2. IL SISTEMA DEI CANALI GESTITI DAL CONSORZIO DI BONIFICA EST TICINO VILLORESI
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1 2. IL SISTEMA DEI CANALI GESTITI DAL CONSORZIO DI BONIFICA EST TICINO VILLORESI Il Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi, un tempo chiamato Consorzio di Bonifica Eugenio Villoresi, è nato nel 1918 con lo scopo di distribuire alle utenze agricole a nord di Milano le acque del Fiume Ticino. Le acque del Ticino vengono derivate a Somma Lombardo allo sbarramento di Panperduto ed immesse nel Canale Adduttore Principale (C.A.P.) Villoresi che, dopo aver percorso 87 chilometri in direzione ovestest a nord di Milano, si immette nel Fiume Adda. Storicamente il Consorzio si è sempre occupato della distribuzione delle acque del Villoresi gestendo sia la linea principale che quella di distribuzione. Dall inizio degli anni 80 il Consorzio si occupa anche di gestire il Naviglio Martesana e dal 1990 anche il Naviglio Grande, il Naviglio Pavese e il Naviglio di Bereguardo. Attualmente, considerando la sola rete primaria dei navigli, il Consorzio gestisce complessivamente circa 220 chilometri di canali. Attualmente, non tutta la rete irrigua all interno dell area di studio è gestita dal Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi: il Consorzio gestisce direttamente i seguenti canali: Canale Villoresi (canale principale e rete di adduzione e distribuzione) Naviglio Grande (solo canale principale) Naviglio Pavese (solo canale principale) Naviglio di Bereguardo (solo canale principale) Naviglio Martesana (solo canale principale) Nell area compresa tra il F. Ticino ed il F. Adda, i principali canali gestiti invece da altri enti sono: Canale Muzza Canale Ticinello Nelle pagine seguenti, per ogni singola rete di canali (C.A.P. Villoresi, Naviglio Martesana e rete del Naviglio Grande), saranno descritte le principali caratteristiche che risultano di interesse per il presente studio (tracciato, regime delle portate, caratteristiche costruttive e geometriche, ecc.)
2 Figura 2-1: La rete di canali gestiti dal Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi oggetto del presente studio 2.1 LA RETE DEL CANALE VILLORESI Il C.A.P. Villoresi Il canale di Adduzione Principale Villoresi (C.A.P. Villoresi) nasce a Somma Lombardo in corrispondenza dello sbarramento di Panperduto. Dalla stessa opera di presa ha anche origine il Canale Industriale, le cui acque, all altezza Turbigo, alimentano il Naviglio Grande. Il C.A.P. Villoresi taglia in direzione ovest-est la pianura a nord di Milano, dove alimenta tutte le utenze irrigue. Il canale termina poi nel Comune di Cassano d Adda, dove le acque non utilizzate a scopi irrigui vengono scaricate nel Fiume Adda a Cassano d Adda (Località Groppello)
3 Il canale attraversa un area molto urbanizzata; tra le principali aree urbane attraversate dal canale vi sono: Parabiago, Nerviano, Lainate, Paderno Dugnano, Monza e Gessate. Lungo il suo tragitto il Canale attraversa anche alcuni corsi d acqua quali l Olona, il Seveso e il Lambro. Il Villoresi è il canale più giovane di quelli gestiti dal Consorzio. Esso presenta una geometria piuttosto regolare: il canale è a sezione trapezoidale per tutta la sua lunghezza e la sezione idraulica si riduce progressivamente procedendo da monte verso valle. Il canale è ricoperto in calcestruzzo (gettato sul fondo e in lastre prefabbricate sulle sponde) per quasi tutta la sua lunghezza (circa 80 km su 87). La pendenza media del canale è dell ordine dello 0,01 0,02%. La portata derivata nel Villoresi, secondo quanto previsto dalle concessione attualmente in fase di rinnovo, nel periodo estivo ha un valore massimo di 55 m3/s e un valore medio di 46 m3/s, mentre in regime invernale ha un valore massimo di 20 m3/s e un valore medio di 15 m3/s. Figura 2-2: Alcune immagini del C.A.P. Villoresi Il Canale Villoresi a Lonate Pozzolo Presa di un canale derivatore e particolare del rivestimento con spritz beton Le diga Poiret di Parabiago Il Canale Villoresi a valle della diga Poiret di Parabiago
4 2.1.2 La rete secondaria di adduzione e distribuzione Come è già stato anticipato nelle pagine precedenti, il C.A.P. Villoresi è l unico canale di cui il Consorzio gestisce anche le rete secondaria. La rete secondaria ha una lunghezza complessiva di 126 chilometri e fornisce acqua a tutte le utenza agricole presenti nella fascia delimitata a nord dal C.A.P. Villoresi e a sud dal Naviglio Grande, dalla area urbana di Milano e dal Naviglio Martesana. Figura 2-3: La rete secondaria del C.A.P. Villoresi
5 2.2 LA RETE DEL NAVIGLIO GRANDE In questa parte viene descritto il sistema di canali alimentati dal Naviglio Grande e gestito dal Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi. In pratica in questo paragrafo, oltre al Naviglio Grande, vengono descritti il Naviglio di Bereguardo e il Naviglio Pavese. Non viene invece considerata la rete di distribuzione secondaria, in quanto essa è gestita da altri enti Il Naviglio Grande Il Naviglio Grande ha una storia molto più lunga di quella del Canale Villoresi. Lo scavo del canale è iniziato nel XII secolo e le acque del Naviglio hanno raggiunto Milano dopo quasi 200 anni. Nel corso del XIV e del XV secolo vengono anche ultimati il Naviglio di Bereguardo e il Naviglio Pavese. Il Naviglio Grande, originariamente, era derivato dal F. Ticino a Tornavento, frazione di Lonate Pozzolo (VA). Da qui defluiva in direzione SE fino ad Abbiategrasso, e poi in direzione NEE fino a Milano. Con la realizzazione delle centrali idroelettriche sul Canale Industriale, è stato modificato anche il regime idraulico del Naviglio Grande. Attualmente, il Naviglio ha di fatto origine a Turbigo, dove l ultima centrale idroelettrica del Canale Industriale scarica le acque turbinate nel Naviglio Grande; a monte di questo punto, il vecchio corso del Naviglio prende il nome di Canale Regresso (in quanto l acqua vi defluisce in senso inverso a quello originario) fino allo scaricatore presente qualche centinaia di metri a monte della centrale idroelettrica, poi di Naviglio Vecchio. Nel primo vi defluisce una portata di poche centinaia di litri al secondo che viene scaricata nel Ticino, mentre il secondo, ad eccezione di un modesto contributo da parte della falda, non riceve mai apporti idrici significativi. L acqua del Naviglio viene in parte utilizzata per il raffreddamento della centrale termoelettrica di Turbigo e da qui in poi viene progressivamente distribuita alle utenze irrigue. Il Naviglio Grande, dal ponte Turbigo fino alla darsena di Porta Ticinese a Milano, ha una lunghezza di 43 chilometri. La portata derivata nel Naviglio Grande è pari a 64 m 3 /s in periodo estivo e a 35 m 3 /s in inverno. Di questa portata, all altezza di Abbiategrasso, circa 9 m 3 /s vengono deviati nel Naviglio di Bereguardo, mentre la portata rimanente prosegue lungo il Naviglio Grande verso Milano. Per quanto riguarda la geometria del canale, il Naviglio Grande è caratterizzato da una sezione rettangolare, di larghezza decrescente procedendo dalla presa verso Milano. Da una larghezza di oltre 25 metri a Turbigo, raggiunge una larghezza di 16 metri a Milano
6 Figura 2-4: Alcune immagini del Naviglio Grande Il Canale Regresso e il Naviglio Vecchio in asciutta (sulla destra) Il Naviglio Grande a valle della centrale termoelettrica di Turbigo Le opere idrauliche per scaricare le acque nello scolmatore di nord ovest Il Naviglio Grande a monte di Abbiategrasso Il Naviglio Grande a valle di Abbiategrasso Il Naviglio Grande a Milano
7 Il fondo è prevalentemente naturale e non rivestito, con granulometria che si riduce progressivamente procedendo verso Milano. A valle di Abbiategrasso, sin dai tempi in cui è stato scavato il naviglio, sotto il fondo è stato posto uno strato di argilla alto circa cm ("castracane"), con lo scopo di aumentare l impermeabilità del canale e ridurne le perdite.. Le sponde sono invece piuttosto eterogenee: nel tratto di monte (circa fino a Boffalora Sopra Ticino) le sponde sono prevalentemente naturali, con rari tratti ricoperti in pietre o mattoni. Più a valle, le sponde sono invece quasi sempre rivestite o in mattoni, o, a seguito di recenti interventi di manutenzione, in calcestruzzo. Questa configurazione prosegue fino a Milano; negli ultimi anni, gli interventi di manutenzione straordinaria delle sponde vengono nuovamente eseguiti utilizzando i mattoni, in accordo con le caratteristiche storico-architettoniche del naviglio. La pendenza media del canale 1 risulta invece dell ordine dello 0,15%. Per quanto riguarda i manufatti e le opere idrauliche presenti lungo il corso del Naviglio, si può affermare quanto segue: - non sono presenti né sistemi per la messa in opera di ture in panconcelli (dighe poiret), né conche di navigazione; - sono presenti numerosi sistemi di derivazione e di adduzione della rete secondaria, realizzati prevalentemente mediante la posa di paratoie regolabili sulla sponda; - l unico manufatto idraulico particolare è quello realizzato all altezza di Abbiategrasso e Albairate, dove il naviglio incrocia lo scolmatore di nord ovest; qui il sistema idraulico è tale da consentire sia il travaso delle acque dal Naviglio allo scolmatore che viceversa Il Naviglio di Bereguardo Il Naviglio di Bereguardo ha origine dal Naviglio Grande, dal quale si divide all altezza di Abbiategrasso; a Castelletto di Albairate si diparte il Naviglio di Bereguardo, la cui portata viene regolata da un sistema di paratoie presenti poco a valle in Comune di Abbiategrasso. La portata in concessione al Naviglio di Bereguardo è pari a 9,4 m 3 /s in regime estivo e a 9 m 3 /s in regime invernale. Il Naviglio di Bereguardo defluisce in direzione Sud fino a Bereguardo; il tratto interno alla Provincia di Milano termina a Motta Visconti. Poiché, a differenza del Naviglio Grande defluisce in direzione SE, avvicinandosi al Ticino, per poter mantenere una pendenza sufficientemente ridotta ed un battente idrico sufficiente per garantire l alimentazione alla rete di distribuzione, lungo il naviglio sono presenti alcuni salti concentrati, in cui viene indotta una perdita di carico concentrata dell ordine di 2-3 metri. Tutti questi salti sono dotati di conca di navigazione attualmente non funzionante. Complessivamente le conche di navigazione sono Non essendo disponibili dati sulla pendenza del naviglio, la pendenza è stata ricavata sulla base della scala delle portate riferita alla sezione in cui è stato istallato l idrometro (Turbigo)
8 Il Naviglio di Bereguardo ha una lunghezza complessiva di 19 km, di cui 13 in Provincia di Milano o sul confine provinciale tra Milano e Pavia. Il Naviglio di Bereguardo ha una sezione rettangolare, con larghezza mediamente decrescente verso valle. Il canale, nella parte di monte (Abbiategrasso) ha una larghezza di circa 12 metri ed una profondità di 2 metri, mentre nel tratto terminale (Bereguardo) è largo 9 metri e profondo circa 1,9 metri. Il fondo è cementato per i primi 1000, metri; proseguendo, ad eccezione di alcuni tratti isolati, il fondo è naturale ed è caratterizzato prevalentemente da ghiaia fine e sabbia, depositati su un substrato impermeabile. Anche le sponde, cementate nel primo tratto, procedendo verso valle sono prevalentemente naturali, fatte eccezione per i tratti in cui sono presenti manufatti (conche, ponti canale, ecc..). Il naviglio ha una pendenza media dello 0,1%, ma le perdite di carico sono per lo più concentrate in corrispondenza delle conche di navigazione, e la pendenza reale del fondo dell alveo è praticamente nulla. Figura 2-5: Alcune immagini del Naviglio di Bereguardo Le paratoie per la regolazione della portata in ingresso al Naviglio di Bereguardo Il tratto di monte del Naviglio di Bereguardo Uno dei manufatti lungo il Naviglio di Bereguardo Il tratto di valle del Naviglio di Bereguardo
9 2.2.3 Il Naviglio Pavese Il Naviglio Pavese ha origine a Milano (darsena di Porta Ticinese) e termina a Pavia. Attualmente l acqua che viene immessa nel naviglio è solo quella del Naviglio Grande; la portata massima convogliata nel Naviglio Pavese è pari a 12,6 m3/s in regime estivo e a 9 m3/s in regime invernale. Il Naviglio Pavese ha una lunghezza di 34 chilometri, di cui 18 in Provincia di Milano. Come il Naviglio di Bereguardo, a causa della morfologia della pianura lungo il tracciato del canale, sono state realizzate delle conche di navigazione, per poter mantenere un invaso nel canale tale da garantire l alimentazione della rete secondaria. Le conche di navigazione sono complessivamente 12, di cui 5 in Provincia di Milano. Di queste la conchetta è stata completamente restaurata, mentre la Conca Fallata è attualmente in restauro. Le altre tre conche (Conca di Rozzano, Conca di Moirago e Conca di Casarile) non sono invece in grado da consentire il passaggio delle imbarcazioni. Figura 2-6: Alcune immagini del Naviglio Pavese Il tratto a monte della conca di Moirago La Conchetta a Milano Particolare di una sponda in ciottoli Il Naviglio Pavese a monte della conca di Casarile
10 Come il Naviglio di Bereguardo, il Naviglio Pavese ha una pendenza media relativamente elevata (0, 17%), ma la perdita di carico è quasi tutta concentrata in corrispondenza delle conche di navigazione: su un dislivello complessivo di 56,6 metri, oltre 52 sono concentrati sulle conche. La pendenza reale del fondo, nel tratto in Provincia di Milano, è dell ordine dello 0,02%. Il fondo del canale è prevalentemente naturale ed è composto da un sedimento di natura limo-argillosa depositato su di un substrato argilloso impermeabile. Il fondo in cemento lo si trova solo in corrispondenza dei manufatti. Le sponde sono invece rivestite su tutto il tratto di interesse: le tipologie dominanti sono la copertura in mattoni e quella in ciottoli. Alcuni tratti sporadici sono invece rivestiti in calcestruzzo. Per quanto concerne infine la sezione del canale, essa è di forma rettangolare, caratterizzata da un altezza di circa 2 metri e da una larghezza variabile tra 11 e 12 metri
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