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11 Grazie ai dati raccolti dalla Fondazione Leone Moressa è possibile comprendere la struttura dei redditi delle famiglie immigrate e comprenderne gli effettivi livelli. Le prime considerazioni che si rilevano, considerata la crisi economica, sono rappresentate della marginalizzazione di questi nuclei famigliari, infatti nella maggior parte dei casi è il capo famiglia il principale produttore di reddito e un eventuale perdita del lavoro costituisce un crollo immediato nella soglia della povertà. Con queste premesse non dobbiamo costruire un immaginario obsoleto della famiglia straniera, infatti lo stereotipo della famiglia immigrata situata ai margini sociali ad oggi è sorpassata, soprattutto in vista della crescente voglia di stabilizzazione e di investimento nel nostro Paese. Non dimentichiamo che gli stranieri generano una consistente domanda nei consumi sia di prima necessità sia di beni voluttuari. Secondo il bilancio delle famiglie italiane effettuato dalla Banca d Italia possiamo apprendere che il 40% delle famiglie straniere vive sotto la soglia della povertà. In media queste famiglie hanno un reddito annuo di euro, derivante da lavoro dipendente e il consumo medio annuo è di euro, il risparmio medio annuo per le famiglie immigrate è di 636 euro. I risparmi non vengono investiti ma vengono depositati in banca in conti correnti di cui il saldo medio è di euro. Secondo la relazione dell Associazione Bancaria Italiana nel 2010 i conti correnti intestati a clienti immigrati ammontano a con un valore che registra un aumento del 7.9% rispetto al In questo scenario è poco presente il Sud Italia che vede la presenza del 5% di conti correnti a fronte di una percentuale di residenti pari al 12%. Interessante riscontrare anche la panoramica di questi nuovi correntisti che per 96,5% è costituita da consumatori e per il restante dei correntisti da piccoli imprenditori. Il 33% dei correntisti consumatori ha avviato un rapporto di credito con la propria banca. Dal 2007 al 2009 analizzando i prodotti e servizi bancari si rileva che sono sensibilmente diminuiti i valori dei trasferimenti delle rimesse che ad oggi ammontano secondo l ABI a 210 milioni suddivise in operazione del valore medio di ogni

12 transazione intermediata dalle banche di euro. Si è inoltre ridotto l utilizzo delle carte prepagate mentre si rileva un aumento di servizi di internet banking, custodia e amministrazione di titoli e credito al consumo. Solo una parte marginale delle famiglie straniere decide di investire i propri risparmi i quali sono così distribuiti: - 84,4% denaro depositato in conti correnti bancari e postali - 0,9% obbligazioni - 0,4% titoli di stato - 1,1 % altre forme di investimento. Questo comportamento è differente dalle famiglie italiane che mediamente investono il 13,1% in obbligazioni o quote di fondi comuni. I risparmi spesso vengono destinati ai paesi di origine: il 67% degli immigrati intervistati dallo studio sopracitato dichiara di inviare regolarmente denaro verso il proprio paese di provenienza e, se si analizzano i dati delle banche unitamente ad uffici postali e agenzie di money tranfer e si ipotizzano i flussi di denaro non ufficiali, le rimesse ammontano a oltre 6 miliardi di euro all anno. Gli stili di vita delle famiglie immigrate si sono avvicinati sensibilmente alla realtà quotidiana dell Italiana, difatti il sentimento di stabilizzazione diventa una variabile essenziale che influisce nei comportamenti di consumo e risparmio. Il 58% degli intervistati in un analisi del Censis effettuata su un campione di 800 unità rivela di voler soggiornare a lungo nel nostro Paese, aspirando a una vita migliore di quella vissuta nei paesi di origine. Da questa analisi inoltre emergono segnali di ottimismo verso la stabilizzazione in Italia infatti:

13 il 70% afferma che nei mesi a venire il loro reddito aumenterà sensibilmente il 61% ritiene che ne prossimo futuro incrementerà la propria capacità di spesa il 42% prevede l incremento delle attività di risparmio. Per rintracciare i comportamenti di consumo, si riprendono i segmenti esposti nel paragrafo precedente, che esaminati dal punto di vista economico fanno emergere i dati relativi alla loro quotidianità. I comportamenti economici tra italiani e stranieri sono molto simile infatti la quasi totalità dei consumi è rappresentata da beni non durevoli: 94,3% per le famiglie straniere 93,5% per le famiglie italiane mentre per i beni durevoli: 5,7% per le famiglie straniere 6,5% per le famiglie italiane. Gli stranieri generalmente utilizzano per i pagamenti il contante, e più precisamente nel 52,3% dei casi contro il 42,2% degli italiani. Tra gli altri metodi di pagamento gli stranieri prediligono il bancomat nell 86% dei casi, seguito dalla carta di credito. Per il basamento, ossia la fascia più bassa di reddito che assorbe gli immigrati da poco presenti sul nostro territorio, le disponibilità di spesa sono molto limitate e le scelte di acquisto sono quasi interamente indirizzate e guidate dal fattore prezzo, il fattore qualità non è un criterio preso in considerazione. In questo caso le scelte di consumo sono orientate verso gli hard discount e i mercati rionali. Il basso reddito non permette investire su beni durevoli.

14 Il segmento intermedio vede coinvolti gli immigrati presenti sul territorio dagli anni 90, generalmente con un buon livello di istruzione e che hanno già indirizzato le loro scelte alla stabilizzazione permanente in Italia. I loro redditi che non possono essere definiti elevati vedono però un indirizzo di acquisto verso consumi che mediano tra qualità e prezzo, i luoghi di acquisto sono quasi sempre i grandi supermercati, i mercati rionali e alcune volte nei negozi di qualità del quartiere. La previsione di restare permanentemente in Italia incrementa le spese in prodotti elettronici e di arredamento. Lo stile di vita generale di questo segmento è accomunato da comportamenti moderati e responsabili. Per il segmento medio alto, quello composto da immigrati stabili dagli anni 90 e con redditi elevati rispetto alla media, si registrano dei comportamenti di vita simili alle famiglie italiane. La maggior parte di questi immigrati ha un lavoro con un contratto a tempo indeterminato. I comportamenti di consumo sono rivolti ad una buona mediazione tra qualità e prezzo e i prodotti acquistati sono di medio-alta qualità. I beni durevoli notano un sensibile incremento in questo segmento. Anche se gli stili di vita si stanno avvicinando, la disparità tra famiglie di nuovi cittadini e famiglie di cittadini italiani è molto sensibile. A prima vista potrebbe non sembrare così infatti, analizzando i beni posseduti dagli intervistati, emerge che gli stili di vita sono generalmente simili a quelli degli italiani, eccetto sui mezzi di informazione. Infatti se quasi il 100% degli intervistati possiede un telefono cellulare, solo il 12,1% possiede un accesso a internet, l 82,9% possiede un televisore e solo il 22,3% un personal computer.

15 Se per gli italiani l hard discount è frequentato dal 12,5% nel caso degli immigrati la percentuale sale al 45,5%, mentre vediamo valori molto simili se parliamo di centri commerciali con un 77,7% di immigrati che li frequentano non lontano dall 85% degli italiani. Mentre quasi esclusi dai criteri italiani sono i negozi che vendono prodotti stranieri che nel caso degli immigrati pesano per il 11,2%. La differenza più sostanziale è rappresentata dal reddito, infatti una famiglia italiana risulta avere il 45% in più, ugualmente il consumo medio è molto superiore calcolato in euro. Un altra grande disparità è nelle classi di reddito dove negli stranieri esiste una forte disparità. La Fondazione Moressa in uno studio riguardante in disagio delle famiglie straniere evidenzia alcuni dei punti fondamentali per la comprensione della problematica: il 25% delle famiglie straniere ritiene di arrivare con difficoltà a fine mese a differenza del 16% di quelle italiane la casa grava per il 61% per gli stranieri e per il 52% per gli italiani il riscaldamento grava per il 16,4% per gli stranieri e per l 11% per gli italiani una spesa di 750 euro imprevista non è sostenibile per il 58,8% dagli stranieri e per il 30% dagli italiani per quanto riguarda i beni alimentari nel 10,8% delle famiglie straniere ci sono state difficoltà economiche per acquistare beni alimentari (il 30,4% per le spese di vestiario, il 15,8% per le spese mediche e il 15% per i trasporti), nel caso degli italiani il 5,8% l automobile è un bene di più difficile acquisto da parte degli immigrati, infatti il 13,2% dei nuclei famigliari non ha la macchina mentre solo il 3,2% delle famiglie italiane non ne è provvista.

16 Un aspetto singolare è che le difficoltà delle famiglie straniere sono a macchia di leopardo, cioè sono presenti in tutto il territorio con valori più meno simili, mentre per quelle italiane il meridione risulta avere più difficoltà a livello nazionale. Le maggiori concentrazioni di nuclei famigliari in difficoltà si hanno nel sud-italia e nel nord-ovest. Uno dei problemi di maggior peso è l inclusione bancaria degli immigrati nel settore del credito. Essi risultano un nuovo segmento per gli operatori creditizi, secondo un indagine condotta dal Censis E-st@t Gruppo Delta I consumi e accesso al credito degli immigrati stranieri, sono emersi alcuni elementi essenziali che si riportano di seguito per punti: la domanda di credito e la propensione all indebitamento risultano piuttosto diffuse tra la popolazione immigrata è consistente la percentuale di stranieri che fa ricorso al credito al consumo e si profila molto ampia la quota di mercato rappresentata da nuovi potenziali fruitori di tali forme di finanziamento l uso di strumenti di gestione e di risparmio di denaro, come il conto corrente e la carta Bancomat è ormai molto diffuso e lascia presagire un rapporto non problematico e non difficoltoso (per il semplice fatto di essere stranieri) con il sistema delle banche assume già oggi valori interessanti il numero di famiglie impegnate o interessate a sottoscrivere un mutuo per la casa, delineando in questo modo un ulteriore segmento di mercato interessante nell ambito dei finanziamenti immobiliari. Il 42% degli intervistati ha richiesto forme diverse di pagamento dilazionato nel tempo, tale percentuale aumenta con il crescere del reddito.

17 Dall intervista inoltre risulta che il 40% si rivolge a reti amicali per i finanziamenti, il 38% al sistema bancario, il 30% alle agenzie finanziarie, il 17,2% si indirizza verso la rateizzazione proposta dai venditori e solo il 1,6% si rivolge per il prestito a Poste Italiane. L analisi delle modalità dell accesso al credito aiuta a comprendere il comportamento economico degli immigrati, dallo studio del 2012 della Fondazione Moressa sull inclusione finanziaria degli immigrati emerge che la prima soluzione verso cui si orientano i nuovi cittadini sono i servizi di credito offerti dalla società finanziarie piuttosto che dalle banche per i seguenti motivi: - l offerta delle banche non incontra le esigenze degli stranieri - le società finanziarie sono più veloci nelle procedure e nell erogazione - le società finanziarie richiedono meno documentazione - le società finanziarie hanno maggiore flessibilità - le società finanziarie considerano i flussi di reddito incostanti degli stranieri. Dallo studio sopra nominato emerge che le problematiche di accesso al credito non risiedono tanto nella diversità tra le diverse modalità della realtà bancaria italiana rispetto al paese d origine ma dalla condizione di nuovo cittadino, quindi i fattori più problematici sono legati allo status di migrante. Esistono diversità di comportamento finanziario dei nuovi cittadini in rapporto alla loro provenienza, dai dati provenienti da Eurisc si nota che gli stranieri di origine africana hanno una elevata partecipazione al credito al consumo ma con importi di bassa entità mentre la collettività dell Est Europa si rivela molto propensa alla ricorso al credito e con importi di elevata entità, mentre risultano assenti in questa analisi i provenienti dall Asia. Il costante aumento del credito erogato non è solo un segnale che denota una maturità nei comportamenti finanziari degli immigrati o un segnale dell aumento del numero dei soggetti affidabili ma anche un miglioramento generalizzato delle condizioni socio-economiche delle famiglie straniere. Una delle soluzioni maggiormente adottate è la cosiddetta catena un gruppo di persone si accorda affinché, per un numero fisso di mesi uguale al numero dei partecipanti, ciascuno versi un importo fisso prestabilito e poi, ogni mese, uno dei

18 partecipanti prenda la somma totale. I legami di solidarietà all interno delle comunità sono un organizzazione efficace per far fronte alle difficoltà.

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