Rinascimento e mecenatismo

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1 Rinascimento e mecenatismo XV-XVI secolo La grande Storia p. 37

2 Umanesimo p. 37, 38, 43 Il termine "umanesimo" è da ricercarsi nella definizione data ai primi del Quattrocento agli studi letterari (studia humanitatis- humanae litterae), studi adatti a formare una completa personalità umana. Humanae litterae vs Divinae litterae La conoscenza delle Lettere antiche, dell antichità pagana, avrebbe reso l umanità più civilizzata, più felice. L Uomo divenne la misura di tutte le cose Uomo vitruviano, disegno di Leonardo da Vinci

3 Il termine Rinascimento è utilizzato nel XVI secolo dal pittore e scrittore Giorgio Vasari (Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architetti, 1550 e 1568) per sottolineare che tra il XV e il XVI secolo era iniziata una nuova era di rigenerazione dell umanità. Rinascimento p. 38

4 Mecenatismo p. 41 Il termine MECENATISMO deriva da Gaio Cilnio Mecenate, 68 a.c. - 8 d.c., un influente consigliere dell imperatore romano Augusto, che formò un circolo di intellettuali e poeti, sostenendoli nella produzione artistica. Altre parole chiave: Collezionismo, v. p. 41 Committenti, v. p. 42

5 L Arte nel Medioevo e nel Rinascimento Nel Medioevo l artista era considerato artigiano, persona la cui validità era soprattutto manuale Le arti erano divise in «liberali» e «meccaniche»: le prime erano quelle che si incaricavano soprattutto del pensiero e della parola, le seconde implicavano la manipolazione della materia. Col Mecenatismo Rinascimentale la figura dell artista si realizza: da qui in poi l artista reclamerà per sè il ruolo di intellettuale e pensatore. L artista è colui che ricerca la Bellezza, che è l immagine della Perfezione. Sandro Botticelli, La primavera, V.p. 39 Filippo Lippi, Madonna col bambino e angeli, 1465, Firenze, Uffizi

6 La Madonna di Tarquinia di Filippo Lippi L'opera è datata con un cartiglio sul trono "A.D. M. MCCCCXXXVII" ed è uno dei pochi punti fermi nella cronologia delle opere del Lippi. Risale al rientro a Firenze del pittore dopo il soggiorno padovano e fu commissionata da Giovanni Vitelleschi, capitano militare dell'esercito papale e arcivescovo di Firenze dal 1435 al 1437, che in quegli anni tornava alla sua città natale, Tarquinia, per farsi costruire un palazzo a cui forse era destinata la tavola. La Madonna è ritratta in trono marmoreo (una Maestà quindi), mentre stringe affettuosamente a sé il Bambino, che fa per abbracciarla teneramente. Al risalto plastico derivato da Masaccio ed al gusto per i gesti familiari e gli scorci di Donatello, Filippo Lippi aggiunse alcune suggestioni desunte dalla pittura fiamminga, che quasi certamente aveva avuto modo di osservare a Padova. Tra queste ci sono l'attenzione per l'ambiente e gli effetti luminosi, con lo spazio costruito a grandangolo (si noti il letto fortemente scorciato a destra) e una finestra aperta sul paesaggio. Notevole è la resa del "lustro", cioè del riflesso della luce, sulle stoffe e sui gioielli, oppure la resa delle screziature del marmo o la resa del libro sul bracciolo. Una precisa citazione fiamminga è poi il cartigio con la firma appoggiato alla base del trono. Lo sfondo sapientemente illuminato fa risaltare il volto della Vergine e ne fa il centro della scena. Il Bambino è particolarmente reso in maniera moderna, avvicinandosi per potenza plastica e resa naturalistica alle sculture delle cantorie del Duomo di Firenze di Donatello e di Luca della Robbia. La cornice è originale e, con la sua forma cuspidata, dimostra il rispetto della tradizione tardogotica, nonostante le caratteristiche estremamente innovative e moderne del dipinto. tempera su tavola (114x65 cm), 1437, Galleria Nazionale d'arte Antica di Palazzo Barberini, Roma. La pala venne ricoverata a Roma nel 1943, per restaurarla e preservarla durante il periodo bellico, però da allora non ha fatto ritorno alla sua sede originaria in palazzo Vitelleschi.

7 Mecenatismo Rinascimentale p. 39 e 41 Firenze, i Medici Urbino, i Montefeltro Ferrara, gli Este Milano, i Visconti e gli Sforza Mantova, i Gonzaga Anche Roma divenne una corte principesca, dopo il ritorno del Papa dal periodo avignonese, conclusosi nel I Papa furono grandi mecenati: Nel 1481, Papa Sisto IV fece costruire la nuova Cappella Sistina, dove, per il fregio pittorico, parteciparono artisti umbri e fiorentini: Luca Signorelli, Sandro Botticelli, Pietro Perugino, Pinturicchio, Cosimo Rosselli e Domenico Ghirlandaio. V. p. 41 La posizione dominante di Roma come fulcro artistico, si sviluppò sempre più, per trasformarsi nel corso del 1500 nella capitale indiscussa dell arte italiana (Michelangelo e Raffaello) V.p. 41 Andrea Mantegna, La corte di Ludovico III Gonzaga, Mantova,