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1 La Valutazione del Rischio da legionella nei luoghi di lavoro Quadro normativo di riferimento a cura di Alberto Verardo 27 aprile 2011 Auditorium Confindustria Genova Via San Vincenzo 2a - Genova

2 SALUTE Gli edifici nei quali sono presenti problematiche relative alla qualità dell acqua e dell aria interna respirata (Indoor Air Quality) per cause inquinanti (nell un caso cessione di materiali, incrostazioni, sedimentazioni, reazioni diverse fra sostanze contenute nell acqua, attività metabolica e, nell altro, fumo da sigaretta, nuovi materiali da costruzione e arredo, sistemi impiantistici, strumenti di lavoro e svago, ) e per microclima (temperatura, umidità, ventilazione, ) e nei quali oltre il 20% degli occupanti ne subisce gli effetti, sono classificati come affetti dalla Sindrome da Edificio Malato ( e necessitano di interventi di risanamento Gli impianti di depurazione per l acqua al rubinetto (filtrazione) e di climatizzazione per l aria svolgono funzioni di controllo delle condizioni di loro fruizione. In particolare per quanto riguarda l aria il sistema di climatizzazione ha anche funzioni di regimazioni termiche e di umidità dell aria, di ricambio controllato e di cattura per filtrazione di polveri e particelle trasportate. Quanto sopra evidenzia l importanza di assicurare condizioni igieniche idonee verificabili agli impianti idrici ed a quelli di condizionamento dell aria e di ventilazione (contaminanti, )

3 PARAMETRI MICROBIOLOGICI Escherichia coli Coliformi fecali a 37 C Carica batterica totale a 22 C PARAMETRI CHIMICI Alluminio Ammonio Colore Ferro Manganese Odore Ossidabilità (*) Piombo Sapore Durezza Torbidità (*) solamente nel caso di parametri microbiologici non accettabili

4 AZIONI Prese d aria esterna e griglia espulsione Unità centrale di trattamento aria Filtri per l aria Umidificatori (adiabatici, a vapore, ) Batterie di scambio termico Ventilatori Dispositivi per il recupero del calore Condotti dell aria e silenziatori Ingressi dell aria Torri di raffreddamento Deumidificatori Dispositivi terminali Soffitti freddi ed elementi radianti MISURE DA ADOTTARE SE NECESSARIO Pulizia, riparazioni Pulizia, riparazioni, individuazione delle cause Sostituzione componenti difettose (filtri, stadio, ) Pulizia o lavaggio con agenti pulenti, riparazioni o sostituzioni, disinfezione Pulizia, riparazioni Pulizia, correzioni Pulizia, riparazioni Pulizia, riparazioni, individuazione delle cause Pulizia, sostituzioni Pulizia, riparazioni, disinfezione Pulizia, riparazioni Pulizia, sostituzione dei filtri, Pulizia, riparazioni

5 PRESUPPOSTI Confermata relazione tra qualità dell aria negli edifici e salute di chi li occupa Inquinanti eterogenei (volatili organici, fibre minerali, microrganismi quali funghi e batteri, ossido di carbonio, ) in elevate concentrazioni per le continue attività che vi si svolgono EFFETTI Affezioni e malattie (irritazioni alle mucose, raffreddori, influenza, allergie, ) CONSEGUENZE Ripercussioni sulla salute delle persone, oneri sanitari, riduzione capacità lavorativa, BATTERI (legionella) In presenza di ristagni anche circoscritti d acqua capace di formare rapidamente colonie anche entro sistemi di erogazione dell acqua ed aeraulici che possono essere dispersi nell ambiente circostante per aerosol

6 LEGISLAZIONE E NORMATIVE VIGENTI le normative internazionali definiscono: i ruoli ed i requisiti per la qualità dell acqua e la ventilazione, il controllo della contaminazione, la gestione e la pulizia per migliorare la qualità dell acqua e dell aria i metodi per la determinazione delle portate minime (in particolare dell aria di ventilazione) i requisiti progettuali, operativi e manutentivi dei sistemi di depurazione dell acqua e di ventilazione per i diversi tipi di spazi interni occupati da persone

7 LEGISLAZIONE E NORMATIVE VIGENTI (Livello Nazionale - Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano) Documento 4 aprile 2000 Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi Accordo 27 settembre 2001 Linee guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati Accordo 13 gennaio 2005 Linee guida recanti indicazioni sulla legionellosi per i gestori di strutture turistico-ricettive e termali Accordo 13 gennaio 2005 Linee guida recanti indicazioni ai laboratori con attività di diagnosi microbiologica e controllo ambientale della legionellosi Accordo 5 ottobre 2006 Linee guida per la definizione dei protocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione Decreto Legislativo 9 aprile 2008 numero 81 Attuazione in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro Allegato IV - Requisiti dei luoghi di lavoro (art Microclima)

8 LINEE GUIDA PER LA PREVENZIONE ED IL CONTROLLO DELLA LEGIONELLOSI (4 APRILE 2000) - Hanno lo scopo di fornire agli operatori sanitari un insieme di informazioni aggiornate, relative ai principali aspetti epidemiologici, diagnostici, clinici e preventivi della legionellosi - Uniformare nel territorio nazionale procedure inerenti: metodi di sorveglianza metodi per la diagnosi clinica ed ambientale procedure di controllo dell infezione - Ridurre il rischio di acquisizione della malattia

9 LINEE GUIDA PER LA TUTELA E LA PROMOZIONE DELLA SALUTE NEGLI AMBIENTI CONFINATI (27 SETTEMBRE 2001) - Ha lo scopo ed il fine di attivare protezione dai rischi per la salute correlati all inquinamento indoor - La parte III dell Accordo prevede redazione di un documento tecnico Linee guida per la definizione di protocolli tecnici per gli interventi di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione (elaborato da una Commissione tecnico-scientifica della Commissione indoor ) di cui al DM Il documento è stato successivamente aggiornato e modificato da un apposito Gruppo di Lavoro interministeriale denominato Gruppo di lavoro per il trattamento dell aria negli ambienti confinati, giusto il DM

10 - Successivamente furono adottate indicazioni tecniche che fanno riferimento alla norma tedesca VDI 6022 (luglio 1998) ed alle principali norme riguardanti gli impianti aeraulici promosse nelle Linee Guida dell AICARR - Per le misure specifiche relative alla legionella vengono condivise le Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi pubblicate sulla G. U. 4 aprile 2000 numero Infine l acqua utilizzata negli impianti che, non essendo destinata al consumo umano, non è tenuta ad osservare i dettami del Decreto Legislativo 31/ In data 5 ottobre 2006 la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano ha sancito Accordo sul documento recante Linee Guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione

11 LINEE GUIDA PER GESTORI DI STRUTTURE TURISTICO-RICETTIVE E TERMALI (13 GENNAIO 2005) - Queste linee guida sono state elaborate a seguito dell introduzione nel luglio 2002 delle linee guida europee per il controllo e la prevenzione della legionellosi associata ai viaggi ( European Guidelines for Control and Prevention of Travel Associated Legionnaires Disease, ufficialmente approvate dalla EC nel Giugno 2003) - Offrono elementi di giudizio per la valutazione del rischio di legionellosi in dette strutture, nonché norme di comportamento che riducano al minimo tale rischio

12 LINEE GUIDA PER I LABORATORI DI RIFERIMENTO REGIONALI (13 GENNAIO 2005) Hanno l obiettivo di organizzare ed orientare le attività dei laboratori nel settore della diagnostica di legionellosi e del controllo ambientale di legionella Come mantenere la struttura in buono stato di salute? Per assicurare una riduzione del rischio di legionellosi, lo strumento fondamentale non e' il controllo di laboratorio routinario degli impianti Da prendere in considerazione, ma l'adozione di misure preventive, basate sull analisi del rischio costantemente aggiornata I gestori di strutture devono garantire l'attuazione di misure di controllo, alcune delle quali devono essere effettuate da personale opportunamente addestrato, che indossi, soprattutto per quelle operazioni che generano aerosol, idonei dispositivi di protezione individuali

13 LINEE GUIDA PER LA DEFINIZIONE DEI PROTOCOLLI TECNICI DI MANUTENZIONE PREDITTIVA SUGLI IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE (5 OTTOBRE 2006) - Da applicare a tutti gli impianti ad eccezione dei casi nei quali vi siano prescrizioni specifiche - Finalizzate a prevenire le conseguenze di una carente manutenzione degli apparecchi - Prescrizioni per la pianificazione della frequenza e della modalità di esecuzione degli interventi manutentivi - Contiene l elenco delle principali norme tecniche di riferimento per progettazione, installazione, esercizio e manutenzione degli impianti

14 DECRETO LEGISLATIVO IN MATERIA DI TUTELA DEL MICROCLIMA PER LA SALUTE E LA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO (9 APRILE 2008 n.81) 1.9 MICROCLIMA AERAZIONE DEI LUOGHI DI LAVORO CHIUSI Nei luoghi di lavoro chiusi, è necessario far sì che tenendo conto dei metodi di lavoro e degli sforzi fisici ai quali sono sottoposti i lavoratori, essi dispongano di aria salubre in quantità sufficiente ottenuta preferenzialmente con aperture naturali e quando ciò non sia possibile, con impianti di areazione Se viene utilizzato un impianto di aerazione, esso deve essere sempre mantenuto funzionante. Ogni eventuale guasto deve essere segnalato da un sistema di controllo, quando ciò è necessario per salvaguardare la salute dei lavoratori Se sono utilizzati impianti di condizionamento dell aria o di ventilazione meccanica, essi devono funzionare in modo che i lavoratori non siano esposti a correnti d aria fastidiosa.

15 Gli stessi impianti devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori Qualsiasi sedimento o sporcizia che potrebbe comportare un pericolo immediato per la salute dei lavoratori dovuto all inquinamento dell aria respirata deve essere eliminato rapidamente. 1.9 MICROCLIMA TEMPERATURA DEI LOCALI La temperatura nei locali di lavoro deve essere adeguata all organismo, considerando i metodi di lavoro e gli sforzi fisici imposti ai lavoratori Nel giudizio sulla temperatura adeguata per i lavoratori si deve tener conto dell influenza esercitata dall umidità ed il movimento dell aria concomitanti La temperatura dei locali di riposo, di sorveglianza, dei servizi igienici, delle mense e di pronto soccorso deve essere conforme alla destinazione d uso.

16 Le finestre, i lucernari e le pareti vetrate devono essere tali da evitare un soleggiamento eccessivo, in relazione al tipo di attività ed al luogo di lavoro Quando non è conveniente modificare la temperatura dell ambiente, si deve proteggere i lavoratori dalle temperature troppo alte basse adottando misure tecniche localizzate o mezzi personali di protezione Gli apparecchi a fuoco diretto usati per riscaldare ambienti chiusi, devono essere muniti di condotti del fumo privi di valvole regolatrici ed avere tiraggio sufficiente per evitare la contaminazione dell aria con i prodotti della combustione, ad eccezione dei casi in cui, per l ampiezza del locale, tale impianto non sia necessario. 1.9 MICROCLIMA REQUISITI DEI LUOGHI DI LAVORO Nei locali chiusi delle aziende industriali nei quali l aria è soggetta ad inumidirsi notevolmente per ragioni di lavoro, per quanto è possibile si deve evitare la formazione della nebbia, mantenendo la temperatura e l umidità nei limiti compatibili con le esigenze tecniche.

17 Per respirare meno inquinamento in presenza di impianti di ventilazione meccanica controllata e di climatizzazione SVOLGERE REGOLARE MANUTENZIONE Ne derivano benefici economici ed ambientali per risparmio di combustibile (anche 10-15%), dall abbattimento delle emissioni inquinanti (stessa misura); l obbligo della manutenzione è codificato da leggi ma è spesso disatteso soprattutto negli edifici di medie e piccole dimensioni; SVOLGERE REGOLARI CONTROLLI La sostituzione dei filtri ed il regolare controllo del ciclo di raffreddamento o riscaldamento dell aria favorisce l immissione di aria non inquinata negli alloggi; LIMITARE LE SOSTANZE VOLATILI INTERNE Negli alloggi utilizzare con cautela ed accortezza i prodotti chimici di utilizzo corrente che possono liberare sostanze volatili pericolose

18 Uso corretto delle sostanze chimiche effetti Detergenti, disinfettanti, insetticidi ed altri prodotti uso domestico possono liberare in aria sostanze volatili pericolose per la salute; Il contatto della cute e delle mucose con alcuni prodotti (candeggina, acido muriatico, ammoniaca, ecc.) può determinare effetti pericolosi (irritazioni, allergie, intossicazioni, ). per prevenirli Leggere attentamente le etichette dei recipienti, con i simboli di pericolo e le istruzioni per l impiego dei prodotti di pulizia ed igiene; non acquistare prodotti che non portano etichette e istruzioni per l uso anche se più economici; usare sempre i guanti per proteggere le mani.

19 METODOLOGIA D INTERVENTO TIPO Monitoraggio azione finalizzata alla valutazione delle condizioni igienico-sanitarie dell impianto di condizionamento e del sistema di distribuzione dell aria (indagine indicativamente da svolgersi con robot dotati di videocamera) Analisi prelievo di campioni di polveri ed effettuazione di analisi da parte di idoneo laboratorio (certificato) per l identificazione dei microrganismi ed agenti inquinanti Bonifica pulizia e sanificazione dei condotti di aerazione con idonee attrezzature con ispezione finale e costruzione di documentazione di confronto Certificazione stesura di una relazione finale corredata da ulteriori test se ed in quanto necessari Programma di controllo e manutenzione periodica controllo periodico dello stato igienico-sanitario dell impianto di condizionamento

20 monitoraggio preliminare acquisizione dati ispezioni analisi di laboratorio verifica del grado di contaminazione RAPPORTO DI ISPEZIONE NO ECCESSIVO DEPOSITO DI POLVERI e/o CONTAMINAZIONE MICROBIOLOGICA SI FINE INTERVENTO intervento di igienizzazione (se necessario) test di verifica del grado di contaminazione post-trattamento progettazione ed esecuzione dell intervento di bonifica (realizzazione in stretto rapporto con il cliente) PREDISPOSIZIONE RAPPORTO FINE LAVORO E CERTIFICAZIONE

21 LEGISLAZIONE E NORMATIVE VIGENTI UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione 7000 soci n. 1921) - CTI 10339/1995 Impianti aeraulici ai fini di benessere - generalità, classificazione e requisiti. Regole per la richiesta di offerta, l offerta, l ordine e la fornitura UNI 10381/1996 Impianti aeraulici ENV 12097/1997 Rete delle condotte. Requisiti relativi ai componenti atti a facilitare la manutenzione delle reti delle condotte CEN/TC 156 prenv 1752 Ventilation for buildings: design criteria for the indoor environment ASHRAE Ventilation for acceptable Indoor Air Quality NADCA (National Air Duc Cleaners Association) Mechanical Cleaning of Non-Porous Air Conveyance System Components NADCA Requirements for the Installation of Service Openings in HVAC System

22 LEGISLAZIONE E NORMATIVE VIGENTI (Livello Regionale) Deliberazione G. R. numero 326 del Linee guida sorveglianza legionellosi in Liguria - Punto 9 - misure di protezione per i lavoratori addetti alla manutenzione o alla pulizia di sistemi di smaltimento del calore di tipo umido o di altri dispositivi produttori di aerosol Legge Regione Liguria numero 24 del 2 luglio 2002 Disciplina regionale per la costruzione, installazione, manutenzione e pulizia degli impianti aeraulici Decreto Presidente Giunta Regionale 16 aprile 2003 numero 8/REG Regolamento Regionale di attuazione della legge regionale 2 luglio 2002 numero 24 Legge Regione Liguria numero 2 del 3 febbraio 2004 Integrazione alla Legge regionale 2 luglio 2002 numero 24 Deliberazione G. R. 236 del Linee guida sorveglianza legionellosi per gestori strutture turistiche - Offre ai responsabili di strutture turistiche e termali elementi di giudizio per la valutazione del rischio legionellosi e norme di comportamento che riducano al minimo il rischio

23 Riduzione del rischio: misure di controllo 1. Mantenere l acqua calda costantemente ad una temperatura tra C. 2. Mantenere l acqua fredda costantemente ad una temperatura inferiore a 20 C o prendere in considerazione un trattamento disinfettante dell acqua fredda 3. Fare scorrere l acqua (sia calda che fredda) dai rubinetti e dalle docce delle camere non occupate, per alcuni minuti almeno 1 volta alla settimana e comunque sempre prima che vengano occupate. 4. Mantenere puliti e privi di incrostazioni le docce, i diffusori delle docce ed i rubinetti. 5. Pulire e disinfettare regolarmente (almeno 2 volte l anno) le torri di raffreddamento delle unità di condizionamento dell aria. 6. Svuotare, disincrostare e disinfettare i serbatoi di accumulo dell acqua calda (compresi gli scaldaacqua elettrici) almeno 1 volta l anno e ripristinarne il funzionamento dopo accurato lavaggio

24 7. Disinfettare il circuito dell acqua calda con cloro ad elevata concentrazione (50ppm) per 2-4 ore dopo interventi sugli scambiatori di calore ed all inizio delle stagione turistica. 8. Pulire e disinfettare tutti i filtri dell acqua ogni 1-3 mesi. 9. Ispezionare mensilmente i serbatoi dell acqua, le torri di raffreddamento e le tubature visibile. Assicurarsi che tutte le coperture siano intatte e correttamente posizionate. 10. Se possibile, ispezionare l interno dei serbatoi di acqua fredda. Disinfettarli almeno una volta l anno con 50mg/l di cloro per un ora, dopo aver eliminato eventuali depositi o sporcizia. La stessa operazione dovrebbe essere effettuata dopo lavori che possano aver dato luogo a contaminazioni o ad un possibile ingresso di acqua non potabile.

25 Riduzione del rischio: misure di controllo 11. Accertarsi che nuove installazioni o modifiche dell impianto non creino bracci morti o tubature con assenza di flusso o flusso intermittente dell acqua. Ogni volta che si procede a operazioni di bonifica accertarsi che il trattamento comprenda anche bracci morti costituiti dalle tubature di spurgo o prelievo, le valvole di sovrapressione ed i rubinetti di bypass presenti sull impianto. 12. Far controllare da personale competente eventuali di piscine o vasche per idromassaggio, provvedendo alla effettuazione e registrazione delle operazioni di pulizia e corretta prassi igienica (sostituzione giornaliera di metà della massa d acqua, trattamento continuo dell acqua con 2-3mg/l di cloro o bromo, pulizia e risciacquo giornaliero dei filtri per la sabbia, controllo della concentrazione di bromo e cloro almeno 3 volte al giorno, disinfezione accurata almeno settimanale). 13. In presenza di attrezzature per terapia inalatoria, sostituire i dispositivi per i trattamenti individuali per ogni paziente o sottoporli a sterilizzazione. 14. Condurre periodicamente un analisi del rischio (almeno ogni 2 anni).

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