A cura del GRUPPO SULLE PROBLEMATICHE DEL LAVORO. dell Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Torino

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1 A cura del GRUPPO SULLE PROBLEMATICHE DEL LAVORO dell Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Torino Torino, 3, 11 e 17 ottobre 2012

2 Mercoledi 3 ottobre ARGOMENTI Partite IVA Associati in partecipazione Part time Lavoro accessorio Lavoro a progetto Lavoro intermittente RELATORE Leila Farfan Leila Farfan Luisella Fontanella Dario Petri Gian Luca Budroni Dario Petri

3 Il lavoro a tempo parziale è il contratto di lavoro con orario inferiore a quello normale, come definito dalle norme di legge e contratto collettivo. Per orario normale deve intendersi quello fissato in 40 ore settimanali ovvero il minor orario previsto dai contratti collettivi applicati (art. 1 D. Lgs. 61/2000 come modificato dal D. Lgs. 276/2003).

4 Il lavoro a tempo parziale può essere svolto in tre diverse modalità: part time orizzontale con un orario giornaliero di lavoro inferiore a quello previsto per il tempo pieno; part time verticale che vede il lavoratore impegnato in un orario giornaliero pieno ma solo per alcuni giorni della settimana, del mese o dell anno; part time misto che è una combinazione di part time orizzontale e verticale. Mentre in passato la possibilità di adottare il part time misto era lasciata alla contrattazione collettiva, ora è la stessa legge ad ammettere l utilizzo di questa tipologia di contratto.

5 Il contratto a tempo parziale può essere concluso dalla generalità dei lavoratori dipendenti. Inoltre, può essere instaurato dai dirigenti, purché nella disciplina collettiva riguardante gli appartenenti alla categoria ci sia la previsione di un orario di lavoro (Circ. Inps 65/1991), dai lavoratori soci di cooperativa ed è pienamente applicabile al lavoro agricolo. Il lavoro a tempo parziale è compatibile anche con altri tipi di contratto, tra questi: contratto a termine; apprendistato e contratto di inserimento, a patto che l articolazione dell orario di lavoro consenta di soddisfare le esigenze formative o di adattamento alle competenze professionali insite nella natura di questi contratti (C.M. Lavoro 9/2004);

6 La forma scritta è richiesta ai fini della prova. Il contratto deve prevedere espressamente la durata della prestazione e la sua collocazione oraria con riferimento al giorno, alla settimana, al mese o all anno. Quest ultima indicazione può essere derogata se le parti introducono nel contratto una clausola di tipo flessibile o elastico. È stato abolito l obbligo di inviare copia del contratto di lavoro a tempo parziale alla Direzione Provinciale del Lavoro competente per territorio (art. 85 D. Lgs. 276/03).

7 I contributi sono calcolati sulla retribuzione effettivamente corrisposta al lavoratore e, comunque, su un importo non inferiore al minimale fissato per legge. Ai fini dell anzianità contributiva, gli anni prestati come lavoratore part time contano come quelli svolti a tempo pieno, mentre, ai fini dell ammontare dell importo della pensione, si computa per intero l anzianità relativa ai periodi di lavoro a tempo pieno e proporzionalmente all orario effettivamente svolto l anzianità inerente ai periodi di lavoro a tempo parziale.

8 L assegno spetta in misura intera in presenza di una prestazione lavorativa settimanale non inferiore alle 24 ore. A tal fine sono sommate le ore prestate in diversi rapporti di lavoro. In questo caso l assegno sarà pagato dal datore di lavoro presso il quale è svolta l attività principale. In caso contrario (prestazione inferiore alle 24 ore) sono corrisposti tanti assegni giornalieri quante sono le giornate di lavoro effettuate, prescindendo dal numero delle ore lavorate. L assegno spetta anche per le giornate di assenza dal lavoro dovuta a ferie, malattia, maternità, infortunio sul lavoro purché l assenza dal lavoro si sia verificata nel periodo contrattualmente previsto per lo svolgimento dell attività lavorativa e purché la giornata di assenza sia retribuita o indennizzata.

9 I lavoratori a tempo parziale hanno diritto, in presenza dei necessari requisiti, all indennità di disoccupazione sia con requisiti normali sia con requisiti ridotti, come previsto per i lavoratori a tempo pieno. Non sono indennizzabili, invece, i periodi di inattività per i lavoratori che svolgono attività con contratto di lavoro part time di tipo verticale, poiché il perdurare del rapporto di lavoro nei periodi di sosta assicura al lavoratore impiegato a tempo parziale verticale una stabilità ed una sicurezza retributiva che impediscono di considerare costituzionalmente obbligata una tutela previdenziale della retribuzione nei periodi di pausa della prestazione lavorativa (Corte Costituzionale sent , n. 121)

10 Spettano ai lavoratori part time licenziati con le stesse modalità dei lavoratori a tempo pieno. La prestazione prende a riferimento la retribuzione oraria rapportata all orario di lavoro che risulta dal contratto

11 Ai lavoratori part time spettano le integrazioni salariali ordinarie e straordinarie. La prestazione deve essere commisurata alla differenza tra l orario che il singolo lavoratore avrebbe dovuto osservare nel periodo oggetto della richiesta d intervento e quello ridotto o le zero ore dipendenti dalla causale integrabile (Circ. Inps 93/1984).

12 sono quelle relative alla variazione della collocazione temporale della prestazione di lavoro (in quali giorni lavorare e per quante ore lavorare, per esempio, nel part time orizzontale)

13 sono quelle relative alla variazione in aumento della durata della prestazione lavorativa (quanto lavorare di più e sistematicamente, nel part time verticale e/o misto)

14 È infondata la pretesa del lavoratore di convertire unilateralmente il rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale. Spetta ai contratti collettivi stabilire i limiti, le causali per il lavoro supplementare, le condizioni e le modalità per il lavoro elastico e flessibile e le relative sanzioni.

15 D.Lgs. 276/2003 n. 46 Flessibilità nella gestione dell orario di lavoro e vincoli per la richiesta di prestazioni di lavoro supplementare, straordinario e per la stipulazione di clausole flessibili o elastiche.

16 Le novità introdotte dall art. 46 del D. Lgs. 276/2003, che ha modificato il D. Lgs. 61/2000, hanno previsto una maggiore flessibilità nella gestione dell orario di lavoro e minori vincoli per la richiesta di prestazioni di lavoro supplementare, straordinario e per la stipulazione di clausole flessibili o elastiche.

17 Nel caso di regolamentazione collettiva il lavoro supplementare può essere richiesto dal datore di lavoro anche senza il consenso del lavoratore, ma in assenza di tale regolamentazione occorre un accordo individuale, anche non in forma scritta, con conseguente esclusione della possibilità di una decisione unilaterale di una delle parti.

18 La possibilità di variare la collocazione temporale della prestazione ed un eventuale suo incremento, è demandata all autonomia collettiva che ne regola le condizioni e le modalità o, in mancanza, alla volontà delle parti, attraverso un apposito patto scritto, sia contestuale, sia successivo al contratto che per, sua natura, esclude la decisione unilaterale delle parti.

19 secondo questa rinnovata disciplina, queste clausole possono essere stipulate anche direttamente tra le parti del contratto di lavoro, salva comunque la possibilità che i contratti collettivi applicabili possano prevedere condizioni e modalità particolari in ordine a questa possibile articolazione del rapporto di lavoro part time. Così, è possibile stabilire, per esempio, già nella lettera di assunzione, che l azienda possa indicare al lavoratore una modificazione dell orario, nella collocazione o in aumento, salvo, naturalmente, un congruo preavviso, di almeno due giorni.

20 Il comma 20 della L.92/2012 modifica la disciplina della clausole flessibili o elastiche. È introdotta la possibilità, per i contratti collettivi stipulati da associazioni dei datori e prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale (RSA ex art. 19 L. 300/1970, RSU), di stabilire condizioni e modalità perché il lavoratore possa richiedere l eliminazione o la modifica delle clausole precedentemente concordate.

21 È riconosciuta la facoltà di revocare il consenso prestato all apposizione di clausole flessibili ed elastiche, ferme restando le ulteriori condizioni individuate dai contratti collettivi, al lavoratore che si trovi nelle condizioni: di cui all art. 12-bis del D. Lgs. 61/2000 (patologie oncologiche, figlio convivente di età non superiore a 13 anni o figlio convivente portatore di handicap grave); ovvero di cui all art. 10, c. 1, L. 300/1970 (lavoratori studenti, iscritti e frequentanti corsi regolari di studio in scuole di istruzione primaria, secondaria e di qualificazione professionale, statali, pareggiate o legalmente riconosciute o comunque abilitate al rilascio di titoli di studio legali).

22 I lavoratori potranno quindi: Chiedere l eliminazione o la modifica delle clausole flessibili ed elastiche (alle condizioni e modalità che verranno stabilite dal CCNL) Revocare, in determinati casi, il consenso prestato in precedenza all inserimento di clausole flessibili ed elastiche.

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