UNIVERSITÀ DEGLI STUDI ROMA TRE FACOLTÀ DI ECONOMIA FEDERICO CAFFÈ

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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI ROMA TRE FACOLTÀ DI ECONOMIA FEDERICO CAFFÈ CORSO DI LAUREA IN ECONOMIA E COMMERCIO Tesi di laurea IL RUOLO DELL ESPANSIONE DELLA DOMANDA DI CONSUMI NELLA CRESCITA ECONOMICA: ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLE ANALISI DI J. S. DUESENBERRY E DEI SUOI CONTEMPORANEI Relaore: Prof. Pierangelo Garegnani Candidao: Luca Pensieroso ANNO ACCADEMICO

2 SOMMARIO INTRODUZIONE... 4 CAPITOLO I IL PRINCIPIO DELLA DOMANDA EFFETTIVA E LA TENDENZA AL PIENO IMPIEGO I.A Il principio della domanda effeiva e le sue implicazioni per quano riguarda la endenza del sisema economico al pieno impiego I.B La eoria marginalisa del valore e della disribuzione e la endenza al pieno impiego I.C La prima via alla domanda effeiva: la criica di Keynes alla eoria marginalisa del saggio dell ineresse, e la eoria della preferenza per la liquidià I.D L analisi di Keynes nel lungo periodo: la sinesi neoclassica e la riaffermazione della endenza al pieno impiego I.E La seconda via alla domanda effeiva: criica della nozione di capiale come faore produivo CAPITOLO II CENNI DI ESTENSIONE DELL ANALISI KEYNESIANA AL LUNGO PERIODO: DOMANDA AGGREGATA E ACCUMULAZIONE DI CAPITALE II.A Inroduzione II.B Definizioni preliminari: capacià produiva e grado di uilizzo della capacià produiva II.C L Ipoesi Keynesiana nel lungo periodo come eoria della disribuzione II.D Un approfondimeno: l ipoesi di rigidià dell oupu nel lungo periodo II.E L Ipoesi Keynesiana come eoria del livello dell aivià economica 55 CAPITOLO III IL RUOLO DELL ESPANSIONE DELLA DOMANDA DI CONSUMI NELLA CRESCITA ECONOMICA: ALCUNE CONSIDERAZIONI PRELIMINARI III.A Inroduzione III.B Teorie del sovrappiù e principio della domanda effeiva

3 III.C Lineameni di una eoria Classica e Keynesiana del livello dell aivià economica III.D Inroduzione all analisi successiva: la propensione al consumo e l analisi della crescia economica CAPITOLO IV LA PROPENSIONE AL CONSUMO NELL ANALISI DI DUESENBERRY E DEI SUOI CONTEMPORANEI IV.A La propensione al consumo nella Teoria Generale di Keynes IV.B La funzione keynesiana del consumo IV.C Il disagio empirico: i dai di Kuznes e gli sudi sui bilanci delle famiglie americane IV.D I primi enaivi di soluzione del disagio empirico: la funzione keynesiana con i faori di rend IV.E L analisi di Woyinsky: l andameno della propensione al consumo rispeo alle fasi del ciclo economico IV.F Un primo enaivo di ricosruzione eorica: l analisi di Samuelson.. 80 IV.G L analisi di Duesenberry: l ipoesi del reddio relaivo e l irreversibilià delle relazioni ra reddio e consumo IV.H L ipoesi del reddio relaivo nell analisi di Modigliani CAPITOLO V L IPOTESI DEL REDDITO RELATIVO NELL ANALISI DELLA CRESCITA ECONOMICA V.A Inroduzione V.B L irreversibilià delle relazioni ra reddio e consumo e l ipoesi di pieno impiego V.C La propensione marginale al consumo e le fasi del ciclo economico. Un esempio: la nosra rileura dell analisi di Samuelson V.D L ipoesi del reddio relaivo nell analisi delle crescia economica: un ipoesi inerpreaiva V.E L ipoesi del reddio relaivo nell analisi della crescia economica: un semplice modello esemplificaivo V.F L ipoesi del reddio relaivo nell analisi della crescia economica: un esempio numerico CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA

4 INTRODUZIONE Lo scopo di quesa ricerca è di fornire alcuni elemeni che possano conribuire a chiarire il ruolo dell espansione della domanda di consumi nella crescia economica, nell ambio di un analisi della crescia economica su linee non neoclassiche che è saa avanzaa in leeraura negli ulimi decenni. Nell ambio della leeraura analizzaa, che fa riferimeno agli sudi empirici e eorici sulla funzione del consumo ra gli anni 30 e gli anni 50, si è individuaa una paricolare eoria del consumo, noa come Ipoesi del reddio relaivo, ed elaboraa principalmene da J. S. Duesenberry. Tale eoria è caraerizzaa dall idea che i modelli di consumo derivino dal paricolare ipo di socieà consideraa, e si evolvano nel empo in relazione all andameno del reddio aggregao. Sulla base di quesa ipoesi si può sosenere che le relazioni ra reddio e consumo non sono reversibili, cioè che il consumo si compora in maniera diversa a seconda che il reddio aumeni o diminuisca. Quesa irreversibilià delle relazioni ra reddio e consumo, insieme con l idea di sandard di consumo acquisii cui difficilmene le famiglie sono dispose a rinunciare, inducono a rienere: 1. che al diminuire del reddio la spesa per beni di consumo sia paricolarmene rigida, e possa così cosiuire una sora di pavimeno che impedisca diminuzioni più accenuae del reddio sesso; 4

5 2. che all aumenare del reddio, gli sandard di consumo muino adeguandosi nel empo al nuovo reddio disponibile, e crescendo in media proporzionalmene a ques ulimo. In queso lavoro argomeniamo che l insieme di quese considerazioni può conribuire a spiegare il ruolo dei consumi nella crescia delle economie capialisiche, nell ambio di una eoria della crescia su basi non neoclassiche che è saa avanzaa in leeraura negli ulimi decenni. * Nei primi capioli di queso lavoro ci occuperemo di chiarire le premesse eoriche di quesa linea di ricerca. La nosra analisi prende le mosse nel capiolo I da un inerpreazione dell opera di Keynes, secondo la quale essa sarebbe caraerizzaa dalla coesisenza di elemeni schieamene originali, e di elemeni più direamene riconducibili nell alveo delle eorie marginalise. Al primo insieme di elemeni andrebbero ricondoe l analisi della propensione al consumo, la eoria del moliplicaore, e, più in generale, quello che qui chiameremo il principio della domanda effeiva ; e cioè quell insieme di considerazioni eoriche che lo inducono ad affermare che le economie di mercao non endono a impiegare ue le risorse disponibili. Al secondo insieme di elemeni, invece, andrebbero ricondoe la relazione ra l efficienza marginale del capiale e il saggio dell ineresse, e più in generale i principi di eoria della disribuzione. 5

6 Secondo l inerpreazione di Keynes che abbiamo adoao, quese due ipologie di elemeni sono in conraso ra di loro, e perciò non sono conciliabili in un unico impiano eorico. Illusreremo la logica di quesa posizione, mosrando, in primo luogo, il conraso ra il principio della domanda effeiva e la eoria marginalisa del valore e della disribuzione. Argomeneremo infai che la sruura logica di ale eoria conduce ad affermare la endenza del sisema economico al pieno impiego delle risorse, e con ciò l impossibilià che la produzione aggregaa rovi un limie nella domanda effeiva. Mosreremo come, a queso fine, sia essenziale il ruolo della relazione inversa ra saggio dell ineresse e domanda di invesimeni, desumibile dai principi disribuivi marginalisi. Vedremo poi come Keynes, consapevole di ale conraso, rienne di poerlo risolvere, individuando la sua via alla domanda effeiva araverso la eoria della preferenza per la liquidià, che vede il saggio dell ineresse deerminao dall equilibrio di domanda e offera di monea. Argomeneremo che quesa prima via alla domanda effeiva non appare uavia sufficiene a fornire un adeguaa base eorica al principio della domanda effeiva nell analisi di lungo periodo. Mosreremo infai in che modo gli auori della Sinesi Neoclassica abbiano rienuo di poer riaffermare la endenza sisemaica delle economie di mercao al pieno impiego delle risorse produive nel lungo periodo, servendosi degli sessi srumeni eorici appronai da Keynes. Illusreremo a queso scopo l analisi di Modigliani. Soolineeremo come quesa operazione sia saa resa possibile 6

7 dalla presenza nell analisi di Keynes di una relazione inversa ra la domanda di invesimeni e il saggio dell ineresse. Mosreremo infine come, secondo l inerpreazione di Keynes che abbiamo fao nosra, esisa una seconda via alla domanda effeiva, basaa sulla criica della nozione di capiale come faore produivo nelle eorie marginalise. Illusreremo in ermini molo generali quesa criica alla nozione di capiale come faore produivo. Vedremo come, sulla base di quesa criica, si è pouo sosenere in leeraura che le premesse di eoria del valore necessarie nell analisi marginalisa alla cosruzione di una curva di domanda degli invesimeni negaivamene inclinaa rispeo al saggio dell ineresse non appaiono essere valide. Concluderemo affermando che la criica della nozione di capiale come faore produivo consene di affermare la validià del principio della domanda effeiva, nel lungo periodo come nel breve periodo analizzao da Keynes. ** Seguendo una definizione avanzaa in leeraura, chiameremo Ipoesi Keynesiana l idea, soesa al principio della domanda effeiva, che il livello degli invesimeni deermina, in un senso generale, l ammonare dei risparmi. Vedremo brevemene nel capiolo II che esisono in leeraura due modi di esendere al lungo periodo l Ipoesi Keynesiana: una, che chiameremo prima posizione Keynesiana, che vede l Ipoesi Keynesiana come base per una eoria della disribuzione; 7

8 l alra, che chiameremo seconda posizione Keynesiana, che vede l Ipoesi Keynesiana nel lungo periodo come una eoria del livello dell aivià produiva. Semplificando, si può sosenere che l elemeno che differenzia le due posizioni Keynesiane sia rappresenao dalle diverse ipoesi sull elasicià nel lungo periodo del livello della produzione rispeo a variazioni della domanda aggregaa. La prima posizione Keynesiana, infai, ipoizza che il livello dell oupu sia rigido a frone di variazioni della domanda aggregaa; menre la seconda posizione Keynesiana ammee ampli margini di elasicià per ale livello dell oupu. Mosreremo, sulla scora della leeraura analizzaa, che l ipoesi di rigidià dell oupu nel lungo periodo non appare essere giusificaa. Abbracceremo di conseguenza la seconda posizione Keynesiana. *** Nel capiolo III accenneremo al fao che, nella misura in cui l analisi ci ha condoo a conferire validià al principio della domanda effeiva sulla base della criica della eoria marginalisa del valore e della disribuzione, l analisi della crescia del sisema economico dovrà essere sviluppaa nel quadro di un alra eoria del valore e della disribuzione, e che risuli ovviamene compaibile con l Ipoesi Keynesiana. A queso scopo apparirà possibile fare riferimeno alle cosiddee Teorie del Sovrappiù, ovvero a quell imposazione eorica propria degli economisi classici, e precedene le eorie marginalise. 8

9 Vedremo poi più da vicino le implicazioni dell Ipoesi Keynesiana sulla eoria della crescia. Soserremo, sulla scora della leeraura analizzaa, che sudiare in chiave Keynesiana la crescia significherà sudiare le relazioni che inercorrono ra le componeni di quella che definiremo la domanda aggregaa finale e l andameno del reddio aggregao; nonché sudiare le relazioni che inercorrono ra quese sesse relazioni, prese singolarmene e nel complesso, e l innovazione ecnologica. Noi ci siamo volui concenrare sulla relazione ra consumi e reddio aggregao. **** Ci siamo così dedicai allo sudio della leeraura sulla funzione del consumo, individuando in paricolare quelle analisi che poessero essere, in linea di massima, in qualche modo accosabili al quadro eorico Classico-Keynesiano che abbiamo scelo come orizzone di riferimeno. Abbiamo perciò ralasciao ui gli sviluppi marginalisi della eoria del consumo che cronologicamene daano dall elaborazione dell Ipoesi del Ciclo Viale in poi. Nel capiolo IV di queso lavoro, dunque, considereremo alcune delle analisi saisiche e eoriche cronologicamene successive alla pubblicazione della Teoria Generale di Keynes (1936), e precedeni l elaborazione della eoria del Ciclo Viale da pare di Modigliani (1954). Vedremo come quasi ue quese analisi nascano come enaivi di soluzione di un problema empirico: 9

10 da un lao, le serie soriche elaborae da S. Kuznes nel 1942 mosravano che la quoa dei consumi sul reddio si era manenua endenzialmene cosane negli ulimi sessan anni; da un alro, i dai annuali su reddio e consumi aggregai pubblicai dal Diparimeno del Commercio degli Sai Unii d America a parire dal 1929 mosravano che i consumi diminuivano meno che proporzionalmene al diminuire del reddio aggregao; infine, gli sudi sui bilanci delle famiglie americane mosravano che la propensione media al consumo decresceva all aumenare della classe di reddio consideraa. Paricolarmene significaiva, ai nosri fini, apparirà la eoria del consumo di J. S. Duesenberry. L elemeno caraerizzane di ale eoria è l idea che i modelli di consumo siano socialmene deerminai. Sulla base di ale ipoesi, Duesenberry sosiene che gli sandard di consumo vengono acquisii nel empo dalle famiglie, e dipendono sreamene dal ruolo e dalla posizione delle famiglie all inerno della socieà, e cioè, in ulima analisi dalla posizione delle famiglie nella disribuzione percenuale del reddio aggregao. Quando il reddio nel lungo periodo cresce lenamene, gli sandard di consumo si modificano di conseguenza, e, se la disribuzione percenuale del reddio resa sosanzialmene immuaa, il livello aggregao della spesa per beni di consumi aumena proporzionalmene al reddio. Quando il reddio oscilla ciclicamene, la rigidià degli sandard di consumo acquisii fa sì che il livello della spesa per beni di consumo vari meno che proporzionalmene rispeo alle variazioni del 10

11 reddio aggregao. Vedremo le moivazioni di caraere psicologico e sociologico addoe da Duesenberry a giusificazione di ale rigidià. Argomeneremo che esse rovano la propria origine eorica nella caraerizzazione sociale dei modelli di consumo. L insieme di quese considerazioni fa sì che, nell analisi di Duesenberry, la relazione ra reddio e consumo non sia reversibile, ovvero che essa non assuma la sessa forma indipendenemene dal segno della variazione del reddio aggregao. Vedremo come Duesenberry esprima quese sue ipoesi sulla funzione del consumo asserendo che nelle decisioni di consumo le famiglie considerano non solo il reddio di cui dispongono nel periodo correne, ma anche i più ali livelli di reddio di cui hanno goduo nel passao. Quesa ipoesi è noa in leeraura come Ipoesi del reddio relaivo, ed appare coerene con gli sudi empirici dell epoca. Discueremo in queso lavoro anche gli aspei più direamene analiici della raazione di Duesenberry, ed alcune problemaiche di caraere eorico ad essa soesa. Da un puno di visa analiico, l irreversibilià delle relazioni ra reddio e consumo può essere radoa, nell ambio dell Ipoesi del reddio relaivo, dicendo che la propensione marginale al consumo è diversa a seconda che il reddio aggregao cresca o diminuisca, relaivamene al massimo reddio dei periodi anecedeni il periodo correne. Vedremo in che modo Duesenberry giunga a queso risulao, e quali ipoesi addizionali egli debba formulare. 11

12 Argomeneremo che queso risulao è in effei indipendene, nella sua logica di fondo, da ali ipoesi addizionali. Noeremo inolre come Duesenberry innesi l idea della caraerizzazione del consumo come fenomeno sociale su un quadro eorico generale che corrisponde a quello della Sinesi neoclassica, in cui si suppone che nel lungo periodo le forze di mercao conducano nauralmene il sisema economico al pieno impiego delle risorse disponibili. Noi soserremo che l assumere o meno il pieno impiego come ipoesi enro la quale sudiare la funzione del consumo non ha alcuna influenza sulle argomenazioni di Duesenberry circa la caraerizzazione sociale dei modelli di consumo, le quali dunque risulano compaibili anche con prospeive eoriche differeni. Vedremo poi, nel corso del capiolo, come ipoesi sulla funzione del consumo simili a quelle di Duesenberry siano sae avanzae in quel periodo anche da Samuelson e da Modigliani in un conribuo precedene l elaborazione della eoria del Ciclo Viale. Passeremo in rassegna quese analisi. ***** Nel capiolo V ci occuperemo di avanzare alcune considerazioni circa il ruolo dell espansione della domanda di consumi nella eoria Classica e Keynesiana della crescia economica, alla luce dell Ipoesi del reddio relaivo. Riprendendo argomenazioni già sviluppae in precedenza, chiariremo meglio come l analisi di Duesenberry possa essere inerpreaa in un coneso eorico non marginalisa. 12

13 La caraerizzazione sociale dei modelli di consumo implica che le relazioni ra reddio e consumo sono irreversibili. Tale irreversibilià si manifesa analiicamene nel fao che la propensione marginale al consumo è diversa a seconda che il reddio aumeni o diminuisca. Le argomenazioni di Duesenberry ci inducono a rienere che la propensione marginale al consumo è maggiore nelle fasi di espansione del reddio aggregao e minore in quelle di recessione. Queso significa che il valore del moliplicaore del reddio sarà, ceeris paribus, maggiore all aumenare delle componeni auonome della domanda aggregaa, e minore al diminuire di quese. Così, supponendo ad esempio un oscillazione casuale a media nulla della quoa degli invesimeni nei sul reddio aggregao inorno a un valore cosane di lungo periodo, il reddio aggregao assumerebbe, ceeris paribus, un andameno crescene nel lungo periodo, ineramene spiegao dalle ipoesi sulla funzione del consumo. A iolo esemplificaivo, illusreremo quesa ipoesi inerpreaiva con un semplice modello analiico, nel quale l irreversibilià delle relazioni ra reddio e consumo verrà espressa araverso l Ipoesi del reddio relaivo, e in una forma molo semplificaa. Sulla base di ale modello si procederà ad una esemplificazione numerica su un periodo di cinquan anni, che renderà immediaamene visibile, soo le ipoesi assune nel modello, l effeo dell Ipoesi del reddio relaivo sulla crescia economica. ****** Poremo così concludere dicendo che nella eoria del consumo proposa da Duesenberry, così come da noi inerpreaa in un oica Classica e Keynesiana, 13

14 sembrano a nosro avviso rinvenibili elemeni rilevani per poer conribuire a spiegare quale ruolo giochino i consumi nella crescia delle moderne di economie di mercao. 14

15 Capiolo I IL PRINCIPIO DELLA DOMANDA EFFETTIVA E LA TENDENZA AL PIENO IMPIEGO I.A Il principio della domanda effeiva e le sue implicazioni per quano riguarda la endenza del sisema economico al pieno impiego 1. Nella Teoria generale dell ineresse, dell occupazione e della monea, Keynes 1 elabora una eoria della deerminazione del livello del reddio e dell aivià produiva basaa su quello che qui chiameremo principio della domanda effeiva, ovvero sull idea che essenzialmene è la domanda aggregaa di beni e servizi a deerminare il livello della produzione aggregaa, e non viceversa 2. Nel suo ragionameno egli suppone dai 3 la capacià produiva, la forza lavoro, le condizioni ecniche di produzione, la disribuzione del reddio, e in generale la sruura sociale di un sisema economico. Considera poi un economia chiusa e senza l inerveno dello Sao. Le linee generali della sua argomenazione possono essere brevemene sineizzae in queso modo. All aumenare del livello della produzione le famiglie verranno a disporre di un 1 Cfr. Keynes (1936). Per comodià chiameremo ques opera, nel corso della raazione, Teoria Generale. 2 Abbiamo muuao l espressione principio della domanda effeiva dal iolo del capiolo III della Teoria Generale di Keynes, nel quale l auore espone sineicamene l idea che la domanda effeiva possa essere insufficiene ad assorbire ua la produzione aggregaa. Cfr. Keynes (1936), cap. III, pag.181. (I riferimeni di pagina sono relaivi all edizione ialiana ciaa in bibliografia). 3 Cfr. Keynes (1936), cap XVIII, pag

16 reddio maggiore che può essere desinao o alla spesa per beni di consumo o al risparmio. Poiché, secondo Keynes, la psicologia della colleivià è ale che quando aumena il reddio reale complessivo, aumena il consumo complessivo, ma non ano quano il reddio 4, non uo il reddio addizionale, derivane dall incremeno della produzione, si radurrà in consumi. Queso fao deerminerà un aumeno dei risparmi correni rispeo agli invesimeni correni. Per manenere il nuovo livello della produzione aggregaa sarà quindi necessario un aumeno degli invesimeni pari all incremeno dei risparmi 5. Se così non fosse i ricavi degli imprendiori non sarebbero sufficieni per indurli a manenere queso nuovo livello della produzione, e si ornerebbe quindi al precedene. Ora, nell oica di Keynes, poiché le decisioni di invesimeno e le decisioni di risparmio vengono prese da due caegorie diverse di soggei, e cioè, rispeivamene, imprese e famiglie, e per moivi differeni, non v è alcuna ragione per cui, all aumenare del reddio, gli invesimeni aumenino in misura proprio pari all incremeno dei risparmi indoo dall aumeno del reddio. Ne segue che il livello di equilibrio della produzione, cioè quello per cui non vi sia alcun incenivo per gli imprendiori ad espandere o a diminuire il livello della produzione sessa, dipende dall ammonare degli invesimeni correni. In sinesi, dunque, abbiamo una rappresenazione del sisema economico, in cui gli invesimeni deerminano il livello della produzione 4 Cfr. Keynes (1936), cap. III, pag Per manenere un dao volume di occupazione, occorre [ ] che sia realizzao un volume di invesimeno correne, sufficiene ad assorbire l eccedenza della produzione oale sull imporo che la colleivià decide di consumare quando l occupazione è al livello dao. Cfr. Keynes (1936), cap. III, pag

17 complessiva, il volume dell occupazione e il reddio correne; il reddio, dae cere caraerisiche colleive che influiscono sulle scele di consumo, deermina consumi e risparmi; il sisema si asseserà su un livello sabile di equilibrio quando invesimeni correni e risparmi correni avranno lo sesso valore. Vale a dire che il livello della produzione, e cioè l offera aggregaa, è deerminao dalla domanda per beni di invesimeno e per beni di consumo, e cioè dalla domanda aggregaa. Ne risula inolre che il principio della domanda effeiva può essere indifferenemene espresso, in un senso lao, asserendo che la domanda deermina l offera, oppure che gli invesimeni deerminano i risparmi. Quesa seconda formulazione del principio della domanda effeiva è anche noa come Ipoesi Keynesiana Ora, se il livello di equilibrio della produzione dipende dagli invesimeni correni, e quesi sono indipendeni dalle decisioni di risparmio, ale livello di equilibrio della produzione non è necessariamene coincidene con il pieno impiego 7 della forza lavoro. Scrive infai Keynes in proposio: [ ] E solano in un caso paricolare che la domanda effeiva è associaa con la piena occupazione [ ], e cioè [ ] quando, deliberaamene o no, l invesimeno correne crea una domanda di ammonare esaamene uguale all eccedenza del prezzo complessivo di offera della produzione risulane dalla piena 6 Cfr. Kaldor (1956). 7 Siamo supponendo, e lo supporremo nel corso di uo il capiolo, che la capacià produiva sia daa a un livello ale da assorbire, se uilizzaa al suo livello normale, ua la forza lavoro disponibile. Nel capiolo II chiariremo meglio i concei di capacià produiva e di uilizzo normale della capacià produiva. 17

18 occupazione, sull ammonare che la colleivià decide di spendere in consumi quando è pienamene occupaa 8. Queso perché, come vedremo meglio ra poco, la possibilià che il sisema economico gravii inorno al pieno impiego delle risorse produive dipende da un puno di visa logico dalla possibilià che le decisioni di invesimeno si adeguino o meno al livello dei risparmi di pieno impiego. Se con Keynes si ammee che il livello delle decisioni di invesimeno è in larga misura indipendene dal livello dei risparmi, ed anzi in un cero senso lo deermina, allora il principio della domanda effeiva implica che il sisema economico non gravia necessariamene inorno al pieno impiego delle risorse. I.B La eoria marginalisa del valore e della disribuzione e la endenza al pieno impiego 3. Il principio della domanda effeiva rappresena un puno di radicale roura rispeo alle eorie marginalise dominani all epoca della Teoria Generale. Secondo quese eorie, infai, il sisema economico gravia nauralmene aorno al pieno impiego delle risorse disponibili, perché esise un meccanismo auomaico che, araverso variazioni dei salari moneari, pora il livello degli invesimeni a coincidere con il livello dei risparmi di pieno impiego. Tale 8 Cfr. Keynes (1936), cap III, pag

19 meccanismo è cosiuio dai movimeni del saggio dell ineresse. Vediamo di chiarirne brevemene le origini eoriche e di delinearne l operare Nella eoria marginalisa del valore e della disribuzione c è una paricolare concezione del processo produivo, per la quale gli elemeni richiesi per la produzione sono raai come dei faori produivi, che vengono impiegai nel processo produivo in proporzioni diverse e variabili nel coninuo, in relazione al variare dei rispeivi prezzi relaivi. Secondo quesa imposazione, cioè, dae le conoscenze ecniche di ogni periodo, lo sesso prodoo può essere oenuo araverso infinie combinazioni di quesi faori produivi; e ale sosiuibilià direa dei faori produivi nella produzione dei beni dà luogo, in quesa paricolare concezione del processo produivo, alle condizioni di massimo profio per gli imprendiori espresse nei ermini della nozione di prodoo marginale. Sulla base di quesa concezione, ali eorie giungono ad affermare l esisenza di funzioni di domanda dei faori produivi negaivamene inclinae rispeo ai loro saggi di remunerazione. Così se ad esempio un bene A può essere prodoo con due ecniche T e T, le quali si differenziano per l impiego nella produzione di un unià di A di capiale e lavoro in proporzioni diverse, allora al diminuire del saggio dell ineresse gli imprendiori adoeranno la ecnica che richiede una maggiore proporzione ra capiale e lavoro, perché ciò consene loro di oenere il massimo profio in relazione al nuovo livello del prezzo relaivo dei faori della produzione. 9 Per una più complea esposizione dei presupposi eorici della endenza al pieno impiego nelle eorie marginalise, cfr. Garegnani (1979), pag

20 D alro cano l oenimeno di quese curve di domanda dei faori produivi negaivamene inclinae rispeo ai rispeivi saggi di remunerazione non si basa solo sulla sosiuibilià ecnica dei faori produivi nell ambio del processo di produzione, ma anche, o in alernaiva ad essa, sulla sosiuibilià per i consumaori ra beni di consumo, la cui produzione richiederà in generale proporzioni diverse dei faori produivi sessi. Così se un bene A viene prodoo con un cero rapporo capiale-lavoro, la diminuzione del saggio dell ineresse farà diminuire il prezzo relaivo di queso bene rispeo ad un alro bene, B, che sia invece prodoo con un più basso rapporo capialelavoro. Per l analisi del consumaore condoa sul conceo di uilià marginale, avremo che la domanda di A aumenerà rispeo a quella di B, e che quindi nell economia si produrrà più A e meno B. Poiché la produzione di A richiede un più alo rapporo capiale-lavoro rispeo alla produzione di B, vi sarà necessià di una maggiore quanià di capiale a livello aggregao. Avremo dunque, anche per quesa via, una domanda dei faori produivi decrescene rispeo al loro saggio di remunerazione. Affermaa l esisenza di una funzione di domanda dei faori produivi con quese caraerisiche, la eoria marginalisa aggiunge che l operare della concorrenza sul mercao dei faori renderà i loro prezzi elasici a frone degli eccessi di domanda, fino a che ua la quanià disponibile di ogni faore non sia pienamene impiegaa, daa la quanià dell alro faore. La cosanza della quanià daa dell alro faore sarà infine giusificaa dal fao che ale meccanismo opererà su ui i mercai dei faori, e che quindi in ognuno di 20

21 quesi mercai la quanià domandaa e quella offera di faori produivi saranno uguali, assicurando così il pieno impiego delle risorse disponibili. 5. Non appena però si ammea che, in un economia monearia, decisioni di risparmio e decisioni di invesimeno possono, per ogni dao livello del reddio reale, essere divergeni, la sola flessibilià dei saggi di remunerazione dei faori produivi a frone eccessi di domanda sul mercao dei faori non sarà più di per sé sufficiene a condurre il sisema economico al pieno impiego delle risorse disponibili. Affinché sia possibile asserire che il sisema economico ende ad impiegare pienamene ue le risorse disponibili, sarà infai necessario che ale flessibilià dei saggi di remunerazione dei faori produivi agisca direamene o indireamene sulle decisioni di invesimeno, nel senso di adeguarne l ammonare alle decisioni di risparmio di pieno impiego. Vediamo dunque che relazione inercorre ra la eoria marginalisa della disribuzione e la sua spiegazione del livello degli invesimeni. 6. Il faore produivo capiale può essere considerao, nella eoria marginalisa, come un ammonare di valore incorporao in un complesso di beni di produzione, cosiuio dal flusso dei risparmi passai. A mano a mano che il consumo produivo dei beni di produzione libera pare di queso valore, araverso la produzione e la vendia del prodoo finio, esso può essere invesio nell acquiso di nuovi beni di produzione. Così [la domanda di capiale elasica rispeo al saggio dell ineresse] rappresena in forma 21

22 isananea una successione di domande di invesimeno mediane le quali solano essa può di fao agire 10. Si può dunque asserire che, considerando il capiale non uo circolane, la curva di domanda degli invesimeni sarà in linea di massima una copia in scala della curva di domanda di capiale, e ne presenerà quindi le medesime caraerisiche; in paricolare risulerà anch essa decrescene rispeo al saggio dell ineresse. Queso significa che al diminuire del saggio dell ineresse gli imprendiori roveranno conveniene passare a ecniche a maggiore inensià capialisica, incremenando la domanda di beni di invesimeno. Considerando quesa curva di domanda di invesimeni, insieme alla curva di offera dei risparmi, e alla flessibilià del saggio dell ineresse rispeo a divergenze ra decisioni di risparmio e decisioni di invesimeno, la eoria può concludere che il saggio di ineresse di equilibrio sarà deerminao sul mercao risparmi-invesimeni. 7. Queso passaggio è fondamenale per chiarire i presupposi eorici della endenza al pieno impiego, nella eoria marginalisa. Supponiamo infai, che, in un economia chiusa e senza inerveno dello Sao, vi sia disoccupazione del lavoro; per l ipoesi di elasicià del prezzo dei faori produivi rispeo a eccessi di domanda sul mercao dei faori, la concorrenza ra i lavoraori farà diminuire i salari reali, il che indurrà le imprese ad impiegare nuova forza lavoro. Aumeneranno dunque il volume dell occupazione e il livello della produzione. Un aumeno dell offera di beni ingenererà un aumeno di reddio, 10 Cfr. Garegnani (1979), pag

23 e con esso un aumeno dei consumi e un aumeno dei risparmi. L aumeno dei consumi andrà a cosiuire la domanda addizionale di beni di consumo, aa a colmare almeno in pare l eccesso di offera venuosi a creare; l aumeno dei risparmi invece creerà un eccesso di offera di risparmi rispeo alla domanda di invesimeni, il che farà diminuire il saggio dell ineresse 11. La cadua del saggio dell ineresse, una vola affermaa l esisenza di una curva di domanda 11 Di fao non esise un mercao dei presii moneari, in cui i soggei che offrono somme in presio conraino direamene con quelli che domandano somme in presio, con la possibilià di rispose immediae del saggio dell ineresse a evenuali eccessi di domanda. Cerchiamo perciò di chiarire meglio come un eccesso di risparmi sugli invesimeni deermini una diminuzione del saggio dell ineresse, sulla scora dell analisi di Wicksell riporaa in Garegnani (1979), pag Procediamo con un esemplificazione. Supponiamo un economia chiusa e senza inerveno dello Sao, in cui ue le risorse siano pienamene impiegae. Supponiamo ora che in un anno le banche fissino un saggio dell ineresse moneario maggiore del saggio di ineresse naurale che equilibrerebbe, nella eoria marginalisa, i risparmi e gli invesimeni, commeendo ad esempio un errore di valuazione sulla profiabilià degli invesimeni sessi. Ne risulerà un livello degli invesimeni inferiore rispeo al valore che corrisponde alle decisioni di risparmio di pieno impiego. Anche ammeendo un offera di risparmi inelasica rispeo al saggio dell'ineresse, si verificherà comunque un eccesso di risparmi rispeo agli invesimeni. Ci sarà dunque un insufficienza della domanda aggregaa monearia, che non sarà in grado di assorbire la produzione aggregaa. Tale insufficienza si manifeserà dapprima nel seore dei beni capiale, araverso eccesso di offera di beni capiale: il loro prezzo enderà a scendere e diminuiranno anche i salari moneari del seore. La diminuzione dei salari moneari è da ascriversi a fenomeni di disoccupazione che si verificheranno nel breve periodo, perché la deflazione ende a far aumenare il valore reale delle reribuzioni. La concorrenza ra lavoraori farà perciò cadere il salario moneario. Per le relazioni relaive ai cosi di produzione e alla domanda aggregaa monearia dipendene dai salari moneari, l effeo deflazionisico si scaricherà anche sul seore dei beni di consumo. La cadua di prezzi e salari sarà peralro assoluamene equiproporzionale, e il processo deflazionisico procederà senza scaricarsi sul reddio (che è sempre al livello di pieno impiego, e dipende da fenomeni reali, e non da fenomeni moneari), finanoche la scarsià di domanda di presii non indurrà il sisema bancario ad abbassare il asso di ineresse. 23

24 degli invesimeni decrescene rispeo a i, deerminerà un aumeno degli invesimeni, che proseguirà sino all equilibrio con i risparmi. L incremeno addizionale di domanda di beni capiale andrà infine a colmare l eccesso di offera iniziale. Queso meccanismo, che fa conceualmene perno sulla relazione inversa ra domanda di invesimeni e saggio dell ineresse, coninuerà ad operare sino al pieno impiego del lavoro. I.C La prima via alla domanda effeiva: la criica di Keynes alla eoria marginalisa del saggio dell ineresse, e la eoria della preferenza per la liquidià 8. Per poer dunque asserire che il livello della produzione aggregaa può inconrare un limie nella domanda aggregaa monearia, bisogna mosrare che il legame ra risparmi, invesimeni e saggio dell ineresse non è quello ipoizzao dalla eoria marginalisa. Vediamo quindi la via che Keynes rienne di individuare alla domanda effeiva, araverso la sua criica alla eoria marginalisa dell ineresse. 9. Keynes ammee l esisenza di una curva di domanda degli invesimeni negaivamene inclinaa rispeo al saggio dell ineresse, chiamandola curva dell efficienza marginale del capiale 12. Ammee anche che le decisioni di risparmio, per ogni dao livello di reddio, possano essere in qualche modo 12 Cfr. Keynes (1936) cap. XI, pag

25 influenzae da variazioni del saggio dell ineresse. Nega però la possibilià di cosruire, araverso quesi elemeni, una eoria della deerminazione del saggio dell ineresse che non sia sosanzialmene indeerminaa. La ragione di ale indeerminaezza è da aribuire, secondo l auore, al fao che per conoscere il livello dei risparmi è necessario conoscere il livello del reddio; ma per conoscere il livello del reddio bisogna conoscere l ammonare degli invesimeni, che a sua vola è influenzao dal saggio dell ineresse. Dunque la eoria radizionale, che deermina il saggio dell ineresse come il prezzo di equilibrio ra offera di risparmi e domanda di invesimeni, sarebbe viziaa dalla conraddizione in ermini per cui per deerminare il saggio dell ineresse bisogna in realà conoscerne prevenivamene il valore. A suo modo di vedere quindi, la curva dell efficienza marginale del capiale e la curva dei risparmi sono in grado di deerminare il saggio dell ineresse solo una vola noo il livello del reddio, o alernaivamene il livello del reddio, una vola noo il saggio dell ineresse. Cioè [...] daa la curva di domanda di capiale e daa l influenza di variazioni del saggio di ineresse sulla disposizione a risparmiare da dai reddii, il livello del reddio e il saggio dell ineresse devono essere correlai in modo univoco 13, senza che ciò però implichi la deerminazione del saggio dell ineresse sul mercao risparmi-invesimeni Cfr. Keynes (1936), cap. XIV, pag Si noi inolre come il deao keynesiano cosiuisca una chiara enunciazione ane lieram della curva IS. Cfr. in proposio Hansen (1953), pag. 159 e ss. (I riferimeni di pagina sono all edizione ialiana ciaa in bibliografia) 14 Prima di addenrarci olre nella eoria keynesiana dell ineresse, valuiamo la fondaezza di quesa accusa di indeerminaezza mossa da Keynes alla eoria marginalisa, sulla scora dell analisi di Garegnani (1979) pag Ipoizziamo, così come ipoizza la eoria 25

26 10. Dunque, secondo Keynes, l indeerminaezza della eoria marginalisa dell ineresse inficia la possibilià di raare il saggio dell ineresse come risulane dell equilibrio risparmi-invesimeni. Egli osserva inolre che, da un puno di visa conceuale, la naura del saggio dell ineresse non è a suo avviso quella di essere la remunerazione del risparmio in quano ale 15. E infai l idea di Keynes è che il saggio dell ineresse sia qualcosa di essenzialmene connesso a fenomeni di caraere moneario: è, nelle sue parole [...] la ricompensa all abbandono della liquidià per un periodo deerminao 16, ovvero il coso opporunià di deenere monea. Ora, secondo Keynes la monea non è marginalisa, che il saggio dell ineresse equilibri risparmi e invesimeni per ogni dao livello del reddio, e chiamiamo ale ipoesi ipoesi a. Supponiamo che vi sia disoccupazione del lavoro, cioè che il livello degli invesimeni non sia ale da garanire il pieno impiego del lavoro: secondo i eorici marginalisi, la concorrenza ra i lavoraori disoccupai farà diminuire i salari moneari, e queso farà sì che, almeno inizialmene, diminuiscano i salari reali. Le imprese impiegheranno nuova forza lavoro, e aumeneranno quindi il volume dell occupazione e il reddio. Ne seguirà un aumeno di consumi e risparmi. Per l ipoesi a, l eccesso dei risparmi sugli invesimeni, al nuovo livello di reddio, farà diminuire il saggio dell ineresse, il che, daa la curva dell efficienza marginale del capiale, farà aumenare gli invesimeni sino a che il livello degli invesimeni non sia pari al nuovo livello dei risparmi. Queso processo proseguirà fino al pieno impiego del lavoro, con un equilibrio risparmi-invesimeni-saggio dell ineresse compaibile con la piena occupazione. Ma allora l unica curva di risparmio che rilevi da un puno di visa eorico è quella corrispondene al livello del reddio di pieno impiego, e l accusa di indeerminaezza mossa da Keynes alla eoria marginalisa dell ineresse appare essere ingiusificaa. 15 Dovrebbe essere ovvio che il saggio dell ineresse non può essere una ricompensa per il risparmio o l asinenza come ali. Giacché se un uomo esaurizza i suoi risparmi in denaro, non percepisce alcun ineresse, benché risparmi esaamene ano quano prima. Cfr. Keynes (1936), cap XIII, pag Cfr. Keynes (1936), cap. XIII, pag

27 solamene un mezzo di scambio ao a semplificare le ransazioni, ma è anche fondo di valore, ovvero ha la caraerisica di conservare il valore nel empo 17. L insieme di quese caraerisiche fa sì che gli individui domandino monea non solo a fini ransaivi, ma anche a fini speculaivi, cioè preferendo la deenzione della monea rispeo a quella di qualsiasi alra aivià con cui essa sia sosiuibile; è concepibile cioè che essi desiderino la monea in quano ale, come modo di deenere la ricchezza. Ora, la ricchezza può essere deenua soo forma di monea, oppure soo forma di ioli che garaniscano un cero rendimeno, un premio per l abbandono della liquidià. La discriminane ra le decisioni di deenere monea e quelle di deenere ioli è cosiuia dal asso di ineresse e dalle sue variazioni, verificae e aese, che inducono movimeni conrari nei corsi borsisici dei ioli. Poiché gli speculaori non valuano solo i guadagni in cono ineresse, ma anche quelli in cono capiale, al diminuire del asso di ineresse rispeo a quello che essi si aendono debba essere il asso di ineresse vigene sul mercao, vi sarà un aspeaiva diffusa al rialzo di i. Ciò indurrà gli operaori a enersi liquidi, per non incorrere in perdie aese in cono capiale. Considerao che l insieme degli operaori avrà aspeaive diverse sul livello del asso di ineresse, sommando la domanda di monea a fini speculaivi di ui gli operaori, ne risulerà a livello aggregao una domanda di monea a scopo speculaivo decrescene rispeo al saggio dell ineresse. Aggiungendovi poi la domanda di monea a scopo ransaivo, che non dipende per Keynes dal saggio dell ineresse, avremo una domanda 17 Ovviamene se non c è inflazione della monea. 27

28 complessiva di monea che sarà negaivamene inclinaa rispeo al saggio dell ineresse. Se supponiamo un offera di monea esogena, all aumenare dell offera di monea, ammesso che ciò non urbi lo sao delle aspeaive, gli operaori, dao il reddio, e perciò la domanda di monea a scopo ransaivo, riverseranno la quanià aggiuniva di monea nell acquiso di ioli, facendone aumenare il corso e diminuendone di conseguenza il rendimeno: il saggio dell ineresse diminuirà. Seguendo lo sesso ragionameno, al diminuire dell offera di monea, il saggio dell ineresse aumenerà. Ne risula quindi una eoria monearia del saggio dell ineresse, che non viene deerminao dall equilibrio risparmi-invesimeni, ma da quello domanda-offera di monea. Tale eoria è noa come eoria della preferenza per la liquidià Vediamo ora di chiarire il ruolo della eoria della preferenza per la liquidià come via alla domanda effeiva, così come in effei lo inese Keynes. Supponiamo che si verifichi una siuazione di disoccupazione del lavoro. Secondo le eorie marginalise che Keynes si proponeva di confuare, la concorrenza ra i lavoraori farà diminuire i salari moneari, e queso farà sì che, almeno inizialmene, diminuiscano i salari reali. Le imprese dunque aumeneranno il volume dell occupazione; aumenerà quindi il reddio, e con esso consumi e risparmi. L eccesso dei risparmi sugli invesimeni produrrà una deflazione dei prezzi e dei salari moneari 19. A queso puno coloro che credono nella facolà auoriequilibrarice del sisema economico devono [...] 18 Cfr. Keynes (1936), cap XIII, pag Cfr. paragrafo 7, noa

29 poggiare il loro ragionameno sull effeo che un livello discendene dei prezzi e dei salari moneari avrebbe sulla domanda di monea 20. E infai la diminuzione del valore moneario del reddio, conseguene alla diminuzione di prezzi e salari moneari, farà sì che una minore quanià di monea sia richiesa a fini ransaivi. Queso significa che, daa l offera di monea, una maggiore quanià di monea è disponibile per il movene speculaivo. Diviene quindi essenziale valuare lo sao delle aspeaive degli speculaori; se il saggio dell ineresse vigene sul mercao è pari a un saggio criico minimo al di soo del quale gli operaori preferiscono comunque enersi liquidi, allora essi non impiegheranno la quanià addizionale di liquidià nell acquiso di ioli, ma deerranno monea (cosiddea rappola della liquidià), e il asso dell ineresse reserà cosane; in caso conrario acquiseranno ioli, facendone aumenare il corso, cosicché il asso dell ineresse diminuirà. Ora, nel primo caso, sani le aspeaive degli imprendiori, la spesa per beni di invesimeno non sarà sufficiene ad assorbire il nuovo volume dei risparmi, con il risulao che il sisema inizierebbe a sperimenare una deflazione cumulaiva di prezzi e salari moneari, non dissimile da quella ipoizzaa nell analisi monearia della eoria marginalisa 21. In queso caso però, secondo Keynes, la dinamica deflazionisica si ramuerà preso in una recessione reale dell economia, poiché lederà le aspeaive di profio di breve periodo degli imprendiori. Nel secondo caso, invece, la diminuzione del asso dell ineresse farebbe aumenare la spesa per beni di invesimeno, laddove le aspeaive di profio che 20 Cfr. Keynes (1936), cap. XIX, pag Cfr. paragrafo 7, noa

30 regolano il livello dell efficienza marginale del capiale si manenessero immuae, rendendo possibile il manenimeno del nuovo più elevao livello dell occupazione. Qualora però le aspeaive degli imprendiori dovessero volgere in negaivo, ad esempio perché la deflazione di prezzi e salari moneari dovesse aumenare in modo molo significaivo il valore reale del debio delle imprese, è anche possibile che, al nuovo inferiore livello del saggio dell ineresse, l efficienza marginale del capiale sia comunque ale da non indurre in alcun modo gli imprendiori ad aumenare la spesa per beni di invesimeno 22. Nel qual caso si produrrebbe di nuovo una spirale deflazionisica di prezzi e salari moneari, che si radurrebbe preso in una recessione del reddio. In sinesi dunque, sulla base delle argomenazioni riporae, Keynes riiene di poer affermare che gli effei sul raggiungimeno della piena occupazione della diminuzione dei salari moneari rispeo alla quanià di monea sono molo inceri. Da un lao una lieve deflazione salariale porebbe non abbassare il saggio dell ineresse, perché la preferenza per la liquidià degli operaori economici porebbe aumenare di più della quanià di monea disponibile per il movene speculaivo. Dall alro una fore deflazione salariale porebbe urbare lo sao di fiducia degli operaori economici, con effei desabilizzani sia sul mercao della monea che su quello dei beni. Conclude così dicendo : Non v è dunque ragione di rienere che una poliica flessibile dei salari sia aa a manenere uno sao di coninua occupazione piena; come non vi è ragione di 22 Perché la curva dell efficienza marginale del capiale si sposerebbe nel piano verso il basso. 30

31 rienere che una poliica monearia di inerveno sul mercao apero sia capace da sola di raggiungere ale risulao. Il seguire l una o l alra di quese linee di condoa non può conferire al sisema economico la facolà di riequilibrarsi auomaicamene. 23 I.D L analisi di Keynes nel lungo periodo: la sinesi neoclassica e la riaffermazione della endenza al pieno impiego 12. Ci proponiamo ora di illusrare l effeiva robusezza delle argomenazioni addoe da Keynes come base eorica su cui poggiare il principio della domanda effeiva, in paricolare per quano aiene al lungo periodo. Noiamo anziuo che, nel lungo periodo, fenomeni colleivi di naura psicologica relaivi allo sao di fiducia lasciano il poso allo sao reale delle grandezze economiche. Dovremo quindi valuare la poraa delle argomenazioni di Keynes, e in paricolare della eoria della preferenza per la liquidià come via alla domanda effeiva, a prescindere dalla volailià delle relazioni ra le grandezze economiche che può sussisere nel breve periodo. Nello svolgere quese considerazioni seguiremo nei suoi rai essenziali l analisi svola da Modigliani nell aricolo La preferenza per la liquidià e la eoria dell ineresse e della monea 24. Queso lavoro di Modigliani fa pare di un filone eorico, cui 23 Cfr. Keynes (1936), cap. XIX, pag Cfr. Modigliani (1944). 31

32 apparengono anche numerosi alri auori 25, che va soo il nome di sinesi neoclassica, e che ha poso le basi eoriche per il riassorbimeno dell opera di Keynes nei canoni della eoria marginalisa Nel ricosruire la eoria della preferenza per la liquidià di Keynes in un oica di lungo periodo, Modigliani opera una lieve quano significaiva rivisiazione della domanda di monea a scopo speculaivo. Il fao che, al diminuire del saggio dell ineresse, aumeni a livello aggregao la domanda di monea non viene ricondoo da Modigliani ad aspeaive sul livello normale del saggio di ineresse, di cui la eoria non è in grado di rendere cono, come di fao è in Keynes, quano piuoso al fao che quano più bassa è la remunerazione di un iolo, ano più esso risula meno preferibile a un aivià 25 Cfr, ad esempio Hicks (1937), Painkin (1948), Hansen (1953), Tobin (1955). Per riferimeni bibliografici più complei sulla sinesi neoclassica, cfr. il capiolo su Keynes in Ingrao- Ranchei (1996). Per una più complea esposizione degli argomeni della sinesi neoclassica, cfr. Napoleoni-Ranchei (1990), cap. V e cap. XIV. Si è scelo di seguire da vicino l imposazione di Modigliani, perché essa ha il pregio di essere paricolarmene niida e coerene, e nel conempo sufficienemene rappresenaiva di quei risulai comuni a ui quesi auori. 26 Per la verià il riassorbimeno della eoria di Keynes nei canoni dell economia orodossa è proseguio ben olre quano eorizzao dalla sessa sinesi neoclassica, i cui auori possono comunque definirsi keynesiani, sino alla complea negazione di ogni rilevanza sul piano praico e eorico del principio della domanda effeiva. Il che è accaduo con l avveno del monearismo (cfr. Friedman 1956), e della nuova macroeconomia classica (cfr. Lucas 1973). Per quel che ci ineressa in quesa sede è sufficiene ricordare come ale riassorbimeno sia uo incenrao sulla validià della eoria marginalisa del valore e della disribuzione, e su alcuni problemi eorici connessi con l argomenazione di Keynes e di pare degli auori keynesiani. 32

33 perfeamene liquida come la monea, il cui valore è cero nel empo 27. Così la domanda di monea a scopo speculaivo sarà nulla per valori di i maggiori di un cero livello i MAX, perché deve esisere per ogni individuo un rendimeno minimo neo che lo indurrà a liberarsi della monea come aivià 28 ; sarà assolua 29 per ui i valori di i inferiori a un i MIN, dao che poiché i ioli cosiuiscono una forma inferiore di deenere aivià finanziare, è generalmene riconosciuo che deve esisere un livello minimo del asso di ineresse [...] al quale nessuno desidererà aivià non reali ecceo che soo forma di monea 30 ; sarà infine decrescene rispeo al asso di ineresse per i compreso ra i MAX e i MIN. Ne risulerà quindi una domanda di monea molo sabile, che non è soggea alle violene fluuazioni derivani dal modificarsi delle aspeaive sul saggio dell ineresse, perché non rae da esse la propria deerminazione. Tale rivisiazione della domanda di monea rende perfeamene operane il meccanismo di aggiusameno degli invesimeni ai risparmi che lo sesso Keynes aveva individuao 31. Supponiamo infai che, a frone di una disoccupazione del lavoro, diminuiscano i salari moneari e aumeni perciò il volume dell occupazione. L aumeno del reddio che ne seguirà deerminerà un aumeno dei consumi e dei risparmi. L eccesso dei risparmi sugli invesimeni produrrà una deflazione di prezzi e salari moneari, 27 Ma cfr. in proposio Garegnani (1979), pag noa Cfr. Modigliani (1944), pag. 39. (I riferimeni di pagina sono all edizione ialiana ciaa in bibliografia). 29 Cfr. Modigliani (1944), pag Cfr. Modigliani (1944), pag Cfr. Keynes (1936), cap. XIX, pag Cfr. anche il paragrafo 11 di queso capiolo. 33

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