MANNAGGIA AI PESCETTI Testo e illustrazioni di Ilaria Meli

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Tito Nanni
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1 MANNAGGIA AI PESCETTI Testo e illustrazioni di Ilaria Meli

4 C era una volta, un uomo avaro, ma talmente Avaro, che nel punto esatto del cervello dove di solito troviamo l altruismo, vi era in realtà un buco. Un giorno in questo buco si formò un piccolo specchio d acqua, nel quale cominciarono a nuotare dei piccoli pesci! L uomo Avaro, tirchio com era, per non far più la spesa cominciò a nutrirsi di questi piccoli pesciolini. Per essere sicuro che non scappassero, li teneva ben bene rinchiusi sotto la sua lunghissima tuba. Il lungo cappello era aperto sulla cima, quel tanto che bastava per permettere all Avaro di afferrare i poveri pesci con le sue esili braccia e mangiarli.

6 Una sera, passeggiando nella bella foresta, piluccando qualche pescetto qui e là nel suo stagno, pensò che ben presto i suoi pesci di li a poco sarebbero finiti. Nemmeno a farlo apposta in quel momento vide sbucare tra i rami un enorme pellicano, pronto a servire la cena a base di pesce al suo piccolo nel nido. L uomo Avaro, vedendo questa scena, pensò bene di rubare la cena al povero uccellino. Così aspettò che l enorme genitore piumato si allontanasse e con un balzo mangiò il pesciolino in un sol boccone.

8 La Luna, apparentemente distratta, vide tutto, si arrabbiò tanto che decise di dare una lezione al prepotente Avaro Così durante la notte, mentre il solitario Avaro dormiva, dalla finestra si vide far capolino il testone tondo della Luna: sì sì, proprio Lei, gonfia e panciuta di un mese intero! Cominciò così ad alzare le maree, la sua forza lunare e magnetica attraeva a sé ruscelli, fiumi e laghi... SOPRATTUTTO lo stagno d acqua nella testa dell uomo Avaro. La tuba si riempì talmente tanto che l acqua ne uscì tutta, lasciando i pesci sul fondo asciutto. Quando non rimase più nulla nella testa dell uomo avaro, la Luna raccolse i pesciolini e delicatamente li posò nel nido del pellicano rimasto senza la cena... Nei ruscelli, nei fiumi, nei laghi e anche nel mare, l acqua tornò presto a scorrere, mentre lo stagno nella testa del pidocchioso rimase all asciutto.

10 La mattina seguente, l Avaro si svegliò circondato dall acqua del suo stagno e non capendo l accaduto iniziò a gridare: TRAGEDIAAA, COS E SUCCESSOOO!?? COM E POSSIBILEEE!?? Le grida arrivarono fino alla bella foresta, fino alle orecchie del pellicano, che incuriosito volò verso la finestra dell ingeneroso e lo vide senza cappello, con le mani in testa che si disperava. Il pellicano a quel punto, disse: Eh mio caro è stata solo colpa tua, ti sei comportato male con noi, sei stato troppo avaro e la Luna così ha deciso di punirti in questo modo. Sentendo le parole del pellicano, gli occhi dell uomo si strinsero in uno sguardo di collera...e meditando attese la notte.

12 uu uruuru uu UUU!!! ecco che il gufo bubola...è mezzanotte... Sull orizzonte della collina buia, compare l uomo Avaro...un ombra scura che porta con se una grande scala e un tubo lunghissimo. La scala d un tratto si allunga fino all infinito, tanto d arrivare oltre il volo degli uccelli...scalino dopo scalino...scalino dopo scalino...scalino dopo scalino, giunse in cima. Lì...la Luna, tranquilla riposava sulla nuvola più alta. L Avaro così, con profonda cattiveria e buia pazzia, infilò il tubo dentro uno dei crateri della Luna, aprì il rubinetto e velocemente esplose un getto d acqua. La poveretta si svegliò di soprassalto gonfiandosi rapidamente d acqua come una enorme spugna d argento.

14 L Avaro rideva, rideva per la sua vendetta e la vittima inerme non riusciva a reagire senza mani com èra... si gonfiava e si gonfiava e ancora si gonfiava, gli occhi sempre più spaventati scomparivano dietro la sue enormi guance bianche che si allargavano in ogni dove.

16 Ad un certo punto la pressione divenne talmente forte che all improvviso il tubo saltò fuori dal cratere, ed un fortissimo getto d acqua colpì l Avaro che venne sbalzato fuori dall orbita del mondo come fosse un siluro!!! Dapprima veloce - come una meteora fra le stelle - poi pian pianino cominciò a rallentare: divenne lento, lentissimo...sembrava galleggiare, anzi nuotare: sì sì proprio così! Come il nuotare lento di un piccolissimo pesce dentro un gigantesco mare. Fine

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