RECOIL: come recuperare l olio vegetale esausto e trasformarlo in energia elettrica e termica PROPOSTE NORMATIVE

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1 Con il contributo dello strumento finanziario LIFE+ della Comunità Europea RECOIL: come recuperare l olio vegetale esausto e trasformarlo in energia elettrica e termica PROPOSTE NORMATIVE

2 Pubblicato da Kyoto Club 2014

3 Introduzione Il Sesto Programma d Azione ambientale afferma che il tema della riduzione dei rifiuti è una delle priorità delle politiche ambientali europee. La riduzione dei rifiuti in discarica deve consistere in un insieme di politiche volte a disincentivare la produzione di materiali a ciclo di vita molto breve senza possibilità di riuso e invece a premiare la raccolta differenziata e il riutilizzo di materiale, evitando così l estrazione di nuovo materiale per nuovi cicli produttivi, depauperando il pianeta: il rifiuto diventa una materia prima seconda. I soggetti interessati al ciclo virtuoso di alcuni tipi di rifiuti possono quindi essere tanto le imprese quanto i comuni cittadini, incentivati a ridurre a monte la produzione dei rifiuti, ad effettuare la raccolta differenziata, sia attraverso uno stimolo etico, sia da una riduzione della tariffa sui rifiuti. L applicazione di un ciclo virtuoso nel recupero dei rifiuti è la risorsa chiave di una economia circolare, fattore di sviluppo locale con grandi potenziali per la creazione di occupazione. L intento di questo stampato è quello di illustrare brevemente lo stato dell arte normativo e i vincoli non tecnologici che ostacolano la raccolta di olio alimentare esausto in Europa e in Italia. 3

4 Filiera dell olio alimentare esausto L olio alimentare esausto deriva dalla lavorazione e dalla cottura di prodotti ad uso alimentare ed è quindi prodotto da aziende agro-alimentari, ristoranti, catering, mense aziendali e scolastiche, ospedali o anche abitazioni private. Dell olio raccolto ne esiste un ampia variabilità nella quantità e qualità poiché questo dipende principalmente dall abbondante varietà di materia prima utilizzata (oli di semi vari, di oliva, grasso di palma, ecc), dalla tipologia di ristorante e dal periodo dell anno. L olio vegetale esausto, a tutti gli effetti, è un rifiuto non pericoloso (CER ), e come rifiuto non può essere disperso nell ambiente da parte di nessun produttore, sia esso industriale o domestico, ma deve essere smaltito correttamente. Benché non pericoloso, l olio vegetale esausto può provocare ingenti danni economici ed ambientali se non gestito correttamente. Secondo il Ministero della Sanità e i dati del CONOE 1,4 Milioni di tonnellate di olio vegetale vengono immessi ogni anno al consumo e il 20% di questa quantità è il residuo non utilizzato, presente in gran parte sotto forma di residuo di fritture; solo una parte di questo olio vegetale esausto viene correttamente raccolto e smaltito. Le aziende locali di raccolta dell olio alimentare esausto, regolarmente iscritte al CONOE, nella maggior parte dei casi vendono l olio direttamente a soggetti che producono biodiesel, in questo caso l olio prima di essere trasformato subisce alcune fasi di pulizia meccanica per eliminare i residui di cibo e acqua; per la parte restante l olio è destinato ad altri prodotti come, ad esempio, la produzione di saponi. A livello normativo in Europa e in Italia, alcuni aspetti della catena dell olio esausto non sono stati ancora completamente regolamentati, è il caso, ad esempio, dell olio esausto prodotto dalle famiglie che, pur essendo un rifiuto, è spesso sversato nella rete fognaria. 4

5 Cosa Succede in Europa Olio raccolto e riciclato in Italia (tonnellate) Fonte: Stima delle quantità della raccolta dell olio esausto per le utenze commerciali dal 2005 al 2014, in Italia - CONOE, 2014 Olio raccolto e riciclato in Italia (stima del valore in euro) Fonte: Stima del valore economico del recupero e riciclo dell olio esausto per le utenze commerciali dal 2005 al 2014, in Italia - CONOE,

6 Cosa dice la legge in Europa sull olio vegetale esausto A livello europeo esistono alcune disposizioni che regolano il sistema di raccolta e recupero dell olio alimentare esausto risolvendo solo alcuni aspetti della sua gestione senza definire una unica destinazione obbligatoria. In particolare: La Direttiva quadro sui rifiuti 2008/98/CE, individua gli oli e grassi alimentari esausti classificandoli con il codice EWC (CER) rifiuto non pericoloso nella categoria rifiuti urbani o assimilati; La Direttiva 2009/28/CE sulle fonti rinnovabili, prevede l obbligo, entro il 2020, di impiegare biocarburanti nella misura del 10% del totale dei carburanti utilizzati; Il Regolamento CE n. 1774/2002, che contiene norme sanitarie relative ai sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano. Prescrive che gli oli e grassi animali e vegetali esausti possano essere utilizzati solo per la produzione di biocombustibili e di prodotti chimici a base oleosa e non per l alimentazione animale, a seguito dello scandalo diossina in Belgio nel 1999; Il regolamento UE 142/2011, autorizza la produzione di biodiesel da oli e grassi animali e da oli vegetali che sono stati a contatto con le proteine di origine animale oppure che sono stati estratti da alimenti per il consumo umano. Tali sottoprodotti possono essere convertiti in biodiesel solo in impianti riconosciuti. Molti stati europei, non hanno ancora emanato regole precise sui sistemi di raccolta, trattamento e recupero che definiscano quindi in modo efficace anche obblighi e responsabilità dei diversi attori della filiera. 6

7 Cosa dice la legge in Italia sull olio vegetale esausto In materia di gestione dei rifiuti la norma di riferimento nazionale è rappresentata dalla Parte IV del Dlgs 3 aprile 2006, n. 152 ( Codice ambientale ) che ha abrogato e sostituito, tra gli altri, anche il Decreto Ronchi (Dlgs 22/1997). Tutta la disciplina è sempre animata da due fondamentali divieti: il divieto di abbandonare e depositare in modo incontrollato rifiuti sul suolo e nel suolo, oltre che di immetterli nelle acque superficiali e sotterranee (art. 192, Dlgs 152/2006); il divieto di miscelare rifiuti pericolosi con rifiuti non pericolosi (art 187, Dlgs 152/2006. Con questi divieti si vuole: favorire la riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti, incentivare il riciclaggio e il recupero per ottenere prodotti, materie prime, combustibili o altre fonti di energia. Il recupero continua a essere privilegiato rispetto allo smaltimento, che deve pertanto costituire solo la fase residuale della gestione dei rifiuti (articolo 182, comma 1). 7

8 La Parte IV del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e successive modifiche, ha classificato gli oli vegetali esausti con il codice CER (rifiuti non pericolosi - oli e grassi). I principi della classificazione dei rifiuti in Italia sono fondati sulla loro origine, individuando due grandi famiglie: rifiuti urbani e rifiuti speciali, da cui sono definiti i diversi obblighi, oneri, responsabilità, comportamenti da adottare, comprese le pratiche che ogni cittadino adotta quotidianamente; semplificando le due famiglie sopra citate potrebbero essere definite rispettivamente rifiuti domestici e rifiuti non domestici. Un rifiuto per poter essere utilizzato successivamente alla sua raccolta, deve rientrare in determinate categorie oppure diventare un non rifiuto. L olio vegetale esausto: Può essere utilizzato per le attività di recupero [R9] quali: industria saponiera e dei tensioattivi (produzione di glicerina * ); produzione di grassi colati in impianti di raffinazione degli oli; produzione di manufatti e prodotti per l edilizia; messa in riserva (allegato 1, suballegato 1 del DM 05/02/1998, aggiornato al DM 186 del 05/04/2006, che definisce le norme tecniche generali per il recupero di materia di rifiuti non pericolosi e stabilisce che le attività di recupero possono essere sottoposte a procedure semplificate sulla base di apposite condizioni; tra le possibilità, il recupero energetico è descritto nell art. 4). Potrebbe essere utilizzato in un impianto a biomassa, ma per questo dovrebbe essere incluso nell elenco sottoprodotti utilizzabili negli impianti a biomasse e biogas (DM 06/07/2012; Tabella 1.A); ad oggi l olio vegetale esausto non è presente in questo elenco. Potrebbe cessare di essere un rifiuto, soddisfacendole condizioni dell articolo 184bis del D. Lgs. 152/06 - Parte IV o il regolamento End of Waste per l olio vegetale esausto; ad oggi non è previsto. Se un rifiuto cessa di essere tale diventa un non rifiuto, cioè materie prime secondarie o sottoprodotti, che godono di un trattamento normativo più favorevole. * la glicerina è il prodotto della reazione chimica che parte da olio vegetale e porta anche alla produzione di biodiesel 8

9 Far transitare un rifiuto nel regime della materie prime secondarie o del sottoprodotto, con la conseguente non applicazione delle norme in materia di gestione dei rifiuti (autorizzazioni, formulario, registri, Sistri eccetera), dipende dalla condotta del soggetto che si vuole avvalere del relativo regime di favore; il regime infatti non opera in modo automatico. La differenza tra materie prime secondarie e sottoprodotti è il processo da cui derivano: riciclaggio dei rifiuti per le prime, produzione per i secondi; i sottoprodotti non nascono come rifiuto. L articolo 184bis del D. Lgs. 152/06 - Parte IV, stabilisce che una sostanza o un oggetto, per essere considerata un sottoprodotto e non un rifiuto deve soddisfare le seguenti condizioni, che devono essere rigorosamente provate dal soggetto che intende avvalersi di tale regime, diversamente, il materiale resta un rifiuto: essere originato da un processo di produzione, di cui costituisce parte integrante, ma il cui scopo primario non è la sua produzione; essere certamente e completamente utilizzato in ulteriori processi da parte del produttore o di terzi; essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale; l ulteriore utilizzo è legale, e non porterà a impatti complessivi negativi sull ambiente o la salute umana. Le materie prime secondarie sono dei rifiuti depotenziati che restano rifiuti se non sono avviate a recupero effettivo ed oggettivo (art. 3, comma 3, DM 5 febbraio 1998 e art. 3, comma 4, DM 161/2002). Se restano rifiuti, significa che sono nate come rifiuti, salvo dimostrazione del contrario da parte del soggetto che vuole avvalersi del regime di favore: egli dovrà quindi fornire la prova dell avvio delle presunte materie prime secondarie ad un recupero effettivo ed oggettivo; Un rifiuto cessa di essere tale (End of Waste) quando è stato sottoposto ad operazioni di recupero previste in apposite norme e soddisfa criteri specifici da adottare nell ambito delle condizioni dettate dall articolo 184 ter del D.Lgs 152/06 e ss.mm.ii.: 9

10 la sostanza o l oggetto è comunemente utilizzato per scopi specifici; esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto; la sostanza o l oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti; l utilizzo della sostanza o dell oggetto non porterà a impatti complessivi negativi sull ambiente o sulla salute umana. Allo stato attuale l end of waste esiste solo per i rottami metallici, i rottami di vetro e i rottami di rame (Regolamenti (UE) n. 333/2011 del 31 Marzo 2011; n. 1179/2012 del 10 Dicembre 2012; n. 715/2013 del 25 Luglio 2013). A questi si aggiunge a livello nazionale il DM 14 Febbraio 2013, n. 22 Regolamento recante disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto di determinate tipologie di combustibili solidi secondari (CSS), ai sensi dell articolo 184-ter, comma 2, del decreto legislativo 3 Aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni. Il Comitato Termotecnico Italiano (CTI) si trova nella fase finale di preparazione ed invio del progetto di norma all UNI sulla classificazione e le specificazione degli oli e grassi animali e vegetali vergini ai fini del loro uso per la produzione di energia (bio-combustibili per la produzione di calore e / o energia elettrica). 10

11 Il C.O.N.O.E. Il C.O.N.O.E. - Consorzio Nazionale Obbligatorio per la raccolta e il trattamento di oli e grassi vegetali e animali esausti. La disciplina prevede una serie di obblighi a carico dei soggetti che intervengono nella gestione dei rifiuti, che vanno dalla necessità di disporre di autorizzazioni/iscrizioni per esercitare attività di gestione di rifiuti, alla tenuta di registri di carico e scarico, all uso del formulario di identificazione per il trasporto, all iscrizione al Sistri (Sistema per la tracciabilità dei rifiuti). Come già nel Decreto Ronchi, per il recupero di particolari tipologie di rifiuti viene previsto un sistema di Consorzi, rappresentato da CONOE per gli oli vegetali. Il CONOE, fondato con lo scopo di gestire la raccolta degli oli alimentari esausti per garantire il rispetto delle norme, dall art. 47 del Decreto Legislativo n. 22/97 e confermato dall art. 233 del Decreto Legislativo n. 152/06 e successive modifiche statutarie vigenti emanate dal DM 5 aprile Raccoglie tutte le imprese che riciclano e recuperano oli e grassi animali e vegetali esausti. La funzione del consorzio è quella di controllare e monitorare la filiera degli oli e grassi esausti ai fini ambientali nonché diminuirne in maniera progressiva la dispersione. 11

12 Proposte La mancanza di un adeguato quadro normativo a livello europeo che definisca precisamente ogni singola fase della gestione e del destino dell olio alimentare esausto ed in particolare per l olio vegetale esausto partendo dalla raccolta, passando per il trattamento e terminando con il suo riutilizzo finale, ha sottratto al settore fondamentali opportunità di sviluppo economico e di riduzione dell impatto ambientale dell olio esausto. Le richieste sottostanti potrebbero catalizzare un circolo virtuoso tra comuni, cittadini e produttori di energia da fonti rinnovabili; si chiede quindi: Incrementare la pubblica informazione a livello centralizzato nazionale e internazionale. Molti amministratori comunali, legislatori e i cittadini non sono consapevoli dei problemi che la mancata raccolta e lo smaltimento di olio vegetale esausto può produrre. Si richiede che la Comunità Europea ponga la questione in un dibattito pubblico o conduca campagne di sensibilizzazione a livello Europeo, in collaborazione con i governi nazionali, le autorità locali o della società civile, come ha già fatto in passato per sensibilizzare l opinione sulla raccolta di altre merceologie di rifiuti (vetro, plastica, etc.). In questo modo le iniziative di raccolta sarebbero più coordinate e non lasciate alla sensibilità dei singoli amministratori comunali o dei molti progetti nazionali e internazionali. Introdurre incentivi nel sistema di tariffazione della raccolta rifiuti. Secondo la direttiva europea 2008/98/EC l olio vegetale usato è identificato come un rifiuto organico (bio-waste) e ogni stato membro dovrebbe incoraggiare la raccolta differenziata e il trattamento come metodo per la protezione ambientale. Benché questa normativa sia già applicata a livello di aziende agroalimentari e attività commerciali, mancano i riferimenti per la raccolta dell olio vegetale esausto proveniente da attività domestica, che comunque, come ogni rifiuto, dovrebbe essere gestito in maniera corretta. Si richiede quindi di introdurre l obbligo per ogni Comune della raccolta differenziata urbana dell olio vegetale esausto. Come attività di incentivazione si potrebbero inserire agevolazioni nella ta- 12

13 riffa della tassa dei rifiuti urbani sulla base della quantità di rifiuti indifferenziati prodotti. Inserire gli oli vegetali esausti nell elenco dei sottoprodotti del DM 06/07/2012. Nel DM 06/07/2012 sull incentivazione delle rinnovabili elettriche, gli oli vegetali esausti non sono presenti nell elenco dei sottoprodotti utilizzabili negli impianti a biomasse e biogas; cambiano quindi gli iter autorizzativi e i valori degli incentivi. Il decreto stabilisce inoltre l ammontare dei fondi stanziato per gli incentivi e il tetto è praticamente già stato raggiunto. Si chiede quindi il riconoscimento dell olio vegetale esausto come sottoprodotto e l inserimento nell elenco dei sottoprodotti che possono accedere agli incentivi. Si chiede inoltre il rifinanziamento del decreto. Adottare i criteri per l end of waste, ossia dei criteri specifici per la cessazione di qualifica di rifiuto dei materiali (come alternativa). Si chiede quindi al Ministero l elaborazione dei Decreti previsti dall art. 184 ter, comma 2, del Dlgs 152/2006 e s.m.i.. Aggiornare le norme tecniche per il recupero dei rifiuti non pericolosi in regime semplificato previste dal DM 05/02/1998 e s.m.i.. Si chiede di inserire le procedure semplificate per il recupero energetico anche per gli oli alimentari esausti, tenendo ovviamente conto di specifiche prescrizioni, in funzione delle modalità, degli impatti ambientali delle attività di recupero e dei quantitativi. Definire le modalità per attuare uno stretto controllo sulla provenienza dell olio esausto. Si chiede quindi prevedere nelle norme attenti protocolli di certificazione e tracciabilità. Il processo di certificazione deve scaturire da un approccio condiviso mantenendo la sostenibilità del processo come priorità. Questa attività fondamentale per evitare qualsiasi attività illegale. 13

14 Note 14

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16 AzzeroCO2 È una società di consulenza energetico-ambientale che offre a imprese, enti pubblici e cittadini la possibilità di ridurre le emissioni climalteranti ottimizzando i costi di gestione e le risorse a disposizione. Accreditata come ESCo (Energy Service Company), fornisce consulenza tecnico scientifica, definisce strategie di efficienza energetica, promuove l utilizzo di fonti rinnovabili, la mobilità sostenibile, la gestione virtuosa dei rifiuti e offre supporto nella scelta dei materiali con la finalità di raggiungere gli obiettivi previsti dal Protocollo di Kyoto. Legambiente È la più diffusa associazione ambientalista che, da oltre 30 anni, si batte per migliorare la qualità ambientale, garantire la salute della collettività e salvaguardare il patrimonio artistico italiano. Con oltre tra soci e sostenitori, gruppi locali, classi che partecipano a programmi di educazione ambientale ha aperto la strada a un forte volontariato ambientale. Legambiente fa parte dell Ufficio Europeo dell Ambiente e dell International Union for Conservation of Nature (IUCN) ed è riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri come Ong di sviluppo. Kyoto Club È un organizzazione no profit costituita da imprese, enti, associazioni e amministrazioni locali impegnati nella riduzione delle emissioni di gas serra. Promuove iniziative di sensibilizzazione, informazione e formazione nei campi dell efficienza energetica, fonti rinnovabili, agricoltura e foreste, corretta gestione dei rifiuti e mobilità sostenibile. Fa parte del Consiglio di amministrazione dell ECEEE - European Council for an Energy Efficient Economy e della European Alliance to Save Energy. CID Software Studio Rivolge particolare attenzione all applicazione delle tecnologie informatiche per tutti i settori delle ITC dal Per rispondere alle crescenti richieste del mercato ha ampliato le proprie esperienze e i propri servizi fino a creare un network di competenze nei settori dell ambiente e della sanità avvalendosi di esperti qualificati. Le attività sono focalizzate su servizi tecnici specialistici quali progettazione, sviluppo hardware e software, integrazione e conduzione di sistemi ad altissimi livelli di prestazioni operative. CONOE È un organizzazione senza scopo di lucro che assicura sul territorio nazionale la raccolta, il trasporto, lo stoccaggio, il trattamento e il riutilizzo di oli e grassi vegetali e animali esausti; lo smaltimento per gli oli e i grassi esausti di cui non è possibile o conveniente la rigenerazione. Svolge studi di settore e iniziative di sensibilizzazione per la raccolta e il recupero degli oli e grassi vegetali ed animali usati.

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