e abitudini personali, sul fatto di aver già subìto, o meno, fratture e inserendo, quando disponibile, il valore dell ultima MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata), è possibile infatti conoscere il proprio rischio di incorrere in una frattura da fragilità ossea nei successivi 10 anni. 11

13 Il test può essere eseguito su: 9. S. Adami, F. Bertoldo, M. L. Brandi ed altri, Linee guida per la diagnosi, prevenzione e terapia dell osteoporosi, Società Italiana dell Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro - SIOMMMS, Reumatismo 2009; 61 (4): FRAX, World Health Organization - Collaborating Centre for Metabolic Bone Diseases, University of Sheffield, UK. COME PREVENIRE L OSTEOPOROSI E LE NUOVE FRATTURE Oltre alla corretta diagnosi è importante anche la prevenzione: varie indagini hanno messo in evidenza come, nonostante la conoscenza della malattia, si sappia davvero poco sulle modalità per prevenirla. Inoltre, chi ha già riportato delle fratture vertebrali da fragilità non sempre dispone delle informazioni necessarie per evitare di averne delle altre o, ancora peggio, molti non assumono i farmaci necessari per prevenire e curare questa malattia, divenuta un grave problema di salute pubblica. Le linee guida per la prevenzione e il trattamento dell osteoporosi sono state promulgate dal Ministero della Salute, in accordo con le Società Scientifiche che si occupano di questa malattia, e sono periodicamente aggiornate e modificate. 9,11 La corretta prevenzione dovrebbe avere inizio nel periodo infantileadolescenziale, così che soggetti ancora scheletricamente immaturi possano raggiungere ed ottimizzare il picco di massa ossea. Una dieta equilibrata (dieta mediterranea ed assunzione dei nutrienti secondo i LARN 12 ) che includa un apporto adeguato di calcio e vitamina D, a seconda delle diverse età, costituisce un primo passo per questo importante obiettivo. L attività fisica regolare rientra in uno stile di vita corretto per la prevenzione di molte patologie croniche legate all invecchiamento, ed anche per mantenere uno scheletro in buona salute. Vanno ovviamente aboliti il fumo e l alcol, mentre va incoraggiata

14 l esposizione al sole e l assunzione quotidiana di un adeguata quantità di calcio. L ottimizzazione ed il mantenimento di valori ormonali nei limiti della normalità deve essere un altro obiettivo per il benessere del nostro scheletro. Infatti una produzione adeguata di ormoni sessuali (estrogeni o testosterone) permette di ottimizzare il picco dopo la pubertà e protegge la massa ossea nell età adulta. Nei soggetti con produzione di bassi livelli di tali ormoni vi è un aumento del rischio di sviluppare la malattia. Effettuare una Densitometria Ossea (MOC) è consigliato sia alle donne dopo la menopausa sia a tutti i soggetti, donne e uomini, dopo i 65 anni, come indicato dalle Linee Guida delle diverse Società Scientifiche. 6,9,11 L esame va eseguito anche prima se esistono fattori di rischio quali: magrezza eccessiva, abitudine al fumo, malassorbimento intestinale, storia familiare di fratture, assunzione di farmaci che danneggiano l osso, diabete mellito, menopausa precoce, immobilizzazione prolungata, artrite (si vedano le tabelle 1 e 2 a pag. 9). L esame densitometrico è indicato anche in caso di diminuzione della statura, oppure di accentuazione della cifosi (eccessivo piegamento in avanti della colonna dorsale per progressiva deformazione a cuneo delle vertebre), o di precedenti fratture per traumi di scarsa entità. tab.3 POSSIBILITÀ DI RIPORTARE ULTERIORI FRATTURE TIPO DI FRATTURA PROBABILITÀ FRATTURA DEL COLLO FEMORALE CONTROLATERALE CIRCA 1, 4-5 VOLTE SUPERIORE A QUELLA DI DONNE CHE NON HANNO AVUTO FRATTURE RIFRATTURA IN UN ALTRA VERTEBRA, SPESSO CONTIGUA ALLA PRECEDENTE UN QUINTO DEI PAZIENTI CON FRATTURE VERTEBRALI VERIFICATASI IN ASSENZA DI TRAUMA FRATTURA DEL COLLO FEMORALE PIÙ DI UN DECIMO DEI PAZIENTI CON FRATTURE VERTEBRALI VERIFICATESI IN ASSENZA DI TRAUMA 13

15 11. Quaderni del Ministero della Salute: Quaderno n. 4 Luglio-Agosto 2010: Appropriatezza diagnostica e terapeutica nella prevenzione delle fratture da fragilità da osteoporosi. 12. LARN: Livelli di Assunzione Raccomandata di Nutrienti, 2013 (in corso di pubblicazione) I TRATTAMENTI DISPONIBILI La prevenzione delle fratture è l obiettivo principale di qualsiasi terapia per l osteoporosi. Nella maggior parte dei pazienti, in assenza di fratture o di altri fattori di rischio, un valore densitometrico solo di poco ridotto (fino a -20% rispetto al picco di massa ossea) richiede soltanto una semplice supplementazione di calcio e vitamina D ed una discreta attività fisica, sempre da concordare con il medico in relazione all età e alle condizioni cliniche. In presenza di bassi valori densitometrici, di pregresse fratture da fragilità o di altri fattori di rischio, è necessario associare alla supplementazione di calcio e vitamina D una terapia farmacologica personalizzata, basata sulle caratteristiche del soggetto, sulla presenza di altre malattie (comorbidità) o sull assunzione di terapie concomitanti, in grado di ridurre l incidenza di fratture. E SE L OSTEOPOROSI NON VIENE TRATTATA O NON SI PREVENGONO LE NUOVE FRATTURE? Per una donna in post-menopausa il rischio di morire per una frattura del collo femorale è sovrapponibile a quello del tumore della mammella. Dati epidemiologici indicano che le fratture del collo femorale rappresentano la più seria e drammatica complicanza dell osteoporosi poiché si associano, purtroppo, ad elevata percentuale di decessi. 13 Nel 1990 si sono verificate nel mondo circa 2 milioni di fratture di collo del femore e si è calcolato che nei prossimi quaranta anni, per l aumento dell età media, se ne verificheranno ogni anno circa 6,5

16 milioni, se non saranno attuati provvedimenti terapeutici estesi a tutta la popolazione a rischio. tab.4 CONSEGUENZE DA FRATTURA DEL COLLO DEL FEMORE MOTRTALITÀ AD 1 ANNO SOPRAVVIVENZA Maggiore probabilità di riportare altre frattura (intervallo i tempo > 3 anni 17-31% PREVALENTEMENTE CONCENTRATA NEI PRIMI 6 MESI UN ANNO DOPO LA FRATTURA DEL COLLO DEL FEMORE - 40% dei pazienti ha difficoltà a camminare senza aiuto - 60% ha problemi a gestire la propria quotidianità - 80% ha interrotto definitivamente le attività di svago e ricreative LA CAMPAGNA STOP ALLE FRATTURE La Campagna di educazione e sensibilizzazione sulle fratture da fragilità ossea Stop alle Fratture ha come obiettivo di aumentare la consapevolezza sull importanza di conoscere le conseguenze dell osteoporosi severa nelle donne che al DeFRA test risultano con rischio elevato e molto elevato e di prevenire ulteriori fratture da fragilità ossea in pazienti che abbiano già riportato una frattura di femore. Oltre la metà delle pazienti donne, di età superiore ai 65 anni e con frattura di femore, non ha ancora eseguito gli accertamenti diagnostici raccomandati e non assume alcun farmaco efficace nel prevenire la ri-frattura. Sono proprio queste, infatti, le donne che hanno un rischio maggiore di incorrere nuovamente in ulteriori fratture da fragilità ossea. Per ulteriori informazioni: 15

17 Stesura dei testi a cura del Board scientifico: Dr. Gerolamo Bianchi U.O. Reumatologia, ASL3 Genovese, Genova Prof. Bruno Frediani Sezione di Reumatologia - Università di Siena Dr. Giovanni D Avola Coordinatore Reumatologia Azienda Sanitaria Provinciale Catania Prof. Giovanni Luisetto Endocrinologia, Università di Padova Dott.ssa Silvia Migliaccio Responsabile Centro Osteoporosi e Malattie Metaboliche dell Osso, Dipartimento di Medicina Sperimentale, Sezione di Fisiopatologia Medica, Endocrinologia e Nutrizione, Università Sapienza di Roma Dr. Alfredo Nardi Responsabile SOS Dpt Patologia Osteoarticolare, Ospedale Santa Maria della Misericordia, Azienda ULSS 18 - Rovigo Dott.ssa Giuseppina Resmini Responsabile Centro per lo Studio dell Osteoporosi e delle Malattie Metaboliche dell Osso, U.O. di Ortopedia e Traumatologia. A.O. Ospedale di Treviglio-Caravaggio (Bg) Progetto grafico e coordinamento editoriale Weber Shandwick Italia, Milano

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