Perché nevica? Dal punto di vista meteorologico la neve è una precipitazione atmosferica sotto forma di acqua ghiacciata cristallina.
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- Ornella Durante
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1 Perché nevica? La meteorologia della neve Dal punto di vista meteorologico la neve è una precipitazione atmosferica sotto forma di acqua ghiacciata cristallina. Per capire come avviene la formazione della neve dobbiamo prima analizzare il luogo in cui si forma la neve: l atmosfera. Nella figura seguente vediamo che per convenzione l atmosfera viene divisa in strati; noi siamo interessati alla troposfera, quello più vicino alla superficie terrestre e che si estende dal suolo fino a circa 12 km di altitudine. In questo strato si creano le nubi (o nuvole), ammassi costituiti da particelle d acqua liquida e cristalli di ghiaccio che galleggiano nella troposfera. Solitamente più alte sono le nubi più esse contengono cristalli di ghiaccio, lo zero termico (temperatura di fusione dell acqua), infatti, è raggiunto ad appena 2 km di altitudine come si vede dalla figura precedente e più aumenta l altitudine più la temperatura diminuisce all interno della troposfera. I cristalli di ghiaccio che si formano all interno delle nubi più alte nascono a partire dal brinamento del vapore acqueo attorno ai cosiddetti germi cristallini (o nuclei cristallini). Questi ultimi sono delle microparticelle di polvere che costituiscono la base del reticolo cristallino del fiocco di neve perché permettono l aggregazione e il successivo brinamento di numerose particelle di vapore acqueo attorno ad essi. Quando i cristalli diventano così pesanti da non riuscire più, grazie alla spinta di Archimede, a galleggiare, essi cadono al suolo a causa del loro peso. Cadendo inglobano altre particelle di vapore acqueo che brina istantaneamente e fa crescere il cristallo stesso che continua quindi a cadere sempre più
2 velocemente. Se, poi, durante la caduta due cristalli urtano tra loro essi tendono ad unirsi formando un cristallo più grande. Se la temperatura a terra è minore di 0 C (o molto vicina) i fiocchi, ovviamente, cadono in forma solida. Altrimenti, se le temperature al suolo sono positive i cristalli di ghiaccio, cadendo fondono e si trasformano in pioggia (vedi la figura seguente). Tuttavia a volte nevica anche a temperature maggiori degli usuali 0 C. Infatti in presenza di particolari condizioni come la bassa umidità, precipitazioni particolarmente violente, venti verticali freddi e aria estremamente fredda in quota, la neve cade anche a temperature positive. Quindi è importante osservare che la caduta di neve o meno dipende non solo dalle condizioni al suolo ma anche da quelle atmosferiche in quota, questo spiega perché a volte può piovere anche a temperature negative (si parla del fenomeno di inversione termica: gli strati superiori della troposfera sono a temperature maggiori della temperatura al suolo), in questo caso l acqua una volta entrata in contatto col suolo congela istantaneamente e forma il cosiddetto gelicidio. Riassumendo: tutte le precipitazioni, almeno alle nostre latitudini, nascono dalla formazione di cristalli di ghiaccio che crescono fino ad iniziare la loro caduta verso il suolo; a seconda, poi, delle condizioni atmosferiche degli strati più bassi della troposfera essi possono continuare a crescere e depositarsi sotto forma di neve o iniziare a fondare e, se la caduta è abbastanza lunga, trasformarsi in pioggia.
3 Come misurare la neve Si dice, innanzitutto, limite della nevicata la quota alla quale più del 90% della precipitazione cade in forma solida. Questo limite varia a seconda della latitudine, dell orografia, dalla quota dello zero termico, del periodo dell anno e delle condizioni metereologiche. Questo è un dato fondamentale per i meteorologi e non va confuso con l indicazione riguardante la neve che permane al suolo, ma si riferisce, appunto alla caduta della precipitazione nevosa. Per misurare l accumulo di neve fresca qualcuno potrebbe pensare che basti misurare i centimetri di neve che si depositano al suolo. In realtà, invece, il procedimento che utilizzano i meteorologi è più complesso. Possiamo usare vari metodi: il più semplice utilizza il nivometro, che può essere semplicemente una tavoletta di legno bianco (in modo che l assorbimento di calore sia minimo) che viene esposta alla precipitazione e misurata al massimo ogni 24 ore (poi viene pulita e si ricomincia l intero procedimento). E importante situare la tavola in modo che essa non subisca effetti di accumulo che possono falsare la misura (anche se questo spesso risulta difficile). Poi la neve accumulata viene misurata utilizzando un metro che spesso rimane proprio fisso sullo strumento. Non tutte le precipitazioni nevose, però, presentano le stesse capacità di accumulo: la neve che cade a basse temperature è, ad esempio, più soffice e leggera e si accumula più facilmente, mentre quella che cade al di sopra dello zero, è bagnata e fatica ad accumularsi. Diventa così importante poter misurare anche l'equivalente in pioggia della nevicata. Per fare questo occorre utilizzare un pluviometro, lo strumento usato per misurare la quantità di pioggia. Per costruirlo in casa si può usare semplicemente un barattolo, su cui applichiamo un metro e un imbuto, come si vede in figura. Una volta raccolta le neve basta fondere il contenuto del pluviometro utilizzando eventualmente un quantitativo predeterminato di acqua calda che poi, ovviamente, verrà sottratto dalla quantità totale di acqua misurata. Misurare, quindi, la quantità di precipitazione in mm e riportare lo stesso numero ottenuto in cm per indicare che essa è caduta in forma nevosa, questa è semplicemente una convenzione, infatti non esiste un equivalente preciso tra cm di neve e mm di pioggia. La corrispondenza 1 cm di neve pari a 1 mm di pioggia è solo un valore indicativo medio, in realtà 1 cm di neve asciutta a temperatura negativa può rendere anche la metà in mm di pioggia, mentre la neve bagnata con temperatura dell'aria più elevata, può rendere molto di più. Le valanghe: i rischi legati alla neve Sicuramente la neve può creare non pochi disagi, sia in città, quando il traffico rimane paralizzato per pochi cm di neve che in montagna dove la neve può dar luogo a disastri imponenti come le valanghe. Spesso la montagna è vista come un ambiente ad alto rischio, non solo per fenomeni saltuari come, appunto, frane o valanghe, ma anche perché è necessaria molta più attenzione quando ci si muove in montagna rispetto a quanta ne serve in città.
4 Spesso in montagna la visibilità può essere ridotta, possono esservi precipitazioni particolarmente violente e si può essere sorpresi da correnti molto rigide che possono portare a conseguenze drammatiche. Per questo esistono particolari enti che si occupano di prevenzione dei pericoli legati alla montagna in generale, come il CAI (Club Alpino Italiano) e di recupero delle vittime di incidenti in montagna come il CNSAS (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico). L importanza della prevenzione è fondamentale: per prima cosa ogni uscita in montagna va debitamente pianificata e vanno consultati i bollettini meteo (che riportano anche il rischio di valanghe come vedremo in seguito), in questo modo possono essere eliminati più dei ¾ dei rischi legati alle uscite in montagna. Poi, una volta sul posto, vanno controllate le condizioni metereologiche di persona prima di partire per un escursione. Importante è anche avere la strumentazione e il vestiario più adeguati per l escursione che si andrà ad effettuare. Non bisogna, però, dimenticare che rimane comunque un fattore di rischio quando si intraprende un uscita in montagna, del resto anche salire le scale per arrivare a casa può farci cadere malamente. Non deve certamente essere questo un motivo di scoraggiamento davanti alla possibilità di un escursione alpina, solo un monito a seguire le regole della montagna, eventualmente ad uscire sono in compagnia di una guida alpina e, comunque, a prestare particolare cautela. Al di là di ciò vediamo più in dettaglio perché le valanghe sono tanto spaventose e spesso letali. Una valanga (spesso indicata anche col termine slavina, anche se l accezione è lievemente diversa) è un fenomeno che si può verificare dopo abbondanti precipitazioni nevose, perché consiste nello spostamento di una grossa massa di neve fresca che inizia a scivolare verso valle; durante la sua corsa la valanga, ovviamente, coinvolge sempre più neve, quindi, assume dimensioni monumentali (come si può vedere in foto) e velocità molto elevate, dell ordine dei km/h. Per ovviare ai pericoli connessi alla caduta delle valanghe si utilizzano particolari opere geoingegneristiche contenitive (paraneve meccanici). Il distacco di una valanga può essere provocato da fattori naturali (venti, frane o particolari condizioni della neve) oppure umani (sciatori che effettuano fuoripista o escursionisti). Le valanghe, poi, vengono classificate in varie tipologie in base all agente che le provoca, alla morfologia del pendio, ai movimenti di scivolamento, alla superficie coinvolta, al tipo di percorso, al distacco e molto altro (vedi la tabella in figura).
5 Le principali tipologie di valanga sono: Valanga a lastroni: si verifica quando una lastra di neve si stacca dal manto nevoso a causa di neve morbida negli strati inferiori. Solitamente il distacco ha dimensioni paragonabili a quelle di un campo da calcio. Colata di neve: è il distacco di neve debolmente coesa, solitamente inizia in un punto particolarmente ripido e si apre a ventaglio, pur avendo dimensioni abbastanza contenute. Caduta di seracchi: si verifica quando vi è il distacco di un blocco di ghiaccio che va a coinvolgere la neve circostante. Valanga di cornice di neve: consiste nella caduta di neve da una rupe, spesso in presenza di forti venti. Neviflusso o valanga di neve bagnata: si verifica quando l innalzamento delle temperature indebolisce il manto nevoso e provoca lo scivolamento della neve che si sta sciogliendo. Come conseguenza di quanto visto fino ad ora, quindi, le zone a maggior rischio sono quelle isolate e prive di ostacoli. Per dare un indicazione riguardante il rischio di valanghe a livello europeo è stata adottata la seguente scala in cui ogni grado ha un particolare colore come possiamo vedere nella tabella seguente.
6 Rischio DEBOLE (Verde): il manto nevoso è in generale ben consolidato e stabile. Il distacco è generalmente possibile solo con un forte sovraccarico e sono possibili solo piccole valanghe spontanee. Rischio MODERATO (Giallo): il manto nevoso è moderatamente. Il distacco è possibile soprattutto con un forte sovraccarico sui pendii ripidi. Rischio MARCATO (Arancio): il manto nevoso presenta un consolidamento debole su molti pendii ripidi. Il distacco è possibile con un debole sovraccarico soprattutto sui pendii ripidi. In alcune situazioni sono possibili valanghe spontanee di media grandezza e, in singoli casi, anche grandi valanghe. Rischio FORTE (Rosso): il manto nevoso è debolmente consolidato sulla maggior parte dei pendii ripidi; il distacco è probabile già con un debole sovraccarico. In alcune situazioni sono da aspettarsi molte valanghe spontanee di media grandezza e, talvolta, anche grandi valanghe. Rischio MOLTO FORTE (Rosso e Nero): il manto nevoso è in generale debolmente consolidato e per lo più instabile. Sono da aspettarsi numerose grandi valanghe spontanee, anche su terreno moderatamente ripido. Puntualmente, però, purtroppo le valanghe continuano a trasformarsi in tragedie per i più incoscienti o i più amanti del rischio, quindi, sono stati progettati degli opportuni kit antivalanga che possono permettere agli escursionisti di aumentare le loro possibilità di sopravvivenza alle valanghe e facilitare le operazioni di recupero, questi kit comprendono: Arva: Un apparecchio ricetrasmittente poco più grande di un walkman che va fissato al corpo con delle cinghie durante le escursioni e che invia un segnale che permette la localizzazione dell escursionista. A-Life: Evoluzione dell Arva, è un piccolo computer che oltre al segnale per la localizzazione trasmette dati sulla salute
7 dell infortunato: battito cardiaco, respirazione, livello di ossigeno nel sangue. Sonda e Pala: Una volta localizzata la vittima occorre disporre di sonde per identificarla e di pale per disseppellirla. Scavare nella neve con le mani è un impresa praticamente impossibile. Air bag da zaino: Si gonfia e permette a chi viene travolto di galleggiare sopra la neve. Airpocket: E un palloncino con una scorta d aria che consente di respirare anche sepolti sotto molti metri di neve. Rimane da aggiungere soltanto che le valanghe possono essere anche viste come fenomeni naturali splendidi per la loro imponenza che testimoniano direttamente l enorme potenza della natura.
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