IL RAPPORTO BANCA-IMPRESA ALLA LUCE DI BASILEA

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1 Area di interesse FINANZA Oggetto: IL RAPPORTO BANCA-IMPRESA ALLA LUCE DI BASILEA 2: quali parametri utilizzeranno le banche per valutare il grado di rischio delle aziende? Quali sono gli indicatori cruciali da tenere monitorati? Un caso della Piccola Media Impresa (PMI). PREMESSA Il Nuovo Accordo sul Capitale Minimo delle Banche, noto come Basilea 2, approvato il 26 giugno 2004 dal Comitato di Basilea - organo di rappresentanza delle Banche Centrali Europee - è volto a regolamentare in modo stringente, a partire dal 2006, le regole di concessione del credito, da parte delle Autorità di Vigilanza in capo alle singole banche, al fine di preservare la stabilità del sistema creditizio. Il nuovo modus operandi delle banche, ancora tutto da verificare nei fatti e nella sostanza, impone alle imprese, soprattutto alle Piccole Medie Imprese (PMI), di adeguarsi per tempo ai nuovi standards richiesti, senza impaurirsi oltre misura, ma anche non sottovalutando gli effetti del cambiamento. Le imprese, in specie le PMI, dovranno gradualmente elaborare, in modo stabile e continuativo, reportistica informativa quale analisi di bilancio (oltre a quello annuale ufficiale anche bilanci infrannuali), budgets e piani industriali (c.d. business plan), quali strumenti di supporto al nuovo rapporto con le banche. Tali operatività dovranno essere supportate o da funzioni interne specialistiche e dedicate, oppure facendo ricorso a professionisti esterni. La ristrutturazione del rapporto tra banca e impresa suggerita dal nuovo accordo muove nella direzione di dare nuovo impulso e diffusione alla cultura del controllo di gestione, cultura che dovrà divenire sempre più patrimonio aziendale, specie in seno alla direzione. BASILEA 2 LA CAPITALIZZAZIONE MINIMA DELLE BANCHE Uno dei pilastri alla base del nuovo accordo è che ogni attività posta in essere dalla banca comporta l assunzione di uno specifico rischio: tale rischio deve essere quantificato e deve trovare adeguata copertura con il patrimonio di vigilanza accantonato dalla banca (si tratta della somma libera e disponibile che la banca deve detenere a fronte dei propri impieghi). L accordo sancisce che il patrimonio di vigilanza deve essere pari almeno all 8% delle attività creditizie erogate dal singolo istituto ponderate per il loro grado di rischio. Ovviamente più è elevato il grado di rischio associato, maggiore sarà l assorbimento di capitale per la banca e di conseguenza maggiore la remunerazione del capitale richiesta all impresa. Quello che accadrà, in sintesi, sarà che il pricing del credito sarà sempre più ancorato al profilo di rischio, ma questo non significa necessariamente una maggiore difficoltà o onerosità dell accesso al credito per le imprese, ma piuttosto un nuovo modo di gestire il rapporto tra banca e impresa, basato su un maggiore e migliore scambio informativo. Da un lato, infatti, le banche dovranno applicare in modo trasparente i metodi con cui valutano il profilo di rischio dell impresa, mentre le aziende dovranno comunicare alle banche, in ultima istanza, la loro capacità di gestire l attività d impresa. Pagina 1 di 6

2 IL RISCHIO ASSOCIATO AL CREDITO (RATING) Il rischio associato alle singole operazioni trova espressione nell assegnazione di un voto (rating) che dipende dalla valutazione di tre componenti di rischio: La probabilità di insolvenza della controparte (PD: Probability of Default); La misura della perdita in caso di insolvenza, che può essere ridotta con l attivazione di garanzie (LGD: Loss Given Default); La scadenza residua dell operazione (M: Maturity). COME MISURARE IL RISCHIO? Il protocollo di Basilea 2 ammette la scelta tra due possibili metodologie di misurazione del rischio di credito: 1. Metodo Standard: la banca fa ricorso a rating ufficiali emessi da società di rating riconosciute o, in alternativa, applica le ponderazioni fissate dal Comitato di Basilea in base a classi di operazioni e di controparti; 2. Metodo dei rating interni (di base o avanzato): la banca utilizza un proprio modello per determinare la rischiosità della clientela affidata e attribuirle un rating, nel rispetto dei tecnicismi imposti da Basilea 2 quanto ai vari componenti di rischio. In merito ai due metodi di valutazione, è opportuno sottolineare i seguenti aspetti cruciali: Per le banche l adozione di metodi di valutazione interni avrà una rilevante valenza strategica, in quanto consentirà una allocazione delle proprie risorse più efficiente in termini di combinazione rischio-rendimento; Le banche potranno utilizzare metodi differenti per la valutazione del rischio, pertanto si potrà verificare che alla medesima azienda vengano assegnati diversi rating (e quindi applicati diversi costi del denaro e concessi diversi affidamenti) dai differenti istituti bancari con cui opera; Una più trasparente logica di valutazione del rischio consente all azienda di autovalutare il proprio standing creditizio presso il sistema bancario e di conseguenza di stimare il costo del denaro che le sarà richiesto, gli affidamenti che le saranno accordati e le garanzie che le saranno richieste. CASO Nell iter che un azienda deve percorrere nel momento in cui fa richiesta di credito al sistema bancario, come già rimarcato, esisterà una sempre più diretta corrispondenza tra veridicità e completezza delle informazioni comunicate dall impresa alla banca e il giudizio di affidabilità/rating da parte del sistema bancario. In questo estratto noi ci soffermiamo sulle informazioni quantitative, ma ricordiamo l importanza di fornire anche informazioni qualitative, in particolare relative al business (capacità competitiva, mercato di riferimento, posizionamento sul mercato, tipologia di clienti/prodotti, prospettive di sviluppo, etc ). Qualora si trattasse di un finanziamento legato ad un investimento, ad esempio, sarebbe opportuno anche inquadrare e dettagliare il tipo di operazione che si vuole finanziare (durata, ammontare dell investimento, ritorno atteso, etc.). Riportando l attenzione ai dati quantitativi, è importante che l impresa fornisca i prospetti di stato patrimoniale, conto economico e rendiconto finanziario riclassificati a consuntivo e, se disponibili, anche i relativi dati prospettici di budget con evidenza degli scostamenti. Sulla base di tali dati l istituto di credito calcolerà i ratios e farà le sue valutazioni per Pagina 2 di 6

3 giungere ad assegnare a ciascun indice un livello di rischiosità all interno di una scala valori (vedi tabella), al fine di determinare un giudizio sintetico sull affidabilità dell azienda. SCALA DI RISCHIO TIPO DI ANALISI INDICE DI BILANCIO FORMULA ross MOLTO ELEVATO o ELEVATO > ALLA MEDIA MEDIO BASSO MINIMO ECONOMICA ROE RN / Patrimonio Netto*100 < 0 > 10 ROI RO/Capitale investito*100 < 0 > 8 ROS RO / Fatturato*100 < 0 > 15 PATRIMONIALE FINANZIARIA Margine di struttura Indice di indipendenza finanziaria Debiti finanziari / Ebitda Indice di liquidità (Patrimonio + Debiti a m/l)/ Immobilizzi netti Patrimonio netto /Totale fonti Totale dei Debiti finanziari/margine operativo lordo (Liquidità+crediti) /Passivo corrente < 1 > 2 < 0,2 > 0,6 > 5 = 0 < 0,8 > 2 Indice di disponibilità (CCN) Oneri Finanziari netti / Fatturato (%) Sostenibilità degli oneri finanziari Attivo circolante/ Passivo corrente Oneri finanziari/ Fatturato *100 RO/ Oneri finanziari < 1 > 2,5 > 5 < 0,5 < 1 > 5 Legenda: Livello di rischio Rating Molto elevato 1 Elevato 2 Superiore alla media 3 Medio 4 Basso 5 Minimo 6 N.B.: è bene sottolineare che i range di valori sopra riportati hanno una funzione orientativa di massima, in quanto i valori di riferimento dei parametri variano significativamente a seconda del settore di appartenenza dell azienda in esame. Esempio Ipotizziamo che, a fronte di una richiesta di finanziamento a medio termine, un istituto di credito debba analizzare i dati di bilancio forniti dalla Alfa S.r.l.. Pagina 3 di 6

4 AZIENDA ALFA SRL STATO PATRIMONIALE Budget 2005 % 2004 % SCOST. SCOST.% ATTIVO IMMOBILIZZATO ,3% ,1% ,8% ATTIVO CIRCOLANTE ,7% ,9% ,3% liquidità ,1% ,6% ,6% crediti commerciali ,9% ,7% ,9% altri crediti a breve ,9% ,3% ,9% magazzino ,7% ,3% ,7% TOTALE INVESTIMENTI ,0% ,0% ,0% PATRIMONIO NETTO ,7% ,1% ,6% PASSIVO A M/L TERMINE ,5% ,6% ,5% altri debiti a m/l ,4% ,2% ,9% debiti finanziari a m/l ,1% ,4% ,4% PASSIVO CORRENTE ,7% ,3% ,3% debiti finanziari a breve ,6% ,1% ,1% debiti commerciali ,1% ,8% ,4% altri debiti a breve ,0% ,4% ,2% TOTALE FONTI ,0% ,0% ,0% CONTO ECONOMICO Budget 2005 % 2004 % SCOST. SCOST.% VENDITE ,0% ,0% ,1% EBITDA (margine operativo lordo) ,2% ,5% ,8% EBIT (risultato operativo) ,8% ,4% ,0% Pagina 4 di 6

5 RIS. AREA FINANZIARIA ,6% ,7% ,0% Proventi fin. e dividendi ,6% ,18% ,1% Oneri finanziari , ,85% ,5% RIS. AREA STRAORDINARIA ,9% ,9% ,9% RIS. ANTE IMPOSTE ,7% ,6% ,5% IMPOSTE ,2% ,5% ,4% RISULTATO NETTO ,5% ,2% ,9% INDICI Budget ROE 39,9% 9,1% ROI -2,6% 1,5% ROS -3,8% 2,4% MARGINE DI STRUTTURA 0,87 0,74 INDIPENDENZA FINANZIARIA 12,73% 8,14% DEBITI FINANZIARI/EBITDA 18,8 8,7 INDICE DI LIQUIDITA' 0,66 0,59 INDICE DI DISPONIBILITA' 0,78 0,69 OF/FATTURATO 4,04% 2,84% SOSTENIBILITA DEGLI ONERI FINANZIARI -0,94 0,83 I dati opportunamente riclassificati mettono in luce i seguenti giudizi: Per il 2005 si prevedono investimenti netti per circa 400 mila euro, il che va ad appesantire la struttura degli impieghi già sbilanciata sul medio lungo termine; La dinamica accensione/rimborsi di finanziamenti a m/l termine combinata coi movimenti dei debiti a breve porta ad una ristrutturazione delle fonti; le fonti a m/l passano dal 47% al 59% del totale del passivo con conseguente miglioramento dell indice di copertura dell attivo fisso (o margine di struttura), dell indice di liquidità e di quello di disponibilità; A livello economico si prevede un crollo della redditività operativa, sia al lordo (Ebitda) che al netto (Ebit) dei costi non monetari (ad esempio tra le cause possibili aumento del costo del personale, delle locazioni finanziarie, etc ); questo comporta un peggioramento della capacità di rimborso del debito da parte dell azienda (dal 2004 al 2005 raddoppia il rapporto tra debiti finanziari e margine operativo lordo); A livello di risultato netto l utile che si prevede di realizzare per il 2005 è tutto dato dalla gestione finanziaria (es. distribuzione di dividendi da parte di una controllata) e dalla gestione straordinaria (es. plusvalenza dall alienazione di un immobile non strategico). Pagina 5 di 6

6 Aggiungendo alle considerazioni appena fatte il rating dei parametri calcolati, si delinea per l azienda in esame un profilo di rischio medio-alto. Se non ottemperato da migliori valutazioni su altri elementi, quali ad esempio la capacità del management, le strategie e i piani di crescita, le garanzie prestate, etc, questa azienda probabilmente troverà difficoltà a reperire fondi presso il sistema bancario, e qualora riuscisse ad accedere a finanziamenti aggiuntivi le verrà richiesto un alto costo del denaro e/o ulteriori garanzie. CONCLUSIONI Basilea 2 troverà ufficiale applicazione da parte delle banche a partire dal 2006; tuttavia, essendo che il nuovo protocollo si baserà sullo studio dei bilanci storici degli ultimi tre anni, le imprese si devono già porre in tale ottica per la redazione del bilancio relativo all esercizio Gli indici di bilancio saranno i primi ad essere monitorati dalle banche nel dare il proprio giudizio circa il merito di credito della singola impresa. Nel caso essi siano al di fuori di limiti considerati generalmente accettabili, le banche, alla luce di Basilea 2, saranno sempre più solerti ad irrigidire le maglie del credito. Uno dei problemi principali per le imprese, in specie le PMI, sarà l abbandono del vecchio modo di gestire il rapporto con le banche, improntato sovente ad uno stile di comunicazione finanziaria tardiva, inquinata da politiche di bilancio (in specie quelle volte a diminuire l impatto fiscale), molto sintetica ed informale, per non dire ambigua in certi casi. Il dubbio per le imprese potrà essere se anticipare le richieste di maggiore comunicazione, oppure attendere che siano le banche a pretendere più dati. Certamente il passaggio suddetto richiede molta sensibilità, misura e buon senso da parte di imprenditori, direttori finanziari, responsabili amministrativi e consulenti (es. commercialisti, aziendalisti, etc ). Il rapporto banca-impresa nei fatti a tutt oggi è un rapporto personale che riguarda strettamente una/alcune persone su un fronte ed altrettante sull altro, il quale assume spesso sfaccettature diverse a seconda, appunto, degli individui che vi si avvicendano. Tale caratteristica, in teoria, dovrebbe in parte venire meno con Basilea 2, la quale come sistema dovrebbe basarsi molto di più sull oggettività del giudizio. Ad oggi, tuttavia, quanto da ultimo detto è, appunto, soltanto teoria, inoltre già diversi insigni esponenti del mondo bancario si sono sbilanciati nel dire che gli istituti applicheranno con buon senso ed elasticità Basilea 2 nei confronti delle PMI, proprio per evitare il rischio di un eccessivo irrigidimento che seguirebbe ad una stretta creditizia. Pagina 6 di 6

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