PROBLEMATICHE DELLE MONTAGNE DEL MEDITERRANEO

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1 PROBLEMATICHE DELLE MONTAGNE DEL MEDITERRANEO Dal Congresso Mondiale sulla Conservazione della Natura (Barcellona, 4-14 ottobre 2008) L'evento ha riunito attorno alla IUCN (Unione mondiale per la conservazione della natura) rappresentanti di governi, imprese ed ONG per quello che si può definire il principale summit 2008 sullo sviluppo sostenibile.

2 Fondata nel 1948 a Fontainebleau (Svizzera), tre anni dopo la nascita delle Nazioni Unite, la IUCN, con circa 1000 affiliati provenienti da tutto il mondo, tra cui governi e Ong internazionali, si prepara ad adeguarsi alle nuove realtà in rapida trasformazione del mondo globalizzato. Nuovo presidente dell'organizzazione è l Indiano Ashok Khosla (Kashmir, 1940 ed ora vive in New Delhi). Egli dirige il Development Alternatives Group con sede in India, un'organizzazione non profit istituita nel 1983 per la "creazione di un sostentamento sostenibile su larga scala", ma presiede anche il Club di Roma, un istituto di ricerca globale e un importantissimo centro di innovazione e di iniziative di interesse mondiale.

3 EMERGENZE. Il consistente declino della biodiversità, valutandone solo alcuni costi, probabilmente darà conseguenze peggiori dell attuale crisi economica. Tre le sfide chiave: come far fronte al cambiamento climatico; come salvaguardare la diversità della vita in tutte le sue forme; come fare di una valida gestione ambientale il fondamento di popolazioni ed economie sane.

4 Alcuni esempi di emergenze nelle montagne dei Paesi del Mediterraneo: 1. Rischio estinzione di specie vegetali ed animali: drastica riduzione della biodiversità. 2. Rischio terremoti: l area mediterranea è decisamente assai sismica: anche se non siamo in Giappone o in California, molti ricordano certamente alcuni terremoti distruttivi in Turchia, Grecia, Marocco, ex Jugoslavia, ecc.. 3. Rischio dissesto idrogeologico generale: per opere di progressiva e dissennata cementificazione, errori nella costruzione di bacini idroelettrici e nella gestione dei regimi idraulici, ecc

5 4. Rischio alluvioni: connesso al precedente: basti pensare all Italia o a quanto appena successo in settembre in Turchia (Istanbul e zone limitrofe ) 5. Rischio frane: è strettamente connesso ai primi 2, ma specialmente al secondo. 6. Rischio incendi: ogni anno il periodo estivo è funestato da numerosissimi incendi, la maggior parte dei quali di origine dolosa, ma non solo 7. Rischio siccità, aridità e desertificazione: conseguente alle variazioni climatiche in corso 8. Rischio abbandono delle aree montane per motivi politicoeconomici, carenza di lavoro..

6 9. Rischio eccessiva presenza umana e densità abitativa stagionale in aree molto fragili; 10. Rischio epidemie nella vegetazione arborea o nella fauna: per errori di pianificazione: - nei programmi di rimboschimento e/o nella scelta delle specie di essenze arboree più adatte agli ambienti considerati; - nei programmi di ripopolamento animale o di introduzione / reintroduzione di specie estinte.

7 ED AZIONI DA COMPIERE Investire sull'ambiente per ridurre i rischi legati alle catastrofi; Necessità di diffondere il più possibile messaggi di conservazione. La biodiversità è alla base del benessere delle società umane e delle loro economie. perciò: Portare il tema della biodiversità in primo piano nella coscienza delle persone, all attenzione dei media e nei processi decisionali, a livello locale, nazionale e globale. "Ma la conservazione può funzionare solo se andiamo ad incidere sulle cause che sono all'origine della perdita di biodiversità, e se contemporaneamente vengono attivate iniziative per ridurre l'impatto di questa perdita". (Julia Marton-Lefèvre, Direttore generale IUCN)

8 IL DIBATTITO SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO Anche se molti hanno messo in dubbio le basi scientifiche del legame tra cambiamento climatico e attività umana, è stata la visione autorevole e inequivocabile della Commissione intergovernativa sul cambiamento climatico (IPCC), con il lavoro di oltre 3000 scienziati, che ha messo fine al dibattito.

9 Programma della IUCN : I. "Delineare un futuro sostenibile": l'unione contribuirà direttamente agli obiettivi concordati dai governi a livello mondiale per ridurre il tasso di perdita di biodiversità; II. Una nuova prospettiva ambientale per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio (fissati nel 2000 da 189 paesi dell ONU); III. Un piano per l'attuazione del Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile (concordato nel settembre 2002 a Johannesburg), e altri importanti impegni internazionali;

10 IV. Istituire una Commissione Internazionale (in collaborazione con il WWF e il Programma Onu per lo sviluppo (Unep), composta da persone con diversi percorsi professionali e visioni della vita che abbiano la possibilità di capire come intervenire sul cambiamento climatico e sulla biodiversità nel modo più significativo possibile; V. Formare nuove partnership tra le istituzioni più eccellenti per mettere insieme i diversi approcci e produrre soluzioni efficaci per la gestione di questioni interconnesse come popolazione, risorse naturali, ambiente e sviluppo.

11 VI. Tutelare i diritti delle comunità vulnerabili e indigene, tenendo conto delle conseguenze sui diritti umani di tutte le attività legate alla conservazione della natura.

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