LA GESTIONE DELLO SVEZZAMENTO DEI VITELLI. di Andrea Formigoni. Nel moderno allevamento della vacca da latte la corretta gestione delle vitelle dalla

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1 LA GESTIONE DELLO SVEZZAMENTO DEI VITELLI di Andrea Formigoni Universita degli Studi di Bologna Facolta di Medicina Veterinaria Introduzione Nel moderno allevamento della vacca da latte la corretta gestione delle vitelle dalla nascita fino allo svezzamento rappresenta un fattore importante per il successo economico di tutta l azienda. Le prime settimane che seguono la nascita rappresentano un momento molto delicato per il vitello che di frequente può essere colpito da diarree o da patologie polmonari che possono aumentare la mortalità neonatale e, comunque, rallentare gli accrescimenti e limitare le future capacità produttive. E noto che il 15-20% delle spese totali dell allevamento è rappresentato dagli animali da rimonta. Le uniche due possibilità di abbassare questo costo sono individuabili nella riduzione dell età al 1 parto promuovendo una crescita più rapida e nella ricerca di alimenti che, a parità di valore nutrizionale, siano meno costosi. Per questi motivi la ricerca si è concentrata sullo studio di nuovi programmi alimentari, finalizzati ad ottenere un precoce svezzamento delle vitelle ed a permettere di conseguire e mantenere i vantaggi di una crescita precoce ed i conseguenti effetti sulla produzione lattea, sulla salute e sullo stato immunitario dei soggetti interessati.

2 I punti nodali nella gestione dello svezzamento Parto. Un buon programma di allevamento del vitello nasce già dalla programmazione delle inseminazioni delle vacche; debbono infatti essere selezionati riproduttori caratterizzati per la facilità di parto soprattutto per le primipare. Ciò consentirà di limitare le distocie e facilitare i parti così da limitare gli interventi del personale di stalla in aiuto alle partorienti. Il parto è un evento naturale che deve essere assistito con molta cura per gli aspetti e delicatezza di intervento ad evitare traumi alla madre ed al vitello; la regola aurea da seguire è quella di evitare la fretta e favorire l evolversi dei tempi naturali del parto. Somministrazione del colostro. Alla nascita il vitello è privo di difese immunitarie che può acquisire solo ricevendo un colostro di buona qualità ricco di immunoglobuline. Il colostro, per essere efficace nel trasferire al vitello le immunoglobuline, deve essere assunto soprattutto entro le prime 24 ore dal parto in ragione di almeno 4-6 litri. Già dalla seconda giornata di vita alcune caratteristiche del digerente si modificano sostanzialmente limitando l assorbimento delle immunoglobuline; in particolare aumenta la secrezione di acido cloridrico nello stomaco e si riduce drasticamente la permeabilità intestinale. La somministrazione di colostro deve essere quindi puntuale e gli operatori debbono essere attenti a lavorare con attenzione all igiene delle attrezzature utilizzate e del colostro somministrato ad evitare l esposizione a infezioni del vitello che è particolarmente sensibile. La scelta delle donatrici di colostro è importante. Si sceglieranno di preferenza vacche pluripare sane che non abbiano avuto problemi durante l asciutta e che siano state correttamente vaccinate. Il colostro da utilizzare deve essere ottenuto dalla prima mungitura (si ha la massima quantità di immunoglobuline) e dopo averne valutato la

3 densità (misura indiretta della qualità) si procederà alla ripartizione in contenitori puliti che saranno immediatamente congelati fino al momento dell uso. E importante che gli operatori che seguono i parti possano disporre del colostro indipendentemente dalla mungitura delle madri per facilitare le operazioni di colostratura. Il colostro prima di essere somministrato deve essere scongelato in bagnomaria oppure si può utilizzare un microonde. E chiaramente dimostrato che una buona pratica di colostratura riduce significativamente la mortalità neonatale dei vitelli. Tabella 1 Composizione del colostro comparata a quella del latte Componenti Latte mungitura mungitura mungitura Sostanza Secca (%) , Grasso (% s.s.) 6.7 5,4 3, Proteine totali (% s.s.) 14 8,4 5,1 3,4 Lattosio (% s.s.) 2,7 3,9 4, Minerali totali (%s.s.) ,7 Immunoglobuline (mg/ml) Vitamina A, ug/100ml Finalità dello svezzamento I principali obiettivi da perseguire sono quelli di evitare la comparsa di patologie, sviluppare quanto più rapidamente possibile il rumine e favorire rapidi incrementi giornalieri che portino a raddoppiare il preso registrato alla nascita entro le 8 settimane di vita.

4 Alimentazione dopo la fase colostrale Dopo il terzo giorno di vita è possibile modificare l alimentazione del vitello, passando dal colostro al latte; il latte di vacca è un alimento ottimale sia come composizione e sia per le caratteristiche di digeribilità delle frazioni azotate, glucidiche e lipidiche; il latte è un alimento completo ricco di energia e di nutrienti in grado di soddisfare i fabbisogni energetici del vitello nelle prime settimane di vita. In natura il vitello assume il latte dalla madre in almeno 8-9 pasti, ciascuno costituito da circa litro di latte. La suzione dalla mammella stimola la doccia esofagea e conduce il latte direttamente all abomaso ove sono coagulate le caseine che trattengono i grassi. Il coagulo rimane nell abomaso per circa 6 ore, garantendo così una costante e stabile disponibilità di nutrienti, la frazione liquida, costituita dal siero, passa nell intestino e viene assorbita nell arco delle due/tre ore successive al pasto, fornendo energia rapidamente disponibile. Le principali strategie di svezzamento prevedono l impiego di latte intero di vacca o, più di frequente, di latte in polvere ricostituito. Il latte in polvere viene scelto più di frequente sia per motivazioni di natura economica sia per ragioni di tipo manageriale; le sue caratteristiche qualitative dovrebbe essere le più vicine possibile a quella del latte (vedi tabella 2); è importante evitare di utilizzare un latte povero di proteine e lipidi per non sottoalimentare i vitelli e penalizzarne la crescita nelle prime settimane di vita.

5 Tabella 2 Composizione media del latte espressa sul tal quale e sul secco. Latte Sul tal quale Sul secco Acqua % Grasso % Proteine % Lattosio % Minerali % Al di là della composizione di cartellino debbono essere tenute in debita considerazione le fonti utilizzate per apportare proteine, glucidi e lipidi; in particolare dovrebbero essere valutate le digeribilità, il valore biologico delle proteine e la composizione in acidi grassi per ottenere risultati comparabili a quelli ottenibili con il latte intero di vacca che, peraltro, è molto più facilmente utilizzabile quando è preventivamente pastorizzato. Il latte preferibilmente va somministrato in tre pasti giornalieri (2.5 lt. per pasto) o con l utilizzazione di erogatori automatizzati che offrono il vantaggio di avvicinarsi molto alla modalità di assunzione fisiologica. Protocollo di svezzamento convenzionale e accelerato Attualmente, secondo quanto riportato in letteratura, a seconda delle linee guida su cui si basano, i piani di svezzamento dei vitelli a disposizione degli allevatori possono essere classificati in due gruppi: convenzionale ed accelerato. Il primo consiste nel somministrare a ciascun vitello colostro per le prime ore e successivamente latte intero o in alternativa sostitutivi del latte in quantità pari all 8-10% del peso corporeo con il 13% di sostanza secca fino al raggiungimento dello

6 svezzamento, che si ottiene quando il vitello è in grado di consumare 0,7 kg di mangime starter con un contenuto proteico del 16-17% sulla ss. A tre mesi di vita il vitello viene alimentato seguendo un programma di crescita associato alla somministrazione di foraggi con il 16% di proteine sulla ss, in modo tale da raggiungere un incremento ponderale giornaliero di 0,7-0,8 kg/d (Hutjens, 2004). Il piano di svezzamento mirato ad una crescita accelerata prevede invece la somministrazione di alimento liquido con una percentuale di sostanza secca del 14-17%, in quantità circa doppia rispetto a quella del piano convenzionale, associato ad un mangime starter al 24% di proteine sulla ss in modo tale da ottenere lo svezzamento a 7-8 settimane di età. A questo punto i vitelli devono essere alimentati con uno starter ad alto valore nutritivo fino a settimane di vita associato alla somministrazione di foraggio qualora l assunzione di starter superi i 2,2-2,7 kg per capo al giorno. All età di settimane i vitelli sono sottoposti ad un programma alimentare bilanciato finalizzato ad ottenere un incremento ponderale giornaliero di 1 kg/d (Hutjens, 2004). In termini applicativi questi due modelli di svezzamento sono stati tradotti in diversi protocolli a seconda degli autori considerati. In realtà il piano di svezzamento tradizionale è ormai scarsamente utilizzato nelle moderne aziende zootecniche, dove i principali obiettivi sono quelli di standardizzare e semplificare le procedure, riducendo i costi e la manodopera e ottenendo comunque un buono sviluppo degli animali. Due protocolli, elaborati rispettivamente da Heinrichs-Lesmeister e Van Amburgh, appaiono di particolare interesse a questo proposito. Pur essendo entrambi finalizzati ad uno svezzamento precoce, da realizzare intorno al 42 giorno di vita, gli stessi si sviluppano in modo diverso: il primo comporta infatti un ridotto consumo di latte ed un maggior utilizzo di mangime, mirando così ad un rapido sviluppo dei prestomaci per l impiego di alimenti solidi; presenta il vantaggio di essere economico e pratico. Il secondo si basa su un impiego massiccio di sostitutivi del latte per consentire elevate ingestioni di

7 sostanza secca ed un accrescimento corporeo rapido; consente un ottimale sviluppo degli animali sin dai primi giorni dopo la nascita. I suddetti protocolli sono di seguito riportati: - Piano Heinrichs e Lesmeister: o colostro: 4 litri entro 12 ore dalla nascita; successivamente 4 pasti di colostro; a partire dal 3 giorno 600 gr di latte in polvere in 5 litri (latte al 20% ss di proteine e il 20% ss di grassi) - mangime starter ad libitum; al 42 giorno di vita (il vitello dovrebbe ingerire almeno 800g/d di mangime): - sospensione completa della somministrazione di latte - mangime ad libitum; al 60 giorno di vita (il vitello dovrebbe consumare circa 2 kg di mangime): - razionamento del mangime - somministrazione di foraggio a volontà. - Piano Van Amburgh: colostro: 3,8 litri entro 2 ore dalla nascita più 2 litri entro 24 ore; successivamente 6-8 pasti di colostro; dal 3 all 8 giorno di vita:

8 - 600 gr latte in polvere in 5 litri (latte al 26-28% ss di proteine e con il 15-20% ss di grasso) - mangime starter ad libitum; dal 9 al 42 giorno di vita: - somministrazione di 1 kg di latte in polvere - somministrazione di mangime ad libitum - riduzione della somministrazione di latte del 50% al giorno 36 o 42 a seconda che sia estate od inverno e prevedere un unico pasto; al 43 giorno di vita: - sospensione della somministrazione di latte - razionamento del mangime; per 2-3 settimane: - 50% di starter più 50% unifeed delle vacche più produttive - solo TMR verso il 70 giorno. Il protocollo di svezzamento convenzionale, che non fornisce ai vitelli una sufficiente quantità di proteine per sostenere elevati tassi di crescita, trova origine nelle tecniche che venivano utilizzate in passato per alimentare i vitelli. Queste erano infatti caratterizzate dal prevedere la somministrazione di una ridotta quantità di alimento in quanto i primi sostitutivi del latte presentavano caratteristiche qualitative spesso inadeguate. Il protocollo di svezzamento precoce, finalizzato a consentire agli animali di

9 esprimere in pieno le potenzialità di crescita dei tessuti magri sembra il più appropriato per stimolare quella che dovrebbe essere definita una crescita fisiologica. I vantaggi offerti da questo piano alimentare sono: miglioramento della salute dei vitelli, dato dall abbassamento dello stress e dal precoce sviluppo del sistema immunitario, probabilmente mediato dall azione dell IGF I; è stato infatti dimostrato che vitelli alimentati con valori nutrizionali al di sotto della soglia di mantenimento hanno una risposta nella proliferazione di leucociti minore rispetto ai vitelli sottoposti allo svezzamento precoce; riduzione di giorni dell età al primo parto, dato un elevato incremento ponderale giornaliero legato alla somministrazione di una maggior quantità di cibo e proteine, che sono in grado di stimolare un aumento della concentrazione plasmatica di IGF I ed un incremento nella deposizione di tessuti magri. L aumento del contenuto proteico consente infatti di indurre lo sviluppo delle strutture scheletriche e muscolari senza causare un eccessivo deposito di grasso; incremento dello sviluppo della ghiandola mammaria. Contrariamente a ciò che si riteneva fino a qualche anno fa, recenti studi hanno provato che tale sviluppo è positivamente influenzato dalla nutrizione prima dello svezzamento e che la differenza che si crea come effetto di un diverso apporto nutrizionale non può più essere compensata tramite l aumento della razione una volta avvenuto lo svezzamento, ma si è anzi evidenziato che tale incremento nutrizionale influenza negativamente lo sviluppo ghiandolare. Gli svantaggi di questo protocollo alimentare sono: aumento dei costi per l alimentazione dei vitelli, in quanto nel contesto di un piano di crescita intensificata, oltre all aumento della quantità di alimento bisogna anche provvedere ad aumentare il contenuto proteico dei sostitutivi del latte, passando dal 22

10 al 28-30% sulla ss ed a ridurre l apporto vitaminico e minerale. Inoltre per mantenere i vantaggi ottenuti dopo lo svezzamento deve essere prevista la somministrazione di uno starter con valori nutrizionali tali da supportare l elevato tasso di crescita (Drakley, web site); ritardo nello sviluppo ruminale. Nelle prime 2-3 settimane di vita il sistema gastrointestinale dei vitelli è deputato alla digestione ed all assorbimento di nutrienti a base di latte, mentre l instaurarsi della flora microbica capace di fermentare i carboidrati comincia a partire dal 6-8 giorno e con l aumentare dell età si osserva un progressivo aumento della produzione delle proteine ruminali. A questo riguardo la somministrazione di un elevata quantità di alimento liquido, riducendo l ingestione di starter ritarda lo sviluppo ruminale e quindi l età dello svezzamento (Drakley, web site); aumentata liquidità delle feci dato il maggiore apporto di alimento liquido e la minore assunzione di fibra ad esso associato; Caratteristiche del mangime starter È il primo alimento solido che dovrebbe essere assunto. Ricordiamo che in natura il vitello comincerebbe a mangiare erba giovane ricca di zuccheri, cellulosa degradabile e proteine solubili e ben digeribili. Il mangime dovrebbe essere formulato perseguendo gli stessi obiettivi; per favorirne il consumo gli operatori dovrebbero imboccare il vitello già dal 3-4 giorno di vita. Il mangime assunto induce le prime fermentazioni nel rumine (di dimensione ancora molto ridotta) e porta alla produzione di acidi grassi volatili; questi nutrono lo sviluppo della mucosa ruminale ed il butirrato è quello più attivo. In poche settimane il rumine si sviluppa e le fermentazioni al suo interno divengono attive al punto da fornire energia e proteine microbiche che contribuiscono a soddisfare in maniera significativa i fabbisogni del vitello. La lenta velocità di transito degli alimenti attraverso il rumine ne consente una completa digeribilità; questo è il motivo per cui

11 anche le granelle intere dei cereali, qualora vengano distribuite, possono essere completamente digerite. Il mangime va lasciato a volontà e comunque fornito fresco ogni giorno. I fieni Dalla seconda settimana di vita si potrà somministrare fieni di graminacee ottenute da erbe giovani sempre a volontà e rinnovato ogni giorno. Acqua Acqua fresca e pulita a volontà e ricambiata ogni giorno va fornita a partire dal 3-4 giorno di vita. Ambienti e igiene di allevamento Nei primi giorni di vita le vitelle saranno mantenute in gabbiette individuali e successivamente gli ambienti di allevamento dovranno essere caratterizzati da spazi puliti, asciutti, ben ventilati e raffrescati. Conclusioni Nelle aziende zootecniche specializzate nella produzione di latte negli ultimi 10 anni lo svezzamento delle vitelle da rimonta ha rappresentato un tema di ricerca che gli operatori hanno valutato con la finalità di individuare programmi alimentari che consentano un anticipato ingresso in produzione ed, al tempo stesso, una ottimizzazione delle performances produttive.

12 Per ottenere il risultato è essenziale porre una grande attenzione alla gestione dello svezzamento delle vitelle e in particolare nelle prime 3-4 settimane di vita. Gli obiettivi sono quelli di ridurre le patologie e la mortalità e far si che il peso alla nascita raddoppi nelle prime otto settimane di vita.

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