CAROSELLO TONALE S.p.A.

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1 CAROSELLO TONALE S.p.A. STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE PROGRAMMA DEGLI INTERVENTI DI MANUTENZIONE E RAZIONALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI E DELLE STRUTTURE ESISTENTI, LEGATI ALLA PRATICA DELLO SCI, E DEGLI INTERVENTI DI VALORIZZAZIONE AMBIENTALE E CULTURALE, ANCHE AI FINI TURISTICI. GHIACCIAIO PRESENA Passo del TONALE comune di VERMIGLIO - TRENTO Il presidente I tecnici Daldoss Carlo Manini Vincenzo Passardi Paolo Boschetti Andrea Trento aprile 2013

2 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo PREMESSA La nota stazione sciistica di Passo del Tonale è nel pieno della sua notorietà ed è quindi utilizzata da migliaia di turisti in estate ma soprattutto in inverno. Uno dei punti di maggior richiamo turistico è fornito dal ghiacciaio Presena, turisticamente sfruttato per la pratica dello sci, fin dai primi anni settanta. Il ghiacciaio era un tempo utilizzato per la pratica dello sci estivo propriamente detto. Ora con il mutamento climatico e con il ritirarsi del ghiacciaio è improponibile lo sci estivo. Il manto nevoso non è più sciabile dalla fine del mese di giugno fino alla prima nevicata autunnale. Il ghiacciaio rimane d importanza vitale per la stazione sciistica del passo del Tonale poter aprire al pubblico le piste da sci in perfetta efficienza agli inizi (ottobre novembre) ed al termine della stagione sciistica (maggio giugno). Vista la quota, circa metri di altitudine, le piste del ghiacciaio Presena sono appunto frequentate quando le altre piste, sia limitrofe che delle altre aree sciabili, non sono agibili per mancanza di neve. 0.1 Il perché della proposta Vista l importanza strategica del ghiacciaio PRESENA per l economia turistica del comune di Vermiglio e di tutta l area di passo del Tonale e, data l importanza ambientale del particolare sito, ( che è esclusivamente raggiungibile con gli impianti di risalita), la società Carosello Tonale s.p.a. si è prefissata di intervenire sull area in concessione per salvarne le peculiarità. L andamento climatico sfavorevole degli ultimi decenni ha provocato e provoca il progressivo impoverimento della massa di ghiaccio del Presena. L apporto di neve in inverno è insufficiente ad arrestare la continua diminuzione dello spessore di ghiaccio. Si vedano per analogia i rilievi sul vicino ghiacciaio del Careser: esso è stato monitorato dagli anni cinquanta. Purtroppo i dati confermano un trend negativo continuo. La società Carosello Tonale s.p.a. è decisa ad attuare delle forme di razionalizzazione e mitigazione, in modo da incidere il meno possibile sul fenomeno naturale in atto, cercando di rallentarlo e non di accelerarlo. 1

3 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 In collaborazione con la Provincia autonoma di Trento, Dipartimento protezione civile e infrastrutture, la società Carosello Tonale s.p.a. ha attuato un programma sperimentale denominato Mitigazione dell ablazione e dell impatto delle attività sciistiche del ghiacciaio Presena ( delibera della Giunta provinciale n.3161 del 12/12/2008). Le conclusioni di un primo periodo di attività sono espresse dal dottor Alberto Trento, della Provincia autonoma di Trento, nel rapporto che dichiara: I primi quattro anni di attuazione del Programma sperimentale finalizzato alla mitigazione dell'ablazione sul Gghiacciaio Occidentale di Presena hanno avuto evidenti esiti positivi. La produzione di neve artificiale durante l'inverno ed la copertura estiva con geotessili hanno contrrastato significativamente l'intensa fase di regresso glaciale che ormai da decenni interessa questo ghiacciao al pari di tutti quelli della regione alpina a causa del riscaldamento dell'atmosfera, che risulta molto più accentuato alle quote elevate che nei fondovalle. In particolare si è conservato uno spessore medio di 1,4 metri di neve all'anno su tutta l'area protetta con geotessili, per un totale complessivo di 280 mila metri cubi, che in condizioni naturali sarebbero stati completamente persi. Senza questi interventi sarebbe completamente affiorata di almeno 4 metri tutta la regione rocciosa centrale dono minata "ginocchio", con conseguente frazionamento del ghiacciaio in due parti nettamente distinte e con l'accelerazione della fusione per il calore assorbito dalle rocce e trasferito al ghiaccio. Stanti le condizioni climatiche particolarmente sfavorevoli, che riducono ogni anno lo spessore di tutti i ghiacciai alpini di 1-2 metri, le azioni mitigatrici adottate in Presena hanno a tuttoggi permesso di preservare l'integrità del ghiacciaio. 2

4 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 Utilizzo dei geotessili di protezione A quanto premesso dobbiamo aggiungere che gli impianti a fune costruiti sul sedime del ghiacciaio sono arrivati ad importanti scadenze tecniche. Le scadenza previste dalla legge del settore impianti a fune prevede la fine della vita tecnica per le sciovia dopo trent anni di esercizio e la seconda revisione generale per le seggiovie. (D.M. n.23 del 02/01/1985). Per riassumere : la fine della vita tecnica impone in pratica la completa sostituzione dell impianto, mentre la revisione generale considera il completo controllo previo smontaggio di tutto l impianto con la sostituzione delle parti usurate o danneggiate. Come si può intuire i lavori sono di notevole peso economico, per cui urge una riflessione su come ridefinire gli investimenti su tutta l area ghiacciaio Presena. Si è deciso di seguire alcune chiare dlinee programmate. 3

5 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 Le principali direttrici d intervento sono : rinuncia della pratica dello sci estivo. L utilizzo delle piste da sci e degli impianti sul ghiacciaio del Presena sarebbe escluso nei mesi di luglio, agosto e settembre. Sostituzione degli impianti scioviari e seggioviari con un unico impianto a fune con portata oraria inferiore. Così facendo si potrebbe limitare la movimentazione della neve, ora necessaria alla costruzione della pista di risalita delle sciovie. La scelta di realizzare un impianto aereo, più costoso e con minor portata oraria, raggiungerebbe lo scopo di non utilizzare grosse masse di neve per costruire la pista di risalita. Gli sciatori potrebbero viaggiare a una certa altezza da terra, senza essere interessati dallo stato del ghiacciaio sotto di loro. Se s interviene sostituendo gli attuali impianti di risalita e si installa un cantiere in quota, è opportuno mettere in atto una sistemazione ambientale dell area, anche se l operazione è economicamente rilevante. Le troppe strutture presenti, rimasugli dei vecchi e successivi interventi, effettuati a vario titolo e in epoche diverse, necessitano di essere demolite. L area va totalmente riqualificata. Il costo della sistemazione ambientale è cospicuo, ma si rende necessario se si vorrà intervenire a preservare quanto possibile il ghiacciaio e il suo ambiente. La deliberazione n. 405 del 08 marzo 2013 della Giunta Provinciale della autonoma di Trento ha definito il Programma degli interventi di manutenzione e razionalizzazione degli impianti e delle strutture esistenti,legati alla pratica dello sci, e degli interventi di valorizzazione ambientale e culturale, anche ai fini turistici, ai sensi dell art.28 comma 5 delle norme di attuazione del Piano Urbanistico Provinciale, approvato con legge provinciale n.5 del 27/9/2008. Allegati alla deliberazione ci sono il programma e la valutazione ambientale strategica. 4

6 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo COLLOCAZIONE GEOGRAFICA E STRUMENTI URBANISTICI 1.1 Il ghiacciaio Presena : inquadramento geografico Il Ghiacciaio di Presena (o Presena Occidentale) fa parte delle Alpi Retiche, nel gruppo Adamello-Presanella ed è compreso nel bacino ìdrografico Vermigliana- Noce-Adige. Il ghiacciaio, si trova alla testata della VaI Presena, in un ampio circo delimitato da Cima Presena (3068 m) al centro, da Monticelli (2591 m) a sinistra e dal Castellaccio (3028 m) sulla destra. Il Presena occupa la parte centrale del regolare versante che da Capanna Presena sale verso il Passo del Maroccaro, dopo che la porzione più orientale del ghiacciaio si è estinta e la parte più occidentale, situata sotto il Corno di Lago Scuro, si è completamente staccata dal corpo principale. All uscita dell impianto funiviario a quota 2585 m, che collega il Passo Tonale al Passo Paradiso e quindi al ghiacciaio, si apre un panorama maestoso, l ampia conca Presena con le piste per lo sci nella parte alta e una serie di laghetti che appaiono tra gli sfasciumi di roccia. Più precisamente, da destra, si trovano la Punta del Castellaccio (3028 metri), il gendarme del Casamadre e l omonima costiera (3015 metri), la Punta o Corno di Lago Scuro (3160 metri) con il suo spigolo che chiude il lato ovest del bacino glaciale. Lungo questo crinale si snoda la linea di demarcazione dell antico confine tra Italia e Austria durante la Grande Guerra ed attualmente fra la provincia di Trento e quella di Brescia. Nella parte più alta del ghiacciaio si prosegue, sempre da destra, con il Passo del Maroccaro (2975 m), l anticima, il passo (2999 m) e la Cima Presena (3070 m), per terminare poi, chiudendo così il cerchio di cime che circondano il Ghiacciaio Presena, la Sgualdrina (2996 m) e il Cornicciolo di Presena (2917 m). Il Ghiacciaio di Presena Occidentale è classificato con il numero 684 nel catasto redatto dal Comitato Glaciologico Italiano nel 1962 (relativo alle annate idrologiche ) e lo stesso codice gli viene attribuito nel più recente Catasto Glaciologico SAT (Società Alpinisti Tridentini, redatto nel 1990), nel Catasto Internazionale WGI (World Glacierlnventorydel ) gli è invece attribuito il codice l-4l

7 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 La superficie del ghiacciaio è regolare e priva di crepacci. E alimentato soprattutto dalle precipitazioni nevose dirette, data l assenza di grandi pareti rocciose a monte. Negli anni meno favorevoli, in effetti, il ghiacciaio si è trovato alla fine dell estate completamente privo di innevamento residuo, nonostante la sua esposizione verso Nord. Questo ghiacciaio è molto conosciuto perchè su di esso si pratica lo sci con impianti di risalita che partono dal Passo del Tonale e raggiungono i 2736 m di Capanna Presena. Negli ultimi anni, caratterizzati da scarso innevamento invernale ed elevate temperature estive, lo sci è stato interrotto entro la fine del mese di giugno. Gli impianti di risalita permettono a chiunque di raggiungere e osservare questo ghiacciaio e le interessanti morfologie presenti nei dintorni, anche se l ambiente è stato in parte modificato dall intervento dell uomo. L apparato glaciale di conca Presena fino al 1850 occupava una superficie complessiva di oltre 4000 ettari. Attualmente quello che un tempo formava un unico corpo nevoso non esiste più, ma è diviso in due parti ben distinte, I due complessi sono divisi dai rilievi rocciosi della Sgualdrina (2926 m) e del Cornicciolo (2916 m). Per la sua posizione facilmente raggiungibile, il Ghiacciaio di Presena Occidentale è uno dei più frequentati dell arco alpino. Dalla sua sommità si raggiunge facilmente Cima Presena (3069 m) dove lo sguardo spazia a 360 gradi su un immenso panorama: dalle Alpi svizzere e austriache verso il gruppo Ortles- Cevedale, alle immense distese nevose dell Adamello (Giovannini, 2001). Il massiccio della Presanella è prevalentemente formato da rocce compatte di granito, il cui termine deriva dal latino granuam, che significa chicco e si riferisce alla propria struttura granulare. Il granito è la più comune roccia plutonica e deriva da processi di differenziazione a più stadi di un magma all interno della crosta terrestre. I graniti sono composti da feldspati, quarzi e miche. Si presentano sempre come rocce chiare indifferentemente dal tono di colore che dipende principalmente dal feldspato potassico. Le dimensioni dei singoli componenti sono piuttosto variabili, tuttavia i singoli granuli si mostrano riconoscibili ad occhio nudo, con dimensioni di almeno un millimetro. 6

8 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 Alla base dell ampia conca Presena, all uscita della stazione a monte della funivia TonaleParadiso, si presentano i due laghetti del Monticello, ubicati rispettivamente a quota 2588 e 2599 metri. Il primo ha una superficie di mq, il secondo di mq. Entrambi hanno evidente origine da circo, scaricano nel rio del Pisso e nell Ogliolo, le rive sono in gran parte formate da granito e detrito morenico e sui fondali si trovano ancora numerosi residuati bellici. Un terzo laghetto si trova poco più in basso a quota 2544 metri a sinistra giungendo in funivia a passo Paradiso. Il più vasto è il Lago Presena, ubicato al fondo del grande circo Alveo Presena parzialmente occupato dalla vedretta Presena orientale; presenta una lunghezza di 260 metri, una larghezza di 120 metri ed una superficie di m2 con una singolare scarsa profondità di appena un metro. Il livello è però molto variabile in relazione all intenso tasso di ablazione estiva della sovrastante vedretta, poiché raccoglie a quota 2184 m le acque di fusione del ghìaccìaio. 7

9 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 carta tecnica provinciale 8

10 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 ortofoto con poszionamento 9

11 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo Compatibilita urbanistica L area sciabile del ghiacciaio Presena comprende sia parte del ghiacciaio propriamente detto sia una superficie ampia della morena glaciale, sulla quale è edificata la seggiovia Presena Paradiso. Anche il Piano Urbanistico 2006 prevede per tutta l area la destinazione urbanistica ad area sciabile. Per la posizione della stazione di monte è in corso l adeguamento della cartografia del PRG e quindi la rettifica della cartografia del Piano urbanistico provinciale. Lo spostamento della stazione a monte fuori dall area neve prevista dal PUP è dato sostanzialmente da delle valutazioni ambientali e cioè: la zona prevista in progetto è totalmente fuori dalla zona del ghiacciaio reale e quindi nella sua realizzazione si ha la certezza di non danneggiare e interferire con il ghiacciaio, assolvendo anche una delle raccomandazioni della VAS. Inoltre la localizzazione prevista in progetto è la più idonea dal punto di vista orografico per la realizzazione della struttura in cemento armato. Infatti si trova su un terrazzamento naturale e gli scavi sono ridotti. 10

12 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 PUP strutturale 11

13 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 PUP PAESAGGISTICA 12

14 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 Reti ecologiche e ambientali 13

15 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 insediamenti 14

16 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 Il Piano regolatore generale ( delibera del consiglio comunale n.17/2008 del 4/4/2008 punto 1 Norme di attuazione, prevede l area sciabile. 15

17 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo

18 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo SISTEMA AMBIENTALE ZSC Vermiglio Folgarida.- L area tutelata è topograficamente identificata dal gruppo montuoso della Presanella, dal Tonale al Monte Spolverino, in versante idrografico destro della Val di Sole.- Il sito è individuato dalla seguente scheda, come da allegato I Direttiva 92/43/CEE: - Codice sito: IT Superficie : ha 8722,78 - Regione biogeografica : Alpina - Descrizione del sito : Il sito si estende sulle pendici a Nord del gruppo montuoso cristallino della Presanella, fuori dai confini del Parco e comprende una variegata serie di formazioni naturali, che vanno dai boschi montani di conifere, alle cenosi moreniche e glaciali. Dominano le forme biologiche microterme. Il sito è di rilevante interesse per la presenza di specie animali, importanti relitti glaciali tipici delle Alpi, che trovano qui le condizioni idonee alla loro riproduzione.- La Giunta della Provincia Autonoma di Trento, con due delibere, le n 1018 del e la n 3125 del , in attuazione alla direttiva 79/409 CEE, concernente la conservazione degli uccelli selvatici e 92/43 CEE, riguardante gli habitat naturali e seminaturali, ha deciso di garantire gli obiettivi di conservazione per i Siti di Importanza Comunitaria (SIC) individuati dal D.M , trasformati in Zone Speciali di Conservazione (Z.S.C.) con delibera della Giunta Provinciale n del Il versante Nord della Presanella fa parte delle Z.S.C., con la denominazione Vermiglio Folgarida ed il codice IT Il D.P.R. 8 settembre 97, n 357, riporta il Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43 CEE, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e fauna selvatiche ed affida alla Provincia 17

19 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 Autonoma il compito di adottare le misure necessarie a salvaguardare e tutelare i siti di interesse comunitario.- L articolo 5 del D.P.R n 357, al punto 3, prevede che i proponenti di interventi che possono avere incidenze significative sul sito, presentino uno studio volto ad individuare e valutare, secondo gli indirizzi espressi nell allegato G, i principali effetti che detti interventi possono avere sul sito di importanza comunitaria. L allegato G definisce quindi i contenuti della relazione per la valutazione di incidenza di piani e progetti. In particolare le caratteristiche devono essere descritte con riferimento alle tipologie delle opere ed alle interferenze con il sistema ambientale.- Con verbale di deliberazione n di data , la Giunta Provinciale, in esecuzione dell'art.38 della L.P. 11/2007, (Governo del territorio forestale e montano, dei corsi d'acqua e delle aree protette) ha approvato le misure di conservazione per le Z.S.C.. Gli allegati A e B, corretti con deliberazione n 259 del , riportano le misure specifiche per i territori ricadenti all'interno di parchi provinciali ( Allegato A) ed all'esterno (Allegato B).- 18

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21 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo Limitazione dello studio.- Lo studio è limitato all'ambito di intervento individuato dal programma di riqualificazione dell'area sciistica della conca Presena - Paradiso. Lo scopo è quello di riordinare il sistema impianti di risalita e volumetrie delle strutture di servizio e ricettive presenti in quota.- Dal punto di vista localizzativo le nuove infrastrutture sono ubicate nell'ampio anfiteatro del ghiacciaio del Presena.- Cartograficamente l'area è indicata nell allegato n , dedotto dalla carta tecnica provinciale in scala 1 : Topograficamente ci si trova nella parte iniziale della Val di Sole, a contatto della Regione Lombardia, in destra orografica del Passo del Tonale.- E' un ambiente al di sopra dei 2500 metri di quota, caratterizzato da estesi macereti che si estendono fino ai ghiacciai permanenti, circondati da cime rocciose che emergono spesso come picchi più o meno elevati, soggetti ad un abbondante erosione crioclastica.- 20

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23 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo Uso delle risorse naturali.- L'utilizzo del territorio a fini turistici, soprattutto a carattere invernale, presuppone ovviamente l'uso delle risorse naturali per poter soddisfare le esigenze ricreative dell'utenza.- Questo comporta la conseguente produzione di rifiuti, disturbi ambientali e potenziali fenomeni di inquinamento.- L'adeguamento di una infrastruttura esistente, sostituzione di un impianto di risalita ed il riordino delle volumetrie, non comportano variazioni significative, dell'utilizzo di risorse naturali.- Per la descrizione dei programmi si rimanda ai capitoli specifici Inquinamento e disturbi ambientali.- Aspetti acustici.- Le fonti di rumore presenti in fase di lavoro e valutabili come impatti temporanei, sono dovute alla presenza di mezzi di lavoro quali betoniere, martelli pneumatici, piccoli mezzi operativi. A questa va aggiunta la presenza di generatori e di tutti i motori dei diversi attrezzi più piccoli. Altri impatti acustici nell'area in esame sono dovuti all'uso della teleferica e dell'elicottero.- Lo studio di VIA cercherà di quantificare a priori il numero, la marca ed il tipo di macchine che saranno presenti sul luogo di realizzazione dei lavori, con conseguente stima del livello di rumorosità prodotto in fase di costruzione. Trasporti.- I trasporti dei materiali e delle porzioni prefabbricate, a seconda delle dimensioni, avvengono con l'uso della teleferica e con l'elicottero direttamente dal fondovalle.- Accessibilità.- L'accesso al cantiere avviene tramite gli impianti di risalita o con l'uso dell'elicottero. Nella fase della gestione, l'accessibilità nel periodo invernale ed estivo di apertura allo sci del ghiacciaio, avviene esclusivamente con gli impianti di risalita.- Fonti energetiche.- Per quanto riguarda questo programma, la fornitura di energia elettrica per il funzionamento del nuovo impianto non comporta alcun impatto ambientale sul territorio, considerando che è già presente una linea di distribuzione elettrica. 22

24 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 Il trasporto del combustibile necessario nella fase di lavoro, avviene con l'uso della teleferica.- Lo stoccaggio dovrà avvenire nel rigoroso rispetto delle norme di sicurezza.- In fase di esercizio si avrà un forte incremento dei consumi energetici che sul territorio comportano, come unico impatto, quello legato all'attivazione dei generatori di scorta in caso di malfunzionamento delle linee.- Aspetti luminosi.- Le stazioni non verranno dotate di alcuna segnaletica luminosa, le luci esterne essenziali saranno di tipo tradizionale, con flusso luminoso rivolto verso il basso e di potenza limitata.- Produzione rifiuti.- Va da sé che l'inserimento dell'opera all'interno di un'area sensibile, invita ad un controllo meticoloso delle diverse fasi progettuali per limitare al massimo qualsiasi spargimento o accumulo di rifiuti per lunghi periodi.- In fase di costruzione i rifiuti deriveranno dai residui di lavorazione e saranno in parte prodotti dalle maestranze impegnate nella costruzione.- Per quel che riguarda i rifiuti urbani, verranno conferiti nei cassonetti del fondovalle ed ai centri di raccolta differenziata utilizzando la cabinovia.- Il trasporto del materiale da costruzione e quindi anche dei residui della lavorazione, avviene tramite teleferica cabinovia ed elicottero, impiegato nella fase di ritorno.- In fase di esercizio lo studio di VIA dovrà stabilire la produzione media di rifiuti di strutture di servizio e di ristorazione in alta quota. Il turista può produrre rifiuti in due modi; indirettamente usufruendo dei servizi o, in modo diretto, lasciando in loco i residui dei pasti al sacco consumati in montagna. Andrebbe anche considerata la quota parte di produzione del personale afferente all'esercizio, presente in numero limitato se rapportato al flusso turistico medio preventivato.- Il trasferimento a valle dei rifiuti è previsto a fine giornata.- Carichi inquinanti.- In analogia con il paragrafo precedente, le sorgenti principali di carichi inquinanti sono rappresentate dalle strutture ricettive che verranno realizzate.- L'attuale sistema fognario della Capanna Presena è stato adeguato nell'anno 2010 mediante la sostituzione di attrezzature e macchinari idonei al trattamento dei reflui, come prescritto dalla delibera della Giunta Provinciale n 2013, di data e modificata con delibera n 2158, di data 23

25 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo Ovviamente si devono verificare i dati nuovi di affluenza prevista e del servizio di ristoro offerto, la produzione giornaliera, le modalità di smaltimento, la produzione del volume essiccato proveniente dal grigliatore.- Movimenti di materiale.-.- Sono previsti significativi movimenti di materiale per la realizzazione delle strutture, gli ancoraggi ed i sistemi di fondazioni. La demolizione della roccia comporterà un incremento volumetrico anche del 30%.- I volumi di scavo e riporto complessivamente attuano una compensazione, ad eccezione delle quantità previste all intermedia, dove l eccedenza trova collocazione nella depressione esistente ed a protezione di fenomeni valanghivi. Diverso risulta il problema relativo alla posa della condotta dell innevamento; lo scavo, considerata la natura prevalentemente rocciosa del substrato, comporterà delle difficoltà per cui è forse meglio in molti tratti provvedere ad un semplice ricoprimento.- Rischi di incidenti ambientali.- Bisogna sottolineare che le opere previste non generano di per sé rischi ambientali, ma questi possono essere legati ad errori prevedibili e non prevedibili, come malfunzionamenti, disattenzione, noncuranza, atti di sabotaggio, ecc.- Va ancora sottolineato il fatto che molti degli incidenti con conseguenti rischi ambientali sono presenti al di là della realizzazione delle opere e che le probabilità che questi si verifichino risultano, in caso di un'attenta e corretta gestione, molto ridotte. Tipo di incidente Probabilità Conseguenze Incidenti in fase di costruzione.- Sversamenti di olio o benzina, dai motori delle macchine operatrici e/o per rottura dei fusti di stoccaggio.- Possibile dispersione di carichi inquinanti e rifiuti nella gestione del cantiere.- BASSA BASSA I pericoli maggiori sono legati al trasporto di carburanti che in caso di sversamento possono creare problemi alle acque ad alla scarsa vegetazione.- Il ridotto numero di persone presenti rende minimo il possibile incidente.- 24

26 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 Incidenti a lavori ultimati. Tipo di incidente Probabilità Conseguenze Incendi: possono essere generati da atti vandalici o dal malfunzionamenti legati agli impianti BASSA Le opere realizzate ex-novo vanno ad inserirsi in strutture con bassa probabilità di propagazione delle elettrici delle opere realizzate.- fiamme.- Incidenti in fase d'esercizio.- Tipo di incidente Probabilità Conseguenze Sversamenti di olio o benzina, dai motori delle macchine, motoslitta, gatto,...- BASSA Danni ambientali diversi a seconda del materiale trasportato. I pericoli maggiori sono legati al trasporto di carburanti che in caso di sversamento possono creare problemi alle acque superficiali ed alla scarsa vegetazione. 25

27 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo Ambiente fisico Componenti abiotiche a) Clima.- Dal punto di vista climatico, si può affermare che il sito esaminato presenta un clima da subpolare a polare del deserto nivale, fino al gelo perenne. STAZIONE METEO CIMA PRESENA ANNO Temperatura ( C) Media minima Media massima Media ,2-6,26-8, ,25-0,2-3, ,05 1,41-1, ,48-1,95-4, ,88 0,25-2, ,11-0,44-3, ,41 0,37-2, ,91-2,17-5, ,37 0,31-2, ,42 0,92-2, ,82-0,04-2, ,28-0,53-3, ,4 0,69-2, ,11 1,23-1, ,64-0,07-2, ,8-5,05-7, ,05 4,73 0, ,4 1,76-1,82 Media Totale -6,25-0,28-3,27 Tabella n 2.2.1a)1. Temperature.- I totali annui delle precipitazioni nevose, nel periodo 89/90 07/08, indicano una media di 588 cm. La massima è superiore a 14 metri nella stagione 2003/04; la minima è inferiore al mezzo metro negli anni 1995/96 e 1996/

28 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 Tab.2.2.1a)2.- Andamento annuale neve fresca b) Litologia e pedologia.- L area di studio si caratterizza geologicamente per l estesa distribuzione di depositi morenici, i quali differiscono da zona a zona, sia per composizione granulometrica, che per spessore.- La parte alta è caratterizzata dalla presenza di rocce di tipo granitico e tonalitico, che racchiudono a cerchio il ghiacciaio del Presena.- In questa conca cantraddistinta da versanti di raccordo che si interrompono bruscamente a contatto delle pareti rocciose, si sono originati ricoprimenti di materiale morenico a seguito dell'azione ciclica dei ghiacciai, sui quali si è depositato abbondante materiale detritico di disfacimento. Questi ricoprimenti mascherano le morfologie esistenti, sono costituiti da materiali caotici e suscettibili di evoluzione per fenomeni di disgregazione o di crollo.- Non esistono suoli pedologicamene evoluti, si può parlare di litosuoli originati da fenomeni crinoviali.- 27

29 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo c) Idrografia.- L idrografia superficiale è rappresentata dai laghi di Monticello, di origine glaciale, disposti nella parte inferiore dove il territorio è pianeggiante, o presenta delle contropendenze.- La situazione idrologica, della zona interessata dalle opere in progetto, non è caratterizzata da acque di scorrimento superficiali, la circolazione è profonda ed al contatto tra la copertura sciolta ed i sedimenti impermeabili emerge in superficie.- Tutti gli interventi previsti non interferiscono in alcun modo con le attuali linee di deflusso e neppure con i laghetti presenti d) Neve e valanghe.- Il sito del ghiacciaio del Presena rappresenta la situazione più delicata dell'intero comprensorio sciistico del Tonale. Il versante settentrionale della conca del Presena, che dal Passo Presena prosegue fino al Passo del Maroccaro ed al Corno di Lago Scuro, costituisce un potenziale sito di origine di fenomeni di movimento del manto nevoso. In particolare risulta particolarmente a rischio la conca esposta a Nord Est, racchiusa fra lo sperone di Passo Maroccaro ed il Corno di Lago Scuro. Attualmente la sicurezza è garantita dalla presenza di una linea catex, dalla battitura costante del manto nevoso e dalla gestione tramite commissione valanghe. Da un esame approfondito del territorio risulta maggiormente esposta al pericolo di valanghe la stazione di partenza della sciovia. Infatti, nella stagione invernale primaverile dell'anno 2002 un fenomeno di proporzioni relativamente consistenti ha concluso la sua corsa in prossimità della stazione di partenza dello schilift. In quell'occasione oltre ad analizzare le cause, si scriveva: L'impianto fisso è facilmente difendibile mediante arretramento della stazione di partenza fino a risultare defilata rispetto al promontorio di Capanna Presena.- Questo suggerimento è attuato ora, in occasione del rifacimento dell'impianto.- La nuova ipotesi progettuale prevede la traslazione verso Nord Est della stazione, in questo caso intermedia, in posizione più defilata e protetta. Sia la stazione che la linea dell impianto risultano esclusi dalle problematiche valanghive. In 28

30 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 considerazione dell entità degli scavi previsti alla stazione intermedia, (dallo schema dei movimenti terra risulta un eccedenza di 9223 metri cubi) relativi alla realizzazione dei collegamenti sciistici e delle nuove strutture, in fase di progettazione esecutiva è opportuno valutare l opportunità di rialzare il bordo superiore della depressione, nella speranza che il ghiacciaio riacquisti l originario spessore. Attualmente, la depressione esistente può contenere qualsiasi accumulo che possa derivare dai fenomeni valanghivi del versante nord orientale del Corno di Lago Oscuro. L'area, compresa fra il Passo del Maroccaro - la Bocchetta degli Sciatori Passo Presena, è potenzialmente pericolosa nel caso di precipitazioni elevate. Per questa superficie di limitata estensione si deve attuare una forma di controllo prevedendo la battitura di una maggiore superficie possibile, fino a contatto delle pareti rocciose.- Inoltre, per i fenomeni valanghivi ricorrenti, ai quali si deve prestare particolare attenzione, il sistema di sicurezza è demandato ad una linea di ca.te.x.- La gestione effettuata in questi anni conferma che per ogni precipitazione che raggiunga i cm si deve intervenire per rimuovere la neve depositata sul versante.- Gli impianti devono rimanere fermi per il periodo sufficiente alle operazioni di pulizia e potranno essere riaperti solo dopo averne verificato l'effettivo risultato.- La progettazione definitiva, che sarà accompagnata da una relazione nivologica specifica, dovrà esaminare le problematiche relative alle interferenze che può creare l accumulo da vento lungo il crinale, dal Passo Presena alla Bocchetta degli Sciatori, che sovrasta il collegamento fra la stazione di monte della nuova cabinovia e le piste Presena.- L attuale sistema di prevenzione definito dal piano PISTE, che prevede anche la gestione, rimane comunque in vigore per le operazioni necessarie a garantire la sicurezza. 29

31 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo e) Fattori abiotici. I fattori abiotici da tenere in considerazione sono: radiazione solare, atmosfera, litosfera ed idrosfera. Mentre le prime due non subiscono variazioni apprezzabili, litosfera ed idrosfera sono soggette a modifiche. La litosfera varierà per la sistemazione dei detriti superficiali, scavi e riporti ed eventualmente in caso di utilizzo di esplosivo.- Il regime idrico è interessato per il prelievo dai laghetti di Monticello, che si trovano in prossimità di Passo Paradiso. L acqua, attraverso la stazione di pompaggio, viene distribuita dai cannoni da neve dislocati lungo la pista da sci. L impianto di innevamento è costituito da elettropompe che alimentano la rete di distribuzione, realizzata con tubi in acciaio. E del tipo in bassa pressione, costruito in modo produrre in loco l aria necessaria allo scambio termico con l acqua. Non si usano additivi di nessun tipo, ma solo l acqua prelevata secondo il disciplinare disposto dalla Provincia Autonoma di Trento e la relativa concessione. La principale riserva idrica è quella del laghetto superiore, le cui dimensioni sono riportate nella tabella allegata alla VAS e qui riassunte: Quota = 2596 m; Superficie massima = 1,96 ha; Profondità massima = 16,6 m; Volume massimo d invaso = m3; Volume d acqua che fluisce in un anno = 2,0 milioni di m3.- Il periodo d innevamento, da dicembre a marzo, ha consentito di produrre m3 nell anno 2010 e m3 nel Questa possibilità, unitamente alla copertura estiva del ghiacciaio con geotessile, contrasta significativamente la fase di regresso del ghiacciaio e finora gli interventi hanno permesso la conservazione di m 3 di neve, che in condizioni naturali sarebbero stati completamente persi Ambiente vegetazionale Componenti biotiche.- Come noto, il DPR 357/1997 distingue le seguenti tipologie di habitat: 30

32 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 a) habitat naturali; b) habitat naturali di interesse comunitario; c) habitat naturali prioritari.- La tipologia a) comprende habitat che si distinguono per le loro caratteristiche geografiche, abiotiche e biotiche, interamente naturali o seminaturali, ma la cui conservazione non richiede la designazione di aree speciali di mantenimento, né la loro presenza nell ambito di un progetto può determinarne un impatto negativo. Tutti gli habitat di questa tipologia non hanno una corrispondenza con quelli di Natura La lettera b) indica gli habitat riportati nell'allegato A della direttiva che nel territorio dell'unione Europea rischiano di scomparire, oppure hanno un'area di distribuzione naturale ridotta a seguito della loro regressione, inoltre costituiscono caratteristiche tipiche, in questo caso, della regione alpina.- I tipi di habitat naturali che rischiano di scomparire sono definiti prioritari, lettera c).- Gli habitat sono stati definiti per similitudine con ambienti simili già noti, per la conoscenza dei luoghi ed integrati da foto-interpretazione. Le superfici interessate da disturbi derivanti dalla realizzazione del progetto sono state distinte in aree soggette a disturbi elevati e moderati. Sono state considerate aree a disturbi elevati quelle collocate entro un raggio di 10 m dall'asse centrale dell'impianto di progetto, mentre le aree a disturbi moderati sono state assegnate alle zone distanti tra 15 e 30 m dall'asse centrale a) Habitat naturali.- Tra gli habitat di interesse naturale, vanno segnalati due laghi oligotrofici, che sono interessati marginalmente dal progetto e potrebbero subire limitati disturbi. Si tratta del lago del Monticello a sud e di un bacino lacustre appena a sud-ovest del ristorante Paradiso. Trattandosi di bacini lacustri di alta quota di origine glaciale e con sponde detritiche e come tali, privi di vegetazione acquatica. Non si può individuare una corrispondenza né con l'habitat dei laghi eutrofici, né con quello dei laghi distrofici. Tuttavia, sia per il loro pregio paesaggistico, che per il 31

33 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 loro valore come risorse idriche, dovrà essere posta particolare attenzione ad evitare qualunque tipo di deposito e scarico di materiali nelle acque b) Habitat naturali di interesse comunitario.- Sono stati riconosciuti i seguenti habitat di interesse comunitario: - Ghiaioni silicei del piano montano fino a nivale (Androsacetalia alpinae e Galoepsietalia ladani) (8110); - Pareti rocciose silicee con vegetazione casmofitica (Androsacetalia vandellii) (8220); - Acque oligotrofe (3130); - Ghiacciai permanenti (8340). L'habitat dei ghiaioni silicei comprende i popolamenti dei detriti di natura silicatica. La comunità più diffusa è l'oxyrietum digynae associazione rientrante nell'alleanza dell'androsacion alpinae, alleanza che accomuna associazioni tipiche di ambienti primitivi, in stazioni ghiaiose o pietrose, generalmente umide, con ph acido o tendente alla neutralità. Si tratta di fitocenosi pioniere per eccellenza, diffuse in ambienti ampiamente occupati da massi, anche di rilevanti dimensioni, o ghiaia. La copertura risulta sempre molto scarsa e, solo in casi eccezionali, raggiunge il 50%. Le dinamiche naturali sono generalmente lente, anche se sono possibili evoluzioni verso l'habitat 6150, che raggruppa comunità con maggiore copertura di specie erbacee, in presenza di ghiaioni subnivali con detrito fine. Oxyria digyna Hill. Geum reptans L. 32

34 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 Cerastium uniflorum Clairv. Adenostyles alpina Bl. et Fling. Tra le specie più comuni si possono citare Cerastium uniflorum, Geum reptans, Luzula alpinopilosa, Oxyria digina e Saxifraga bryoides. Altre specie caratteristiche di questo habitat sono Androsace alpina, Doronicum clusii, Ranunculus glacialis, Saxifraga seguieri, Sedum alpestre, Silene rupestris. Altre specie spesso presenti sono Achillea moschata, Arabis alpina, Cardamine resedifolia, Leucanthemopsis alpina, Linaria alpina, Rumex scutatus. Questo habitat si può ritenere vulnerabile solo nel caso in cui un intervento preveda la distruzione diretta del sito, come nel caso dei sedimi delle costruzioni o dei plinti dei sostegni.- L'habitat delle pareti rocciose silicee con vegetazione casmofitica, interessa piccoli lembi soprattutto nella parte inferiore dell'area di progetto, comprende la vegetazione casmofitica delle fessure delle rupi dei substrati silicatici; le comunità vegetali sono riconducibili all'ordine Androsacetalia vandellii. Si tratta di ambienti a elevata naturalità, di rilevante pregio paesaggistico. Le specie dominanti sono: Asplenium septentrionale, Primula hirsuta, Androsace vandellii, Bupleurum stellatum, Hieracium intybaceum, Saxifraga depressa e Woodsia alpina. La vulnerabilità dell'habitat è tra le più basse, in quanto, la distruzione delle formazioni è legata alla demolizione fisica delle pareti rocciose. L'habitat dei laghi oligotrofici include la vegetazione delle acque ferme caratterizzate da basse concentrazioni di nutrienti. Sono localizzate nella parte bassa dell'area in progetto, nei pressi del Lago del Monticello, anch'esso rientrante 33

35 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 nella categoria. Si tratta di ambienti sommersi di acque ferme, con sponde fangose. Da qui il tipico carattere pioniero della vegetazione, con poche specie caratteristiche. Le specie dominanti sono: Ranunculus trichophyllus subsp. eradicatus, Sparganium angustifolium, Cyperus flavescens, Cyperus fuscus, Juncus bufonuis, Ranunculus flammula. La vulnerabilità dei siti è elevata e legata, in questo caso, allo sfruttamento turistico con la perturbazione delle sponde ed il possibile apporto di sostanze nutritive. Nella parte alta dell'area, il progetto va ad interessare l'habitat dei ghiacciai permanenti, habitat di straordinaria importanza anche se non ospitano comunità vegetali, come essenziale riserve di acqua dolce, che meritano particolare attenzione. In questa sede, va detto che è in atto, con la collaborazione di Meteo Trentino, un programma sperimentale di salvaguardia del ghiacciaio occidentale del Presena, che prevede: - Produzione di neve artificiale nella stagione fredda; - Riduzione dell ablazione estiva con l uso di geotessili di copertura; - Rilievo dei parametri meteorologici, nivologici ed idrometrici; - Gestione particolarmente attenta dell area sciistica.- 34

36 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo

37 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo c) Habitat naturali prioritari.- Non sono presenti habitat classificati prioritari, d) Corrispondenza con le categorie Natura La corrispondenza delle unità vegetazionali con le categorie Natura 2000, è verificata nel modo seguente. UNITA' VEGETAZIONALI CATEGORIA NATURA 2000 CODICE n - Aree detritiche macereti Ghiaioni silicei Vegetazione di parete rocciosa Pareti rocciose silicee a vegetazione casmofitica Laghetti alpini effimeri Acque oligotrofe 3130 Ghiacciai permanenti 8340 Tab d): Corrispondenze e) Specie e habitat notevoli.- Specie prioritarie.- L'originaria scheda del S.I.C. Presanella non riporta specie prioritarie di cui all'all. II della Dir. 92/43/CEE.- Specie significative.- La sola specie di cui si ritiene possibile la presenza, da fonti interrogate è Carex lachenalii, eventualmente localizzata lungo le sponde dei laghetti.- E' degna di particolare attenzione per la sua rarità.- La presenza eventualmente si può riscontrare nella parte inferiore del tracciato, area Paradiso, presumibilmente ai margini del laghetto Ambiente faunistico Introduzione.- L ambiente nel quale si opera, è caratterizzato dall'assenza quasi totale di fauna stanziale legata al territorio.- La fauna può essere considerata, più che uno degli aspetti dell ambiente, un prodotto dell ambiente stesso, di fatto l insieme degli organismi viventi, piante ed animali, costituisce la biosfera. Esiste quindi una correlazione diretta fra ambiente e specie al punto che si può parlare di orizzonte vegetazionale e faunistico.- L'assenza o carenza del primo, esclude la presenza del secondo.- 36

38 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 Il territorio in esame può essere definito come alpino in transizione al deserto nivale. In questo ambiente, la quasi totale assenza di vegetazione limita la presenza dei vertebrati a poche specie di uccelli, adattati alla vita d'alta quota, sordone e fringuello alpino, il gracchio frequentatore usuale dei rifugi alpini, mentre a quote inferiori si segnala la presenza della pernice bianca. L areale di quest ultima specie, riportato nella relazione di Valutazione Ambientale Strategica e nell allegato n , della relazione d incidenza, indica una distribuzione della specie più che altro estivo - autunnale e non trova conferma dalle notizie raccolte. La presenza della pernice bianca è storicamente documentata al Passo Paradiso, versante esposto a Sud Sud-Est del Monticello, nell alveo del Presena, nella zona del Rifugio Denza. Eventuali prelievi della sezione cacciatori di Vermiglio sono documentabili in queste zone. La zona campione per i censimenti e l Alveo del Presena, pendici settentrionali del monte Cercen e Denza. Pare opportuno ricordare, nell'area del Tonale, la presenza dell'aquila e del gipeto, i cui passaggi sono documentati dalle osservazioni raccolte dai parchi Adamello e Stelvio.- Analogamente forme di vita sono presenti nelle acque dei laghetti naturali, crostacei acquatici, anche se la classificazione come laghi glaciali oligotrofici od addirittura distrofici, definisce queste acque caratterizzate da scarsità di nutrienti, alta concentrazione di ossigeno e bassa produttività.- Non è segnalata la presenza del salmerino Sistematica.- La catalogazione sistematica delle specie più rappresentative è riepilogata nella tabella.- habitat fauna - Ghiaioni silicei Uccelli: sordone - fringuello alpino - pernice bianca - gracchio - aquila gipeto. - Lande alpine discontinue Mammiferi: ermellino. - Pareti rocciose Anfibi: salamandra - rane. - Laghi oligotrofici Rettili: marasso. Crostacei acquatici. Tabella n a): Specie faunistiche.- 37

39 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 Le specie animali dell allegato 2, considerate prioritarie e presenti in Trentino, (ma non nell'areale considerato) sono: Gruppo sistematico Nome scientifico - (volgare) Insecta Lepidoptera Callimorhpa quadripunctaria Insecta Coleopotera Osmoderma eremita (Eremita odoroso); Rosalia alpina Vertebrata Mammalia Ursus arctos Tabella n b).: Specie prioritarie presenti in Trentino.- Nella Z.S.C. Vermiglio Folgarida sono presenti parecchie specie contenute nell'allegato I della direttiva 79/409/CEE Uccelli ; la zona oggetto dell'intervento non è significativa per le specie segnalate nell'elenco Periodo lavorativo. La normativa prevede che, nelle aree interessate da Natura 2000, i periodi temporali vietati per l esecuzione dei lavori, sono individuati dal al 31.07, in ambienti che si trovano ad una quota superiore ai 1000 metri. Considerando la situazione e le problematiche dei cantieri, nonché i tempi relativamente ristretti in cui si dovrà operare, la prescrizione è da rispettare per i lavori inerenti la pista Presena Paradiso, variante Presena Paradiso e per la pista da fondo. Per gli interventi localizzati in corrispondenza della stazione di partenza, intermedia e di monte, si ritiene possibile una deroga, essendo lavori puntuali da eseguire su aree già urbanizzate Rischio di collisione. Per quanto attiene il rischio di collisione dell avifauna maggiore con le funi degli impianti, si precisa che la riorganizzazione dell intera stazione riduce sensibilmente le possibilità d impatto. Lo sviluppo degli impianti è minore, le funi sono posizionate ad un altezza da terra maggiore, e sono di diametro superiore alle esistenti.- La possibilità di dotare le linee di segnalatori va discussa e concordata con la Ditta costruttrice, in accordo con il Servizio Provinciale Impianti a Fune.- 38

40 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo Connessioni ecologiche.- Nell'ambito delle connessioni ecologiche si comprendono tutte le interferenze che si verificano nel sistema ambientale.- Si riassumono in: Interruzione della continuità e funzionalità delle biocenosi; Alterazioni di carattere biologico nel medio periodo; Assenza per la fauna di periodi di calma soprattutto in stagioni di per sé difficili; Alterazioni dei caratteri idrologici con turbative dei sistemi idrici Interferenze.- Gli habitat di interesse comunitario e di altri ambienti soggetti a disturbi sono riportate nella tabella seguente. HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO Pareti rocciose silicee con vegetazione casmofitica (8220) Ghiaioni silicei del piano montano fino a nivale (8110) Ghiacciai perenni (8340) Laghi oligotrofi (3130) SUPERFICI RELATIVE AGLI IMPATTI 0,67 ha 1,89 ha 1,49 ha 0,18 ha Totale 4,23 ha AMBIENTI ANTROPIZZATI Totale complessivo 0,32 ha 4,55 ha Tab Superfici relative agli impatti.- Questi dati sono ricavati determinando le superfici soggette ad impatto entro un raggio rispettivamente di dieci metri dall'asse centrale dell'impianto, mentre per le piste corrispondono al piano sciabile, a cui sono aggiunte le rampe di raccordo interessate da manomissioni.- Inoltre non sono distinte le sovrapposizioni, per cui le quantità sono da considerarsi più in eccesso che per difetto. 39

41 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 Per impatto elevato si intende il totale sconvolgimento delle superfici derivante da operazioni di sterro e di riporto. La superficie indicata può quindi essere ritenuta una perdita netta di habitat. L'impatto moderato consiste invece in disturbi derivanti dal temporaneo passaggio di mezzi meccanici, dal deposito di materiali inerti, di macchinari o di altri oggetti legati all'attività di cantiere a) Vegetazione.- La sostituzione dell'impianto, prevedendo dei modesti allargamenti, interferisce in modo minimale sulle condizioni vegetazionali del sito esaminato. Le piste che si sviluppano sul ghiacciaio non sono considerate, mentre quelle dalla stazione intermedia, alla Capanna Presena, fino al Passo Paradiso comportano un interferenza modesta sulla vegetazione, trattandosi essenzialmente di adeguamenti di tracciati esistenti b) Ambiente idrico.- La realizzazione dei lavori non dovrà interferire in alcun modo con l'ambiente idrico c) Fauna.- Per quanto riguarda la componente faunistica, la realizzazione delle opere programmate non comporta alcuna interferenza significativa Superfici.- Analizzando i dati in possesso, il nuovo impianto di risalita andrà ad interessare le seguenti superfici: CODICE NOME Ghiaioni Pareti rocciose Acque Ghiacciai Non Habitat Totale Superfici in silicei silicee oligotrofe permanenti (sup.antropizzate) ampliamento OPERE ettari 40

42 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 CODICE Impianto in progetto Impianto attuale 1,89 0,67 0,18 1,49 0,32 4,54 0,01 1,78 0,64 0,23 2,76 0,21 5,62 Tabella : Superfici.- Il totale corrisponde a 4,54 ettari di cui 0,01 ettari di ampliamento complessivo.- L'allegata cartografia riporta gli habitat interessati dai programmi di sostituzione dell'impianto Passo Paradiso, Presena e dell'area servizi.- 41

43 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo

44 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo Proposta ripristino vegetazionale.- Non sono previsti interventi di ripristino, in considerazione delle modestissime presenze vegetazionali.- Si cercherà di salvaguardare ogni forma esistente operando con accortezza, rispettando le aree marginali Proposta ripristino a fini faunistici.- Le modalità di scavo e ripristino, oltre a corrispondere ad esigenze elevate di ordine idrogeologico e vegetazionale soddisfano nel contempo le necessità faunistiche.- 43

45 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo GEOLOGIA 3.1 Inquadramento geomorfologico La zona esaminata si sviluppa in un'area di alta montagna, le cui caratteristiche geomorfologiche rispecchiano l'azione dei principali elementi morfogenetici che hanno operato in questa regione, vale a dire le masse glaciali quaternarie, che raggiungevano in questa zona un notevole spessore e sono stati presenti come ghiacciai di circo e di versante fino a tempi recenti, avendo abbandonato da poco le vette dei versanti rivolti a sud e permanendo addirittura su quelli rivolti a settentrione. Nelle cartografie del PGUAP (DTM e DSM) così come nelle fotografie allegate, sono ben visibili i principali elementi morfologici locali. La massa glaciale prende avvio sul versante settentrionale della cresta montuosa, che appare come una stretta dorsale tra le cime principali (nello specifico dello studio tra il Corno di Lago Scuro e la Cima Presena), interrotta da ampi avvallamenti (Passo del Maroccaro, Bocchetta degli Sciatori); dalla zona più acclive presso la cresta la superficie del ghiaccio digrada verso nord riducendo la propria pendenza fino all area del cosiddetto ginocchio, quota 2880 m circa, che corrisponde alla chiusura della conca glaciale a quota maggiore; di qui il ghiacciaio digrada fino alla zona della Capanna Presenza, posta sulla zona di chiusura (con tanto di affioramenti di dorsale rocciosa) della conca glaciale centrale, ove si esaurisce. Verso nord si localizza quindi il terzo circo glaciale ove si riscontra la presenza di grandi masse detritiche derivanti sia dall accumulo morenico che dalla frantumazione delle masse rocciose che rilasciano frammenti sotto l azione principalmente di fenomeni crioclastici (gelo disgelo) ed alimentano falde detritiche al piede delle linee di cresta; importanti sono le estese e lunghe colate detritiche che dalla cresta ad ovest scendono al fondo della conca, originate soprattutto dalla movimentazione dovuta al manto nevoso che accoglie i frammenti e li trasporta verso valle. I laghetti di Monticello sopravvivono come ultimo residuo del ghiacciaio al fondo della conca di esarazione. Il modellamento delle superfici rocciose, con l'eliminazione delle asperità e la montonatura dei dossi e delle pareti, risulta marcato in corrispondenza del circo 44

46 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 glaciale, il cui paesaggio morfologico presenta ora, terminata l esarazione glaciale, grandi quantità di materiale morenico, che coprono il fondo e le pareti dell avvallamento con spessore più o meno variabile. Nella conca tali depositi sono presenti anche sotto forma di cordoni ed archi, che testimoniano la presenza delle lingue glaciali recenti, di cui costituiscono rispettivamente i limiti laterali e frontali. L area di intervento, che si estende dall arrivo della cabinovia presso il Passo Paradiso alla zona della Capanna Presena, costeggiando il Lago del Monticello e quindi alla Bocchetta degli Sciatori presso Cima Presena, è sottoposta ai fenomeni normali a quote così elevate, ma nel complesso non presenta accentuate situazioni di dissesto idrogeologico, manifestazioni morfogenetiche accentuate, aree interessate da frane o scivolamenti. 45

47 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 CARTOGRAFIA LIDAR Modello digitale delle superfici (DSM) 46

48 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 CARTOGRAFIA LIDAR Modello digitale del terreno (DTM)) 47

49 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 In alto: panoramica dell area tra la stazione di arrivo della Cabinovia Paradiso e la Capanna Presena, ove si possono osservare gli affioramenti rocciosi, la falde detritiche e la conca glaciale di fondovalle In basso: zona della partenza della seggiovia Capanna Presena Passo degli sciatori, con le rocce montonate che si sviluppano sul fondo dell avvallamento 48

50 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 In alto: zona dalla Capanna Presena verso la cresta rocciosa In basso: la stessa area vista dall alto 49

51 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 Pendenze accentuate della superficie nella zona di cresta 50

52 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 Punto di arrivo Zona di partenza L immagine rende evidente la situazione morfologica generale: lo scenario si colloca in una zona montagnosa di alta quota, ove sono presenti ai livelli inferiori ampie zone montonate e di esarazione glaciale, mentre nelle porzioni più elevate si innalzano le creste rocciose affilate, circondate da ampie zone di falda detritica 51

53 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 Panoramica sulla zona centrale dell intervento, dal Passo Paradiso alla Capanna Presena: ben evidenti e spettacolosi sono gli accumuli deritici che dalle creste rocciose scendono alla zona subpianeggiante centrale, segnati dal ruscellamento derivante dallo scioglimento delle nevi e dai fenomeni di rock-glaciers 52

54 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 La zona della Capanna Presena mostra la soglia rocciosa su cui si appoggia un lembo residuo del ghiacciaio, sopravvivente soprattutto per effetto della copertura con teli; la superficie si apre in un ampio terrazzo ove il substrato roccioso è lisciato dal passaggio glaciale. Sulla sinistra si notano gli accumuli detritici con orgine morenica, con blocchi di dimensioni estremamente eterogenee. 53

55 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 La porzione sommitale del rilievo presenta la successione di circhi glaciali che segna su entrambi i lati la cresta rocciosa. L ammasso appare fratturato ed in parte disgregato, e da ciò deriva la grande quantità di detrito che fascia i fianchi delle dorsali. Le creste appaiono affilate e costituiscono indubbiamente dei punti di forza e di resistenza della porzione più elevata del rilievo. 54

56 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo Inquadramento geologico L'area esaminata è ubicata all interno di un incisione abbandonata in tempi relativamente recenti dal ghiacciaio, ove si riscontra la presenza di affioramenti rocciosi sia sulla vicina cresta montuosa, sia sul fondo del circo glaciale in corrispondenza di dossi montonati. Nella parte centrale sono presenti depositi quaternari legati all'azione dei ghiacciai ed al disfacimento delle pareti rocciose, nonché al rimaneggiamento da parte delle acque di ruscellamento concentrato. I sedimenti morenici si dispongono in cordoni e archi deposti nel corso delle fasi di ritiro stadiali del ghiacciaio. La situazione geologica presenta quindi: substrato roccioso: costituito da rocce granitiche e tonalitiche legate alla massa intrusiva del plutone dell Adamello, in condizioni di fratturazione più o meno elevata, che sono riscontrabili sia in corrispondenza della cresta di vetta, presso cui si collocherà l arrivo del nuovo impianto di risalita, sia nella zona centrale del circo glaciale, ove si trovano vengono mammelloni e rocce montonate, fortemente erose e modellate dall azione glaciale; nei punti in cui si collocano le strutture sono ben visibili questi affioramenti, sia sulla dorsale di chiusura del circo ove arriva la cabinovia, sia presso la Capanna Presena; deposti sciolti di copertura: in relazione al fatto che il tragitto compiuto dagli elementi dal punto di origine non è stato lungo, le differenze tra gli ammassi detritici parzialmente rimaneggiati dalla caduta sulla neve e i detriti spinti ed accumulati dal ghiaccio in movimento risultano piuttosto contenute; sono identificabili: a) depositi morenici: sono costituiti da ghiaie con elementi spigolosi in matrice sabbiosa e formano cordoni e barre ove si chiudevano le lingue glaciali; b) depositi detritici: rivestono la base delle creste rocciose, sovrapponendosi in parte ai sedimenti morenici; sono costituiti da clasti rocciosi a spigoli vivi che hanno subito una selezione ad opera della forza di gravità, disponendosi in fasce granulometricamente uniformi, con dimensioni progressivamente decrescenti procedendo dal basso verso l'alto dei depositi. 55

57 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 Estratto dalla Carta Geologica d Italia in scala 1: M.Adamello 56

58 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 Estratto dalla Carta Geologica d Italia in scala 1: in allestimento 57

59 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 Affioramenti rocciosi nelle zone di intervento previste 58

60 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 Nella zona ove si collocherà la stazione di partenza sono ben visibili gli affioramenti rocciosi; essi si presentano per lo più sotto forma di dossi montonati che racchiudono depressioni ove si possono trovare piccoli laghi glaciali. Poche sono le asperità significative, mentre detrito anche in grossi blocchi è sparso sulla superficie pressoché ovunque. 59

61 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 Anche in questa panoramica è ben visibile come l ossatura rocciosa venga a giorno in tutta la zona della stazione di partenza dell impianto previsto. Non solo la distribuzione, ma anche la litologia granitica rendono l ammasso roccioso particolarmente consistente in questa zona di soglia del circo glaciale (si noti che subito a destra comincia la scarpata che digrada fino al Passo del Tonale). 60

62 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 L immagine soprastante si riferisce alla zona della Capanna Presena che, come ben visibile, si erge su un dosso roccioso modellato dall esarazione glaciale, con sulla destra della fotografia le falde detritiche che scendono a lambire il piccolo terrazzo, emergenze granitiche dell ammaso roccioso in tutta la zona circostante la costruzione principale e la stazione dia prtenza dell impianto attuale che si pone sul margine della zona con roccia affiorante. 61

63 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 Questa panoramica della zona di Capanna Presena permette di osservare la roccia in posto che costituisce una sorta di terrazzo con dossi subarrotondati che chiude l area del ghiacciaio, presente nella porzione a sinistra della fotografia con la copertura dei teli predisposta in accordo con i Servizi della PAT a salvaguardia della stessa massa glaciale. 62

64 S.I.A. Ghiacciaio Presena marzo 2013 Zona della stazione di monte Panoramica sulla porzione a quota maggiore dell area di intervento: la roccia del substrato affiora in corrispondenza delle creste, e quindi in particolare ove si posizionerà la stazione di monte, anche se è prevedibile una copertura di detrito e massi che si sviluppa già subito sotto la cresta sommitale. La situazione vede quindi l ossatura granitica presente ovunque ci sia una pendenza accentuata, mentre ove questa si riduce si accumula il materiale di disfacimento del substrato, anche in blocchi di grandi dimensioni. 63

65 Pag. 64

66 CARTA DELLA LITOLOGIA AFFIORANTE Pag. 65

67 3.3 Carta di sintesi geologica L'area in esame è situata nel territorio comunale di Vermiglio, e come tale è sottoposta alle NORME DI ATTUAZIONE della Variante al P.U.P., di cui la carta di sintesi geologica costituisce parte integrante; ad essa si farà riferimento (vedi allegato). In tale cartografia l area è ubicata in gran parte nella classe "AREA DI CONTROLLO GEOLOGICO, IDROLOGICO E VALANGHIVO - AREA CRITICA RECUPERABILE", ma la zona della partenza presso il Passo Paradiso, un breve tratto presso la Capanna Presena (area valanghiva) e la zona di arrivo del nuovo impianto (area valanghiva) ricadono in classe AREE AD ELEVATA PERICOLOSITA GEOLOGICA, IDROLOGICA E VALANGHIVA. Le Norme di Attuazione indicano che: le aree di controllo geologico, idrologico e valanghivo sono aree nelle quali ogni alterazione dell'assetto attuale può essere fonte di pericolo o di danno, a causa di condizioni geotecniche o geomeccaniche scadenti, di elevata pendenza, di elevata permeabilità con possibilità di inquinamenti, di potenziali alluvionamenti, di potenziali valanghe ed in esse le "aree critiche recuperabili" sono aree che, pur interessate da dissesti in atto o potenziali (frane in atto o potenziali, sprofondamenti, valanghe, alluvioni, ecc.) possono essere recuperate con adeguati interventi sistematori; per le aree ad elevata pericolosità : In tali aree, per i particolari caratteri geologici, nivologici e idrologici del suolo o del manto nevoso, ogni intervento può essere causa di gravi danni, o comunque è soggetto ad un alto grado di pericolosità. Le aree ricadenti in questa classe sono caratterizzate da fenomeni gravi e/o di vasta estensione; eventuali opere sistematorie potranno sicuramente ridurre il rischio per l'edificato esistente ma non potranno garantire la sicurezza di nuovi insediamenti, pertanto non sono ammesse variazioni di destinazione a fini urbanistici e edilizi. Nelle aree predette è permesso eseguire solo opere inerenti la difesa ed il consolidamento del suolo o del sottosuolo. Gli edifici esistenti possono essere ampliati non oltre il 10% del volume esistente al fine esclusivo di garantirne la funzionalità, ove specifica perizia attesti l assenza di pericolo per l incolumità delle persone che usufruiscono di tali edifici. Gli stessi edifici possono essere anche demoliti e ricostruiti con contestuale ampliamento Pag. 66

68 fino ad un massimo del 10 % del loro volume, quando ciò sia funzionale alla realizzazione delle opere di sicurezza del territorio. In tali aree sono inoltre ammesse opere di infrastrutturazione del territorio e bonifiche agrarie purchè non in contrasto con il disegno complessivo del PUP. Per questi interventi devono essere redatte specifiche perizie geologiche, idrologiche e nivologiche in relazione allo specifico tipo di pericolo, estese territorialmente per quanto necessario, che ne accertino la fattibilità per quanto riguarda gli aspetti tecnici, migliorino le condizioni di pericolosità del sito e garantiscano l assenza di pericolo per le persone. Il rilascio delle autorizzazioni per le opere di infrastrutturazione del territorio e per le bonifiche agrarie in area ad elevata pericolosità geologica, idrologica e valanghiva è soggetto ad esame preventivo delle perizie sopra citate da parte del servizio geologico provinciale. Nelle aree ad elevata pericolosità solo valanghiva è vietata ogni attività di trasformazione urbanistica ed edilizia a carattere permanente, fatte salve le opere di prevenzione e sicurezza; è tuttavia ammessa la realizzazione di opere o impianti con funzionalità a carattere stagionale purchè una specifica perizia tecnica e un idonea convenzione, in ordine alle modalità operative ed ai tempi di esercizio, attestino l assenza di pericolo per le persone. Come già specificato precedentemente, fermo restando le condizioni di evoluzione generale della superficie riscontrabili a quota come quella di intervento, non sono localizzabili fenomeni di dissesto idrogeologico o di situazioni di frana o di evoluzione morfologica accentuata che possano coinvolgere le strutture. La penalizzazione dell area nella carta di sintesi geologica è quindi stata disposta in relazione a possibili coinvolgimenti in fenomeni di dissesto geologico generalizzati e strettamente legati alla posizione topografica dell area. Anche la collocazione nel confronto delle aree valanghive deve essere ridimensionata alla luce della situazione del ghiacciaio e dei nevai esistenti; è infatti noto come la PAT stia adottando dispositivi per mantenere almeno parte del ghiacciaio a fronte della mancanza di precipitazioni alimentanti lo stesso (vedi capitolo dedicato alla meteorologia). In fase progettuale comunque si dovrà tenere conto della possibile esposizione valanghiva, come sempre si fa in presenza di impianti scistici. Pag. 67

69 CARTA DI SINTESI GEOLOGICA Pag. 68

70 3.4 Cartografia del P.G.U.A.P. CARTA DELLA PERICOLOSITA La carta della pericolosità che accompagna il PGUAP fa riferimento essenzialmente alle problematiche già descritte per la carta di sintesi geologica; sono evidenziate maggiormente le zone esposte a fenomeni valanghivi, che come in precedenza interessano solo marginalmente la zona di intervento. Pag. 69

71 CARTA DELLA PERICOLOSITÀ IDROGEOLOGICA Pag. 70

72 3.5 Cartografia del P.G.U.A.P. CARTA DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO Anche la cartografia del rischio idrogeologico sostanzialmente deriva direttamente dalla carta di sintesi geologica, ma il fatto di considerare un area priva di insediamenti e non urbanizzata ne urbanizzabile determina una penalizzazione complessivamente contenuta. Come è possibile osservare nella tavola successiva, la zona in esame si colloca quasi per intero tra le aree considerate a rischio idrogeologico medio R2 nel Piano Generale di Utilizzo delle Acque Pubbliche, che prevede: Art. 18 Aree a rischio medio e moderato (R2 e R1) La definizione degli interventi ammissibili nelle aree a rischio idrogeologico medio, contrassegnate R2, e moderato, contrassegnate R1, è demandata ai piani regolatori generali dei comuni, che vi provvedono mediante approfondimenti a scala locale riferiti anche alle possibili alternative di localizzazione delle previsioni urbanistiche nel loro insieme. Pag. 71

73 CARTA DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO Pag. 72

74 3.6 Situazione idrologica ed idrogeologica Situazione idrologica e glaciologica La zona, situata a quote prossime ai 3000 m s.l.m., non è interessata da corsi d acqua importanti, ma da una serie di torrenti che prendono avvio direttamente dalle masse glaciali e nevose presenti nella zona di cresta. Le condizioni del ghiacciaio e il suo rapido restringimento areale hanno portato la PAT a sviluppare uno studio dettagliato dell area al fine di impostare interventi volti a favorire il mantenimento, se non l accrescimento della massa glaciale. Lo studio e le proposte sono illustrate nel documento GHIACCIAIO PRESENA Mitigazione dell ablazione e dell impatto delle attività sciistiche - Programma sperimentale 2008, PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Dipartimento protezione civile e tutela del territorio, da cui si ricavano i dati seguenti: Inquadramento idrologico Per la configurazione idrologica dell area oggetto del presente studio, con specifico riferimento alle problematiche di innevamento trattate di seguito, assumono particolare rilevanza i due laghi situati a Nord Ovest di Cima Presena e denominati Lago di Monticello e Laghetto di Monticello-medio, posti rispettivamente a quota e metri sul medio mare. Questi due laghi sono facilmente riconoscibili nella Figura 1, per essere il primo di dimensioni maggiori. Le acque del ghiacciaio di Presena non contribuiscono, fatte salve eventuali infiltrazioni ipogee a tutt oggi non documentate né ragionevolmente plausibili, all alimentazione dei due laghi. Il loro bacino di alimentazione, infatti, è separato dal bacino a cui appartiene il ghiacciaio da una linea di displuvio con direzione NO-SE che passa nei pressi di Capanna Presena (quota 2736 m s.m.m.). Tale linea si nota chiaramente nella parte centrale della Figura 1. Pag. 73

75 Figura 1: bacino di alimentazione dei laghi con indicata la rete di drenaggio e l elevazione sul medio mare desunta dal DTM. Il bacino di alimentazione dei laghi ha un estensione di 1.25 km2, dei quali 1.15 km2 drenano direttamente nel lago di Monticello, il quale alimenta il laghetto di Monticello Medio attraverso una soglia naturale. Questi due laghetti sono stati oggetto di specifici rilievi con ecoscandaglio e gps nell agosto 2008, dai quali è emerso che le superfici sono rispettivamente di e di m2 mentre i volumi di invaso ammontano a e m3. La Figura 1 mostra la delimitazione del bacino contribuente e la rete di drenaggio, ambedue ottenute dall analisi del DTM con maglia di 2 m di lato prodotto recentemente dalla Provincia Autonoma di Trento (PAT) utilizzando il rilievo Lidar di precisione effettuato nel L analisi è stata condotta con il GIS Grass ed ha consentito di evidenziare le possibili vie di drenaggio. La rete di drenaggio effettiva può essere diversa da quella tracciata nella Figura 1 per effetto dei depositi morenici evidenti nella zona centrale meno pendente del bacino (la parte con campitura a tonalità dell azzurro nella figura), che mascherano parzialmente la topografia Pag. 74

76 della roccia sottostante, dalla quale dipendono le reali direzioni di drenaggio. Le Figure 1 e 2 mostrano una topografia a prevalenza concava delimitata a Sud ed a Ovest da importanti rilievi, e a Nord ed Est da convessità meno importanti ma comunque sufficienti a delimitare con sufficiente accuratezza il bacino contribuente. Con le inevitabili incertezze locali nella struttura della rete di drenaggio si può quindi ritenere che il bacino contribuente effettivo sia con buona approssimazione quello indicato nella Figura 1. omissis Bilancio idrologico approssimato Un primo inquadramento della situazione idrologica del bacino, in relazione ai deflussi superficiali QOUT in esso generati, può essere ottenuto mediante il bilancio annuale fra gli afflussi ed i deflussi. L equazione di bilancio assume la seguente forma generale: P (GIN GOUT ) QOUT E T S V (1) Nella quale P è il volume di precipitazione, GIN e GOUT sono rispettivamente i volumi in ingresso ed in uscita dal volume di controllo superficiale dovuti ai flussi sotterranei, E è l evaporazione, T è la traspirazione della vegetazione, S è la sublimazione che subisce il manto nevoso, ed infine V è la variazione del volume d acqua immagazzinato nel volume di controllo. Il bilancio descritto dall equazione (1) si riferisce ad un volume di controllo superficiale, il quale nelle applicazioni comuni contiene anche lo strato di terreno che ospita l apparato radicale delle piante (la rizosfera), ed è effettuato con riferimento ai volumi specifici (cioè, al volume per unità di area del bacino), dei flussi idrologici nel periodo scelto per il bilancio. I volumi dei flussi idrologici indicati nell equazione (1) sono comunemente espressi in mm. Nel caso in esame il bacino non presenta una coltre di terreno e tanto meno vegetazione per cui il volume di controllo si identifica con il volume di solido compreso fra la roccia e la superficie dei depositi morenici, ove presenti. Questo comporta la possibilità di eliminare dall equazione (1) alcuni dei termini di bilancio perché trascurabili. Viste le condizioni climatiche e pedologiche è Pag. 75

77 sicuramente possibile eliminare la traspirazione e l evaporazione; la prima è ininfluente perché la vegetazione è assente, la seconda è trascurabile per due motivi: la bassa temperatura media annua dell area e la limitata capacità di accumulo dei depositi morenici. L assenza di evidenti fessurazioni della roccia consente poi di trascurare i contributi dovuti alle acque sotterranee ottenendo quindi la seguente equazione di bilancio: P QOUT S V (2) Qualora il periodo scelto per l applicazione dell equazione di bilancio (2) fosse, come comunemente assunto, l anno idrologico compreso fra giugno e maggio sarebbe necessario applicare un modello di neve per valutare gli eventuali residui di neve al suolo presenti alla fine di maggio che rappresentano il contributo più significativo, se non l unico per il bacino in esame, al termine V. Questo si può evitare scegliendo come anno idrologico il periodo compreso fra agosto e luglio di due anni successivi; si può infatti ritenere con buona approssimazione che la neve accumulata in inverno ed all inizi della primavera venga completamente sciolta entro la fine di luglio. Con queste ipotesi il deflusso medio annuale (nel periodo agosto-luglio) prodotto dal bacino indicato nella Figura 1 può essere calcolato mediante la seguente espressione: QOUT P S, (3) la quale richiede la stima degli afflussi meteorici P e delle perdite per sublimazione S. Nella tabella 1 sono riportate le precipitazioni registrate nel periodo nella stazione meteorologica di Passo del Tonale, accumulate con riferimento agli anni idrologici definiti come appena precisato. La precipitazione media, calcolata tenendo conto solamente dei periodi nei quali non vi sono dati mancanti (70 anni idrologici da agosto a luglio dell anno successivo), ammonta a mm. Siccome il bacino si trova ad una quota media maggiore di quella della stazione del Passo del Tonale è opportuno correggere questo dato per tener conto dell incremento delle precipitazioni con la quota. Pag. 76

78 PRECIPITAZIONE MENSILE T0069 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Anno Anno idrol solare Pag. 77

79 Tabella 1: precipitazioni registrate dalla stazione di passo del Tonale nel periodo Il dato annuale si riferisce all anno idrologico il cui inizio, per gli scopi del presente studio è stato fissato il primo agosto (quindi ad esempio l anno idrologico inizia il primo agosto 1923 e termina il 31 luglio 1924 ed è indicato nella riga del 1924). In un recente studio Borsato (2000) ha indicato per la zona del gruppo del Brenta un gradiente della precipitazione totale annua di 0.23 mm/m (23 mm di precipitazione ogni 100 m di quota), mentre dati raccolti dagli annali idrologici del magistrato alle acque del Po nel periodo indicano un gradiente circa doppio e pari a 0.42 mm/m. Quest ultimo valore - ottenuto utilizzando un Pag. 78

80 numero più elevato di stazioni rispetto allo studio di Borsato, alcune delle quali poste a quota maggiore (si tratta dei pluviometri totalizzatori installati in alcuni rifugi dei gruppi del Brenta e dell Adamello, tutti a quote prossime ai 2500 m s.m.m.) - è in accordo con il gradiente di 0.47 mm/m che Bucher (2004) ha utilizzato per la zona delle Alpi svizzere nella zona di Livigno. Prendendo questi due gradienti come valori limite inferiore e superiore si ottiene che la precipitazione media dell anno idrologico nel bacino di interesse può stimarsi compresa fra 1392 mm e 1564 mm a seconda si applichi il gradiente più contenuto individuato da Borsato, o quello più elevato risultante dall analisi dei dati riportati negli Annali idrologici del magistrato alle Acque del Po. Le perdite dovute alla sublimazione sono di difficile quantificazione in quanto fortemente dipendenti dalle condizioni meteorologiche locali. Hood et al. (1999) hanno raccolto in una tabella le poche misure di sublimazione da superfici nivali oggi disponibili, compresi alcuni ghiacciai. Si notano solamente due studi che si riferiscono all arco Alpino; lo studio di de la Casinere (1974), il quale per un sito sperimentale delle Alpi Francesi posto a quota 2550 indica una sublimazione mensile di 10.2 mm/mese, e lo studio di Pluss e Mazzoni (1994), condotto a quota 2600 m s.m.m. nelle Alpi Svizzere, che indica una perdita per sublimazione di soli 3.2 mm/mese. Come evidenziato dagli stessi Hood et al. (1999), in ambedue questi studi le misure sono state condotte nel periodo di ablazione (primavera ed inizio estate) quando la sublimazione è tipicamente molto più contenuta rispetto al periodo di accumulo invernale. Con riferimento al sito sperimentale di Niwot Ridge, posto a quota 3517 m s.m.m. nella parte est del Front Range delle Montagne Rocciose in Colorado (USA), Hood et al. (1999) indicano per il periodo di accumulo valori di sublimazione mensili variabili fra 27 e 54 mm/mese con un totale stagionale di 195 mm, corrispondente al 13% della precipitazione totale (escluse le perdite per sublimazione). Alla luce di queste considerazioni, tenendo anche conto della cautela che è necessario porre nel trasferire informazioni raccolte in aree climatiche diverse, si può tentare una prima valutazione grossolana delle perdite per sublimazione stimandole contenute fra 40 e 203 mm/anno, quest ultimo valore corrisponde al 13% della stima più elevata della precipitazione nella zona di interesse. Con Pag. 79

81 queste valutazioni il deflusso medio annuo prodotto dal bacino contribuente dei due laghi si può stimare compreso fra un minimo di 1189 mm ed un massimo di 1524 mm. Tenendo conto che l area totale del bacino contribuente è di 1.25 km2 si giunge ad un deflusso totale medio nel periodo agosto-luglio compreso fra m3 e m3. Nell ambito del programma di ricerca che si intende attivare sul Ghiacciaio Presena è senz altro di estremo interesse svolgere anche specifiche attività di rilevazione inerenti la sublimazione. Commenti al bilancio idrologico Il bilancio idrologico qui tentato deve considerarsi come una prima valutazione approssimata dei deflussi annuali che alimentano i due laghi alpini indicati quale possibile accumulo a servizio del sistema di innevamento programmato del ghiacciaio della Presena. Incertezze derivano dal fatto che le precipitazioni utilizzate sono quelle del passo del Tonale, che non si dispongono di stime accurate della sublimazione e che sono state considerate nulle le perdite per infiltrazione. Indicazioni più accurate potranno venire da un attento monitoraggio idrologico del bacino secondo quanto precisato nella sezione del documento dedicata appunto ai monitoraggi. Occorre precisare, infine, che i volumi di deflusso indicati qui sopra non sono integralmente disponibili per l innevamento programmato, principalmente perché i due laghi non riescono a trattenere l intero deflusso annuale, che peraltro mostra il tipico forte andamento stagionale delle zone a comportamento nivale con deflussi minimi in inverno e massimi in primavera. Per stabilire sia i volumi effettivamente disponibili, che le oscillazioni di livello che i laghi andranno a subire per effetto dell utilizzazione, sarà dunque necessario attuare i citati monitoraggi, ed in particolare il rilievo batimetrico dei laghi, la determinazione della scala delle portate della soglia di sfioro dei due laghi, la misurazione in continuo del loro livello idrometrico e quella della precipitazioni. 3.7 Inquadramento glaciologico Il Ghiacciaio Occidentale di Presena (o Presena Occidentale) fa parte delle Alpi Retiche, nel gruppo Adamello-Presanella ed è compreso nel bacino idrografico Pag. 80

82 Vermigliana-Noce-Adige. Il Ghiacciaio Occidentale di Presena, si trova alla testata della Val Presena, in un ampio circo delimitato dal Cornicciolo di Presena, da Cima Presena e dal Corno di Lago Scuro. Tutto il settore glacializzato della Presanella si estende per complessivi 1050,96 ettari (SAT, 2005). Il Presena Occidentale occupa la parte centrale del regolare versante che da Capanna Presena sale verso il Passo del Maroccaro e la Bocchetta degli Sciatori, dopo che la porzione più orientale del ghiacciaio si è estinta e la parte più occidentale, situata sotto il Corno di Lago Scuro, si è completamente staccata dal corpo principale. Il Ghiacciaio di Presena Occidentale è classificato con il numero 684 nel catasto redatto dal Comitato Glaciologico Italiano nel 1962 (relativo alle annate idrologiche ) e lo stesso codice gli viene attribuito nel più recente Catasto Glaciologico SAT(Società Alpinisti Tridentini); nel Catasto Internazionale WGI (World Glacier Inventory) gli è invece attribuito il codice I4L La fronte appiattita terminava nel 1962 in una piccola conca a quota 2673 m. Il ghiacciaio veniva classificato di tipologia pirenaica. Secondo la classificazione più moderna viene definito di tipo Montano (forma a circo-pendio ). Nel Catasto dei Ghiacciai Italiani (CGI, 1962), si riportava una superficie pari a 82 ha con lunghezza massima di 1200 m e larghezza di 1100 m. La superficie glaciale si è ridotta a poco più di 65 ha all inizio degli anni 90 del XX secolo, dalle ultime rilevazioni della Provincia Autonoma di Trento (ortofoto 2003) risulta un estensione areale di circa 41 ha. La superficie del ghiacciaio è regolare e priva di crepacci. È alimentato soprattutto dalle precipitazioni nevose dirette, data l assenza di grandi pareti rocciose a monte. Negli anni meno favorevoli, in effetti, il ghiacciaio si è trovato alla fine dell estate completamente privo di innevamento residuo, nonostante la sua esposizione verso Nord. Negli ultimi dieci anni il controllo delle fluttuazioni della fronte (a cura della SAT) ha messo in evidenza un costante ritiro e intere porzioni del ghiacciaio sono scomparse. In alcuni settori la fronte si è ritirata di più di 50 m dal 1990 al Pag. 81

83 Questo ghiacciaio è molto conosciuto in quanto su di esso si pratica lo sci con impianti di risalita che partono dal Passo del Tonale e raggiungono i m di Capanna Presena. Negli ultimi anni, caratterizzati da scarso innevamento invernale ed elevate temperature estive, lo sci è stato interrotto entro la fine del mese di giugno. Gli impianti di risalita permettono a chiunque di raggiungere e osservare questo ghiacciaio e le interessanti morfologie presenti nei dintorni, anche se l ambiente è stato in parte modificato dall intervento dell uomo. Figura 2: Il Ghiacciaio di Presena Occidentale nel catasto regionale a cura della SAT Pag. 82

84 Situazione idrogeologica La presenza dell ammasso glaciale rende facile che, ove questo è in contatto con il substrato roccioso, l attrito possa determinare lo scioglimento del ghiaccio con piccole emergenze; presumibilmente proprio questo è all origine della sorgente (N C.R.I. 9018) identificabile lungo la scarpata sottostante la Capanna Presena e localizzata nella Carta delle Risorse Idriche. Lungo la superficie dell area oggetto dello studio, ed in particole ove si collocheranno i manufatti previsti non si riscontrano evidenze di filtrazioni, sedimenti con forti contenuti di umidità o venute a giorno di acqua, ma, in ragione della bassa profondità del livello superficiale del substrato e della situazione geomorfologica, benché non sia presente una vera falda acquifera, è frequente che si instaurino, soprattutto in periodi di intensa e/o persistente piovosità lievi circolazioni idriche al contatto tra copertura e substrato roccioso, che si esauriscono in breve in punti diffusi. Ove si riscontra un elemento favorevole (quale una frattura che funga da sistema di raccolta delle percolazione, o una depressione nel substrato che svolga il ruolo di linea di deflusso sotterraneo), l emergenza idrica, pur non assumendo portate elevate, si può manifestare in buona parte dell anno od essere praticamente perenne. In tutta la zona non sono riscontrabili (vedi estratto sottostante) altre emergenze, come è ben visibile dalla cartografia che riporta l ubicazione e le aree di tutela delle stesse. Pag. 83

85 CARTA DELLE RISORSE IDRICHE Pag. 84

86 3.8 Climatologia Lo studio per gli interventi di salvaguardia del ghiacciaio ha analizzato anche la situazione climatica. Dall elaborato GHIACCIAIO PRESENA -Mitigazione dell ablazione e dell impatto delle attività sciistiche - Programma sperimentale 2008, PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO - Dipartimento protezione civile e tutela del territorio, si riporta quanto segue: Andamento delle temperature Da una rapida analisi delle temperature disponibili nella zona del ghiacciaio, e precisamente di quelle acquisite a partire dal 1998 presso la stazione meteorologica di Capanna Presena che si trova a quota (vedi foto a fianco), emerge un chiaro,seppur lieve, trend al riscaldamento. Questi dati sono in linea con gli innumerevoli altri che, su scala regionale e planetaria, supportano ormai da anni le considerazioni in merito al riscaldamento globale della Terra ed alle conseguenze che lo stesso determina sugli ecosistemi e su tutte le attività antropiche. Nel nostro caso questi andamenti hanno fortemente contribuito a far maturare la convinzione di porre in essere quanto prima idonee strategie di mitigazione dell ablazione glacio-nivale e di applicare un protocollo di regolamentazione alla pratica dello sci. Pag. 85

87 T media annua ( C) T annua Lineare (T annua) Anni Figura 7: Temperatura media annua registrata presso Capanna Presena (2.730 m s.m.m.) Anche l andamento delle temperature medie mensili che si rappresenta di seguito presenta elementi di preoccupazione, soprattutto per quanto riguarda il periodo estivo dove le temperature di giugno, luglio ed agosto risultano particolarmente elevate (> 10 C). Pag

88 T media mensile T media mensile ( C) T media mensile Mesi dell'anno Figura 8: Temperature medie mensili a Capanna Presena calcolate sui dati acquisiti nel decennio Il mese di luglio risulta essere il più caldo con valori medi di temperatura prossimi a 12 gradi centigradi; è quindi opportuno che in esso venga sospesa l attività sciistica. Il confronto delle temperature medie con quelle del più recente periodo indica una tendenza al riscaldamento nei mesi di Luglio (+0.75 C nel periodo recente), Settembre ed Ottobre. Anche questo dato suggerisce particolari cautele nello svolgimento delle attività sciistiche secondo quanto meglio specificato nel capitolo IV.3. Pag. 87

89 4.0 INQUADRAMENTO STORICO 4.1 Il ghiacciaio presena nel corso della prima guerra mondiale (a cura di ing.marcello Serra) Durante gli anni che precedettero la dichiarazione di guerra dell Italia all AustriaUngheria, furono predisposte, lungo il confine sud-occidentale dell Impero, le linee difensive asburgiche che si sviluppavano per tutta l estesa della frontiera con il Regno d Italia, dal Passo dello Stelvio all Alto Garda, passando per il Passo del Tonale. Ciò in quanto, fin dai primi anni del XIX secolo, la Monarchia Asburgica, ben consapevole delle malcelate ambizioni di alcune frange politicizzate che riscuotevano un crescente interesse, da parte della casa Savoia e che puntavano all ampliamento del territorio italiano attraverso l annessione del Trentino (facente parte del Tirolo Austriaco di lingua italiana), decise di approntare un programma difensivo basato essenzialmente sul controllo della viabilità sulla sella del Tonale ove, a quota 1900 mt. circa, transita la strada militare, realizzata dagli austriaci nel 1860, che metteva in comunicazione la Valle Camonica (Regno d Italia) con la Valle di Sole (Austria-Ungheria). L impianto difensivo studiato si basava sulla realizzazione di fortezze opportunamente dislocate, in grado di contrastare, con il fuoco incrociato prodotto dalle proprie pesanti artiglierie, l eventuale tentativo di transito dell esercito italiano attraverso il Passo del Tonale. Sul versante sinistro orografico della Val di Sole, furono realizzati due forti: il Forte Zaccarana a quota 2090 mt e il Forte ero a quota 1800 mt. Sul versante destro orografico della Val di Sole fu realizzato il Forte Pozzi Alti o Presanella a quota 1900 mt. Più a valle venne adattato e potenziato il Forte Strino, con l aggiunta di un ulteriore fortino a quota inferiore (Forte Velon). In effetti il sistema difensivo austroungarico così realizzato riuscì ad impedire, per tutto il periodo del conflitto, qualsiasi tentativo di forzatura del confine, attraverso la strada di valico, da parte dell esercito italiano. Tutto il fronte del Tonale era pertanto costituito da un dispiegamento di truppe, specializzate nei combattimenti in zone di alta montagna che, fronteggiandosi dalle rispettive postazioni, costituite da un fitto sistema di trinceramenti e di rifugi Pag. 88

90 scavati nelle rocce fino alle quote dei ghiacciai, dettero vita ad una vera e propria guerra strategica di posizione, che vide i due schieramenti, distribuiti, per tutta la durata del conflitto, sulla zona dell Adamello e della Presena. In queste zone vennero realizzati, sia da una parte, sia dall altra, numerosi presidi militari e postazioni estreme aventi, quale principale obiettivo, il mantenimento delle posizioni acquisite prima del 24 maggio 1915 e la possibilità di esercitare una costante azione di controllo sulle mosse del nemico. Il ghiacciaio del Presena è interamente situato all interno del territorio del Comune di Vermiglio (ex Tirolo Austriaco) che, ad ovest, confina con quello del Comune di Ponte di Legno, lungo la linea di cresta della Cima Punta Lago Scuro e del Castellaccio. L accesso al ghiacciaio Presena, dalla sella del Tonale, è possibile soltanto attraverso il Passo Paradiso che venne immediatamente occupato e presidiato dai Landesschützen austroungarici, a seguito dell inspiegabile abbandono di quella quota da parte dei soldati italiani, presenti sul passo Paradiso fino a pochi giorni prima dell inizio delle ostilità. Dall inizio della guerra gli austroungarici potettero assumere il pieno controllo di tutta quella zona tra i 2400 mt e i 3000 mt di altitudine. Le postazioni realizzate dagli austroungarici a quelle quote erano postazioni estreme e precarie, realizzate in parte all interno di crepacci nella massa del ghiacciaio e in parte sulle zone immediatamente a ridosso delle rocce, sfruttando cavità ed anfratti naturali che venivano integrati con adattamenti volumetrici realizzati con murature di pietrame (a secco), reperito in sito. Tali rifugi avevano lo scopo di mantenere, con un numero limitato di soldati, il presidio delle posizioni da difendere e a preservare i soldati stessi dagli effetti degli agenti atmosferici, particolarmente aggressivi, soprattutto nel periodo invernale. Le posizioni tenute dagli austroungarici in corrispondenza del Passo Presena, del Passo dei Segni, della Sgualdrina e del Passo Paradiso, seppure nella loro precarietà strutturale, consentirono di mantenere il possesso del territorio controllato anche in occasione dei vari tentativi di aggressione che si verificarono, da parte di soldati italiani, fin dai primi giorni del conflitto. Le postazioni logistiche di entità strutturale stabile, erano state realizzate alle quote inferiori a quella del Passo Paradiso, impostate su zone rocciose, al di fuori Pag. 89

91 della massa del ghiacciaio e dei nevai, proprio per garantire una sufficiente stabilità, durabilità ed efficienza logistica soprattutto dal punto di vista strutturale e di confort; tali strutture erano state realizzate, per lo più in corrispondenza del versante sud del Monticello Superiore, dove erano stati costruiti degli opportuni basamenti in murature di pietrame su cui erano state installate tali costruzioni stabili che avevano lo scopo di offrire il necessario supporto alle prime linee operative situate alle quote superiori. E pertanto da escludere la presenza di strutture di analoga entità e valenza a quote superiori a quella del Passo Paradiso, essendo state realizzate, nell ambito dell estesa del ghiacciaio Presena soltanto trincee e fortificazioni di carattere precario ed instabile. 4.2 Storia dell utilizzo sciistico e turistico Il Passo del Tonale, situato a 1883 m, s identifica in un valico alpino nelle Alpi Retiche meridionali che divide le Alpi dell Ortles a Nord e le Alpi dell Adamello e della Presanella a Sud. Mette in comunicazione la Vai di Sole nel comune di Vermiglio, con l Alta Vaùe Camonica nel comune di Ponte di Legno, fungendo da spartiacque tra l Oglio (bacino del P0) ed il Noce (bacino dell Adige). La forma dell insellatura, larga 1-2 km, abbastanza pianeggiante su una lunghezza di circa 4 km, deve la sua esistenza alla presenza della linea delle Giudicarie (che in questo punto è definita anche linea del Tonale), motivo strutturale di importanza alpina, lungo il quale gli agenti di degradazione hanno nel tempo inciso questa insellatura. Durante l ultimo periodo di massima espansione glaciale infatti la zona del Tonale era coperta di ghiaccio fino a 2400 m di quota. In seguito i ghiacciai tardiglaciali rimasero confinati all interno del massiccio della Presanella e dell Ortles-Cevedale lasciando la principale asta valliva e lo stesso passo, completamente libero dai ghiacci. I primi passaggi e insediamenti umani al Passo del Tonale si possono attribuire ai romani, che costruirono una strada che sarebbe poi servita per il passaggio delle legioni di Carlo Magno ( ). Pochi anni dopo nel 1158 d.c. sul passo transitò anche grai, parte dell esercito di Federico Barbarossa. Nel 1303 la Serenissima di Venezia stipulò con Brescia una convenzione per la manutenzione Pag. 90

92 della strada; nel 1327 Lodo Aco il Bavaro attraversò con le sue truppe la piana del Tonale e nel 1487 seimila soldati dell arciduca Sigismondo d Austria Conte del Tirolo tentarono inutilmente l invasione della Vallecamonica dal Tonale e lo stesso fatto riaccadrà nel 1516 da 15 mila soldati dell esercito di Massimiliano I. Verso la metà del 1500 si tiene a Trento il sacro Concilio ( ) che per qualche tempo rallenta la cadenza dei passaggi di soldati al Tonale registrando invece le soste dei prelati lombardi durante i loro frequenti viaggi per le sedute conciliari. Da quest epoca in poi passeranno due secoli prima di ritrovare il passaggio dal Passo del Tonale di forti contingenti militari. È intorno al 1930 che si assiste al primo sviluppo turistico del Passo del Tonale. Nel giro di due anni sorsero diversi alberghi e una dozzina di famiglie di Vermiglio si trasferì in maniera stabile al Passo. La strada di collegamento tra Vermiglio e Pontedilegno rimaneva aperta anche l inverno nonostante serie difficoltà dovute alle abbondanti nevicate. Cominciano così a presentarsi i primi tùristi,soprattutto lombardi, al Passo del Toriale, che praticano lo sci anche senza gli impianti. Occorrerà attendere ancora qualche anno però per dotare il Tonale di una sciovia (Fig. 2.1). Negli anni 60 la zona del valico del Passo Tonale aveva ormai acquistato rinomanza nazionale come centro particolarmente votato per gli sport invernali. Ingenti capitali furono investiti da un gruppo di industriali lombardi per la costruzione della furiivia Paradiso, inaugurata ( 8 settembre 1963 fortemente voluta dal sindaco di Pontedilegno Torri insieme all hotel Pirovano al Passo Tonale (ora Grand Hotel Paradiso) e alla struttura Excelsior (attualmente sede del CFP provinciale) a Pontedilegno. 4.3 Il contesto sociale ed economico Lo studio e l analisi del contesto economico del territorio del Comune di Vermiglio ed in particolare la relazione e il rapporto con la frazione del Passo del Tonale deve necessariamente partire da una analisi storico-economico della stazione turistica del Tonale e del Comune di Vermiglio. Pag. 91

93 Il Passo Tonale si trova amministrativamente a cavallo di due comuni: il comune di Vermiglio per la parte ad est eil Comune di Pontedilegno per la parte ovest. Questa dualità ha sempre caratterizzato, sia per elementi di positività che di indubbia difficoltà, lo sviluppo della stazione turistica. In particolare per quanto riguarda il versante del ghiacciaio Presena l impianto di arroccamento costituito dalla seggiovia 2S, ha la stazione di partenza e il suo maggior sviluppo nel Comune di Pontedilegno e l arrivo nel Comune di Vermiglio pur essendo di proprietà interamente della società Carosello Tonale Spa. Il ghiacciaio Presena, pur essendo interamente in Provincia di Trento, ha una valenza sovracomunale e regionale essendo parte integrante e strategica dell intero comprensorio sciistico e turistico sia invernale che estivo. Pontedilegno in questi ultimi anni ha colmato una carenza che aveva di rinnovo degli impianti e ampliamento del demanio sciabile. Fondamentale è stato il collegamento funiviario Ponte-Tonale, ma anche l ampliamento ex novo dell area sci verso Temu con nuove piste e impianti. Spetta ora alla parte trentina completare gli investimenti con la sostituzione degli impianti a servizio del ghiacciaio Presena sia per mantenere concorrenziale il demanio sciabile, sia per mantenere un certo equilibrio di valori fra le due realtà amministrative di Vermiglio e Pontedilegno. La vocazione turistica del Tonale per gli sport invernali inizia nel lontano 7 gennaio 1939 quando viene inaugurata la slittovia con i primi tre operai adetti al funzionamento della stessa. La guerra blocca ogni altro possibile sviluppo e gli anni immediatamente dopo costituiscono uno dei periodi più brutti per la comunità di Vermiglio. Sono gli anni delle grandi emigrazioni di massa. Nel 1963 viene inaugurata la funivia Paradiso, che ha la propria stazione di arrivo nel territorio del Comune di Vermiglio. E questo un passo fondamentale per rendere consapevoli delle potenzialità del ghiacciaio Presena soprattutto le autorità trentine trovatesi un po impreparate dall attivismo della parte lombarda di Ponte di Legno. Solo l intervento dell allora Presidente della Provincia di Trento Bruno Kessler porterà ad una soluzione positiva per quanto riguarda un conflitto di Pag. 92

94 determinazione dei confini amministrativi e del conseguente utilizzo del ghiacciaio Presena da parte del Comune di Vermiglio. Nel 1968 viene realizzata la bidonvia che porta ai piedi del ghiacciaio e sul tracciato della quale nel 1983 è stata poi realizzata l attuale seggiovia biposto e le due sciovie sul ghiacciaio Presena. E quindi fin dal che il ghiacciaio Presena acquisisce un importanza fondamentale per la stazione turistica del Tonale. Allora era la richiesta di neve anche in estate oltre che in inverno che spinse allo sviluppo della rete impiantistica. Il ghiacciaio Presena ha sempre garantito alla stazione stessa una doppia stagionalità indispensabile per garantire una redditività alle strutture alberghiere e commerciali e lavoro a tanti Vermigliani. Questo inquadramento storico si rende necessario per meglio comprendere come il ghiacciaio Presena, fin dalla nascita della moderna stazione turistica del Tonale abbia sempre rappresentato,in cinquant anni ( ), un elemento imprescindibile e indissolubile del sistema turistico e degli impianti e piste in particolare. Il contesto economico del Comune di Vermiglio è basato in parte prevalente sul comparto turistico del Tonale. Il suo sviluppo ha interrotto una emorragia migratoria dolorosa e tragica che ha rischiato di depauperare il paese delle sue forze migliori e condannarlo a una ineluttabile decadenza. Sono cambiate le condizioni storiche ed economiche di riferimento rispetto ad allora, ma ( per il ciclico andamento della storia) anche oggi siamo ad un bivio determinante per il mantenimento dello sviluppo turistico del Tonale e garantirgli anche per il futuro una capacità attrattiva e concorrenziale sul mercato turistico nazionale ed internazionale. E questo bivio ancora una volta vede determinante l intervento che si effettuerà sul ghiacciaio Presena. Dalla sua riuscita dipenderà in gran parte il futuro positivo o negativo dell intera stazione turistica e di conseguenza dell economia dell intero Comune di Vermiglio. Gli obbiettivi principali che si dovranno cogliere con l intervento di realizzazione del nuovo impianto funiviario sono essenzialmente: Pag. 93

95 Dare una risposta efficiente e moderna alla mobilità dall arrivo della ex funivia fino alla sommità del ghiacciaio con un impianto poco impattante. Effettuare una pulizia e riordino ambientale dell intera area del ghiacciaio con rimozione e demolizione di tutte le infrastrutture impiantistiche e volumi accessori esistenti. Operazione questa che già da sola giustifica ampiamente l intervento. Mantenere al Tonale una sua peculiarità di stazione invernale, autunnale e primaverile. Condizione questa per mantenere competitivi tutti gli attori economici interessati : alberghi, commercio, operai degli impianti e delle strutture ricettive, maestri di sci, imprese artigianali, ect. Infatti il Tonale, trovandosi a 1880 mt di quota, non ha una stagione estiva forte, ma anzi anno dopo anno è in continuo declino e sofferenza. La sola possibilità di salvezza e di mantenimento sta nell anticipo e nell allungamento della stagione invernale, essendo ormai lo sci estivo finito sia per ragioni di mercato che ambientali. Creare con il nuovo impianto che arriverà a quota metri un richiamo e un valore aggiunto anche per la stagione estiva sia per il Tonale che per l intera Valle di Sole. Per la stagione estiva con il nuovo impianto si aprirà una nuova possibilità di sviluppo: infatti si metterà in collegamento diretto il passo del Tonale con il ghiacciaio dell Adamello. Dalla bocchetta degli sciatori si potrà raggiungere in circa un ora il rifugio Mandron. Inoltre si completerà l anello del famoso sentiero dei fiori che seguendo i vecchi tracciati militari raggiunge la capanna lago Scuro : gli escursionisti ora devono ritornare al passo Paradiso percorrendo la stessa via dell andata, se non sono attrezzati per affrontare il ghiacciaio nelle condizioni estive ( le peggiori con ghiaccio vivo). Pag. 94

96 MAPPA ESCURSIONI ESTIVE Pag. 95

97 4.4 Piste esistenti sul ghiacciaio (estratto dell archivio PAT ufficio piste da sci) Quota Quota part. arrivo Disl. Lung. Largh. Pend. Base Base Med. SUP Presena Sinistra ,0 30,6% Presena Destra ,0 30,6% Paradiso-Presena ,0 11,7% L importanza strategica e commerciale delle piste sul ghiacciaio e nelle sue vicinanze, è manifesta: permette di poter contare su una stagione sciistica mediamente più lunga d alcuni mesi e con una certezza di neve sicuramente maggiore rispetto alle aree sciistiche poste a quote inferiori. Pag. 96

98 Di notevole rilevanza sono anche i dati inerenti all occupazione diretta che la società Carosello Tonale Spa rappresenta per il contesto sociale ed economico del territorio in esame. Infatti attualmente sono assunti ventisette operai e due impiegati a tempo indeterminato e sedici operai stagionali a tempo determinato, per un totale di 45 unità. Questo grado di occupazione è possibile proprio per la presenza degli impianti sul ghiacciaio Presena. L intervento di realizzazione del nuovo impianto funiviario e la contestuale riqualificazione ambientale del ghiacciaio Presena sono assolutamente funzionali e indispensabili per salvaguardare e mantenere il contesto economico e sociale della Comunità di Vermiglio integro e sostenibile anche per i prossimi anni, per mantenere gli attuali livelli occupazionali, garantire un futuro a tutte le attività coinvolte sia direttamente che indirettamente nel comparto turistico. Le comunità delle nostre valli trentine vivono già ora una forte emigrazione di cervelli di laureati che non trovano occupazione. L unica ancora di salvezza per tutti gli altri sta nella capacità del decisore pubblico Provincia, Comune, di effettuare investimenti mirati a mantenere alta la competitività dei territori. L intervento proposto sul ghiacciaio Presena va sicuramente in questa direzione ed è l unica iniziativa che può garantire un futuro positivo per l economia turistica locale, sia per la stagione invernale che in parte anche per quella estiva. 4.5 Popolazione La superficie complessiva del Comune di Vermiglio compreso nell area di esame è pari a 103,89 Kmq, con una densità abitativa di circa 18,35 abitanti/km², in gran parte determinata dalle caratteristiche orografiche del territorio e con una forte concentrazione della popolazione nei centri abitati maggiori e lungo il fondovalle. Il dato relativo alla popolazione residente, aggiornato al 2009, indica un valore di circa 1907 abitanti. La popolazione risulta in costante e lenta crescita negli ultimi 30 anni. Pag. 97

99 4.6 Occupazione e attivita produttive La situazione occupazionale, secondo i dati statistici dei censimenti , ha visto una forte concentrazione degli occupanti nel settore agricolo con un parallelo aumento degli occupanti nel commercio e nei servizi, mentre per l industria, dopo una graduale diminuzione, si è assistito ad una leggera ripresa occupazionale a cavallo del nuovo millennio. Negli ultimi 20 anni si è riscontrata una contrazione delle superfici destinate alla produzione agricola nonché alle pratiche selvicolturali, con un parallelo incremento delle superfici agrarie non utilizzate. 4.7 Turismo Il settore turistico rappresenta la principale attività economica dell area di studio. L offerta di posti letto complessiva ne 2009 era pari a 6527, di cui 2033 in strutture alberghiere e i rimanenti in seconde case, alloggi privati e strutture complementari. Esercizi alberghieri e Alloggi privati e seconde case complementari Comune Vermiglio numero posti letto numero posti letto Numero delle strutture e posti letto per tipologia di struttura ricettiva e per Comune (Tratto da dati statistici PAT) Esercizi alberghieri e Alloggi privati e seconde case complementari Comune Vermiglio arrivi presenze arrivi presenze Arrivi e presenze per Comune e per tipologia di struttura ricettiva (Tratto da dati statistici PAT) Pag. 98

100 Per quanto attiene le presenze stagionale i dati evidenziano un andamento prevalente, con maggiori carichi nel periodo invernale. Presenze Residenti Comune invernali estive annuali Vermiglio Presenze stagionali complessive (Tratto da dati statistici PAT) Altro dato significativo è quello relativo al rapporto tra il carico turistico e la popolazione residente. Vermiglio Tasso di ricettività 1,9 Tasso di turisticità 0,6 Indice di antropizzazione 1,8 Indici rappresentativi del carico turistico (Tratto da dati statistici PAT) Tasso di ricettività = numero di posti letto escluse le seconde case/numero abitanti; Tasso di turisticità = numero medio di turisti escluse le seconde case/numero abitanti; Indice massimo di antropizzazione = presenze turistiche del giorno di massimo afflusso/popolazione residente. Pag. 99

101 5.0 INFRASTRUTTURE 5.1 Infrastrutture presenti Sul ghiacciaio Presena e sulla morena limitrofa fino al passo Paradiso sono presenti alcuni infrastrutture turistiche, realizzate nei decenni passati. Le infrastrutture si possono localizzare sul ghiacciaio e sulla morena a valle del ghiacciaio stesso. Sul ghiacciaio Sciovia doppia Presena destra e sinistra portata oraria p/h Sciovia passo Maroccaro portata oraria 720 p/h (parzialmente demolita) Sciovia campo scuola Passo Maroccaro portata oraria 720 p/h (parzialmente demolita) Sulla morena al bordo inferiore del ghiacciaio Il bar ristorante Capanna Presena Le vecchie stazioni delle vecchie sciovie demolite negli anni ottanta La vecchia stazione della telecabina (ora sostituita dalla seggiovia) posta a lato della stazione a monte della seggiovia biposto Paradiso Presena La teleferica di servizio al rifugio e utilizzata anche per il trasporto di materiale di ricambio per battipista ed impianti di risalita La teleferica adibita al distacco delle masse valanghive (catex) Sulla morena per il collegamento con il passo Paradiso La seggiovia Presena Paradiso La pista Paradiso - Presena Alcune strutture strettamente legate agli impianti di risalita sono state totalmente o parzialmente asportate : si tratta delle due sciovie Passo Maroccaro e campo scuola. I sostegni, le funi e le stazioni di monte sono state demolite ritornando l area alla primitiva funzione. Al passo Paradiso La stazione motrice della seggiovia Presena Paradiso La pista Paradiso - Presena La stazione motrice della seggiovia Alveo Presena Pag. 100

102 La sala pompe Il nuovo bar ristorante La nuova telecabina Tonale Paradiso L area di valle della sciovia Presena( in estate) Pag. 101

103 L area di valle della sciovia Presena (in inverno) Pag. 102

104 L area del ghiacciaio Presena (Ripresa da valle) Pag. 103

105 L area a passo PARADISO (Ripresa da valle) Pag. 104

106 L area a passo PARADISO Pag. 105

107 5.2 Riordino dell area Come si è detto, il ghiacciaio Presena, continua a ridursi di dimensione sia in estensione sia in altezza di massa ghiacciata. Il fenomeno è comune a tutti i ghiacciai alpini e si è accelerato negli ultimi anni caratterizzati da deboli precipitazioni. L utilizzazione turistica sembra non incidere sul progressivo regredire del ghiaccio, visto appunto lo stato dei ghiacciai del Mandron, del Cevedale o delle vedrette del massiccio Brenta. Il continuo scioglimento ha posto dei problemi pratici nell utilizzo dell impianto scioviario : premettendo che la sciovia Paradiso destra e sinistra è concepita per trainare lo sciatore lungo un piano inclinato innevato, ora con lo scioglimento della neve, la pista di risalita si allontana sempre più dalle funi di trazione, ponendo così lo sciatore in una situazione di difficoltà, in quanto non è più trainato ma sollevato. Negli ultimi anni, per risolvere il problema, si raccoglie la neve con i battipista e si porta in senso perpendicolare all asse dell impianto a costruire la traccia del percorso dello sciatore. Da alcuni anni è in atto un esperimento condotto dalla Provincia autonoma di Trento e dalla società Carosello Tonale s.p.a.: si sono posizionati alcuni generatori per la produzione di neve programmata e si preleva l acqua dai due laghetti di Monticello superiore ed inferiore. Negli ultimi anni si sono prodotti circa mc di neve con un sensibile recupero del ghiacciaio. In questo esperimento si inserire la copertura nel periodo estivo di parte del ghiacciaio con un tessuto non tessuto: in tal modo si protegge la massa nevosa dalle radiazioni solari dirette e si riesce a preservare una notevole quantità di neve. All uopo si vedano le relazioni annuali del Servizio calamità pubbliche (dr. Trenti). Rimane il problema della gestione delle piste di risalita delle due sciovie: non appaiono sufficienti gli interventi fino ad ora attuati. Per superare il problema, si è ipotizzato di intervenire in modo radicale a riqualificare il territorio e a utilizzarlo al meglio. Pag. 106

108 5.3 Alternative considerate Si premettono le seguenti considerazioni. Nel 2007 è stata realizzata la nuova telecabina Passo Tonale Passo Paradiso in sostituzione della vecchia funivia. Nel 2010 è stata demolita integralmente la stazione a monte della funivia ed al suo posto è stato costruito un bar ristorante panoramico. In quota sul ghiacciaio e sulla morena terminale, rimangono due soli impianti di risalita: una seggiovia biposto e una sciovia doppia a traini biposto ( o monoposto secondo la necessità). La seggiovia biposto Passo Paradiso Presena è stata costruita nel 1983 dalla ditta Doppelmayer : la sua funzione invernale è di portare gli sciatori ai piedi del ghiacciaio Presena in prossimità della Capanna Presena. La funzione estiva, molto apprezzata dai turisti, è di avvicinare i neofiti al ghiacciaio e visitare così un sito visto, molte volte, solo alla televisione. Nel prossimo 2013 l impianto dovrà essere sottoposto alla seconda revisione generale prevista dalle vigenti norme degli impianti a fune in trasporto pubblico. I lavori che si possono prevedere saranno particolarmente onerosi sul piano organizzativo e finanziario. La sciovia doppia Presena destra e sinistra lavora circa 8 massimo 9 mesi all anno per permettere la pratica dello sci in quota; da anni non è più ipotizzabile l utilizzo estivo per mancanza di neve e per l affioramento delle rocce. Nel prossimo 2014 l impianto raggiungerà la fine della vita tecnica prevista dalle vigenti norme degli impianti a fune in servizio pubblico. In altri termini dovrà essere demolito o in alternativa si dovranno sostituire tutti gli organi meccanici in movimento, salvo che i rimanenti sia in grado di superare i controlli previsti. Pag. 107

109 caratteristiche e scadenze tecniche degli impianti a fune Segg. Passo Paradiso - Presena M16 g Costruttore : Doppelmayer data collaudo : revisione generale : 6/2013 vita tecnica 6/2023 : Stazione motrice e tensione a valle quota fune msm Stazione rinvio e a monte msm dislivello m 154 lunghezza orizzontale m 1207 lunghezza inclinata m 1227 sostegni appoggio n. 14 sostegni ritenuta n. 4 diam. pulegge estremità m 3.60 intervia m 3.60 veicoli n. 124 velocità di esercizio m/s 2.5 portata oraria p/h 900 intervallo dei passaggi s 8 equidistanza veicoli m 20 potenza assorbita a regime kw 142 contrappeso a valle kg diametro fune portante mm 30 diametro fune tenditrice mm 28 Pag. 108

110 sciovia doppia Presena S 71 g Costruttore : Doppelmayer Doppelmayer data collaudo : 1984 revisione speciale : 2009 revisione generale : 2014 vita tecnica 2014 : Stazione motrice a valle quota fune msm 2729 Stazione rinvio e tensione a monte msm 2981 dislivello m 252 lunghezza orizzontale m 1207 lunghezza inclinata m 846 pendenza media % 31 sostegni appoggio n. 6 sostegni ritenuta n. 2 velocità di esercizio m/s 3.2 portata oraria p/h 2400 intervallo dei passaggi s 6 equidistanza veicoli m 19.2 potenza assorbita a regime kw 200 contrappeso a valle kg 9600 diametro fune portante mm 22 diametro fune tenditrice mm 28 Pag. 109

111 Avendo due impianti a fune che richiedono forti investimenti, si sono posti alcuni interrogativi : - La validità economica degli investimenti - Il maggior utilizzo degli impianti sia in estate sia in inverno - La salvaguardia del ghiacciaio ed il suo utilizzo con minor spreco di energie possibile. Rispondendo affermativamente alla prima domanda, si reputa che l economia turistica di passo del Tonale sia favorevolmente influenzata dall annoverare tra le sue risorse il ghiacciaio Presena. La possibilità di allungare la stagione sciistica con l anticipare l apertura delle piste da sci e posticiparne la chiusura, costituisce un sicuro ritorno in termini di immagine e di vendibilità dell area sciistica, in pratica di giro d affari di tutte le realtà economiche legate alla pratica dello sci alpino. Questo per la stagione invernale ; per l estiva il passo del Tonale è poco appetibile per la sua quota ( 1800 mslm circa), perché è un passo ( e quindi ventoso o con tempo instabile), per i pochi e lunghi collegamenti con aree limitrofe. Quindi poche gite in quota e difficili. Le alternative possibili sono essenzialmente solo quattro: a) Dismettere qualsiasi attività turistica sia invernale che estiva sull area. b) Sostituire gli impianti di risalita utilizzando sia lo stesso tracciato sia la stessa tipologia di impianto c) Sostituire gli impianti di risalita con due seggiovie fisse seguendo i tracciati degli attuali. d) Sostituire gli impianti di risalita con un unico impianto con tracciato diverso Rispondendo : a) La dismissione dell utilizzo del ghiaccio non è ipotizzabile in quanto le piste in quota permettono una maggior fruibilità della stazione sciistica Pag. 110

112 specie nell inizio e fine stagione. Si consideri. per esempio, la presenza di molte squadre di atleti sia italiani che stranieri. b) La ricostruzione della sciovia è in antitesi con le problematiche descritte in termini di esercizio e ripristino del ghiacciaio. c) La sostituzione della seggiovia Paradiso con una analoga seggiovia potrebbe essere accettabile; non è realizzabile la costruzione di una seggiovia al posto delle sciovie per i seguenti motivi tecnici e paesaggistici: I sostegni di linea poggerebbero prevalentemente sul ghiaccio, come gli attuali sostegni della sciovia, con un ulteriore difficoltà di allineamento. La discenderia di monte si dovrebbe costruire movimentando il ghiacciaio e costruendo un calvario di tre sostegni fluttuanti Il soccorso in caso di guasto potrebbe essere pericoloso per i viaggiatori seduti su veicoli aperti ( tempo di attesa massimo 2.5 ore a 3000 m di quota con possibilità di freddo intenso e vento). d) realizzare una telecabina ad otto posti a agganciamento automatico con stazione intermedia al bordo del ghiacciaio. I sostegni e le stazioni sono poste su roccia compatta. Si riduce la portata oraria a 1500 persone all ora contro le attuali 2400 persone all ora delle sciovie. Questa contrazione della portata oraria è Pag. 111

113 essenzialmente dettata dalla necessità di non avere un impianto con molti veicoli in linea, tenendo in considerazione che viene effettuato il servizio ad un altitudine di circa 3000 metri, quindi con possibili problemi di freddo, vento etc.. Il tracciato del nuovo impianto sarà prossimo ma non coincidente con gli attuali tracciati della seggiovie e della sciovia. Le scelte delle posizioni delle stazioni hanno individuato più aree adatte: per la stazione di monte si è pensato l arrivo al Passo degli sciatori con stazione parzialmente interrata, ma tale scelta contrasta con l area ghiacciata sottostante. Si è spostata quindi più a est su una roccia viva. Per la stazione intermedia la prima scelta è stata localizzarla in prossimità delle stazioni di partenza delle sciovia, in parte sul ghiacciaio. In ultima si è optato per arretrare verso valle su terreno consolidato e in vicinanza del nuovo rifugio Capanna Presena. Gli altri interventi sulle infrastrutture del ghiacciaio sono di sostanziale ripristino dei luoghi. Si prevede di : o completare la demolizione delle sciovie passo Maroccaro e Campo scuola o eseguire la demolizione delle vecchie strutture (vedi fotografia) edili risalenti alle prime sciovie del ghiacciaio. o Eseguire le demolizioni di vecchi plinti su vecchi tracciati o Attualmente il ricovero dei mezzi battipista è ricavato nei manufatti da demolire. Le soluzioni possibili sono due : una prevede dopo la demolizione di tutti i manufatti della società, la costruzione di un nuovo edificio con le caratteristiche richieste dall utilizzo quale deposito dei battipista, magazzino per attrezzature, locale per la cisterna del gasolio etc.; l altra, più interessante, prevede la demolizione di tutti i manufatti compreso il rifugio Capanna Presena e la ricostruzione di un nuovo edificio che possa comprendere sia l area di ristoro che l area dedicata alle Pag. 112

114 macchine battipista. Quest ultima soluzione è ovviamente condizionata dalla disponibilità dei proprietari del rifugio ( che sono diversi dalla società Carosello Tonale s.p.a.). o Ammodernamento della pista Presena Paradiso con la sistemazione del terreno sul quale si avrà il piano sciabile. Il progetto è stato approvato con determina del Servizio Turismo della Provincia autonoma di Trento n.1037 del o Realizzare un anello per lo sci da fondo sulla morena poco ad ovest dell attuale seggiovia. o Demolizione dell attuale sciovia Presena destra e sinistra o Demolizione della seggiovia Paradiso Presena compresa la stazione di valle o Demolizione della seggiovia Alveo Presena o Demolizione e rioridino della stazione di pompaggio posta al piano seminterrato della stazione di valle della seggiovia Paradiso. edifici presso il rifugio Pag. 113

115 SUPERFICI E VOLUMI EDIFICI IN DEMOLIZIONE SUPERFICIE VOLUME EX PARTENZA SCIOVIA 1 79,50 mq mc EX PARTENZA SCIOVIA 2 72,21 mq 408,00 mc EX PARTENZA SCIOVIA 3 86,80 mq 408,00 mc EX CAMPO SCUOLA 4 96,30 mq 700,00 mc ARRIVO SEGGIOVIA Paradiso 5 310,00 mq mc 644,81 mq mc TOTALE: Pag. 114

116 L area neve del ghiacciaio Presena è stata rilevata topograficamente dall Ufficio previsioni e organizzazione del Servizio Protezione Civile della Provincia autonoma di Trento. La superficie fino ad oggi utilizzata verrà ripartita in tre aree sciistiche dedicate allo sci da discesa, allo snowbord ed alla didattica. Utilizzo dell area sciabile del ghiacciaio Pag. 115

117 Area snowpark Area didattica Pag. 116

118 Pista Presena Paradiso e seggiovia biposto Pag. 117

119 5.4 Infrastrutture future Le infrastrutture si possono localizzare sul ghiacciaio e sulla morena a valle del ghiacciaio stesso. Sul ghiacciaio e sulla morena Telecabina Presena Passo degli sciatori portata oraria 1500 p/h Sulla morena al bordo inferiore del ghiacciaio Il bar ristorante Capanna Presena Il nuovo fabbricato adibito a garage dei battipista e servizi oppure nell ipotesi precedentemente citata il rifugio Capanna Presena con l officina La teleferica per il distacco delle masse valanghive (catex) Sulla morena per il collegamento con il passo Paradiso La pista Paradiso - Presena La pista ad anello per lo sci da fondo Al passo Paradiso L attuale arrivo della telecabina Tonale Paradiso Il bar ristorante La nuova telecabina (stazione motrice e magazzino) I nuovi locali tecnici inseriti nella nuova stazione. Pag. 118

120 Ipotesi dello stato futuro Pag. 119

121 Pag. 120

122 6.0 DIMENSIONE DEL PROGETTO 6.1 Descrizione generale Come precedentemente descritto il presente progetto si articola in due settori : uno relativo alla demolizione dei vecchi manufatti ed impianti,l altro relativo alla costruzione del nuovo impianto a fune, del deposito macchinari o del nuovo rifugio e della modifica delle piste da sci sulla morena. 6.2 Impianto seggioviario Premessa La nuova telecabina, con portata di 1500 p/h, realizzata con l utilizzo della tecnologia ad ammorsamento automatico dei veicoli alla fune, consente ai veicoli di percorrere le stazioni ad una velocità molto bassa (0,3 m/s) con agevoli imbarchi e sbarchi per sciatori, pedoni e persone a ridotta mobilità, e di avere un tempo di percorrenza limitato grazie alla elevata velocità in linea (6 m/s). Le stazioni sono state riorganizzate in modo da permettere l agevole fruizione da parte degli utenti, sia sciatori che pedoni o persone a mobilità ridotta, nelle due direzioni, in modo tale da consentire il ricircolo anche parziale della pista di discesa. L'impianto verrà progettato nel rispetto del Decreto Legislativo 12 giugno 2003, n. 210 Attuazione della direttiva 2000/9/CE in materia di impianti a fune adibiti al trasporto di persone e relativo sistema sanzionatorio e successive integrazioni, ed in osservanza a quanto è rimasto in vigore del Decreto del Ministero dei Trasporti e della Navigazione del 4 agosto 1998, n. 400 Regolamento generale recante norme per le funicolari aeree e terrestri in servizio pubblico destinate al trasporto di persone e del Decreto Ministeriale 8 marzo 1999 Prescrizioni tecniche speciali per le funivie monofuni con movimento unidirezionale continuo e collegamento temporaneo dei veicoli. Pag. 121

123 6.2.2 Caratteristiche principali dell'impianto - Servizio invernale/estivo p/h quota s.l.m. della stazione a valle m s.l.m quota s.l.m. della stazione intermedia m s.l.m quota s.l.m. della stazione a monte. m s.l.m lunghezza orizzontale m dislivello fra le stazioni terminali m lunghezza inclinata m n. 9 - numero dei sostegni di ritenuta n. 3 - numero dei sostegni di appoggio ritenuta n. 1 M 6.10 numero dei sostegni di appoggio (doppio effetto) - intervia in linea numero veicoli n 48 - numero dei veicoli in linea n 39 - numero dei veicoli in stazione n 9 - Capienza veicolo P 8 - intervallo di tempo tra i veicoli s equidistanza tra i veicoli m velocità di esercizio m/s velocità con motore di recupero m/s 1,0 - portata oraria p/h numero motori principali elettrici in c.a. n. - potenza dei motori principali elettrici in c.a.. kw potenza del motore di soccorso elettrico kw 2*290 - diametro della fune portante-traente mm 50 - Tiro valore nominale dan senso di rotazione antiorario - collegamento fra le stazioni cavo interrato/aereo 2 Pag. 122

124 6.2.3 Descrizione generale Si tratta di una classica telecabina automatica monofune, nella quale i veicoli a 8 posti vengono agganciati automaticamente alla fune portante-traente, chiusa ad anello mediante impalmatura e dotata di moto continuo unidirezionale. L anello di fune è movimentato da un argano motore posto nella stazione di valle ed è messo in tensione da un cilindro idraulico nella stazione di monte. L impianto comprende le seguenti stazioni: - una stazione motrice a valle; - una stazione intermedia di transito - una stazione di rinvio tenditrice a monte La portata di progetto è di 1500 p/h alla velocità di 6,0 m/s, con trasporto di passeggeri sia in salita che in discesa. Il senso di rotazione sarà antiorario (salita destra). L'impianto verrà progettato nel rispetto del Decreto Legislativo 12 giugno 2003, n. 210 Attuazione della direttiva 2000/9/CE in materia di impianti a fune adibiti al trasporto di persone e relativo sistema sanzionatorio e successive integrazioni del Decreto Dirigenziale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 16 novembre 2012, n. 337 Disposizioni e prescrizioni tecniche per le infrastrutture degli impianti a fune adibiti al trasporto di persone. Armonizzazione delle norme e delle procedure con il decreto legislativo 12 giugno 2003, n. 210, di attuazione della direttiva europea 2000/9/CE. Tracciato Il tracciato ha un andamento regolare così come la fune rimane sufficientemente regolare; sono previsti 10 sostegni: 9 in appoggio, 3 in ritenuta e 1 in appoggio-ritenuta. La linea dell impianto è generalmente di altezza contenuta in relazione alle variazioni altimetriche del profilo, ed in considerazione della tipologia di impianto. Si rispettano le prescrizioni in merito alle altezze massime e minime dal terreno (rif. profilo e verifica di linea). Attraversamenti L'impianto attraversa più volte le piste esistenti dove sono rispettati i franchi imposti dalla normativa vigente. Stazione di valle (motrice - tenditrice) Si tratta di una stazione con ingombri ed altezza ridotti, sostenuta interamente da una colonna anteriore in acciaio e da una stele posteriore in cemento armato e dotata di copertura di tipo alto. La stazione, del tipo motrice tenditrice, è costituita essenzialmente da un rigido telaio in carpenteria metallica, supportante i gruppi di sincronizzazione con relative passerelle di controllo e manutenzione, le rotaie del giro stazione, la copertura e i rivestimenti in alluminio verniciato e il telaio di supporto del gruppo motore (che comprende puleggia motrice, riduttore, 2 motori elettrico in c.a., freni di servizio ed emergenza, gruppo di recupero e centralina idraulica dei freni di emergenza). Il telaio motore scarica tramite ruote laterali la coppia motrice (e frenante) sulle rotaie longitudinali della stazione, mentre il tiro passa attraverso il cilindro di tensionamento nella traversa anteriore della struttura di stazione. I meccanismi di stazione sono composti dal treno di decelerazione con ruote di gomma e presa di moto direttamente dalla fune, da un girostazione e da un treno di accelerazione anch esso con la relativa presa di moto dalla fune. La velocità massima delle cabine durante lo sbarco e imbarco sarà di ca. 0,3 m/s.; le operazioni di salita e discesa dei passeggeri dai veicoli saranno quindi estremamente facilitate. La cabina di comando è posizionata in modo da permettere il controllo del movimento dei passeggeri. Sotto il piano stazione sono previsti locali per la sistemazione degli azionamenti. Magazzino dei veicoli Il ricovero delle vetture è previsto in un magazzino realizzato presso la stazione di valle. La movimentazione dei veicoli è di tipo automatico, e permette il passaggio delle vetture dal giro stazione fino al magazzino. Ai fini di poter sfruttare meglio l illuminazione naturale, verranno realizzate porzioni di copertura con materiali trasparenti e saranno inserite finestrature e superfici vetrate laterali. Pag. 123

125 Gli accessi saranno riorganizzati funzionalmente e contestualmente si provvederà all abbattimento delle barriere architettoniche. Stazione intermedia (transito) La stazione intermedia di transito è situata in prossimità del rifugio Capanna Presena e consente la salita e la discesa di pedoni e sciatori in entrambe le direzioni. La parte emergente è rivestita esternamente con lamiere grecate semplici di colore da decidere La struttura della stazione sarà costituita dall accoppiamento di due stazioni standard ciascuna delle quali poggia su un doppio ritto centrale. La trave di decelerazione di una tratta sarà collegata con una guida alla trave di lancio dell altra; il moto per la movimentazione di detti dispositivi viene preso direttamente dalla fune portante traente tramite i rulli di deviazione. La stazione prevede su entrambi i rami uno scambio ed un tratto di rotaia al fine di poter estrarre un eventuale veicolo guasto arrivato in stazione e per il quale non è possibile o non è sicuro l invio alla stazione successiva. La struttura è costituita essenzialmente da due rigidi corpi in carpenteria metallica connessi tra loro, che sostengono i gruppi di sincronizzazione, lancio e rallentamento, con relative passerelle di controllo e manutenzione. Tale struttura sostiene anche la copertura di tipo alto standard. Ciascuno dei due telai sopra descritti, analogamente alle altre stazioni, poggia per mezzo di una struttura metallica su un doppio ritto centrale, il primo in calcestruzzo connesso ad apposita fondazione ed il secondo tubolare metallico anch esso poggiante su apposita fondazione. La cabina di controllo verrà collocata in posizione tale da consentire un facile controllo dei movimenti dei passeggeri in ingresso e uscita dalle aree di imbarco e sbarco. A tale scopo la cabina sarà dotata di ampie finestrature in modo da garantire la massima visibilità sia verso la linea sia verso il piano imbarco. Stazione di monte (rinvio fissa) La stazione di rinvio a monte è situata in prossimità del passo degli sciatori in un locale interrato. L opera è di fatto una stazione di tipo standard inserita in un locale appositamente costruiti sotto il crinale della montagna. Si tratta di una stazione di concezione standard con ingombri ed altezza ridotti, sostenuta interamente da una colonna anteriore in acciaio e da una stele posteriore in cemento armato e dotata di copertura di tipo alto. La struttura portante in acciaio supporta direttamente tutti i meccanismi della stazione e le pedane; queste ultime percorrono all esterno tutto il perimetro della stazione, in modo da facilitare l accessibilità dell operatore ai vari organi meccanici della stazione stessa. I meccanismi di stazione sono composti dal treno di decelerazione con ruote di gomma e presa di moto direttamente dalla fune, da un girostazione e da un treno di accelerazione anch esso con la relativa presa di moto dalla fune. La velocità massima delle cabine durante lo sbarco e imbarco sarà di ca. 0,3 m/s.; le operazioni di salita e discesa dei passeggeri dai veicoli saranno quindi estremamente facilitate. I piani di stazione saranno realizzati con grigliati metallici ricoperti di tappeti in gomma. L imbarco e lo sbarco sono previsti anche nella curva del giro stazione, con tempi per la salita e la discesa dei passeggeri ampiamente sufficienti. La cabina di controllo sarà posizionata sul lato salita della stazione in corrispondenza della banchine di imbarco/sbarco. La stazione è equipaggiata con uno scambio ed un tratto di rotaia al fine di poter estrarre un eventuale veicolo guasto arrivato in stazione e per il quale non è possibile o non è sicuro l invio alla stazione successiva. Abbattimento barriere architettoniche Come già accennato nei singoli capitoli relativi ad ogni stazione, la proposta costruttiva dell impianto consentirà di rispettare tutte le normative in merito all abbattimento delle barriere architettoniche. La configurazione e quota del piano imbarco, con accesso a raso alle cabine, nonché la dotazione di cabine a 8 posti di tipo alto, consentirà un comodo acceso e trasporto di persone diversamente abili, anche in carrozzella. Nell ambito dell intervento complessivo verranno adeguati tutti gli accessi alle stazioni con realizzazione di rampe o con l installazione di sistemi meccanizzati ed inoltre tutte le stazioni verranno dotate di servizi igienici attrezzati. Azionamenti Azionamento principale È costituito essenzialmente da: un riduttore epicicloidale; 2 motori elettrici in corrente alternata a gabbia di scoiattoli; i motori sono collegati in serie mediante l'interposizione di giunti cardanici. L'alimentazione ad ogni motore elettrico è fornita da un inverter un albero di torsione collegato all albero verticale del riduttore, e attraverso un giunto a denti frontali, alla puleggia motrice; una puleggia motrice del diametro di 4900 mm montata a sbalzo su una campana fissa solidale col telaio e mossa dall albero di torsione; freni di servizio e di emergenza. Pag. 124

126 Azionamento di recupero Questo azionamento é costituito dalla catena motore Diesel - pompa - motore idraulico - pignone - corona dentata - puleggia motrice, e consente all impianto di viaggiare nei due sensi di marcia alla velocità massima di 1.0 m/s. nella situazione di carico più sfavorevole. Il funzionamento con l azionamento di recupero, prevede di ingranare il pignone nella corona dentata e disinnestare normalmente il giunto a denti frontali che collega l albero torsionale del riduttore dell azionamento principale - riserva alla puleggia motrice; quest ultima operazione, se non necessaria, può essere evitata. La fonte di energia per l azionamento di recupero é costituita da un motore termico a ciclo Diesel; la pompa idraulica, azionata direttamente dal motore Diesel, é a cilindrata variabile per permettere una regolazione continua della velocità dell impianto ed é collegata, con un circuito chiuso bidirezionale ai motori idraulici a cilindrata fissa. Questi ultimi azionano ciascuno un albero veloce di entrata di un riduttore epicicloidale al cui albero di uscita é calettato il pignone che ingrana nella corona dentata. Freni Freno di servizio elettrico E' realizzato dall'azionamento principale secondo un programma di frenatura normale e un programma di frenatura rapida selezionati automaticamente in relazione alle urgenze d'intervento prestabilite. Tale frenatura sfrutta la reversibilità della corrente, per cui l'energia cinetica delle varie masse in movimento viene restituita alla rete attraverso l'inversione della corrente del motore. Il freno di servizio elettrico interviene nel seguente caso: a) intervento di uno qualsiasi dei dispositivi di protezione inseriti nel circuito di sicurezza dell'impianto. Freno di servizio elettro-meccanico Si tratta di un freno di tipo negativo ad apertura a comando elettromagnetico e a frenatura modulata, tale cioè da mantenere costante la decelerazione di frenatura indipendentemente dalle condizioni di carico della linea e di velocità dell impianto. Il freno di servizio è costituito da un disco freno e da due pinze; la forza frenante è esercitata tramite una molla elicoidale. Il disco del freno è montato sull albero veloce del riduttore. L intervento del freno di servizio meccanico verrà chiamato nei seguenti casi: a) mancanza di alimentazione all'azionamento principale o a quello di riserva; b) velocità inferiore al valore minimo prefissato; c) mancato tempestivo funzionamento del freno di servizio elettrico; d) velocità dell impianto superiore di oltre il 5 % a quella massima ammessa; Freno d'emergenza meccanico E di tipo negativo con apertura a comando idraulico e chiusura fornita dal molle a tazza. Il freno d emergenza è costituito da una pinza agente direttamente sulla fascia freno della puleggia motrice. La centralina idraulica è sistemata nella sala argani. L intervento del freno d emergenza meccanico verrà chiamato nei seguenti casi: a) mancato tempestivo funzionamento del freno di servizio meccanico; b) velocità dell impianto superiore di oltre il 20 % a quella massima ammessa. Freno di servizio per l azionamento di recupero La prima azione frenante è garantita dali azionamento di recupero. Il freno di emergenza per l azionamento di recupero (nel caso di disaccoppiamento della puleggia motrice) risulta essere sempre il freno di emergenza dell azionamento principale. Dispositivo di tensione Il dispositivo di tensione della fune portante - traente é del tipo idraulico, ed è costituito dal carrello tenditore collegato ad un pistone con relativo cilindro idraulico (senza camera di sicurezza), a sua volta fissato tramite un raccordo a cerniera alla traversa anteriore della struttura portante; il gruppo cilindro pistone lavora quindi in compressione. La slitta di tensione scorre sulle travi longitudinali della struttura portante della stazione: anteriormente l appoggio è garantito da due coppie (una per lato) di rulli sovrapposti, in grado di contrastare un eventuale distacco dal binario, mentre posteriormente l appoggio è garantito da due rulli (uno per lato). Il cilindro lavora con una camera principale alimentata da una pompa a cilindrata costante e funzionamento discontinuo, opportunamente dimensionata per mantenere l'olio nel cilindro alla pressione richiesta e per assicurare spostamenti del pistone rispetto al cilindro ad una velocità sufficiente. La centralina idraulica è sistemata in un armadio posto nella parte superiore della stazione. Appositi strumenti rilevano lo sforzo erogato dal dispositivo tenditore relativamente sia alla pressione nel cilindro che allo sforzo applicato all'anello trattivo (cella di carico). Sono inoltre previsti dei fine corsa (di allarme e di arresto) che segnalano la posizione del carrello nelle sue due posizioni estreme. Movimentazione dei veicoli nelle stazioni I dispositivi che realizzano il moto dei veicoli all'interno delle stazioni comprendono: Pag. 125

127 - il sistema di lancio e aggancio del veicolo costituito dal treno acceleratore formato da una serie di ruote gommate per l'accelerazione progressiva dei veicoli e da una serie di ruote (sincronizzate sulla velocità della fune) che hanno il compito di mantenere costante ed uguale a quella della fune p.t. stessa la velocità del veicolo durante l'ammorsamento della morsa. Il treno acceleratore é mosso direttamente dalla fune p.t., e segue quindi istantaneamente tutte le variazioni di velocità; - il sistema di sgancio e rallentamento, costituito anch'esso in maniera simile, da un treno deceleratore formato da una serie di ruote gommate per la decelerazione progressiva dei veicoli e da una serie di ruote sincronizzate sulla velocità della fune; - una serie di ruote che mantiene costante la velocità delle seggiole nel tratto che porta dalla rotaia di arrivo alla rotaia di partenza (giro stazione); - le apposite camme per la chiusura e l'apertura automatica delle morse; - il circuito di magazzino collegato al circuito principale da scambi e rotaie nel quale vengono ricoverati i veicoli che hanno subito danneggiamenti ed in attesa di manutenzione. Dispositivo di controllo e di sicurezza I circuiti di stazione sono muniti di una serie di dispositivi di controllo e di sicurezza: - appositi controlli di sagoma verificano che la fune p.t. si trovi sempre nell'esatta posizione rispetto ai dispositivi di sgancio e di aggancio; - nella zona di sgancio un apposito controllo di sagoma rivela l'eventuale mancato disaccoppiamento della morsa dalla fune; - dispositivi elettrici controllano che i veicoli sulle rampe di accelerazione e decelerazione, mantengano distanze prestabilite tra di loro al fine di evitare collisioni; - durante l'ammorsamento/sganciamento alla/dalla fune viene effettuato il controllo dell'efficienza della morsa, misurando la forza esercitata dalle molle della morsa stessa mediante celle di carico; - in fase di accelerazione un apposito controllo di sagoma verifica la corretta apertura delle morse prima dell'ammorsamento; - all'uscita dal gruppo di ammorsamento altri controlli di sagoma verificano il corretto accoppiamento tra morsa e fune; - un apparecchiatura spaziatrice posta nel giro stazione, controlla, regolandola all occorrenza, la posizione assoluta di ogni veicolo rispetto al veicolo capofila; - un apposito dispositivo interrompe il lancio da una stazione se la differenza tra il numero dei veicoli su ramo salita e ramo discesa supera un valore prestabilito. Morsa La morsa è formata da due ganasce in acciaio forgiato, delle quali una fissa e l altra mobile incernierata alla prima, e da una coppia di ruote di scorrimento. La chiusura è assicurata da due molle cilindriche opportunamente dimensionate mentre l apertura avviene mediante un rullo fissato direttamente sulla leva della ganascia mobile che, spinto in basso da una camma, comprime le molle ed apre la morsa. La pressione delle ganasce sulla fune è garantita dal precarico delle molle, che permette di mantenere la necessaria forza di ammorsamento anche con una riduzione del 3 % del diametro della fune. Si osserva inoltre che l'ingombro dei rulli, delle rulliere e dei dispositivi antiscarrucolanti e raccoglifune consente ancora il libero transito della morsa con il veicolo inclinato trasversalmente alla linea e rispetto al suo assetto normale di un angolo di 0,35 rad. L'inclinazione libera della morsa risulta invece di 0,2 rad rispetto ai bordi dei rulli. Veicolo 8 posti Il veicolo nel suo complesso è formato da un braccio di sospensione collegato con la morsa, da un elemento elastico con funzione di ammortizzatore e da un apposito telaio di accoppiamento con la cabina. La cabina può alloggiare 8 passeggeri comodamente seduti sui sedili perimetrali; ha altezza interna di 1.90 m, ha una struttura costruita in alluminio e si utilizzano materiali particolari in modo da soddisfare le caratteristiche antincendio richieste dalla normativa vigente La cabina è dotata di sistema di apertura e chiusura automatica delle porte. Tutte le cabine portano sullo schienale un numero progressivo chiaramente leggibile. Sostegni di linea I sostegni della linea sono del tipo a fusto centrale, di forma cilindrica a sezione circolare, e sono costruiti in lamiera d'acciaio opportunamente saldata, ancorati alla fondazione in calcestruzzo per mezzo di tirafondi; Tutti i sostegni sono provvisti di scala con dispositivo anticaduta; sulle testate sono montate le passerelle ed i falconi per la manutenzione delle rulliere e inoltre l interruttore a consenso inserito nel circuito di sicurezza per bloccare l impianto durante le operazioni di manutenzione o di ispezione. I falconi sono dimensionati per sopportare il carico derivante dal peso della rulliera e della componente verticale della tensione fune. Il carico massimo previsto è riportato sul falcone stesso. I fusti dei sostegni sono zincati come le traverse, i falconi e le passerelle. I sostegni sono montati inclinati secondo la direzione media della risultante delle pressioni agenti sulla rulliera del sostegno. Rulliere Pag. 126

128 Le rulliere sono del tipo rigido trasversalmente dotate di rulli in lega leggera con fiancate in acciaio. I bilancieri sono realizzati in acciaio zincato e sono montati su snodi muniti di boccole: le boccole sono poi dotate di ingrassatori per la lubrificazione periodica. Il collegamento delle rulliere alle testate, realizzato mediante bulloni, é costruito in modo tale da consentire agevolmente la facile correzione della posizione delle rulliere stesse, ai fini del loro corretto allineamento. Tutte le rulliere, sia di appoggio che di ritenuta, sono munite di antiscarrucolanti interni, nonché di scarpe di raccolta della fune e di dispositivi di arresto automatico dell'impianto in caso di scarrucolamento della fune. Le scarpe raccoglifune sono sagomate e dimensionate in modo da rendere possibile il passaggio della morsa in caso di scarrucolamento della fune portante - traente. Sui bilancieri d'entrata di tutte le rulliere è montato un dispositivo di bloccaggio antirotazione, con controllo elettrico. Rullo I rulli sono formati da un corpo con fiancata laterale in lega di alluminio, da una guarnizione in gomma ad anello chiuso, da una fiancata mobile in acciaio e da un anello di sicurezza anch esso in acciaio. La guarnizione in gomma viene montata sul corpo e precaricata dalla fiancata mobile con specifica attrezzatura; successivamente la fiancata mobile viene bloccata al corpo mediante l anello di sicurezza. Nella parte interna del mozzo è inserita una boccola in acciaio che costituisce la sede dei due cuscinetti a sfera che realizzano l accoppiamento tra il corpo ed il perno del rullo. I rulli di appoggio hanno un diametro a fondo gola di 460 mm, quelli di ritenuta hanno invece un diametro a fondo gola di 420 mm. Entrambi sono dotati di ingrassatore. Fune portante - traente Sarà installata una fune prestirata del tipo REDMONT 636 con composizione 216 fili + anima tessile, in acciaio lucido, del diametro di 50 mm certificata secondo i disposti del D. Lgs. N. 210 del 12/06/2003, con carico di rottura garantito di 1690 kn e carico somma minimo di 1854 kn. L impalmatura sarà certificata secondo quanto richiesto dal D. Lgs. N. 210 del 12/06/2003 Impianto elettrico Il sistema di automazione previsto conferisce all impianto elettrico la seguente configurazione: a) Circuiti di potenza a1) Azionamento principale Per il normale esercizio si impiega un azionamento elettrico a velocità variabile in grado di operare nei 4 quadranti del piano velocità/coppia; esso impiega due motori in c.a. asincrono trifase a gabbia di scoiattolo, a 4 poli, con potenza nominale di 2*200 kw e tensione nominale di 400 V a 50 Hz, alimentato da un sistema di conversione statica c.a./c.a. costituito essenzialmente da: - Un primo stadio raddrizzatore c.a./c.c. del tipo Active Front End a transistor IGBT, in grado di scambiare potenza elettrica in entrambe i sensi tra la linea di alimentazione trifase a 400 V, 50 Hz e la linea intermedia in c.c. mantenuta alla tensione costante di 600 V. - Un secondo stadio invertitore c.c./c.a. Inverter a tensione impressa con controllo vettoriale a transistor IGBT, in grado di scambiare potenza in entrambe i sensi tra la linea intermedia in c.c. a 600 V e la linea trifase che alimenta il motore con frequenza e tensione variabili in un ampio campo, in funzione della velocità richiesta. a2) Comando freni Il freno meccanico di servizio e quello di emergenza sono ad azione negativa. In particolare per il freno di servizio: la pinza si chiude per azione di una molla elicoidale e si apre solo se il sistema di azionamento del freno esercita una forza antagonista superiore a quelle della molla stessa; il sistema di azionamento del freno viene comandato elettricamente in modo negativo ossia la riduzione o l annullamento di uno dei comandi elettrici causa la chiusura della pinza. Il freno di emergenza è di tipo on-off, il comando delle elettrovalvole di urgenza, i relé di minima velocità freni ed i controlli elettronici delle mancate decelerazioni sono realizzati mediante schede tradizionali. La regolazione della modulazione del freno di servizio viene realizzata all interno della logica statica. Il coordinamento delle azioni frenanti consiste nell associare ad ogni configurazione di guasto la frenatura più idonea. b)sistema di sorveglianza Il sistema di sorveglianza è realizzato mediante l'impiego di un PLC. La tecnica adottata prevede l'impiego di un'unità centrale (CPU), schede di entrata/uscita digitali (I/O), schede analogiche per elaborazione di segnali delle celle di carico e schede dedicate, quali contatori veloci per le elaborazioni relative alle protezioni di stazione. c) Sistema di supervisione L'uso delle apparecchiature precedentemente descritte consente l'introduzione di un sistema di monitoraggio e visualizzazione dei parametri e dello stato della stazione realizzato con PC e monitor grafico. Sul video vengono visualizzati i sinottici di stazione ed argano con tutte le segnalazioni relative ed inoltre sono inserite pagine di allarmi e segnalazione. Nel sistema è implementata la funzione di HELP che permette di associare ad ogni allarme un messaggio di aiuto con spiegazione della causa possibile di guasto o di intervento della Pag. 127

129 protezione e consigli sulle azioni da intraprendere per riparare il guasto o per proseguire il servizio in altro modo. c1) Strumenti e segnalazioni Le segnalazioni più importanti vengono ripetute sul pulpito di comando mediante apposite lampade per consentire una rapida individuazione dell'eventuale arresto. Alcuni strumenti analogici posti sul pulpito di comando e sul fronte quadri danno indicazione sul valore di tutte le grandezze analogiche più significative d)circuito di sicurezza esterno Il circuito di sicurezza relativo ai pulsanti di arresto e agli antiscarrucolanti posti sui sostegni funziona in modo selettivo. Tale circuito viene controllato e testato direttamente dal PLC del sistema di sorveglianza. Su un altra linea vengono trasmessi alcuni arresti provenienti dalla stazione di rinvio. Il sistema è in grado di riconoscere anomalie anche di tipo transitorio. È previsto inoltre un sistema per la rilevazione della velocità e direzione del vento lungo la linea. e) Apparecchio per la registrazione e memorizzazione dati Nel computer che viene impiegato per il sistema di supervisione è implementato un registratore di eventi che permette di memorizzare lo stato dell impianto. f) Gruppo di recupero Il sistema di comando è costituito in modo da essere completamente separato dal resto dell impianto; infatti tutti gli organi di comando dello stesso sono concentrati su un pulpito apposito e nel caso di organi in comune col resto dell impianto sono sdoppiati oppure è previsto un doppio connettore con scambio manuale. g) Stazione di rinvio Viene utilizzato lo stesso sistema descritto nei paragrafi b-c. Fra stazione motrice e rinvio è implementato un sistema di trasmissione bidirezionale di dati relativi ad allarmi, pagine grafiche, ecc. h)collegamento tra le stazioni Il collegamento telefonico e di sicurezza e delle logiche dell'apparecchiatura di comando e controllo tra le stazioni viene realizzato mediante cavi multipolari interrati fino alla stazione intermedia, quindi arei da questa alla stazione di monte Fabbricati di stazione Stazione di valle Il fabbricato della stazione di valle comprende sia la copertura della stazione propriamente detta che il magazzino veicoli. La stazione motrice tenditrice viene proposta con la classica copertura dei macchinari e delle travi di lancio propria degli impianti a fune; la parte area di sbarco/imbarco dei viaggiatori sarà coperta e racchiusa in un involucro realizzato in acciaio e vetro trasparente in modo da rendere trasparente il complesso di stazione. I colori ( vedi disegno) sono limitati alla copertura in lamiera color grigio. La copertura dell area destinata agli sciatori si reputa necessaria vista la quota e visto il possibile accumulo di neve portata dal vento. Analogo problema si è posto alla vicina stazione dell impianto di arroccamento telecabina Passo Tonale Paradiso. Pag. 128

130 Il magazzino è disposto su due piani uno seminterrato l altro a quota del piano di imbarco. Il più in vista è appunto il magazzino propriamente detto che deve contenere tutti i veicoli in rimessaggio. Anche in questo caso di è optato per una soluzione relativamente semplice : una ossatura in travi in metallo sarà ricoperta di lamiera color grigio chiaro e di ampie finestrature in vetro. Due lati ( sud verso il ghiacciaio e est verso Vermiglio) saranno parzialmente interrati. Nel seminterrato saranno disposti i locali tecnici a servizio dell impianto quali cabina di trasformazione, gruppo elettrogeno,quadri elettrici e sala pompe per l innevamento. Stazione intermedia La stazione intermedia sarà racchiusa in un fabbricato realizzato in acciaio e vetro; la copertura e i piccoli fregi laterali saranno in lamiera color grigio chiaro. Le facciate saranno in vetro trasparente continuo con giunti di dilatazione color grigio. Pag. 129

131 Per il passaggio dei veicoli dal ramo salita al ramo discesa all interno della stazione è stato previsto un sottopasso, in tal modo non si avranno interferenze tra i flussi dei viaggiatori e il regolare funzionamento dell impianto. Stazione di monte La stazione di monte arriva in caverna. Essendo posta in prossimità del Passo degli sciatori, per rendere l impianto meno visibile da valle si è pensato di portare l arrivo della telecabina in un locale parzialmente interrato. La parte interrata sarà in c.a. mentre la parte sporgente dal terreno sarà costruita con pilastri in c.a. e tamponatura in pannelli sandwich color grigo di alluminio. Per il ricovero dei viaggiatori e per offrire un punto panoramico si propone una struttura piramidale in vetro ed acciaio posta sulla soletta in c.a di copertura del fabbricato di stazione. La soletta fungerà anche da belvedere sul ghiacciaio e sulla valle. Per arrivare dal piano di imbarco al punto panoramico si è previsto un percorso con ascesore e con scale. Sono previsti dei locali di servi e dei bagni. I bagni avranno una fossa a tenuta stagna. Pag. 130

132 Prospetto SUD Prospetto est Pag. 131

133 6.3 Piste da sci Quando si parla delle piste da sci dell area Presena, si pensa alle due piste sul ghiacciaio Presena sinistra e Presena destra. Piste importanti e note nel campo sportivo. Sono le due piste realizzate sul ghiacciaio, lavorando la neve con i battipista. In genere si mette in secondo piano la pista che collega il ghiacciaio Presena con la pista Paradiso che inizia al passo Paradiso. Questa pista si snoda lungo la morena glociale dal rifugio Capanna Presena fino al passo Paradiso. Per unire in modo armonico le piste del ghiacciaio alla pista della morena si devono costruire dei collegamenti per raggiungere la stazione intermedia dell impianto e la pista Paradiso- Presena. Volendo chiarire tutti gli interventi da eseguire per armonizzare le nuove realizzazioni, si dovrà: Realizzare il collegamento tra la stazione di monte della nuova telecabina al passo degli sciatori con il ghiacciaio e quindi con le piste Presena destra e Sinistra. Il collegamento risulta già in modo naturale, salvo lo spostamento di alcuni massi affioranti. Costruire, nella parte terminale a valle del bacino del ghiacciaio Presena, i collegamenti per raggiungere agevolmente - Il rifugio Capanna Presena - La pista di rientro Presena Paradiso - La stazione intermedia della telecabina di nuova costruzione Adeguare la pista sulla morena alle esigenze sciistiche. Realizzare una pista per lo sci da fondo Piazzale stazione a monte - Ghiacciaio Presena All uscita dalla stazione di monte della telecabina, si propone la costruzione di un piccolo piazzale di sosta, necessario per prepararsi alla discesa. Dal piazzale portandosi verso ovest si imbocca la superficie innevata: la pendenza è dell ordine del % a seconda dell innevamento. Al termine di questa breve discesa si raggiungono le consuete piste Paradiso destra e sinistra. Non sono previsti lavori salvo bonificare i massi che possono essere di pericolo per gli sciatori. Pag. 132

134 Vista da valle ( febbraio 2012) Vista aerea ( febbraio 2013) Pag. 133

135 6.3.2 Piste Presena destra e sinistra Le piste Presena destra e sinistra non verranno modificate. Si avrà il vantaggio di non avere più una separazione tra le due in quanto sarà demolita la sciovia esistente Pista PRESENA SINISTRA E DESTRA Quota a monte m Quota a valle m Lunghezza inclinata in asse 850 m Dislivello 260 m Pendenza media 30.6 % Pendenza massima 46.0 % Pendenza minima 12. % Larghezza media 138 m Superficie mq Sono le due piste realizzate sul ghiacciaio Presena : sono utilizzate da sciatori esperti. Le piste sono esistenti Raccordi Ghiacciaio Presena verso valle Quando si arriva alla base del ghicciaio Presena si offrono tre possibilità : 1. Raggiungere il rifugio Capanna Presena 2. Raggiungere la stazione intermedia della nuova cabinovia 3. Collegarsi alla pista Paradiso- Presena e raggiungere valle Pag. 134

136 Mappa collegamenti stazione intermedia 1. Raggiungere il rifugio Capanna Presena : si segue il tracciato fino ad oggi percorso, salendo in contropendenza il dosso fino alla porta d ingresso ed al solarium. La salita sarà in futuro più dolce perché è stato previsto un abbassamento del cucuzzolo ove sorge il rifugio: il dislivello è ora di pochi metri. Non sono necessari lavori di movimentazione del terreno in quanto già previsti per la realizzazione del rifugio. 2. La posizione topografica della stazione intermedia della nuova telecabina è stata scelta principalmente seguendo due criteri : a) potesse essere raggiungibile dal ghiacciaio b) fosse in vicinanza del nuovo rifugio. Il compromesso tra queste due esigenze si è raggiunto portanto la stazione in prossimità del campo neve a quota m.s.l.m.. Partendo dal Pag. 135

137 ghiacciaio, punto d arrivo presso le attuali stazioni a valle dello sciovie a quota m.s.l.m, si hanno circa 13.0 m di dislivello per raggiungere dopo circa m il piazzale della stazione intermedia. Quindi si può uscire dalla conca del ghiacciaio con una leggerissima pendenza attorno al 6 %; pendenza sufficiente per lo scivolamente considerando che si proviene da monte con una sufficiente energia cinetica. Quota a monte m Quota a valle m Lunghezza inclinata in asse m Dislivello m Pendenza media 5.13 % Larghezza media 11.5 m Superficie 4390 mq Come è intuibile, la pista di raccordo tra il ghiacciaio e il piazzale deve essere costruita scavando la roccia e realizzando il piano pista più opportuno. Il profilo longitudinale è significativo dei lavori da eseguire : un raccordo con il riporto prepara l ingresso sul tracciato. La demolizione della roccia permette la comunicazione con la morena a valle. Nelle sezioni ( da S01 a S18) compaiono gli scavi ed i riporti; sono inoltre visualizzate anche le posizioni del raccordo est ( collegamento diretto con la pista Presena Paradiso) e l asse dell impianto. Pag. 136

138 Vista di fianco Vista dal ghiacciaio Le due fotografie, la prima scattata a fianco del rifugio, la seconda dal ghiacciaio, mettono in evidenza lo sbancamento necessario per la realizazione della pista. Pag. 137

139 3. Proveniendo dal ghiacciaio si deve avere la possibilità di proseguire direttamente verso valle con una pista che colleghi il ghiacciaio con la pista Paradiso. La possibilità viene offerta da un semplice skiweg che passi sotto l impianto di risalita e che con limitata pendenza si porti verso valle. Come si nota i problemi sono due : passare sotto l impianto di risalita, il che vuol dire avere i franchi dal veicolo carico di almeno 3 m più un massimo di 1.5 m di neve ( altezza di neve maggiore dovrà essere rimossa); trovare una pendenza per poter scivolare. Il tracciato progettato considera queste due necessità. Quota a monte m Quota a valle m Lunghezza inclinata in asse m Dislivello m Pendenza media 8.86 % Larghezza media 13.0 m Superficie 2336 mq Dopo poche decine di metri dal ghiacciaio si abbandona la direzione per la stazione intermedia e si punta direttamente alle funi della telecabina. Ci si mantiene sul bordo delle rocce e scavandole opportunamente si ricava il passaggio della pista. Dopo un centinaio di metri si raggiunge una depressione naturale che va colmata con il materiale di risulta precedentemente scavato. Il riempimento risulta di tutta la larghezza naturale in modo da non apparire scollegato con l ambiente circostante. Pag. 138

140 6.3.4 Pista da sci Paradiso Sin dall inizio dello sfruttamento turistico del ghiacciaio, è stata utilizzata una vecchia traccia nella morena, probabilmente un tracciato risalente alle prime costruzioni sul ghiacciaio. Il tracciato è ben visibile su ogni tipo di cartografia esistente. La strada viene percorsa abitualmente dagli sciatori, ma non risulta classificata quale pista, secondo la normativa provinciale vigente. Ecco la necessità di chiedere l utilizzo e nel contempo di effettuare i lavori di modifica necessari ad adeguare il tracciato in moda da costruire un piano pista compatibile con quanto richiesto dai dettami della norma e della paratica dello sci. La pista autorizzata è la pista Paradiso che parte dal piazzale del rifugio e quindi si inserisce in direzione di valle con un tracciato a grandi linee parallelo all attuale seggiovia biposto Presena Paradiso. La pista presenta due principali difetti : un tratto troppo ripido ed un successivo tratto troppo piano per la lunghezza di circa 200 m. Per questo l utente privilegia il tracciato non autorizzato, sicuramente più vario e meno faticoso ( per il tratto pianeggiante). Si veda il presente progetto come se si trattasse di una nuova pista completa che inizia a quota 2700 mslm e si congiunge alla stazione di valle della nuova telecabina. Si tralascia di citare dove c è la pista autorizzata e dove no, rimandando alla planimetria di progetto. La pista inizia subito a valle degli svincoli delle piste che giungono dal ghiacciaio, dal rifugio e dalla stazione intermedia del nuovo impianto. descrizione dettagliata della pista si illustrano brevemente gli interventi di progetto, facendo presente che si tratta di interventi alquanto limitati ed insistenti su un area già utilizzata per la pratica dello sci : in pratica si propone di adeguare il piano pista in modo che vi sia un adeguata larghezza in corrispondenza di una pendenza longitudinale maggiore del 12 % e sia comunque rispettata una larghezza minima di 6.00 m con pendenza inferiore al 12 %. I problemi da risolvere sono quindi legati alla larghezza ed alla pendenza longitudinale dal punto di vista della sciabilità, dal punto di vista ambientale si devono rispettare le distanze dai laghi naturali : il primo lago, Pag. 139

141 Monticello superiore, si supera mantenendo inalterata la pista esistente, lavorando leggermente la rampa a monte (larghezza 6 m), il secondo Monticello Inferiore, è interessato dalla demolizione dell attuale impianto e dalla costruzione della pista ; in questo caso i movimenti di materiale sono mantenuti ad una distanza maggiore dei 4 m. Nella foto allegata si vede il tracciato fino ad ora utilizzato. Pag. 140

142 VARIANTE Presena Paradiso Le sue caratteristiche sono : Quota a monte m Quota a valle m Lunghezza inclinata in asse m Dislivello m Pendenza media 8.42 % Pendenza massima 15.4 % Pendenza minima 1.07 % Larghezza media 9.7 m Larghezza minima 6.00 m Larghezza massima 36.5 m Superficie mq La pista in progetto variante Presena Paradiso è un tratto compreso tra quota e quota arrivo in stazione di valle. Comprende quindi anche sia la parte iniziale della pista Paradiso sia la parte finale a valle. Dalla sez. R01 alla sez. R04 : il piano pista non necessita di movimenti di materiale. La larghezza è di circa 8.0 m. Dalla sez. R04 alla sez. R11 :Sulla sez. R04 si incontra la pista Paradiso autorizzata: essa rimane sulla sinistra scendendo. Il nuovo tracciato prevede dei movimenti di scavo per sistemare sia il piano traversale che longitudinale, eliminando il dosso e riportando sulle successive concavità. Scavi e riporti modificano il piano pista portandolo ad una larghezza di circa 8 m compatibile con la pendenza longitudinale del 12/13 % circa..dalla sez.r11 alla sez. R21 : si modifica l andamento longitudinale con il criterio progettuale fin qui adottato. Il piano pista rimodellato raggiunge la larghezza di 8 m. costanti. Pag. 141

143 .Dalla sez.r21 alla sez. R32 : Per limitare la pendenza trasversale si riporta sul piano pista in modo da avere una pendenza inferiore al 12 % ed una larghezza di 8 m. Pista Variante.Dalla sez.r32 alla sez. R37 : analogamente a quanto eseguito prima su questo tratto si scava per uniformare la pendenza longitudinale. Il piano pista rimodellato raggiunge la larghezza di 8 m...dalla sez.r37 alla sez. R47: si riprende la lavorazioni con scavo a monte e riporto a valle per raggiungere la larghezza di 8 m. La pista in questo tratta compie un ampia curva verso sud per dirigersi verso la pista Paradiso esistente..dalla sez.r47 alla sez. R65: la pista segue il fianco della morena mantenendo una larghezza di 8 m. realizzati con i consueti scavi riporti. Verso la sez.r60 la pista converge sulla pista esistente allargando su di essa..dalla sez.r65 alla sez. R70: si mantiene il piano pista esistente. Le larghezze variano da 17 a 12 m..dalla sez.r70 alla sez. R75 : siamo tornati sulla pista Paradiso autorizzata. Si ricarica di materiale per eliminare la contro pendenza e raggiungere la pista esistente Pag. 142

144 Intersezione tra le due piste.dalla sez.r75 alla sez. R84 : la pista segue il tracciato attuale mantenendo sulla sponda del lago. Per non aver interferenze con le distanze dall acqua si scava leggermente la rampa di monte e si mantengono le larghezze minime di 6 m..dalla sez.r84 alla sez. R89 : ci si allontana dal lago Monticello superiore, in prossimità del monumeno alla fratellanza e per un breve tratto si,mantiene il terreno naturale.dalla sez.r89 alla sez. R98 : si inizia il riempimento necessario per recuperare la quota piazzale. Sulla sez R 95 si incontra il lago Monticello Inferiore. I riporti del materiale sono tali da mantenere costantemente una distanza dal punto di massimo invaso maggiore di 4 m. le larghezze variano da 8 a 13 m..dalla sez.r98 alla sez. R106: si prosegue con la pista che ora risulta prossima all impianto ; lo attraversa sulla sez. R 98. Ora i movimenti di materiale si suddividono in riporti per la pista e scavi per l impianto fino a raggiungere la quota prefissata di.. La pista prosegue sul suo tracciato incontrando la stazione di valle della seggiovia Paradiso Presena, che sarà demolita. Pag. 143

145 Pista Presena Paradiso autorizzata Le sue caratteristiche sono : ( da archivio PAT, Servizio Turismo). Quota a monte m Quota a valle m Lunghezza inclinata in asse m Dislivello m Pendenza media % Pendenza massima % Pendenza minima 0.00 % Larghezza media m Larghezza minima 4.00 m Larghezza massima m Superficie mq Come detto prima, parte della pista comprende la nuova pista variante Presena Paradiso. Pista Paradiso Presena muro Pag. 144

146 6.4 Movimenti terra descrizione A B C D E F G H Stazione di monte Da SM01a SM07 Rientro intermedia Da SI-01 a SI-19 Collegamento per fondo valle Da S04 a S27 Piazzale nuovo rifugio a quota da SP04 a SP09 Nuovo fabbricato da SP09 a SP 012 Piazzale a quota da SP012 a SP21 Pista Presena Da S-R01 fino a sez.s-r103 Piazzale e stazione Di valle dalla Sez.S-R 103 alla Sez. S-R 113 Vol.sterro mc Vol.riporto mc Sup.sterro mq Sup.riporto mq I movimenti rerra riportati nella precedente tabella sono stati calcolati in modo automatico dal programma di topografia con il metodo delle sezioni ragguagliate. In sede di costruzione delle opere eventuali eccedenze o mancanze verranno compensate modificando leggermente i valori di scavo o riporto: si consideri che 10 cm di scavo in più o in meno comportano su una sperficie di 1000 mq un volume di mc di materiali disponibile. I volumi di materiale saranno compensati secondo queste ipotesi operative : A) Materiale alla stazione di monte : vi è un eccesso di circa 1700 mc. Questo materiale verrà utilizzato per circa mc 1400 per il reinterro della costruzione sui lati previsti in scavo, per il mascheramento dei muri e dei plinti di fondazione in c.a.; il rimanente materiale (mc 120 ) sarà posto sul solaio del fabbricato della stazione di rinvio (superficie di circa 32*20 = 640 mq) Pag. 145

147 B) C) il materiale in scavo complessivo è di = mc, in rienterro = quindi circa a compenso vista l area interessata ai lavori ( = mq) C) E) il materiale di scavo è = 9223 mc. Il materiale verrà stoccato nella depressione dove si è ritirato il ghiacciaio. F)G)H) il materiale di scavo è = mc in riporto = mc praticamente a compenso vista l area di intervento di mq. Possibile deposito delle rocce di scavo in eccesso. Pag. 146

148 6.5 Impianto di innevamento programmato L impianto di innevamento programmato è stato realizzato alcuni anni fa. In occasione dei lavori di sistemazione delle piste saranno apportate le varianti imposte necessarie ad ottimizzare i pozzetti e la loro disposizione. La Provincia autonoma di Trento propone un periodo sperimentale per verificare la possibilità di limitare l arretramento del ghiacciaio Presena, adottando una serie di misure in analogia a quanto altre nazioni, come Austria e Svizzera, stanno sperimentando. Vedi delibera n di data 12/12/2008 della Giunta provinciale Mitigazioni dell alblazione e dell impatto delle attività sciistiche del ghiacciaio Presena nel territorio del comune di Vermiglio Trento. Il PROGRAMA SPERIMENTALE Ghiacciaio Presena viene eseguito dalla società Carosello Tonale con la direzione, l apporto tecnico ed economico della Provincia autonoma di Trento, Dipartimento protezione civile e tutela del territorio. La richiesta di attingimento provvisorio dai laghi Monticello superiore ed inferiore, presentata dalla società Carosello Tonale spa è propedeutica al funzionamento dell impianto di innevamento programmato posto alla base del ghiacciaio Presena. L impianto di innevamento artificiale può essere di due tipi definiti impropriamente a bassa pressione e ad alta pressione. Ambedue le tipologie di impianto sono essenzialmente costituite da : o una stazione di pompaggio per l acqua ed un bacino di accumulo o una conduttura e da un cavo elettrico interrati o una serie di prese per l acqua e l energia elettrica lungo il tracciato dell impianto o dalle macchine da neve (i cannoni) nelle quali si realizza la combinazione acqua aria per poterla espandere e raffreddare in modo da produrre la solidificazione delle particelle di acqua. Nel caso di impianto in alta pressione si deve far arrivare alle macchine anche l aria compressa da espandere, per cui è necessario avere una tubazione interrata dedicata all aria. I cannoni di questo tipo sono piccoli e localizzati in modo fisso sul tracciato in quanto la loro produzione di neve è modesta. Pag. 147

149 I cannoni in bassa pressione sono così chiamati perché utilizzano l aria loro circostante alla pressione atmosferica : con una ventola la pongono in movimento accelerandola in una bocca a tubo di Venturi. Il processo di solidificazione dell acqua avviene sempre per espansione e quindi, come noto, con ulteriore raffreddamento. I cannoni in bassa pressione sono macchine mobili che necessitano di una alimentazione di acqua ed energia elettrica, sono relativamente più ingombranti e costosi, per cui sono posti in postazioni fisse e/o mobili. stazione di pompaggio La stazione di pompaggio è inserita all interno dei locali costruiti a fianco del lago Monticello inferiore.. Le elettropompe poste in parallelo ed avviate tutte mediante INVERTER, potranno convogliare una portata compresa tra 30 e 44 l/s cadauna con una pressione in uscita tra 32 e 38 bar in modo da poter gestire secondo le esigenze di innevamento una pressione diversa per le linee. La stazione di pompaggio sarà inserita nei localitecnici della nuova telecabina, quando l attuale seggiovia sarà demolita. linee idrauliche Le linee idrauliche sono state dimensionate tenendo conto della massima portata passante su ogni tratto in modo che la velocità di flusso non superi mai i 2,4m/s per garantire la sicurezza dell impianto e per diminuire le perdite di pressione in linea. Per la rete di distribuzione delle tubazioni si rimanda allo schema generale dell impianto allegato. linee elettriche Le linee elettriche saranno realizzate con cavo in alluminio di sezione 3X240/120mm2 (tranne gli stacchi ai pozzetti con cavo rame). Tutte le linee sono state calcolate per avere una caduta di tensione ammissibile potendo allacciare il numero di generatori di neve necessari ad innevare nei tempi di progetto il tratto interessato. Anche per le linee elettriche si rimanda allo schema generale dell impianto allegato. Pozzetti I pozzetti per l allacciamento dei generatori sono stati disposti in questa fase di progetto ad una distanza approssimativa di 75m. Pag. 148

150 Tutti i pozzetti sono in cemento armato camionabile, con dimensioni interne 100X120cm alti 150cm e passo d uomo 70X70cm. Tutti i pozzetti sono dotati di idrante e cassetta elettrica con presa 63A e con luce e riscaldamento. 6.6 Fabbisogno idrico Si ricordano alcuni dati generali espressi nello studio dettagliato presentato dalla Provincia a. di Trento, dipartimento protezione civile. Lago Monticello superiore volume di invaso mc Lago Monticello inferiore volume di invaso Bacino di alimentazione dei laghi 1.25 kmq Deflusso totale da 1.49 a 1.6* 106 mc mc Il prelievo concesso con determina del servizio utilizzazione acque pubbliche n.150 del 21/10/2009 è di mc di acqua nell ipotesi di produrre una altezza di 4.00 m di neve. Si allega la tabella di pagina 25. della relazione P.A.T. Pag. 149

151 Pag. 150

152 6.7 Pista da sci di fondo Paradiso Quota media m Lunghezza inclinata in asse 920 m Dislivello 20 m Larghezza 8.0 Superficie\ 7360 mq m la pista per la pratica dello sci da fondo, realizzata sulla morena del ghiacciaio Presena, è utilizzate da sciatori esperti per l allenamento di inizio stagione; in genere da squadre di atleti che si allenano prima della stagione invernale. Sono previsti solo interventi limitati allo spostamento dei blocchi morenici eventualmente interferenti con il tracciato. Non è previsto l innevamento programmato per la pista di sci da fondo. Pag. 151

153 7.0 GESTIONE DEL CANTIERE 7.1 Demolizioni Le demolizioni sono previste per tutti i maufatti citati nei precedenti capitoli. Si rimanda al capitolo dei rifiuti la gestione del prodotti delle demolizioni 7.2 Costruzione impianto L impianto a fune può essere suddiviso in sottocantieri, che sono relativamente indipendenti tra loro : 1. Stazione motrice posta a valle: le opere da realizzare sono le fondazioni di ancoraggio, il magazzino dei veicoli con annessi i locali tecnici quali la cabina di trasformazione,la cabina di comando, la stazione di pompaggio etc. I montaggi elettromeccanici. 2. stazione di rinvio posta a monte : le opere da realizzare sono le fondazioni di ancoraggio, la struttura di contenimento della stazione interrata comprendente la cabina di comando, i servizi, le scale per raggiungere il piano superiore ove vi sarà il ricovero dei passeggeri. I montaggi elettromeccanici. 3. stazione intermedia: le opere da realizzare sono le fondazioni di ancoraggio, la struttura di stazione in acciaio, la cabina comando. I montaggi elettromeccanici. 4. linea : le opere da realizzare sono le fondazioni monolitiche dei blocchi di ancoraggio ed i montaggi dei sostegni Si tralascia il montaggio della fune, dei veicoli etc e la messa in servizio con le coonsuete prove di collaudo funzionale. Il cantiere della stazione a monte, il cantiere della stazione a valle e della stazione intermedia sono simili per impostazione e lavori : si devono eseguire gli scavi per le fondazioni, quindi i getti dei cementi armati, i montaggi elettromeccanici e quindi i riporti e gli scavi per il ripristino dell area secondo quanto previsto dagli elaborati progettuali. I cantieri non sono raggiungibili con mezzi meccanici ordinari né da cantiere : si ipotizza di portare in loco alcuni scavatori di grosse Pag. 152

154 dimensioni raggiungendo le località attraverso le piste da sci, partendo da passo Tonale (ex funivia Paradiso), seguendo la strada di servizio e la pista Paradiso; quindi da qui si sale lungo la pista Presena-Paradiso. Per l approvvigionamento dei materiali necessari alla costruzione, cemento ghiaia, ferro e strutture elettromeccaniche si installeranno delle teleferiche. Il materiale necessario alla costruzione dell impianto di risalita, dell impianto di innevamento e del rifugio devono essere portati in quota dal passo del Tonale. Lo stoccaggio dei materiali si avrà nel piazzale della vecchia Funivia Paradiso; il piazzale è raggiungibile da qualsiasi tipo di veicolo. ipotesi di cantierizzazione. A) Il primo balzo in quota del materiale per le costruzione sarà raggiungere il passo Paradiso a fianco dell attuale stazione a monte della telecabina. Questo notevole dislivello sarà superato con una grossa teleferica: essa sarà costruita utilizzando parte dei blocchi di ancoraggio esistente, realizzati per la costruzione della telecabina. I materiali di piccole dimensioni potranno essere trasportati dalla telecabina nei periodi di fuori esercizio aperto al pubblico. I mezzi meccanici ( scavatori, vagon grill etc) raggiungeranno il passo Paradiso seguendo la pista esistente. B) Il secondo cantiere sarà posto alla stazione intermedia della futura telecabina. Servirà per costruire sia la stazione dell impianto sia il rifugio Capanna Presena. I mezzi meccanici raggiungeranno il posto seguendo la pista Variante Paradiso, probabilmente costruita nei tempi passati proprio per questo scopo. I materiale o si trasporteranno con autoveicoli da cantiere o con più probabilità, costruendo un secondo tronco di teleferica dal passo alla stazione intermedia. C) Il terzo cantiere interessa la stazione di monte. Una macchina operatrice, disponibile fin d ora sull area, raggiungerà monte. Per salire sarà attrezzata con ramponi da ghiaccio e ramponi agricoli; inoltre sarà trainata da due battipista. I materiale saranno trasportati a monte con un terzo ramo di teleferica. Le teleferiche saranno utilizzate anche per il trasporto ed il posizionamento dei sostegni di linea. Pag. 153

155 Per interventi urgenti e per il trasporto di persone o cose delicate saranno sicuramente utilizzati un o più elicotteri. La portata degli elicotteri sarà non oltre i 1000 Kg, quindi elicotteri di non grosse dimensioni. Potrà essere utilizzato per carichi eccezionali l elicottero Super Puma. La tempistica per la costruzione dell impianto dipende da diversi fattori attualmente non quantificabili: primo quando saranno disponibili i permessi per demolire e costruire; secondo la disponibilità della o delle imprese; terzo il tempo atmosferico che si troverà durante i lavori. L incognita del tempo è la maggiore perché il periodo per eseguire i getti di c.a. è di circa 2-3 mesi in condizioni di normale innevamento invernale e di non abbondanti precipitazioni estive. Finiti i getti, si potrà prevedere di iniziare gli assemblaggi delle opere elettromeccaniche. Indicativamente per ogni cantiere si avrà: Un mese circa per demolizioni e scavi Due mesi per i getti in c.a. (stazioni e linea) Tre mesi per i montaggi elettromeccanici Un mese per la messa in servizio Questi periodi possono essere disposti su uno o due periodi contigui ( estateinverno) a seconda di quante ditte possano essere disposte a lavorare in contemporanea sull impianto. In teoria sarebbe opportuno dividere in due tempi : - Primo tempo : costruzione della teleferica n.1 con la costruzione delle opere alla stazione motrice (magazzino e stazione) - Secondo tempo : montaggio della seconda e terza teleferica con la costruzione delle opere alla stazione intermedia ed a monte. In alternativa si potrebbero installare tutte le teleferiche con tre cantieri distinti relativi alle stazioni e alla linea. In questo modo si dovranno alimentare contemporaneamente i tre cantieri delle stazioni e della linea. Questo modo di agire potrebbe comportare delle difficoltà gestionali e logistiche del cantiere dovute all approvvigionamento del materiale e dall utilizzo delle teleferiche. Le Pag. 154

156 teleferiche sono mezzi di trasporto caratterizzati da portate orarie relativamente contenute e quindi con bassa capacità di trasporto complessiva. 7.3 Costruzione pista da sci Pista da sci da discesa La pista da sci è esistente ; si tratta di eseguire dei lavori di movimento materiale per adeguarla alle esigenze della normativa vigente. Non necessita di materiali ma solo dell operatività di macchine scavatrici che raggiungeranno in modo autonomo il posto di lavoro seguendo le tracce esistenti. Innevamento programmato L innevamento programmato è già realizzato ed operante. Si tratta di spostare la sala pompe nella nuova sala pompe prossima al magazzino veicoli ( alla stazione di valle) e nei locali tecnici del nuovo rifugio Capanna Presena. La posa della conduttura diam.150 mm e dei cavi di potenza e comando, nonché dei nuovi pozzetti per l allaccio dei cannoni da neve, sarà contestuale alla realizzazione della pista Variante Paradiso. Pista da sci per il fondo La pista è stata progettata in modo da seguire il più possibile l andamento naturale del terreno. Le macchine operatici seguiranno il tracciato per spostare eventuali massi di grosse dimensioni: non si contemplano livellamenti di materiale. 7.4 La viabilità L accesso dei mezzi meccanici pesanti quali scavatori, gru e autorarri, seguirà la strada che dal passo del Tonale in località case sparse sale al passo Paradiso seguendo per un tratto la mulattiera e poi inerpicandosi lungo la pista. Questo tratto di accesso avviene sul versante del comune di Ponte di legno ; esso è stato utilizzato ed è normalmente utilizzato per trasportare mezzi o carichi pesanti in quota. La strada è visualizzata in nero nella mappa allegata. La movimentazione dei carichi e del cemento lungo tutto il tracciato dell impianto (costruzione dei sostegni di linea ) seguirà le eventuali piste provvisorie per Pag. 155

157 arrivare ai punti stabiliti, utilizzando sempre le tracce esistenti. Non sono previste altre piste o strade. Pag. 156

158 Strada di accesso a lato della pista e sulla pista 7.5 Costruzione centro servizi Si illustra il progetto inerente a Ristrutturazione con demolizione totale e ricostruzione rifugio Capanna Presena p.ed su p.f. 5637/6 in C.C. Vermiglio. L intervento di demolizione e ricostruzione del rifugio Capanna Presena rientra in un progetto più ampio che riguarda l intero sistema impianti e piste del ghiacciaio Presena. Gli impianti attualmente esistenti saranno sostituiti e questo rientra in un programma di interventi concordato con la Provincia di Trento e volto a migliorare complessivamente la zona del ghiacciaio sia da un punto di vista funzionale che ambientale paesaggistico. L intervento prevede un radicale piano di risanamento organizzativo e paesaggistico ambientale della zona con demolizione praticamente di tutti i Pag. 157

159 volumi attualmente esistenti ( ex partenze sciovie, arrivo seggiovia paradiso, capanna presena) con un notevole impatto migliorativo sull intera area. La capanna Presena è l unico rifugio esistente al piede del ghiacciaio e nelle varie valutazioni svolte anche dai servizi provinciali, nonché dalla Carosello Tonale Spa, concessionaria degli impianti di risalita, è stato fortemente evidenziato come la demolizione e ricostruzione con leggero spostamento,del rifugio sia condizione necessaria per l intera funzionalità ed efficacia dell intervento. Infatti l intervento sulla Capanna Presena è necessario per realizzare il nuovo impianto e soprattutto il tratto di pista di collegamento tra la zona ghiacciaio e la pista sottostante. Alla luce di queste necessità, la società proprietaria ha fatto proprie queste osservazioni addivenendo, in linea di massima, a condividere la decisione della demolizione e ricostruzione Descrizione dell intervento Come precedentemente detto, l intervento è inserito in un progetto di riqualificazione dell intera zona del ghiacciaio Presena. E prevista la totale demolizione di alcuni fabbricati esistenti,(attuale Capanna Presena e altri fabbricati adibiti a ricovero battipista,depositi e locali di servizio) e la ricostruzione di una nuova e più funzionale struttura, che racchiude in se tutti gli spazi ospitati nei vecchi fabbricati demoliti, così come richiesto dalla PAT nel programma di risanamento ed ammodernamento delle strutture esistenti sul ghiacciaio Presena.. Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo volume, con caratteristiche ambientali e funzionali adatte alle esigenze e alle normative attuali. La nuova struttura si svilupperà su 3 livelli, una zona seminterrata con locali di servizio e deposito sci, a pianoterra un ampio garage, per metà di competenza della società Carosello s.p.a., e un deposito alimentare, a piano primo la zona ristorante,bar, cucina e a secondo piano una zona ricettiva composta da 8 stanze per un totale di 25 posti letto. L edificio sarà realizzato tenendo conto del contesto dove si colloca. Pag. 158

160 I materiali impiegati sono essenzialmente legati alle caratteristiche ambientali del luogo: Rivestimento in pietra locale, tonalite. Assito di tamponamento in legno di larice lasciato al naturale. Tetto in legno di abete e manto di copertura in lamiera. Serramenti esterni in legno di larice con vetro thermopan. Per quanto riguarda le strutture portanti, le murature saranno realizzate in c.a. con solai in lastre prefabbricate in cemento. Dal primo piano in su saranno presenti setti in c.a. con tamponamento di blocchi di muratura comuni sp. 30 cm. La copertura sarà realizzata in legno in lamellare così come il solaio del secondo piano. Sia la copertura che il solaio in legno poggeranno su pilastri in c.a. e pilastri in acciaio tubolare. Per il dettaglio si rimanda alle tavole progettuali. Particolare attenzione verrà posta alle caratteristiche generali dell edificio in rapporto al risparmio energetico. Verrà installata una serie di pannelli fotovoltaici sul prospetto sud per la produzione di energia elettrica nonchè la posa di cappotto termico di spessore 15 cm su tutte le murature esterne Infrastrutture Il rifugio Capanna Presena è dotato di impianto per il rifornimento dell acqua, che viene prelevata dal lago Monticelli, con apposita concessione della PAT. Per quanto riguarda lo smaltimento delle acque nere si utilizzerà l impianto di grigliatura finale già installato recentemente e successivo smaltimento in sottosuolo come già avviene attualmente, previa modifica del tratto finale di allacciamento alla nuova struttura Calcolo dei volumi Nella pagina a seguire si riporta il calcolo del volume eseguito in maniera analitica, gli schemi grafici per l individuazione delle dimensioni sono presenti nelle tavole progettuali. Pag. 159

161 CALCOLO VOLUME n.sup. seminterrato 1 ((9,50 x 14,00) x 3,10 mc ((2,95 x 6,70) x 3,10 mc somma mc n.sup. Piano terra 5b (((8,75 + 6,60) x 15,55)) / 2) x 5,00 mc ((14,00 x 1,75) / 2) x 5,00 mc (14,00 x 11,90) x 5,00 mc ((2,95 x 6,70) x 5,00 mc somma mc Piano terra 9 (14,00 x 12,10) x((2,90 + 4,15) / 2) mc 97,13 10 ((14,00 x 1,75) / 2) x ((2,90 + 4,15) / 2) mc 43,18 11 (((17, ,60) x 15,55)) / 2) x 3,30 mc 808,21 12 ((14,00 x 1,75) / 2) x ((2,90 + 4,15) / 2) mc 43,18 13 (14,00 x 9,70) x((2,90 + 4,15) / 2) mc 78,69 14 ((5,35 x 6,70) x ((3,00 + 3,60) / 2) mc 118,29 15 (5,80 x 2,40) x ((4,15 + 3,60) / 2) mc 53,94 somma mc Secondo piano 16 (((17, ,45) x 16,00)) / 2) x ((3,00 + 4,40) /2) TOTALE VOLUME mc 927,96 mc I fabbricati che verranno demoliti, con relativo volume, per far posto alla nuovo fabbricato sono: RIFUGIO CAPANNA PRESENA: mc EX ARRIVO SEGGIOVIA 2.550,00 mc Pag. 160

162 (depositi, centr, elettrica, stazione pompaggio) EX PARTENZA SCIOVIA 1 408,00 mc (deposito) EX PARTENZA SCIOVIA ,00 mc (garage battipista) EX PARTENZA CAMPO SCUOLA 700,00 mc (deposito) TOTALE mc Pertanto il volume della nuova struttura è ampiamente minore della volumetria che si andrà a demolire barriere architettoniche L intero edificio risulta privo di barriere architettoniche, in quanto tutte le zone aperte al pubblico sono raggiungibili senza impedimenti. Infatti è prevista l istallazione di ascensore dal piano seminterrato fino al primo piano, per l accesso ai locali ristorante e bar, e dal primo piano fino al secondo per l accesso alle camere. 7.6 Garage per battipista Nell ipotesi di non addivinire ad un accordo con la proprietà del rifugio Capanna Presena si ipotizza la costruzione di un fabbricato adatto alle sole necessità della società Carosello Tonale s.p.a.. I molti fabbricati esistente sono fino ad oggi utilizzati per : Deposito dei battipista Cabina di trasformazione Sala pompe di rilancio Deposito di reti, materassi etc per le piste da sci. Pag. 161

163 L intervento prevede la completa demolizione dei fabbricati esistenti adibiti a ricovero battipista, depositi e locali di servizio, eccetto la Capanna Presena, e costruzione di una nuova struttura, che racchiude in se tutti gli spazi ospitati nei vecchi fabbricati demoliti. L edificio verrà collocato nei pressi dell attuale arrivo della ex- sciovia, a ovest del rifugio Capanna Presena. La conformità del terreno permette di lasciare il nuovo volume interrato su tre lati in modo da ridurre al minimo l impatto della struttura con l ambiente circostante. La struttura sarà realizzata completamente in cemento armato, e sul fronte visibile saranno collocati gli accessi al garage e ai locali tecnici. L edificio si svilupperà su una superficie di 540 mq lordi, che saranno cosi suddivisi: Pag. 162

164 384,50 mq per ricovero mezzi battipista, 60,85 mq per deposito, 59,60 mq per locali tecnici. L altezza dell edificio sarà di 4,90 m, pertanto il volume della nuova struttura sarà pari a 2.646,00 mc (540 mq x 4.90 m). Pag. 163

165 8.0 INQUINAMENTO E DISTURBI AMBIENTALI 8.1 Inquinamento Le possibili fonti di inquinamento possono essere fornite da : Carico antropico Impianti di risalita Impianto di innevamento Mezzi battipista Carico antropico : le persone che giungono sul ghiacciaio sono motivate in inverno dalla possibilità di praticare lo sci alpino, in estate dalla curiosità di ammirare un paesaggio particolare. La pratica dello sci è esclusa nel periodo estivo, considerato tale dal 1 luglio al 30 settembre di ogni anno: il ghiacciaio non è utilizzato per il cosiddetto sci estivo, ma per un prolungamento della stagione invernale fino al mese di giugno ed anticipando l apertura al mese di ottobre; cioè si dilata il tempo della stagione sciistica. Il bar ristorante Capanna Presena è dotata di tutti gli accorgimenti previsti dalle vigenti normative per impedire un inquinamento ambientale causato principalmente dallo smaltimento delle acque reflue. La capanna Presena è dota di un sistema di smaltimento delle acque reflue. Per la stazione di monte al passo degli sciatori è previsto un servizio WC del tipo chimico con asportazione periodica dei reflui. Il ristorante ubicato presso la stazione motrice (passo Paradiso), esercizio pubblico è dotato di fognatura collegata al passo del Tonale. La costruzione risale all epoca della realizzazione della pista da sci. Le immondizie, che purtroppo gli utenti sia estivi che invernali, abbandonano nei più svariati luoghi, sono sempre raccolte dal personale della società e riportate a valle con gli impianti di risalita. Il carico antropico è previsto dalla capacità complessiva del sistema infrastrutturale, essendo lo scopo primario quello di alimentare un area destinata alla sci alpino. Impianti di risalita: dopo la fase di costruzione dell impianto, l impatto sull ambiente è molto basso. L impianto di risalita è azionato da motori elettrici di Pag. 164

166 trazione con emissioni praticamente nulle. La stazione motrice è anche di tensione : in essa sono racchiusi tutti i potenziali fattori inquinanti dovuti principalmente agli oli dei sistemi di frenatura, di tensionamento e del riduttore principale dell argano motore. La struttura del carroponte è costruita in acciaio e la dotazione delle attrezzature di contenimento degli oli è eseguita secondo le norme vigenti. La forma costruttiva stesse delle strutture limita la possibile fuoriuscita dei liquidi. Inoltre la stazione motrice tenditrice verrà posizionata sulla roccia. La normale manutenzione prevista dai manuali d uso e manutenzione consente di prevenire possibili rotture. La linea (sostegni)., la stazione intermedia e la stazione di rinvio non contengono depositi di oli o grassi, fonte di potenziali pericoli. Impianti di innevamento: è costituito da elettropompe che alimentano la rete di distribuzione, realizzata con tubi in acciaio. L impianto è del tipo in bassa pressione. Il cannone è costruito in modo produrre in loco l aria necessaria allo scambio termico con l acqua. Non si usano additivi di nessun tipo, ma solo l acqua prelevata secondo il disciplinare della Provincia autonoma di Trento e la relativa concessione. Mezzi battipista: i mezzi meccanici battipista sono dotati di motore diesel che muove le pompe idrauliche. Le pompe inviano il fluido in pressione agli attuatori, siano essi di movimento del mezzo (ruote cingoli) sia di lavoro (fresa neve, benna o verricello). Per limitare la possibilità di rotture, i battipista sono sottoposti a verifiche periodiche in officina, con la sostituzione programmata dei pezzi usurati. È da tener presente che usualmente sul ghiacciaio, si utilizzano macchine nuove e per un periodo di lavoro relativamente breve di ore: poi si sostituiscono. Le verifiche e le manutenzioni si eseguono presso i punti di ricovero dei battipista con l impiego del personale specializzato della società aiutato dal personale della ditta costruttrice del mezzo meccanico. Movimentazione e battitura della neve La neve viene regolarmente battuta quando raggiunge i 40 cm circa di spessore oppure il piano pista viene ripristinato eliminando gli accumuli dovuti Pag. 165

167 alle discese degli sciatori, dopo una giornata di utilizzo intenso delle piste,. La movimentazione della neve deve essere eseguita in modi diversi a seconda delle aree : Area snow park : la neve viene spostata e compressa per realizzare i cumuli necessari alla pratica dello snow bord. Area campo scuola : la neve viene livellata e compressa Area pista da sci : la neve viene livellata per costituire un piano pista uniforme. La neve è movimentata per eliminare gli accumuli dovuti agli sciatori o al vento; la movimentazione viene eseguita dal basso verso l alto o seguendo le isoipse in modo da non variare la quota altimetrica del manto nevoso. In questo modo il volume di neve si mantiene alla quota di prelievo. Area della pista di risalita della sciovia ( fino a quando non sarà sostituita da una telecabina). La neve verrà movimentata per costruire la pista di risalita dell impianto scioviario secondo le ipotesi descritte al punto precedente. 8.2 Produzione e smaltimento rifiuti Rifiuti ( prodotti nella fase di demolizione costruzione) La necessità di operare alla riqualificazione dell area demolendo una serie di strutture fatiscenti ed obsolete, darà origine ad una quantità notevole di materiale edile di demolizione. La posizione della zona, a quota 3000 m circa, e le difficoltà di accesso alla stessa, rendono difficilmente proponibile il trasporto a valle di tali rifiuti, ma le normative di legge più recenti permettono, in considerazione della natura dei materiali stessi, di considerare la possibilità di un trattamento e riutilizzo al fine di effettuare riempimenti e drenaggi. A tal fine si fa riferimento alla DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE, n. 1333, d.d. 24 Giugno 2011: Legge provinciale 14 aprile 1998, n. 5 (Disciplina della raccolta differenziata dei rifiuti). Approvazione delle Linee guida per la corretta gestione di un impianto di recupero e trattamento dei rifiuti e per la produzione di materiali riciclati da impiegare nelle costruzioni e Pag. 166

168 delle Norme tecniche e ambientali per la produzione dei materiali riciclati e posa nella costruzione e manutenzione di opere edili, stradali e recuperi ambientali. ed ai relativi allegati: NORME TECNICHE E AMBIENTALI per la produzione dei materiali riciclati e posa nella costruzione e manutenzione di opere edili, stradali e recuperi ambientali.. Si fa inoltre riferimento a quanto autorizzato nel 2009 e descritto nell elaborato Recupero macerie derivanti dalla demolizione parziale dell edificio ex arrivo funivia Paradiso p.ed C.C. Vermiglio come riempimento dei locali vuoti della porzione inferiore, a pochi metri di stanza quindi dalla zona di intervento. In esso è riportato:..omissis Oltre a difficoltà legate alla rimozione delle funi e di tutte le attrezzature e impianti tecnologici, che saranno rimossi e trasportati a valle per essere smaltiti, resta la necessità di demolire anche parte della vecchia stazione di arrivo, realizzata in calcestruzzo armato, e una sua riconversione ed utilizzo come punto di ristoro. omissis La struttura oggetto di demolizione si trova ad una quota di circa 2600 s.l.m. realizzata nei primi anni Sessanta ed è completamente in cemento armato. omissis La presente richiesta di autorizzazione verte proprio sull utilizzo delle macerie da demolizione (CER ), che ridotte per mezzo di pinze frantumatrici in pezzatura non superiore a 40x40x40 cm, verranno utilizzate per il riempimento stabile della porzione sottostante l edificio da demolire. omissis 1. Aree e modalità di stoccaggio Tipologia di contenitori e/o vasche La stazione a monte Ex Funivia Passo Paradiso - Vermiglio (TN) è una struttura realizzata negli anni sessanta interamente in c.a.. La demolizione parziale della stazione a monte ex funivia verrà eseguita per mezzo di due escavatori cingolati dotati di pinze idrauliche e di pinze frantumatrici, che dopo aver liberato il calcestruzzo da altri rifiuti, ridurranno lo stesso in blocchi di pezzatura pari a 40x40x40 cm. Con l ausilio di benne caricatrici montate sugli escavatori cingolati, i blocchi saranno quindi posizionati direttamente nella parte inferiore dell edificio. La struttura che ospiterà tali blocchi è quindi una parte originale dell edificio che sarà integrata con nuove strutture per formare un involucro atto al contenimento ed allo stoccaggio dei blocchi in calcestruzzo derivanti della demolizione. omissis Attrezzature utilizzate per la movimentazione dei rifiuti e per il contenimento degli eventuali sversamenti accidentali. La demolizione parziale della stazione a monte Ex Funivia Passo Paradiso - Vermiglio (TN) verrà eseguita ad opera della ditta DESPE SPA di Torre de Roveri (BG) per mezzo di due escavatori cingolati dotati di pinze idrauliche. Il calcestruzzo demolito grossolanamente e quindi liberato da altri rifiuti, verrà ulteriormente ridotto di pezzatura (inferiore a 40x40x40) e liberato dal residui di ferro per mezzo di pinze frantumatrici. Infine per mezzo di benne caricatrici montate sempre sugli escavatori cingolati, il materiale ridotto verrà posizionato direttamente nel vuoto inferiore all edificio demolito. I rifiuti utilizzati per il riempimento non daranno luogo a sversamenti. L unico Pag. 167

169 sversamento possibile potrebbe accorrere nel corso delle operazioni di rifornimento dei mezzi cingolati: si opererà al tamponamento con materiale assorbente di quanto sversato, alla raccolta e smaltimento c/o idoneo impianto previo trasporto a valle dell impianto. 2. Descrizione delle attività di recupero e/o smaltimento rifiuti Descrizione dettagliata delle operazioni di recupero e/o smaltimento dei rifiuti che si intendono effettuare La demolizione parziale della stazione a monte Ex Funivia Passo Paradiso- Vermiglio (TN) verrà eseguita ad opera della ditta DESPE SPA di Torre de Roveri (BG) per mezzo di due escavatori cingolati dotati di pinze idrauliche. Nel corso della demolizione tutti i rifiuti diversi dal calcestruzzo (rottami di ferro e legno) verranno separati, imballati e portati a valle per mezzo di teleferica di cantiere esistente o eventualmente con l uso di elicottero. Il calcestruzzo demolito grossolanamente e quindi liberato da altri rifiuti, verrà ulteriormente ridotto di pezzatura (inferiore a 40x40x40) e liberato da residui di ferro per mezzo di pinze frantumatrici. Infine per mezzo di benne caricatrici montate sempre sugli escavatori cingolati, in materiale ridotto verrà posizionato direttamente nel vuoto inferiore all edificio demolito. omissis Descrizione delle caratteristiche dei rifiuti trattati, provenienza dei rifiuti trattati, destinazione dei rifiuti sottoposti a sola messa in riserva, caratteristiche delle materie prime secondarie ottenute, caratteristiche dei rifiuti prodotti dal ciclo di recupero/smaltimento, modalità di gestione dei rifiuti prodotti e loro destinazione finale. I rifiuti da destinare al riempimento di strutture vuote della porzione inferiore dell arrivo dell ex funivia Passo Presena saranno macerie derivanti da operazioni di demolizione della porzione superiore del medesimo edificio. I rifiuti ottenuti da tali operazioni saranno classificati dal produttore DESPE SPA (società incarica della demolizione) con il codice CER (rifiuti misti derivanti dall attività di demolizione e costruzione diversi da quelli di cui al *, * e *) previa analisi chimica di caratterizzazione e test di cessione secondo D.M. 186/06. Il loro stato fisico sarà solido non polverulento e si stimano in una quantità di 600 mc. La demolizione verrà perfezionata per mezzo di pinze frantumatrici che ridurranno le macerie in pezzature inferiori a 40x40x40 cm. I materiali ottenuti verranno nuovamente sottoposti a test di cessione secondo l all. 3 del D.M. 5 febbraio 1998 succ. mod. con D.M. 186/06 e prima di essere riutilizzati in loco per il riempimento dovranno risultare conformi All. C della Circolare del Ministero dell Ambiente 15/07/2005 n. UL/2005/5205 ad eccezione della pezzatura, in quanto il loro riutilizzo non necessita di pezzature specifiche inferiori ai 40x40x40 cm. Non sarà eseguita messa in riserva preventiva ad altri trattamenti, ma il riempimento sarà considerato definitivo. Il recupero delle macerie non darà origine a nessun altro rifiuto. L attività di presa in carico del rifiuto CER e relativo scarico, a fronte del ricevimento dell autorizzazione al recupero delle macerie verrà annotato dalla richiedente CAROSELLO TONALE SPA su apposito registro di carico/scarico vidimato e regolarmente dichiarato con presentazione del MUD presso la C.C.I.A.A.. di Trento. 3. Ulteriori specifiche La necessità di utilizzare le macerie da demolizione come riempimento nasce dal fatto che data l altitudine a cui si va a compiere la demolizione, il trasporto a valle delle macerie risulta, oltre che logisticamente complicato, anche e soprattutto svantaggioso dal punto di vista ambientale. Infatti questo permette: Pag. 168

170 un risparmio di materiale vergine di cava che sarebbe necessario per compensare il vuoto presente nella porzione sottostante dell edificio da demolire e sul quale è prevista la costruzione di un nuovo punto ristoro; una minimizzazione degli impatti sulle matrici ambientali relative al trasporto su strada di rifiuti da demolizione verso impianti di smaltimento/recupero e delle materie prime per il riempimento provenienti da cave; un riduzione dei rifiuti da inserire nel ciclo della gestione rifiuti (produttore, trasportatore, impianto). Il materiale, presentandosi in forma del tutto inerte, sebbene sul fondo sarà a diretto contatto con la roccia, non subirà nessun tipo di rilascio di contaminazione ambientale anche perché verrà comunque coperto da un soletta di c.a. che non lo lascerà esposto alle intemperie. Infine, la richiesta della presente autorizzazione è dovuta anche alla difficoltà di poter trasportare un impianto mobile autorizzato in quota che perfezioni il ricondizionamento volumetrico per mezzo di una regolare campagna mobile di recupero. L impossibilità di trattare i rifiuti con un impianto mobile è la giustificazione della sola pezzatura dei materiali non conforme all All.C della Circolare del Ministero dell Ambiente 15/07/2005 n. UL/2005/5205. Resta comunque condizione necessaria del riutilizzo delle macerie, la conformità al test di cessione secondo l all. 3 del D.M. 186/06. Quanto sopra, opportunamente aggiornato e subordinato al rilascio delle necessarie autorizzazioni da parte degli enti competenti ed in particolare dell APPA, a fronte di risultati analitici favorevoli rende presumibilmente possibile il riutilizzo in sito dei materiali da demolizione Rifiuti (prodotti nella fase di esercizio) Per ciò che si riferisce allo smaltimento delle acque nere, si specifica che il Rifugio Paradiso possiede il collegamento alla rete fognaria pubblica di passo Tonale. Il rifugio Capanna Presena ha invece un sistema di smaltimento delle acque nere autorizzato, il cui progetto è accompagnato dalla relazione geologico-tecnica RELAZIONE GEOLOGICA E IDROGEOLOGICA PER REALIZZAZIONE IMPIANTO DI DEPURAZIONE REFLUI A SERVIZIO DELLA CAPANNA PRESENA P.F. 5637/6 C.C. VERMIGLIO - GHIACCIAIO PRESENA a firma del dott. dr. geol Nicola Dalla Torre. Da questo elaborato si ricava: In merito a quanto esposto nell' Aggiornamento del Piano provinciale di risanamento delle acque relativo agli scarichi dei rifugi alpini ed escursionistici approvato con deliberazione della Giunta Provinciale n 2013 del 29 settembre 2006 ed in particolare per il Rifugio Capanna Presena, considerato che le Pag. 169

171 indagini idrogeologiche non hanno messo in evidenza interferenza tra gli scarichi e sorgenti ad uso potabile. Di contro la prossimità della dispersione con il laghetto sottostante il rifiugio, indurrebbe a spostare lo scarico in sottosuolo a valle del laghetto stesso: è ipotizzabile quindi, per motivi tecnico economici di sostituire la previsione del depuratore biologico, prevedendo il trattamento con grigliatura fine e disoleatura, con la prescrizione di spostare lo scarico a valle del laghetto sottostante il rifugio. Nell'agosto 2008 è stata effettuata una campagna di rilievi geomorfologici e idrogeologici per studiare le modalità di scarico più efficienti. Vista l'analisi stratigrafica e idrogeologica dell'area si può dire che non sono stati trovati, se non in prossimità dell'attuale area dove sono presenti le fosse Imhoff, zone in cui interrare la condotta disperdente. Infatti tutta l'area presenta un substrato roccioso subaffiorante (vedi paragrafo precedente). Pertanto nell'allegato 4 abbiamo la situazione attuale cosi' come rilevato durante il sopralluogo, mentre nell'allegato 5 vengono presentate le due Relazione geologica e idrogeologica per realizzazione impianto di depurazione reflui a servizio della Capanna Presena soluzioni alternative per il posizionamento del sistema di smaltimento dei reflui della Capanna Presena. Entrambe le soluzioni presentano un impianto dotato di grigliatura fine posta in aderenza all'attuale rifugio Capanna Presena. La grigliatura fine, che serve a trattenere le particelle sospese nel refluo aventi dimensioni superiori ad 1 1,5 millimetri, mediante il passaggio del refluo attraverso una griglia costituita da barre metalliche o da setacci. Il materiale così trattenuto viene inviato ad un compattatore per mezzo di coclea e insaccato, che allontana la frazione acquosa (immessa nella linea delle acque) da quella solida che viene depositata in cassonetti. Inoltre è presente un disoleatore che serve per rimuovere gli oli ed i grassi, prima di avviare il liquame ai trattamenti successivi. Ci sono poi due soluzioni ravvisate per lo scarico finale delle acque chiarificate dopo la grigliatura ed il disoleatore. La seconda ipotesi corrisponde in parte alle prescrizioni adottate nell'aggiornamento al Piano provinciale di risanamento delle acque relativo agli scarichi dei rifugi alpini ed escursionistici, infatti lo scarico viene portato in fondo al lago con una lunghezza totale del tubo di 285 m ( vedi allegato 5 seconda ipotesi). Con questa soluzione non sarà però possibile l'interramento del tubo e dello scarico finale visto che non è presente un livello di deposito o di suolo in grado di contenere il tubo e di filtrare lo scarico. Per questo lo scarico nel periodo estivo confluirebbe nel torrente in uscita dal lago e nel periodo invernale depositerebbe il refluo sulla roccia. La prima ipotesi invece prevede una tubazione di 118 m fino alle attuali fosse Imhoff al di sotto delle quali è possibile predisporre una tubazione disperdente di 15 m (vedi schema sottostante) che disperda realmente nel suolo, visto che in quest'area sono presenti da 0,5 a 1 m depositi di versante e glaciali tali da produrre un minimo di dispersione nel suolo. Nei periodi invernali o di massimo uso estivo il refluo chiarificato potrebbe riemergere a valle e confluire quindi nel lago, vista la conformazione idrogeologica del versante, ma con i trattamenti sopracitati e con il passaggio in suolo sarà sufficientemente chiarificato. Oltre al sistema sopra descritto di smaltimento delle acque nere, si prevede di posare una tubazione in pvc diam. cm 16, a fianco della prevista tubazione Pag. 170

172 dell innevamento ( vedi planimetria). La tubazione sarebbe poi allacciata alla fognatura esistente del rifugio Paradiso. Questo secondo sistema presenta delle problematiche di utilizzo date dal fatto che nel tratto finale la pista ha una pendenza molto ridotta ( prossima a zero) e questo può provocare il quasi certo congelamento e conseguente inutilizzo della tubazione in occasione delle gelate. Si propone comunque la sua realizzazione per un utilizzo limitato ai mesi estivi, quando il terreno non risulta gelato. La stazione di arrivo a monte (passo Presena) del nuovo impianto previsto, presso il Passo degli Sciatori, sarà dotata di servizio igienico; le acque nere sararanno immesse in contenitore a tenuta stagna rimovibile, che sarà quindi periodicamente asportato e portato fino al Rifugio Paradiso, ove i reflui saranno fatti defluire nella rete fognaria esistente. Pag. 171

173 8.3 Interazione ed eventuale modifica del drenaggio sia superficiale che sotterraneo delle acque Le opere in progetto non comportano interazioni ne con le linee di impluvio ivi presenti, ne con zone di scorrimento o di emergenza di acque sotterranee. Gli aspetti relativi all innevamento artificiale e al prelievo dai laghetti di Monticello non saranno sostanzialmente modificati dalla razionalizzazione degli impianti di risalita. 8.4 Impatto sul suolo e sottosuolo La situazione prevista, con eliminazione di strutture fatiscenti e realizzazione di un nuovo impianto, non prevede impatti sulle componenti suolo e sottosuolo se non per ciò che riguarda gli scavi. In realtà, sia alla partenza dell impianto che lungo il tracciato e nel tratto terminale, la necessità di collocare le strutture (e soprattutto i sostegni dell impianto di risalita) su una base stabile e solida (si ricorda che attualmente parte dei sostegni dell impianto in quota si colloca sul ghiaccio!!!) richiede di raggiungere la roccia meno fratturata e quindi in gran parte le basi dei sostegni saranno consolidate mediante micropali con scavo che si limita a creare la base di appoggio, mentre per le stazioni lo sbancamento sarà maggiore. Pag. 172

174 Si fa presente che è stata sviluppata una campagna geognostica a mezzo sondaggi meccanici nei punti identificati per il posizionamento dei sostegni, cosa che ha permesso di localizzare la roccia del substrato a profondità variabile tra 3 m e 6 m di profondità dal piano campagna (superficie ghiacciaio). Pag. 173

175 Pag. 174

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