PIANO DI TUTELA DELL AMBIENTE MARINO E COSTIERO

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1 PIANO DI TUTELA DELL AMBIENTE MARINO E COSTIERO AMBITO COSTIERO 15 Unità fisiografiche Golfo del Tigullio, Baia del Silenzio e Riva Trigoso ART. 41 LEGGE REGIONALE N 20/2006 Relazione sui popolamenti marini bentonici (RB) Settembre

2 Indice 1. Materiali e metodi 3 2. Risultati 4 3. Discussione dei risultati per paraggio Paraggio Portofino SIC marini ed aree marine protette Paraggio Paraggi SIC marini ed aree marine protette Paraggio Cervara SIC marini ed aree marine protette Paraggio Bagno delle Donne SIC marini Paraggio Santa Margherita Ligure SIC marini Paraggio San Michele di Pagana SIC marini Paraggio Rapallo SIC marini Paraggio Sant Ambrogio SIC marini Paraggi Zoagli e Rovereto SIC marini Paraggi Chiavari, Foce Entella, Lavagna, Sestri Levante SIC marini Paraggio Baia del Silenzio SIC marini Paraggio Riva Trigoso SIC marini Appendice Introduzione Materiali e metodi Risultati Zona S-O Zona O Zona N-O Zona N Zona E Zona S-E Zona C Discussione e conclusioni 20 2

3 1. Materiali e metodi Come documento di riferimento bibliografico è stato utilizzato l Atlante degli habitat marini della Liguria edito dalla Regione Liguria (Diviacco e Coppo, 2006), che ha prodotto una cartografia in scala 1: dei principali popolamenti bentonici tra 0 e 50 metri di profondità, già disponibile in formato GIS. A partire da tale livello informativo, le perimetrazioni e i relativi dati qualitativi sono stati aggiornati utilizzando principalmente le seguenti fonti: modello digitale dei fondali (formato grid con griglia da 1 metro) prodotto nell ambito dello studio batimetrico di settore (copertura totale; anni ; vedi cartografia relativa) sonogrammi dei fondali marini prodotti nell ambito dello studio batimetrico di settore (copertura totale; anni ; vedi cartografia relativa) transetti video dei fondali realizzati con video camera subacquea trainata (anni ; vedi cartografia relativa). Ulteriori informazioni sono state dedotte dall analisi del repertorio aerofotogrammetrico più recente della Regione Liguria, e in particolare : ortofoto anno 2004 (copertura: comuni di Portofino e Santa Margherita Ligure); ortofoto derivate dal volo basso costiero dell anno 2003 (copertura totale); foto zenitali del volo basso costiero dell anno 2006 (copertura: Comune di Sestri Levante); foto prospettiche della costa, anno 2006 (copertura totale); foto prospettiche della costa, anno 2008 (copertura totale). In particolare l interpretazione delle immagini aeree è stata utilizzata per il settore di fondale più superficiale (tra 0 e 15 metri di profondità), talvolta non raggiunti dalle indagini batimetriche di dettaglio per motivi logistici. Un approfondimento mirato ad una particolare realtà locale (Baia del Silenzio in comune di Sestri Levante) è stato realizzato attraverso una breve campagna di rilievi in immersione (Luglio, 2007), per la quale si rimanda all appendice (capitolo 4). 3

4 2. Risultati La mappatura risultante dall attività di verifica e aggiornamento dell Atlante degli habitat marini della Liguria è disponibile in formato vettoriale GIS (formato Mapinfo e Geomedia) e rappresentato in scala 1:10:000 nella carta degli habitat marini (C02) I rilevamenti presentano un errore di georeferenziazione variabile tra 1 e 5 metri e pertanto la precisione della mappatura risulta in genere ottimale per una scala 1:5000. La cartografia presenta una copertura totale tra 0 e 35 metri di profondità con alcune zone, in corrispondenza dei promontori di Portofino, Punta di Sestri Levante e Punta Manara indagate fino a profondità maggiori (80 metri). Un primo livello di analisi dei risultati può essere effettuato attraverso un analisi quantitativa delle superfici interessate dai principali habitat rilevati, in maniera comparata rispetto all Atlante del Confronto aree Atlante (ha) 2006 % 2008 % SABBIE, SABBIA GROSSALANE E CIOTTOLI % % prateria di Posidonia oceanica % % Posidonia oceanica su roccia % % mosaico di Posidonia oceanica e matte morta % % matte morta di Posidonia oceanica % % prateria di Cymodocea nodosa % % popolamenti della alghe fotofile % % popolamenti delle alghe sciafile infralitorali % % popolamenti del coralligeno e delle alghe sciafile circalitorali % % TOTALI % % Tabella 2.1 Superfici interessate dai principali habitat rilevati Rispetto alla mappatura regionale del 2006 si può focalizzare l attenzione sulle seguenti differenze: Presenza di Posidonia oceanica: nel complesso le superfici fortemente caratterizzate dalla presenza della pianta (prateria, posidonia su roccia, mosaico) risultano sensibilmente incrementate: da 100,7 ha a 125,6 ha (incremento del 25%); tale aspetto non è dovuto ad una recente ricolonizzazione di superfici da parte della pianta ma ad una migliore identificazione dei limiti inferiori delle praterie; in particolare le praterie antistanti Zoagli sono risultate più ampie mentre nel tratto di costa antistante la punta di Sestri Levante e la baia del Silenzio sono state identificate tra 15 e 20 metri di profondità formazioni a mosaico non citate in letteratura. Interessante è anche il forte incremento delle superfici di matte morta cartografata, da 10 a 60 ha; anche in questo caso si tratta di formazioni sicuramente presenti anche in passato e che è stato possibile identificare grazie all accuratezza dei nuovi rilievi; tale aspetto conferma il fenomeno di forte regresso subito dai posidonieti nell area indagata e fornisce interessanti indicazioni sulla passata distribuzione dell habitat. Presenza di Cymodocea nodosa: mentre le zone di presenza vengono fondamentalmente confermate, le superfici interessate risultano più ampie (incremento del 28%); occorre tuttavia fortemente sottolineare che la perimetrazione di tale habitat, caratterizzato da grandi variabilità di densità (spaziali e temporali) e da una distribuzione spesso tipicamente frammentata, risulta un esercizio sempre affetto da ampi margini di errore. Popolamenti sciafili tipici dei substrati rocciosi: sensibile è l incremento (200%) delle superfici individuate per questi habitat di particolare interesse e importanti per la biodiversità marina; i rilievi batimetrici di dettaglio hanno permesso una precisa localizzazione e perimetrazione degli affioramenti rocciosi presenti tra 20 e 80 metri di profondità di fronte ai 4

5 promontori di Portofino e Punta Manara; se nel caso di Portofino l aggiornamento delle informazioni si è limitata ad una migliore identificazione topografica delle aree nel caso di Punta Manara, area fino ad oggi meno studiata, è stato possibile individuare nuove superfici, sia a sud sia ad ovest di quelle già note. Fondi mobili: rispetto all Atlante del 2006 i popolamenti delle sabbie fini risultano leggermente ridotti di estensione; ciò è dovuto principalmente all aumento registrato per le classi di habitat descritte precedentemente. 5

6 3. Discussione dei risultati per paraggio 3.1. Paraggio Portofino In questo paraggio l aggiornamento delle informazioni ha inciso, nel tratto di costa compreso tra la punta di Portofino e l omonima baia, nella ridefinizione dei confini degli habitat associati ai substrati rocciosi sia fotofili che sciafili; essi sono stati riperimetrati con maggiore precisione grazie al modello digitale morfologico ottenuto dal rilievo batimetrico di dettaglio; dal punto di vista qualitativo (tipologia dei popolamenti presenti) non si ravvisano differenze sostanziali rispetto a quanto già noto. Anche per quanto riguarda Posidonia oceanica viene confermata la presenza di due piccolissime praterie: quella sita nella Cala dell Oliva, ad Est di Punta del Coppo, presenta una superficie di circa 0,2 ha ed uno sviluppo batimetrico compreso tra la costa e 10 m di profondità. La piccola prateria a sud di Punta Cieca, si sviluppa tra la costa e circa 13 m di profondità, occupando circa 0,5 ha SIC marini ed aree marine protette Le praterie di posidonia sono interamente comprese nel SIC IT Fondali M.Portofino e nell Area Marina Protetta Nazionale di Portofino; parimenti per i popolamenti ascrivibili al coralligeno Paraggio Paraggi In questo paraggio le informazioni dell Atlante vengono fondamentalmente confermate: il seno di Paraggi ospita due piccole praterie di Posidonia oceanica, disposte ai fianchi dei piccoli promontori che delimitano l insenatura: presso la cala Niasca (circa 0,6 ha tra la costa e 10 m di profondità) e sul versante nord (circa 0,3 ha tra la costa e 12 m di profondità); in entrambi i casi il limite inferiore presenta una fascia di matte morta relativamente estesa (sia verso il largo che verso il centro della baia), che raggiunge, nella cala Niasca, i 17 m di profondità. Anche il limite superiore, molto superficiale, mostra frammentazione e segni di regresso SIC marini ed aree marine protette Le praterie di posidonia e i popolamenti ascrivibili al coralligeno sono interamente comprese nel SIC IT Fondali M.Portofino e nell Area Marina Protetta Nazionale di Portofino Paraggio Cervara In questo paraggio le informazioni dell Atlante vengono fondamentalmente confermate; questo tratto di costa è caratterizzato dalla presenza di una prateria di Posidonia oceanica che segue lo sviluppo del litorale, prevalentemente roccioso, ed occupa circa 12 ha nella fascia batimetria compresa tra 2 e 16 m di profondità; il limite inferiore, di tipo regressivo, presenta una fascia di matte morta riconoscibile fino a circa -23 m. La porzione più superficiale si presenta spesso frammista a fondale roccioso e, soprattutto nella porzione settentrionale, è interrotta da ampie lacune sabbiose e di matte morta. Lo stato di conservazione risulta condizionato negativamente dagli effetti pregressi di una discarica artificiale di materiale terrigeno che ha realizzato un riempimento nella zona di Punta Pedale. 6

7 SIC marini ed aree marine protette I popolamenti ascrivibili al coralligeno e le praterie di posidonia sono interamente comprese nel SIC IT Fondali M.Portofino e nell Area Marina Protetta Nazionale di Portofino; 3.4. Paraggio Bagno delle Donne In questo paraggio le informazioni dell Atlante vengono fondamentalmente confermate; in quest area, i cui fondali sono stati in passato pesantemente trasformati dalla realizzazione di riempimenti e discariche di materiali terrigeni, sopravvivono, nel settore meridionale, alcune piccole formazioni superficiali di Posidonia oceanica, che occupano nel complesso circa 0,5 ha compresi tra 4 e 6 m di profondità, a contatto con ampie superfici di matte morta SIC marini Le piccole aree di posidonia non sono comprese nel SIC IT Fondali M.Portofino in relazione alla limitata estensione ed al mediocre stato di conservazione non si ravvisa l opportunità di un futuro inserimento Paraggio Santa Margherita Ligure In quest area sono state documentate alcune significative differenze rispetto a quanto già noto in letteratura. Riguardo alla presenza di Cymodocea nodosa quale facies delle sabbie fini presenti all interno della baia la nuova cartografia evidenzia un considerevole ridimensionamento: di fatto la pianta è presente con distribuzione molto frammentaria e densità minime, tali da non poter definire reali perimetri che ne delimitino l areale. Riguardo alla presenza di Posidonia oceanica, come già noto in letteratura, è presente la propaggine meridionale della prateria che prosegue verso nord-est lambendo la costa fino al molo del porticciolo di Rapallo; sono rimarchevoli i seguenti due aspetti: oltre il limite inferiore della sottile prateria, posizionato intorno ai 13 m di profondità, è presenta una propaggine di mosaico di Posidonia oceanica e matte morta (di circa 6 ha di estensione) che si sviluppa verso sud tra i -13 e i -16 m, giungendo in prossimità del molo di sopraflutto del porto turistico di Santa Margherita Ligure. La superficie occupata dalla pianta rispetto alla matte morta diminuisce progressivamente da nord a sud. Sono state individuate nuove ampie aree di matte morta: la più estesa (circa 8 ha) è presente al largo (tra 20 e 25 metri di profondità) rispetto all attuale distribuzione del posidonieto, e rappresenta una importante testimonianza sulla sua passata presenza SIC marini Le praterie di posidonia sono in parte comprese nel SIC IT Fondali Golfo di Rapallo (circa al 50%): ne risultano escluse alcune propaggini del limite inferiore, in mediocre stato di conservazione; non si ravvisa pertanto l opportunità di un aggiornamento della perimetrazione del sito IT Fondali Golfo di Rapallo Paraggio San Michele di Pagana In quest area le informazioni dell Atlante vengono fondamentalmente confermate; il paraggio è caratterizzato dalla presenza di una prateria di Posidonia oceanica, di particolare interesse per la superficialità del limite superiore; la prateria si estende anche nei paraggio limitrofo di Santa 7

8 Margherita Ligure, per una superficie complessiva di circa 20 ha; nelle baie di Prelo e di S.Michele di Pagana le condizioni idrodinamiche hanno permesso alla pianta di colonizzare fondali prossimi alla riva e costruire formazioni ascrivibili alla tipologia del récif-frangeant; il limite inferiore si attesta a profondità variabili tra 12 e 14 m; lo stato di conservazione non è ovunque ottimale; le formazioni semiaffioranti sono in gran parte scomparse e frammentate, la prateria nel complesso presenta numerose lacune ed aree di matte morta; il sito risente di perturbazioni pregresse legate alla realizzazione della viabilità costiera ma attualmente la principale fonte di degrado è rappresentata dall utilizzo estivo delle baie come sito di ormeggio delle imbarcazioni da diporto: a tale scopo vengono stagionalmente poste sul fondo numerose catenarie: gli effetti ambientali dell azione meccanica sul fondo di tali manufatti è stata oggetto di specifici studi da parte del Dip.Te.Ris dell Università di Genova (Montefalcone et al. 2006; Lanzone, 2007) che hanno dimostrato un significativo impatto sul posidonieto. Tra Punta Longon e il Porto di Rapallo si trova la propaggine settentrionale della prateria, che qui giunge in prossimità del molo di sopraflutto del porticciolo. Il limite inferiore, in base ai nuovi rilievi, si presenta leggermente più profondo rispetto a quanto già noto in letteratura: una propaggine del posidoniero e alcune isole relitte disgiunte si rinvengono fino a 14 m di profondità; da segnalare molto più al largo, tra 25 e 30 m di profondità un ampia area assegnata alla categoria della matte morta che, se fosse confermata, testimonierebbe la passata presenza dell habitat su superfici molto più estese rispetto al presente; questo tratto di fondale, per la particolare conformazione della costa si presenta infatti meno acclive rispetto a quelli antistanti il versante orientale del promontorio di Portofino ed è ipotizzabile la presenza storica di una prateria molto ampia SIC marini Le praterie di posidonia sono quasi interamente comprese nel SIC IT Fondali Golfo di Rapallo (circa al 95%); non si ravvisa pertanto la necesità di un aggiornamento della perimetrazione del sito IT Fondali Golfo di Rapallo Paraggio Rapallo A levante della baia di Rapallo la situazione non si discosta significativamente rispetto a quanto riportato nell Atlante della Regione: la presenza di Posidonia oceanica ricomincia all incirca all altezza della località Castello dei Sogni, dapprima come piccole macchie su roccia o come isole relitte tra la matte morta; procedendo verso est, la presenza della pianta assume i caratteri di una vera prateria, sviluppata ai piedi della costa a scogliera fina circa 13 m di profondità SIC marini Le praterie di posidonia sono in gran parte comprese nel SIC IT Fondali Golfo di Rapallo e ne risultano escluse solo piccoli aree frammentarie; non ravvisa pertanto la necessità di un aggiornamento della perimetrazione del sito IT Fondali Golfo di Rapallo Paraggio Sant Ambrogio In quest area le informazioni dell Atlante vengono in gran parte confermate. Ad est della località Castello dei Sogni, si sviluppa una prateria di Posidonia oceanica che occupa nel complesso circa 27 ha ed appare leggermente più estesa, verso Chiavari, di quanto riportato nella cartografia della Regione; il limite superiore, tra 7 e 10 m di profondità, si trova a contatto con la costa rocciosa che caratterizza questo tratto di litorale; il limite inferiore tende ad approfondirsi procedendo da ponente a levante, passando gradualmente dall isobata dei 15 m (presso il confine tra i comuni di Chiavari e Zoagli) a quella dei 23 m presso il confine orientale del paraggio; segno di regresso è una significativa fascia di matte morta a valle del limite inferiore; l impianto su matte è evidenziato dalla presenza di una morfologia particolarmente accidentata costituita da una serie di piattaforme e scalini. L attuale presenza del posidonieto sembra corrispondere con buona approssimazione ad una sorta di 8

9 piattaforma poco acclive, sviluppata tra 10 e 15 m di profondità e che viene interrotta piuttosto bruscamente da una piccola scarpata presente tra -15 e -19 m, oltre la quale il fondale torna a debole pendenza SIC marini Le praterie di posidonia sono in parte comprese nel SIC IT Fondali Golfo di Rapallo (circa al 80%) ma alcune aree presso il limite inferiore risultano invece esterne; si ravvisa pertanto l opportunità di un aggiornamento della perimetrazione del sito IT Fondali Golfo di Rapallo al fine di tutelare maggiori superfici di tali habitat Paraggi Zoagli e Rovereto In questi paraggi le informazioni della cartografia regionale sulla distribuzione della Posidonia oceanica sono dichiaratamente approssimative ed i rilievi di dettaglio hanno permesso di colmare molte lacune: la prateria antistante la costa occidentale di Zoagli appare, davanti all abitato, frammentarsi in due grosse isole (di superficie complessiva di circa 16 ha), comprese tra 12 e 21 m di profondità; il ricoprimento discontinuo all interno delle formazioni, la presenza di numerosi frammenti presenti a minore profondità e di una cospicua fascia di matte morta tra le isobate dei 20 e dei 25 m, indicano che si tratta probabilmente di ciò che resta di una prateria un tempo più estesa su entrambi i limiti. Anche in questo caso, come nel paraggio precedente, la morfologia del fondale presenta un aspetto a terrazza ma la presenza del posidonieto sembra limitata alla scarpata di chiusura. Presso il confine con Chiavari, ai lati di un promontorio roccioso che digrada in mare dalla costa fino alla profondità di 20 m, sono presenti altre due aree subtriangolari (di area complessiva pari a circa 7 ha) dove la posidonia occupa il fondale tra 14 e 20 m di profondità in maniera non uniforme. La presenza, ipotizzata dall Atlante Regionale, di piccole praterie alla base della scogliera appare confermata ma ridimensionata nelle superfici; soprattutto nel tratto di costa compreso tra il confine comunale Zoagli Chiavari e punta Chiappe non sono state rilevate formazioni significative. Nel complesso le superfici di individuate dalla nuova mappatura risultano comunque superiori rispetto all Atlante regionale SIC marini Le praterie di posidonia sono solo marginalmente comprese nel SIC IT Fondali Golfo di Rapallo (circa al 20%) la cui perimetrazione, realizzata sulla base di conoscenze pregresse approssimative, appare da una parte lacunosa per l habitat prioritario, dall altra include aree prive delle caratteristiche tipiche dell habitat; si ravvisa pertanto la necessità di un aggiornamento della perimetrazione del sito IT Fondali Golfo di Rapallo Paraggi Chiavari, Foce Entella, Lavagna, Sestri Levante In questi paraggi non si ravvisano cambiamenti nella distribuzione degli habitat rispetto a quanto riportato in letteratura; i fondali risultano uniformemente occupati dalla biocenosi delle Sabbie Fini Ben Calibrate, spesso colonizzate dalla pianta Cymodocea nodosa, che forma una estesa prateria tra i 7 e i 16 m di profondità; la ridefinizione della mappatura della Cymodocea nodosa risulta comunque approssimata: come già precedentemente espresso la perimetrazione di questo habitat, caratterizzato da grandi variabilità di densità (spaziali e temporali) e da una distribuzione spesso tipicamente frammentata, risulta un esercizio sempre affetto da ampi margini di errore. Al largo di Lavagna su un fondale compreso tra 16 e 18 m di profondità e a circa 850 m dalla costa si segnala la presenza su una superficie di circa 1300 m 2, di una barriera di ripopolamento realizzata negli anno 80 con elementi modulari di cemento; non si hanno a disposizione dati sullo stato attuale della barriera in termini di popolamento animale vegetale. 9

10 L assenza di praterie di Posidonia oceanica, appare coerente con le condizioni sedimentologiche messe in evidenza dagli studi della dinamica litoranea: l area antistante la foce del torrente Entella è fortemente condizionata dal trasporto solido dei materiali provenienti dal bacino e tale dinamica è incompatibile con la presenza di posidonieto; allo stato attuale delle conoscenze non è possibile stabilire se l assenza dell habitat anche ad est dell estuario e per tutto lo sviluppo del paraggio sia interpretabile come una situazione fisiologica o possano invece aver inciso i forti cambiamenti, indotti dalle trasformazioni antropiche, avvenuti nel corso degli ultimi 130 anni tra 0 e 30 m di profondità (vedasi la trattazione sedimentologico dei paraggi); considerati i tassi di erosione e di accrescimento ipotizzati, l evoluzione sedimentologica risulta incompatibile con la sopravvivenza dei posidonieto come anche con il rinvenimento delle tracce di matte morta eventualmente rimaste SIC marini Non sono presenti SIC, ad esclusione di un area marginale presso la Punta di Sestri, che verrà trattata nel paraggio Baia del Silenzio Paraggio Baia del Silenzio In quest area, di grande interesse dal punto di vista degli habitat, la buona definizione dei modelli morfologici ha permesso una precisa mappatura dei substrati duri del circalitorale, con importanti novità rispetto a quanto riportato in letteratura in merito ai relativi habitat. I popolamenti ascrivibili alla tipologia del coralligeno risultano più estesi rispetto alla mappatura proposta nell atlante regionale e distribuiti principalmente in due aree: i fondali della Punta di Sestri Levante, fino alla profondità di circa 35 m (per un area complessiva di circa 7 ha), e ad ovest di Punta Manara, ove è presente un arcipelago di affioramenti rocciosi compreso tra le isobate dei 60 e dei 78 m (per un area complessiva di circa 6 ha). Per quanto riguarda Posidonia oceanica essa è presente in maniera significativa in quattro aree distinte: davanti alla Punta di Sestri esiste una formazione allungata, di circa 9 ha, compresa tra 16 e 25 m di profondità, ove la pianta occupa il fondale in maniera frammentaria, in parte tra le rocce, in parte tra la matte morta (quest ultima raggiunge i -35 m); tale presenza rappresenta una novità rispetto a quanto già noto in letteratura. Lungo il versante occidentale di Punta Manara, è presente, tra le isobate dei 14 e dei 30 m una prateria il cui limite inferiore si trova a contatto con alcuni estesi affioramenti di roccia. All interno della Baia del Silenzio, infine sopravvivono a bassa profondità alcune modeste superfici di prateria (nel complesso circa a 0,5 ha), circondate a matte morta, fra cui merita particolare attenzione un piccolo lembo relitto di récif-frangeant; i fondali interni della baia sono stati oggetto di uno specifico approfondimento di campo i cui risultati sono esposti in appendice. Lo studio dell evoluzione storica dei fondali ha evidenziato un importante fenomeno di erosione dei fondali interni alla baia, indotta dalla costruzione dei pennelli guardiani, che ha causato la regressione della prateria anticamente presente. Attualmente la principale causa di degrado della posidonia residuale appare l erosione meccanica indotta dalle numerose catenarie che costituiscono un sistema di ormeggio ad uso prevalentemente estivo per circa 100 unità da diporto. Fuori dalla baia, sul versante di levante, la scogliera che digrada in mare fino a 15 m di profondità, è colonizzata da posidonia insediata su roccia, su una superficie di circa 2,5 ha SIC marini Le praterie di posidonia, le aree di matte morta adiacenti al limite inferiore e i popolamenti ascrivibili al coralligeno sono solo parzialmente comprese nel SIC IT Fondali di Punta Sestri e IT Fondali Punta Manara (circa al 30%); si ravvisa pertanto l opportunità di un aggiornamento della perimetrazione dei siti IT Fondali di Punta Sestri e IT Fondali Punta Manara al fine di tutelare maggiori superfici di tali habitat. 10

11 3.12. Paraggio Riva Trigoso In questo paraggio le informazioni dell Atlante regionale vengono in gran parte confermate: I fondali antistanti la spiaggia di Riva Trigoso presentano fondali sabbiosi; in alcuni settori tra i 8 e i 15 m di profondità è presente in maniera discontinua la facies a Cymodocea nodosa. Posidonia oceanica è presente con due piccole praterie addossate ai versanti scoscesi di Punta Manara e Punta Baffe; nel primo caso la prateria è presente tra 3 e 20 m di profondità e nel complesso occupa circa 9 ettari, di cui i più superficiali sono impiantati su roccia. Oltre il limite inferiore è presente una fascia di matte morta. Si tratta di una prateria piuttosto studiata per la quale è stata documentata un importante fenomeno di regresso; anche i rilievi più recenti confermano uno stato perturbato, con bassa densità fogliare e fenomeno di scalzamento dei rizomi con profonde erosioni della matte. La prateria a ponente di Punta Baffe si estende, per circa 10 ha 17 e 30 m di profondità, al di sotto della franata della scogliera ed ha una superficie di circa 10 ha; non si hanno a disposizione dati qualitativi di dettaglio anche se lo sviluppo batimetrico occupato lascia supporre un migliore stato di vitalità. Riguardo alla presenza di Posidonia oceanica è da segnalare infine la presenza di piccoli nuclei sparsi alla base dello scoglio dell Asseü, tra 4 e 8 m di profondità. Migliori informazioni rispetto alla letteratura sono invece state acquisite per quanto riguarda le secche di Punta Manara: sui fondali antistanti la punta sono presenti, fino a circa 80 metri di profondità, ampie superfici caratterizzate da vasti e articolati affioramenti rocciosi, dove si sviluppano popolamenti coralligeni ben strutturati, con la prevalenza delle facies a gorgonie; i rilievi morfologici di dettaglio hanno permesso un più preciso censimento delle secche la cui superficie complessiva risulta significativamente maggiore rispetto alla precedente mappatura. Lo stato di conservazione dell habitat è nel complesso buono anche se l area risulta localmente impattata dalla presenza di rifiuti legati all attività peschereccia (reti da pesca, cavi e altri materiali). Nel complesso le superfici interessate da substrati duri nei fondali antistanti Punta Manara occupano 40 ha. Tali emergenze geomorfologiche sono presenti anche davanti a Punta Baffe, tra 20 e 40 m di profondità, su un area di circa 2 ha; in questo caso non si hanno informazioni qualitative legate agli aspetti bionomici SIC marini Le praterie di posidonia e le aree di matte morta adiacenti al limite inferiore sono quasi interamente comprese nei SIC IT Fondali Punta Baffe e IT Fondali Punta Manara ; i popolamenti ascrivibili al coralligeno ne sono parzialmente compresi (circa al 70%); si ravvisa pertanto l opportunità di un aggiornamento della perimetrazione del sito IT Fondali Punta Manara al fine di tutelare maggiori superfici di tali habitat. 11

12 4. Appendice Relazione sulla presenza di Posidonia oceanica nella Baia del Silenzio (Sestri Levante): indagine con metodi indiretti validati tramite campagne di verità-mare A cura di: Dott. Stefano Coppo Dott.ssa Elena Montepagano Dott. Gabriele Orio Dicembre

13 4.1. Introduzione Nella redazione del Piano di Tutela dell Ambiente Marino per l Ambito Costiero 15 Tigullio-Punta Manara, fra le problematiche relative alla gestione della fascia costiera, è emersa la particolarità di alcun tratti di costa caratterizzati dalla presenza di piccole baie, naturalmente protette dal moto ondoso. Si tratta di celle litorali particolari ove la ridotta agitazione ha permesso l instaurarsi di formazioni superficiali di Posidonia oceanica, ambienti di particolare valore dal punto di vista naturalistico e oggi quasi scomparsi a scala regionale a causa delle trasformazioni indotte dall uomo; le stesse condizioni riparate hanno infatti eletto tali siti ad usi particolari quali la costruzione di porti e l ormeggio delle piccole unità pescherecce e da diporto; tali attività, se non debitamente regolamentate, possono risultare incompatibili con la conservazione degli habitat. sopra descritti: ciò sia per cause meccaniche dirette (ingombro dei corpi morti, sollecitazioni meccaniche dovute al trascinamento delle catenarie) sia in seguito alla realizzazione di opere di difesa volte ad accrescere la protezione dello specchio acqueo e che possono alterare la dinamica sedimentaria dei fondali. Mentre nei siti più ampi (baie di Rapallo, Santa Margherita Ligure, Portofino) la costruzione di centri abitati e di porti si è già spinto ad alti livelli di artificializzazione della costa nei siti minori il grado di trasformazione dell ecosistema naturale è minore: qui sopravvivono lembi di habitat marini di grande importanza per la biodiversità, peraltro con vistosi e progressivi segni di degrado. La convivenza tra tali habitat e le attività antropiche rappresenta una sfida gestionale di grande interesse e importanza. Si è deciso di approfondire tali aspetti e in particolare le interazioni tra le comunità bentoniche e la presenza delle attività umane presso la Baia del Silenzio a Sestri Levante che presenta particolare interesse in quanto sede di una spiaggia sfruttata a scopo balneare, di un campo di ormeggi per le unità da diporto, di opere di difesa al suo ingresso e di alcuni lembi relitti di posidonieto Materiali e metodi L analisi bibliografica sulle comunità bentoniche ha riguardato le seguenti fonti: - Atlante delle fanerogame marine della Liguria (Bianchi e Peirano, 1995), in cui sono descritte per tutta la Liguria la presenza di alcuni habitat marini (praterie di Posidonia oceanica e di Cymodocea nodosa). - Variazione nel periodo dei principali popolamenti dei fondali nella Baia del Silenzio (Sestri Levante) (Orio e Coppo, 2005), tesi di tirocinio in cui è stato realizzato un tentativo di mappatura diacronica della Posidonia oceanica all interno della baia sulla base dell interpretazione di fotografie aeree appartenete all arco temporale , - Atlante degli habitat marini della Liguria (Diviacco e Coppo, 2006), in cui è stata perimetrata, alla scala 1.10:000, la presenza della Posidonia oceanica all interno della baia. L analisi bibliografica ha evidenziato la sopravvivenza, all interno della baia di alcuni frammenti di posidonieto in passato sicuramente più estesi e le tracce di un importante fenomeno di regresso. Ai fini dell aggiornamento e della precisazione della cartografia proposta nella Tavola 63 dell Atlante degli habitat marini della liguria (G.Diviacco, S.Coppo, 2006) si è utilizzato in prima battuta il metodo della fotointerpretazione; ciò in virtù delle favorevoli caratteristiche del sito (bassa profondità dei fondali, compresi entro l isobata dei 10 m) e della disponibilità di un rilievo aerofotogrammetrico particolarmente recente e dettagliato (Volo Basso 2006 realizzato dalla Regione). Attraverso strumenti GIS il fotogramma di maggiore qualità per il sito in questione (vedi figura 1) è stato orientato e georeferenziato e reso disponibile per una attività di elaborazione cartografica informatizzata. 13

14 Dall interpretazione in chiave biocenotica dell immagine è stata ottenuta una prima mappatura della Posidonia oceanica e degli altri habitat presenti all interno della baia. Figura 4.1 Immagine aerea utilizzata per la redazione preliminare della cartografia A questa fase è seguita una attività di verità mare tramite rilievi diretti in immersione, con lo scopo di verificare o risolvere dubbi sull interpretazione della fotografia aerea acquisire informazioni qualitative sulla morfologia del fondale, sullo stato di conservazione degli habitat e sui loro rapporti con i manufatti presenti sul fondale. La mappatura preliminare è stata plastificata al fine di poter essere consultata e corretta direttamente durante i rilievi; per funzionalità l area è stata suddivisa in sette settori: zona Sud-Ovest, zona Ovest, zona Nord-Ovest, zona Nord, zona Est, zona Sud-Est, zona Centrale (vedi figura 2); in ogni settore sono stati identificati a tavolino e adeguatamente rappresentati sulla carta da campo i punti e i transetti da sottoporre a controllo. 14

15 Figura 4.2 Suddivisione dell area di studio nelle 7 zone per la pianificazione del sopralluogo Il 19 luglio 2007 in una giornata di tempo sereno e mare calmo si è effettuato il sopralluogo con l aiuto della carta plastificata, di tavolette per le annotazioni subacquee e di una macchina fotografica. Il posizionamento sul campo, grazie alle ridotte dimensioni della baia è alla disponibilità di riferimenti a terra, è stato realizzato facilmente attraverso mire a terra. Le informazioni acquisite sono state utilizzate per la redazione definitiva della mappatura. Per l interpretazione dei risultati sono stati utilizzati anche i seguenti studi di settore prodotti nell ambito della redazione del piano: rilievi batimetrici di dettaglio risultati della ricostruzione dell evoluzione storica dei fondali informazioni sulla qualità delle acque della baia, dedotte dai dati sui controlli di balneazione informazioni sulle attività di ripascimento delle spiagge Risultati Il metodo utilizzato ha permesso di ottenere una mappatura piuttosto dettagliata di tutti i principali habitat interni alla baia; la scala della cartografia proposta in figura 4 è 1: Di seguito viene presentata la descrizione dei popolamenti bentonici rilevati in ogni zona indagata (a partire dall estremità sud-orientale della baia e procedendo in senso orario). 15

16 Zona S-O L imboccatura della baia è chiusa a sud-ovest da un pennello di grandi massi che si sviluppa per circa 120 m con orientamento 110 Nord. Lungo la parte prossimale del pennello (quella più vicina a costa) i fondali interni alla baia sono particolarmente bassi (inferiori a 1,5 metri) e interamente coperti da massi di piccole dimensioni (alcuni decimetri), colonizzati dalla associazione delle alghe fotofile (vedi figura 3). Tale formazione (probabilmente un substrato di origine antropica) si estende ampiamente anche nelle attigue Zone O e C. Praticamente adiacente ai grandi massi che costituiscono il pennello si trova invece una stretta lingua sabbiosa: qui la profondità è maggiore, da 3 a 5 m, e crescente procedendo verso l estremità distale dell opera; avvicinandosi all ingresso della baia il fondale diventa ancora più profondo (5-7 m) e presenta tipiche formazioni affioranti di matte morta di Posidonia oceanica. Dell antica presenza della pianta rimane una situazione relittuale: a circa 6 m di profondità, è possibile osservare alcuni grossi cespugli, in buone condizioni vegetative, che nel complesso occupano con discontinuità una superficie di circa 300 m 2. Figura 4.3 aspetto del popolamento di alghe fotofile sui massi che coprono parte della zona SO Zona O La zona Ovest presenta una particolarità di rilevante interesse dal punto di vista naturalistico: si tratta di una grossa chiazza, di forma subtriangolare, di Posidonia oceanica (circa 1100 m 2 ) che si sviluppa tra la spiaggia e la profondità di circa 1,5 m; per buona parte dell area occupata le foglie della pianta raggiungono la superficie; si tratta di uno dei rarissimi casi liguri di récif-frangéant, sopravvissuti all eccessiva antropizzazione della costa. Lo stato di vitalità della pianta appare buono e la densità fogliare elevata. L area è invece circondata da matte morta, molto erosa e spesso colonizzata da alghe fotofile; alcuni piccoli cespugli di posidonia, talvolta in cattive condizioni vegetative, si trovano ad est del récif, a maggiore profondità. 16

17 A sud del récif il fondale è uniformemente composto da massi di piccole dimensioni ad una profondità di 1-2 m, colonizzati dall associazione delle alghe fotofile. Figura 4.4 area di rècif-frangéant, davanti all antica Abbazia dell Annunziata Zona N-O Nella zona Nord-Ovest della baia la spiaggia emersa continua sabbiosa fino a circa m dalla costa; oltre tale distanza è presente una ristretta fascia di fondale, compresa tra 3 e 4 m di profondità, ove sono presenti alcune piccole chiazze di Posidonia oceanica, circondate da aree di matte morta; la pianta nel complesso occupa circa 250 m 2 e lo stato di vitalità dei singoli cespugli appare soddisfacente. 17

18 Figura 4.5 cespuglio isolato di posidonia nella zona N-O Zona N Nella zona Nord della baia la spiaggia emersa continua sabbiosa fino a circa m dalla costa; oltre tale distanza è presente una ristretta fascia di fondale, compresa tra 3 e 4 m di profondità, ove sono presenti alcune chiazze di Posidonia oceanica, circondate da aree di matte morta; la pianta nel complesso occupa circa 550 m 2 e lo stato di vitalità dei singoli cespugli appare soddisfacente Zona E Tutto il lato orientale della baia (zona E), è delimitato da una scogliera naturale che degrada in mare, terminando ad una distanza da costa variabile da 30 a 60 m; la fascia rocciosa sottomarina aumenta di larghezza e profondità procedendo verso l ingresso della baia, dove raggiunge i 7-8 m di profondità; sul contatto tra il substrato roccioso e quello incoerente sono presenti isolate piccole macchie di Posidonia oceanica, che nel complesso occupano circa 450 m 2. Interessante il rinvenimento, all interno dell associazione ad alghe fotofile tipica della scogliera sommersa di talli di Caulerpa racemosa, specie alloctona di origine tropicale recentemente in forte espansione nel Mediterraneo e da alcuni anni segnalata anche in Liguria; la presenza della specie durante il sopralluogo è apparsa molto limitata in termini di grandezza dei talli e superfici occupate Zona S-E L imboccatura della baia a sud-est e chiusa da un secondo pennello di grandi massi che si sviluppa per circa 70 m con orientamento simile al precedente. Questa area di fondale è caratterizzata quasi esclusivamente dal substrato roccioso della scogliera già descritta per la zona E; presso l imboccatura della baia gli scogli sono colonizzati da lembi di 18

19 prateria di Posidonia oceanica insediata su roccia, in continuità con la più ampia prateria presente all esterno Zona C La zona centrale della baia presenta una particolare morfologia del fondale: la profondità aumenta repentinamente verso il centro e le isobate disegnano una sorta di canale centrale, con ripide pareti, che raggiunge i 10 m di profondità; l analisi sedimentologico del paraggio ha evidenziato attraverso lo studio dell evoluzione storica delle batimetrie che si tratta di una particolare forma di erosione avvenuta dopo la costruzione dei pennelli guardiani; essa ha indotto un fenomeno di svuotamento della baia modificandone profondamente la morfologia. Figura 4.6 modello digitale del fondale della baia; è evidente il canale di erosione centrale Un altra particolarità di questo settore è la presenza sul fondo di un articolato sistema di corpi morti, funi e catenarie che costituiscono un campo di ormeggio (utilizzato soprattutto nel periodo estivo) per un centinaio di unità da diporto. Il fenomeno erosivo ha necessariamente provocato la scomparsa della Posidonia oceanica che oggi è sopravissuta solo ai margini del canale; in particolare sul lato occidentale, tra 4 e 7 m di profondità, è presente un area di circa 2250 m 2 ove la pianta forma grandi macchie intervallate da matte morta. La vitalità dei singoli cespugli appare soddisfacente ma, tra una chiazza e l altra, risulta evidente l interferenza negativa indotta sulla matte dall azione meccanica delle funi e delle catene. 19

20 Figura 4.7 Diversi aspetti dei rapporti tra i sistemi di ormeggio e la prateria Figura 4.8 Diversi aspetti dei rapporti tra i sistemi di ormeggio e la prateria Da rimarcare che al di là dei manufatti costituenti il campo ormeggi il fondale si presenta pulito, privo cioè di rifiuti; anche la qualità del sedimento, all indagine visiva e al tatto, risulta, almeno apparentemente, buona con assenza di patine oleose, colorazioni anomale o di strati superficiali ridotti Discussione e conclusioni Nel complesso all interno della Baia del Silenzio sopravvive circa mezzo ettaro di posidonieto frammentato in macchie e grossi cespugli, circondati da matte morta, compresi tra 0 e 7 m di profondità; la grande maggioranza della prateria è impiantata su matte e solo una piccola parte è insediata su roccia, nel settore orientale della baia. I nuclei di prateria più estesi si trovano nel settore di ponente della baia e in particolare: a ridosso della costa, tra 0 e 1,5 m di profondità, dove la pianta costituisce un sito di prateria emergente del tipo récif-frangéant. a profondità compresa tra 4 e 7 m, in un settore utilizzato come campo ormeggi per unità nautiche da diporto. Lo stato di vitalità dei cespugli appare quasi ovunque soddisfacente ma la diffusa presenza di matte morta conferma quanto già descritto in letteratura e cioè un importante fenomeno di regresso 20

21 avvenuto nel corso degli ultimi decenni; lo stato della posidonia inteso come sistema-prateria appare pertanto profondamente degradato. Fra le cause del regresso possono essere ragionevolmente esclusi fenomeni di inquinamento dal momento che sulla baia non insistono scarichi fognari e che i dati analizzati indicano acque di buona qualità; non è stato approfondito il tema del rilascio di sostanze e materiali dannosi imputabile alla presenza delle unità da diporto anche se tale problematica appare poco significativo per la dimensione e densità delle imbarcazioni, anche alla luce delle osservazioni sul campo; tanto meno possono essere chiamate in causa alterazioni dovute a versamenti di materiali inerti dal momento che non risultano essere state realizzate discariche o attività di ripascimento della spiaggia. Le cause più probabili risultano invece le seguenti: la costruzione dei pennelli guardiani all ingresso della baia; l analisi sedimentologico del paraggio ha evidenziato, attraverso lo studio dell evoluzione storica delle batimetrie, che tale intervento ha indotto un fenomeno di svuotamento della baia modificandone profondamente la morfologia; la forte erosione della parte centrale della baia, avvenuta in tempi relativamente ridotti (pochi anni) è risultata ovviamente incompatibile con la sopravvivenza del posidonieto. L utilizzo, prolungato e consolidato nel tempo, della baia ai fini di ormeggio per unità da diporto; le sollecitazioni meccaniche esercitate sul fondale dalle ancore, dai corpi morti e dalle catenarie ha sicuramente contribuito alla frammentazione e al degrado della prateria sopravvissuta all erosione nella fascia più vicina alla costa Dal momento che dal punto di vista sedimentologico lo stato attuale ha raggiunto un nuovo equilibrio e che dal punto di vista della qualità delle acque e del regime idrologico la situazione appare del tutto favorevole alla sopravvivenza della Posidonia oceanica l interferenza degli ormeggi rappresenta probabilmente oggi il maggiore fattore di disturbo per la pianta ed un ostacolo alla ricolonizzazione, almeno parziale, della baia. È da verificare la possibilità che tale conflittualità possa essere superata senza modificare sostanzialmente l attuale uso demaniale dei fondali ma semplicemente intervenendo sulla tecnologia del sistema di ormeggio. Nota a parte merita il lembo di recif-frangéant presente nel settore ovest della baia: esso si trova al di fuori del campo di ormeggio ma per la sua particolare collocazione risulta particolarmente vulnerabile a qualsiasi intervento che interferisca con la linea di costa: per la sua salvaguardia sarebbe necessario evitare interventi di ripascimento e di trasformazione; al contrario la conservazione risulta invece del tutto compatibile con usi gli attuali. 21

22 Figura 4.9 Mappa dei principali popolamenti bentonici presso la baia 22

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