L IMPATTO SOCIALE della GRAVE DISABILITA in ETA EVOLUTIVA

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1 L IMPATTO SOCIALE della GRAVE DISABILITA in ETA EVOLUTIVA Verona, 27/28 Settembre 2012 Gianluigi Visentini Psicologo-psicoterapeuta La Nostra Famiglia Padova

2 Alla nascita di un bimbo il mondo non è mai pronto (Wislawa Szymborska)

3 IMPATTO = Un corpo in movimento urta contro qualcosa e trasforma la propria struttura e/o quella dell altro (Dizionario etimologico della lingua italiana Zanichelli) IMPATTO

4 Esempio: l impatto in una scuola media Hanno bisogni speciali Richiedono risposte speciali Personale preparato strutture adeguate Che senso ha l integrazione?

5 Non parla Non cammina Non gioca.. Che faccio? Senso di vuoto sospensione IL VUOTO E IL NON

6 TRE PERCORSI 1. Rivalutazione psicologica del grave (il nostro linguaggio) 2. I progetti di interazioneintegrazione con i coetanei (la riabilitazione a cui diamo importanza) 3. Una riflessione antropologica sull essere persona (la nostra visione)

7 1. La rivalutazione psicologica del grave Il nostro linguaggio sul grave I contributi di Daniel Stern: 1. Il mondo interpersonale del bambino (1987) 2. Le forme vitali (2011)

8 Tra osservare e ascoltare Il mio modo di osservare: quali competenze? Uso dello sguardo, rapporto con gli oggetti, come fa a farsi capire, quali segnali, quali routines, quali interazioni Il racconto dei genitori: dovrebbe vederlo con il nonno Quando gli faccio così.. Suo fratello gliene fa di tutti i colori e lui

9 DANIEL STERN : le forme vitali La nostra esperienza è permeata continuamente da un senso di vitalità Le emozioni riguardano il senso di ciò che accade, le forme vitali il senso di essere vivi e vitali

10 Le forme vitali sono le più fondamentali tra tutte le Ognuno di noi ha la sua impronta vitale e il suo profilo di attivazione (arousal) Il bambino è sensibile soprattutto al come del movimento dell altro, alla forma vitale del movimento esperienze umane

11 I due aspetti psicologici del grave (mediati dalle ricerche di Daniel Stern) 1. Vi è sempre un sé dato dall insieme delle interazioni del bambino con gli altri 2. Vi è sempre un determinato profilo di attivazione che caratterizza quel bambino e il suo senso vitale

12 2. I progetti di interazioneintegrazione con i coetanei La riabilitazione a cui diamo importanza Esperienze con alcune scuole di Padova

13 L identità del gruppo Bion: Il gruppo ha bisogno di preservare la propria identità. Il gruppo ha bisogno anche di individui eccezionali (i mistici) Il gruppo viene trasformato nella propria identità ed avviene un cambiamento radicale della rappresentazione del gruppo e dei suoi criteri di appartenenza.

14 Le fasi del progetto PRIMO ANNO Presentazione ai compagni (fisioterapista+psicologo) Raccolta delle prime impressioni (cosa fa- come comunica-che cosa gli piace) Organizzazione di laboratori di interazione-osservazione Esperienza al centro di riabilitazione Raccolta dati Presentazione a fine anno delle osservazioni e degli episodi ai genitori e allo psicologo

15 SECONDO ANNO 1. Organizzazione dei laboratori in base all esperienza dal primo anno (ciò che piace, ciò che attiva) 2. Foto, raccolta di materiale per documentare l attività 3. Possibilità di interventi dell educatrice e/o del fisioterapista a scuola per migliorare le interazioni 4. Presentazione a fine anno a tutti i genitori della classe

16 TERZO ANNO 1. Continuazione dei laboratori 2. Riflessioni sulla diversità 3. Che cosa ha significato per me la presenza di

17 Altre possibili esperienze Scuola primaria: A partire da alcuni racconti (es. La cosa più importante di Abbatiello Antonella) Mettersi al posto di (cosa mi piacerebbe se fossi..) Il compagno si racconta (attraverso la mamma/il papà, con un power point e le sue foto) Raccontare il compagno Come possiamo stare insieme? Quali modalità di interazione? Che cosa gli piace?

18 E riabilitazione? Riabilitazione è (anche) trasformare gli spazi sociali per assicurare una migliore qualità di vita Impatto: trasformare il gruppo Vivere interazioni piacevoli

19 3. Una riflessione antropologica sull essere persona La nostra visione Il contributo di Paul Ricoeur

20 Mi riconosco come persona quando: 1. Qualcuno mi chiama INTERPELLARE 2. Qualcuno parla con me INTERLOQUIRE 3. Qualcuno racconta di me NARRARE

21 Chiamare per nome Fare l appello Riconoscere la presenza Interessarsi quando non c è (scrivere, e- mail ai familiari, diario) INTERPELLARE

22 INTERLOQUIRE. Mi sento legato a me perché qualcuno conta su di me Desiderio di interagire con te Cerco tutte le strade per trovare modi e mondi di stare insieme Quello che ti piace sarà ciò che conta per me

23 NARRARE (identità narrativa data dal mio racconto e da quello degli altri) E il narrare che crea un filo di Arianna fra tutte le nostre esperienze. Fondamentale il racconto degli altri ( mamma mi racconti quando.. ) Il racconto dei compagni come trasformazione dell identità del figlio nei genitori

24 Chi si prende cura di questo? attivare un progetto di rete dedicare tempo alla risorsa del gruppo/andare a scuola formazione insegnanti GLI OPERATORI DELLA RIABILITAZIONE: Chi ha nella mente il bambino Chi lo sa chiamare, chi interagisce da sempre con lui, chi ne racconta la vita Chi ne riconosce la forza vitale

25 Con uno sguardo mi ha reso più bella E io questa bellezza l ho fatta mia. Felice, ho inghiottito una stella (Wislawa Szymborska)

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