PIANO URBANO DELLA MOBILITA PIANO URBANO DEL TRAFFICO. direttore tecnico. scala. data codifica autore verifica

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1 progettazione direttore tecnico ING. GIORGIO MORINI ORDINE INGEGNERI PROVINCIA DI MILANO A17453 TAU trasporti e ambiente urbano srl p.iva e c.f via Oslavia, 18/ Milano t f studio@t-au.com elaborato - scala oggetto SCHEDA TECNICA PER GLI ORGANI DI STAMPA data codifica autore verifica La proprietà intellettuale di questo documento è riservata alla società Tau trasporti e ambiente urbano srl ai sensi di legge. Il presente documento non può pertanto essere utilizzato per alcun scopo eccetto quello per il quale è stato realizzato e fornito senza l autorizzazione scritta di Tau trasporti e ambiente urbano srl né venire comunicato a terzi o riprodotto. La società proprietaria tutela i propri diritti a rigore di legge.

2 SCHEDA INFORMATIVA I documenti del Piano Urbano della Mobilità e del Piano Urbano del Traffico sono il risultato di una rielaborazione dei contenuti del Piano Strategico della Mobilità sostenibile. Il Piano Urbano della Mobilità si pone come specifico strumento di programmazione di medio - lungo periodo, finalizzato ad affrontare il tema della mobilità in area urbana mediante l'introduzione di un processo di pianificazione integrata tra assetto del territorio e sistema dei trasporti e la successiva attuazione di sistemi dei trasporti individuali e collettivi, organizzati su reti e sistemi intermodali ed interconnessi. Il Piano Urbano del Traffico prevede interventi riguardo due settori principali: quello relativo alla razionalizzazione dell'offerta e quello relativo alla gestione della domanda. Nel primo caso, le aree di intervento riguardano la razionalizzazione e la riorganizzazione della sosta e della circolazione veicolare, con riferimento al trasporto collettivo ed alla dotazione infrastrutturale esistente e programmata, mentre nel secondo caso le opportunità operative riguardano la disciplina della circolazione, il governo dell'accesso e della sosta per particolari aree urbane e la determinazione di tariffe per l'utilizzo di strade, parcheggi e mezzi collettivi. Normativa di riferimento Il Piano Urbano della Mobilità (PUM), annunciato all'interno del documento dei Ministeri dei Trasporti e della Navigazione, Lavori Pubblici e Ambiente, inerente il Piano Generale dei Trasporti e della Logistica (PGT) ed introdotto dal Decreto Legislativo n 340 del 4 novembre 2000, si configura come piano strategico nel settore della mobilità e dei trasporti e, in modo più preciso, si configura come ". progetto del sistema della mobilità comprendente l'insieme organico degli interventi sulle infrastrutture di trasporto pubblico e stradali, sui parcheggi di interscambio, sulle 2

3 tecnologie, sul parco veicoli, sul governo della domanda di mobilità attraverso la struttura dei mobility manager, i sistemi di controllo e regolazione del traffico, l'informazione all'utenza, la logistica e le tecnologie destinate alla riorganizzazione della distribuzione delle merci nelle città". Gli interventi ricadenti all interno del PUM sono finalizzati a soddisfare i seguenti obiettivi: Soddisfare i fabbisogni di mobilità della popolazione; Abbattere i livelli di inquinamento atmosferico ed acustico nel rispetto degli accordi internazionali e delle normative comunitarie e nazionali in materia di abbattimento di emissioni inquinanti; Ridurre i consumi energetici; Aumentare i livelli di sicurezza del trasporto e della circolazione stradale; Minimizzare l uso individuale dell automobile privata e moderare il traffico; Incrementare la capacità di trasporto; Aumentare la percentuale di cittadini trasportati dai sistemi collettivi, anche con soluzioni di car pooling, car sharing, taxi collettivi, ecc.; Ridurre i fenomeni di congestione nelle aree urbane caratterizzate da una elevata densità di traffico, mediante l individuazione di soluzioni integrate del sistema di trasporti e delle infrastrutture in grado di favorire un migliore assetto del territorio e dei sistemi urbani; Favorire l uso di mezzi alternativi di trasporto con impatto ambientale più ridotto possibile Il Piano definisce strategie di intervento da realizzare nel breve (1-2 anni), nel medio (3-5 anni) e nel lungo (5-10 anni) periodo individuando obiettivi incrementali nel tempo; ciascuna fase deve essere caratterizzata dalla certezza della realizzazione degli interventi (disponibilità delle risorse finanziarie, condivisione delle scelte tra i soggetti interessati,..) e dalla capacità sinergica degli interventi previsti (intermodalità e integrazione funzionale). Il Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo Codice della Strada) introduce all'art. 36 la necessità della adozione del Piano Urbano del Traffico per i comuni con 3

4 popolazione residente superiore a abitanti oppure per quelli che registrino, anche in periodi dell anno, una particolare affluenza turistica, ovvero risultino interessati da elevati fenomeni di pendolarismo o siano, comunque, impegnati per altre particolari ragioni alla soluzione di rilevanti problematiche derivanti da congestione della circolazione stradale. Il PUT è redatto in conformità alle Direttive per la redazione, adozione ed attuazione dei Piani Urbani del Traffico emanate dal Ministero dei Lavori Pubblici, di concerto con il Ministero dell'ambiente ed il Dipartimento per le Aree Urbane presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, sulla base delle indicazioni formulate dal Comitato interministeriale per la programmazione economica nel trasporto (CIPET) e pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale del 12 giugno In data 7 aprile 1993 il CIPET aveva, infatti, emanato una delibera di indicazioni per l'elaborazione delle direttive interministeriali relative alla predisposizione dei PUT. Fino ad oggi, venivano adottati, quali principi guida, quelli espressi dalla circolare 8 agosto 1986, n del Ministero dei lavori pubblici "Disciplina della circolazione stradale nelle zone urbane ad elevata congestione del traffico veicolare. Piani urbani del traffico." Inoltre, la delibera CIPET delineava già una serie di criteri guida e di definizioni che contribuivano a meglio identificare gli obiettivi ed i campi di applicazione del PUT, che, nella definizione data dall'art. 36 del nuovo codice della strada, risultavano non pienamente definiti. Lo scenario temporale si colloca nel breve periodo; l'impegno economico che ne deriva per l'ente pubblico è relativamente contenuto, in quanto connesso alla realizzazione di interventi riguardanti principalmente: la riorganizzazione dell utenza debole; la messa in sicurezza di intersezioni e tronchi stradali; la disciplina della circolazione e della sosta veicolare; la fluidificazione della circolazione dei mezzi collettivi; la delimitazione di Zone a Traffico Limitato, di Aree Pedonali e di Zone 30. Fasi del Piano I Piani sono stati elaborati in modo integrato, e quindi non è possibile distinguere le fasi attuative per ciascuno dei due. 4

5 I Piani hanno seguito tre fasi: 1. Acquisizione dei dati di domanda ed offerta di mobilità, da marzo a dicembre 2009; 2. Stesura del Piano Quadro conoscitivo, da novembre 2009 a febbraio 2010; 3. Stesura del Piano Quadro progettuale, gennaio e febbraio La fase 1 di acquisizione dei dati di traffico è stata articolata in tre sotto-fasi: 1. indagini di mobilità presso la popolazione residente e al cordone, da marzo a maggio 2009; 2. indagini di mobilità estiva presso sezioni ed intersezioni stradali, a giugno e luglio 2009; 3. completamento delle indagini di mobilità presso i residenti e conteggi di traffico in sezione a novembre I risultati delle indagini, mai realizzate così in dettaglio fino ad oggi, mettono in evidenza indici di mobilità molto elevati, superiori ai spostamenti totali giornalieri, effettuati soprattutto in automobile, e con percentuali di utilizzo del mezzo pubblico limitati al 2/3 per cento del totale. Per il caso di Ortigia, rilievi di dettaglio sulla mobilità veicolare in ingresso ed uscita dai ponti hanno messo in evidenza flussi rilevantissimi sia in termini di spostamenti che in termini di domanda di sosta, che il PUT propone di ridurre a valori maggiormente compatibili con la struttura urbanistica e storico culturale dell isola mediante un leggero ampliamento della ZTL e mediante la tariffazione della sosta. Interventi Il PUM e il PUT indicano una serie di interventi che andranno attuati secondo tre scenari temporali. Questi riguarderanno principalmente la riorganizzazione delle intersezioni stradali, il completamento della maglia viaria, la riorganizzazione del trasporto pubblico, anche attraverso la realizzazione del centro intermodale in corrispondenza della stazione ferroviaria, nonché il completamento della rete degli itinerari ciclo pedonali e la tariffazione della sosta per le aree a maggiore congestione. 5

6 Gli interventi comporteranno investimenti da distribuire nell arco temporale dei prossimi dieci anni e saranno finalizzati ad un progressivo incremento dell uso del mezzo pubblico, ad un aumento della fluidità del traffico veicolare, ad un aumento della sicurezza della circolazione e ad un abbattimento dei livelli di inquinamento valorizzando il patrimonio storico culturale della città. 6

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