XXV CONCORSO DI POESIA SARDA C.R.E.I. - A.C.L.I. SARDEGNA

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4 XXV CONCORSO DI POESIA SARDA C.R.E.I. - A.C.L.I. SARDEGNA 4

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7 Luoghi e date dove si sono svolte Le cerimonie di premiazione 1 ) sassari 5 Febbraio ) sassari 11 Febbraio ) sassari 24 Febbraio ) sassari 15 Marzo ) sassari 31 Ottobre ) milis 19 Novembre ) meana sardo 28 Ottobre ) pozzomaggiore 23 Novembre ) decimomannu 11 Ottobre ) BieLLa 5/6 Dicembre ) tula 18 Dicembre ) Buddusò 19 Novembre ) codrongianos 24 Novembre ) monti 9 Novembre ) Benetutti 22 Novembre ) seneghe 27 Novembre ) elmas 26 Novembre ) siniscola 25 Novembre ) porto torres 24 Novembre ) sassari 13 Dicembre ) siurgus donigala 31 Ottobre ) tergu 20 Novembre ) montresta 26 Novembre ) silius 29 Dicembre ) Laerru 22 Febbraio

8 Il Presidente A.C.L.I. della Sardegna, Ottavio Sanna 8

9 Lettera del presidente delle acli della sardegna, ottavio sanna Il premio di poesia sarda del CREI-ACLI della Sardegna è arrivato alla XXV^ edizione, non una delle tante, dunque. Per questo, la segreteria vorrà festeggiare adeguatamente questi venticinque anni di vita del Concorso, anche come segno di riconoscenza nei confronti di quanti hanno sostenuto direttamente, o da semplici appassionati, questa prestigiosa manifestazione. Io personalmente, insieme alle Acli regionali, intendo qui esprimere un sincero ringraziamento agli organizzatori, ai poeti e ai dei tanti Comuni che hanno ospitato il Premio CREI ACLI della Sardegna, per ultimo quello di Laerru. Sono sicuro che il nostro territorio, così ricco di cultura, valori e tradizioni, meriti ampiamente il nostro impegno, insieme alla partecipazione e alla solidarietà. Meriti, inoltre, la presenza e l'esibizione dei nostri cantadores a chiterra. I quali, anche quest'anno, proporranno gratuitamente i nostri canti tradizionali, durante il pomeriggio, dopo la cerimonia di premiazione e il pranzo. Infine, desidero manifestare tutto il mio orgoglio nei confronti della nostra gente, sempre sensibile e affettuosamente vicina a questa manifestazione, che con la sua significativa presenza ci onora e ci offre un contributo importante. E' proprio questa partecipazione, in fondo, un momento nel quale le ACLI e la Sardegna scoprono di essere concretamente una cosa sola. Condividono la stessa anima, lo stesso cuore, e il desiderio di camminare insieme. Orgoglio e fierezza, infine, desidero qui sinceramente esprimere all'organizzazione di questo Concorso: al responsabile Franceschino Dettori e ai componenti della Giuria, grazie ai quali siamo riusciti a realizzare non dei semplici eventi, ma una storia, densa di valori letterari, culturali e umani, una storia che nei suoi venticinque anni di viaggio ha lasciato ovunque un segno duraturo. Ottavio Sanna Presidente regionale Acli Sardegna 9

10 ringraziamenti Il presidente Regionale Ottavio Sanna, a nome del C.R.E.I. A.C.L.I, Franceschino Dettori, responsabile del concorso C.R.E.I - A.C.L.I. e Pietro Moro sindaco di Laerru. ringraziano: La Fondazione Banco di Sardegna La Nuova Sardegna Il Messaggero Sardo L unione Sarda Radio e Televisioni Domenico Pitzoi di Sassari Battista Enna di Alghero Mario Fiori di Monti Gianni Dettori di Sassari Paolo Camboni di Sassari Alessandro Coroforo di Sassari La Cantina Del Vermentino di Monti La Cantina Delle Vigne di Piero Mancini Tonino Sanna di Pozzomaggiore Panetterie Sanna di Pozzomaggiore cantadores chiterra: Peppe Pintus Giuseppe Masia Massimiliano Murrighile Maurizio Mocci Albeto Zucca di Bonorva di Sassari di Telti di Riola Sardu di Neoneli chitarristi: Antonio Marongiu Antonello Marras Matteo Dore di Osilo di Cheremule di Osilo 10

11 comitato d onore gianni Bottalico, Presidente Nazionale ACLI ottavio sanna, Presidente A.C.L.I. della Sardegna emiliano manfredonia, Commissario Fap Acli di Sassari ugo capellacci, Presidente della Regione Sardegna pietro moro, Sindaco di Laerru giuseppe erriu, Sindaco di Silius angelo pinna, Sindaco di Santa Giusta mariano contu, Assessore Regionale Lavoro antonello cabras, Presidente Fondazione Banco di Sardegna silvio Lai, Senatore della Repubblica omaso carta, Vice Sindaco del comune di Laerru immacolata spezzigu, Assessore del comune di Laerru Fabio carta, Assessore del Comune di Laerru Luciano turini, Segretario Regionale F.A.P.- A.C.L.I. mauro carta, Presidente Provinciale ACLI Cagliari orrù salvatore, Presidente Provinciale ACLI Nuoro carlo tortora, Presidente Provinciale ACLI Oristano gianfranco pilo, Presidente Provinciale ACLI Sassari 11

12 regolamento del concorso Laerru - L'oratorio del Rosario 12

13 Il Comitato per l Emigrazione e Immigrazione A.C.L.l. Sardegna, settore FoIk e Cultura sarda, in collaborazione con le Presidenze Provinciali di Cagliari, Nuoro, Oristano e Sassari, bandisce il XXV Concorso di Poesia Sarda inedita (già Concorso Presidenza Provinciale A. C. L. I. Sassari). regolamento del concorso il concorso si articola in Quattro sezioni (a B c d) Possono partecipare tutti i poeti sardi, anche non residenti in Sardegna. Le poesie, espresse nelle varianti della lingua sarda, incluse le parlate alloglotte di cui si richiede la traduzione in una delle principali varianti della lingua sarda, non devono superare i 50 versi. Sono esclusi dalla partecipazione i poeti che hanno vinto il Primo premio nell'edizione precedente, limitatamente alla Sezione nella quale hanno conseguito tale Premio. Possono invece partecipare in una Sezione diversa. sezione a: poesia in rima inedita "In memoria di Cicito Canu, dirigente A.C.L.I." Si concorre con una o due poesie in rima e metrica, a tema libero. sezione B: poesia senza rima inedita "In memoria di Ignazio Marras, dirigente A.C.L.I." Si concorre con una o due poesie senza rima, a tema libero. sezione c (La sezione è suddivisa in due sottosezioni) e): Riservata agli alunni frequentanti la Scuola Elementare nell anno scolastico 2012/2013; m): Riservata agli alunni frequentanti la Scuola Media inferiore nell anno scolastico 2012/2013; Sia gli alunni della scuola elementare che quelli della scuola media possono partecipare al concorso con una o due poesie, uno o due racconti o novelle che non superino le due cartelle dattiloscritte a spazio due. Si raccomanda vivamente ai concorrenti e agli insegnanti che curano il settore cultura sarda di attenersi alle norme di carattere generale previste dal Bando e di allegare in busta chiusa il certificato di frequenza, le generalità e il recapito completo e corretto dei concorrenti. sezione d: in memoria di Francesco Becchere nato a Bultei e morto sào caetaneo do (sào paolo) in Brasile tema proposto: sa Fatta innanti e sa pentida poi. sezione voluta dalla Fap acli della sardegna -Federazione anziani e pensionati. 13

14 E ammessa la partecipazione a tutt e quattro le sezioni, con il limite di 2 (due) opere per ciascuna sezione. Verrà premiata una sola opera dello stesso poeta. Le opere, chiaramente dattiloscritte, vanno spedite in 8 (otto) copie o fotocopie, per raccomandata, entro il 30 Giugno 2013, al seguente indirizzo: COMITATO REGIONALE EMIGRAZIONE e IMMIGRAZIONE A.C.L.I. - Via Roma, SASSARI Per la data di spedizione farà fede il timbro postale. Le opere trasmesse devono essere inedite e mai premiate in altri concorsi. Tale clausola sussiste fino al momento della premiazione del concorso di cui al presente Bando. Le opere concorrenti devono essere completamente anonime o contrassegnate con un motto o uno pseudonimo. Tale motto o pseudonimo, le generalità, l indirizzo ed eventuale numero telefoni co, vanno scritti su foglio a parte, chiuso in busta non trasparente, da allegare alle poesie inviate. Il Comitato per l Emigrazione e Immigrazione e la Presidenze Provinciali delle ACLI si riservano tutti i diritti di trasmissione e pubblicazione delle opere premiate. La premiazione avverrà in una delle province sarde o presso sedi di emigrati sardi nel continente italiano o all estero, che ne abbiano fatto richiesta. Si è candidata ad ospitare la premiazione del Concorso di cui al presente Bando l Amministrazione Comunale di Laerru - SS- Gli autori premiati, menzionati o segnalati saranno avvisati per tempo a domicilio. Tutti i concorrenti sono invitati alla premiazione la cui data sarà comunicata tempestivamente dalla segreteria del Concorso tramite stampa o altro mezzo. Premi e riconoscimenti dovranno essere ritirati dall Autore o persona autorizzata per iscritto dallo stesso. La Segreteria declina ogni responsabilità per la mancata consegna di premi e riconoscimenti. La partecipazione al premio implica la piena accettazione del presente regolamento. Aderendo al concorso si autorizza il comitato organizzatore al trattamento dei dati personali, come disposto da D.L. 196/03 e successive modifiche. Il giudizio della Giuria è insindacabile. Compongono la Giuria: giovanni Fiori salvatore Luiu maria Bonaria mazzone giampaolo sardu salvatore tola nino Fois antonio strinna Presidente Commissario Commissario Commissario Commissario Presidente onorario della Giuria Segretario e Commissario Il Comitato per l Emigrazione e Immigrazione ACLI Sardegna si riserva il diritto di pubblicare opere di altri poeti partecipanti o no al Concorso. Il Presidente delle ACLI della Sardegna ottavio sanna Il Responsabile del Concorso Franceschino dettori 14

15 XXv concorso di poesia sarda crei acli verbale n. 1 Sassari,10 Luglio 2013 In data odierna, il Segretario del Concorso di Poesia Sarda CREI-ACLI Antonio Strinna, coadiuvato dal Responsabile del Concorso Franceschino Dettori, ha provveduto all apertura delle buste inviate dai poeti partecipanti al XXV concorso e alla ripartizione delle opere nelle varie sezioni previste dal Bando. Risultano pervenute nei termini e in regola n. 120 opere. Nel corso delle operazioni sono state escluse n. 12 opere in quanto non in regola con le norme del Bando di Concorso. Gli adempimenti si sono svolti regolarmente e nel rispetto di quanto previsto dal Bando di Concorso. La riunione di valutazione delle opere viene fissata per il giorno 6 Settembre 2013, alle ore 16.00, presso i locali della Sede Provinciale Acli Provinciali di Sassari in via Roma 130. I singoli componenti della giuria saranno convocati formalmente al loro domicilio. Il Segretario del Concorso antonio strinna Il Responsabile del Concorso Franceschino dettori Giuria del XXIV Concorso di Poesia e Giunta Comunale di Silius 15

16 XXv concorso di poesia sarda crei acli verbale n. 2 Sassari, 6 Settembre 2013 In data odierna ha avuto luogo, presso i locali della sede Provinciale ACLI di Sassari, in via Roma 130, la riunione della Commissione esaminatrice le opere del XXV Concorso di poesia sarda promosso dal CREI ACLI della Sardegna con la partecipazione dei sigg: giovanni Fiori salvatore Luiu Bonaria mazzone giampaolo sardu salvatore tola antonio strinna nino Fois Presidente Commissario Commissario Commissario Commissario Segretario e Commissario Presidente onorario della giuria Ha presenziato alla riunione il signor Franceschino Dettori, responsabile del Concorso. I componenti della commissione si sono presentati alla riunione dopo aver attentamente esaminato le opere ricevute dalla Segreteria del Concorso. A seguito di approfondita discussione sui contenuti, sulle forme e sul valore delle opere presentate, si è proceduto alla valutazione di merito delle opere nelle singole sezioni del Concorso e, infine, a redigere le relative graduatorie. Si è preso atto, con gradimento, della rilevante partecipazione di Autori alle varie sezioni; ad eccezione della sezione D, nella quale non è stato assegnato nessun premio in quanto le opere pervenute non erano inerenti al tema proposto. Le opere delle altre sezioni denotano un notevole impegno nella stesura delle stesse ed un appropriato impiego della lingua sarda nelle tematiche svolte. Per quanto attiene la sezione C, Sottosezione M, la Giuria ha valutato positivamente le opere inviate. Si è ritenuto invece di assegnare solo riconoscimenti generici nella sottosezione E. E opportuno rilevare che nella pubblicazione delle opere si é ritenuto conservare la grafia utilizzata da ciascun autore anche quando non sono state osservate le regole comunemente accettate e proposte della Commissione Regionale per l unificazione della grafia della lingua sarda. A conclusione del dibattito e della valutazione delle opere vincitrici sono state redatte le seguenti graduatorie di merito. Il Presidente della Giuria giovanni Fiori Il Segretario del Concorso antonio strinna 16

17 Pubblico presente alla premiazione Le graduatorie sezione a - poesia in rima In memoria di Cicito Canu 1 premio umbras atunzinas di Giangavino Vasco (di Bortigali) 2 premio serenada nuoresa di Gigi Piu (di Magomadas) 3 premio in circa 'e fortuna di Dante Erriu (di Silius) menzioni d onore tempus inzertu di Giovanni Soggiu (di Bonnanaro) una vida trazada di Maurizio Faedda (di Ittiri) si ti brammu mi cunsoli di Domenico Mela (di Castelsardo) 17

18 sezione B - poesia senza rima In memoria di Ignazio Marras, dirigente ACLI Sardegna 1 premio precadoria e mama di Giuseppe Delogu (di Nuoro) 2 premio vizinaddu di Pier Giuseppe Branca (di Sassari) 3 premio a luxis istudadas... di Giovanni Bellisai (di Selargius) menzioni d onore tempos di Gonario Carta Brocca (di Dorgali) minnanna eni a agattacci! di Maddalena Spano Santor (di Sassari) sero chi torras... di Salvatore Fancello (di Dorgali) temadas isperas solianas di Giovanni Chessa (di Torpé) isperas incanidas di Tonino Fancello (di Dorgali) sezione d premio Fap acli della sardegna (Federazione anziani e pensionati) non assegnato perché le opere pervenute non erano inerenti al tema proposto. sezione c - sottosezione m segnalazioni 1 premio s intrada de su sole di Giovanni Delogu (Classe 1 di Dorgali) 2 premio una femina de carrela Alunni 1 Classe (Bonnanaro) 3 premio non fit bentu 'onu di Matteo Usai Classe 1D (Dorgali) menzioni d onore arcu 'e chelu di Beatrice Fancello Classe 1A.(Dorgali) su mare di Giuliana Muggianu Classe 1 D (Dorgali) su mundu naturale di Federica Sedda Tola Classe 1D (Dorgali) sa gherra Alunni 1 classe (Bonnanaro) sezione c. - sottosezione e. riconoscimenti a: Bellesa de su criadu di Maria Pia Garau Scuola Primaria di Laerru su Limbazu mortu di Giovanni Maria Lai Scuola Primaria di Laerru Festas e trallallera Scuola Primaria di Silius 18

19 Franceschino Dettori e Antonio Strinna Mauro Carta - Presidente Provinciale ACLI Cagliari 19

20 1 premio SEZIONE A - POESIA IN RIMA (In memoria di Cicito Canu) umbras atunzinas di Giangavino Vasco Ci sono ricordi che talvolta ritornano provvidenziali, con un senso di tenerezza e di straordinaria vitalità, ritornano a riproporci una sosta, un nuovo inizio, una speranza che si schiude come una luce lungo un sentiero buio e tormentato. E ancora una volta risentiamo la stessa voce, che ci invita a fermarci: Addura, frimmad'inoghe e pasa, immentiga 'onzi pena... Ma allora, nota il poeta, nulla sapevamo del destino che ci attendeva; delle orme autunnali che raffreddano e persino cancellano il tempo, con il suo calore, facendolo svanire in questo mare di nebbia. E' proprio su questo vivace contrasto, che sa di primavera e insieme di autunno, che il poeta intesse la sua delicata trama poetica. Apprezzabile soprattutto per i suoi intensi chiaroscuri, dove la vita continua la sua battaglia con la morte, e la memoria -ancora densa di amore-, non si arrende all'oblio, così che nessun tempo appare perduto per sempre, malgrado l'amarezza dell'inevitabile solitudine. Peppino Cocco premia la poetessa Marinella Sestu 20

21 1 premio SEZIONE A - POESIA IN RIMA (In memoria di Cicito Canu) umbras atunzinas di Giangavino Vasco Subra 'e su menzus frore, che mariposa in bolu, mi so frimmadu in chirca de durcura, mirande su colore cun intro s'oriolu de che cazzare in presse s'amargura. Tando m'as nadu: «Addura, frìmmad 'innoghe e pasa, isméntiga onzi pena e carìgnami appena, iscàldimi e sas laras mias basa. T'ap 'a dare su fruttu pò t'infunder su coro como assuttu». E deo, appiliscadu, d'amore disizosu, de su nettare tou su sabore cuntentu apo assazadu, e in coro su gosu leadu ch'at su logu a su dolore, isparghinde lugore in d-unu logu oscuru prenu solu 'e turmentu, de sùlidos de 'entu chi s'amore trazàndeche, s iscuru, fin semper prus attesu, ube giamande azudu l'as intesu. Fin dies de beranu, de padros coloridos, ube milli fiores s'abberian; in su friscu manzanu, de su sole abbramidos, su nuscu in sas aeras isparghian. Ma nudda ancora ischian de su fadu 'enidore chi lassat sas orminas de umbras atunzinas, infrittàndedi in pettus su calore de sos tempos fuidos, in custu mar' 'e néula isvanidos. giangavino vasco Bortigali 21

22 2 premio SEZIONE A - POESIA IN RIMA (In memoria di Cicito Canu) serenada nuoresa di Gigi Piu L'andamento di questa serenata ci conduce, inevitabilmente, sulle ali del canto. La voce e la chitarra paiono, in questi versi, intrecciarsi e diventare una cosa sola, poesia cantata: per tutte le bellezze del cielo e della terra, e in particolare per quelle di una donna. Così, ovunque, c'è aria di festa. L'amore diviene sogno, la poesia consolazione, ogni cosa si intona ai bisogni del poeta, la natura si rivela con tutti i suoi suoni allegri e melodiosi: li sentiamo cantare ovunque. La notte, all'alba, per strada, nella foresta. L'armonia dei versi ci appare come lo specchio stesso dei nostri sentimenti. E' questo il segno che il poeta è riuscito a trasformare una semplice serenata in uno spazio sereno e accogliente, dove ogni desiderio trova la giusta risposta. I gesti e le fatiche della vita, infine, si bagnano del balsamo della rugiada e si vestono di quiete. Sindaco Giuseppe Erriu, Giovanni Fiori, Presidente del Concorso e Lillinu Murtas, assessore del Comune di Silius 22

23 2 premio SEZIONE A - POESIA IN RIMA (In memoria di Cicito Canu) serenada nuoresa di Gigi Piu Sona ghiterra mia armoniosa Mentres serenu falat su lèntore, Pro cantare motivos de amore A sa ch'istimo vellutada Rosa. Tue sola mi faghes cumpagnia Suta s'aera ammantada 'e istellas, Regalami sas notas pius bellas Pro formare sa menzus melodia. Sona ghiterra mia allegra sona Armoniosa, fàghelu a manera, Chi totu sos isteddos de s'aera Falen a terra a li fagher corona. Tue sola, serena e intonada Chi faghes d-ogni coro innamorare, Faghe chi sas sirenas de su mare Canten cun megus custa serenada. Ma tue, sona allegra che in festa Ca non mi podes dare menzus cosa, Benzan prò serenare custa Rosa Sos puzones chi sun in sa foresta. Sona finas ch'ispuntat sa piana Cun s'ammaju de totu s'oriente, Ca sa chi m'at leadu coro e mente Est de sas rosas sa pius galana. Cun versos chi faeddan de amore Pro custa Rosa mia canto ancora, Finas a ispuntare s'aurora Mentres falat serenu su lèntore. gigi piu Magomadas Chèria prò sa mia Rosa amena Cantare melodias de consolu, Che-i s'armoniosu rusignolu Acumpagnadu da sa filumena. 23

24 3 premio SEZIONE A - POESIA IN RIMA (In memoria di Cicito Canu) in circa 'e Fortuna di Dante Erriu Inutile chiedersi se il mondo sia quello che ci fa comodo vedere, immobile e felice. Il mondo vero, dice il poeta, è quasi sempre in viaggio, senza pace e senza consolazione. C'è chi gira di paese in paese in cerca di fortuna, attraverso deserti e mari, infine arriva in mezzo a noi per elemosinare un pezzo di pane, un giaciglio, uno sguardo amico. Cammina in mezzo a noi, presi dai nostri egoismi personali e indifferenti a qualunque tragedia umana. Le guerre sono ovunque, così i terremoti, le carestie, ovunque c'è qualcuno che muore di fame, e sogna di vivere in una terra che gli offra lavoro, pace e dignità. Lo sguardo del poeta vola alto, come l'amore, sino a scorgere la stella che non smette mai di splendere. Quella della Madonna, mentre illumina suo figlio messo in croce. E come lui illumina e protegge tutte le creature, specialmente le creature che gli uomini, ogni giorno, in ogni parte del mondo, appendono ugualmente alla croce. La Poetessa Marinella Fois 24

25 3 premio SEZIONE A - POESIA IN RIMA (In memoria di Cicito Canu) in circa 'e Fortuna di Dante Erriu Su mundu non tenit consolu poni ora 'e sa tìrria e sa gherra, a Tui ti pedu: oi serra de dogna pipiu su dolu i aferra su tristu lamentu de mama bandend'in disterru di aundi sa terra est in gherru e prena est sempri 'e trumentu. Si giuru mi tremit su coru a biri una mama allatendu su fillu chi est aspetendu chi calit su bonu decoru e girat pedendu unu soddu pò pòdiri cosa achistai, de meda est chene papai cun d-unu pipiu sempr'a coddu. Ma issa de s'artu scurìu su coru non ponit in paxi e narat: "Est mannu su 'iaxi de una ch'est sempr in axìu donend'a su fillu cunfortu ma issu oramai nd'est bandendu!" Sa mama mischin'est stringendu su fillu ch'in bratzus dd'est mortu. In celu est nàscia una stella chi mandai pò sempri sa luxi; Maria oi fai sentinella a fillu chi post'eus in gruxi! dante erriu Silius Sa noti gè' castiat sa luna stringend'a su petus su fillu e pedit a issa contzillu pò unu stripingiù 'e fortuna. 25

26 menzione d onore SEZIONE A - POESIA IN RIMA (In memoria di Cicito Canu) tempus inzertu di Giovanni Soggiu A manu tenta, o tempus mi giughe in s'avventur"e sa vida terrena! Chirch"e m'alleviare dolu e pena e in caminera iscura dami lughe... Assigna a mie una lebia rughe ca debile m'incontro sa carèna. Beru ch'ognunu su ch"enit si leat in su sou continu faghe-faghe... Ma s'omine masedu che ambaghe cun su tempus debadas no pelèat; su bonu sensu chi tenet l'imprèat in d'unu mundu de amor'e paghe. Cand'appajadu cun nois caminas prite a s'oju umanu ti costois? Eppuru in cumpagnia ses cun nois in aèras, montagnas e marinas; a chie pedit rosas das ispinas e lis regalas puru ahis e ohis. Calchi 'olta revessu ti presentas andende contr'a s'ornine airadu, ca l'has a pattimentos cundennadu e de lu sullevare no bi tentas? Che chi dolu perunu no nde sentas lu lassas in su tot'ismentigadu. Insinzanos, si l'ischis su segretu de custa vida su mezus caminu, prite dogni mortale piligrinu a lu faddire est sempre sugggettu, ma su prozeder a tortu o derettu lu dezidis prò contu e su destinu? It'ateru ti poto domandare essende de aggiudos bisonzosu? Solu de mi cunzeder paghe e gosu, ch'est su mezus chi pota disizare, ca da-e te mi eh'chap'allontanare solu a s'ora 'e s'eternu reposu. Finz'a cando cun tegus bi passizo de su chi mi regalas mi cuntento e cantu poto cun tegus m'appento ca de mi ch'istrejare no disizo e si su pes"e sos annos mabizo t'asseguro chi mancu mi lamento. O tempus, vagabundu, trampajòlu chi m'accumpagnas da-e pizinnìa, dadu m'has cuntentesa e tribulìa passendeche che bentu a unu 'olu; a-i custu puntu poto narrer solu: grazias de mi fagher cumpagnia! giovanni soggiu Bonnanaro 26

27 menzione d onore SEZIONE A - POESIA IN RIMA (In memoria di Cicito Canu) una vida trazada di Maurizio Faedda Peri sos giudos chi non morin mai, intradu bei ses a passos mannos e setzidu in sos tronos che Babbai. Tue 'isaisti gosos e ispannos e incrinadu fusti a dare acchìdu pro discansare penas e affannos. In allagazos ses ruttu ficchidu, cando trazadu t'hat s'unda fiera e leadu s'alenu e t'hat bocchìdu. Casteddos e nuraghes a s'aera E laros, si podìa, a ti pesare Pro chi 'entulet alta sa bandera. Inie abbojet su fadu 'e s'amare a fagher coju cun sas galanìas in paghe e amistade sempre umpare. Cun su revudu 'e sas inguglionìas, sas chi non creschen, innidu, unu rattu ma istoigas, cruas bajanìas. Chibberu e surdu, cussu mundu ingratu, inue, imperadore est su 'inari e sa povera zente a malu battu. E sun'attesu e bighinos, mancari, sos chi pesana briga e cuntierras e pro cussu s'iscannan pari-pari. Che-i sa rughe ispozana sas terras, prò fagher' poderìu 'e sas ricchesas, bettan binzina in su fogu 'e sas gherras. Ma a fagher' fiorire sas bellesas, chi, ampras, bundan' de umanidade e giughen s'ura 'ona in sas inchesas. B'hat omines de bona volontade, chi, che a tie, ammeran fintz'a oros tottu sas dodes de sa dignidade. Bae, su fìzu 'e sa terra 'e sos moros, chi in sonnios non t'hamus gai-gai ma in su pensu fungutu 'e sos coros. Chi pienos de te "Sandro Usai", che unda trazadora 'e cussu riu tue iscurrizas e non moris mai. Chi t'hat trazadu, ma ses semper biu. maurizio Faedda Ittiri 27

28 menzione d onore SEZIONE A - POESIA IN RIMA (In memoria di Cicito Canu) si ti Brammu mi cunsoli di Domenico Mela Tu poesia sfriscjia la to vena cussi po' bi lu cori che in asciuttu, da l alburu n'accogliu dugna fruttu finz'avenni la spolta bedda piena. Pal te aggjiu a saltà gultari e cena e a lu drummì ni focciu rifiutu, poltami in giru i l'ali di lu ventu pa imbarà si Calteddu chilt'ammentu. Eu t'inviddu cun pregadorìa d'iscinnì a fora e no fa la mandrona, stasera pari sia l'ora bona di fammi, che vagjiana, cumpagnia. Allegra chilta penna beddha via che fendi, i li me diddi, la spaccona sigundu me pari palti offesa di trabaglià non ni ho l intesa. La gana mea è d'arrugià luntanu che una rundìneddha i lu so bolu ma candu mi tralcuri e sogu solu nuddha po' fa un miseru scrivanu. Vogliu vidè iu soli chizzulianu pa fammi lugi in chìltu cugioiu cussi lu me cori po allegrassi sia lu chiaru pongu li me passi. Si veggu bè undi mittì li pedi poltami rima a iu rultuggìu d oru, d'ammenti vaggjiu inghì lu me trìsoru e ilpighi non mìssaddi v'è alampedi. Sempri a lu sfultunaddu li suzzedi pa la siccagna, avenni pogu scioru ma si mi lamentu tantu pogu vaii s incugni n'agjiu auddu boni e mali. Ma in chissì tempi pogu t ìnfaddava haìa chi fa i la tanca suminadda e a mangianili a ora firiadda li canzoni angeni mi cantava. E lu me cori sinni cunsulava intunendi i l aria scunfinadda, d'amori smintigadi e di dìsaltri avà li scrivu pa cantalli l altri. Più agjiu pinnichi e più gia ti disigiu ti vogliu a fiancu che una cara amiga m'agjiuddi i I'ammenti e i ia faddiga veggu lu celu chiaru s'è grigiu. Ma puru stasera bogaminni a piggiiu lu me giugà i la carrera antiga viltu chi n'agjìu auddu chìltu donu fammi vidè a Deu i lu so tronu. domenico mela Castelsardo 28

29 Il sindaco di Silius, Giuseppe Erriu, Giovanni Fiori e l assessore comunale di Silius Lillino Murtas 29

30 1 premio SEZIONE B - POESIA SENZA RIMA (In memoria di Ignazio Marras, dirigente ACLI Sardegna) precadoria 'e mama di Giuseppe Delogu La preghiera di una madre sale a voce alta, intensa e disperata, come il pianto di uno spirito solitario e tormentato. Ma le onde del mare sono ugualmente alte e rumorose, le nubi cupe e minacciose, e il viaggio da compiere si rivela puntualmente affollato di insidie e spesso di morte, per uomini, donne e bambini, anche quando inseguono l'ultima speranza. Tutto appare inospitale, senza i palpiti del cuore, dove la paura si trasforma subito in terrore. La terra è già inferno. E gli uomini? Gli uomini non sanno ascoltare, non sanno dare risposte. Di fronte ai suoi lamenti disperati non rimangono che dimonios e deos, mudos, surdos e tzecos... Rispondono soltanto nuvole e onde di mari e cieli intorbiditi. E' una preghiera piena di dignità, quella di questa madre, alla quale il poeta dà ascolto e voce, conferisce sentimenti e visioni straordinarie. Una preghiera inascoltata quanto elevata, che si impone grazie alla potenza di questi versi, ognuno dei quali scaturisce dal più profondo del cuore, per questo capaci di rappresentare uno sguardo pietoso e dolente. La bellezza, lucida ed essenziale, riesce a prevalere persino sul dolore. E non è un piccolo prodigio, né un semplice segno di consolazione, quello realizzato dal poeta. Rifuggendo da facili sentimentalismi, la preghiera di questa madre è molto di più. Franceschino Dettori, Antonio Strinna, Mauro Carta, Giuseppe Erriu, Giovanni Fiori 30

31 1 premio SEZIONE B - POESIA SENZA RIMA (In memoria di Ignazio Marras, dirigente ACLI Sardegna) precadoria 'e mama di Giuseppe Delogu Dae pìchidos chelos alluttas de por' e angustia d'un'improntu che boes muilàches intùmbidan sas nues ingrisadas; e disattinados da corràles fungudos si bribìllan sos caddos airados de su mare. Da su barcone brecu chene ghìa peruna, a pilissortu e tittas liccuccadas, arzat a chelu su izu pranghenne una mama nighedda, chin precadorias e berbos a boche manna de badas pedinne azzutoriu e serbamentu a tottus sor deos nadìos de sas cussorja suas illaccanadas. Però a sor grarios suos de disisperu dimonios e deos mudos - surdos e tzecos si restan tottucantos: e solu li respònnen airadas nues e unnas de mares e de chelos bulluzzados. giuseppe delogu Nuoro 31

32 2 premio SEZIONE B - POESIA SENZA RIMA (In memoria di Ignazio Marras, dirigente ACLI Sardegna) vizinaddu di Pier Giuseppe Branca Così estranei mi sono i miei vicini... E' subito chiaro, per il poeta, che la distanza sta tutta nell'estraneità fra uomo e uomo, non in quella fisica o materiale. Una distanza che si scopre in tanti momenti della giornata, per strada, lungo le scale o nell'ascensore; possiamo chiamarla indifferenza, mancanza di comunione, egoismo e solitudine. Quale passato, quale memoria, oggi ci unisce? Non c'è più alcuna forma di vicinanza, d'intimità, di condivisione, nessun destino è condiviso da altri destini. E qual è oggi l'anima di un paese? Nessuna anima, né identità, né storia costruita insieme lo sostiene nel tempo. Si può continuare questo viaggio, questa imprevedibile traversata, da viaggiatori estranei? Lo sguardo del poeta vede chiaramente l'inganno nel nostro stare insieme, dove tutto è mascherato, nascosto dal benessere. Così affermiamo di non aver bisogno di nessuno, mentre la verità è che abbiamo bisogno di tutti. Premiazione del poeta Antonio Sannia 32

33 2 premio SEZIONE B - POESIA SENZA RIMA (In memoria di Ignazio Marras, dirigente ACLI Sardegna) vizinaddu di Pier Giuseppe Branca Cussi anzeni mi so' li me' vizini. Eppuru cussi... vizini chi da muri di castha verina, n'intendu imbeni e risa, murrugni e giasthemmi, areni, zicchirri e pienti. Ma i' l'ischutta chi dura la mìmmura d'una reclame, chisthi me' vizini mi so' già turraddi anzeni. Tantu chi si l'intoppu i' li scharì o i' l'ascensore, a caraizu fazini di cabu, arecci a lu cellulare e chizi basci. Cumentì si no si pudìssia cunfidà mancu una fuifunidda d'intimiddai chena una cassisìa distanzia da giumpà e lu ravinu di giumpalla fussia la rasgioni matessi chi zi postha a ignurà cantu abemmu affaccu. Sarà pa' chisthu chi i' li tempi d'abà zi pari d'asse tutti più luntani? E chisthu sintiddu di sorìddai chi z'aschireggia lu cori, è più lenu o più fosthi, abà chi abemmu lu trasthu pa' trampà cassisìa distanzia? E la mimorìa di lu vizinaddu, erentzia d'un vivi umpari chi oggi pari asusthazi, è soru una fora pa' cansà, i' la fuma di l'inverri a vini, a li pitzinni di dumani, la timoria di lu bugiu? pier giuseppe Branca Sassari 33

34 3 premio SEZIONE B - POESIA SENZA RIMA (In memoria di Ignazio Marras, dirigente ACLI Sardegna) a LuXis istudadas di Giovanni Bellisai Quale cammino stiamo percorrendo? Quale il ricco e quale il povero? Appena ci guardiamo intorno troviamo la risposta. E non è una risposta confortante. Sarà così sino all'ultimo metro? Il povero arriverà, alla fine del suo viaggio, con passo stanco e a luci spente? Il poeta osserva e partecipa a questo viaggio con la consapevolezza di chi conosce bene gli uomini, come agiscono quando possiedono il potere e la ricchezza, e conosce anche la sofferenza che affligge chi deve portare la croce della povertà, della solitudine. Sa che ogni lacrime proviene da una ferita, da un'ingiustizia, una umiliazione. Per questo il poeta conclude affermando che il cammino del povero sarà proprio questo, sino alla fine. Il passo stremato, le luci spente e tutt'intorno nient'altro che indifferenza. Eppure, quasi con pudore, non manca la speranza sotto la cenere di questi versi. Indignata e dolente, continua ad ardere. In attesa che l'uomo ritrovi la sua coscienza. Marinella Sestu mentre recita la poesia di Giovanni Bellisai 34

35 3 premio SEZIONE B - POESIA SENZA RIMA (In memoria di Ignazio Marras, dirigente ACLI Sardegna) a LuXis istudadas di Giovanni Bellisai Podis, in camminu, essiri aici? Podit, su camminu, essiri aici? Tui chi, riccu, prangis su soddu perdiu, Deu chi poberu arriu cuntentu No sciendi mancu prus chi ddu portati Bellu pintau est abbarrau su primu logu Ca nudda hat perdiu, Nudu, coment'a sempiri, s'ateru, Chi nudda hat perdiu e nudda abettat Anant'e su prantu. Hat esssiri pò custu chi est pintau A festa s'universo, Chene scala bia pò lompi a susu, Sceti pò consolai E totu s'atru accanta strintu in manus? Poberu de prantu pò essiri riccu, Ca dogna stiddiu perdiu est una lagrima, Riccu de risu pò essiri poberu, Chi a dogna prexu lagrimat, Ca, in su nudda, ogna stiddiu est cosa! Podit, su camminu, essiri aici? Chin'andai friscu sempiri arruscia-arruscia, Ammesturendi lagrimas a i cosas, A fiancu 'e chini, straccu, avvanzat Puru no tenendi nudda a palas, E intendi risu e prantu ammesturaus? Podit essiri chi su riccu stuit totu E cruxat friscu pò essiri primu In s'ultima festa, mentras su poberu, A passu straccu, arribat giustu A luxis istudadas? Eia, podit, su camminu, essiri aici! giovanni Bellisai Selargius 35

36 menzione d onore SEZIONE B - POESIA SENZA RIMA (In memoria di Ignazio Marras, dirigente ACLI Sardegna) tempos di Gonario Carta Brocca "Amus luadu mares e campuras amus carres e animas luadu e barattadu amus usos e limba... comente m'as a poder perdonare fiza de malos tempos chi as retzidu in lassa custa terra de povertade e gherra chi a sos zovanos suos non donat prus impreos nen dinnidade?..." "Biserada 'e annicu su faeddu mi ch'essit... in cust'era de iscuru nuada bido a sambene solovrados amore rispettu e dinnidade. Menettosas chen'isperas timo dies benidoras de sulos de fogu bestidas..." "Fiza de malos tempos chi abboghinas, pranghes e esistis... su coro de sos mannos abbolattas, inchendes e anneas. Ses tue, o so jeo chi in tegus so bivende?.. Orfanadu m'intendo de su frumene miu ch'andat a mare barattadu pò cambiare s'antigu mal'istare... ma su mundu a mimi at cambiadu..." "Presumidas cussas concas chi de sa terra cretidas si nde sun sas meres mannas... A benujos trazende est s'animu de boghes derruttas chi depen passentzia manigare. Cun fortza isteddos 'e isperas sighimus prò torrare a bida su mundu 'e cras!" gonario carta Brocca Dorgali 36

37 Momenti conviviali a Silius Momenti conviviali a Silius 37

38 menzione d onore SEZIONE B - POESIA SENZA RIMA (In memoria di Ignazio Marras, dirigente ACLI Sardegna) minnanna 'eni a agattacci! di Maddalena Spano Santor Rami e frundi salutani lu riu chi a la spund'arrumba lu capu straccu. Scurrini li dì comu gjandi in azziccu. Una luci debbuli com'una lagrima lucichiggja illi pipiristi di lu to' orizonti cilesti. Aristia 'ulutu ammuddicà li pitriceddi rasposi di l'esistenzia toia pa' trasfulmalli in neuli licèri e trasparenti comenti la luci di la mani chizzu. Dapoi, cu flèma, alza a lu muntiggju di la 'ita. T'aggju 'ista in una currìta di neuli: eri alenu di luna e surridendi se' sparuta. Dugna tantu tórri a cumputà l'affetti, a ricama li umori, a spia lu cialdinu toiu undi li rosi alliciati patini la to' assenzia. Calchi 'oltat'intendu prisenti illa frina di lu 'entu chi m'irrasinta, illu ciucchittà di Tea illa cupaltura, illu bagliori di lu soli chi rasciuliggja lu pultoni d'intrata: se' ancora cu noi minnanna! maddalena spano santor Sassari 38

39 menzione d onore SEZIONE B - POESIA SENZA RIMA (In memoria di Ignazio Marras, dirigente ACLI Sardegna) sero chi torras... di Salvatore Fancello Sero chi torras chin s'issallu 'onu de leporeddas e luches cando intrat su sole in palas de sos montes, cales hant a esser como tottu sos orizontes chi mi cuas? Si sas umbras chi imbias mustrencas e faularzas mi sighint a furare ispalattu e crarore e sos sonnios s'istrumpant che coettes de 'ocu a su munì 'e sos resos? E nemancu lu negas ma istas in ovrettu interi vidas pitzinnas chi imbriacas e truncas, gasi lunadicas prumintas tue carras, a cuddos chi ispettant itracos in su leminarzu e s'ierru e non b'hat abba chi toddat custu sidiu 'e zustissia chen'accabu chi dia cherrer bider e non bido, in custu mundu 'e tramperis e de furbos. Ne indurcare has a poder s' amargura chi aggangat chin s isciarpa 'e angustia chi a coccone s'imbolicat che colovru a puzone. E mi lassas in pittu ranchidores e frittu chi mi chillian che tronu! Sera chi torras chin s'issallu 'onu. salvatore Fancello Dorgali 39

40 menzione d onore SEZIONE B - POESIA SENZA RIMA (In memoria di Ignazio Marras, dirigente ACLI Sardegna) temadas isperas solianas di Giovanni Chessa Frores de méndula isparghent in aèras nuscos de freàgliu intessèndesi a titias chi sa busa de su tempus annodat intrende a pare dies lùghidas d'astrau chi ghelat e a pustis s'isolvet a temadas isperas solianas. Illudriadas camineras agoglint benatos e palaos ghissados o a bullu dae terra, e trainales pérdidos in chentu rizolos isforrogant giumpadóglios iscarenende pedras arvatende cheas in pè de costa cun trèmenes isfundados. Ervuzos d'iscraleas iscarenadas mustrant de frores ispigas abbutonadas e coloridas, bellesa chi totindunu fartat ruta e allizada dae su selenu in chiddighia mudadu. Coro meu afrizidu ite ses bidende! Custu est tempus chi colat inzomende chin sùtiles cambas de arridas lanas asprosas custa vida metzana chi calatzat frore mai in pùmula sestadu. Ti pregonto illadadu coro fertu cales beranos ant a cosire cussa carré carpida cales iscutas manos de mamas s'ant a prenare de chiàgliu de unu pane de tipe de cussas bràmidas d'isperu de sede in pane inturtadu?! In custu freàgliu sos frailes sunt tancados frailàglios cun manos abbertas subra de radadiles chircant a chenadógliu agatende petzi s'istentu de un'isteddu cumpanzu de istentosos iscurigores. giovanni chessa Torpé 40

41 menzione d onore SEZIONE B - POESIA SENZA RIMA (In memoria di Ignazio Marras, dirigente ACLI Sardegna) isperas incanidas di Tonino Fancello A mie andas... omine brunzinu 'e tempus tuinde sos sidarzos de Sardigna e t'incaminas in su prediarzu 'e su frumene umanu iscurtande lughidas prumintas de paza' estias d'entu. A nue andas... iscurtande faulas e maiarzos chi semenan'atteras fides e mudas son sas nues pò sos frores ispozos de perdonu. Unu sole nou... illargu...illargu a sa terra pruminta mandat vampadas de selenu. Forzis ses andande tamba tamba a cusire sos istrappos de sos profanos ingannos de sa terra. E in milli mannucros d'ispiga acattas galu sa risposta a su chi chircas cuffessande sos prueres chi allegana intessios chin sambene e sudores. Intro una lacrima assutta has intende sa oghe 'e su bisaviu ch'istriulat sas urtimas oras de vida supra sa lampalughe 'e s'impuddile e muttit galu un'urtim'ispera... anaruja... e arrajolà de su profetta prus mannu 'e custa terra. tonino Fancello Dorgali In pittu 'e sa nave 'e s'amistade omine incanidu'e neula has agattare sa tratta 'e su chircas "uè sos seculos isconnottos pedin s'elemusina a milli lunas mustrencas iffurcàs intro su camminu 'e s'infinidu. 41

42 1 premio SEZIONE C - SOTTOSEZIONE M s intrada de su sole di Giovanni Delogu I bambini non vedono nel tramonto del sole una giornata che muore, ma soltanto una palla di fuoco che, curiosamente, salta dietro il monte. Prima che arrivi la notte, il sole semina ovunque i suoi colori, e intanto saluta il cielo, il mare e i monti. I bambini che giocano per le vie e gli uomini di ritorno dalla campagna. Cambia la scena, è vero, ma tutte le scene del mondo e della vita sono ugualmente belle. E ci riguardano. Il giorno e la notte, il sole e le stelle. Bisogna saper apprezzare ogni momento, perché ogni momento fa parte del nostro viaggio quotidiano e ha qualcosa di nuovo da offrirci. Così, grazie a questa poesia, è possibile scoprire l'essenza vera della vita: il suo essere dono. Anche quando il sole non illumina i nostri passi e il nostro sguardo non riesce a vedere la speranza. Gruppo di ballo di Silius 42

43 1 premio SEZIONE C - SOTTOSEZIONE M s intrada de su sole di Giovanni Delogu S'irmurruinada manca est su mementu chi morit sa die. Nois pipios ischimus imbetzes chi su sole fachendesi ruju che puddu brinchiat a palas de monte e sa die sonnìa est chilliande. S'iscuricada colores nos intregat a sa 'idda: sos colores de sas lantias chi dae sos caminos unu saludu mandan a su chelu. Montes e mare, sone tottu che pare. Ma fortzis, s'intrada 'e su sole, est solu sa fine de un'attu in sa cummedia de nottes e de dies innantis de un'attera iscena, galu prus bella: sa e su chelu isteddau chi nos fachet cumprendere cantu est bella sa vida a de die e a de notte. giovanni delogu Classe 1D Scuola Media Dorgali 43

44 2 premio SEZIONE C - SOTTOSEZIONE M una Femina de carrela Alunni classe 1^ media Bonnanaro Fra ironia, scherzo e malinteso, il racconto Una femina de carrela si sviluppa come un teatrino di strada. Le macchiette e le scene sono quelle di un piccolo paese. Il passato, con le sue tradizioni, sembra immutabile. Ma ecco sopravvenire le differenze di cultura, di lingua e di storie personali, e tutto scivola nell'equivoco... Si scoprono, fra antiche amiche d'infanzia, distanze, pregiudizi e incomprensioni che nessuno aveva messo in conto. Il passato, con i suoi innocenti ricordi, d'un tratto appare dissolversi. E con il passato anche le amicizie, che si credevano incancellabili. Tutto questo accade mentre sta per iniziare la festa, l'esibizione dei cantadores a chiterra. Chissà se Maria, venuta da Roma con atteggiamenti da cittadina, riuscirà ad apprezzarli, o se invece li ascolterà come fossero reperti da museo... Gruppo di ballo di Silius 44

45 2 premio SEZIONE C - SOTTOSEZIONE M una Femina de carrela Alunni classe 1^ media Bonnanaro Est sa die pius importante de s'annu prò sa zente de Bunnannaru: su vintitres de abrile, sa festa de santu Giorzi. Sa idda est bestida a festa, sos bunnanaresos, apoi de aere chenadu, bessint dae domo e andant a sa piata in ue ant fatu su palcu, prò iscultare sos cantadores a chiterra. Benint puru dae totu sas biddas de afaca: Siligo, Borutta, Cheremule, iesi, Ardara, Turrava, Piaghe, Mores, Otierì e puru dae Tatari. Sa festa est un'occasione prò sos emigrados de torrare a domo e prò istare umpare a tottu sas pessonas caras. In cussu sero s'acciapant pessones chi non si bidiant dae tempus meda. Ohi, Maria! Dai cantu tempus fimis sentza nos bidere? - Ohi Anatolia! Che piascere, come ti sei fatta grande? - Ite meraviza! Maria chi mi faeddat in italianu!- Non bi scherzo creere! Tue as fatu che-i cuddu chi apena at postu su pè in sa nave s'est ismentigadu de sa limba chi l'at ninnadu e at incumintzadu a faeddare s'italianu porcheddinu. Oh Anatolia, nun te capisco, parla italiano, per favore! L'apo nadu deo chi tue puru ses che-i cuddos castigados chi, apena ant respiradu s'aera de su continente, si sunt ismentigados de sas raighinas issoro. Te prego, parla italiano perché nun te capisco e mi fai fare brutta figura con i miei ospiti. In cue arrivit una trumada de zente chi at bidu a Maria e la cheret saludare. Maria est cuntenta che pasca de agatare pessones chi non bidiat dai seculos. Bonasero, ite piaghere a bidere a Maria! Che piascere rivedere le mie amiche d'infanzia! Ohi, Bainza ce sei pure te? Che fai de bello? Te sei maritata? Oh, oh!!! Bido chi as mezoradu! Ses puru accentada! Bainza si ghindat in tundu, abbaidat a Maria e li narat: A ti l'ammentas a Maria Austina? Nooo, chi sarebbe? Bainza restai a bucca aberta. Boh, non bastaiat su sardu, ti ses ismentigada pure de sa zente tua! Non t'ammentas de Maria Austina, una femina de carrela? Si, mo che ce penso, si, si, scusame, ma sei molto cambiata. Venite che ve presento ai miei amici. Sos amigos furisteros sunt abbaidende e iscultende, divertidos, sentza cumprendere nudda de su chi est sutzedende. A Cesar! vien bo qua che te voio presenta le amiche d'infanzia. Questa è Bainza, poi ce sta Anatolia e questa è Maria Austina, una donna de strada. 45

46 Cesarina at dadu sa manu a Bainza e a Anatolia, ma cando at intesu su chi s'amiga sua at nadu, riferidu a Maria Austina, at retiradu sa manu e cudd'iscura b'est abbarrada male. Maria dimandat pruite non saludat puru a issa. A dirla tutta non sono abituata a stringere la mano alle donne di strada e non pensavo che voi sardi foste così aperti, anzi emancipati. Ite est nende chi non la comprendo, como giamo a maridu meu ca si est su chi apo cumpresu sa cosa s'imbrutat, narat Maria Austina lassende sas cumpanzas e andende a giamare a Peppe Luisi chi est gioghende a sa murra cun sos amigos. Beni inoghe, aisculta su chi est nende s'amiga de Maria e abbaida si apo cumpresu male. Maria? Maria Fiore? La scherzo saludare. Aio beni! Ciao Mari, coment' istas? T'agato 'ene. Pure io son contenta de vedette. Deo no! narat Maria Austina Comente? Pruite? li faghet su maridu. Dimanda a issa ite hat nadu s'amiga! Hat nadu chi non mi saludat pruite so una femina mala: donna di strada at nadu chi so. Beru, beru. Ripondent tott'umpare sas feminas chi sunt aisetende a bidere comente aiat apidu reagidu su maridu. Abberu? E comente faghet una pessone mai bida e mai connoschida a ti narrere custas cosas? Mi scusi, la mia signora ha detto che lei le ha mancato di rispetto dandole della donna di strada, vero è? Io? Io sono impressionata dalla naturalezza con cui mi è stata presentata questa donna, Maria me l'ha presentata proprio così, come ha riferito lei: una donna di strada. Maria? Mari, ma ite est cussa rejone? Io ho detto che Maria Austina è una donna di strada perché è vero! Ma ite ses nende, ma sos caveddos t'as bendidu? Ma assumancu a l'ischis su chi ses nende? A la denuntzio, la denuntzio! Narat pianghende Maria Austina. Mancu a lu faghere aposta est passende s'apuntadu Gavone chi bidende totta cussa zente, calicuna divertita, calicuna agitada, s'accortziat nende: Che succede? Perché queste voci? Apuntà, vostè mi connoschet dai minoredda e ischit chi deo so una pessone onesta, beru? Ma che dici, perché questa domanda? Pruite s'amiga mia, sa romana, m'at presentadu a sas amigas suas, romanas issas puru, nende chi deo so una donna di strada. Qui se è così, come dici tu, si mette male, perché si tratta di calunnia! Ma, su marescià, narat Maria deo apo nadu chi issa fìt una femina de carrela, ca istaiat afaca a mie, prò lu narrere a s' amiga mia apo traduidu, dae su sardu a s'italianu nende: ti presento una donna di strada. Proite, non si narat gai? Capisco! Capisco la spiegazione! Ora capisco come mai avete equivocato. 46

47 In sardo vuoi dire una cosa, in italiano non ha lo stesso significato. Quindi ognuno deve parlare consapevole di quello che dice Bi lu naro deo narat Maria Austina ancora arrabbiada che berre, ca si fit ismentigada de sa limba sua e como totu in d'una, daghi ses bida perdida, est istada meraculada, s'est ammentada de su sardu. Macca, ma non t'abizas de su chi as fatu solu ca ti birgonzas de sas raighinas tuas? Maria at cumpresu sa letzione e a conca bascia dimandat iscusa a sas amigas sardas e romanas. Custu sutzedit a sa zente chi pessende de s'ispozare de tottu su chi faghet parte de sa cultura sua, abbratzat cumportamentos, limbas e limbazos chi non l'apartenint. In cue dae su palcu partint sos isparatorios prò giamare sa zente avvisende chi sa festa est incumintzende. Chissà si Maria cumprendet sa letzione e si est in gradu de comprendere, issa oramai romana, sos cantadores a chiterra? Chissà chi non si ponzai a los traduere, a modu sou, a sas antigas romanas. Accudide! alunni 1 classe Scuola Media Bonnanaro 47

48 3 premio SEZIONE C - SOTTOSEZIONE M non Fit Bentu onu Matteo Usai - Classe 1D Scuola Media A volte, compaiono segni che non promettono niente di buono. Succede quando la giornata è affollata di nebbia, sino a toccare terra, e il vento è così forte che sembra portarsi via proprio tutto. La pioggia piomba sulla terra sovrabbondante e violenta, coprendo ogni cosa. Tutto questo ce lo racconta Matteo, con la tristezza nel cuore, come un presagio oscuro e minaccioso. Un presagio che subito dopo si avvera con la morte di uno sventurato chi sa mala messadora/ chen piedade ch'at picau. E intanto Matteo, davanti a questa tragedia, si rende conto che, in fondo, le sue necessità e le sue sofferenze sono poco cosa, prima o poi troveranno il verso buono. Ma per la morte, purtroppo, non c'è rimedio. La morte è per sempre. Momenti conviviali a Silius 48

49 3 premio SEZIONE C - SOTTOSEZIONE M non Fit Bentu onu Matteo Usai - Classe 1D Scuola Media Custu manzanu cando mi so' pesau, che a su solitu, mi so' arguìu e partìu a iscola. Sa die, zai dae chitto, non fìt una bellesa, sa neuledda tocat a terra, su 'entu sulande forte parìat ca che cheriat leare tottu. A pustis un'irfrunzada d'abba sas copertas at fattu pranghere. Su prantu miu ifattu ifattu est siziu cando sa morte m'an contau d'unu mal'abenturau chi sa mala messadora chen piedade ch'at picau. Nudda mi paren como sas nechidades mias chi tottu in bonu torran... ma sa morte... sa morte est pò empere... matteo usai Classe 1D Scuola Media Dorgali 49

50 menzione d onore SEZIONE C - SOTTOSEZIONE M arcu 'e chelu di Beatrice Fancello Proet, proet e so' intas morta de frittu. Mi nche corco, fortzis, tottu cucuzà, m'ap'a intendere unu pacu menzus. So istraca e chene orza peruna, ma pò vortuna mi nche dromo derettu. In bisione ch'est manzanu, non est proende e zeo ispapatà pompio unu bellu arcu de chelu naschìu tra monte Tului e Bardia, paret in festa su chelu e a tottu dat cuffortu: A mimi torran fortzas e alligna. Chintales de oro e de coraddu son pintande sas aeras su manzanu promintet cosas bonas... Beatrice Fancello Classe 1D Scuola Media Dorgali 50

51 menzione d onore SEZIONE C - SOTTOSEZIONE M su mare di Giuliana Muggianu Bivo in locu 'e mare e su manzanu cando m'ischido illuinat sos ocros mios su sole chin d'una luche nodida. A pustis cussa bella luche si mi ch' intrat a daintro, so' alu una pipìa ma mi dat una 'ortza prus de sa pedìa. Tando mi 'enit unu pessamentu, timo chi su sole e cussa bella luche potan iscumparrere, cosa fatzile e normale si sighimus a fachere onnia tipu de male. Su sole, che a mimi e tottu, non at iscantzare prus a ridere e zeo m'ap a depere pessare ca sa luche chi a minoredda mi fachiat zocare mi l'apo 'ista solu in bisione. giuliana muggianu Classe 1D Scuola Media Dorgali Demos e domos caminos e pontes son tottu aumentande e irmanniande. S'omine est ponende tzimentu in d'onnia locu e cussos bellos locos chi apo connotu a pitzochedda non an istentare meda a cambiare cara. 51

52 menzione d onore SEZIONE C - SOTTOSEZIONE M su mundu naturale di Federica Sedda Tolu Su locu est birde che sas fotzas de sos arvores, colore de arantzu che frores ispossiande, zalla che su sole chi abbìat cada cosa, celeste comente su chelu limpiu chi 'achet s'aera piacherosa. Est ruju che a sas tandas in beranu, murimi comente su terrinu arau. bianca che s'arveschida. tanada che-i sos lizos di de nuscos l'assiendan. Si amus appiu lassau su mundu comente Deu l at fattu it istàu una cosa meravillosa. Cando s'omine l'at a cumprendere c'at a essere troppu tardu! Federica sedda tolu Classe 1D Scuola Media Dorgali Sa natura diat depere essere tottu custu, imbetzes si ch'est fachende de unu colore lezu comente sos malos chi la luan colore de zimentu che a sas pessones chi, pessande solu a issas, roinan tottu su chi Deu at fattu, e secan arvores, bruttan e ghettan tottu a terra chene rispettu. 52

53 Il Sindaco di Silius Giuesppe Erriu e il Presidente della giuria Giovanni Fiori 53

54 menzione d onore SEZIONE C - SOTTOSEZIONE M sa gherra Alunni 1 classe Scuola Media Bonnanaro Sa gherra sèmenat terrore, sos coros pienat de dolore, sas mamas imbidradas sufrint prò totu sos fìzos chi morint. Sàmbene innotzente chi pesat in sa mente de chie non pensat, sos giogos frimmos a meidade proite pèrdida est s'amistade. Misèria, dolu e distrutziones ponent a pare sas natziones, sos chi penant sunt sos pitzinnos de mezoria non bident tzinnos. Nois como nde semus istracos de mannos chi nos leant de macos! Cherimus unu mundu de paghe proite sa gherra no nos piaghet. alunni 1 classe Scuola Media Bonnanaro 54

55 riconoscimenti SEZIONE C - SOTTOSEZIONE E BeLLesas de su criadu di Maria Pia Garau B at meda meravizas in su mundu su chelu, sas montagnas e su mare deus a tottu ha cheffidu donare custu bene pretziosu e profundu. Si pittore las diada pitturare: celeste su chelu, azzurru su mare e ite pintadu diada disegnare? bellesas de su criadu tott'umpare. Si abaidadu aimus donzi tantu sas istellas chi brillan in s'aera, sas cosas bellas de s'atmosfera, so sigura aimus vividu de incantu. A passu lestru ite semus chirchende in custu mundu sempre in movimentu e senza nos frimmare unu momentu de sa terra sos fiores catighende. maria pia garau Scuola Primaria Laerru 55

56 riconoscimenti SEZIONE C - SOTTOSEZIONE E su LimBazu nostru di Giovanni Maria Lai De Giaia e minannu est s'ammentu E imparadu nd'aiat su faeddu, Sempre cun issos dae minoreddu A los intèndere fit unu cuntentu. Mi torrant a sa mente sas peràulas Chi in logudoresu m'ant contadu, In sa mente, in su coro apo frisciadu Sos contos de foghile e sas fàulas. E finas a s'edade de s'iscola Cussu faeddu solu connoschia, Su chi m'at imparadu mama mia Ma s'insegnante nde fit noitola. Devia s'italianu imparare Su sardu no devia faeddare, Si torro in segus mi ponzo a pensare, Sa limba nostra devia pratigare. Como a su tempus antigu cherzo torrare E cun s'italianu misciadu a pare Su sardu nostru l'at a impuntare? S'importante est a bi proare. giovanni maria Lai Scuola Primaria Laerru 56

57 riconoscimenti SEZIONE C - SOTTOSEZIONE E Festas e trallalera - comenti ddas Bieus nosu Scuola Primaria Pluriclasse 3^ e 4^ di Silius 1. In silius faint su fogoroni chi est unu fogu mannu mannu, a giru de su cali, sa genti si ponit a baddai e in su mentris, nosu pipius giogaus, is isposus si basant e calencunu de nosu, a scusi a scusi, ddus castiat e, candu issus si nd'acatant, si nant de si noi 'andai ma nosu no ddus asutaus e sigheus a ddus spiai.de su fogoroni pigaus arrogus de craboni e si ddus passaus in faci fintzas a diventai coment'e nieddus.e sa festa sighit po totu sa noti e si torrat a fai donnia annu diainci, propriu comenti apu nau. 2. Seu 'andau a su fogoroni ma candu seu arribau, ddui furiant pagus pipius, ddui furiant sceti mannus. de pipiu ddui furiat giovanni chi cument'e sempri, mi 'oliat pinnigosai ma ddui fiat puru jonathan chi mi difendiat.deu e jonathan si poniaus su craboni in faci e si mimetizastus ma giovanni arrennesciat a si biri sempri. tandus nosu fuiaus e givanni si cicat.sa festa de su fogoroni est po mimi una de is prus bellas festas chi fetzant a silius: est unu fogu aici mannu chi abarrat braxa a sa di' infatu. 3. Su fogoroni est una festa innui faint unu fogu mannu mannu innui arrustint sa petza e totus papant ma inni' si podit puru giocai, scretzai e spidociai cun is amigus.po is pipieddus, gusta est una bella festa poita giogant totus impari e faint carraxu ma no strubant a nisciunu poita funt totus in festa e su carraxu no 'onat fastidiu anemus. 4. Po sa festa de su fogoroni, is operaius de su cumunu sterrint su terrenu de arena e in pitzus ci ponint sa linna chi po fai unu bellu fogoroni, noi srebit meda.a pustis, si aspetat chi 'engat su merici po ddu allui.ddu alluint, preparami is banchitus e is pratus po papai, poita faint puru sa cena.ponint musica sarda e medas: ominis e feminas si ponint a baddai su ballu tundu.is pipius e calencunu mannu si intingi! sa faci de nieddu cun su craboni e parint nifddus ulabbkus. a chi i zi si ndi 'aimdaus a domu e si dromeus totu su mengianu. 5. Po su srabadori, totus cussus chi si tzerriant aici, comprami pisci e faint una bella cena po totu sa 'idda.cun su pisci 'onant puru freula e in cambiu pedint sceti de 'gnau un'oferta pitica.a mei mi praxit subratotu poita si torrat a domu a tradu meda e poita in cussu mesi no nc'est mancu scola.s'annu passau deu mi seu spassiada meda meda e sa festa m'est praxa meda. 6. In silius faint sa festa de sa pardula e ocannu po sa primu 'ota nc'est stetia puru sooberdura de is potalis antigus innui si podiant comprai is pardulas e biri is cosas antigas. calancuna femina s'est posta bestiris chi si poniant in s'antigoriu e nosu papiaus, papiaus e papiaus pardulas. 57

58 7. In bidda, coment! e in donnia logu, si afestat su patronu e in bidda invecias de unu funt dus: santa felitzita e perpetua. is patronas si afestant in cresia e in sa pratza pru manna de bidda. in sa pratza ci funt giogus medas. inni0 faint su ballu sadru, cantant e sonant cun sa fisarmonica, cun sa chitarra e atrus strumentus. po sa cresia est una di' meda importanti poita is patronas funt is protetoras de sa bidda nosta. 8. Sa festa de is patronas si afestat duas bortas: su seti de martzu e in su mes"e lampadas. su 7 de martzu si afestat sceti in cresia e sa di' si fait missa e prucessioni. in su mese"e lampadas invecias si fait siat sa festa religiosa che sa civili. si cuncodrat totu silius e si afestat po tres dis. in cresia si fait sa missa e agoa is santas 'enint potadas in prucessioni in carru a bois e ddis faint girai totu sa bidda. a merici, totu sa genti 'andat a pratza sa porta chi est sa pratza prus manna e inni' si cantat e si baddat e totus si spassiant. 9. In bidda est festa fintzas e sa di' de is motus. in custa di' is pipius afestant is animas de su prugadoriu e sa festa si narat is animeddas. sa di' de is animeddas, is pipius 'andant de domu in domu a pediri calencuna cosa chi 'enit 'onada in nomini de is animas. is pipius bessint a truba e bussant a is potalis de donnia domu e chini oberrit, donat a is pipius calencuna cosa: drucis, fruta sicada e prisca, dinai, caramellas e atru. donni' 'ota chi su pipiu arricit su donu o si ddu papat, narat un'ave maria in nomini de is animas. 10. in silius faint puru sa festa de sa baca o po essiri prus pretzisus, faint sa festa a sa baca difati, po custa festa, sa genti de bidda e de foras, papat petza de custa bestia. po noi papai, perou, tocat chi donniunu pongat un'oferta pitica in modu chi sa festa arrennesciat beni. in custa festa deu mi spassiu sempri meda impari cun isamigus mius. 11. In bidda mia nci furiat sa traditzioni de " su fogu de santu anni o fogu de san giovanni battista". apu nau ci furiat ma frotzis ocannu oda torrant a fai. sa genti, nd'arregolliat e allogat s'arramadura chi poniant po sa prucessioni de cropus domini e sa noti prima de sa festa de su santu, in bidda mia nci furiat sa traditzioni de " su fogu de santu anni o fogu de san giovanni battista". apu nau ci furiat ma frotzis ocannu oda torrant a fai. sa genti, nd'arregolliat e allogat s'arramadura chi poniant po sa prucessioni de cropus domini e sa noti prima de sa festa de su santu, dd'abruxat. donnia bixinau alluiat unu fogaroneddu chi beniat satau a gruxi po tres bortas e, sa genti chi ddu sartat, si 'onat de pari a pari unu frori e in su mentris, retzitat po tres bortas custa preghiera: " pani biancu e pani de alligria, santu anni ses sa vida mia. a noi torrai bonus contus sa di' de su giuditziu!" e cun custus fueddus custa pressonas diventant gomais o gopais de froris po tutù vida e po totu vida si potant arrispetu coment! e chi tra issus ddui fessat su santuanni eru. is giovunus de sa bidda invecias, a sa fini de sa festa, 'andant in su puntu prus artu de sa bidda e aboxinant a totus is nominis de is copieddas noas ma medas bortas perou, furiant nomiinis imbentaus giustu po erriri ma su chi nc'arruiat in su scretzu, costumat a s'arrennegai. 58

59 12. fatzu sa cuminioni s'ostia 'andu a pigai cun gesus bell'unioni in cresia 'andu a fai. trallallera lerà lerà lallera trallallera lerà lerà la la. 13. ci funt is minadoris in sa bidda de silius e fintzas is pastoris chi medasunfrintsu frius. trallallera cun meda cuntentesa 'andaus a sucumunu cun totu sa bellesa 'eneus a su radunu. trallallera sa prima cuminioni est s'incontru cun gesùs cantu una cantzoni cun issu abarr e prus. scuola primaria Pluriclasse 3^ e 4^ di Silius 59

60 cenni su Laerru Laerru è un piccolo paese dalle origini antichissime situato al centro del territorio che prende il nome di Anglona. Il suo nome pare derivi dal latino "alaternus", alaterno, arbusto sempreverde tipico del luogo. Molto rinomato l'artigianato della radica sarda con la quale vengono prodotte pipe di grande pregio conosciute in tutto il mondo. II paese è posto in lieve declivio su una collinetta creata da una grande frana staccatasi in età remota dall'e - stremo margine meridionale dell'alti piano di Tanca Manna. L'abitato si allunga ai lati della strada che colle ga Sassari con Perfugas; è di qualche rilievo la chiesa parrocchiale di San ta Margherita, di linee settecente sche, ma che ha all'interno due cap pelle gotico-aragonesi. Il territorio non vasto (poco meno di 2000 etta ri) è ricco di pietra calcarea che per le sue caratteristiche potè essere fa cilmente lavorata dagli antichissimi abitatori di questi luoghi, che ne trassero i loro primi utensili e poi il materiale col quale costruire le loro abitazioni. Probabilmente anche per questo quest'area accolse insedia menti umani già in età lontanissime. Di grande interesse è il Monte Ultana (in realtà un'altura che non supera i 250 metri) dove restano domus de janas scavate nei profondi solchi che segnano la roccia, una tomba di giganti e un tempio nuragico. In quella stessa zona i romani istituirono un presidio militare a protezione della strada Juliola. Alle pendici dell'altipiano si apre la Grotta di Su Coloru che penetra profon damente nel fianco del monte. Non mancano i nuraghi, alcuni dei quali (in particolare il Nuraghe Columbras) di notevole interesse. Il territorio di Laerru abbraccia una parte rilevante della Foresta pietrifi cata che si estende in una vasta area compresa fra i comuni di Laerru, Per fugas e Martis. Sulla sommità di una collina presso il Monte Ultana si tro vano quattro tronchi fossilizzati, il cui diametro raggiunge i 70 centimetri. Resti della Foresta pietrificata si trovano anche lungo il Rio Altana, in località Iscia, da dove la Sovrin tendenza archeologica li fece tra sportare a Laerru. Resti di foresta pietrificata e sullo sfondo il Monte Ultana con Nuraghe e Pozzo Sacro 60

61 mezus sa gherra o sa paghe? A Silviu e Ottaviu No isco a cale parte mi dare in custa 'ostra fea cuntierra, chi siat rejone intrea o perra de la chilcare b'at ateru modu, si de isolver atzis calchi nodu s acli pro nudda bi devet intrare. Cun peraulas bellas de amore bos ammento cando fitzis pitzinnos cun bonos pensamentos e dissinnos, no comente faghinde sezis como, sos pannutzos si samunan in domo faghinde gai los pulis a premore. In custu tempus feu senz' iscampu chi no s ischit comente lu trampare, ai custu solu devides pensare e si lu faghides no est indonu, in pulitica donzun'est padronu s idea sua de 'ogare a campu, chi siat letza opuru geniale e chi connoscher la faghet a tottu. S est candidadu e pedit su votu creo a nemos nudha apat furadu, isbagliat chi at innoriadu cun mail, in faeddu e giornale. Toccat cumpatire a su mazzore pro nde finire custu faghe-faghe, gai de torrare in bois sa paghe: sinzera limpida, senza intrigu; unu de s ateru siat amigu che innanti, president'e senadore. Aclista, giughe su sentidu sanu chi tue pensare no podes invanu. Tathari, 28 de Sant Andria, 2013 tziu Frantziscu Il Presidente Regionale ACLI Ottavio Sanna, il Senatore della Repubblica Silvio Lai, Franceschino Dettori 61

62 premio poesia sarda acli della sardegna Ammentos - sardigna - Pietro Muresu (OSSI) - a giongavinu - Antoni Piredda (THIESI) - s'ultimu abitadore de sos montes - Bainzu Truddaju (CHIARAMONTI) - sonetto dedicadu a sos collegas de "radio giovane" - Celestino Marmillata (ITTIRI) - su puddittu - Nanni Marchetti (BONORVA) - sos callos tuos - Nanni Marchetti (BONORVA) - proite sa poesia - Antonino Paba (GIAVE) - pro unu coro - Pittanu Moretti (TRESNURAGHES) - umbras de disisperu - Antoni Maria Pinna (POZZOMAGGIORE) - avvertenzias a sos imbreagones - CAndidu Sale (TISSI) 62

63 sardigna Tra sas lanosas roccas de granitu de un'isula sarda in s'iscogliera sun sos caros ammentos de un'arditu prò su cale Sardigna andas fiera ch'has allozadu s'eroe nizzardu prò si pasare bénnidu a Caprera. Trapiantadu intro su coro sardu has in sinu s'eroe 'e duos mundos chi fit tott'un'ornine 'e azzardu: Su chi dai sa randa 'e so biundos chizos sa Sua ojada leonina saettaiat dardos iracundos. Est intro sa granitica codina, sutta de unu crastu ruzzu, duru, inghiriadu de abba marina. Tra su passadu posta e-i su futuru b'hat sempre una costante sentinella contrapponzende sa lughe a s'iscuru. In sos chisterros de s'isula bella s'alzat su decoradu monumentu: paret de Marte sa luzziga istella. Rappresentat s'istoricu eventu de sos tempos dramaticos passados cando moviat in cumbattimerrtu prontu nalzende: «Puntade prezzisos!» Fit un'anima sola in s'azione movende orientados e dezzisos. Non si 'antet peruna nassione ne-i s'isula trista 'e Sant'Eiena ch'hat possedidu a Napoleone e ne-i sa Termopili piena uè sun sos treghentos Ispartanos cun Leonida ruttos in s'iscena de Serse cabu de sos Persianos; ué bantet Roma a Cesaru Augustu su paladinu mannu 'e sos Romanos. Subra 'e tottu predominat custu eroe ch'hat s'italia fatt'una chirriende su giustu dai s'ingiustu. Sardigna, tue has tentu sa fortuna de arribare intro sa terra tua de Garibaldi, in sa sarda laguna. sa immortale memoria Sua. pietro muresu Ossi tra sos crastos ficchidos e colcados torran a mente sos antigos bìsos cando cumandaiat sos soìdatos 63

64 a giongavinu Chi ses offesu m'hana fatt'ischire e l'isco chi 'e t'offender has rejone ma podes, caru frade, cumpatire. Non crettas ch'est prò mala opinione si non t'apo risposto, frequente, est' segreta sa nostra istimascione. Senza fagher ischire a tanta zente si ti apo ver'amore e ver'istima mi restada in su coro e in sa mente. Forsis fist'aisettende dae prima chi t'aere torradu sa risposta, m'a boltas est diffizile sa rima. Massim'ind'un'annada mesu tolta cemente m'est occannu capitada, non 'de torret pius atera olta. Ca pò ti narrer ite novas c'ada, 'nde fatto a tie solu sa lamenta chi est troppu contraria s'annada. Non ti naro chi solu sia in tenta de mi salvare dae sos affannos chi anzis paga zente ido cuntenta. Criaduras de duos o tres annos non tian dare 'e patire signale' eppuru lu dimustran a sos pannos. Ne' naro sian tottu in generale chi s'agattan che a mie discuntentos ma sa mazore palthe istana male. Che cando furiosos sun sos bentos e si presentat su mare ispumeggiante, ides sos marineris tottu attentos, ca tando su mamentu est importante, prò si salvare dae sas marettas cando sa barca iden perigulante. Ca cando sun sas abbas inchietas si moven sas burrascas furibundas cun milli tronos e milli saettas. Sende su mare cun baddes profundas senza ider bolare unu puzone sol'intendes su cantigu e sas undas. Chi tiad'esser'unu paragone su chi s'estru poeticu cunfundede cun s'affann'e sa misera persone. Sa miseria est s'arma chi pius tundede e non podes ischire ites miseria fin'a cando sos poddighes b'iffundese. Bastat I! Sa maladia est troppu seria chi su chi pius ti paret fort'e sanu si lu premes li essit sa materia. Rezi dae me un'istrinta 'e mami. antoni piredda iesi 64

65 Scuola Elementare di Silius Momenti conviviali a Silius 65

66 s'ultimu abitadore de sos montes Ultimu fizu 'e s'epoca passada, ancora vives cun sa tasca a pala girende in die 'ona, in die mala, sa tanca, sa cussorza, sa leada. Moves da-e sas puntas pius altas a frunda in manu iscantiende aes, chi tuccan da-e terra e da-e naes ticchirriende, a trumas o ispaltas. Ses naschidu e pesadu in sa campagna, che unu re de s' 'adde indisturbadu: t'han sos logos arestes incantadu e t'est sa solitudine cumpagna. De milli pestilenzias, de mortes violentas, astutu binchidore; fieru in sa peraula, in s'amore a rudas aspras, a elighes fortes. Connosches puru in sos usos antigos de una vida dura de foresta de sa Sardigna cando fit in festa de 'amas, de giardinos e de trigos. Pro te sas festas bellas sun sas 'amas, sos rios, sas funtanas, sos puzones, sas nottes fumigosas, sas cantones chi usas cando a gioia t'infiamas. E già chi sa campagna t'est amiga e sullevu e cunfortu in sos affannos issa, da chi superas sos chent'annos, ti tanchet s'oju in s'ultima fadiga. Bainzu truddaju Chiaramonti Sas lacanas connosches de su saltu una prò una e falsas camineras de cuccuros, de fossos, de costeras, ue su sole mai hat raju ispaltu. Che unu 'ezzu chercu de padente, dominadore 'e sas frascas chi a casu li faghen roda: aisettas su 'asuchi dat sa morte a dogn'esser vivente. Fizu 'e sa pius renzia antigoria de pastores ch'isfidan abba e nie: connosches in sos astros, notte e die, sas oras sos minutos a memoria. 66

67 sonetto dedicadu a sos collegas de "radio giovane" Como da-e Celestinu s'ittiresu retzide tottu un'astrinta e manu; Pedru Pazzola e Antoni Pisanu Antoni Paba cun Pedru Muresu, Antoni Pinna, su sulumedesu, Gigi Sancis cun Antoni Canu e Barore Tilocca s'usinesu, su chi cantat cun poeticu arcanu. Poi b'est Sistu, Billia, Chicchina e Frantziscu Ittori in s'emittente chi nos cuntentat dogni santa chida. Siat sa limba mia meighina de la poder curare cussa zente vivat su mundu in paghe totta vida. celestino marmillata Ittiri 67

68 su puddittu Non bolas, non b'hat afficu de ti pesare in s'aera! Est una vana chimera sa chi giughes in pinniccu! Dadi paghe a su turmentu ista cun s'ala serrada: ca natura s'est mustrada tropp'ingrata in naschimentu. Pro chi sias vanitosu tra sos abiles non ses, t'illudes cando ti crès fagher bolu poderosu. Cìu.cìu sun eantende sos puzones in s'altura: mentres tue in sa basciura terra-terra ses bolende. Bolu zertu no agattas chi presumas, chi ti 'antes, alas muzzas e pesantes a bolare non sun fattasi nanni marchetti Bonorva Medas boltas has proadu a bolare che puzone: ma fit solu illusione basciu basciu ses restadu. T'arrabbattas, ti peleas, ti pones in oriolos, ma a leare largos bolos sun sonnios, sun bideas. 68

69 sos callos tuos Cando vicinu mi passas timo'sempre chi ti ruas: sun callos o sun trassas o sun peanas sas tuas? Poninde sos pés in pena, chircas s'anca de nd'alziare, est ogni 'olta un'iscena chi ti faghet suspirare! T"ido tantu frequente, in tribulias costante: cun d'unu pé a ponente e cun s'ateru a levante. Ca troppu suffrinde ses in penosa cundierra, sos murros non sos pés est mezus ponner in terra. In tanta tribulascione ti mancan finzas sos brios, solu a t"ider in persone si siddin sos callos mios; Nàchi ti ses invocadu a SANTU GOSAMU, tue! Ma colzu! Malefadadu, no has sorte mancu in cue! Sos pés de cambiare prega sa Mama Divina, e coghe a carrasegare sos bezzos a beladina! nanni marchetti Bonorva 69

70 proite sa poesia E no es sa poesia chi t'incantat fittianu da-e cando su manzanu s'intendet s'ave Maria? Da' s'ora ch'in s'orizzonte s' 'idet lugher s'aurora s'ischidat su regnu 'e Flora: su sole t'isat in fronte Da-e cando sas aeras s'azzenden de lughe giara e in sa campagna cara moven puzones e feras? E-i sos omines tottu cuminzan s'attividade e tottu s'umanidade ponet su samben in mottu? Da-e cando a s'intrinada tramontat s'astru solare e-i sas umbras fatare s'iden in 'ogn'incontrada Cando tra sas cosas bellas de sa notte 'ides cuntentu mirende su firmamentu s'armonia 'e sas istellas? Cando tottu custas cosas, vivende, toccas e miras e inue s'oju giras bides perlas preziosas, Tando, dulche criatura, notas 'ogn'iscena netta e ti seras chi poeta t'hat criadu sa natura. Tando su bene, su male, sas deliscias de s'amore cantas, cun raru fervore, de 'ogn'essere mortale. Cando cun mente serena faghes a sa mus'appellu es su sole pius bellu e manch'ingrata sa pena. Cun su caldu versu tou calmas 'ogn'ìmpidu feu, pones s'anima in recreu godind'un'incantu nou. Daghi dulche bramosia ti trambustai coro e mente, cale balsamu potente mezus de sa poesia? Tando sos versos de oro chi t'hat s'anima ispiradu cale licore fadadu giompen a intro su coro. Rendes grazias a chie hat tottu sas podestades e lu pregas chi sos frades los aggiuet dogni die! antonino paba Giave 70

71 Momenti conviviali a Silius Paolo Camboni, Franceschino Dettori, Mauro Carta, Giuseppe Erriu, Bonaira Mazzone, Antonio Strinna 71

72 pro unu coro Accollu chi torradu est in beranu e cun issu sa rundin'es torrada allegramente, coment'est andada da su lidu africanu. Sì: torrada es cantende cìu-cìu a cust'angulu amenu 'e paradisu uè su sole cun su dulze risu li carignat su niu... Torran ancora, dae rampu-in rampu, sos puzones a tesser cantilenas amorosas, suaves, senza penas in s' 'irde, amenu campu! Ecco chi sa campagna s'es bestida totta a nou: de varios colores amenos, d'abbas friscas, de fiores issa s'est abbellida... Tottu est incantu, amore e dat consolu a donzi coro ch'est in allegria: solu unu coro, unu coro ebbia su piantu tenet solu prò sullevu! Non prus, no prus in laras suas podet brillare torra risu, istillas sulcan su pallidu visu: sun lagrimas amaras. pittanu moretti Tresnuraghes 72

73 umbras de disisperu Su «bobboi 'e su famine», es girende per-i sos saltos de sa terra mia, e s'urulu orrorosu 'e s'istria... paret tantas familias urpilende! Fumajolos zigantes han arressu de bumbitare ranzigu velenu: como attattu es dogni cane anzenu e cun su fumu isparit su progressu. Cuddu progressu tantu disizadu chi pariat bennìdu prò tancare buccas abbertas, bezzas de cascare, paret una chimera diventadu. Restan solu muraglias de cimentu destimonzas de penas e piantos in cussas cattedrales senza santos: chelu prò pagos. prò medas turmentu...! In sas carrelas mamas affannadas si carignan sos fizos dogni tantu, senza mustrare in chizos su piantu, cantuzan una trista disperada. Povera zente mia! Canta pena, cantu dolore suffro in su mirare sos ojos bostros. Bos cheria dare finzas su chelu in sa note serena. Ma cun bois m'abbrazzo sa tristura, e canto, canto cun su coro abbertu sa canton' 'e sa vida, ca so zertu chi tantu prestu torrat sa lugura! antoni maria pinna Pozzomaggiore E de tantas prommissas ite ch'hada? Unu masone 'e zente a man'in chintu disisperada, cun su coro astrintu ispettende sa die fortunada! Ma sa fortuna, s'est isvanessida che-i su fumu 'e cussas zimineras; francas istranzas subra sas aeras che l'han pigada, e paret isparida. Restat unu piantu pibiosu ch'istrazzulat su coro a dogni rocca: lentu e mudu che nastros de fiocca su fadigu avanzat minettosu. 73

74 avvertenzias a sos imbreagones Su vinti de austu 'e su chimbanta, poi passadu milli e noighentos, abbandonasi su 'inu 'e pianta: non pius gustos né divertimentos prite sa pensione no es tanta e prò viver bi cheret alimentos; bisonzat cambiare pensamentos e pens'a fagher una vida santa. In d'unu tempus fia produttore e podia affrontare a dogn'ispesa, non prò narrer ch'haia una ricchesa de poder fagher vida 'e signore, ma tenia su tantu 'e su valore de mi servir'a bacculu a bezzesa. A settantachimb'annos de edade happo postu su 'inu in abbandonu, mi nde so fattu 'e su visciu padronu chi non dognunu hat cuss'abilidade, ca cun su tempus s'arrivit a tronu. e cun su tempus s'arrivit a tronu. Non prò bi cherrer a tronu arrivire, ma mi nde chelzo 'e sa vida godire. S'ultimu pensamentu 'e sa 'ezzesa m'hat salvadu sa situazione, no incontrendem'in cundizione de poder affrontare a dogn'ispesa, prò non mancare su pane in sa mesa e poder mandigare a discrescione. E manchende non b'es, grascias a Deu, prò cussu bonu pensamentu meu. E primmu penso a criticare a mie, ca fia, chi non siat mancu s'ae, tambend'inoghe e ruend'in cuddae mi so 'idu pius de una die, e istraccu de viver de 'asie tand'happo cambiadu frisciu e giae. E chie cheret ponner a giudisciu est bisonzu chi giambet giae e frisciu. E cantas brigas cun muzere mia, e cant'iscandal'in su 'ighinadu; e a pius de s'iscandalu dadu sos soddos ch'in debbadas ispendia, e finidos sos pagos chi tenia mi so in su ziller'indepidadu. E-i sos zillerajos sunu pagos chi non profittan de sos imbreagos. A dolu mannu 'e Zuseppe Calvone ch'una 'olt'a cunfrade s'es bestidu; primmu 'e si 'estir'haiat bidu a s'imbentrada da' un'ampullone, fattende brutta sa digestione ch'est bescid'a sa colt'e s'es dormidu, e s'es su giaganeddu a gridos postu: «B'hat in sa colt'unu cunfrade mostu. Chie pianghet prò babbu e prò mama, chie pianghet prò s'innamorada, chie prò calchi sorre abbandonada ch'a dogn'or' 'e la 'ider tenet brama; chie pianghet sa perdida fama chi la teniat e pius non l'hada; e chi'es prò sos fizos cori cottu, e chie si pianghet issu ettottu. 74

75 Su 'inu es sa madrighe de 'ogni visciu, de brigas, rissas e disamistades; su 'inu es pius malu de un'abbisciu chi 'occhit zente a mannas cantidades, finas impiegados de uffisciu e presidentes de soziedades. Su 'inu es pius malu 'e su prus bonu, massimu 'idu in dies festivales. Su 'inu nde conduit su padronu in istitutos manicomiales, in sanatori os e in ispidales, senza cuddos chi 'occhit a pascionu. Finin tottu sas mias avvertenzias ed es dovere a las ponner in usu, ca chie faghet de su 'inu abbusu mmensas sunu sas cunseguenzias si su sacrifiziu no est indonu. candidu sale Tissi 75

76 Gruppo di ballo di Silius Panorama di Laerru 76

77 cantadores a chiterra de deris, de oe e de sempre L'Associazione culturale e folkloristica Cantadores a chiterra de deris, de oe e de sempre si propone di valorizzare e diffondere il grande patrimonio del canto tradizionale sardo, in particolare del canto a chitarra. A questo scopo, l'associazione mette a disposizione dei Comitati locali e dei Circoli sardi (in Italia e all'estero) i suoi artisti, quelli giovani e quelli di grande esperienza. Si ricorda qui per inciso la partecipazione di questi cantadores al Convegno realizzato per ricordare lo studioso piementose Giuseppe Ferraro, in provincia di Alessandria, e infine alla prestigiosa Biennale di Venezia, edizione Inoltre, si deve anche a questa Associazione il progetto del Parco e Museo del canto sardo a chitarra, già fruibile nel sito ideato e realizzato insieme a FAP ACLI Sardegna. Per la partecipazione di questi artisti a manifestazioni o semplici serate - in Sardegna, nella penisola e all'estero-, l'associazione chiede unicamente il rimborso delle spese di viaggio, il vitto e l'alloggio. Chi fosse interessato a questa proposta può rivolgersi direttamente al Presidente dell'associazione Giuseppe Masia 079/269302, 340/ elenco dei soci dell associazione culturale e FoLKLoristica cantadores a chiterra de deris, de oe e de sempre cantadores de deris, de oe e de sempre - Carta Vincenzo Olbia - Casu Giovannino Porto Torres - Cau Antonino Olbia - Cubeddu Antonio Seneghe - Falchi Agostino Porto Torres - Flore Giovanni Scano Montiferro - Loria Gavino Romana - Mannu Mario Cannigione - Mongili Giovanni Tula - Marongiu Pietrino Osilo - Muntoni Giovanni Maria Tempio Pausania - Pintus Giuseppe Bonorva - Pirrigheddu Maria Teresa Tempio Pausania - Zou Virgilio Narbolia cantadores de oe - Casula Andrea Pozzomaggiore - Cossu Luigino Sassari - Manchia Francesco Chiaramonti - Masia Giuseppe Sassari - Massaiu Giuseppe Oliena - Mocci Maurizio Riola Sardo - Murrighili Massimiliano Telti - Medde Raffaele Cuglieri - Sias Marco Padria - Tamponi Giuseppe Tempio Pausania 77

78 - Zucca Alberto Neoneli chitarrista de deris, de oe e de sempre - Marongiu Antonio Osilo - Speranza Vito Cuglieri chitarristas de oe - Careddu Mario Cabras - Mancini Pierpaolo Sassari - Saba Nicola Cossoine Fisarmonicistas de deris, de oe e de sempre - Satta Angelo Paolo Alghero - Franco Fannì Seneghe presentatori - Franceschino Dettori Pozzomaggiore - Antonio Strinna Osilo soci - Asara Maria Francesca Porto Torres - Corosu Giovanni Andrea Olbia 78

79 Cantadores e Sonadores che hanno allietato la serata del XXIV Concorso di Poesia a Silius Dante Erriu, Mario Fiori, Antonio Sannia, Franceschino Dettori, Bonaria Mazzone 79

80

81 L'eroe maledetto di antonio strinna arkadia editore Orfano, arruolato giovanissimo nella torre costiera di Longonsardo, Galluresu si trova a vent'anni a difendere da solo la sua postazione e con essa il nord Sardegna dall'assalto di tre sciabecchi saraceni, la notte della vigilia di pasqua del 1658, mentre i commilitoni stanno festeggiando allegramente in uno stazzo. Grazie al suo eroismo, ottiene dal Viceré il titolo di Alcaide e insieme grande notorietà. Eppure, nonostante la fama conquistata, rimane sempre un bastardo, alla continua ricerca delle sue origini fin quando scopre che i suoi veri genitori, dei quali però ignora l'identità, sono stati barbaramente uccisi. Inizia dunque una spasmodica ricerca degli assassini, in un turbine di sangue che lo condurrà a diventare un temuto e feroce bandito. Un romanzo di grande impatto, nel quale la solitudine e l'avventura diventano il paradigma di un uomo alla continua ricerca delle sue radici. 81

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