Decisione N del 15 luglio 2016

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1 COLLEGIO DI NAPOLI composto dai signori: (NA) MARINARI (NA) CARRIERO (NA) PARROTTA Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (NA) CAPOBIANCO Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (NA) CAMPOBASSO Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore CAPOBIANCO ERNESTO Nella seduta del 07/06/2016 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica FATTO La ricorrente, titolare di impresa individuale e intestataria con altro soggetto associato al ricorso - di un conto corrente presso la banca resistente, afferma che in data traeva un assegno di 786,22 su detto conto. Nel mese di dicembre, riceveva una telefonata dalla banca che gli comunicava il difetto di provvista (per una somma di 29,00 sull importo tratto) e la necessità di provvedere al pagamento a favore del beneficiario della somma di 78,79 a titolo di penale (pari al 10% dell importo dell assegno), pena l iscrizione del proprio nominativo nella Centrale di Allarme Interbancaria. Immediatamente la ricorrente provvedeva quindi al pagamento dell importo richiesto. E nessun preavviso di iscrizione in CAI veniva mai ricevuto. Pag. 2/6

2 Peraltro, il 16 giugno e l 1 luglio 2015, riceveva due verbali della Prefettura con i quali gli si contestava la violazione dell art. 1 Legge 386/90 in relazione a due assegni di 161,01 e di 91,01 tratti a favore di due diverse società. Chiedeva pertanto chiarimenti alla filiale, la quale riferiva che tali verbali erano conseguenti alla revoca della facoltà di emettere assegni, imposta a seguito dell emissione del menzionato assegno di 786,22. Provvedeva quindi la ricorrente al pagamento dei rispettivi importi in favore dei beneficiari, mediante bonifico. Alla luce di quanto sopra, lamenta che la mancata ricezione delle prescritte comunicazioni ex art. 9 bis L. cit. non avrebbe consentito la possibilità di conoscere la sopravvenuta inibizione del diritto ad emettere assegni. Tra l altro negli archivi CAI BI risultavano iscrizioni relative a n. 4 assegni tratti sull intermediario resistente. Sulla base di ciò, la ricorrente chiede all Arbitro di: - accertare l illegittimità del comportamento posto in essere dall intermediario, in particolare per il mancato inoltro della comunicazione di cui all art. 9 bis L. 386/90; - disporre la cancellazione del nominativo della ricorrente dalla CAI; - ripristinare l autorizzazione ad emettere assegni della ricorrente e del soggetto a lei associato nel ricorso; - disporre l annullamento dei verbali emessi dalla Prefettura ed ogni atto prodromico e successivo; - condannare l intermediario al pagamento degli istanti del risarcimento dei danni patiti e patendi tra cui quello da immagine, per il complessivo ammontare di 4000,00 oltre spese di procedura, ovvero, ed in via subordinata da quantificarsi in via equitativa da parte del Collegio. L intermediario controdeduce precisando che al momento della presentazione al pagamento mediante procedura di check truncation - in data l assegno risultava privo di sufficiente provvista, per cui la ricorrente aveva ricevuto comunicazione ex art. 2 della Legge 386/1990. Successivamente, al momento del controllo in Stanza di compensazione, ovvero in data , il titolo riceveva conferma dell esito di cui sopra, essendo sopravvenuta sul conto traente sufficiente liquidità. Pag. 3/6

3 Tuttavia, come previsto dalla Circolare ABI serie tecnica n. 25/2006, l assegno veniva addebitato per il solo importo facciale, oneri accessori esclusi, e quindi restituito alla banca negoziatrice. Per quanto accaduto, la resistente, provvedeva ad inviare alla cliente, mediante raccomandata n , la lettera di preavviso di revoca con allegati i moduli necessari per provvedere all utile effettuazione del pagamento tardivo, così da non incorrere nella conseguente segnalazione in CAI. Tale comunicazione regolarmente trasmessa presso il domicilio eletto, veniva tuttavia restituita al mittente per compiuta giacenza non essendone stato curato il ritiro. In data risultava un cambio di indirizzo della ricorrente dal civico 11 al civico 9, indirizzo presso il quale veniva effettuato l invio della suddetta comunicazione. Non essendo pervenuta, entro il termine di 60 giorni dalla scadenza del termine di presentazione al pagamento (ovvero entro il giorno ), alcuna prova dell effettuazione del pagamento tardivo, il nominativo della ricorrente veniva segnalato nell archivio della Centrale d Allarme Interbancaria. Successivamente, ovvero in pendenza della segnalazione relativa al suddetto assegno, la ricorrente traeva n. 4 assegni, conseguentemente comunicati impagati per difetto di autorizzazione ai sensi dell articolo 1 della Legge 386/1990. A tale esito, conseguiva la segnalazione in CAI per tali titoli, secondo quanto previsto dall art. 9 della Legge 386/1990, per il quale in caso di mancanza di autorizzazione, l iscrizione in CAI è effettuata automaticamente entro il ventesimo giorno dalla presentazione al pagamento del titolo. L intermediario evidenzia poi che ad oggi, il nominativo della ricorrente non risulta censito in CAI, essendo tale revoca scaduta in data 26/7/2015. La resistente conclude pertanto per il rigetto del ricorso. DIRITTO La questioni controverse sottoposte all attenzione Collegio riguardano il mancato rispetto da parte della banca trattaria di due prescrizioni contenute nell art. 9-bis, l. n. 386/1990, recante la disciplina sanzionatoria degli assegni bancari, che meritano di essere partitamente analizzate. Pag. 4/6

4 La prima prevede che il preavviso di revoca venga inviato dalla banca entro il decimo giorno dalla presentazione al pagamento del titolo ; la seconda prescrive che tale comunicazione sia effettuata presso il domicilio eletto dal traente a norma dell art. 9-ter. La ricorrente sostiene che entrambi i precetti sarebbero stati nella specie violati e ne fa discendere la illegittimità della successiva segnalazione del suo nominativo in CAI. Dalla documentazione in atti risulta, in effetti, che la comunicazione di cui si discute è stata inviata dalla banca oltre il termine di dieci giorni dalla presentazione del titolo all incasso ed in un luogo diverso da quello risultante dal contratto. Quanto al mancato rispetto del termine di dieci giorni previsto dall art. 9-bis, l. n. 386/1990, il Collegio di coordinamento (decisione n. 8859/2015) ha però chiarito, con orientamento a cui il presente Collegio intende dare continuità, che esso deve ritenersi dettato nell interesse non già del traente dell assegno, bensì dei terzi che con questi intrattengano rapporti. Lo si evince chiaramente dalle conseguenze che lo stesso legislatore riconnette al mancato rispetto del termine da parte della banca trattaria, la quale rimane obbligata a pagare gli assegni emessi dal traente dopo tale data e fino al giorno successivo alla comunicazione anche se manca o è insufficiente la provvista (art. 9-bis, comma 5, l. n. 386/1990). Ne discende che il mancato rispetto del termine da parte della banca non può essere invocato dal traente del titolo risultato impagato per contestare la legittimità della segnalazione del suo nominativo in CAI, così come del resto già affermato in precedenti decisioni dal Collegio di Roma (dec. n. 5377/2014). Quanto alla seconda questione concernente l invio della comunicazione in luogo diverso da quello dove il cliente ha eletto domicilio, risulta accertato che il domicilio riportato nei contratti reca il numero civico 9 a fronte dell invio della raccomandata al n. civico 11. Non consta in atti peraltro la dichiarazione di elezione domicilio ai fini delle comunicazioni, da rendere obbligatoriamente all atto del rilascio del carnet. Il Collegio ritiene pertanto che l intermediario non ha provato di aver indirizzato correttamente la lettera di preavviso poiché, in mancanza di elezione di un indirizzo diverso, la comunicazione avrebbe dovuto essere effettuata presso l indirizzo del cliente indicato nel contratto e nel registro delle imprese. In questo caso, la norma appare chiaramente dettata a tutela del traente e caratterizzata da un rigoroso formalismo finalizzato a rendere assolutamente certo il domicilio al quale inviare una comunicazione così rilevante per il cliente. Il che ha indotto il Collegio di coordinamento ad affermare che in nessun caso la banca avrebbe potuto indirizzare Pag. 5/6

5 l avviso ad un domicilio diverso (dec. n. 2181/2012), salvo che l effettiva ricezione del preavviso risulti incontestata tra le parti (dec. n. 8859/2015): il che però non è nel caso di specie, in quanto la ricorrente nega di aver mai ricevuto la comunicazione. La segnalazione in CAI contestata dalla ricorrente è pertanto illegittima, essendo stata effettuata in violazione dell art. 9-bis, 2 comma, della legge n. 386 del In merito alle conseguenti domande della ricorrente, dagli atti risulta trascorso il periodo di durata delle segnalazioni contestate. Ciò posto, la domanda della ricorrente rileva soltanto sotto il profilo risarcitorio, atteso che la richiesta di annullamento dei verbali della Prefettura non rientra nella competenza dell ABF. Quanto alla richiesta di risarcimento del danno patrimoniale, tuttavia, il Collegio ritiene che la ricorrente non abbia adeguatamente identificato e provato nel ricorso il danno concretamente sofferto. Per quanto riguarda, invece, il danno non patrimoniale, in considerazione dell accertata illegittimità della segnalazione in CAI e del notevole protrarsi della permanenza del nominativo della ricorrente nella banca dati, l Arbitro ritiene presuntivamente accertata l esistenza della lesione e determina in via equitativa il danno in 1.500,00. P.Q.M. In parziale accoglimento del ricorso, il Collegio dichiara l intermediario tenuto al risarcimento del danno non patrimoniale equitativamente determinato nella misura di euro 1.500,00. Il Collegio dispone inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di 200,00 quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente la somma di 20,00 quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. firma 1 IL PRESIDENTE Pag. 6/6