Bombardamento di Porto Buso 24 maggio 1915 di Stéphan Jules Buchet e Franco Poggi

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Alfonso Di Martino
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1 Bombardamento di Porto Buso 24 maggio 1915 di Stéphan Jules Buchet e Franco Poggi bombardato ore 3 Porto Buso di- Zeffiro struggendo pontile Caserma e stazione tutte autoscafi stop Nessuna perdita nostra nessuna avaria stop Del nemico morti due prigionieri 47 trasportati Venezia compreso un Ufficiale e 15 sottufficiali stop Tra prigionieri tre feriti. GARELLI. Con questo scarno telegramma del Comando di Venezia delle ore del 24 maggio 1915, veniva data notizia della prima azione a fuoco della Regia Marina nel conflitto contro l Austria - Ungheria. Fra le attività che le forze navali dovevano intraprendere per raggiungere l obiettivo principale della guerra contro l Austria, indicato dal Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Paolo Thaon di Revel, cioè la distruzione delle forze navali nemiche c erano la demolizione o il danneggiamento delle sistemazioni costiere nemiche, indifese o al più protette con opere occasionali, ma utili alla marina austro-ungarica, in particolar modo quelle dove potevano trovare riparo e rifornimento i mezzi siluranti. Il passaggio dei primi fanti il 24 maggio della Canzone del Piave di E. A. Mario fu preceduto da un episodio portato a termine dalla Regia Marina poco noto ma non per questo meno significativo Il piano Prima dell inizio del conflitto, il Comandante in Capo dell Armata, ammiraglio Luigi di Savoia, Duca degli Abruzzi, predispose una serie di azioni da eseguirsi allo scoppio delle ostilità: fra queste anche il bombardamento delle postazioni austriache di Porto Buso. Il piano prevedeva che unità della 4 a Squadriglia Cacciatorpediniere partissero alle prime ore del 24 maggio da Venezia e dirigessero verso Porto Buso e Grado con lo scopo di affondare unità avversarie e i galleggianti presenti, cannoneggiare gli apprestamenti militari, catturare militari nemici e tagliare il cavo telegrafico tra Grado e Citta - nova. Per l attacco a Porto Buso fu destinato il cacciatorpediniere Zeffiro e per le attività belliche a Grado il Bersagliere e il Corazziere. La scelta di Porto Buso, ultima isola dell Impero Austro-ungarico al confine con il Regno d Italia che, con l isola Anfora, si trova all estremità occidentale della laguna di Grado, fu stabilita dopo una ricognizione dell area fatta a marzo dello stesso anno dal sommergibile Foca. Nel rapporto di missione redatto dal comandante dell unità subacquea si può leggere che a Porto Buso la presenza di una nave o di un pontone era infondata ma che era noto tuttavia, che per mezzo di canali comodi, Porto Buso comunica con Aquileia e 23

2 I movimenti delle unità navali italiane (in nero) e austro-ungariche (in rosso) effettuati in Adriatico tra la notte e la mattina del 24 maggio 1915; in apertura, lo stemma della Regia Marina 24

Il Regio Cacciatorpediniere Zeffiro fotografato a Venezia (sullo sfondo la Chiesa della Salute), all inizio della guerra che qualsiasi natante potrebbe essere impiegato per minare il porto.

3 Il Regio Cacciatorpediniere Zeffiro fotografato a Venezia (sullo sfondo la Chiesa della Salute), all inizio della guerra che qualsiasi natante potrebbe essere impiegato per minare il porto. Esiste a Porto Buso una caserma di finanza, delle baracche ove sono alloggiate 80/100 riservisti, comandati da un ufficiale richiamato friulano, un posto di osservazione fra gli alberi, 5 autoscafi dei quali 3 capaci di portare armi. Non risulta esserci cannoni, ma giorni or sono una torpediniera ha sostato e un piroscafo ha sbarcato molte casse. la stazione ha rapide comunicazioni telefoniche col continente. L azione Partito alle 2 da Venezia e giunto dopo un ora all imboccatura del canale di accesso, lo Zeffiro, adottando le misure per una navigazione silenziosa, percorse il canale e arrivò al traverso del pontile e della caserma austriaca a una distanza di 600 metri. Il comandante l unità, capitano di fregata Arturo Ciano, ordinò il lancio del siluro contro il pontile di 45 metri e fece iniziare il fuoco con i cannoni da 76/40 contro la costruzione militare a un piano e la torretta di osservazione. Il siluro si arenò su un bassofondo vicino al pontile e non esplose per un avaria al sistema di scoppio, mentre i 169 proiettili di cannone indirizzati contro gli edifici e sul pontile danneggiarono i fabbricati, la torretta di osservazione, e alcuni motoscafi che erano ormeggiati al pontile. Nel rapporto del comandante della difesa costiera austro-ungarica dell area interessata, furono confermati i danni causati dall azione portata da due torpediniere italiane (è possibile che lo Zeffiro fosse vicino al Corazziere o al Bersagliere che dirigevano per Grado e gli austriaci abbiano pensato di essere attaccati da due unità. nda). Quando lo Zeffiro giunse a 400 m dal pontile fu sospeso il tiro navale e subito dopo da un estremo dell isolotto è stato alzato un distintivo bianco su di un asta e poco dopo un gruppo di superstiti denudati si è agglomerato agitando panni bianchi in prossimità del pontile. Il Comandante la Compagnia austro-ungarica si recò a bordo con il battello dello Zeffiro e chiese di arluglio-agosto

4 Il regio cacciatorpediniere Zeffiro venne varato nel 1904, ed entrò in servizio l anno successivo. Nel 1912 l'unità fu sottoposta a radicali lavori di modifica che le diedero la fisionomia indicata nel disegno. Le caldaie a carbone vennero sostituite da altre a nafta, mentre l'armamento vide la sostituzione dei cannoni da 57/43 mm con 4 pezzi da 76/40, e dei tubi lanciasiluri da 356 mm con altrettanti da 450 mm; la sagoma mutò in parte in quanto i due tozzi fumaioli iniziali vennero sostituiti con tre, più snelli e più alti Gli evidenti risultati del fuoco delle batterie italiane contro la piccola base austroungarica di Porto Buso 26

rendersi consegnando la sua sciabola e la rivoltella.

A bordo salirono in tutto 48 prigionieri, di cui 3 feriti.

Alle ore 6, lo Zeffiro era di nuovo ormeggiato a Venezia. Post azione L azione di sorpresa riuscì benissimo ma non tutto andò perfettamente.

5 rendersi consegnando la sua sciabola e la rivoltella. Al momento dell attacco si trovavano sull isola 69 militari austriaci, di cui un ufficiale, 11 appartenenti della Guardia di Finanza e 2 addetti alla stazione di segnalazione della Marina. A bordo salirono in tutto 48 prigionieri, di cui 3 feriti. Prima di lasciare l area dell azione, il personale del cacciatorpediniere recuperò il siluro inesploso che aveva l involucro della testata deformato. Alle ore 6, lo Zeffiro era di nuovo ormeggiato a Venezia. Post azione L azione di sorpresa riuscì benissimo ma non tutto andò perfettamente. Infatti, al rientro in porto, il comandante Ciano richiese alla direzione d Artiglieria dell Arsenale di Venezia un intervento per fissare le viti di arresto dei congegni di punteria dei cannoni da 76 che, per effetto delle scosse prodotte dal tiro, non solo perdevano la regolazione ma fra i loro organi si determinavano dei laschi e conseguentemente degli urti che provocavano la rottura dei denti d ingranaggio. n Un cippo tuttora esistente che commemora l azione dello Zeffiro a Porto Buso Bollettini contrastanti Il generale Luigi Cadorna (a sinistra) e l ammiraglio Thaon Di Revel (a destra), i due comandanti italiani che non riuscirono ad andare d accordo neanche nel testo del bollettino di guerra Come possiamo vedere di seguito, non sempre gli embrioni degli uffici stampa degli stati Maggiori delle Regie Forze Armate riuscivano, parlando dello stesso evento, ad emanare bollettini di guerra uguali. Ne abbiamo un esempio eclatante nei bollettini riguardanti la vicenda di Porto Buso che riportiamo qui di seeguito. Bollettino del 24 maggio 1915, a firma del Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Paolo Thaon di Revel: Alle ore 3 di stamane un nostro cacciatorpediniere entrava a Porto Buso, presso il confine italo-austriaco,distruggeva il pontile della stazione e quello della caserma e affondava tutti gli autoscafi raccolti in quel porto. Nessuna perdita nel personale e nessun danno al materiale ha subito il nostro cacciatorpediniere. Il nemico ha avuto due uomini uccisi e 47 prigionieri, tra i quali un ufficiale e 15 sottufficiali, i quali sono stati trasportati a Venezia. Bollettino del 25 maggio 1915, a firma del Capo di Stato Maggiore dell Esercito, Generale Luigi Cadorna: Le nostre cacciatorpediniere hanno aperto il fuoco contro un distaccamento nemico a Porto Buso e sbarcarono truppe facendo prigionieri settanta austriaci trasportati a Venezia. Perdite nostre un morto e pochi feriti. 27

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