Arch. Ferruccio Agazzi Funzionario Servizio Protezione Civile della Provincia di Bergamo NORMATIVA DI PROTEZIONE CIVILE

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1 Arch. Ferruccio Agazzi Funzionario Servizio Protezione Civile della Provincia di Bergamo NORMATIVA DI PROTEZIONE CIVILE

2 Legge 996/1970 La P.C. è concepita come soccorso pubblico D.P.R. 66/81 Il presidio locale è affidato al Prefetto Legge 225/92 Il Comune acquista maggiori competenze D. lgs. 118/98 La P.C. viene suddivisa fra gli EE.LL.che rappresentano la popolazione Si valorizza il volontariato come struttura operativa. Legge delega Bassanini N.59 - D.Lgs 112/98 I Comuni acquistano la totalità delle competenze di P.C. e le Regioni l impiego del volontariato, mentre le Province la stesura dei piani di emergenza Riforma del Titolo V della Costituzione L.Cost.n.3/2001 include la P.C. tra le materie di legislazione concorrente tra Stato e Regione

3 Art. 3 Legge 225/92: Attività e compiti di Protezione Civile Per la prima volta si definisce il concetto di protezione civile che non si limita a fronteggiare l emergenza ma comprende attività di: Previsione Prevenzione Soccorso Superamento dell emergenza La carenza di qualcuna di queste componenti può risultare determinante per il successo o l insuccesso

4 Legge 996/1970 La P.C. è affidata al Sindaco e al Commissario di governo D.P.R. 66/81 Sindaco e Prefetto sono Organi di P.C. in qualità di U.d.G. (il legislatore trascurò il ruolo di sindaco a vantaggio del Prefetto) Legge 142/90 Sindaco e Prefetto sono Organi di P.C. in qualità di U.d.G. Legge 225/92 Il Sindaco diviene autorità Comunale di P.C. (recupero del ruolo del Sindaco) Legge delega Bassanini N.59 - D.Lgs 112/98 I Comuni acquistano la totalità delle competenze di P.C.

5 IL SISTEMA DERIVANTE DALLA Legge 225/1992 DIPARTIMENTO DI PROTEZIONE CIVILE promuove e coordina (art. 1) PREFETTO assume direzione unitaria servizi di emergenza a livello provinciale (art. 14) SINDACO autorità comunale di protezione civile (art. 15)

6 NOVITA DELLA Legge 225/ Il sistema di protezione civile deve essere preesistente all evento non formarsi in coda 2 Il primo presidio territoriale di P.C. va individuato nel Comune 3 Occorre valorizzare il volontariato organizzato

7 IL SISTEMA ATTUALE DERIVANTE DA legge 225/1992, dgl.112/1998,legge 401/ 2001 COMUNE PROVINCIA REGIONE STATO INTERVENTO SINGOLO EVENTO TIPO A

8 IL SISTEMA ATTUALE DERIVANTE DA legge 225/1992, dgl.112/1998,legge 401/ 2001 STATO prefetto PROVINCIA presidente REGIONE presidente COMUNE sindaco INTERVENTO COORDINATO istituendo il CCS EVENTO TIPO B

9 IL SISTEMA ATTUALE DERIVANTE DA legge 225/1992, dgl.112/1998,legge 401/ 2001 STATO Dipartimento di P.C. Prefetti POTERI STRAORDINARI EVENTO TIPO C

10 METODO AUGUSTUS Rappresenta un unico documento operativo di sintesi degli indirizzi per la pianificazione vuole fornire criteri ed indirizzi per la pianificazione di qualsiasi emergenza a prescindere dall estensione e dall entità del fenomeno calamitoso e dal numero di enti e delle Amministrazioni coinvolte con l obbiettivo che nei piani di emergenza siano introdotte le funzioni di supporto con dei responsabili (9 funzioni per i Comuni, 14 per le Prefetture) crea linguaggi e procedure unificate che consentano un immediata e un efficiente collaborazione tra tutti i soggetti implicati nella gestione e nel superamento dell emergenza realizza un piano di emergenza che non sia un elenco di uomini ma una valutazione della disponibilità delle risorse fornite da tutte le amministrazioni pubbliche e private che vi concorrono chiarisce la diversità dei ruoli del CCS (Organo di supporto al Prefetto) e della Sala Operativa (si raccolgono le esigenze di soccorso e si risponde secondo le indicazioni del CCS)

11 L.R. 12 maggio 1990 n. 54 (abrogata) Individua le attività regionali di P.C. nella previsione e prevenzione delle varie ipotesi di rischio gravanti sul territorio lombardo L.R. 24 luglio 1993, n. 22 Legge regionale sul volontariato L.R. 1/2000 (abrogata) La R.L. definisce indirizzi e principi direttivi in materia di P.C. a cui devono attenersi gli EE.LL., con riferimento, con particolare venti di tipo B D.G.R. 21/02/2003 n Direttiva sulla pianificazione Enti Locali Direttiva Regionale sui rischi tecnologici del 2003 Linee guida in materia di pianificazione di emergenza con riferimento al RISCHIO CHIMICO- INDUSTRIALE D.G.R. n.7/15803 Direttiva Regionale sulle procedure postemergenza Attraverso la compilazione della scheda A si ha un quadro sintetico della situazione conseguente all evento, al fine di chiedere o meno la dichiarazione dello stato di emergenza

12 STATO DI EMERGENZA Lo stato di emergenza è dichiarato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri a seguito di delibera del Consiglio dei Ministri; la proposta è dello stesso Presidente del Consiglio ovvero del Ministro delegato, sentite le Regioni interessate lo stato di emergenza consente l emanazione di ordinanze contra legem Il Ministro dell Interno delegato di norma al ccordinamento di p.c. si avvale del Dipartimento di p.c. Il capo del Dipartimento e/o presidenti di Regione possono essere i Commissari straordinari per l attuazione degli interventi connessi a particolari tipologie di emergenze i prefetti e i sindaci operano come commissari delegati all atto dell emanazione della dichiarazione della stato di emergenza (ruolo di Ufficiali di Governo)

13 L.R. 22 maggio 2004, n 16 Testo Unico delle disposizioni regionali in materia di Protezione Civile Un testo normativo formato da 11 articoli che raccolgono, in parte rinnovandole, tutte le disposizioni legislative in materia di P.C. Il T.U.P.C. ha dato enfasi al ruolo delle Autonomie Locali: Comuni vere e proprie prime linee Province attivano i servizi urgenti previsti nel Piano provinciale e utilizza i volontari Regione Centro di Governo e di Coordinamento dell emergenza Il NUOVO COMPITO DELLA REGIONE le innovazioni: NORMATIVA concorrente con lo stato ORGANIZZAZIONE e utilizzo del volontariato RUOLO riconosciuto nella previsione (Meteo, nuova sala operativa H24, allertamenti DELEGA piena a Province e Comuni come prime strutture operative. I Presidenti della Provincia e della Giunta Regionale sono Autorità di Protezione Civile al rispettivo livello territoriale

14 AMBITO OPERATIVO il T.U.P.C. si applica solo agli eventi di livello locale e regionale (art.2 lett.a e B L.225/92) non agli eventi di livello nazionale, in cui venga dichiarato lo stato di emergenza nazionale

15 I Comuni sono Fulcro del Sistema Individuano Nuclei di Pronto Intervento fatti da volontari certificati per il soccorso tecnico urgente Si tratta di gruppi specializzati di volontari di P.C. con adeguata formazione e riconoscimento, che possono essere equiparati ai vigili del fuoco ed intervenire in ogni emergenza locale come soccorso tecnico urgente, fin qui di esclusiva competenza dei VVF Possibilità di convenzionarsi con una organizzazione di volontariato di P.C. già esistente (che risponda ai criteri di qualità e agli standard minimi fissati dalla Regione) anziché formare un gruppo comunale di P.C.

16 UNA PIU AMPIA VISIONE (ART.1 C.2) IN CUI SI INQUADRANO LE DIVERSE ATTIVITA DI COORDINAMENTO CHE LA REGIONE ESERCITA COME ENTE DI GOVERNO ANCHE SU: POLIZIA LOCALE FORZE DEL VOLONTARIATO (N.P.I., CORPI DI PROTEZIONE CIVILE) SISTEMA SANITARIO DI EMERGENZA (118- RETE OSPEDALIERE)

17 LE FUNZIONI 1 PANIFICAZIONE Regione Province Comuni 2 GESTIONE DELL EMERGENZA: Direzione unitaria Comune e Provincia Gestione attività operative Prefetto - VV.FF. Forze dell Ordine/Armate Volontariato Utilizzo volontariato Comune e Provincia Concorso e supporto Regione 3 Informazione alla popolazione Regione - Provincia Comune

18 IL V O L O N T A R I A T O

19 la Legislazione 1 Nel 1966 l alluvione di Firenze vede per la prima volta la partecipazione di un gran numero di volontari, protagonisti degli interventi di salvataggio del prezioso patrimonio artistico. LEGGE N. 996/70 Norme sul soccorso e l assistenza alle popolazioni colpite da calamità Tutto l intervento di soccorso viene immaginato governativo; le regioni, le province e i comuni sono coinvolti solo nella fase di programmazione e con un ruolo consultivo. In pratica, la legge sostiene che in caso di catastrofe gli interventi devono essere attuati dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e dalla Croce Rossa.

20 la Legislazione 2 Nel 1976 il terremoto in Friuli vede, prevalentemente, il contributo delle Forze Armate e degli eserciti stranieri nelle operazioni di soccorso. Numerosi risultano anche i volontari, che evidenziano la necessità di una migliore organizzazione e coordinamento. In occasione del terremoto in Irpinia e in Basilicata nel 1980 la legge 996 naufraga drammaticamente. D.P.R. 66 del 6/2/81 introduce istituti,competenze e procedure non previste dalla L.996. Gli enti locali vengono coinvolti non solo in materia di soccorso e assistenza, ma anche in tema di previsione e prevenzione nonché di ripristino delle normali condizioni di vita. Il nuovo sistema prevede, oltre all intervento delle colonne mobili governative anche il censimento e la più economica riutilizzazione di tutte le risorse comunque disponibili. Il principio fondamentale di questa diversa ideologia è l autoprotezione realizzata in base ad una educazione della protezione civile.

21 la Legislazione 3 il contenuto del D.P.R. 66 del 6/2/81 viene ripreso e promulgato con la L.225 del Istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile. art.18 della LEGGE N. 225/92 Il Servizio Nazionale della protezione civile assicura la più ampia partecipazione dei cittadini delle associazioni di volontariato e degli organismi che lo promuovono all attività di previsione, prevenzione e soccorso, in vista o in occasione di calamità naturali, catastrofi SEGUE una serie di atti legislativi mirati al miglioramento della struttura del volontariato D.M Contrassegno di cui dovranno essere muniti i veicoli delle associazioni di volontariato ai fini dell esenzione dal pagamento del pedaggio autostradale D.P.R. n.613 /94 Regolamento recante norme concernenti la partecipazione delle associazioni di volontariato nelle attività di P.C. art.108 del D.Lgs n.112/98 utilizzo del volontariato di P.C. a livello comunale (Bassanini) e/o intercomunale

22 ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO ASSOCIAZIONI Il legale rappresentante è il Presidente democraticamente eletto dall assemblea dei soci GRUPPI COMUNALI il legale rappresentante è il Sindaco

23 ASSOCIAZIONI 1 Le Associazioni di Volontariato che operano nel settore della Protezione Civile sono divise in base al proprio campo di specializzazione (Comunicazioni radio, subacqueo, cinofilo, anti incendio boschivi, ecc ) e possono costituire, in caso di necessità, gruppi di intervento omogenei, a disposizione dei responsabili della gestione dell'emergenza. Alcune Associazioni hanno diffusione nazionale e sono presenti sul territorio con loro emanazioni (sezioni o gruppi locali), mentre altre Associazioni rispecchiano realtà interprovinciali o provinciali. Esiste, inoltre, un universo di piccoli gruppi autonomi, regolarmente iscritti negli elenchi regionali, nati per far fronte a esigenze locali e la cui operatività è limitata al territorio del comune di appartenenza. Campi di azione Previsione Soccorso Prevenzione Superamento dell emergenza

24 ASSOCIAZIONI 2 L'iscrizione al Registro Regionale (l.r.22/93) è una garanzia per il Volontario, perché vuol dire che l'associazione ha compiuto l'iter richiesto e ha adempiuto a tutti gli obblighi previsti dalla legge ma, soprattutto, è in regola con la normativa vigente in materia di tutela assicurativa dei Volontari. Inoltre, l'associazione, essendo già scritta in quello regionale, può chiedere l'iscrizione nell'elenco delle Associazioni di Volontariato del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile. Il Volontario deve essere affidabile, equilibrato, inserito nel Gruppo in cui è iscritto con un compito preciso, che può derivare da competenze professionali personali, corsi di preparazione specifici o da necessità organizzative.

25 Le ASSOCIAZIONI rappresentano la forma giuridica tipica del volontariato. Si distinguono in: Associazioni riconosciute Associazioni non riconosciute

26 Le associazioni riconosciute hanno personalità giuridica e quindi possono rispondere dei danni cagionati, sia per il fatto proprio che per il fatto commesso dai volontari aderenti all associazione stessa, nello svolgimento dell attività di protezione civile Sono riconosciute le associazioni che hanno chiesto e ottenuto il riconoscimento da parte dello Stato o della Regione. Le associazioni non riconosciute sono prive di personalità giuridica. La responsabilità dell associazione non è riconosciuta per le obbligazioni assunte nei confronti di terzi

27 LA RESPONSABILITÀ PENALE La responsabilità penale è personale, di conseguenza ogni volontario risponde delle proprie azioni personalmente.

28 GRUPPI COMUNALI Nel caso in cui il cittadino non possa o non voglia iscriversi ad una Associazione, là dove è costituito, può entrare a far parte del Gruppo Comunale di Protezione Civile. Il Gruppo comunale di protezione civile opera alle dipendenze del Sindaco e dell Ufficio Protezione Civile a cui sono affidati i compiti di coordinamento ed organizzazione del Servizio di Protezione Civile all interno della struttura comunale. Vengono istituiti con delibera comunale e viene istituito il regolamento comunale di Protezione Civile. Si deve dotare di un proprio statuto che verrà approvato con delibera e di un proprio regolamento interno la cui accettazione rimane condizione indispensabile per l'iscrizione dei nuovi volontari. Il gruppo svolge attività di protezione civile nel territorio comunale, interviene in caso di calamità mettendo a disposizione una forza lavoro completamente gratuita. I volontari di un Gruppo Comunale devono avere partecipato ad un corso base Campi di azione Previsione Soccorso Prevenzione Superamento dell emergenza

29 1 QUANDO SCATTA IL VOLONTARIO?

30 2 Quando scatta l'emergenza, Egli agisce solo nel caso in cui la richiesta d'intervento è inoltrata all'associazione di appartenenza dal Sindaco del Comune in cui si è verificata o sta per verificarsi una situazione di emergenza o, in tutti gli altri casi, dal Prefetto. La richiesta di intervento del Volontario è attuata tramite la precettazione, un provvedimento dell'autorità amministrativa previsto dal Testo Unico della Legge Comunale e Provinciale. Nel caso in cui il Volontario appartenga ad un Gruppo Comunale di Protezione Civile, il provvedimento di precettazione è inoltrato direttamente per disposizione del Sindaco. La comunicazione della precettazione del Volontario al datore di lavoro, deve essere fatta dall'associazione di appartenenza o dal Prefetto (direttamente o tramite l'associazione di appartenenza) o dal Sindaco (sentito il Prefetto)

31 3 La comunicazione deve essere sempre seguita dall'invio della documentazione ufficiale. Ai Volontari precettati, limitatamente al periodo di impiego autorizzato, sono garantiti: il mantenimento del posto di lavoro e il relativo trattamento economico e previdenziale la copertura assicurativa il rimborso delle spese sostenute nell'attività di protezione civile l'indennizzo per i danni subiti o per la perdita di mezzi, attrezzature o strumenti a causa dell'emergenza.

32 4 Il Volontario di Protezione Civile, nello svolgimento della propria attività, sia durante l'emergenza che in caso di esercitazione, deve sempre rispettare tutte le Leggi dello Stato. E' un preciso compito dei responsabili dell'associazione o del Gruppo, tutelare il Volontario e fornire tutte le informazioni per permettergli di svolgere correttamente il proprio lavoro, senza incorrere nei rigori della Legge.

33 QUANDO "SCOPPIA" L'EMERGENZA?

34 Cosa accade veramente, come si mobilita la macchina della Protezione Civile? Quali le procedure che si attivano in emergenza, le funzioni, le competenze, gli strumenti operativi, cioè l'organizzazione della Protezione Civile nella Lombardia. IL SINDACO IL PREFETTO LA PROVINCIA LA REGIONE

35 IL SINDACO Il Sindaco è l'autorità comunale di Protezione Civile. Assume dunque tutte le responsabilità connesse alle incombenze di protezione civile: dalla organizzazione preventiva delle attività di controllo e monitoraggio fino all'adozione di provvedimenti d'emergenza indirizzati soprattutto alla salvaguardia della vita umana. Il Piano di Emergenza è il supporto operativo al quale egli si riferirà nel momento di emergenza. Se si verifica un evento calamitoso il Sindaco, acquisite le opportune e dettagliate informazioni: assume la direzione dei servizi di soccorso ed assistenza alla popolazione ed attiva il COC informa dell'emergenza in atto il Prefetto e il Presidente della Regione, aggiornandoli sull'evolversi della situazione qualora la natura e le dimensioni dell'evento calamitoso lo esigano, il Sindaco richiede l'intervento del Prefetto e della Regione.

36 Il Centro Operativo Comunale Per assicurare nell'ambito del proprio territorio comunale la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione, il Sindaco si avvale del Centro Operativo Comunale (COC), cui si relazionano le strutture operative della Protezione Civile che verranno mobilitate per l'emergenza. Il COC è attivato dal Sindaco in previsione o in presenza di un evento calamitoso, e rimane operativo fino alla risoluzione delle problematiche generate dall'evento. Dalla Sala Operativa del COC, cui affluiscono tutte le notizie collegate all'evento ed alla sua evoluzione, il Sindaco gestisce l'emergenza e attiva le funzioni di supporto, informa la cittadinanza sul grado di esposizione al rischio, provvede all'attuazione ed al coordinamento di tutte le necessarie procedure per l'attivazione dei soccorsi e per il superamento dell'emergenza.

37 Al verificarsi di un evento calamitoso che per sua natura od estensione non può essere affrontato dalla sola autorità comunale, informa il Dipartimento della Protezione civile, il Presidente della Regione Lombardia e il prefetto, sulla base del Piano di emergenza Provinciale, attiva il C.O.M. Centro Operativo Misto IL Centro Operativo Misto è la struttura che coordina le attività in emergenza di più Comuni, in supporto alle attività dei Sindaci dei Comuni colpiti dalla calamità. E' il luogo di riferimento per un numero preordinato di Comuni, stabilito dalla pianificazione provinciale generalmente posto in posizione equidistante tra i Comuni di riferimento, non vulnerabile a qualsiasi tipo di rischio. In questo Centro, così come in tutte le altre strutture di carattere operativo, sono presenti i rappresentanti delle varie forze impegnate nell'emergenza, compreso il volontariato..

38 C.C.S. Il Centro Coordinamento Soccorsi Il Prefetto attiva immediatamente il Centro Coordinamento Soccorsi (CCS), l'organo di gestione delle attività di Protezione Civile a livello provinciale, una struttura operativa che elabora il quadro determinato delle calamità, riceve le richieste di intervento e soccorso provenienti da altre strutture operative, elabora le strategie di intervento operativo e supporto logistico necessarie al superamento dell'emergenza in corso. Nel CCS sono presenti due aree: una strategica, in cui sono i soggetti preposti a prendere le decisioni; una operativa (Sala Operativa Provinciale) da dove vengono attivate le Funzioni di supporto, che in coordinamento con l'area strategica ed il Prefetto determinano gli interventi di settore e generali necessari al superamento dell'emergenza. Per l'organizzazione e l'attuazione dei servizi d'emergenza, il prefetto si avvale delle strutture della prefettura e di tutte le istituzioni ed enti tenuti al concorso nell'intervento di soccorso.

39 In sintesi, ricordate che, competenti ad attivare i volontari sono: - il Dipartimento; - il Prefetto; - la Regione; - il Sindaco.

40 Grazie per l attenzione

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