[Estensore] Avv. Michele Maccarone Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario

Transcript

1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai Signori: Dott. Giuseppe Marziale Presidente Prof. Avv. Pietro Sirena Avv. Bruno De Carolis Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Membro designato dalla Banca d'italia Avv. Michele Maccarone Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario Prof. Avv. Maddalena Rabitti Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del 15/03/2013 dopo aver esaminato: il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, FATTO La ricorrente ha affermato che: -avrebbe ottenuto dalla banca resistente un finanziamento di ,80 e la concessione di una linea di credito di 8.215,47; - nel novembre del 2011, al fine di estinguere i propri debiti (tra cui quello di ,70 nei confronti della banca resistente), la ricorrente avrebbe richiesto a un altra banca l erogazione di un contributo di ,00 a carico del Fondo per la prevenzione del fenomeno dell usura, previsto dall art. 15 della legge 7 marzo 1996, n. 108 (Disposizioni in materia di usura); -l accoglimento di tale richiesta le sarebbe stato comunicato il 16 marzo 2012 e prontamente portato a conoscenza della banca resistente; -il 30 aprile 2012, quest ultima avrebbe accettato una proposta di transazione della ricorrente, specificando che il pagamento della somma di denaro pattuita a saldo sarebbe dovuto avvenire entro il 30 maggio 2012; -tale pagamento sarebbe stato effettuato il 23 maggio 2012; -il 30 aprile 2012 la banca resistente avrebbe ciononostante segnalato il nominativo della ricorrente alla c.d. Centrale di Allarme Interbancaria, sezione CARTER (Carte revocate); -il 5 giugno 2012, la banca resistente avrebbe inoltre appostato a sofferenza dall aprile del 2012 i propri crediti nei confronti della ricorrente; -sarebbe stato così violato il dovere generale di buona fede; -nonostante Pag. 2/6

2 la transazione conclusa con la ricorrente, la banca resistente avrebbe altresì segnalato alla Centrale dei Rischi che il proprio credito era stato passato a perdita dal maggio del Ciò premesso, la ricorrente ha chiesto che: -sia ordinato alla banca resistente di cancellare i dati della ricorrente dalla Centrale d Allarme Interbancaria e da quella dei Rischi presso la Banca d Italia; -sia condannata inoltre al rimborso delle spese legali, da determinarsi in via equitativa. La banca ha resistito al ricorso affermando che: -le suddette segnalazioni alla Centrale dei Rischi e a quella di Allarme Interbancaria sarebbero state effettuate correttamente; -la richiesta della ricorrente di ottenere un finanziamento a carico del Fondo per la prevenzione del fenomeno dell usura sarebbe indicativa del fatto che ella si sia trovata in una situazione di oggettiva difficoltà economica e di effettivo bisogno; -sarebbero pertanto sussistiti senz altro i presupposti affinché il suo nominativo fosse segnalato a sofferenza alla Centrale dei Rischi; -dichiarata il 5 aprile 2012 la decadenza della ricorrente dal beneficio del termine, tale segnalazione le sarebbe stata preventivamente comunicata il 10 aprile 2012 e sarebbe stata trasmessa alla Centrale dei Rischi il 30 aprile 2012; -il 28 maggio 2012, la ricorrente avrebbe effettuato il pagamento concordato con la banca resistente a saldo del suo debito e il passaggio a perdita della frazione non recuperata sarebbe stato tempestivamente segnalato alla Centrale dei Rischi; -il 5 aprile 2012, sarebbe stata effettuata la segnalazione del nominativo della ricorrente alla Centrale di Allarme Interbancaria, dandogliene avviso mediante un telegramma di pari data; -laddove la banca ricorrente avesse cancellato le segnalazioni presso le suddette banche dati, avrebbe tenuto un comportamento contrario al dovere generale della buona fede, in quanto avrebbe favorito il possibile sovraindebitamento della ricorrente. Ciò premesso, la banca resistente ha chiesto che il ricorso sia respinto, perché infondato. DIRITTO Per quanto riguarda l appostamento del credito a sofferenza dall aprile del 2012 presso la Centrale dei Rischi, si deve premettere che, secondo quanto è previsto dalla circolare della Banca d Italia n. 139 dell 11 febbraio 1991 (14 aggiornamento del 29 aprile 2011), «nella categoria di censimento sofferenze va ricondotta l intera esposizione per Pag. 3/6

3 cassa nei confronti di soggetti in stato di insolvenza, anche non accertato giudizialmente, o in situazioni sostanzialmente equiparabili, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dall azienda. [ ] L appostazione a sofferenza implica una valutazione da parte dell intermediario della complessiva situazione finanziaria del cliente e non può scaturire automaticamente da un mero ritardo di quest ultimo nel pagamento del debito. La contestazione del credito non è di per sé condizione sufficiente per l appostazione a sofferenza» (sez. 2, 1.5. Sofferenze). Questo Arbitro ha più volte ribadito che, laddove tali regole non siano rigorosamente rispettate, la segnalazione a sofferenza effettuata alla Centrale dei Rischi è illegittima e la banca segnalante è pertanto obbligata a ottenere la sua cancellazione (v., ad es., decisioni ABF, Collegio di Roma, n del 2012, n del 2012 e n del 2012). Questo Arbitro ha inoltre avuto occasione di precisare che «la concessione di un piano di rientro (che risulta in corso di regolare adempimento) e, da ultimo, l accoglimento dell istanza di adesione al Fondo di solidarietà, costituiscono un indice sintomatico non controvertibile del fatto che alle difficoltà economiche della resistente era stato, dal medesimo intermediario, riconosciuto un carattere soltanto transitorio, non compatibile logicamente con lo stato di sofferenza, che presuppone la grave e non transitoria difficoltà economica dell affidato, tale da giustificare la prognosi di in capienza del suo patrimonio e dunque di definitiva irrecuperabilità del credito oggetto di segnalazione» (decisione ABF, Collegio di Roma, n del 2012). In particolare, la banca resistente ha comunicato alla ricorrente mediante la lettera del 30 aprile 2012 (allegata al ricorso come doc. 30) la propria disponibilità «ad accogliere la proposta di definizione transattiva avanzata», sia pure «in via del tutto eccezionale». A ciò consegue che il 30 aprile 2012, indipendentemente dal fatto che il pagamento pattuito sia stato eseguito dalla ricorrente soltanto il 23 maggio 2012 (com è affermato a p. 3 del ricorso) ovvero il 28 maggio 2012 (com è affermato a p. 1 delle controdeduzioni), la banca resistente ha evidentemente ritenuto che la ricorrente stessa non si trovasse in una situazione sostanzialmente equiparabile allo stato di insolvenza, ma che, al contrario, sussistessero ragionevoli possibilità che, sia pure tardivamente e soltanto in parte, ella provvedesse al ripianamento della propria esposizione debitoria, secondo quanto concordato appunto in sede transattiva. Inoltre, e contrariamente a quanto affermato dalla banca resistente (p. 1 delle controdeduzioni), il fatto che la ricorrente avesse ottenuto l erogazione del finanziamento Pag. 4/6

4 previsto dall art. 15, 6 comma, della già richiamata legge n. 108 del 1996 non solo non prova affatto che ella si trovasse in una situazione sostanzialmente equiparabile allo stato di insolvenza, ma anzi lo esclude. La medesima disposizione di legge prevede infatti che «le fondazioni e le associazioni per la prevenzione del fenomeno dell usura prestano garanzie alle banche ed agli intermediari finanziari al fine di favorire l erogazione di finanziamento a soggetti che, pur essendo meritevoli in base ai criteri fissati nei relativi statuti, incontrano difficoltà di accesso al credito». Ne consegue che la segnalazione a sofferenza del nominativo della ricorrente, effettuata alla Centrale dei Rischi il 30 aprile 2012 (secondo quanto affermato dalla stessa banca resistente a p. 1 delle controdeduzioni), è illegittima senz altro e deve essere pertanto cancellata. Per quanto riguarda invece l iscrizione del nominativo della ricorrente nella c.d. Centrale di Allarme Interbancaria, segmento CARTER (Carte revocate), si deve rilevare che, ai sensi dell art 10-bis della legge 15 dicembre 1990, n. 386 (Nuova disciplina sanzionatoria degli assegni bancari) e dell art. 7 del d.m. 7 novembre 2001, n. 458 (Regole sul funzionamento dell archivio informatizzato degli assegni bancari e postali e delle carte di pagamento), il suo presupposto è costituito dalla revoca dell autorizzazione all utilizzo di una carta di credito. Il fatto che la banca resistente abbia revocato l autorizzazione all utilizzo di un carta di credito non è stato contestato dalla ricorrente. D altro canto, se è vero che è sprovvisto di qualsiasi prova l assunto della banca resistente (p. 1 delle controdeduzioni) secondo cui la ricorrente sarebbe stata preventivamente informata della segnalazione di cui si tratta mediante un telegramma inviatole il 5 aprile 2012, è altresì vero che l eventuale violazione dell obbligo di informazione preventiva che è previsto dall art. 125, 3 comma, t.u.b. non determinerebbe comunque l illegittimità della segnalazione di cui si tratta (decisioni ABF, Collegio di Roma, n. 937 del 2013, n del 2012 e n del 2012). La domanda di cancellazione del nominativo della ricorrente dalla Centrale di Allarme Interbancaria deve essere pertanto respinta. Per quanto attiene infine alle spese legali sostenute ai fini del ricorso a questo Arbitro, si deve premettere che esse rilevano come un danno patrimoniale risarcibile «là dove sia dimostrato che la parte ricorrente si sia avvalsa, nell intero snodo procedimentale che va dal reclamo al ricorso, dell ausilio di un difensore sopportandone il relativo costo» (decisione ABF, Collegio di Coordinamento, n del 2012). In tale valutazione, questo Arbitro «deve naturalmente attenersi a criteri di estrema prudenza, che includono Pag. 5/6

5 l accertamento dell effettivo sostenimento dell onere defensionale, della sua funzionalità alla gestione del procedimento, della ragionevolezza e coerenza dell importo richiesto rispetto al valore e alla complessità della controversia, risultando pertanto l importo di tale componente di pregiudizio stimabile anch esso in via equitativa» (decisione ABF, Collegio di Coordinamento, n del 2012). Nel caso di specie, risulta accertato l effettivo sostenimento dell onere defensionale da parte dell avvocato della ricorrente. Non essendo stata data una prova certa dell ammontare delle spese legali a tal fine sostenute, questo Arbitro ritiene che, ai sensi dell art c.c., esse possano essere equitativamente determinate in 500,00. In accoglimento del ricorso, questo Arbitro condanna pertanto la banca resistente a porre in essere gli adempimenti necessari al fine di ottenere che sia cancellata la segnalazione a sofferenza del nominativo della ricorrente dalla Centrale dei Rischi; la condanna inoltre al pagamento di 500,00 a titolo di risarcimento del danno, respingendo le domande restanti. P.Q.M. Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone inoltre che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. firma 1 IL PRESIDENTE Pag. 6/6