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1 Quello che c è talvolta di bello nell autunno è che, quando il mattino ci si sveglia dopo una settimana di pioggia, di vento e di nebbia, tutto lo spazio, brutalmente, sembra ubriacarsi di sole. Victor-Lévy Beaulieu

2 Editoriale L abbraccio di Padre Renzo Comunità del Pettirosso Carissimi tutti, vorrei sapervi scrivere con il cuore in mano e la delicatezza di Dio. Sono già trascorsi cinque mesi dalla mia partenza. Quante manifestazioni di affetto e solidarietà per questa inaspettata decisione! Tanti ne hanno sofferto, alcuni si sono ribellati, altri hanno minacciato di allontanarsi dalla Chiesa...ed io ho sofferto per voi e con voi. La nostra, però, è solo una lontananza fisica. Mai come ora ho toccato con mano quanto con la preghiera possiamo arrivare a tutti e a tutto. Voi neanche immaginate come vi custodisco nel cuore e nella preghiera. Sì, siamo lontani fisicamente, ma uniti in Gesù che annulla ogni distanza e ci fa continuare a camminare uniti nella Sua Via. Non posso negare che ci sono anche alcuni che hanno gioito per questo mio allontanamento... Molti vorranno sapere come mi sento e come vivo questa nuova, se pur momentanea, esperienza di vita. Mai avrei immaginato di poter vivere un esperienza così bella. Oggi sento che l essere qui è un grande Dono dell Amore di Dio per me. Gesù ha manifestato il Suo desiderio, sfruttando un mio momento di particolare prova e dolore per venirmi incontro ed è come se mi avesse detto: Hai fatto tanto, ora sei stanco ed è giunto il momento non solo di riposare, ma anche, e soprattutto, di andare in profondità nel rapporto con Me. Mi ha fatto capire che desiderava che io lo seguissi sulla montagna, mi staccassi da tutti e da tutto per stare finalmente un po con Lui. Posso assicurarvi che sto vivendo uno dei periodi più sereni e profondi della mia vita. È una grazia inimmaginabile poter avere del tempo per me, riuscire a guardarmi dentro e crescere giorno per giorno in una nuova consapevolezza di vita che si rivela sempre di più come una splendida avventura. Per dirvi cosa passa nel mio cuore ecco cosa ho scritto, qualche settimana fa, ad un mio amico che chiedeva come stavo: Sto trascorrendo questo periodo cullato in questo silenzio, mi immergo in me stesso cercando serenamente il senso della vita. Che pace profonda! Mi volto un po indietro solo per chiedermi: come ho fatto a vivere fino ad ora confuso nel frastuono del mondo.si, quello che mi è donato di vivere è veramente un momento di Grazia particolare, un Dono di Dio. Sento il mio cuore cambiare, trasformarsi in armonia con la Natura, con il Creato e con me stesso. Non so se riesco a farti capire ciò che passa nel mio cuore in questo presente prezioso, ma credimi, per la prima volta, dopo tanti anni, mi sento vivo!. Non posso negare che una delle preoccupazioni più grandi è quella di essermi allontanato da voi. Quassù ricevo vostre notizie e sono felice di come state andando avanti con l aiuto di padre Carlo, nostro parroco, mio fratello nella fede e nel sacerdozio. Siete la mia gioia. Posso dire di non aver faticato invano. Gesù ricompensi ogni vostro gesto di amore e carità. Non dimenticatevi dei poveri: continuate ad aiutare padre Carlo con la vostra carità, soprattutto continuando a portare in chiesa alimenti per i bisognosi. Ho una raccomandazione da farvi prima di salutarvi: State uniti e siate una famiglia!. Gesù, che ha promesso di essere presente li dove due o più sono uniti nel Suo nome, sia la vostra Luce. Vi abbraccio tutti, uno ad uno. Pregate per me, come io prego per ciascuno di voi. Un grande abbraccio fraterno, vostro fr Renzo Redazione: Via della Nocetta, 171 Roma Contatti: bellafrateredazione@gmail.com Comunità del Pettirosso Tel comunitadelpettirosso@gmail.com Direttore Responsabile: Marisa Grillo Grafica: Patrizia Ruscio Le opinioni espresse negli articoli sono quelle dell'autore. Il materiale inviato, anche se non pubblicato, non sarà restituito. Hanno collaborato a questo numero: Maria Teresa Lo Bianco, Marisa Grillo, Renzo Campetella, Piero Giovinazzo, Michela Petrignani, Laura Marcotulli, Pina Orlandi, Patrizia Scandella, Chiara Rocchi, Giovanni Ciancone, Carlo D Andrea, Gilberto Grossi. In copertina Sole d Autunno di Patrizia Ruscio Aspettiamo i tuoi suggerimenti e le tue idee... Scrivile a bellafrateredazione@gmail.com 2

3 la TERAPIA DEL SORRISO Storia di due persone ordinariamente straordinarie I miei genitori un giorno mi hanno chiesto: Ti va di scrivere un articolo per il giornalino della nostra comunità?. Che tipo di articolo? gli ho risposto. Una testimonianza, qualcosa che ti ha colpito e che vuoi far conoscere ad altri è stata la loro replica. Ebbene, ho pensato a cosa potevo condividere con lettori sconosciuti e, nella ricerca di lumi, una sola testimonianza mi è venuta in mente: la loro storia. La fonte della richiesta è diventata la fonte stessa di ispirazione ed ecco qui, sono pronta a descriverla. Il racconto del loro primo incontro ha sempre fatto sorridere figlie e nipoti. Papà che tenta l approccio con mamma mentre si accende una sigaretta sotto la pioggia solo per vederla passare ed ammirarla Eppure, è in quel gesto semplice e naturale che evoca sentimenti relegati, purtroppo, ad un contesto generazionale ormai superato, che si delinea l avventura di un amore da romanzo che, nella sua semplicità e purezza di sentimenti, sarebbe capace di scardinare anche il più abissale senso di vuoto nel quale sta sprofondando l istituzione del matrimonio. Un unione che dura da cinquant anni, però, fa parlare solo i sentimentalisti, non è di moda perché non è egoista e, in quanto tale, non produce ricchezza. Un famoso regista ha detto che per sapere cosa è veramente il matrimonio occorre arrivare fino alla fine, che per i più fortunati vuol dire festeggiarne il cinquantesimo anniversario, come accadrà, se Dio lo vorrà, ai miei genitori il prossimo anno. A noi figlie, che abbiamo avuto la fortuna di vivere l evoluzione di un amore poco usuale, il matrimonio è sempre apparso come un rettilineo a senso unico dove è difficile perdersi e, se qualcuno dovesse chiederci di descrivere l esperienza matrimoniale dei nostri genitori, potremmo usare queste parole: passione, attenzione, rispetto, dedizione, altruismo, allegria, ironia, accettazione. Passione è vederli piacersi come il primo giorno, vedere che nel loro modo di guardarsi c è ancora apprezzamento per un corpo che, pur non sfuggendo ad un inevitabile decadimento fisiologico, ancora appassiona perché capace di fondere la bellezza esteriore con l anima che vi è racchiusa dentro. Attenzione perché la cura che hanno riposto l uno nell altra ha superato la tentazione di volere sentirsi accuditi, sviluppando la sensibilità di mettersi al servizio l uno dell altra per puro amore. Rispetto perché in tutta la nostra vita non ci è mai capitato di sentirli offendersi o scorgere in qualche loro discussione mancanza di finezza ed educazione. Dedizione quando mamma ha aiutato papà a portare la croce della malattia senza fargli mai pesare la stanchezza di un supporto fisico e morale che ha messo entrambi più volte a dura prova. Altruismo che li ha visti, soprattutto nella fase più matura della loro vita, spendersi l uno per l altra ed insieme per gli altri senza mai lamenti o rinfacci, ma con un approccio sempre positivo verso la vita stessa. Allegria che si è rivelata una componente fondamentale nel loro matrimonio e nella vita di tutti noi, per cui anche nelle situazioni più difficili lo sconforto ha lasciato il posto al sorriso. Ironia perché in fondo il matrimonio non va preso troppo sul serio. Accettazione perché è più facile lasciarsi che amare le debolezze dell altro e, ritengo, che ai protagonisti di questa storia sia venuto del tutto naturale farlo. I miei genitori sono un inno all amore perché vivono in simbiosi e, quando si guardano, non sanno più chi vedono dei due. Papà ha smesso di fumare da molti anni, la bellezza di mamma ai suoi occhi è ancora intatta e il loro matrimonio di pioggia ne ha vista ben poca. Michela Petrignani 3

4 Belle notizie In Cammino verso il Paradiso Il desiderio di scrivere un nuovo libro si è affacciato nel mio cuore dopo il ritiro fatto ad Assisi con padre Renzo Campetella nel settembre del Fu un ritiro molto particolare, incisivo ed assolutamente radicato nel nostro quotidiano. Il titolo datogli era Maschio e Femmina li creò e spaziava sul tema della sessualità. Mi colpì molto l approccio che l oratore aveva scelto per trattare un argomento ritenuto, in genere, scabroso, perché lo descrisse tanto naturale e bello: come il dono più grande che il nostro Creatore potesse fare all uomo. In effetti, non c è nulla al mondo più bello e naturale dell amore e liberare la sessualità dalle devianze che nella storia dell uomo sono state perpetrate su questo Dono per lasciarvi emergere solamente l apice dell amore è stata una grande emozione. Tornata dal ritiro, riascoltai la registrazione delle parole dette da padre Renzo e le testimonianze lasciate dai partecipanti e qualcosa di grande si mosse in me, così scrissi quello che doveva diventare il primo capitolo del mio nuovo libro. Seguirono altri ritiri che, pian piano, andavano costruendo una trama composita, forte, umana e spirituale, una trama che disegnava il cammino verso l essenziale o, meglio, il grande viaggio dell uomo all interno di se stesso per arrivare a Dio. Da tutto ciò è nato il mio nuovo libro dal titolo invitante: In Cammino verso il Paradiso. Il libro si compone di sei capitoli che ripercorrono i sei ritiri effettuati dal 2012 al 2015 dal nostro fondatore. Tutta la materia trattata negli incontri è stata fusa in maniera armoniosa in modo da tracciare il nostro Cammino di Fede che parte dalla Creazione, si sofferma sulla Paternità di Dio, è illuminato dallo Spirito Santo, s inoltra nel mistero della nostra fede, tratteggia la preghiera come colloquio con il Creatore, per giungere alla gioia di una vita per sempre. Nel libro è trasfuso il pensiero del nostro fondatore. Esso descrive gli elementi con cui l uomo è stato creato: una natura fragile, eppure capace di sollevarsi a grande altezze; corpi simili a vasi di creta in cui la grazia di Dio è rimasta imbrigliata e può esplodere nella santità se ben accompagnata. Ciò che fa di questo libro una lettura avvincente è la semplicità con cui temi di altissimo valore teologico sono trattati ed arrivano al cuore dei lettori riempiendoli di speranza. Di grande impatto emotivo è il capitolo sulla Paternità di Dio. Esso descrive la gioia del Creatore di diventare Padre con queste delicate pennellate di parole: La creazione dell uomo è descritta nella Bibbia come la realizzazione del sogno più grande che Dio abbia avuto: quello di diventare Padre! Dio crea l uomo e la donna perché siano felici, si moltiplichino e gli diano una famiglia che lo faccia gioire della sua paternità. Per realizzare questo sogno Egli, con il suo Fiat, dà forma all universo e alle sue meraviglie, lo accende con la luce delle costellazioni, separa le acque dal firmamento, crea l asciutto, ossia la Terra, e la popola di essere viventi, la ricopre dell erba dei prati, vi immette le foreste e fa sbocciare i fiori. In questo scenario di bellezza Dio colloca la sua creatura amata e, per non farsi mai scordare, lascia dentro di lei la nostalgia del suo amore che noi chiamiamo anima. È bello chiamare la nostra anima nostalgia di Dio perché in essa vi è rimasta l impronta dell amore più grande che esista sulla terra. L amore tende sempre a vivere in comunione totale con l amato e, se l amato è lontano, la sua nostalgia accompagna ogni istante di vita. Amore e nostalgia sono i due elementi 4

5 portanti dell intero volume. La parte in cui questi due elementi trovano il loro apice è quella riservata alla Preghiera. La preghiera diventa il colloquio con l amato e così il nostro libro la descrive: Immaginiamo di stare accanto alla persona che più amiamo nella vita, all uomo o alla donna che desideriamo al punto che quando ci mettiamo in comunione con lui/lei non ricordiamo più niente: né chi siamo, né dove siamo, né che impegni abbiamo. Siamo tanto presi dalla sua presenza che il cuore batte a mille dentro di noi, ci sentiamo mancare e possiamo solo abbandonarci tra le sue braccia. Diciamo poche parole, abbiamo bisogno di silenzio, i nostri occhi si chiudono e un senso di benessere distende tutti i nervi del nostro corpo: questo è amore. La preghiera è amore. Amare qualcuno è cercarne la presenza, cercarne l intimità e l unione. L amore è troppo semplice, troppo libero e troppo grande per essere ingabbiato in un metodo ognuno ha il suo modo di amare, esso inizia con le parole che salgono dal cuore che è il centro dell io e all io appartengono. L amore è una nostra scelta e la nostra scelta non può essere fatta da nessun altro. La preghiera che nasce dal cuore e cerca un altro cuore è la preghiera di Cristo. Entrare nel cuore di Cristo è il paradiso. La prima cosa per impostare una vera preghiera è sentirne il bisogno, è cercare lo sposo amato per dirgli ti amo. Dio risponde al nostro desiderio profondo e quando due desideri s incontrano non è possibile non fare l Amore. Fare l amore con Dio è raggiungere l estasi dei santi. Qualcuno si stupirà leggendo l espressione da me usata: Fare l amore con Dio. Questa espressione, però, ci è stata insegnata dal nostro pastore e fondatore che sempre l ha usata per descrivere la funzione Eucaristica da lui vissuta come un talamo nuziale tra Cristo e il suo sacerdote. Se chi leggerà il mio libro la volesse usare potrà più facilmente immergersi nella lettura del sesto ed ultimo capitolo intitolato: Una vita per sempre. Quest ultimo capitolo possiamo paragonarlo alla parte culminante di una sinfonia dove tutti gli strumenti si uniscono ed esplodono nella gioia finale. Sì, è proprio un inno alla gioia quello che conduce il lettore a dare il giusto senso al dono della vita ricevuta e a comprendere, finalmente, che la sua vita è per sempre, che essa non termina quando il respiro tace, ma si trasferisce nel Regno della luce. Mi voglio rivolgere a coloro che non hanno il coraggio di porsi la domanda: Cosa sarà di me quando la mia anima lascerà il corpo?. A loro dono la più bella notizia che abbiano mai ascoltato: Gesù è risorto, ma non è risorto perché è Dio, Dio non può risorgere perché egli è l eterno vivente. Gesù è risorto perché «uomo» ed è risorto come uomo. Ciò che si manifesta in lui dopo la risurrezione, riguardando lui come uomo, riguarda proprio noi che siamo creature umane. Se siamo arrivati alla fine di questo libro pieni di scetticismo verso ciò che abbiamo letto, è bene iniziare daccapo la lettura dopo avere ascoltato le parole di san Giovanni che nelle sue visioni dell Apocalissi ci dice: Dio sarà con gli uomini per l eternità, la vita durerà per sempre, le lacrime versate saranno da Lui asciugate e abiterà con noi!. Il libro uscirà nel mese di dicembre 2015 e sarà disponibile per tutti nel nostro mercatino di solidarietà che si terrà a San Sebastiano fuori le Mura nell area antistante la Basilica. Maria Teresa Lo Bianco 5

6 Parchi di roma Passeggiate a Roma - Villa Pamphili L e cronache dell epoca raccontano di una carrozza con i cavalli che, nella metà del 1600, attraversava Ponte Sisto, saliva sul Monte D oro (attuale Monteverde Vecchio) all altezza del Monastero di San Pietro in Montorio, per accedere alla tenuta acquistata dai Pamphili. Si trattava di molti ettari che costeggiavano da un lato la via Aurelia Antica e, dall altra, una strada vicinale che, dal Monastero di San Pietro in Montorio, passava avanti alla Fontana dell acqua Paola, monumento celebrativo dell acquedotto costruito da Paolo V, ed arrivava alla basilica paleocristiana di San Pancrazio. La carrozza trasportava Donna Olimpia Maidalchini, moglie di Pamphilio Pamphili, fratello del Papa Innocenzo X. Ella era donna intelligente, colta e abile al punto di ottenere la massima stima del Papa e di svolgere, in sostanza, funzioni dirigenziali in seno allo Stato Pontificio, tanto da essere chiamata dai romani la papessa. L area, in epoca romana, era suburbana, lontana dal centro cittadino, limitrofa al punto più alto del Janiculum, percorso già in epoca protostorica da una strada che collegava Roma con Caere (Cerveteri IX a.c); in essa vi erano numerosi sepolcreti, nei quali erano seppelliti piccoli commercianti, artigiani, soldati, liberti, abitanti di zone adiacenti quali Trastevere. Villa Doria Pamphilj è la più grande villa storica romana con i suoi 184 ettari. È importante in quanto conserva ancora sia la sistemazione seicentesca con il suo nucleo più antico, sia le principali caratteristiche del 1700 e del 1800 quando furono annesse le vigne e le ville confinanti. Resta, sostanzialmente, integra nella sua struttura, salvo il discusso taglio dell Olimpica avvenuto negli anni 60. L assetto attuale nasce dalla fusione dell originale Villa Pamphili con la Villa Corsini, il cui edificio principale è la palazzina Corsini. Fin dall origine, la tenuta era utilizzata in due modi: la prima metà, verso il centro di Roma, era residenza estiva 6 dei Pamphili, dove l architetto A. Algardi aveva progettato un villino con un ampio giardino all italiana, oggi sede della Presidenza del Consiglio; l altra metà era tenuta agricola, rimasta tale fino al trasferimento della Villa al Comune di Roma e alla sua apertura al pubblico negli anni 70. Attualmente, resta alla famiglia Pamphili solo la Cappella Funeraria, opera dell architetto E. Collamarini ( ), in stile neogotico-romanico, nella quale si svolgono talvolta celebrazioni religiose. Il Casino del Bel Respiro o Palazzina dell Algardi, detto anche delle Molte Statue o Delle Allegrezze per il suo uso esclusivo per feste e ricevimenti di famiglia, presenta una pianta di tipo palladiano con un grande salone circolare centrale alto due piani, decorato con statue antiche e raffinati stucchi di ispirazione classica; il suo disegno sembra essere stato del Bernini, realizzato dall Algardi e da G. F. Grimaldi nel L ingresso alla Villa era situato all incrocio tra la Via Aurelia e una strada vicinale che si perdeva nelle campagne (attuale Via di S. Pancrazio). Da qui si può accedere come ingresso principale per iniziare una visita. Colpiscono i notevoli dislivelli geomorfologici rispettati nella totale struttura della Villa che, dalla sommità su cui sorge il Casino del Bel Respiro, sprofonda nella Valle dei Daini e si arricchisce di giochi d acqua e cascate sui terrazzamenti, grazie alla ricchezza delle acque dell acquedotto Traiano-Paolo. Va ricordato che, oltre al pregio architettonico di diversi manufatti, le ville storiche costituiscono veri Orti Botanici in cui persistono piante provenienti da tutto il mondo; alcune di esse sono a rischio di estinzione o ridotte a piccoli areali nei loro paesi di origine. Tipico è il caso del Cedro del Libano (Cedrus libani) di cui si possono ammirare due maestosi esemplari poco dopo l ingresso principale. Da qui ha inizio la nostra passeggiata che, vista l estensione della Villa, la sua ricchezza dei manufatti architettonici e della vegetazione, si svolgerà in due momenti. Appena varcato l Arco dei Quattro Venti, si incontra la settecentesca Palazzina Corsini preceduta da un imponente pineta di Pino domestico tipicamente mediterraneo (Pinus pinea) davanti alla quale svettano numerose Palme delle

7 Canarie (Phoenix canariensis); più avanti, si ergono le arcate dell Acquedotto Paolo. Questo fu realizzato da Paolo V Borghese nel (iscrizione sulla porta monumentale) in parte ripristinando e in parte modificando la struttura romana ad archi dell acquedotto costruito da Traiano (109 d.c.) per alimentare, soprattutto, la zona di Trastevere. Si apre qui la vista sulla Valle dei Daini, cosiddetta per la presenza dei daini introdotti, con cervi e caprioli, a scopo venatorio nella metà dell 800 e sopravvissuti fino alla Seconda Guerra Mondiale. La superficie di mq ha subito continui cambiamenti da giardino toscano seicentesco, a giardino paesaggistico grazie al Busiri Vici, fino a diventare una selva impraticabile dopo mezzo secolo di abbandono. Nel 2000, durante i lavori di bonifica, sono emersi dei Cipressi (Cupressus pyramidalis) piantati nel 1871 sul versante orientale da Filippo Andrea V Doria Pamphili a formare il nome Mary da Mary Talbot sua moglie. Nella valle crescono Robinie (Robinia pseudoacacia) originarie dell America nord-orientale; Pruni (Prunus avium); Biancospini (Crataegus oxiacantha), specie che una volta serviva in campagna per formare siepi attorno agli appezzamenti di terreno e che, purtroppo, oggi sono soppiantate dal filo spinato; Tigli (Tilia vulgaris); Allori (Laurus nobilis); Ligustri (Ligustrum vulgaris), specie utilizzate per l arte topiaria nei giardini all italiana. Lungo il Viale del Maglio si incontrano Lecci (Quercus ilex); Allori; Palme delle Canarie; Palme da datteri originarie dell Africa settentrionale e allevate per i frutti commestibili (Phoenix Dactilifera), Palme nane che sono uniche palme originarie del bacino occidentale del Mediterraneo, coltivate a scopo ornamentale e alimentare (Chamerops Humilis); siepi di Viburni (Viburnus tinus) e di Bosso (Buxus sempervirens). Arrivati al Casino del Bel Respiro, si ammira lo spettacolare Giardino segreto: tipico giardino all italiana con parterres di Bosso nano di grande effetto scenografico nello stile originario, con raffinati disegni tra cui quelli araldici del giglio dei Pamphili. Esso compare anche in terra all inizio della scalinata e nella larga peschiera. Nel mezzo della peschiera cresce uno splendido esemplare di Cipresso calvo o di palude (Taxodium distichum) di origine nord americana; il suo nome volgare deriva dall aspetto spoglio dell albero in inverno quando le foglie diventano fulve e si rarefanno sui rami. Esso è caratterizzato da strane protuberanze radicali emergenti dal terreno, gli pneumatofori, che servono a rifornire di ossigeno le radici. Al di sotto del Giardino Segreto si estende il secentesco Giardino del Teatro, dedicato a vari divertimenti, come dimostrano documenti nei quali si parla di una giostra, di finti cavalli di legno con sedili a forma di conchiglia, di giochi d acqua, della pallamaglio. Numerose erano le statue antiche che arricchivano viali e aiuole, le fontane erano un indispensabile elemento decorativo nelle realizzazioni scenografiche del giardino. Attualmente, l area tra le siepi circolari di Bosso è ricca di esemplari di Tasso (Taxus baccata) o albero della morte per la velenosità di molte sue parti dovuta alla presenza dell alcaloide tassina; di alcune Magnolie, tra cui la Magnolia soulangiana (Magnolia x soulangiana) spogliante in inverno e con i fiori emergenti prima delle foglie; di un grande Avocado (Persea Gratissima) originario dell America centrale. Le palme che popolano questa parte del giardino provengono da diverse parti del mondo e, tra le varie specie, spiccano la Palma della California (Washingtonia) originaria della California e dell Arizona, il cui nome fu dato in onore di George Washington; la Butia (Butia Capitata), originaria dell America Meridionale, le cui foglie sono usate per confezionare stuoie e cappelli; la Jubea (Jubea Chilensis o Spectabilis) originaria del Cile, dal tronco liscio a bottiglia, che per incisione dà il miele di palma ; la Cycas (Cycas Revoluta), originaria dell Asia orientale, non una vera palma ma della famiglia delle Cycadacee che, con la Gingko, rappresentano una classe di piante tra le più antiche della Terra (Paleozoico milioni di anni fa). Troneggia, vicino a un piccolo bacino, un altro esemplare di Cipresso calvo, una Sequoia (Sequoia Sempervirens) il cui nome è un omaggio a un mezzosangue indio, Sequoyah, che inventò nel 1821 il sillabario Cherokee; infine, si ammira una Feijoa (Feijoa sellowiana) dai delicati fiori bianchi e rosa. Termina qui la prima parte della nostra passeggiata, restiamo in questa ampia zona della Villa a godere dei colori dei suoi alberi, del verde dei prati, dei resti di un tempo antico, ad ascoltare le grida dei bambini che giocano, a cercare nel cielo i voli di numerosi uccelli. Patrizia Scandella 7

8 Il mondo dentro e fuori Intervista a Padre Vittorio Nel panorama romano dell assistenza ai carcerati ed ai senza tetto, un ruolo importante è svolto dalla Vo.Re.Co. che sta per Volontari Regina Coeli. Gli operatori della Comunità del Pettirosso sono stati più volte a trovarli nella loro sede in via della Lungara, una struttura molto articolata composta, tra l altro, dai locali adibiti alla raccolta ed alla distribuzione dei capi di abbigliamento, dalle cucine, dal refettorio, dai bagni, dalle docce e dagli spogliatoi per i senza tetto. All ingresso vi è uno spazio riservato ad un mercatino dove si può trovare di tutto come dire dalla spilla al transatlantico! Nel palazzo di fronte, sempre gestito dalla Vo.Re. Co., si trova un appartamento dove, gratuitamente e per un massimo di due mesi, possono alloggiare coloro che escono dalla prigione e non hanno un luogo dove andare: due mesi per consentire loro di riadattarsi all ambiente esterno e trovarsi una sistemazione e magari un lavoro. Motore ed anima di tutto ciò è padre Vittorio Trani aiutato dalla impagabile Angela e da altri di cui non sono autorizzata a fare i nomi, ma il cui contributo è altrettanto prezioso. Padre Vittorio, inoltre, segue da vicino anche una missione in Brasile ed i ragazzi de rua. Approfittando di un momento di pausa forzata, dovuta ad un intervento chirurgico, siamo riusciti a farci rilasciare una breve intervista. Regina Coeli D. In quale momento del Suo Ministero ha deciso di dedicarsi ai carcerati? C è stata una causa scatenante? R. La Provincia religiosa dei Frati minori Conventuali, cui appartengo, dal 1947 ha la cura pastorale delle carceri per adulti della capitale. Una mia prima esperienza di circa 3 anni, come cappellano a Rebibbia Maschile, fu interrotta per assumere la responsabilità di parroco nella chiesa di S. Bonaventura a Torre Spaccata. Nell Aprile del 1978 morì il cappellano di Regina Coeli. Data la mia precedente esperienza, venni chiamato a subentrargli. Misi piede a Regina Coeli il 1 Settembre e tuttora sono sulla breccia. Per me il lavoro pastorale tra i detenuti ha rappresentato un servizio straordinario che la Provvidenza mi ha affidato in maniera ordinaria, servendosi della dinamica interna della Provincia. D. Sappiamo che per entrare come volontari in carcere è necessario avere una specie di abilitazione e che i corsi vengono gestiti dalla vostra associazione: in cosa consistono? R. Da diversi anni l associazione Vo.Re.Co. organizza il Corso di Formazione per nuovi volontari. Si svolge nei mesi Aprile/Giugno. Il mondo del carcere è un mondo complesso che solo la frequentazione permette di conoscere a fondo. Pur tuttavia, il corso aiuta a focalizzare le cose essenziali del lavoro del volontario a favore dei detenuti. Permette di avere un infarinatura generale sulla storia dell istituzione carcere, sui compiti che si è chiamati a svolgere una volta autorizzati ad entrare in istituto, quali attenzioni devono essere sempre presenti nel lavoro quotidiano. D. Voi svolgete un attività di assistenza ai carcerati che escono e non sanno dove andare. Sono sufficienti due mesi per un reinserimento nella società? Che tipo di rapporto affettivo si instaura? R. Il nostro Centro non vuol essere, e non può essere, una realtà che apre la strada risolutiva alle tante storie di detenuti che non hanno nulla fuori del carcere: né casa, né famiglia, né mezzi di sostentamento. Vuole essere un punto di appoggio per i primi giorni da liberi e fornire l opportunità di guardarsi attorno senza l assillo di dover far fronte alle cose più elementari: mangiare, dormire, lavarsi. A molti serve un minimo di tempo per riprendere contatti, stabilire rapporti con il mondo del lavoro, incontrare persone conosciute da cui ottenere aiuto. L auspicio è quello di veder sorgere nei quartieri della nostra città strutture come la nostra per dare risposte concrete e fattive a tante situazioni di disagio. D. Due parole sull assistenza ai senza tetto? R. Siamo a Roma e le persone che vivono al margine del mondo del disagio sono tante. L esercito del popolo della strada cresce sempre di più nei nostri quartieri: sono gli emarginati delle periferie degli anni passati, ai quali si vanno aggiungendo ragazzi con problemi di droga, stranieri senza niente che lottano quotidianamente per la sopravvivenza, nuovi poveri, figli della crisi economica di questi anni. Per avere un idea basta fare di notte un giro negli ambienti delle stazioni ferroviarie, negli ospedali, sotto i ponti del Tevere. I senza tetto sono questa massa di disperati che hanno bisogno di tutto: di un posto per poter fare la doccia, centri dove consumare un pasto 8

9 caldo e ricevere capi di biancheria pulita. Aprire anche un piccolo Centro per loro è contribuire a costruire la rete della solidarietà, che può dare un volto nuovo alla vita di chi vive al margine della società. Papa Francesco dice di andare nelle periferie della società. Qui a Roma, non c e bisogno di andare, basta aprire solo gli occhi del cuore per vedere tante persone che hanno bisogno di attenzione e di gesti di solidarietà. Brasile D. Come è arrivato alla destinazione Brasile? R. La mia Provincia religiosa nel 1968 aprì nel Nordest del Brasile una missione. Da allora si è creato un particolare rapporto tra la regione Lazio e quella realtà brasiliana. Attualmente, io ricopro la carica di Superiore Provinciale e, in questa veste, due/tre volte all anno visito la nostra missione. D. Che tipo di attività svolgete lì? Bambini, ragazzi, famiglie? R. Abbiamo 5 comunità. Di esse 4 sono parrocchie e una seminario. In una di questa parrocchie viene curato il Centro Sociale, dedicato a un missionario morto nell 87 per salvare in mare dei giovani in difficoltà. Nel Centro vengono assistiti ogni giorno 300 bambini delle favelas. Accanto a quest opera, va sottolineato l impegno di tutte le realtà parrocchiali a prendersi cura dei tanti bambini delle favelas, purtroppo ancora presenti in tutte le città brasiliane. D. Perché Brasile e non Africa o India o altro? R. L Ordine dei Frati Minori Conventuali ha missioni in Africa e nella stessa India. Ad occuparsi di quelle realtà sono le Province da cui arrivarono i primi missionari. La missione in India, per esempio, è stata aperta da Malta, ed è la provincia maltese che continua a seguire quella missione. D. La Comunità del Pettirosso può fare qualcosa per aiutare? Hanno bisogno anche di abbigliamento, medicinali, interventi dei medici di Providenceland nostra gemellata, materiale didattico ecc.? R. Credo che se si prendono contatti con i religiosi responsabili del Centro Frei Sinibaldi, si potrà vedere quale apporto concreto la Comunità del Pettirosso potrà offrire a favore dei ragazzi. D. Ci sono adozioni a distanza che seguite direttamente? R. Si. Negli ultimi 6 anni un nostro sacerdote ha curato molto il settore delle adozioni. Sono tanti i fedeli delle nostre comunità parrocchiali che hanno scelto di esprimere la loro vicinanza a bambini più poveri attraverso l adozione a distanza. È una modalità (quando è portata avanti seriamente) capace di creare un rapporto vero tra il benefattore e il bambino scelto attraverso l adozione. Nel fare i nostri complimenti a padre Vittorio per l amore ed il senso di giustizia che mette in tutte le sue attività e posto che la nostra collaborazione con Vo.Re.Co. continua, ci siamo ripromessi di approfondire in modo particolare l argomento sia per quanto riguarda i corsi per il volontariato in carcere sia per le adozioni a distanza. Marisa Grillo 9

10 San sebastiano San Sebastiano: la casa del Padre Con gioia pubblichiamo la lettera scritta Domenica 26 luglio 2015 alla Comunità del Pettirosso da padre Carlo d Andrea, parroco di San Sebastiano fuori le mura. Nel ringraziarlo per le sue parole, vogliamo anche esternargli la nostra riconoscenza per la cura che si prende ogni giorno di noi. Quando padre Renzo, nostro pastore e fondatore, è partito per il suo anno sabatico, ha affidato a lui il suo numerosissimo gregge. Nei cinque mesi della sua assenza, il suo gregge è stato confortato, amato, benedetto, accolto e fatto crescere da questo fratello buono, misericordioso e innamorato di Cristo che, per dimostrarci il suo grande amore, ci accompagnerà nel nostro ritiro spirituale del 6/8 novembre ad Orvieto. Il Signore, in quella occasione, ci farà un grande dono: quello di potere accogliere tra noi tutti i parrocchiani di San Sebastiano che vogliono partecipare e diventare così Una grande famiglia dei Figli di Dio. Padre Carlo ci scrive: C arissimi fratelli e sorelle, Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. Mi sono messo in preghiera e in ascolto e il buon Dio mi ha suggerito di rivolgere a tutti voi questo mio scritto in un giorno speciale per me che, proprio oggi, festeggio l anniversario della mia consacrazione al Signore con i voti perpetui. In tutti questi anni il Signore mi ha fatto incontrare tante anime belle, redente dal Suo Preziosissimo Sangue, desiderose sempre più di sentire il Suo grande amore e la Sua infinita misericordia. Il servizio, che insieme a Gesù, ho cercato di svolgere è stato quello di scoprire e rispettare le esigenze di ciascuno, assecondandole con un cammino orientato esclusivamente verso di Lui. I miei limiti, le mie pochezze ed i miei difetti, sono serviti soltanto a fare emergere la Sua grandezza e la Sua meravigliosa azione di grazia. 10 Oggi, tra tutte queste persone, ci siete anche voi, carissimi, tutti meravigliosi, stupende opere delle mani di Dio Creatore e Padre che, con la vostra presenza, rendete preziosa la mia vita di sacerdote francescano e questa Comunità Parrocchiale che si onora di accogliervi e di mettervi a disposizione questo spazio: che è la VOSTRA CASA. Vi prego e vi chiedo con il cuore in mano: considerate questa Chiesa il luogo in cui Gesù Cristo vi invita ogni Domenica al più importante appuntamento che è la Santa Messa. Solo mantenendo questo impegno potete dimostrare tutto il vostro affetto e sostegno al vostro pastore padre Renzo che, ora più che mai, con i sacrifici che è chiamato ad accettare per il Signore, sta aiutando ognuno di noi, mentre ci chiede di rimanere fedeli a tutto quello che ci ha insegnato. Carissimi, termino questo mio scritto con le parole di Papa Francesco: Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta. Non c è motivo per cui qualcuno possa pensare che questo invito non è per lui, perché Nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore. Chi rischia, il Signore non lo delude, e quando qualcuno fa un piccolo passo verso Gesù, scopre che Lui già aspettava il suo arrivo a braccia aperte. Questo è il momento per dire a Gesù Cristo: Signore, mi sono lasciato ingannare, in mille maniere sono fuggito dal Tuo Amore, però sono qui un altra volta per rinnovare la mia alleanza con te. Riscattami di nuovo Signore, accettami ancora una volta fra le Tue braccia redentrici. Un ultima cosa permettetemi di dirvi: voi sapete che io ho adottato settanta famiglie bisognose che, ogni mese, vengono a prendere gli alimenti di cui necessitano. Tutte le Domeniche siete stati molto generosi offrendo, con il vostro grande cuore, un valido contributo. Vi chiedo con tanta fiducia: non mi lasciate solo in questa stupenda opera. Ed ora, con tanto affetto, vi abbraccio tutti. Dio vi benedica, Padre Carlo vostro fratello

11 Il Ritiro Spirituale di Orvieto S cegliere Orvieto per il nostro ritiro spirituale del 6/8 novembre prossimo è stata una vera e propria illuminazione. Volevamo trovare un luogo carismatico e diverso da Assisi dove, forse, il ricordo dei ritiri oceanici con padre Renzo avrebbe potuto suscitare in tutti un po di nostalgia. Padre Renzo ci ha chiesto di andare avanti nel nostro cammino, di non farci vincere dallo sconforto ma di avere il coraggio della fede che tutti unisce e tutto rende luminoso. Noi abbiamo detto sì! Ecco, allora, che l Umbria ci accoglie con la sua natura dolce, con le sue distese verdi e la sua perla di inestimabile valore: Orvieto! Abbiamo chiesto al nostro Piergiorgio Giovinazzo, guida, scrittore e cultore d arte, di scrivere su questo giornale la storia di questa cittadina antica e di illustrarcene i monumenti e lui ha risposto con un articolo interessantissimo che ci aiuterà a scoprire le bellezze artistiche del luogo che ci ospiterà. Padre Carlo d Andrea sarà la nostra guida spirituale e noi non abbiamo parole per ringraziarlo della sua disponibilità. Fare un ritiro con padre Carlo significa entrare nella luce del Vangelo, trovare la pace dell anima, rivestirsi di Cristo e vivere tre giorni di serenità. Tutti abbiamo bisogno di distendere il nostro corpo provato dallo stress di una vita piena di problemi, di chiasso, di fatica quotidiana: l incontro di Orvieto è la medicina prescrittaci dal nostro Medico Divino, non possiamo disattenderne la cura. Il grande dono che riceveremo ad Orvieto è quello di unire la nostra Casa di San Sebastiano fuori le mura in un unico gregge del Signore; sarà bello unirci ai parrocchiani e creare un unica famiglia. È questo ciò che padre Renzo ci ha insegnato: accoglienza, unione, disponibilità, essere famiglia per dare seguito alle parole del Vangelo che ci dice: Dove uno o più sono uniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro. Le parole di San Paolo mi fischiano all orecchio: Fratelli, in nome di Gesù Cristo, nostro Signore, vi chiedo che non vi siano contrasti e divisioni tra voi, ma siate uniti: abbiate gli stessi pensieri e le stesse convinzioni. Purtroppo ho saputo che uno di voi dice: Io sono di Paolo; un altro: Io di Apollo; un terzo sostiene: Io sono di Pietro; e un quarto afferma: Io sono di Cristo. Ma Cristo non può essere diviso! Noi seguiamo tutti Cristo ed è bello essere uniti a Lui in un solo abbraccio. Per donare a tutti dei giorni speciali, siamo andati a visitare il luogo che ci ospiterà. Speciale pettirosso L albergo si chiama Oasi dei Discepoli e di una vera oasi si tratta: distaccato dalla città, immerso nel verde della località di Sferracavallo, non lontano da Orvieto scalo, offre un atmosfera familiare che infonde benessere. Le camere luminose e ben arredate, la hall messa a disposizione per accogliere i partecipanti, la sala da pranzo che si apre su un grande parterre terrazzato, la gentilezza del personale, la bontà della cucina aiutano a vivere un periodo di rilassamento totale. Abbiamo prenotato l intero albergo e, quindi, per tre giorni quell oasi diventerà la nostra casa. La cappella merita un paragrafo a parte. Ad essa si accede dall interno dell albergo, basta aprire una porta e si rimane senza fiato: la chiesa è sotto di noi, i banchi degradano verso il basso a mo di anfiteatro che avvolge la Mensa del Signore. Immaginare la celebrazione della Santa messa in questo spazio apre il cuore alla commozione: questa meraviglia sarà tutta per noi. A questo punto vi devo parlare del programma. Tutto sarà molto soft: Il venerdì gli unici momenti comunitari saranno la cena alle 20:15 e il Santo Rosario in Cappella dopo cena. Per rendere la preghiera più forte saranno introdotti dei brani di meditazione prima di ogni decina. Il Sabato, la prima colazione sarà servita nella sala da pranzo dalle 7:30 alle 8:30 e la riunione in sala è prevista per le 9:30. Dalle 11:30 alle 13 vi sarà uno spazio di meditazione personale che noi chiamiamo deserto e ognuno sceglierà cosa fare. Il pranzo sarà servito alle ore 13. Il pomeriggio sarà più intenso: ci riuniremo per la catechesi alle 15:30, seguirà la Santa Messa alle 18, la cena alle 20 e l Adorazione Eucaristica alle 21:30 nella cappella. Per la Domenica sono previste le risonanze dei nostri cuori, ognuno potrà parlare e rivelare le emozioni vissute ascoltando la Parola; seguirà un momento di relax con una riffa e la Santa Messa alle ore 12. Dopo il pranzo delle ore 13:15 tutti saranno liberi di andare a visitare Orvieto o di fare ritorno alle loro case. Ogni assemblea in sala vi accoglierà con un inno bellissimo, il suo titolo è MANI: Vorrei che le parole mutassero in preghiera e rivederti o Padre che dipingevi il cielo. Così inizia il canto e continua: Sapessi quante volte guardando questo mondo, vorrei che tu tornassi a ritoccare il cuore. <<Ritoccare il cuore>> è ciò che, certo, il Signore farà in ognuno di noi. Maria Teresa Lo Bianco 11

12 Speciale pettirosso Dopo la pausa estiva è ripresa a pieno ritmo l attività dei pettirossi. Vi aggiorniamo sullo stato dell arte e, nel farlo, vi ringraziamo per il vostro aiuto e chiediamo la vostra disponibilità per fare e dare di più e meglio. Torneo di Burraco Il 26 settembre si è tenuto il 7 Torneo di Burraco. Un modo di divertirci insieme a voi e di reperire quanto necessario per la stampa del giornale. In questo modo non graviamo sui fondi destinati alle altre iniziative e alle donazioni ai poveri, avendo deciso, comunque, di distribuirlo gratuitamente. Ovviamente, le donazioni ad hoc sono le benvenute! Donazioni di abbigliamento e oggettistica Grazie alla vostra generosità, riceviamo un numero inimmaginabile di ringraziamenti e di preghiere da parte di coloro che aiutiamo portandogli capi di abbigliamento, giocattoli, carrozzine, lettini, libri ecc. Stiamo partendo con la consegna dell abbigliamento invernale ed abbiamo iniziato con i senzatetto di Padre Vittorio il cui numero sembra moltiplicarsi. Aspettano le nostre consegne anche i ragazzi delle Colonne d Ercole di Subiaco in numero sempre maggiore; i carcerati di Regina Coeli, Rebibbia, di Viterbo; la casa famiglia di Ardea, la Casetta Lauretana, gli ospiti della casa di cura Colle Cesarano, le famiglie segnalate dalle suore del Divino amore, dalla scuola Caterina di Santa Rosa, dall Associazione per la Vita, le famiglie assistite dalle Parrocchie ed altri ancora che, a volte, arrivano a noi segnalati dalle persone più disparate e che non conosciamo. Aiutiamo anche l Associazione che segue i carcerati di Velletri e le loro famiglie. Con loro è in fase di studio un progetto di sostegno che possa essere di supporto all accoglienza dei familiari dei carcerati. Abbiamo anche consegnato alla Protezione Civile di Cerveteri magliette, cappelli, borse e giacconi destinati all accoglienza ai profughi. Dove vola il Pettirosso Continueremo a ottobre con un corso di informatica. Il gruppo di Subiaco, in fase di formazione, si è incaricato di seguire da vicino i ragazzi delle Colonne d Ercole partecipando alla loro vita quotidiana, supportandoli nelle loro attività e continuando a seguirli nella cura dell orto botanico impiantato dalla Comunità del Pettirosso sul terrazzo del convitto. Saranno proposti loro anche dei corsi per arricchire le loro conoscenze (lingua italiana, cucina, computer, artigianato, ecc.). Ritiri spirituali, pellegrinaggi e incontri culturali Abbiamo formato uno staff per organizzare ritiri spirituali, pellegrinaggi e incontri culturali della Comunità come ad esempio il pellegrinaggio alla Santissima Trinità o il ritiro di Orvieto. Momenti d incontro e di preghiera per ritrovarci e scambiare idee, ma anche, semplicemente, per fare amicizia e per consolidare sempre di più le nostre attività. Ambulatorio dei Poverelli Siamo pressoché giunti al traguardo: è quasi tutto pronto per l apertura dell Ambulatorio del Poverelli. Non appena esso sarà avviato, vi chiederemo di segnalarci situazioni di grave disagio economico relativo a persone bisognose di cure mediche specialistiche: faremo di tutto per aiutarle ad ottenere visite o prestazioni diagnostiche gratuite o quasi. La Farmacia Continua la raccolta di medicine non scadute (anche confezioni già iniziate-ovvio non liquidi). Esse saranno distribuite dai medici che collaborano con noi nell ambulatorio dei poverelli e, quelle non utilizzate, consegnate all organizzazione medicine onlus che, oltre a distribuirle sul territorio italiano, le invia alle missioni di mezzo mondo! Bomboniere solidali Abbiamo già realizzato delle bomboniere per diverse occasioni: matrimoni, battesimi ecc.. Siamo a vostra disposizione per ogni esigenza. Il ricavato serve a finanziare tutto quanto sopra detto ma anche di più!!! Vi aspettiamo numerosi per aiutarci. Corsi di formazione A Giugno, Luglio ed Agosto, dopo aver frequentato un corso di addestramento mirato, alcuni membri dello staff hanno, a loro volta, eseguito corsi di falegnameria e decoupage agli ospiti della Casa di Cura di Colle Cesarano. I nostri recapiti sono: indirizzo comunitadelpettirosso@gmail.com - Telefono: Marisa Grillo 12

13 Speciale pettirosso Pellegrinaggio al Santuario della SS. Trinità 3 ottobre 2015 S antissima Trinità! È il grido di un contadino che temeva di avere perso tutto ciò che possedeva: un povero aratro e una pariglia di buoi che lo guidavano per potere seminare il grano del pane quotidiano! La sua storia, forse arricchita dalla fantasia popolare, così racconta: Sull altura che si affaccia su uno strapiombo roccioso di 300 metri, un contadino arava il suo campo con l aiuto prezioso di una coppia di buoi. Improvvisamente, essi gli sfuggirono di mano e precipitarono nella pianura sottostante insieme all aratro. Affranto, il poveruomo alzò il suo grido di dolore profondo alla Santissima Trinità e corse giù, attraverso i balzi percorribili del monte, verso la parte pianeggiante; là arrivato, vide i suoi buoi sani e salvi ma inginocchiati davanti ad una grotta, al suo interno vi era la raffigurazione rupestre della Santissima Trinità: PadreFiglio-Spirito Santo con occhi ardenti e mani benedicenti. Alzando gli occhi al cielo in ringraziamento, vide il suo aratro, ancora intatto, impigliato su una sporgenza della roccia. Santissima Trinità! È stato il nostro grido appena arrivati in quel santuario, dopo una sequela di curve da far paura. Portavamo con noi le preghiere dei tanti figli di quel Dio Trinitario e a Lui le abbiamo consegnate mentre ci guardava con passione dall effige incastonata sulla parete della grotta; ci siamo commossi e una gran pace ci ha abitato. Anche noi, accanto a quella parete altissima e perpendicolare al nostro piccolo corpo, abbiamo alzato gli occhi per ringraziare Dio e un senso di smarrimento ci ha sorpreso: abbiamo misurato la nostra piccolezza di fronte alla maestà della roccia di Dio. Nel largo piazzale, sotto una struttura moderna, aperta ai lati per fare spaziare gli occhi dei pellegrini sul verde variegato delle vallate, era apparecchiata la mensa del Signore. Dietro l altare, possente, s innalzava Lui: il Figlio crocifisso su una croce che svettava tra le nuvole bianche dipinte sul fondale di un cielo incredibilmente azzurro. Si è fatto silenzio, solo il canto degli uccelli accompagnava il respiro di 50 persone arrivate lì per incontrare il Gran Mistero. Pacata, intonata, calda si è elevata la voce del sacerdote di Cristo: Don Gianluca Zelli. Egli ci ha accolto e fatto consegnare alla Santissima Trinità quello che più turbava il nostro cuore. Ognuno ha frugato nella sua anima per trovare ciò che più gli faceva male e, come San Girolamo, abbiamo risposto al Signore donando a Lui il peccato ricorrente e più difficile da abbandonare. Solo allora, padre Luca si è inoltrato nel Mistero Trinitario e ci ha invitato a considerare il nostro essere in quel luogo come una chiamata che, se accolta, avrebbe potuto trasformare la nostra vita. Non so quali sentimenti vibrassero nell anima delle persone, non so se qualcuno fosse partito da casa per fare solo una gita fuoriporta, come paventato da don Luca nella sua omelia, ma so che alla fine della Santa Messa gli occhi di noi tutti erano lucidi dalla commozione, i visi erano distesi e una gran pace trapelava dalle nostre persone. Dopo la Santa Comunione, ricevuta da molti nelle mani, padre Luca ci ha fatto volare dicendoci che Gesù aveva poggiato la sua mano sulla nostra per farsi toccare. Dopo una congrua colazione al sacco, largamente condivisa tra di noi, ci siamo fatti accarezzare dal tepore di un sole autunnale che non feriva ma riscaldava dolcemente; abbiamo visitato il museo degli ex voto e siamo tornati a casa grati a Dio che, nelle persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, ci aveva accolto, benedetto e, certo, ascoltato. Maria Teresa Lo Bianco 13

14 Speciale pettirosso Mercatino di solidarietà dell Immacolata locandina realizzata da Paolo Quaranta 14

15 Economia in pillole Casa Dolce Casa...quanto mi costi! Con la crisi economica degli ultimi anni ci siamo ritrovati più poveri e costretti a pagare più tasse, soprattutto sulla casa. Ciò ha determinato una considerevole discesa dei prezzi del mercato immobiliare. Il valore delle case, negli ultimi cinque anni, è diminuito di circa un 15% mentre, al contrario, il peso delle tasse sul mattone è aumentato di circa il 30%. Malgrado la discesa dei prezzi, pochi sono riusciti ad acquistare, considerata anche la difficoltà nell ottenere mutui. Oggi, l erogazione mutui sembra essere in ripresa grazie ad una politica monetaria espansiva da parte della Banca Centrale Europea, con tassi d interesse più accessibili e maggiore disponibilità delle banche a un apertura al credito. A perdere maggior valore sono state le abitazioni già presenti (per così dire il mercato dell usato) rispetto al nuovo che garantisce standard qualitativi superiori. Le previsioni dell Osservatorio sul mercato Immobiliare (OMI) indicano ulteriori ribassi dei prezzi per il 2015, ma dovrebbe consolidarsi la crescita del numero delle compravendite. Oggi, il fenomeno di acquisto casa come investimento necessita di attente considerazioni. La moda di acquistare con mutuo per poi affittare e, con tale entrata, pagarsi la rata del mutuo ha perso smalto, si temono, infatti, l insolvenza dell affittuario e le tasse sempre crescenti. Diverse sono le valutazioni da farsi per valutare la bontà di un acquisto immobiliare. Non basta considerare le spese iniziali oltre al valore di acquisto come le spese d istruttoria, polizza incendio, imposta catastale, spese notarili, spese agenzia immobiliare, Tasi, rata mutuo e cedolare secca, ma bisogna considerare, anche, i costi legati alla capacità di liquidabilità dell investimento e i costi futuri di manutenzione. Le dinamiche dell economia non vanno trascurate: oggi sottoscrivere mutui a tasso variabile è sicuramente interessante, considerati i bassi tassi, ma non ci dimentichiamo che contrarre un mutuo significa impegnarsi per molti anni! In Italia, gli immobili vengono venduti prevalentemente tra italiani, quindi, se l economia italiana è in crisi e il reddito dei cittadini diminuisce, vuol dire che ci sono meno soldi per comprare case e, conseguentemente, il loro prezzo è destinato a scendere. Anche il trend demografico ha la sua importanza per valutare la bontà di un investimento immobiliare: una popolazione che invecchia come quella italiana non ha bisogno di nuove case. Dunque, per valutare l acquisto di una casa (escluse le necessità della prima casa) ai soli fini di un investimento, sono molteplici i fattori che occorre tenere presenti ed uno dei più frequenti errori è quello di considerare questo mercato sempre in continua crescita e, quindi, destinato a rivalutarsi di anno in anno. In realtà è caratterizzato da andamenti ciclici come tutti gli altri investimenti, con periodi di espansione e di contrazione. È in corso, in questo periodo, uno studio di come ridurre le tasse gravanti sulla prima casa al fine di ridare slancio al mercato ed aumentare, in generale, la capacità di consumo delle famiglie italiane. Tuttavia, dobbiamo tenere presente che l immobile rimane facile preda della tassazione da parte dei governi sempre alla ricerca di nuove entrate per far quadrare i conti pubblici, basti pensare al progetto sulla rivalutazione degli estimi catastali o su un possibile aumento delle tasse di successione. Dunque, fate bene i vostri conti! Laura Marcotulli 15

16 fuori LE MURA Orvieto... Dagli Etruschi ai Savoia La conformazione geologica del territorio orvietano ha origini antichissime quanto la rupe sulla quale poggia la città: una conformazione rocciosa, frutto dell attività vulcanica che, nel passato, andò a formare anche la zona limitrofa e il vicino Lago di Bolsena. Orvieto, ai suoi albori, venne abitata da diverse popolazioni ed in particolare, dal IX secolo a.c., conobbe un epoca di straordinario splendore ed importanza grazie alla civiltà etrusca che chiamò la città con il nome di Velzna e la fece assurgere a centro più importante dell Etruria. A testimonianza della sua centralità, sotto la rupe ritroviamo i resti del Tempio di Voltumno: luogo del cosiddetto concilium, l assemblea periodica durante la quale le dodici città sovrane etrusche prendevano le decisioni più importanti in merito alla politica interna ed estera. Orvieto rimase terra etrusca fino a quando non venne distrutta dall invasione dei romani che le fecero presto perdere prestigio e centralità. In breve tempo, la rupe si spopolò e fu lasciata all abbandono, mentre i territori sottostanti, beneficiando della presenza dei fiumi Paglia e Tevere, mantennero un ruolo più vitale in quanto legati a Roma grazie al Porto fluviale commerciale di Pagliano. Di questa eredità romana la zona di Orvieto conserva solo poche tracce visibili: il Ponte Giulio in zona Allerona scalo, i resti del ponte delle Colonnacce sul fiume Paglia, quelli del Porto di Pagliano ed alcune antiche fornaci scoperte nell area del lago di Corbara. Con la fine dell impero romano e le invasioni barbariche, l intero territorio orvietano fu abbandonato finché, nell alto medioevo, la città iniziò ad essere progressivamente segnata dalla presenza del Papa che le permise di assumere, gradualmente, un ruolo storicamente più significativo. Così, mentre la città, seppur travagliata da contrasti interni, si stava consolidando come libero Comune, nel 1199 il nobile romano Pietro Parenzo fu scelto dal Papa come rettore e podestà di Orvieto, episodio chiave dell assoggettamento della città al Papato. Se da una parte il legame con la chiesa dava nuovi impulsi allo sviluppo e al prestigio cittadino, dall altra alimentava i contrasti tra le famiglie guelfe filopapali, le fazioni ghibelline e i nuclei anticlericali che portarono alla morte dello stesso podestà. Nonostante le tensioni interne, Orvieto continuò, comunque, il suo processo di sviluppo al punto che intorno al 1200 visse un periodo di grande benessere ed espansione assoggettando gran parte dei territori circostanti, distinguendosi per l eccellente organizzazione istituzionale ed emergendo per le grandi opere che iniziarono a fiorire: il Duomo, il Palazzo Comunale, la fontana di Piazza della Repubblica, il Palazzo del Popolo e quello dei Sette. Opere che, tra l altro, rendono ancora oggi l idea di come la città fosse geograficamente spartita tra potere religioso, con il Duomo e la piazza antistante; potere popolare, con il Palazzo del Popolo; e potere politico, con il Palazzo Comunale e l attuale Piazza della Repubblica. Benessere e prosperità, però, durarono fino al 1348, anno in cui la peste e le continue lotte politiche intestine posero fine all esperienza di Orvieto come comune libero, facendolo, di fatto, sottomettere all egida dello Stato Pontificio. Lo sviluppo e la rinascita di Orvieto ripresero slancio solo dal 1860 quando, svincolata dallo stato papale, entrò a far parte del Regno d Italia e dello Stato Sabaudo divenendo punto di frontiera tra quest ultimo e lo Stato Pontificio. Questo clima di rinnovamento della città si protrasse fino all epoca moderna, così tra il 1800 ed i primi del 1900 si poté assistere ad interventi di restauro e completamento dei palazzi preesistenti e all opera di ammodernamento che l ha conformata fino a renderla la cittadina che noi tutti oggi conosciamo. La commistione tra passato e presente storico di Orvieto è rappresentata, simbolicamente, dal suo stemma dove sono presenti: una croce rossa su campo bianco che simboleggia la fedeltà di Orvieto alla fazione filo-papale dei Guelfi, l aquila nera come riferimento alla dominazione dei Romani, il leone in campo rosso che simboleggia la fedeltà della città al papato e, infine, l Oca, un richiamo alle oche del Campidoglio che salvarono Roma. 16

17 I MONUMENTI DI ORVIETO un percorso guidato Orvieto è senza dubbio una città ricca di monumenti. Partendo da Piazza Cahen, subito, ci si può soffermare ad ammirare l antica Fortezza Albornoz che oggi ospita i giardini comunali. Nelle vicinanze dell ingresso cittadino ci attende la singolare e geniale opera del 1500 realizzata da Antonio da San Gallo per papa Clemente VII: il Pozzo di San Patrizio. Esso è una struttura architettonica unica al mondo, le cui due scale ellittiche, costituite da 248 scalini, non si incontrano mai in salita e in discesa. Percorrendo, poi, Corso Cavour si arriva nei pressi della Torre del Moro che, con i suoi 47 metri di altezza, domina l intera città. Da qui si può proseguire verso Piazza del Popolo per ammirare l imponente Palazzo del Popolo (dimora del Capitano del Popolo, il portavoce medievale del popolo presso i nobili), oppure, proseguendo fino alla fine di Corso Cavour si giunge a Piazza della Repubblica per ammirare la Chiesa di Sant Andrea e il Palazzo Comunale. Sempre dalla Torre del Moro, andando per via del Duomo, si arriva a Piazza del Duomo dove si trova la cattedrale, autentico capolavoro in stile goticoromanico. Il Duomo, simbolo della città iniziato nel 1290 in sostituzione delle malridotte chiese preesistenti, si presenta maestoso con la sua facciata ornata da mosaici in oro e pregevoli bassorilievi. Voluto dal Comune e dal Papato, si caratterizza per il suo aspetto gotico romanico che, tuttavia, non nasconde le proprie singolari peculiarità che rendono l edificio una delle Cattedrali più belle al mondo. La straordinaria bellezza del Duomo è frutto, soprattutto, dell ingegno di grandi talenti come il Maitani, al quale si deve la facciata, Ippolito Scalza, autore della Pietà che si trova all interno, e Arnolfo di Cambio. Le quattro guglie raffinate danno slancio alla facciata e fanno da straordinaria introduzione all interno. Qui si segnalano due preziose cappelle: quella del Corporale, che ospita il Corporale del Miracolo di Bolsena e gli affreschi di Lippo Memmi, e l altra di San Brizio, affrescata dal maestro Luca Signorelli nel 1500 con splendide raffigurazioni religiose e scene apocalittiche alternate ad episodi di redenzione. Tutto ciò che contribuiva a rendere ancor più preziosa la Cattedrale, come suppellettili, statue, dipinti e monili, sono oggi custoditi nei vari musei della città in attesa di entrare a far parte del progetto definitivo del Museo dell Opera del Duomo. Legata alla fase costruttiva della cattedrale è la vicina Torre di Maurizio, che si trova tra la piazza e l inizio di Via del Duomo; in cima a questa torretta medievale è ancora funzionante la statua bronzea che batte le ore percuotendo con un martello una grande campana. La funzione originaria di questo originale meccanismo era quella di orologio de muriccio ovvero del cantiere (da qui il nome poi divenuto maurizio ), l orologio aveva lo scopo di scandire gli orari per le maestranze e gli operai che lavoravano alla costruzione del Duomo. In Piazza, infine, sono presenti due musei di notevole interesse: il Museo Archeologico nazionale ed il Museo Faina, entrambi ricchi di preziosi reperti archeologici provenienti, principalmente, dalle necropoli etrusche del Crocifisso del Tufo e dalla necropoli santuario della Cannicella. Piero Giovinazzo 17

18 Il viaggio Crociera fluviale sul Reno, un dolce viaggiare! U na crociera sul fiume è scegliere il gusto del viaggio fatto d incontri, di nuove esperienze e curiosità; è lasciarsi alle spalle la frenesia di tutti i giorni e vivere la magia del fiume muovendosi in sintonia con il suo ritmo lento; è farsi cullare dallo sciabordio della nave assistendo allo spettacolo degli scenari naturali che si aprono ad ogni ansa. Navigare scivolando sull acqua come seta, solcando fiumi che uniscono paesi e culture, danze e colori, profumi e musiche, consente al viaggiatore di raggiungere il centro di meravigliose città nel confort di un hotel galleggiante. Le navi che percorrono i fiumi europei sono molto più piccole e modeste dei transatlantici che solcano i mari, ma permettono di trovarsi proprio davanti alle più belle cattedrali d Europa o proprio al centro di una capitale europea. La nostra scelta, tra i principali fiumi europei, è caduta sul fiume Reno: il romantico Reno, il cui nome di origine celtica significa scorrere e che bagna Olanda, Svizzera, Germania e Francia. Il Reno è tra i dieci fiumi più lunghi d Europa e, per la particolare bellezza paesaggistica, è stato da tempo nominato Patrimonio dell umanità dall Unesco. Il nostro punto di partenza ed anche di arrivo è la città di Colonia, fondata dai Romani intorno al 30 a.c. e qui dislocati in quanto il Reno segnava i confini di Roma. Anche se la partenza è prevista per il pomeriggio, preferiamo arrivare a Colonia al mattino per concederci un po di tempo in più per visitare questa città bellissima, permeata di gusto francese. La nostra prima visita è al Duomo di Colonia, maestoso per le dimensioni e l abbondanza delle decorazioni. All interno si trova La cassa dei Rei Magi, capolavoro e reliquiario a forma di Basilica in argento dorato, smalti e gemme. Ci concediamo una piccola pausa in una delle numerose caffetterie della zona e, poi, andiamo alla ricerca dell Acqua di Colonia inventata da un profumiere di origine italiana: J. M. Farina. Un po stanchi, dopo aver camminato per l intera giornata, saliamo a bordo ed iniziamo la nostra crociera fluviale. Comodamente seduti sul ponte, aperitivo alla mano, ci lasciamo cullare dal lento scorrere del fiume e dagli incantevoli paesaggi che si aprono davanti ai nostri occhi. Questo primo tratto del fiume è famoso per i castelli medievali e i vigneti che ricoprono le alture circostanti. Accompagnati dalle note della canzone omonima, passiamo davanti all emblema del romanticismo renano: la famosa roccia Loreley, piena di misteri, la cui leggenda narra di una bellissima ondina del fiume Reno che attirava gli uomini con il suo canto e il suo aspetto, causando naufragi e sciagure. 18 Ci avviciniamo alla vecchia città imperiale di Boppad. Grande è la sua forza attrattiva: essa, in una manciata di vie e piazze, sa concentrare la bellezza estetica e lo spessore culturale di un grande centro storico. L edificio più significativo della cittadina è la Chiesa di San Severo con il Crocifisso monumentale sopra l altare che raffigura Cristo vincitore sulla morte. L arrivo a Strasburgo è sorprendente, la nave passa sotto il Ponte dell Europa che segna il confine tra la Germania e la Francia. La sua straordinaria posizione geografica, al centro dei grandi nodi di comunicazione internazionale e la sua storia, hanno favorito la sua elezione a sede delle istituzioni. Il primo monumento che visitiamo è la splendida Cattedrale di Notre-Dame, realizzata in arenaria: un capolavoro di intrecci e ricami scolpiti nella pietra. Ci colpiscono le bellissime vetrate, l organo dorato e coloratissimo e l orologio astronomico risalente ad un progetto rinascimentale. Uno dei modi più belli per vedere la città è un giro in battello attraverso i canali che circondano la parte vecchia e sui quali si affacciano i Ponts Couverts: i tre ponti coperti collegati tra loro dalle torri di guardia medievali. Più avanti, vi è il Quartiere FenKweller, antico quartiere di pescatori, di conciatori e mugnai che è attraversato da bellissimi ponti turriti e la Rue du Bain aux plantes con belle case in legno a graticcio. Non possiamo concludere il nostro giro in battello senza visitare il quartiere politico europeo: il cuore pulsante di questa nostra Europa è lì davanti ai nostri occhi e mille pensieri si affacciano alla nostra mente! Lasciamo Strasburgo e la Francia, navighiamo durante la

19 notte e il risveglio ci sorprende in Svizzera e precisamente a Basilea. Ci immergiamo nelle vie della città e, con l aiuto di una esperta guida, messaci a disposizione dalla direzione, ci ritroviamo nel centro storico di Basilea, le cui origine storiche risalgono a più di 2000 anni fa. Visitiamo la Cattedrale Munster con le sue belle vetrate colorate, il Duomo e il Palazzo del Municipio, situato proprio nel cuore del centro storico, con la sua facciata rossa decorata da stemmi che rappresentano le antiche corporazioni, la torre prominente e le decorazioni trompe d oeil all esterno. Lasciamo la guida e il nostro piccolo gruppo s immerge di nuovo nel centro della città. Abbiamo voglia di starcene da soli, lontano dal rumore e dalla frenesia ed assaporare appieno questo senso di libertà, di accoglienza e di rispetto che la città ci offre, come la zona di St. Alban-Tal, tranquilla area attraversata da canali con tanto di mulino a servizio del museo della carta. Decidiamo di visitare il Museum Tinguely, è piccolo e divertente. Le opere inutili sono quelle dello scultore che ha animato, con la sue stravaganti fontane, la stessa piazza Tinguely. Le opere devono essere attivate dai visitatori, nel senso che l opera prevede che sia messa in funzione tramite un bottone sul pavimento: se il meccanismo non parte è perché l opera sta riposando e bisogna attendere un po. La mattina del giorno successivo ci troviamo a Breisach sul Reno, un affascinante cittadina situata nell area vitivinicola, poco distante da Friburgo e dalla Svizzera. Facciamo una piacevole passeggiata nel borgo antico e, proseguendo lungo le antiche mura del 1300, ci ritroviamo ai piedi della cattedrale di S. Stefano che domina il paese dalla sommità della collina. E una bellissima giornata e, lasciandoci scaldare dal caldo sole di giugno, continuiamo la nostra passeggiata costeggiando il porto fluviale, dove sono ormeggiati numerosi yacht e dove raggiungiamo la nostra nave. L inizio del nostro ultimo giorno di navigazione ci porta alla città di Magonza. Iniziamo la visita alla maestosa cattedrale di San Martin di arenaria rossa, è il simbolo della città; ma è la chiesa di Santo Stefano che attira la nostra attenzione: all interno non ci siamo lasciati sfuggire le bellissime vetrate blu realizzate da Marc Chagall tutte le pareti della chiesa sono decorate dalle vetrate non riusciamo a staccare i nostri occhi da tanta bellezza ed è difficile poter decidere quale sia la più bella. Questo capolavoro fu eseguito dall artista ormai novantenne su commissione di Mayer, affinché si potesse lasciare un impronta di ottimismo, speranza e gioia di vivere, nella città che tanto segnò le sorti della cristianità in Europa. Le belle vetrate di Chagall fanno riflettere e non solo per il grande senso artistico che suscitano: Chagall era ebreo e il suo dono a una chiesa cristiana fu un piccolo segno di fratellanza che va oltre l arte e il tempo, egli ha voluto dimostrare i punti in comune tra il cristianesimo e l ebraismo. Il nome e la fama della città di Magonza sono legati al suo cittadino più illustre Gutenberg che intorno al 1450 inventò la stampa con lettere mobili. Nel museo sono esposte due delle prime Bibbie da lui stampate. È Coblenza l ultima città che visitiamo, sorge sulla punta di una penisola come fosse la prua di una nave. Le prime immagini che si stagliano imponenti sono la statua di Guglielmo I a cavallo e la maestosa fortezza di Ehrenbreitstein. Visitiamo la chiesa di St. Kastor, la più antica, protetta da quattro torri e circondata da un curatissimo giardino, ospita dodici bellissime tavole che raffigurano i dodici Apostoli. Usciamo dalla chiesa, la città è in festa; all interno degli immensi giardini adiacenti il fiume vi sono stand e gazebi che offrono birra e wurstel, i bambini si rincorrono e vi è musica dappertutto sembra quasi che sia tutto per noi per rendere allegro e vivace il nostro arrivederci. Siamo quasi giunti alla fine del nostro viaggio e, poco prima di tornare a bordo, ci troviamo sotto un improvviso acquazzone senza ombrelli né k-way. Ci lasciamo bagnare indifferenti. Il Reno ci vuole salutare con il suo elemento naturale l acqua e noi, in fondo in fondo, ci divertiamo ed apprezziamo. Pina Orlandi 19

20 CURIOSITà MEDICHE Forse non tutti sanno che A cura del Dott. Gilberto Grossi Neurochirugo Prendiamoci cura della nostra colonna lombare L e statistiche mondiali ci dicono che tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo sofferto di un attacco di lombalgia. Nessuna altra patologia ha la stessa diffusione. Questo vuol dire che, in un modo o nell altro, tutti dobbiamo confrontarci con questo problema, perlomeno in termini di prevenzione. La nostra colonna lombare è composta da una serie di elementi sovrapposti (le vertebre) che si articolano nello spazio permettendoci movimenti di flessione, estensione e torsioni del tronco. La conformazione delle vertebre è tale che dalla loro sovrapposizione si genera un canale che permette il passaggio delle radici nervose che dal midollo spinale vanno nelle gambe e ci garantiscono movimento e sensibilità. È, pertanto, una struttura biomeccanica raffinata che, se utilizzata impropriamente, va incontro a usura precoce delle sue componenti e a malfunzionamento: da qui deriva il dolore (segnale di avviso) e i conseguenti disturbi del movimento e della sensibilità. Il mal di schiena, in realtà, è sempre stato un problema, anche per i nostri avi, ma perché negli ultimi decenni il problema si è ingigantito a tal punto? Certamente un ruolo fondamentale è costituito dalle mutate 20 abitudini di vita: i nostri nonni, spesso, facevano lavori molto più pesanti durante la settimana, poi, la domenica, si riposavano. In un certo senso il problema era identico, ma erano senz altro più allenati. Oggi il mio ambulatorio è pieno di giovani e adulti che tutta la settimana fanno un lavoro sedentario, ma il fine settimana si scatenano in furibonde partite di calcetto e negli sport più disparati, quando non si tratta di buone mamme che lavorano quotidianamente come impiegate e passano poi la domenica a rassettare la casa dopo la devastazione settimanale In sostanza, quando avvertiamo un primo, poi un secondo e magari un terzo avviso di dolore lombare, non è più il caso di risolverla con automedicazione (punturone, compresse, massaggiatori, manipolatori, osteopati, maghi o l immancabile consiglio dell amico che ha risolto con quel sistema miracoloso ). È importante fare un punto della situazione, ovvero la Diagnosi! Può essere utile rivolgersi al medico di famiglia per richiedere un consiglio per una visita specialistica (ortopedica, fisiatrica, neurochirurgica, possibilmente da uno specialista della colonna vertebrale, è inutile andare da un ortopedico che opera solo i ginocchi o da un famoso neurochirurgo che si occupa solo di patologia cerebrale). A tale scopo, visto che ormai usiamo internet più o meno a proposito un po tutti, dedichiamo un po di tempo a ricercare informazioni su specialisti credibili, verificando in che strutture lavorano ed escludendo coloro che promettono soluzioni miracolose La colonna è una struttura complessa e la bacchetta magica non funziona! Gli accertamenti più appropriati oggi disponibili sono la Risonanza Magnetica Nucleare (non sono radiazioni e i prezzi sono accessibili) che ci dice la maggior parte delle informazioni che bisogna sapere sulla colonna, sarà poi lo specialista a richiedere, eventualmente, esami specifici. Qualora, come succede nella maggior parte dei casi, non c è necessità di una soluzione chirurgica, si stabilisce la cura più appropriata, ma sempre dopo aver fatto diagnosi: tutto può essere utile, ma la fisioterapia, l osteopatia, le

21 manipolazioni alla cieca sono da evitare. I danni dei trattamenti eseguiti senza diagnosi, magari a fronte di una soddisfazione immediata, possono diventare evidenti anche a distanza di 2-3 anni. Il malfunzionamento più frequente dalla colonna riguarda gli errori nella postura, che possono essere corretti con delle ginnastiche specifiche (Rieducazione Posturale) sotto la guida di personale qualificato. In caso di rigidità muscolare dolorosa il miglior rimedio è il movimento in assenza di carico, ovvero la ginnastica in acqua (Idrochinesiterapia) eseguito in centri specializzati. Le contratture più invalidanti traggono beneficio dalla digitopressione (Massaggio Shiatsu). Tutti i trattamenti citati hanno una sola regola: la costanza e la continuità. Il disturbo funzionale della colonna non guarisce, come la pressione alta, la cura va eseguita costantemente, con il vantaggio che il percorso fisioterapico, che inizialmente è di una/due volte la settimana, poi viene dilazionato nel tempo rimanendo sotto controllo: mai abbassare la guardia! Qualora fosse indispensabile un intervento chirurgico, bisogna poi considerare che i progressi della chirurgia mettono oggi a nostra disposizione molti trattamenti mininvasivi, per cui spesso le problematiche trovano una soluzione meno gravosa per il paziente, che può essere riservata anche all anziano che normalmente viene liquidato con la famosa quanto infelice frase bisogna imparare a convivere con il dolore. Com è facile sopportare il dolore altrui Un ultimo accenno ai progressi della terapia del dolore, che oggi, nei centri specializzati, si avvale di presidi e opzioni farmacologiche di grande efficacia. In un prossimo articolo verrà approfondita la patologia cervicale, con alcuni accenni ai trattamenti mininvasivi, esplorandone i vantaggi e gli obbiettivi. Dr Gilberto Grossi 21

22 DOPO LA MISTICA LA MASTICA Pastasciutta al Primitivo di Manduria Ingredienti per 4 persone 500 gr di pasta 2 bicchieri Vino (meglio se Primitivo di Puglia) ½ Cipolla Sedano e carota q.b. ½ Dado vegetale 50 gr burro Peperoncino a piacere Sale q.b. Preparazione 1. Rosolare mezza cipolla con un pezzetto di peperoncino e, quindi, unire un trito di sedano e carota. Proseguire la cottura; 2. Quando le verdure sono appena appassite aggiungere mezzo dado e un bicchiere di vino rosso robusto (l ideale è un Primitivo di Puglia); 3. Cuocere a fuoco vivo per pochi istanti (le verdure devono rimanere salde); 4. Lessare, intanto, la pasta e colarla a metà cottura; 5. Rimetterla nella pentola, condirla con mezzo etto di burro, la salsa e un altro bicchiere di vino; 6. Portare a termine la cottura rigirando continuamente; 7. Alla fine aggiungere parmigiano, fare amalgamare bene e servire. Se invece che pasta di grano duro si usa pasta fresca (250 gr all'uovo o acqua e farina), a partire dal punto 4 la ricetta si modifica così: aggiungere nel tegame della salsa altri 2 bicchieri di vino e versare la pasta facendola cuocere direttamente con il vino, rigirando continuamente, fino a sentirla cotta al dente e divenuta di colore bruno-violaceo: il vino sarà stato quasi tutto assorbito. Poi proseguire come prima condendo il tutto con burro e parmigiano e servire. Stracotto all antica maniera dei Burgundi I Burgundi erano un antico popolo proveniente da est che invase i territori a sud ovest della Francia. Popolo guerriero, non dedicava molto tempo alla cura della cucina. Modalità preferita: cucinare bestiame razziato al nemico e condirlo con bacche selvatiche che arricchivano i boschi. Si aggiunse, poi, il vino razziato nei monasteri altrettanto diffusi dei boschi. Ingredienti 1 kg carne di manzo (tagliato a spezzatino) 1 Cipolla (metà e metà) 1 spicchio di aglio (facoltativo) Bacche di Ginepro 4/5 Bacche Cardamono 4/5 Vino rosso (consigliati Chianti, Pinot Nero, Nero D Avola, Nebbiolo, o Primitivo di Manduria) fino a ricoprire la carne sia nella fase di macerazione che di cottura. Preparazione 1. Mettere a macerare per 24 ore, in frigo, il manzo nel vino con le bacche di ginepro, di cardamono e mezza cipolla a fettine; 2. Al momento di cucinare togliere la carne dalla marinata e metterla in una capace pentola ricoprendola con il vino rosso, le bacche di ginepro e di cardamono (si possono riutilizzare le stesse usate per la macerazione), l altra mezza cipolla ed uno spicchio di aglio; 3. Lasciare cuocere a fuoco bassissimo per circa 3 ore e ½ fino a quando il vino rosso non si sarà tramutato in una succulenta salsa di colore giallo ocra e il manzo sia cotto a puntino. Servire caldo. 4. Questo piatto ha costituito la base della famosa salsa Bourguignonne, arricchita da funghi ed altri frutti del sottobosco: assaggiandola meditare che i barbari non erano poi così barbari! Giovanni Ciancone 22

23 Il bello del fai da te tencil Ricordo che, già alcuni anni fa, la mia amica Cristina iniziò a regalarmi, per Natale o compleanno, piccoli oggetti decorati da lei con la tecnica dello stencil, come un portapenne di legno o un canovaccio. Solo molto tempo dopo, quando la mia amica nonché figlioccia Melody mi insegnò tutti i segreti del fai-da-te e del decoupage, iniziai a interessarmi io stessa alla tecnica dello stencil. Diffusa nel Nord Europa a partire dal XIX secolo, la tecnica dello stencil è diventata, via via, una vera e propria arte decorativa. Si tratta di una tecnica basata sull utilizzo di un apposita maschera (chiamata stampo o stencil) per riprodurre immagini identiche su diverse superfici. In pratica, lo stencil è un foglio da cui è stato ritagliato un disegno. La parte vuota fa da guida al colore nel dipingere su una superficie. Il colore rimane sulla superficie che viene pitturata soltanto nei punti dove la carta manca, ricreando l immagine. Viene usata, ad esempio, per la pittura della segnaletica stradale a terra. È ideale per realizzare decorazioni ripetitive, in ampia serie, come le greche sui muri e motivi ornamentali di piccole dimensioni. Lo stencil si può acquistare nei negozi di hobbistica o prepararlo da soli. In quest ultimo caso bisogna tracciare un disegno (o ricalcarlo utilizzando carta carbone), inciderne i contorni con un taglierino ed eliminare la parte intagliata. La maschera può avere forme diverse e, al suo interno, possono esservi zone isolate, collegate da ponti per unire le varie parti della sagoma. Occorrente: nastro per mascheratura stencil (maschere, comprate già pronte o realizzate a mano) colori (ad acqua, spray, acrilici, a olio) piatti di plastica pennelli per stencil, piccoli rulli, spugna vegetale. Procedimento: 1. Prima di applicare lo stencil, pulire la superficie con accuratezza, asciugare e assicurarsi che non vi sia polvere. Si può anche applicare una vernice per lo sfondo, come per il decoupage. 2. Applicare lo stencil in posizione con del nastro per mascheratura (a lavoro finito si toglie facilmente). Stendere bene la maschera per evitare la formazione di bolle. 3. Versare un po di vernice su un piatto di plastica. 4. Intingere, ma non troppo, il pennello nella pittura, per trasferirla al supporto attraverso le finestre dello stencil, partendo dal bordo del decoro andando verso il centro. Oppure, a seconda dell effetto desiderato, si può stendere il colore con un piccolo rullo. 5. Dopo aver colorato tutte le finestre, lasciare asciugare. 6. Togliere lentamente la mascherina in modo che non si creino sbavature. 7. Ricollocarlo in una nuova posizione per continuare la decorazione. La fase della colorazione è, decisamente, la più divertente. Ci si può sbizzarrire con la tecnica pittorica che più ci piace utilizzando pennelli, spugnette, colori ad acqua, colori a olio, colori acrili o bombolette spray. Occorre fare attenzione a non far scolare i colori e, se è il caso, per evitare questo inconveniente, si possono applicare più mani leggere. Alla fine, lo stencil può anche essere ritoccato manualmente per unire le parti lasciate non dipinte dalla maschera. Varianti: Per gli stencil su stoffa, occhio alle sbavature, usare colori appositi per stoffe e, una volta asciutti, fissare i colori passando il ferro da stiro caldo per 3 o 4 minuti senza vapore. Stirare sempre il disegno al rovescio e fare assorbire il colore in eccesso da due fogli di carta porosa o da cucina. Lavare per la prima volta a mano e, poi, sempre con lavaggio a freddo. Per gli stencil su legno, passare prima della carta vetrata sulla superficie di legno ed usare colori acrilici a base d acqua. Per gli stencil sul muro, ritagliare varie mascherine per ogni colore che viene dato: i colori migliori sono gli acrilici che restano indelebili nel tempo. A lavoro ultimato, per proteggerlo e farlo durare di più, si può passare una vernice finale fissativa trasparente oppure lucida, a seconda dell effetto desiderato. Chiara Rocchi 23

24 notizie dalla comunità del pettirosso Tutti insieme per Colle Cesarano V icino Tivoli, non lontano da Villa Adriana, si trova l istituto di Colle Cesarano. Subito dopo aver varcato il cancello ci si immerge in un parco e in un atmosfera che promette quiete ed accoglienza. Quando ci si avvicina ai due edifici, l ospedale psichiatrico e la casa famiglia, si incontrano persone che passeggiano con aria distaccata, a volte triste e guardarli stringe il cuore. Sono raramente in gruppo, più spesso da soli. I medici, gli psicologi e gli assistenti che si occupano di loro e che fanno tanto per tenerli occupati in diverse stanze adibite a ludoteca, ci dicono che soffrono la solitudine, la mancanza di vicinanza dei loro cari e sono immersi nei loro problemi che, spesso, li schiacciano. La prima volta che li siamo andati a trovare, abbiamo portato loro degli indumenti; l indomani li hanno indossati e, felici di vedersi diversi, hanno fatto festa. Guardandoli, però, e conversando con loro abbiamo sentito che non era abbastanza, che potevamo fare di più. Abbiamo parlato con i responsabili che ci hanno illustrato meglio la situazione e spiegato come, spesso, la mancanza di stimoli renda i degenti apatici e influisca negativamente sulla loro malattia. Abbiamo, quindi, deciso di aiutarli stimolandoli e interessandoli a qualcosa che li facesse concentrare sulle loro capacità ed è venuto fuori Il laboratorio, anzi, ad essere precisi, I laboratori. L Istituto ci ha messo a disposizione un salone arredato con tavoli e sedie ed una scaffalatura e noi abbiamo fatto e stiamo facendo il resto. Il nostro staff è composto da persone con diverse competenze e ognuno ha messo in campo i propri talenti e creato dei laboratori per gli ospiti dell istituto. Sono cosi stati effettuati corsi di falegnameria, decoupage e a breve di informatica ci stiamo attrezzando anche per corsi di stencil. Con il corso di informatica insegneremo ai partecipanti a lavorare con le immagini e a preparare dei cartelloni illustrativi della mostra dei lavori da loro effettuati; con il corso di stencil cercheremo di rendere più accoglienti le loro camere o decorare oggetti personali. La risposta è stata una meravigliosa sorpresa, un vero successo! Alle ultime lezioni hanno partecipato più di 20 persone per ogni sessione. A prescindere dalle capacità di applicazione più o meno presenti o dal talento individuale, è stato bello vedere come le ore trascorse insieme abbiano stimolato al dialogo sia i partecipanti tra di loro sia con noi docenti e, con grande gioia, abbiamo visto degenti, che non si erano mai parlati, collaborare insieme e scambiarsi consigli. La valutazione dello staff medico è stata incoraggiante e siamo già stati contattati per la ripresa dei corsi che riprenderemo nel mese di ottobre. Siamo pieni di entusiasmo, ma vorremmo essere aiutati da forze nuove: ci auguriamo che, tra chi ci legge, ci siano persone che vogliano offrirci la propria collaborazione sia per aiutarci con i corsi già in atto, sia per proporre alla Direzione cose nuove: è da precisare che ogni attività deve essere vagliata dallo staff medico il quale predispone la presenza di assistenti per supportarci nella gestione dei pazienti. Marisa Grillo per eventuali offerte intestare a Comunità del Pettirosso 24 c/c postale IBAN:IT26X c/c bancario IBAN:IT18W X31 Periodico a diffusione interna - Diffusione e stampa in proprio - Attività editoriale a carattere non commerciale ai sensi previsti dall art. 4 DPR 16/10/1972 n. 633 e succ. mod.

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