Le bonifiche dei Siti Contaminati: Analisi degli aspetti normativi, procedurali, modalità di prelievo e conservazione dei campioni.

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1 Le bonifiche dei Siti Contaminati: Analisi degli aspetti normativi, procedurali, modalità di prelievo e conservazione dei campioni. Eleonora Beccaloni ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ suolo@iss.it

2 BONIFICA DEI SITI CONTAMINATI ARTICOLO 239-DL152/06 PRINCIPI E CAMPO DI APPLICAZIONI 1. Il presente titolo disciplina gli interventi di bonifica e il ripristino ambientale dei siti contaminati e definisce le procedure, i criteri e le modalità per lo svolgimento delle operazioni necessarie per l eliminazione delle sorgenti dell inquinamento e comunque per la riduzione delle concentrazioni di sostanze inquinanti, in armonia con i principi e le norme comunitarie, con particolare riferimento al principio chi inquina paga.

3 Passaggio dal criterio dei limiti tabellari Criterio dei limiti di attenzione (CSC) CSC = concentrazione soglia di contaminazione definiti come: DEFINIZIONE i livelli di contaminazione delle matrici ambientali, da determinare caso per caso con l applicazione della procedura di analisi di rischio sito specifica secondo i principi illustrati nell Allegato 1 alla parte quarta del presente decreto e sulla base dei risultati del piano di caratterizzazione, il cui superamento richiede la messa in sicurezza e la bonifica. I livelli di concentrazione così definiti costituiscono i livelli di accettabilità per il sito;

4 Indagine Preliminare Confronto con concentrazioni soglia di contaminazione (CSC) (concentrazione limite tabellate) No superamento: sito non contaminato Superamento: sito potenzialmente contaminato. Applicazione analisi di rischio per valutare se il sito è realmente contaminato DEFINIZIONE sito non contaminato: un sito nel quale la contaminazione rilevata nelle matrice ambientali risulti inferiore ai valori di concentrazione soglia di contaminazione (CSC) oppure, se superiore, risulti comunque inferiore ai valori di concentrazione soglia di rischio (CSR) determinate a seguito dell analisi di rischio sanitario e ambientale sito specifica;

5 analisi di rischio sanitario e ambientale sito specifica: analisi sito specifica degli effetti sulla salute umana derivanti dall esposizione prolungata all azione delle sostanze presenti nelle matrici ambientali contaminate, condotta con i criteri indicati nell Allegato 1; SITO CONTAMINATO sito contaminato: un sito nel quale i valori delle concentrazioni soglia di rischio (CSR), determinati con l applicazione della procedura di analisi di rischio di cui all Allegato 1 sulla base dei risultati del piano di caratterizzazione, risultano superati; SITO NON CONTAMINATO sito non contaminato: un sito nel quale la contaminazione rilevata nelle matrice ambientali risulti inferiore ai valori di concentrazione soglia di contaminazione (CSC) oppure, se superiore, risulti comunque inferiore ai valori di concentrazione soglia di rischio (CSR) determinate a seguito dell analisi di rischio sanitario e ambientale sito specifica;

6 Il responsabile presenta alla regione i risultati dell analisi di rischio, sulla base delle risultanze della caratterizzazione. La regione approva il documento entro 60gg. Dalla ricezione dello stesso, tramite delibera della Conferenza di Servizio 1. Analisi di rischio dimostra che concentrazioni contaminanti < CSR, si conclude il procedimento. In tal caso la Conferenza di Servizi può prescrivere il monitoraggio. 2. Analisi di rischio dimostra che concentrazioni contaminanti > CSR, il responsabile entro 6 mesi dalla approvazione del documento di analisi di rischio, presenta il progetto di bonifica o di messa in sicurezza operativa o permanente.

7 ART Qualora gli esiti della procedura dell analisi di rischio dimostrino che la concentrazione dei contaminanti presenti nel sito è inferiore alle concentrazioni soglia di rischio, la conferenza dei servizi, con l approvazione del documento dell analisi di rischio, dichiara concluso positivamente il procedimento. In tal caso la conferenza di servizi può prescrivere lo svolgimento di un programma di monitoraggio sul sito circa la stabilizzazione della situazione riscontrata in relazione agli esiti dell analisi di rischio e all attuale destinazione d uso del sito. A tal fine, il soggetto responsabile, entro sessanta giorni dall approvazione di cui sopra, invia alla provincia ed alla regione competenti per territorio un piano di monitoraggio nel quale sono individuabili: a) I parametri da sottoporre a controllo; b) La frequenza e la durata del monitoraggio. La regione, sentita la provincia, approva il piano di monitoraggio entro trenta giorni dal ricevimento dello stesso.

8 ART Nel caso in cui le attività di monitoraggio rilevino il superamento di uno o più delle concentrazioni soglia di rischio, il soggetto responsabile dovrà avviare la procedura di bonifica

9 ALLEGATO AL TITOLO V Allegato 1 Criteri generali per l analisi di rischio sanitario ambientale sitospecifica Allegato 2 - Criteri generali per la caratterizzazione dei siti contaminati. Allegato 3 - Criteri generali per la selezione e esecuzione degli interventi di bonifica e ripristino ambientale, di messa in sicurezza (d urgenza, operativa o permanente), non che per l individuazione delle migliori tecniche di intervento a costi sopportabili Allegato 4 - Criteri generali per l applicazione di procedure semplificate. Allegato 5 Valore di concentrazione limite accettabili nel suolo e nel sottosuolo riferiti alla specifica destinazione d uso dei siti da bonificare.

10 ALLEGATO 1 Criteri generali per l analisi di rischio sanitario ambientale sito specifica Nella PREMESSA dell Allegato 1 viene riportato testualmente: Il presente allegato definisce gli elementi necessari per la redazione dell analisi di rischio sanitario ambientale sito-specifica (nel seguito analisi di rischio), da utilizzarsi per la definizione degli obiettivi di bonifica. L analisi di rischio si può applicare prima, durante e dopo le operazioni di bonifica o messa in sicurezza. L articolato normativo fa riferimento a due criteri-soglia di intervento: il primo (CSC) da considerarsi valore di attenzione, superato il quale occorre svolgere una caratterizzazione ed il secondo (CSR) che identifica i livelli di contaminazione residua accettabili, calcolati mediante analisi di rischio, sui quali impostare gli interventi di messa in sicurezza e/o di bonifica. Il presente allegato definisce i criteri minimi da applicare nella procedura di analisi di rischio inversa che verrà utilizzata per il calcolo delle CSR, cioè per definire in modo rigoroso e cautelativo per l ambiente gli obiettivi di bonifica aderenti alla realtà del sito, che rispettino i criteri di accettabilità del rischio cancerogeno e dell indice di rischio assunti nei punti di conformità prescelti.

11 ALLEGATO 1 Criteri generali per l analisi di rischio sanitario ambientale sito specifica In generale l esecuzione dell analisi di rischio richiede l individuazione di valori di concentrazione dei contaminanti rappresentativi in corrispondenza di ogni sorgente di contaminazione (suolo superficiale, suolo profondo, falda) secondo modalità e criteri che si diversificano in funzione del grado di approssimazione richiesto. Tale valore verrà confrontato con quello ricavato dai calcoli di analisi di rischio, per poter definire gli interventi necessari. Salvo che per le contaminazioni puntuali (hot spots), che verranno trattate in modo puntuale, tali concentrazioni dovranno essere di norma stabilite su basi statistiche (media aritmetica, media geometrica ucl 95% del valore medio).

12 TITOLO V - ALLEGATO 1 Criteri generali per l analisi di rischio sanitario ambientale sito specifica Nelle COMPONENTI DELL ANALISI DI RISCHIO DA PARAMETRIZZARE dell Allegato 1 viene riportato: Contaminanti indice Particolare attenzione dovrà essere posta nella scelta delle sostanze di interesse (contaminanti indice) da sottoporre ai calcoli di analisi di rischio. La scelta dei contaminanti indice, desunti dai risultati della caratterizzazione, deve tener conto dei seguenti fattori: Superamento della o delle CSC, ovvero dei valori di fondo naturali. Livelli di tossicità. Grado di mobilità e persistenza nelle varie matrici ambientali. Correlabilità ad attività svolta nel sito Frequenza dei valori superiori al CSC.

13 VALORI DI FONDO NATURALE DEFINIZIONI Contenuto naturale pedo-geochimico Concentrazione di sostanze nei suoli, risultante da processi naturali geologici e pedologici, senza alcuna interferenza di origine antropica Valori di fondo naturale Caratteristiche statistiche del contenuto naturale pedo-geochimico di una sostanza nei suoli.

14 VALORI DI FONDO NATURALE DEFINIZIONI Contenuto antropizzato Concentrazione di una sostanza nei suoli derivata sia dal contenuto naturale pedo-geochimico sia della moderata immissione diffusa nel suolo Valori di fondo antropizzato Caratteristiche statistiche del contenuto antropizzato di una sostanza nei suoli. Caratteristiche statistiche Parametro scelto per la distribuzione delle concentrazioni. Per i valori di fondo spesso è usato il 90 percentile o il 95 percentile delle distribuzione dei valori.

15 TITOLO V - ALLEGATO 2 Criteri generali per la caratterizzazione dei siti contaminati Di seguito si passa all esame di alcune prescrizioni ivi contenute, ritenute di particolare importanza: Il piano delle indagini verrà ritenuto concluso con l approvazione da parte delle autorità competenti dell intero processo e con l elaborazione del Modello Concettuale Definitivo; Per la predisposizione del piano di indagini verrà utilizzato il Modello Concettuale Preliminare, redatto sulla base delle indagini condotte nel corso della normale gestione del sito; Per l ubicazione dei punti di campionamento la scelta potrà essere di tipo ragionato oppure di tipo causale/statistico. Non vengono forniti numeri minimi di punti di campionamento. A secondo della complessità del sito potranno essere utilizzati entrambi gli approcci in funzione del differente utilizzo delle aree della presenza di aree dismesse oppure occupate da impianti,collocando i punti di campionamento in corrispondenza dei punti di criticità.

16 TITOLO V - ALLEGATO 2 Criteri generali per la caratterizzazione dei siti contaminati Per le sostanze inquinanti da ricercare viene affermato che ci si potrà limitare ad un set standard, individuato in base ai dati storici ed eventuali indagini già condotte. Nei punti distanti dalle sorgenti di contaminazione si potrà inoltre selezionare un numero più limitato di parametri indicatori,scelti sulla base della tossicità e mobilità dei contaminanti. Ogni campione dovrà essere suddiviso in due aliquote (ove si sospetti le presenze di sostanze volatili l aliquota sarà unica) La eventuale terza aliquota, ove necessaria, sarà confezionata in contraddittorio alla presenza dell ente di controllo.

17 TITOLO V - ALLEGATO 2 Criteri generali per la caratterizzazione dei siti contaminati Per ciascun sondaggio i campioni dovranno essere formati distinguendo almeno: campione 1: da 0 a 1 metro dal piano campagna; campione 2: 1 metro che comprenda la zona di frangia capillare; campione 3: 1 metro nella zona intermedia tra i due campioni precedenti; Con eccezione dei casi in cui esista un accumulo di rifiuti nella zona satura, la caratterizzazione del terreno sarà concentrata sulla zona insatura. Viene affermato che il campionamento delle acque va eseguito con campionamento dinamico, ove si abbia un acquifero poco produttivo oppure deve essere prelevata solo la fase separata di una sostanza non miscibile, può essere utilizzato il campionamento statico.

18 L analisi andrà condotta sulla frazione granulometrica <2 mm dopo aver scartato in campo la frazione con diametro >2 cm, e la concentrazione del campione dovrà essere determinata riferendosi alla totalità dei materiali secchi, comprensiva anche dello scheletro. Le analisi chimiche dovranno garantire l ottenimento di valori 10 volte inferiori rispetto ai valori di concentrazione limite. TITOLO V - ALLEGATO 2 Criteri generali per la caratterizzazione dei siti contaminati Per quanto riguarda la frazione granulometrica a cui fare riferimento per la restituzione del dato analitico, il nuovo testo è più chiaro rispetto al DM 471/1999, al di là della correttezza tecnica. Rispetto, invece, alla sensibilità da ottenere per le metodiche analitiche utilizzate, il nuovo testo riporta una definizione di scarsa correttezza tecnico scientifica.

19 TITOLO V - ALLEGATO 2 Criteri generali per la caratterizzazione dei siti contaminati Per l attività di controllo viene affermato che essa potrà essere realizzata durante lo svolgimento delle attività di campo, che saranno descritte a cura del responsabile del sito, con la redazione del giornale dei lavori, che sarà verificato e validato dai Responsabili degli Enti di controllo. Tale prescrizione di non chiara comprensione rispetto alle modalità operative con cui dovrà essere eseguita, non era presente nel DM 471/1999. Inoltre gli Enti di controllo potranno verificare le metodiche analitiche adottate e il rispetto delle Buone Pratiche di Laboratorio. Per l applicazione dell analisi di rischio potranno essere eseguite ulteriori indagini integrative (Test di permeabilità; Test di cessione; Test per verificare attenuazione naturale nel terreno e nelle acque; etc etc.)

20 TITOLO V - ALLEGATO 2 Criteri generali per la caratterizzazione dei siti contaminati L elaborazione dei risultati analitici deve esprimere l incertezza del valore di concentrazione determinato per campione: in considerazione della eterogeneità delle matrici suolo, sottosuolo e materiali di riporto la deviazione standard per ogni valore di concentrazione determinato, da confrontare con i valori di concentrazione limite accettabili, dovrà essere stabilita sulla base del confronto delle metodologie che si intendono adottare per il campionamento e per le analisi dei campioni di terreno e di acqua. Tale prescrizione è di difficile comprensione e soprattutto lascia una alea di indeterminatezza tecnica rispetto alla incertezza analitica accettabile.

21 TITOLO V - ALLEGATO 2 Criteri generali per la caratterizzazione dei siti contaminati Tale Allegato 2, si differenzia profondamente dall analogo Allegato 2 del DM 471/1999, essendo quest ultimo molto più dettagliato e recante precisi criteri per la caratterizzazione di un sito; L attuale Allegato 2 è infatti molto generico e reca anche dei passaggi relativi a procedure più di ordine amministrativo che tecnico.

22 TITOLO V - ALLEGATO 2 Criteri generali per la caratterizzazione dei siti contaminati Viene citata anche la possibilità di applicare le indagini indirette (indagini geofisiche indirette, analisi del gas interstiziale, etc.), in tale caso il proponente potrà presentare un piano di indagini per approfondimenti successivi, concordando con le Autorità competenti modalità di approvazione degli stati di avanzamento delle indagini. Per l individuazione dei valori di fondo vengono date unicamente prescrizioni relative alla profondità e tipo di terreno da campionare al di fuori del sito, che dovrà corrispondere a quelli raccolti nel sito. Si evidenzia che nel nuovo testo viene dato ancora più enfasi ai valori del fondo, i quali potranno riferirsi a tutti i parametri elencati nell Allegato 5, pertanto sarebbe stato opportuno fornire criteri più puntuali per la definizione di detti valori di fondo, al fine di limitare eventuali conflitti tra il proponente e le autorità competenti.

23 Il Decreto del Ministero dell'ambiente del 25 ottobre 1999, n 471 riporta nell'articolo 2 varie definizioni tra cui quella di Sito: area o porzione di territorio, geograficamente definita e delimitata, intesa nelle diverse matrici ambientali e comprensiva delle eventuali strutture edilizie ed impiantistiche presenti; Sito Inquinato: sito che presenta livelli di contaminazione o alterazioni chimiche, fisiche o biologiche del suolo o del sottosuolo e delle acque superficiali o delle acque sotterranee tali da determinare un pericolo per la salute pubblica o per l'ambiente naturale o costruito - Ai fini del presente decreto è inquinato il sito nel quale anche uno solo dei valori di concentrazione delle sostanze inquinanti nel suolo o nel sottosuolo o nelle acque sotterranee o nelle acque superficiali risulti superiore ai valori di concentrazione limiti accettabili stabilite dal presente regolamento.

24 Pertanto al fine di individuare se si è in presenza o meno di un sito contaminato, si dovrà procedere ad una caratterizzazione delle varie matrici ambientali, secondo le procedure definite nel D.M. 471/99 stesso, e precisamente nell'allegato 2 "Procedure di riferimento per il prelievo e l'analisi dei campioni". I criteri generali descritti nell'allegato 2 si applicano ad ogni fase di indagine, campionamento e analisi da svolgere.

25 UN PIANO DI CARATTERIZZAZIONE DEVE AVERE UNA STRUTTURA DEL TIPO: Studio preliminare (raccolta ed analisi dei dati storici e dati base dell'area da studiare, definizione e conoscenza delle dimensioni dell'area, suddivisione dell'area in funzione dell'inquinamento). Le informazioni storiche costituiscono la base per definire i requisiti delle successive indagini: piano di campionamento e piano di analisi chimico-fisiche.; Scelta del metodo di campionamento (definizione delle procedure di prelievo, conservazione e stoccaggio dei campioni); Preparazione di un piano di analisi (scelta delle metodiche analitiche, piano di controllo qualità restituzione del dato). ed accuratezza analitica,

26 fase preliminare Raccolta ed analisi dei dati esistenti e disponibili relativi alle caratteristiche geomorfologiche ed ambientali del sito cartografia, topografia, morfologia, Geologia, ambientale e tematica in genere, studi pregressivi, bibliografia disponibile, ecc. ); Definizioni del contesto litostratigrafico ed idrogeologico del sito; Raccolta e valutazione delle informazioni relative alle attività svolte sul sito; Identificazione delle sostanze inquinanti connesse con le attività svolte nel sito e loro prevedibile locazione (sulla base della collocazione delle linee produttive, degli, ostacoli, dei serbatoi, delle reti fognare ecc. ); Identificazione dei bersagli potenziali dell inquinamento; Identificazione delle vie di migrazione degli inquinanti.

27 Tali fasi vengono attuate mediante : I. Un sopralluogo diretto sul sito e sull area circostante teso alla identificazione delle vie di migrazione degli inquinanti ed alla valutazione della vulnerabilità dell ambiente circostante, per un intorno significativo dipendente dalle dimensioni del sito, e la ricostruzione del modello concettuale del sito; II. L esecuzioni di rilievi indiretti, diretti e misure di parametri ambientali di riferimento ( livelli delle acque sotterranee, presenza di acque superficiali, ecc. ); III. Intervista diretta di personale e/o individui che possono detenere informazioni relative al sito e al suo stato quali-quantitativo. IV. Tale attività preliminare consentirà una preventiva suddivisione del sito in subaree aventi caratteristiche sostanzialmente omogenee e tali da orientare le successive scelte riguardanti le sostanze inquinanti da ricercare ed i relativi metodi di campionamento

28 Progettazione delle attività di campionamento A seconda della grandezza del sito da indagare il D.M.471/99 Indica il numero di punti da analizzare. Sito fino a m 2 Sito fino da a m 2 = almeno 5 punti = da 5 a 15 punti Sito da a m 2 = da 15 a 60 punti Sito da a m 2 = da 60 a 120 punti Sito > m 2 = almeno 2 punti ogni m 2

29 Campionamento: suolo e sottosuolo Sulla base delle specifiche situazioni, si valuterà l'opportunità di prelevare campioni adottando: criteri di tipo casuale e statistico, basati su metodi probabilistici, criteri di tipo soggettivo, dettati cioè da scelte ragionate. criterio della suddivisione a griglia Le maglie della griglia di campionamento possono avere dimensioni comprese fra i 25 ed i 100 metri di lato, a seconda dell ampiezza dell area e della densità di informazioni desiderata. I punti di indagine possono essere localizzati in corrispondenza dei nodi della griglia (ubicazione sistematica) oppure all interno di ogni maglia (almeno 1) in posizione opportuna (ubicazione sistematica casuale) a seconda dei dati conoscitivi ottenuti dalla fase di indagine preliminare o della situazione logistica (presenza di infrastrutture,ecc.)

30 SUOLO I CAMPIONAMENTI DI SUOLO SARANNO ESEGUITI CON CAROTAGGI SUPERFICIALI (PRIMI 10 cm) E/O CON SPESSORE TRA cm. I CRITERI DI CAMPIONAMENTO DEL SUOLO POSSONO ESSERE: RANDOM SEMPLICE RANDOM STRATIFICATO SISTEMATICO O A GRIGLIA SIA ORIZONTALE CHE VERTICALE

31 Campionamento random stratificato Campionamento random Campionamento sistematico o a griglia

32 ACQUE PER CAMPIONAMENTO DELLE ACQUE SI INTENDONO ACQUE DI FALDA MEDIANTE L UTILIZZO DI PIEZOMETRI SEDIMENTI DA PRIVILEGGIARE CAROTAGGI DI SEDIMENTI LACUSTRI IN QUANTO INDISTURBATI ED INDICATI PER FORNIRE L ANDAMENTO DELLA CONCENTRAZIONE NEL TEMPO DI SOSTANZE INQUINANTI (VALORI DI FONDO PREIDUSTRIALE)

33 PIEZOMETRO

34 ACQUE SOTTERRANEE E SUPERFICIALI Il campionamento delle acque sotterranee costituisce una fase estremamente importante di tutta la fase d indagine analitica del sito. Infatti, deve fornire informazioni sullo stato di contaminazione delle falde acquifere in relazione alla qualità delle stesse immediatamente a monte, all interno ed a valle del sito in esame. I piezometri dovranno essere realizzati in materiali compatibili con gli inquinanti presenti nel sito e dovranno essere installati in numero sufficiente a caratterizzare la qualità delle acque profonde.

35 ACQUE SOTTERRANEE E SUPERFICIALI I campionamenti potranno essere effettuati: " statici " o " dinamici ". Sarebbe buona norma in un programma di monitoraggio delle acque profonde effettuare almeno 4 campionamenti all'anno (ogni 3 mesi) dei quali uno in condizioni statiche.

36 Per i corsi d acqua superficiali, esistenti in prossimità del sito, è necessario caratterizzare puntualmente la situazione chimica e ambientale a monte del sito, nel tratto mediano ed a valle, lungo il senso di scorrimento del corpo idrico. Poiché, non essendo disponibili valori tabellari di riferimento, dovranno essere valutati gli effetti derivanti dalla presenza di inquinamento nel sito. Nel caso di laghi si deve effettuare il campionamento secondo la disposizione a transetto, con almeno tre transetti (a monte, mediano ed a valle), con spaziatura longitudinale e trasversale dipendente dalle dimensioni del corpo idrico e con almeno tre prelievi verticali per ogni punto.

37 Campionamento: suolo e sottosuolo La profondità del prelievo varia con la necessità di caratterizzare l'area tenendo presenti i seguenti punti: à analisi geologica ed idrogeologica; à definizione della profondità dell'inquinamento; à definizione della variabilità orizzontale e verticale della contaminazione; à presenza di contatto diretto con gli acquiferi e le fonti d'inquinamento; à scelta del tipo di perforazione; à particolare cautela al fine di non provocare la diffusione di inquinanti (ad es. indagini geofisiche).

38 Modalità con cui condurre le operazioni di perforazione Le modalità con cui condurre operativamente le operazioni dovranno prevedere di: Georeferenziare nel sistema gauss-boaga e quotare ogni punto di perforazione,con la precisione di un metro per le coordinate x e y; Eseguire battute di dimensioni omogenee, preferibilmente di un metro ciascuna; Al fine di evitare l immissione di contaminanti di superficie a profondità maggiori, procedere nella perforazione sostenendo le pareti del perforo mediante una tubazione di rivestimento provvisoria(camicia di acciaio); Approfondire il rivestimento man mano che avanza la perforazione.nel corso di queste operazioni non dovrà aversi in alcun caso utilizzo d acqua;durante le operazioni verranno considerati i casi di estrema necessità e dovrà essere utilizzata unicamente acqua dell acquedotto o acqua di cui sia stata provata ha qualità mediante lo svolgimento regolare di analisi chimiche;

39 Modalità con cui condurre le operazioni di perforazione Procedere a velocità tale da evitare il riscaldamento del materiale prelevato; Eseguire la perforazione garantendo l innesto nel substrato impermeabile non alterato ; Nel corso della perforazione segnalare e registrare ogni venuta d acqua dal foro,specificando la profondità e stimando l entità del flusso; Dovranno essere osservate tutte le norme di sicurezza previste per le perforazioni in aree contaminate.

40 Documentazione dell attività di campionamento DEVE ESSERE MANTENUTA UNA RENDICONTAZIONE COMPLETA DELLE PROCEDURE DI PRELIEVO E DEVONO ESSERE INCLUSE LE SEGUENTI INFORMAZIONI: 1. località delle stazioni di prelievo; 2. metodi di campionamento utilizzati; 3. manipolazione e procedure di conservazione e stoccaggio dei campioni; 4. date e tempi di prelievo, manipolazione e stoccaggio dei campioni; 5. ogni circostanza che potenzialmente abbia interferito o condotto al cambio delle modalità di prelievo.

41 I campioni devono essere chiaramente etichettati così da poter essere individuati in ogni occasione. Un minimo di informazione deve comunque seguire tramite etichettatura il campione,informazioni minime sono di seguito riportate: codice unico di identificazione del campione; localizzazione e profondità del prelievo (numero della stazione); analisi o test che devono essere eseguiti sul campione; metodo di conservazione e/o stoccaggio; data e tempo di prelievo; note se necessario; iniziali della persona o persone che hanno contribuito alla collezione del campione.

42 Condizioni operative PULIZIA DEGLI STRUMENTI UTILIZZATI PER IL CAMPIONAMENTO Prima di operare il prelievo garantire la pulizia di strumenti, attrezzi e utensili di perforazione rimovendo completamente, sia internamente che esternamente, i materiali potenzialmente inquinanti che potrebbero aderire alle pareti degli strumenti.

43 Numero dei campioni Uno degli aspetti più importanti, è determinare il numero di campioni da prelevare, per ottenere sufficienti informazioni. In generale,il numero di campioni richiesti è inversamente proporzionale alla quantità di informazioni conosciute ed è proporzionale al grado di confidenza che si vuole ottenere nei risultati e non per ultimo al livello di contaminazione presunto.in ogni caso l obiettivo da raggiungere è quello di avere sufficienti informazioni per garantire una accurata valutazione dello stato di contaminazione del sito.

44 Numero dei campioni Per il D.M. 25 ottobre 1999 n.471, per ogni campione prelevato, devono essere anche prelevati due controcampioni ufficiali dal responsabile degli interventi di bonifica: un campione per permettere all'autorità competente di approfondire le indagini o eseguire verifiche sui valori di concentrazione risultanti dalle analisi; un campione dovrà essere conservato, conformemente ai criteri di qualità per eventuali contestazioni e contranalisi. Deve essere anche previsto un prelievo per campioni di bianco di riferimento.

45 Campioni di bianco di riferimento Sono campioni prelevati in prossimità,ma al di fuori, dell area contaminata e servono per verificare se la concentrazione di un contaminante differisce rispetto a quelle naturalmente presenti nel sito. Nel caso di campionamento di suoli, la profondità ed il tipo di terreno da campionare dovrebbe corrispondere a quelli degli altri campioni raccolti. Al fine di determinare il valore del bianco di riferimento il numero di campioni prelevati dovrebbe essere tale da permettere una trattazione statistica dei dati ottenuti.

46 Formazione di un campione composito Sia nel caso dei suoli che dei sedimenti, qualora fosse necessaria la preparazione di un campione composito, è importante in primo luogo decidere se del singolo campione deve essere preso solo la parte centrale, solo lo strato superficiale oppure l'intero campione. Definito ciò il campione deve essere completamente omogeneizzato e diviso in due aliquote, delle quali una verrà conservata e sarà eventualmente utilizzata in seguito per effettuare analisi di controllo sul campione primario, l'altra andrà a formare il campione composito. Lo stesso trattamento verrà eseguito su tutti i campioni scelti per ottenere il campione finale. Unite le singole aliquote di cui il nuovo campione sarà composto si procederà ad un'ulteriore omogeneizzazione dell'intero campione composito.

47 Suolo Carota di suolo da 30 cm 10 cm Spessore 30 cm Suolo Carota di suolo da 10 cm 10 cm Spessore 10 cm Esempi di carote di suolo a differente spessore

48 Vista 2 / Figura 1 Schema di campionamento per la matrice suolo I sottocampioni di suolo 1; 2 ; 3 ; 4 e 5 vengono miscelati per formare un solo campione.

49 Vista 1 / Figura Area Campionamento 100 m 2 10 m m Schema di campionamento per la matrice suolo I sottocampioni di suolo 1; 2 ; 3 ; 4 e 5 vengono miscelati per formare un solo campione.

50 m 6 10 m Area Campionamento 100 m 2 5 Area Campionamento 100 m m m Schema di campionamento per la matrice suolo con tecnica del ribaltamento I sottocampioni di suolo 1; 2 ; 3 ; 4 ; 5 ; 6 ; 7 ; 8 vengono miscelati per formare un solo campione

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55 Verbale Tecnico di Prelevamento Campioni n ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ Dipartimento Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria Reparto Igiene del Suolo e Rifiuti Viale Regina Elena Roma In data:, alle ore: i sottoscritti verbalizzanti: si sono recati in luogo: procedendo al prelievo di campioni con le seguenti caratteristiche: Numero campioni: Sigla campioni: Coordinate GPS: - - Tipologia campione: aria sedimenti vegetale suolo Modalità campionamento aria: Modalità campionamento sedimenti: Modalità campionamento vegetale: Modalità campionamento suolo: Profondità campionamento suolo: Conservazione: Note:

56 Manipolazione e stoccaggio dei campioni PER EVITARE LA CONTAMINAZIONE DEI CAMPIONI PARTICOLARE ATTENZIONE DEVE ESSERE FATTA SIA DURANTE IL CAMPIONAMENTO CHE DURANTE LA MANIPOLAZIONE. Campioni designati all'analisi di metalli in tracce non devono entrare a contatto con superfici metalliche ed i contenitori indicati per questi campioni sono dei contenitori in polietilene. Tutti i contenitori, prima di ricevere il campione, devono essere lavati con acido nitrico Suprapure e abbondantemente sciacquati con acqua deionizzata. I campioni destinati all'analisi di sostanze organiche non devono avere contatti con superfici in plastica. I contenitori in cui verranno riposti i campioni devono essere in vetro a chiusura ermetica. sottoposti precedentemente a lavaggi con solventi organici (acetone)

57 Manipolazione e stoccaggio dei campioni Per i test biologici i campioni devono essere conservati in contenitori sterili di polipropilene. Il campione deve riempire il contenitore, che deve essere sigillato, etichettato e inoltrato immediatamente al laboratorio per le analisi accompagnato dalle note di campionamento. Ove ciò non è possibile si può procedere alla conservazione del campione.

58 Conservazione del campione Non ci sono tecniche universali di conservazione dei campioni, poiché una tecnica può essere idonea per alcune analisi e non per altre. E' consigliabile, quindi, avere a disposizione una discreta quantità di campione così da poter utilizzare diverse tecniche di conservazione (refrigerazione, congelamento o aggiunta di sostanze chimiche) a seconda dei casi.

59 Tab. 1 - Modalità di trasporto e conservazione dei campioni Parametro Contenitore Trasporto c Conservazione c Giorni Granulometria Plastica o vetro Sostanze organiche Vetro o alluminio 4-6 Da 18 a 25* 40* Chimica organica Vetro decontaminato o fogli di alluminio lavato con acetone 4-6 Da 18 a 25* 40* Metalli e inorganici polietilene 4-6 Da 18 a 25* 60* Miicrobiologia Polietilenepolistirolo sterili Ecotossicologia* * Plastica o vetro

60 Piano Analisi Se dalla ricerca preliminare dei dati storici non si possono trarre sufficienti informazioni per sviluppare una lista di potenziali inquinanti chimici da controllare, questi devono essere selezionati tra quelli del D.M. 471/99.

61 Piano Analisi SOSTANZE DA ANALIZZARE Per qualsiasi tipologia di area andranno esaminati i seguenti parametri ( set minimo): Suoli: Antimonio, Arsenico, Berillio, Cadmio, Cobalto, Cromotot, CromoVI, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Selenio, Stagno, Tallio, Vanadio, Zinco, Cianuri (liberi), Floruri; Benzene; Idrocarburi leggeri C <12 Idrocarburi pesanti C >12 IPA (parametri da 25 a 334 della Tabella 1 Allegato 1 D.M. 471/99); Alifatici clorurati cancerogeni, non cancerogeni e Alifatici alogenati cancerogeni (parametri da 36 a 54 della Tabella 1 Allegato 1 D.M. 471/99). In aggiunta a tali determinazioni, andranno eseguite specifiche analisi relative agli inquinanti connessi con le attività antropiche effettuate sull area/sito.

62 SOSTANZE DA ANALIZZARE Per qualsiasi tipologia di area andranno esaminati i seguenti parametri ( set minimo): Acque Alluminio, Antimonio, Argento, Arsenico, Berillio, Cadmio, Cobalto, Cromotot, CromoVI, Ferro, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Selenio, Manganese, Tallio, Zinco, Cianuri (liberi), Fluoruri; Benzene; Idrocarburi totali (per la cui concentrazione limite si può fare riferimento a quella riportata nel DPR 236/88 relativo alle acque destinate al consumo umano); IPA (parametri da 29 a 37 della Tabella Acque sotterranee dell Allegato 1 del D.M. 471/99; Alifatici clorurati cancerogeni, non cancerogeni e Alifatici alogenati cancerogeni (parametri da 39 a 57 della Tabella Acque sotterranee dell Allegato 1 D.M. 471/99).

63 SOSTANZE DA ANALIZZARE Sedimenti Anche per i sedimenti va definita una lista di contaminanti da analizzare che di solito è la stessa di quella prevista per l'analisi dei suoli. Alla lista dei prioritari, comunque, si possono anche aggiungere altri contaminanti dedotti da informazioni storico-commerciali e/o applicazioni effettuate in agricoltura che ne suggeriscano la presenza nella zona specifica di studio. Tra i composti organici gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) e i Policlorobifenili (PCB) sono quelli più comunemente ricercati sia come concentrazione totale che come isomeri. Tra gli inquinanti inorganici i più rappresentativi e maggiormente studiati sono: As, Cd, Cr, Hg, Ni, Pb, Sn, Zn e ultimamente anche il V. Tutti i sedimenti devono essere sottoposti ad analisi del contenuto di carbonio organico totale (TOC).

64 SCELTA DEL METODO DI ANALISI Compilata la lista degli analiti, devono essere determinati i metodi di analisi più idonei La selezione del metodo è legata al limite di rivelabilità del metodo stesso ed alla concentrazione presente nel campione da analizzare. L'US-EPA, comunque, suggerisce che un limite di rivelabilità del metodo che va da 1/10 a 1/5 del valore della concentrazione limite prevista per la specifica sostanza è desiderabile e in alcuni casi sufficiente.

65 ANALISI CHIMICHE TRATTAMENTO CAMPIONE DETERMINAZIONE STRUMENTALE

66 TRATTAMENTO DEL CAMPIONE Inquinanti inorganici: ANALISI CHIMICHE Omogeneizzazione Dissoluzione del campione mediante digestione acida La dissoluzione totale del suolo e dei sedimenti si può ottenere solamente usando acido fluoridrico. In alcuni casi però, può non essere necessaria la digestione totale, in questo caso è sufficiente un trattamento con acqua regia in forno a microonde ad alta pressione. Inquinanti organici : Estrazione tramite solventi Purificazione e/o separazione su colonna (gel di silice, Florisil, allumina)

67 Inquinanti inorganici ANALISI CHIMICHE DETERMINAZIONE STRUMENTALE Tecniche spettroscopiche in assorbimento o emissione atomica come: Assorbimento atomico in fiamma (FAAS) Assorbimento atomico con fornace di grafite (ETAAS) Emissione atomica con plasma accoppiato induttivamente con sistema ottico (ICP-AES) Emissione atomica con plasma accoppiato induttivamente con sistema a massa (ICP-MS) Determinatore di Hg Determinazione spettroscopia con sviluppo di idruri

68 Inquinanti organici ANALISI CHIMICHE DETERMINAZIONE STRUMENTALE Tecniche gas-cromatografiche con uso di colonne capillari e rivelatori idonei (ECD, FID, FPD ecc.) Tecniche gas-cromatografiche in gas-massa per i rilevamenti a bassa risoluzione (HRGC-LRMS) Tecniche gas-cromatografiche con gas-massa per i rilevamenti ad alta risoluzione (HRGC-HRMS)

69 METODICHE Il D.M. 471/99 prescrive di adottare metodi di analisi ufficiali riconosciuti a livello nazionale e/o internazionale come per esempio: D.M. 13 settembre 1999 "Approvazione dei Metodi ufficiali di analisi chimica del suolo" (Supplemento G.U. n. 248 del 21/10/1999) per la sola frazione granulometrica inferiore a 2 mm; Metodi elaborati dall'environmental Protection Agency statunitense (US-EPA); Metodi riportati nel DPR 236/88 relativo alle acque destinate al consumo umano.

70 CAMPIONI DI SUOLO Determinazione di tutti gli analiti effettuata sulla frazione granulometrica vaglio di 2 mm Risultati riferiti al peso secco del suolo vagliato Ove si accerti o si sopetti che la contaminazione sia presente anche nella frazione granulometrica di suolo avente particelle con diametro > 2 mm, tale frazione deve essere sottoposta ad un test di eluizione.

71 TEST DI ELUIZIONE soluzione eluente: acqua deionizzata saturata di CO2 rapporto solido-liquido 1 : 20 in peso condotto sotto agitazione temperatura ambiente Tempo di contatto 24 ore

72 QUALITÀ DEL DATO Le procedure di controllo qualità (QC) sono necessarie per garantire che i risultati analitici soddisfano i criteri di precisione e accuratezza. Le procedure di controllo qualità includono, generalmente, analisi di bianco e di una matrice di controllo (standard) ogni campioni. Per ottenere la precisione delle misure, queste devono essere effettuate almeno in triplo, riportando la deviazione standard ed il coefficiente di variazione.

73 QUALITÀ DEL DATO I DATI ANALITICI DEVONO ESSERE VALIDATI MEDIANTE UN'INTERCALIBRAZIONE CHE VEDE COINVOLTI SIA I LABORATORI INTERESSATI ALL'ANALISI CHE I LABORATORI DI CONTROLLO

74 ELABORAZIONE E INTERPRETAZIONE DEL DATO Nella relazione che accompagna la presentazione dei risultati delle analisi devono essere riportati i metodi e i calcoli statistici adottati nell'espressione dei risultati e della deviazione standard

75 ELABORAZIONE E INTERPRETAZIONE DEL DATO Al termine delle attività di indagine di campo e di laboratorio, deve essere redatto un rapporto di caratterizzazione ambientale del sito, in cui siano illustrati: i caratteri antropici, litologici ed idrogeologici dell area e del suo immediato intorno; lo stato di qualità del sito, in termini di presenza e distribuzione spaziale delle sostanze inquinanti presenti nei diversi comparti ambientali, in confronto ai valori di riferimento e con la valutazione di situazioni di rischio per l'ambiente o per la salute umana; la definizione degli interventi di messa in sicurezza e di bonifica necessari in relazione allo stato sopra detto.

76 ELABORAZIONE E INTERPRETAZIONE DEL DATO I risultati delle attività di campo e di laboratorio devono essere espressi sotto forma di tabelle di sintesi e di rappresentazioni cartografiche, tra cui devono essere realizzate, come minimo: carta/e di ubicazione delle potenziali fonti di inquinamento; carta/e di ubicazione delle indagini svolte e dei punti di campionamento e/o misura, con distinzione tipologica; carta/e piezometrica/che, con evidenziazione degli assi di flusso e dei punti di misura; carta/e di distribuzione degli inquinanti, sia in senso areale che verticale; carta/e di ubicazione degli eventuali bersagli dell inquinamento.

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