Parte Prima LA RISOLUZIONE GIUDIZIALE

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1 INDICE Parte Prima LA RISOLUZIONE GIUDIZIALE Capitolo I PROFILI GENERALI 1. L oggetto della ricerca. Ritardo nell adempimento ed adempimento tardivo: profili definitori L esigenza di un indagine di sistema Le facoltà del creditore nella disciplina generale delle obbligazioni: facoltà satisfattive, facoltà dispositive, facoltà sanzionatorie La visione «geometrica» del codice civile: le facoltà creditorie nella disciplina generale delle obbligazioni ed in quella del contratto. Ipotesi di lavoro Un primo approccio alle facoltà del creditore nella disciplina della risoluzione giudiziale per inadempimento: domanda di adempimento e domanda di risoluzione (Segue): facoltà del creditore «ad esercizio giudiziale». La «costitutività» della sentenza di risoluzione per inadempimento contrattuale L incidenza del decorso di un considerevole lasso di tempo ai fini dell esercizio della facoltà satisfattiva del contraente non inadempiente: il tema della tutela delle ragioni della controparte Capitolo II I REQUISITI DELL INADEMPIMENTO CONTRATTUALE NEL PRISMA DEL «RITARDO» 1. Premessa: i requisiti dell inadempimento. I termini del problema a proposito della «imputabilità» (Segue): imputabilità e cause di giustificazione La «non scarsa importanza» del ritardo nell adempimento alla luce dell attuale disciplina codicistica. Significato «soggettivo» e significato «oggettivo» nell elaborazione tradizionale... 49

2 XII Indice 3. L alterazione della causa (concreta) nel giudizio sulla non scarsa importanza dell inadempimento Applicazioni di fronte al ritardo nell adempimento. Ipotesi esemplificative La dichiarazione del debitore di non voler adempiere o la sua condotta che renda certo l inadempimento futuro: sulla rilevanza o meno di queste circostanze ai fini della domanda di risoluzione del contratto L onere probatorio relativo all inadempimento di «non scarsa importanza» Capitolo III IL RAPPORTO TRA DOMANDA DI ADEMPIMENTO E DOMANDA DI RISOLUZIONE: REGOLE ASIMMETRICHE E RATIO DELLA DISCIPLINA CODICISTICA 1. La facoltà di domandare la risoluzione del contratto anche quando, in precedenza, sia stato domandato l adempimento della prestazione Sulla possibilità di domandare la risoluzione del contratto (dopo che in precedenza sia stato domandato l adempimento) in base ad una diversa causa petendi La preclusione della domanda di adempimento dopo la domanda giudiziale di risoluzione: considerazioni generali La preclusione della domanda di adempimento quando sia stata domandata la risoluzione in sede giudiziale (e non quando la volontà di ottenere lo scioglimento sia stata manifestata stragiudizialmente) Sulla possibile emendatio della domanda di risoluzione in domanda di adempimento, a seguito del comportamento processuale del convenuto. Considerazioni critiche Ipotesi specifiche in cui è possibile chiedere l adempimento quando sia stata domandata, in precedenza, la risoluzione: l estinzione del giudizio ed il rigetto della domanda di risoluzione (Segue): la posizione del contraente inadempiente a fronte della domanda di adempimento (formulata successivamente all estinzione del giudizio di risoluzione o al rigetto della domanda di scioglimento del contratto) Capitolo IV IL DIVIETO DI ADEMPIMENTO DOPO LA DOMANDA DI RISOLUZIONE 1. I precedenti all art. 1453, 3 o co., c.c.: la tesi prevalente, fino agli anni Venti del secolo scorso, secondo cui la parte inadempiente avrebbe potuto eseguire la prestazione anche dopo l instaurazione del giudizio per la risoluzione del contratto

3 Indice XIII 1.1. Le varie giustificazioni a favore dell adempimento successivo all instaurazione del giudizio di risoluzione: a) ragioni di ordine sostanziale e sistematico b) ragioni di ordine processuale c) ragioni di ordine pratico del commercio giuridico L emersione, negli anni Venti e Trenta del secolo scorso, di alcune valutazioni critiche: le esigenze di tutela del creditore La tesi che distingueva le «obbligazioni civili» (per le quali si considerava consentito l adempimento tardivo dopo la domanda di risoluzione) dalle «obbligazioni commerciali» (per le quali, attraverso un riferimento testuale, si riteneva precluso l adempimento dopo la domanda di risoluzione) I tentativi di introdurre limitazioni all adempimento tardivo anche per le obbligazioni civili L ultima fase dei codici ottocenteschi. L affermazione, sia per le obbligazioni civili sia per le obbligazioni commerciali, della possibilità dell adempimento tardivo fino al momento della domanda di risoluzione del contratto: a) l argomento processuale b) l argomento sostanziale La ricezione, da parte del codice civile del 1942, dell idea affermatasi, in giurisprudenza ed in dottrina, negli ultimi anni di vigenza dei codici ottocenteschi. L importanza dei «Progetti» del codice del commercio (Progetto Vivante e Progetto D Amelio) L attuale disciplina codicistica: l impossibilità, per l inadempiente, di eseguire la prestazione dopo che sia stata domandata la risoluzione del contratto L offerta della prestazione dopo la domanda di risoluzione del contratto e l accettazione del creditore. Possibili scenari La disciplina speciale e l adempimento tardivo dopo la promozione del giudizio ad opera della parte non inadempiente Capitolo V IL RIFIUTO DELLA PRESTAZIONE TARDIVA PRIMA DELLA PROPOSIZIONE DELLA DOMANDA GIUDIZIALE DI RISOLUZIONE 1. Sulla rifiutabilità della prestazione tardiva prima della domanda di risoluzione: impostazione del problema Soluzioni dottrinali e giurisprudenziali Sintesi e proposta ricostruttiva. Il rifiuto della prestazione tardiva quale «facoltà» sanzionatoria del creditore Il rifiuto della prestazione da parte del creditore e l onere del debitore di offrire formalmente la prestazione

4 XIV Indice Capitolo VI LA SORTE DEL CONTRATTO DI FRONTE ALLA DOMANDA DI RISOLUZIONE DI ENTRAMBI I CONTRAENTI E DI FRONTE ALLA SENTENZA CHE RIGETTA LA DOMANDA DI SCIOGLIMENTO DEL CONTRATTO 1. La domanda di risoluzione da parte di entrambi i contraenti e le conseguenze in ordine alla sorte del contratto a seguito della sentenza di rigetto La perdita di interesse alla prestazione o l alterazione dell equilibrio contrattuale, successivamente alla sentenza che rigetta la domanda o le domande giudiziali di risoluzione per inadempimento L inadempimento accertato di entrambi i contraenti. Conseguenze in ordine alla sorte del contratto Capitolo VII IL PROBLEMA DELLA PREVENTIVA MESSA IN MORA DEL DEBITORE PRIMA DELLA DOMANDA DI RISOLUZIONE DEL CONTRATTO 1. Sulla necessità o meno della costituzione in mora prima della domanda giudiziale di risoluzione del contratto per ritardo nell adempimento: la tesi positiva ed i suoi «correttivi» Un reviremenent nelle enunciazioni di principio dei Giudici, a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta del secolo scorso L affermazione di una serie di «regole giurisprudenziali» che finiscono per ridimensionare (o escludere) la necessità di una preventiva messa in mora del debitore Alcune valutazioni critiche L emersione recente dell indirizzo che esclude la necessità della preventiva costituzione in mora per la risoluzione del contratto La distinzione concettuale tra «mero ritardo» e «mora» (ed effetti specifici di quest ultima) (Segue): le ragioni che escludono la necessità della preventiva costituzione in mora del debitore, con riferimento specifico alla domanda di risoluzione del contratto per inadempimento L assenza della preventiva costituzione in mora e l esigenza di tutelare il debitore inadempiente da possibili iniziative «a sorpresa» del creditore: un binomio compatibile Capitolo I IL TERMINE ESSENZIALE Parte Seconda LA RISOLUZIONE DI DIRITTO 1. Le risoluzioni di diritto: premessa

5 Indice XV 2. Il termine essenziale ed i precedenti all art c.c.: l art. 69 del codice del commercio del L orientamento dominante sul «termine essenziale», inteso come rimedio risolutorio di carattere generale, prima dell entrata in vigore del codice civile del Le ragioni per cui, nella legislazione vigente, la scadenza del termine essenziale consente comunque al creditore di chiedere l adempimento tardivo Le questioni aperte, a seguito dell entrata in vigore del codice del 1942, sulla risoluzione del diritto per decorso del termine essenziale: enunciazione dei problemi L essenzialità del termine in senso oggettivo. Proposta ricostruttiva: la perdita definitiva dell interesse alla prestazione Conseguenze della ricostruzione proposta in ordine all essenzialità del termine nei contratti di durata. Ulteriori spunti ricostruttivi (l accertamento dello scopo concreto delle parti nel contratto) (Segue): ricognizione casistica. L accertamento della essenzialità oggettiva del termine alla luce della «causa concreta» del contratto L essenzialità «soggettiva» del termine: inquadramento della questione L accertamento della volontà delle parti di fissare «soggettivamente» un termine essenziale La clausola pattizia sul termine essenziale soggettivo: tecniche redazionali Le clausole «entro e non oltre il termine»: critica alla loro configurazione come «clausole di stile» La clausola che prevede un termine essenziale e la clausola risolutiva espressa: un possibile criterio di distinzione Il momento in cui si verifica la risoluzione di diritto: l alternativa tra il momento della scadenza del termine essenziale e quello della scadenza dello spatium deliberandi previsto dall art c.c Argomenti favorevoli alla tesi che riconduce l effetto risolutivo allo spirare dei tre giorni successivi alla scadenza del termine essenziale L adempimento tardivo del debitore (dopo che sia scaduto il termine essenziale e prima che si sia verificato l effetto risolutivo). Sulla possibilità, per il creditore, di rifiutare la prestazione tardiva La domanda di adempimento tardivo del creditore dopo la scadenza del termine essenziale ed entro lo spatium deliberandi: la disciplina applicabile al rapporto contrattuale La richiesta di adempimento dopo il verificarsi dell effetto risolutorio

6 XVI Indice Capitolo II LA CLAUSOLA RISOLUTIVA ESPRESSA 1. La «condizione risolutiva tacita» ed il patto commissorio, in tema di vendita di immobili, nel codice civile napoleonico. Il dibattito nella dottrina francese e la sua influenza su quella italiana successivamente all emanazione del codice civile del I progetti di riforma del codice civile e del codice del commercio italiano. La previsione di una norma generale sul patto commissorio nell art. 255 del progetto preliminare del Libro delle Obbligazioni del L art c.c. I problemi risolti dalla disciplina codicistica e quelli aperti: enunciazione delle questioni Le clausole che prevedono la risoluzione di diritto a seguito dell inadempimento, in generale, delle prestazioni contrattuali. La loro qualifica, da parte della giurisprudenza, come «clausole di stile» I tratti differenziali tra clausola risolutiva espressa e clausola che prevede il termine essenziale soggettivo: rinvio ai criteri distintivi già proposti ed ulteriori considerazioni (in particolare, l attribuzione convenzionale dell importanza dell inadempimento) Il momento in cui si verifica l effetto risolutivo di diritto: l alternativa fra l inadempimento o la dichiarazione del contraente di volersi avvalere della clausola Natura della dichiarazione del contraente di volersi avvalere della clausola risolutiva espressa e modalità di esercizio Il contenuto della dichiarazione di volersi avvalere della clausola risolutiva espressa La possibilità, per il debitore, di adempiere dopo la scadenza del termine previsto nella clausola risolutiva espressa. Il rifiuto da parte del creditore e le conseguenze in ordine alla sorte del contratto L accordo delle parti sull esecuzione della prestazione, successivamente alla dichiarazione del creditore di volersi avvalere della clausola risolutiva espressa Il ritardo nell adempimento del debitore, nei contratti di durata, e la tolleranza del creditore. Conseguenze in ordine alla successiva possibilità di far valere la clausola risolutiva espressa. La buona fede contrattuale La questione della vessatorietà o meno della clausola risolutiva espressa ai sensi dell art. 1341, 2 o co., c.c. L impostazione tradizionale del problema Considerazioni critiche. Sulla vessatorietà della clausola risolutiva espressa ai sensi della disciplina codicistica. La problematica in esame di fronte alla clausola che preveda un termine essenziale soggettivo La vessatorietà alla luce della disciplina del Codice del Consumo (artt. 33 ss.)

7 Indice XVII Capitolo III LA DIFFIDA AD ADEMPIERE 1. La diffida ad adempiere ed i suoi precedenti nel progetto D Amelio del codice di commercio del 1925 e, ancor prima, nell art. 67 codice del commercio del Le questioni aperte, sulla diffida ad adempiere, nell attuale formulazione del codice civile La non scarsa importanza dell inadempimento quale elemento della fattispecie complessa della diffida ad adempiere. L eccezione di inadempimento del debitore Il momento in cui deve verificarsi la «non scarsa importanza dell inadempimento». Conseguenze in ordine ai profili applicativi della diffida ad adempiere Sulla possibilità o meno, per il creditore intimante, di rifiutare la prestazione dopo l assegnazione al debitore di un termine per l adempimento, nonché di revocare e modificare la diffida. Gli argomenti che giustificano l opinione negativa L adempimento o l offerta di adempimento dopo la scadenza del termine contenuto nella diffida. L inizio dell esecuzione della prestazione prima della scadenza del termine (senza che, però, la stessa sia stata eseguita per intero) La duplice natura della diffida ad adempiere: satisfattiva e sanzionataria. Conseguenze in ordine alla tecnica redazionale. La forma della diffida Bibliografia