Piazza del Duomo Pistoia Numero verde Tel Fax C.F. e P.Iva
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1 Piazza del Duomo Pistoia Numero verde Tel Fax C.F. e P.Iva cis 9 9 CENSIMENTO INDUSTRIA E SERVIZI, ISTITUZIONI E NON PROFIT: UN PAESE IN PROFONDA TRASFORMAZIONE Nel corso del 2012 è stato realizzato il 9 Censimento dell Industria e dei Servizi, fondato, da un lato, sui dati di fonte amministrativa contenuti nel registro statistico delle imprese, delle loro unità locali e dei loro occupati, dall altro lato su tre distinte rilevazioni di approfondimento: la rilevazione su un campione di imprese, la rilevazione censuaria delle istituzioni non profit e quella delle istituzioni pubbliche. Il censimento delle imprese e della relativa occupazione è stato realizzato per la prima volta utilizzando esclusivamente informazioni contenute nei registri statistici (Asia) e nelle fonti amministrative. Le maggiori innovazioni introdotte nel processo produttivo sono state inglobate nel registro Asia e saranno replicate annualmente, ivi compreso l aggiornamento annuale del nuovo sistema informativo sull occupazione nel quale ciascuna unità economica è collegata ai record informativi riferiti a ciascuno dei suoi occupati. Nella prima metà dell anno 2012 sono state effettuate tutte le attività di preparazione organizzativa e tecnologica delle tre rilevazioni di approfondimento ed è stata costituita la rete degli uffici di censimento presso le Camere di Commercio. La rete si è avvalsa di un avanzato Sistema di Gestione della Rilevazione completamente fondato sull uso del web. A metà del settembre 2012 sono iniziate le rilevazioni, poi terminate il 20 dicembre Il 78,8% delle imprese, il 58,9% delle istituzioni non profit, il 100% delle istituzioni pubbliche hanno compilato e restituito il questionario via Internet. La diffusione e presentazione dei risultati definitivi ha avuto inizio a luglio I dati definitivi saranno poi resi disponibili gratuitamente attraverso un data warehouse dedicato. Il web è stato infatti protagonista della tornata censuaria sia nella fase di raccolta sia in quella di restituzione. La diffusione e raccolta dei questionari del 9 Censimento dell Industria, dei Servizi e del Censimento delle Istituzioni Non Profit ha avuto il sostegno di una campagna di comunicazione integrata. L operazione censuaria è stata raccontata ai rispondenti attraverso un sistema di segni e di messaggi diffusi per mezzo del web, della stampa quotidiana e di settore, delle radio locali e attraverso partnership e azioni di pubbliche relazioni. E stato realizzato un sito web dedicato che, grazie a testi, immagini e video, ha offerto ai rispondenti tutte le informazioni sulle finalità e le modalità di partecipazione al Censimento. I PRIMI RISULTATI Cresce il non profit, arretra la Pubblica Amministrazione, muta il sistema delle imprese a causa della crisi economica e del cambiamento del contesto competitivo. Il mondo del non profit cresce e si diversifica, la Pubblica Amministrazione si snellisce, il settore delle
2 imprese subisce trasformazioni nel contesto della crisi e della globalizzazione. Alla rilevazione hanno partecipato oltre 300mila organizzazioni non profit, 13mila istituzioni pubbliche e un campione di 260mila imprese (tutte quelle con 20 e più addetti e circa 190mila unità produttive di piccole e piccolissime dimensioni). Innovativa nel metodo e nelle tecniche di rilevazione, l'operazione censuaria si è caratterizzata per un uso quasi capillare del web da parte dei soggetti coinvolti nella compilazione dei questionari. Accanto ai dati tradizionali, alcuni approfondimenti inediti su occupazione, governance, internazionalizzazione e strategie finanziarie costituiscono una solida base informativa per un monitoraggio continuo delle trasformazioni della realtà produttiva italiana. Le dinamiche del sistema produttivo italiano si evincono dal raffronto tra i risultati del 9 Censimento e quelli della precedente edizione; la vivacità del sistema ha subito un rallentamento negli ultimi anni a causa della crisi strutturale che ha investito gran parte dell'europa. Il dinamismo interno al sistema è rappresentato anche da un fenomeno peculiare che emerge dall'indagine: l effetto sostituzione tra un settore e l altro in termini di occupazione e unità economiche. Se, da una parte, diminuisce l'occupazione dipendente nell istruzione e nella sanità e assistenza sociale pubblica (rispettivamente 10,3 per cento e -8,6 per cento), dall'altra aumenta contestualmente nelle stesse attività economiche il numero degli addetti nel non profit (+78mila nell'istruzione, +123mila nella sanità e assistenza sociale) e nelle imprese (rispettivamente +13mila e +148mila). Una conferma del progressivo ampliamento dei servizi di mercato chiaramente misurato dal Censimento. IL RUOLO DEL NON PROFIT Al 31 dicembre 2011 le organizzazioni non profit attive in Italia sono , con un incremento del 28% rispetto al 2001, anno dell'ultima rilevazione censuaria sul settore. Più contenuto, ma sempre positivo, il dato relativo all incremento di istituzioni con addetti (+9,5 per cento) con una crescita del personale dipendente pari al 39,4 per cento rispetto al Il non profit cresce soprattutto nel Nord e nel Centro Italia, con punte più alte di presenza e attività in Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana e Lazio. Il settore conta sul contributo lavorativo di 4,7 milioni di volontari, 681mila dipendenti, 270mila lavoratori esterni e 5mila lavoratori temporanei. Nel tessuto produttivo italiano, il non profit occupa una posizione significativa: il 6,4 per cento delle unità economiche attive. Il settore della cultura e dello sport assorbe il 65 per cento del totale delle istituzioni non profit, seguito dai settori dell'assistenza sociale (con 25mila istituzioni), delle relazioni sindacali e di rappresentanza (16 mila realtà), dell'istruzione e ricerca (15mila istituzioni). Il peso della componente non profit nell assistenza sociale è significativo anche in termini di occupazione con 544 addetti ogni 100 nelle imprese. Quasi la metà dei dipendenti impiegati nelle istituzioni non profit (46,9 per cento) è concentrata in Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna. IMPRESE: DIECI ANNI DI TRASFORMAZIONI Il censimento delle imprese si è articolato su due livelli: il primo ha consentito di migliorare le misurazioni delle caratteristiche strutturali delle imprese e dell occupazione e di misurare con precisione i cambiamenti strutturali manifestatisi tra il 2001 e il 2011; il secondo, basato su una rilevazione che ha coinvolto un campione di 260mila imprese, ha approfondito la conoscenza dei fattori di competitività delle unità produttive, con particolare attenzione a quelle di piccola dimensione. Il confronto tra 2001 e 2011 è fortemente condizionato dal 2008, anno in cui la crisi economica ha investito i sistemi produttivi di tutti i Paesi
3 europei e dell'italia in particolare, interrompendo una fase di crescita che mostrava segni di accelerazione. Al 31 dicembre 2011, le imprese attive sono , con un aumento dell'8,4 per cento rispetto al Sul territorio, si registra un consistente aumento delle imprese nel Sud (12,2 per cento), seguono Centro (11,5 per cento) e Isole (10,7 per cento). Per quanto riguarda l'occupazione, la rilevazione censuaria registra 11,3 milioni di lavoratori dipendenti, 5,1 milioni di indipendenti, 421 mila esterni e 123mila temporanei. L incremento rispetto al 2001 è modesto (+4,5 per cento); tuttavia nel corso del 2011, circa 295mila imprese con almeno tre addetti hanno effettuato nuove assunzioni: la percentuale più alta (31,4 per cento) si registra nell'industria. Per quanto riguarda la governance, si conferma il carattere familiare del sistema imprenditoriale italiano, che vede in oltre il 90 per cento delle imprese con almeno tre addetti una persona fisica come socio principale. Raramente il primo socio ha nazionalità estera, il fenomeno è più frequente in Toscana (5,1 per cento) e Lombardia (4,5 per cento). La proprietà delle microimprese (tra 3 e 9 addetti) appare piuttosto stabile nel tempo: nel 72,7 per cento dei casi non vi è stato nel periodo un passaggio generazionale, né è previsto per il A capo delle microimprese nella maggior parte dei casi si trovano uomini al di sopra dei quarant'anni, diplomati, con precedenti esperienze di lavoro dipendente. Nelle regioni meridionali una minore età media degli imprenditori si associa a una quota mediamente più elevata di imprenditori senza precedente esperienza lavorativa. LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE SI FA PIU PICCOLA, LE ISTITUZIONI CEDONO IL PASSO A IMPRESE E NON PROFIT NEI SETTORI DEL WELFARE. IN CALO I DIPENDENTI, CRESCONO I LAVORATORI ESTERNI Diminuisce il numero di istituzioni pubbliche, che, al 31 dicembre 2011, sono , il 21,8 per cento in meno rispetto alla precedente rilevazione del La riduzione è legata a una serie di interventi normativi e di processi di razionalizzazione che hanno portato negli anni alla trasformazione di enti da diritto pubblico a diritto privato e all'accorpamento tra istituzioni diverse. Il calo è legato ad interventi normativi di modifica della natura giuridica di alcune istituzioni e ai processi di razionalizzazione interni al settore, con molti accorpamenti tra enti. Anche le politiche di limitazione del turnover dei dipendenti hanno concorso al calo nell occupazione. Sono poco più di 2,8 milioni i lavoratori attivi della PA, 116mila i lavoratori esterni, oltre 11mila i temporanei; il numero dei volontari è pari a poco meno di 69mila unità. Rispetto al 2001 gli addetti diminuiscono dell 11,5 per cento (368mila), i lavoratori temporanei del 21,3 per cento (3mila), mentre aumentano in misura considerevole, il 18 per cento, i lavoratori esterni (poco meno di 18mila). La trasformazione della natura giuridica di istituzioni attive nel settore dei servizi assistenziali riduce fortemente (-57 per cento) anche il numero di volontari (Prospetto 1). Prospetto 1. Numero di istituzioni pubbliche e di risorse umane impiegate. Censimenti 2011 e 2001, valori assoluti e variazioni percentuali 2011/ Var. % 2011/2001 Istituzioni pubbliche ,8
4 Istituzioni con addetti (dipendenti) ,3 Addetti (dipendenti) (a) ,5 Lavoratori esterni ,1 Lavoratori temporanei ,3 Volontari ,8 Tra gli enti locali, sono i Comuni ad aver subito la più forte contrazione del numero di addetti (-10,6 per cento, pari ad oltre 50mila unità), minore diminuzione si registra nelle Regioni (-8,6 per cento, pari ad oltre 6mila unità). Solo le Province, le Comunità montane e isolane e le Unioni di comuni hanno aumentato nel decennio i dipendenti (+11,3 per cento le prime, +42,9 per cento le seconde) in coerenza con l aumento del loro numero (da 102 a 109 le prime e da 355 a 573 le seconde). Valle D'Aosta, Sicilia e Provincia autonoma di Trento hanno invece visto aumentare il numero degli addetti in rapporto alla popolazione. Aziende ed Enti del Servizio Sanitario Nazionale diminuiscono del 23,4 % e vedono contrarre gli addetti di oltre 20mila unità (- 3%). La diminuzione del personale dipendente (-24,8 per cento) si riscontra anche nelle altre istituzioni pubbliche (Camere di Commercio, ordini e collegi professionali, università ed enti di ricerca, che nel complesso diminuiscono del 53,1 %). Significativa anche la contrazione (-14,2 per cento) del numero di addetti negli Organi a rilevanza costituzionale e nelle Amministrazioni dello Stato: Ministeri, Agenzie dello Stato, Presidenza del Consiglio. TABELLE Seguono alcuni schemi consuntivi, aventi per oggetto Il Sistema produttivo nel complesso dei suoi valori assoluti, la visualizzazione de I cambiamenti rispetto al 2001 (tratti da una presentazione del dr. Mancini, ISTAT) e, con riferimento alle imprese, il quadro dei Lavoratori dipendenti per ripartizione geografica e qualifica e dei Lavoratori dipendenti secondo il sesso e la nascita (nati in Italia o all estero) (tratti da una presentazione del dr. Calzaroli, ISTAT).
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