Unità Formativa 2.2: Definizione degli obiettivi dell intervento.
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- Emilia Leoni
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1 Unità Formativa 2.2: Definizione degli obiettivi dell intervento. Una volta realizzata l analisi del contesto di riferimento e dei fabbisogni formativi che esso esprime (vedi UF 2.1), il progettista dispone di molti elementi per procedere nella costruzione dell idea progettuale. Si deve, tuttavia, evitare di iniziare a stendere il progetto a partire dalle azioni che si intendono realizzare. L impostazione che la Commissione UE e le Agenzie nazionali si attendono dagli operatori, prevede che il gap di competenze individuato venga considerato come il problema cui dare una risposta e che la proposta di intervento abbia una motivazione ben sviluppata e convincente. Inoltre, sempre in sede comunitaria si è consolidato nel corso degli anni un orientamento metodologico da considerare nel realizzare la progettazione e gestione degli interventi. Questo orientamento combina metodologie di gestione progettuale come il Project Management (PM) con metodologie di pianificazione concettuale degli interventi, come il Project Cycle Management (PCM). Project Management. Il Project Management è un sistema gestionale orientato ai risultati. Più nel dettaglio, esso consiste nella gestione sistemica di un impresa complessa (ad esempio, un progetto di mobilità), unica e di durata determinata, rivolta al raggiungimento di un obiettivo chiaro e predefinito mediante un processo continuo di pianificazione e controllo di risorse differenziate e con vincoli di costi, tempi, qualità. Project Cycle Management Sviluppato in seno ad organismi internazionali quali le Nazioni Unite e la Banca mondiale, il Project Cycle Management (PCM) è un insieme di strumenti e di quadri di riferimento finalizzati a far si che progetti e programmi finanziati con fondi pubblici fin dall inizio tengano conto delle reali esigenze (i problemi) dei destinatari finali. Tali strumenti come il Goal Oriented Project Planning (GOPP) o il Logical Framework Approach affrontano tutte le componenti di un progetto: macro progettazione, identificazione dell idea progettuale, progettazione esecutiva, finanziamento, realizzazione, valutazione.
2 Da ciò derivano due importanti conseguenze per il progettista: in primo luogo, i formulari di candidatura sono strutturati in modo da richiedere una logica progettuale che contempla obiettivi, metodologie, destinatari, tempi, risultati, metodi di controllo. Questa mole non indifferente di informazioni serve per la valutazione del progetto, ma costituisce anche una base sufficiente ad avviare l intervento da subito, senza ulteriori progettazioni esecutive. In secondo luogo, la formulazione degli obiettivi deve essere fatta in modo molto dettagliato, considerando che gli obiettivi sono di tipo diverso e che esiste una gerarchia fra di essi. Infatti, un primo tipo di obiettivi, definiti obiettivi generali di progetto, è costituito dai benefici a lungo termine che possono influire in modo positivo sul contesto individuato, come il territorio di riferimento, la rete dei partner, i partecipanti alla mobilità. Un secondo tipo, definito obiettivi specifici di progetto, è costituito dal raggiungimento dei benefici che i destinatari finali riceveranno al termine dell intervento. Come sopra accennato, la Commissione UE e le Agenzie nazionali hanno molto lavorato nel corso degli anni per precisare contenuto e caratteristiche degli obiettivi, in modo che i progettisti li definiscano in modo chiaramente connesso con le finalità del Programma, ma anche in coerenza con il contesto analizzato. In particolare, al progettista si chiede che nella definizione degli obiettivi questi siano: coerenti e in linea con gli obiettivi e le finalità del Programma Lifelong Learning, del sotto programma prescelto (Leonardo, Erasmus, Comenius,..), nonché con le priorità nazionali e comunitarie espresse sia nella Decisione comunitaria che ha istituito il Programma, sia nei bandi periodici; coerenti e verosimili rispetto ai bisogni individuati e al gruppo bersaglio prescelto; rispondenti e proporzionati rispetto alla durata dell intervento, soprattutto per quel che riguarda il periodo di mobilità; in grado di creare valore aggiunto rispetto a ciò che già esiste; in grado di creare qualcosa di innovativo nei sistemi e nelle pratiche della formazione. Inoltre, un ulteriore distinzione fra gli obiettivi riguarda il gruppo target da un lato e il partenariato e i soggetti attuatori dall altro.
3 Nel primo caso, le Agenzie nazionali propongono un ulteriore classificazione in obiettivi pedagogici, cognitivi e operativi professionalizzanti. Gli obiettivi pedagogici si riferiscono principalmente alle capacità di socializzare e di costruire relazioni con le persone nell ambito lavorativo. Attraverso l intervento di mobilità e soprattutto con il tirocinio o lo stage, i beneficiari possono sfruttare opportunità che di norma la scuola e l agenzia formativa non offrono. Ciò si traduce in uno stimolo alla maturazione e alla crescita della persona, favorendo un futuro inserimento nel contesto lavorativo. Gli obiettivi pedagogici, dunque agiscono sulla personalità dell individuo e sono finalizzati all osservazione guidata dell ambiente ove si svolge il tirocinio (ad esempio, l azienda) per cogliere i rapporti relazionali esistenti nelle imprese, come le responsabilità, i rapporti gerarchici, le forme di collaborazione, i conflitti,. Anche se questi obiettivi riguardano tutte le tipologie di target, essi sono principalmente riconducibili a interventi che coinvolgono giovani in formazione iniziale. Gli obiettivi cognitivi sono direttamente legati allo sviluppo di competenze atte integrare i percorsi educativi e formativi seguiti dalle persone a scuola, presso l ente di formazione o all università. Si tratta in prevalenza da competenze di base che completano percorsi cognitivi iniziati a scuola e che, attraverso il collegamento fra curricola e mondo del lavoro, facilitano l introduzione dei partecipanti nei processi lavorativi. Anche in questo caso, questi obiettivi riguardano tutte le tipologie di target, ma essi sono principalmente riconducibili a interventi che coinvolgono giovani in formazione iniziale e persone disponibili sul mercato del lavoro.. Gli obiettivi operativi e professionalizzanti sono direttamente legati a sviluppare competenze di tipo tecnico e professionale, connesse al settore produttivo specifico nel quale opera la realtà produttiva ove ha luogo il tirocinio. L acquisizione di tali competenze consente di apprendere il know how tecnico direttamente dal contesto di inserimento e permette ai partecipanti di sviluppare un esperienza propria. Questi obiettivi riguardano tutte le tipologie di target. Nel secondo caso (obiettivi per il partenariato e i soggetti attuatori), le Agenzie nazionali consigliano di elaborarli impostando la collaborazione di rete come un investimento a lungo termine, non limitata solo all organizzazione dei periodi di mobilità. Infatti, il consolidamento della collaborazione può favorire lo scambio di esperienze e conoscenze specifiche fra i partner. Inoltre, esso può avere effetti positivi per la
4 sperimentazione di metodi, approcci o tecnologie didattiche e per l avvio di azioni di trasferimento a partner già noti. Le potenzialità insite nella collaborazione di reti fra organismi che operano nello stesso settore sono rilevanti: collaborare con scuole, enti di formazione, enti di orientamento, organismi di valutazione e validazione delle competenze, imprese operanti all estero fornisce l opportunità di conoscere modi diversi di organizzare il proprio lavoro, ma anche la possibilità di sviluppare percorsi comuni, ad esempio per la validazione di percorsi formativi specifici. L insieme di quadri di riferimento e di strumenti metodologici prima ricordati - il Project Cycle Management (PCM) costituisce un supporto valido per ordinare gli obiettivi secondo una gerarchia di causa effetto che consente di individuare correttamente il percorso da seguire per raggiungere effettivamente gli obiettivi individuati. Più in particolare, l approccio del Quadro Logico (Logical Framework Approach) è di particolare sostegno nella pianificazione e gestione del progetto in quanto consente: un analisi della situazione esistente in un dato contesto, finalizzata a disegnare una situazione desiderata futura e le strategie per conseguirla; una pianificazione finalizzata a sviluppare l idea progettuale in meccanismi e fasi operativi. Per ciò che riguarda gli interventi di mobilità, il Logical Framework è in grado di assicurare che le idee progettuali siano rilevanti e congruenti fra loro, in quanto il proponente e i suoi progettisti sono stati messi in grado di identificare i problemi sul territorio di riferimento, definire gli obiettivi da raggiungere e gli indicatori per misurarli. Questi ultimi potranno anche essere la base per la costruzione del sistema di monitoraggio e valutazione. Attraverso le informazioni raccolte nel corso dell analisi del contesto e tramite il coinvolgimento diretto di attori chiave (beneficiari potenziali, operatori, insegnanti, esperti, ) si identificano in maniera dettagliata problemi e bisogni del territorio e del settore considerati. Fra le tecniche a disposizione, la costruzione di un albero dei problemi è fra le più efficaci per visualizzare l immagine della situazione esistente e per sottolineare il rapporto gerarchico fra i diversi problemi e il legame di causa effetto e di affinità tematica che associa i differenti problemi. Identificando il problema di partenza è possibile individuare la causa primaria che rappresenta una situazione evidente e visibile; a partire da questa possono essere individuati i problemi collegati a quello di partenza e le relative cause. Le cause del problema di partenza sono collocate in basso, mentre i problemi
5 collegati in quanto effetti del problema originario sono collocati in alto. Attraverso il collegamento con frecce di causa effetto, si ottiene un albero dei problemi esistenti in quella data situazione. E importante che i problemi considerati non siano senza soluzione oppure generici oppure siano la soluzione stessa mascherata da problema. Una volta delineato il quadro degli aspetti negativi il PCM prevede la sua trasformazione in quadro (o albero) degli obiettivi ossia degli aspetti migliorativi e positivi che connotano la situazione desiderata. I problemi vengono riformulati in obiettivi immaginando per ogni problema delle soluzioni desiderabili e realisticamente raggiungibili; si procede quindi alla trasformazione dell albero dei problemi in albero degli obiettivi in cui le soluzioni desiderabili e raggiungibili sono in effetti obiettivi collegati da relazioni mezzi fini. E opportuno raggruppare gli obiettivi tematicamente simili, in modo da favorire la scelta di quali obiettivi perseguire e quali no. Infatti, le situazioni complesse che vengono analizzate contengono normalmente una pluralità di problemi e, quindi di possibili obiettivi: occorrerà, in sede di redazione del progetto, fare una scelta, stabilendo delle priorità e identificando sia l obiettivo generale che quello specifico dell intervento. Infine, il PCM prevede sempre che i progetti si dotino di robusti sistemi di monitoraggio e valutazione e adottino un insieme di indicatori oggettivamente verificabili per descrivere gli obiettivi in termini effettivamente misurabili.. Più in particolare, un indicatore è ciò che si può osservare nella realtà nel momento in cui si raggiunge un obiettivo o un risultato. Un indicatore è costituito dai seguenti elementi: una variabile; un target group; un tempo di osservazione; un valore di riferimento. Esempio di indicatore: Giovani inseriti nel mondo del lavoro: aumento dal 60 al 70% (valore di riferimento), del tasso di occupazione giovanile (variabile), dei giovani fino a 26 anni della Regione Lazio (gruppo di riferimento) in tre anni (tempo di osservazione).
6 Ulteriori informazioni e pubblicazioni sul PCM possono essere reperiti sul sito della Commissione UE: Information and Guidelines EC (Internet)
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