Corso SOS Sostegno

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1 Corso SOS Sostegno CTS Matteotti Pisa Angela Putortì Luciano Mammana

2 MACRO AREE DI RIFERIMENTO Deficit del pensiero - ritardo Difficoltà relazionali e comportamentali ma livelli cognitivi mantenuti a livello limite Deficit sensoriali Problematiche relazionali docenti curricolari Genitorialità

3 Deficit del pensiero ritardo DAL PUNTO DI VISTA SCOLASTICO funzionamento intellettivo significativamente al di sotto della media ( Quoziente intellettivo ( QI ) di circa 70 o inferiore ). limitazioni del funzionamento adattivo minore capacità ed efficacia con cui i soggetti fanno fronte alle esigenze comuni della vita Minore capacità di adeguamento al modello di autonomia personale relativo alla fascia di età, al contesto socio culturale ed ambientale.

4 Deficit del pensiero ritardo - Il funzionamento adattivo può esser condizionato e influenzato da fattori molteplici quali: l istruzione, le condizioni sociali, caratteristiche di personalità, eventuali disturbi mentali e le affezioni mediche coesistenti con il Ritardo Mentale (comorbilità)

5 Ritardo mentale lieve Questo gruppo comprende la maggioranza dei soggetti con Ritardo mentale. I soggetti affetti da Ritardo Mentale lieve hanno una compromissione minima nelle performances sensomotorie e sovente non sono distinguibili, fino ad una età più avanzata, dai bambini senza Ritardo. A puro titolo esempio: prima dell età adulta possono acquisire capacità scolastiche corrispondenti alla quinta classe delle scuole elementari. Durante la giovinezza e la prima età adulta possono acquisire capacità sociali e lavorative sufficienti per un livello minimo di auto sostentamento, ma possono aver bisogno di appoggio, di guida e di assistenza, specie quando sono sottoposti a situazioni di non consueto disagio sociale o economico.

6 Ritardo mentale moderato Questo gruppo comprende soggetti con Ritardo moderato che possono acquisire buone capacità comunicative già durante l adolescenza; possono provvedere alla cura della propria persona e traggono beneficio da un addestramento professionale guidato da una moderata supervisione e, altresì, si giovano di addestramento alle attività lavorative e sociali, pur non riuscendo a superare il livello di istruzione scolastica della seconda elementare e media riescono ad acquisire una buona autonomia di spostamento in ambiti a loro familiari

7 Ritardo Mentale Grave Questo gruppo comprende soggetti con deficit intellettivo in grado di acquisire un livello modestissimo di linguaggio comunicativo e possono imparare a parlare e ad aver cura della propria persona. Il beneficio dall insegnamento prescolastico risulta assai modesto anche l addestramento lavorativo può portare a risultati in qualche capacità ad eseguire compiti molto semplici in ambienti altamente protetti

8 Ritardo Mentale Gravissimo Questo gruppo comprende in maggioranza persone in cui il deficit intellettivo è accompagnato da una condizione neurologica diagnosticata che è responsabile di malfunzionamento sensomotorio. Lo sviluppo psicomotorio e le capacità di cura della propria persona e di comunicazione possono giovarsi di un adeguato addestramento.

9 Ritardo Mentale, Gravità Non Specificata Possiamo incontrare questa diagnosi in casi in cui la parte medica non può certificare una evidenza clinica supportata da adeguata valutazione testologica specifica. È quindi molto importante il colloquio con l esperto per una più sicura comprensione delle caratteristiche della persona cui si riferisce la diagnosi.

10 Manifestazioni comportamentali associate Le manifestazioni comportamentali dei soggetti affetti da Ritardo mentale possono essere molto varie : alcuni soggetti sono calmi e docili, altri sono aggressivi ed impulsivi. Disturbi mentali associati riscontrabili sono anche: Deficit dell attenzione/ iperattività Disturbi dell umore Disturbi pervasivi dello sviluppo ( Oggi DSA)

11 DEFINIZIONE DI INTELLIGENZA LUCKASSON, 2002 L intelligenza è una capacità mentale generale che include ragionamento, pianificazione, problem solving, pensiero astratto riguardante idee complesse, apprendimento dall esperienza. L intelligenza non è semplicemente apprendimentodai libri, una pura abilità accademica o abilità appresa dai testi, essa riflette una capacità più ampia e profonda di comprendere il nostro ambiente circostante, afferrare, dare un senso alle cose o dedurre cosa fare

12 aree del comportamento adattivo Sempre secondo Luckasson comunicazione cura di sé vita domestica abilità sociali utilizzo delle risorse della comunità autodeterminazione salute e sicurezza personale istruzione, tempo libero, lavoro

13 Quindi Il comportamento adattivo fa riferimento alle performance di autonomia personale e sociale che si manifestano durante l espletamento delle attività giornaliere E correlato all età E definito dalle aspettative o standard delle altre persone Si definisce in base alle performance usuali e non alle abilità

14 IL COMPORTAMENTO ADATTIVO E UN INSIEME DI ABILTÀ CONCETTUALI PRATICHE SOCIALI In sintesi PER AFFRONTARE LA QUOTIDIANITÀ

15 ABILITA CONCETTUALI: LETTURA, SCRITTURA, USO DEL DENARO, AUTODETERMINAZIONE ABILITA SOCIALI INTERPERSONALE, RESPONSABILITA, AUTOSTIMA, REGOLE DA SEGUIRE, LEGGI DA RISPETTARE ABILITA PRATICHE MANGIARE, MUOVERSI, PULIRSI, VESTIRSI, PREPARARSI I PASTI, ABILITA LAVORATIVE, GESTIONE AMBIENTALE

16 Fattori predisponenti Oltre a quelli di tipo specificamente medico, sono fattori che possono influenzare lo sviluppo delle abilità cognitive e quindi provocare l insorgenza di Ritardo:

17 Fattori predisponenti PROBLEMI DURANTE LA GRAVIDANZA E NEL PERIODO PERINATALE MALNUTRIZIONI IPOSSIA PREMATURITÀ TRAUMI CONDIZIONI MEDICHE GENERALI ACQUISITE DURANTE L INFANZIA O LA FANCIULLEZZA INFEZIONI TRAUMI AVVELENAMENTI (ES. PIOMBO) INFLUENZE AMBIENTALI E ALTRI DISTURBI MENTALI RIDOTTA CURA E ASSISTENZA RIDOTTA STIMOLAZIONE SOCIOAFFETTIVA GRAVI DISTURBI MENTALI (AUTISMO

18 Interventi su Autonomia di basse Autogestione personale ed ambientale Attività di socializzazione Attività cognitive Attività occupazionali Attività espressive Attività ludiche Riduzione dei comportamenti problematici

19 Semplificazione Tre sono le azioni da ricordate per favorire l indipendenza:

20 Facilitazione e semplificazione 1. è indispensabile una valutazione delle abilità dell alunno relative al compito che proponiamo: è necessario ricordare sempre, quando chiediamo di svolgere un compito ad un bambino o ad un ragazzo, quali abilità sono necessarie per quel compito e quali egli possiede, quali ha come emergenti, e quali non ha. Articolo tratto da: Categoria Scuola Di Marisa Nicolini Del gennaio 23, 2012

21 semplificazione 2. è indispensabile la conoscenza di quali abilità sono necessarie per svolgere il compito che proponiamo (analisi del compito); 3. è indispensabile controllare il modo in cui chiediamo all alunno di svolgere il compito, così da legare il suo comportamento alle variabili inerenti al compito e non alle nostre interferenze.

22 facilitazione Facilitare significa, chiedere al bambino/ragazzo di fare ciò che sa fare; adattare i compiti alle sue abilità; rendere possibile un apprendimento nuovo facilitandolo, depurandolo cioè da quelle complicazioni che renderebbero l apprendimento autonomo o l esercizio autonomo impossibile. facilitare frequentemente lo svolgimento dei compiti agli alunni, ma dare loro adeguati e realistici feedback di conferma o correzione, per motivarne a svolgere questi compiti in autonomia. Ricordare che se gli alunni, e non solo quelli con bisogni speciali, trovano una difficoltà che li ferma nel compito tale da costringerli ad operare solo con aiuto dell insegnante, il rischio di abituarli alla dipendenza è alto.

23 facilitazione Possiamo dividere la facilitazione in due tipi: A. intervento di aiuto a svolgere il compito; B. organizzazione facilitata del compito. Il primo tipo è quello tradizionale dell aiuto graduato. Davanti a un compito difficile per l alunno, lo si aiuta a compierlo, ritirando poi progressivamente l aiuto fino a permettere l esercizio autonomo del compito appreso. Tale metodo è molto diffuso e produce i suoi massimi risultati quando: L insegnante comprende il livello di difficoltà dell alunno e il livello di difficoltà superabile Proposta delle difficoltà in modo graduale e coerente fino alla eliminazione dell aiuto

24 facilitazione Quando abbiamo necessità di svolgere un compito che contiene abilità che l alunno non possiede, conviene aiutarlo direttamente senza chiedergli affatto di fare da solo, per non sottoporlo ad una prevista, e quindi evitabile, frustrazione. Il secondo tipo di facilitazione, l organizzazione facilitata del compito, consiste nel: preparare il compito in modo che esso si presenti di adeguata complessità, alla portata dell alunno;

25 facilitazione variare gradualmente questa organizzazione, così che l alunno possa affrontare in modo indipendente la variazione perché la novità comporta l uso di un abilità che è già presente nel suo repertorio, benché usata di solito in compiti diversi, oppure nuova ma emergente; organizzare il compito in modo che l alunno riceva dal compito stesso, da lui immediatamente percepito alla sua portata, il prompt a fare da solo

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