F1. INDICATORI DI SINTESI SULLA PARTECIPAZIONE SCOLASTICA E LA CONDIZIONE EDUCATIVA DELLA POPOLAZIONE

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1 F1. INDICATORI DI SINTESI SULLA PARTECIPAZIONE SCOLASTICA E LA CONDIZIONE EDUCATIVA DELLA POPOLAZIONE A fronte di un apparato informativo nazionale in fase di rielaborazione (in particolare per quanto riguarda la diponibilità per il presente contesto di studio di statistiche aggiornate a dettaglio temporale e territoriale), e nella necessità di mettere a disposizione alcune informazioni statistiche utili per inquadrare lo stato della formazione e l educazione della popolazione italiana, dal presente aggiornamento verranno proposti una serie di indicatori di sintesi sulla partecipazione scolastica e la condizione educativa della popolazione. Là dove possibile, poi, queste misure sono state messa a confronto con la media europea o con i parametri della Strategia Europea Il livello di scolarizzazione Gli interventi, anche legislativi, volti a favorire l innalzamento del livello di istruzione della popolazione hanno portato risultati significativi e una certo consolidamento della situazione. Da quasi un decennio, infatti, il livello di istruzione di base (cioè il conseguimento della licenzia media inferiore) è raggiunto da oltre il 98% dei giovani di anni, in tutte le aree geografiche italiane. Anche sul fronte della partecipazione all istruzione secondaria superiore i dati mostrano una certa stabilità negli ultimi 8-10 anni; ciò che risalta, però, è la discreta differenziazione a livello territoriale. Se il dato nazionale, infatti, mostra un tasso di scolarità superiore 1 stabilmente attorno al 92%, i corrispondenti tassi delle regioni del Nord Est sono alquanto differenti: sopra 1 Il tasso di scolarità superiore è dato dal rapporto tra gli iscritti nelle scuole secondarie superiori e la popolazione residente nella fascia d età anni la media italiana di oltre un punto percentuale quello relativo al Friuli Venezia Giulia, inferiore di almeno 4 punti quello del Veneto (d altronde, è noto che in questa regione è presente ed è largamente apprezzato il sistema della formazione professionale che attrae ampie quote di giovani). I dati relativi alle province di Trento e Bolzano, invece, sono i più discontinui nel tempo, trattandosi di indicatori riferiti a popolazioni di dimensione più contenuta e quindi maggiormente sensibili alle variazioni congiunturali. Restano tuttavia alcune problematicità che dovranno essere affrontate in modo decisivo, in vista soprattutto degli obiettivi stabiliti dalla Strategia Europa Tra queste, il tasso di abbandono alla fine del primo biennio delle scuole secondarie superiori che a livello nazionale riguarda oltre il 7% degli iscritti corrispondenti. Nelle regioni del Nord Est i valori del tasso pur inferiori rispetto al dato italiano mostrano una tendenza alla discontinuità. A parte Trento e Bolzano (escludendo l ultimo anno in apparente controtendenza), in Veneto il tasso è di poco al di sotto del 5%, ma in crescita rispetto agli anni precedenti, mentre il Friuli Venezia Giulia, spicca per i livelli più alti dell area. La formazione del Paese Dagli indicatori di sintesi elaborati dalle fonti ufficiali è possibile mettere in ecvidenza la relazione e gli effetti dei processi educativi nella costruzione dell identità culturale del Paese. Abbandoni prematuri, giovani Neet (Not in education, employment or training), frazioni di generazioni o di volumi di popolazioni ripartite per livello formativo raggiunto, sono

2 segnali e strumenti di misura delle potenzialità e della ricchezza culturale di una nazione. In generale, dal confronto con i paesi europei l Italia assume per la gran parte degli indicatori valori modesti, abbondantemente al di sotto della media continentale, collocandosi nelle posizioni finali delle varie graduatorie. Discretamente migliore, invece, rispetto alla media nazionale è la situazione nelle regioni del Nord Est, che mostrano una più significativa vicinanza alla tendenza europea. E il caso, per iniziare, del tasso di abbandono scolastico precoce che l Unione Europea ha indicato tra i parametri di miglioramento dei livelli di istruzione dei Paesi aderenti nella Strategia Europa L obiettivo comunitario è di raggiungere una percentuale inferiore al 10% di popolazione in età anni con al più la licenza media e non inserita in percorsi scolastici o formativi; data la serie storica italiana, però, l UE ha stabilito per il nostro Paese un target più leggero pari al 15-16%. Attualmente la media dell Europa a 27 membri è pari al 12,8 e nella graduatoria l Italia si colloca al quartultimo posto, meglio solo di Malta, del Portogallo e della Spagna. Va comunque rilevata negli ultimi anni un apprezzabile contrazione della frazione di giovani italiani 18-24enni in possesso della sola licenza media e, contestualmente, non frequentanti altri corsi formativi (dal 22,9% del 2004 al 17,6% del 2012). Molto meno consistente rispetto al resto d Europa è invece il divario delle regioni del Nord Est che mostrano livelli di abbandoni scolastico prematuro quasi prossimi al target dell Europa 2020, in particolare nella provincia di Trento (12%) e nel Friuli Venezia Giulia (13,3%). Per quanto riguarda la quota di giovani tra i 15 e i 19 anni Neet, cioè fuori da ogni contesto attivo, di lavoro, studio o formazione, la situazione italiana, in generale e a livello locale, è in peggioramento significativo dal 2004 ad oggi, conseguenza della crisi economica che ha pesato maggiormente sulle giovani generazioni. In confronto con gli altri paesi europei l Italia è al terzultimo posto, prima di Bulgaria e Grecia e peggio di Irlanda, Spagna, Romania e Lettonia. Anche in questo contesto, i dati regionali risultano migliori e più vicini alla media europea che nel 2011 era del 15,4%: dal minimo registrato a Bolzano pari al 9,3% al valore massimo di Veneto e Friuli Venezia Giulia del 15,6%, in piena linea con il resto d Europa. Considerando, invece il livello di scolarizzazione superiore, cresce, ma in modo non particolarmente sensibile, la percentuale di 20-24enni con almeno il titolo di scuola secondaria superiore: attualmente la percentuale nazionale supera il 77%, mentre nelle regioni del Nord Est (eccetto Bolzano) si attesta sopra l 81%. Spostando lo sguardo sulla fascia d età anni, si osserva invece che la frazione di quanti posseggono un titolo universitario, nonostante l esperienza più che decennale della riforma del 3+2, è molto al di sotto della media europea. L Italia infatti con una percentuale del 21,7% si colloca in ultima posizione insieme a Malta e alla Romania e ben al di sotto della media europea pari al 35,5%. Si tratta di un risultato alquanto negativo, se si considera che questo indicatore rientra tra quelli indicati dall Unione Europea per la Strategia Europa Per l Italia il target da raggiungere è una percentuale del 26-27%, per l UE è del 40% A livello nordestino, è il Veneto a registrare la percentuale più bassa (21,4%) mentre le province di Trento e Bolzano e il Friuli Venezia Giulia

3 oscillano tra il 23 e il 26%, quindi molto vicine a raggiungere l obiettivo europeo nei tempi previsti. Il peso della storia e dei comportamenti passati marca gli ultimi indicatori, per i quali l unità di studio è la popolazione in età anni; si tratta di due insiemi di misure, il primo dei quali illustra il livello generale di formazione del Paese mentre il secondo ricorda indirettamente lo stato di difficoltà occupazionale da qualche tempo aggravatosi attraverso la segnalazione della quota di occupati e inoccupati interessati e coinvolti in attività di formazione. In generale, i livelli formativi di questa fascia di popolazione sono sensibilmente inferiori alla realtà europea; è da notare soprattutto come sia piuttosto elevata la frazione di persone che possiede al più un titolo di istruzione secondaria inferiore, che nella media italiana è del 43,1% mentre a livello europeo è del 26,6%. Non particolarmente brillanti a questo proposito, nemmeno i dati triveneti, abbastanza in linea con quello italiano, ad eccezione di Trento e del Friuli Venezia Giulia che hanno una percentuale di 25-64enni con al più la licenza media inferiore rispettivamente del 34,5% e del 37,8%. Apparentemente migliore è il dato sui possessori di almeno un titolo di scuola secondaria di secondo grado che riguarda circa i tre quinti (a Trento i due terzi) di questa ampia fascia da cui si può comunque apprezzare il trend costante di crescita per tutte le aree. Il bisogno di aggiornamento, la necessità di dotarsi di nuove competenze e abilità professionali è denunciata dalle ultime tre tabelle che riportano la misura del ricorso a vari tipi di attività formative, anche muovendo da condizioni personali differenziate (in stato di occupazione o meno). Non paiono esserci processi di crescita temporale di questa partecipazione, che rimane in generale inferiore a quella europea, basti considerare che nel 2011 l Italia si è collocata ben al di sotto della media europea (a 27 Paesi) e tra le ultime 8 nazioni nella graduatoria, insieme alla Francia, alla Grecia e ai paesi dell area balcanica ed ex Unione Sovietica. I dati mostrano anche una discreta variabilità tra le aree e nel Nord Et, quasi segnalando che si tratta di un dato fisiologico perfino poco sensibile all insorgere della crisi economica e occupazionale da più parti citata e documentata. Un ultimo elemento di particolarità è fornito dal fatto che le quote più alte di frequenza di attività formative per adulti si registrano nelle aree socialmente ed economicamente più favorite e riguardano sia gli occupati che i non occupati (disoccupati e non forze di lavoro) Fonte e note Gli indicatori presentati in questa sezione, ove non diversamente indicato, sono stati elaborati dall Istat nell ambito della Rilevazione Continua sulle forze di lavoro (RCFL). I confronti a livello internazionale sono di fonte Eurostat (Labour Force Survey) e gli obiettivi della Strategia Europea 2020 si possono scaricare dal seguente link:

4 Tab. F1.1 Quota della popolazione di anni in possesso almeno della licenza media inferiore (valori %). Anni Bolzano 97,0 98,0 97,4 98,5 98,0 99,6 98,9 97,8 98,0 Trento 98,8 98,7 99,0 98,2 99,2 99,5 98,7 99,3 98,9 Veneto 98,8 98,0 98,0 99,3 98,8 98,5 98,0 98,3 98,8 Friuli-Venezia Giulia 97,6 97,1 97,9 98,6 97,9 98,1 98,4 98,9 97,7 Italia 98,0 97,8 98,0 98,2 97,9 98,3 98,1 98,3 98,0 Fonte: Elaborazioni Fondazione Nord Est su dati Istat-RCFL e Miur Tab. F1.2 Tasso di partecipazione all'istruzione secondaria superiore della popolazione in età anni (valori %). Anni Bolzano 67,3 67,9 69,0 92,0 93,6 94,0 93,8 72,5 Trento 81,4 82,6 83,1 84,1 83,8 82,8 82,5 81,7 Veneto 88,7 88,3 89,4 89,4 89,5 88,5 88,4 88,6 Friuli-Venezia Giulia 96,5 95,4 95,5 94,6 95,3 93,6 93,4 93,7 Italia 92,2 92,1 92,4 92,5 93,2 92,7 92,3 92,2 Fonte: Elaborazioni Fondazione Nord Est su dati Istat e Miur Note: Il tasso è calcolato rapportando il totale degli iscritti alle scuole secondarie di secondo grado (statali e non statali) alla popolazione residente nella classe d'età anni (al primo gennaio) e può assumere valori superiori a 100 per la presenza di ripetenze o anticipi di frequenza. Dall'anno scolastico 2006/07 per la Provincia Autonoma di Bolzano i valori indicati comprendono gli iscritti alle prime e seconde classi delle scuole professionali riconosciute per l'adempimento dell'obbligo di istruzione (Legge Finanziaria 2007, comma 623). Tab. F1.3 Tasso di abbandono (abbandoni sul totale degli iscritti) alla fine del primo biennio delle scuole secondarie superiori (valori %). Anni Bolzano 5,5 4,6 4,4 6,7 5,4 4,6 3,5 5,6 Trento 5,1 3,3 3,4 5,6 4,3 3,2 3,9 2,2 Veneto 4,3 3,5 4,1 4,0 5,0 4,9 4,6 4,7 Friuli-Venezia Giulia 4,2 3,6 3,5 3,4 5,1 5,0 6,4 5,2 Italia 7,8 7,1 7,2 7,3 8,1 8,1 7,8 7,3 Fonte: Elaborazioni Fondazione Nord Est su dati Istat_RCFL e Miur Note: Gli abbandoni si riferiscono agli studenti che interrompono la frequenza scolastica e non si iscrivono all'anno scolastico successivo. Le interruzioni di frequenza possono risultare in numero negativo per effetto della mobilità territoriale in entrata e in uscita. La provincia autonoma di Bolzano, dall'anno scolastico 2006/07, fornisce anche i dati sugli Istituti di Formazione Professionale (IFP) riconosciuti per l'adempimento dell'obbligo di istruzione (Legge Finanziaria 2007, comma 623). Tuttavia, questi dati non sono considerati nel calcolo dell'indicatore, al fine di mantenere criteri uniformi per tutte le aree territoriali. Per tale motivo, i valori relativi a Bolzano e al Trentino Alto Adige sono stati rivisti, a partire dall'a.s

5 Graf. F1.1 - Tasso di abbandono alla fine del primo biennio delle scuole secondarie superiori. (abbandoni sul totale degli iscritti). Anni Tab. F1.4 Abbandoni scolastici prematuri. Percentuale di 18-24enni con al più la licenza media e che non frequentano altri corsi scolastici o svolgono attività formative superiori ai 2 anni in Italia e nell'ue27. Anni Veneto 18,1 18,4 15,0 13,1 15,6 16,9 16,0 16,8 14,2 P.A. Bolzano 30,6 26,4 23,5 23,3 21,5 21,0 22,5 18,2 19,5 P.A. Trento 11,9 12,2 10,5 10,6 12,3 12,2 11,8 9,6 12,0 Trentino Alto Adige 21,6 19,5 17,3 17,2 17,0 16,7 17,3 14,0 15,9 Friuli Venezia Giulia 13,6 15,8 19,7 12,6 15,2 14,5 12,1 13,9 13,3 Italia 22,9 22,3 20,6 19,7 19,7 19,2 18,8 18,2 17,6 UE27 16,0 15,8 15,5 15,1 14,9 14,4 14,1 13,5 12,8 Fonte: Elaborazioni Fondazione Nord Est su dati Eurostat e Istat-RCFL Nota: Il target per la Strategia Europa 2020 per l'italia è del 15-16%, per l'ue è del 10%. Graf. F1.2 - Percentuale di 18-24enni con al più la licenza media e che non frequentano altri corsi scolastici o svolgono attività formative superiori ai 2 anni in Italia e nell'ue27. Anni

6 Tab. F1.5 Giovani che non lavorano e non studiano. Percentuale di persone di anni né occupate, né inserite in un percorso di istruzione o formazione sul totale della popolazione di anni. Anni Bolzano 8,1 8,7 9,3 8,7 9,2 9 9,9 9,2 Trento 9 10,2 9,7 9,2 9,7 10,9 13,8 13,3 Veneto 10,4 11, ,1 10,7 12,6 15,7 15,6 Friuli-Venezia Giulia 12,1 11,1 10, ,7 14,1 15,7 Italia 19,5 20,0 19,2 18,9 19,3 20,5 22,1 22,7 Fonte: Elaborazioni Fondazione Nord Est su dati Eurostat e Istat-RCFL Graf. F1.3 - Giovani che non lavorano e non studiano. Percentuale di persone di anni né occupate, né inserite in un percorso di istruzione o formazione sul totale della popolazione di anni. Anno 2011

7 Tab. F1.6 Tasso di scolarizzazione superiore. Popolazione in età anni che ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore (valori %). Anni Bolzano 60,5 65,4 66,1 64,7 63,9 65,8 69,5 72,4 69,0 Trento 85,3 84,1 85,8 86,2 83,9 81,8 82,2 86,1 83,3 Veneto 76,9 77,0 81,6 82,9 79,8 78,7 79,4 78,6 81,2 Friuli-Venezia Giulia 80,8 78,8 76,0 81,3 81,0 80,2 81,0 79,4 81,3 Italia 72,3 73,0 74,8 75,7 76,0 75,8 75,9 76,5 77,1 Fonte: Elaborazioni Fondazione Nord Est su dati Istat-RCFL Graf. F1.4 - Persone in età anni con almeno il diploma superiore (valori %) Tab. F1.7 Percentuale di 30-34enni con titolo di studio universitario in Italia e nell'ue27. Anni Veneto 16,1 17,1 16,8 17,0 17,3 18,6 21,0 21,4 P.A. Bolzano 13,9 15,0 13,7 13,7 14,3 21,5 23,7 22,9 P.A. Trento 16,4 18,5 20,6 21,9 21,5 22,7 26,7 25,9 Trentino Alto Adige 15,1 16,7 17,2 17,9 18,0 22,1 25,2 24,4 Friuli Venezia Giulia 19,3 22,2 21,4 19,7 18,4 19,6 20,7 23,1 Italia 17,0 17,7 18,6 19,2 19,0 19,8 20,3 21,7 UE27 28,0 28,9 30,0 31,0 32,2 33,5 34,6 35,5 Fonte: Elaborazioni Fondazione Nord Est su dati Eurostat e Istat-RCFL Nota: Il target per la Strategia Europa 2020 per l'italia è del 26-27%, per l'ue è del 40%.

8 Tab. F1.8 Popolazione in età anni che ha conseguito al più un livello di istruzione secondario inferiore (valori %). Anni Bolzano 58,1 56,3 55,1 52,6 51,2 50,4 48,5 46,3 44,0 Trento 43,3 42,4 40,9 38,3 37,3 35,2 34,6 34,2 34,5 Veneto 53,6 51,0 50,2 47,8 46,1 44,8 42,8 42,8 41,8 Friuli-Venezia Giulia 49,0 47,1 44,6 44,1 42,9 42,7 41,3 42,1 37,8 Italia 51,9 50,3 49,2 48,2 47,2 46,1 45,2 44,3 43,1 Fonte: Elaborazioni Fondazione Nord Est su dati Istat Graf. F1.5 - Popolazione in età anni che ha conseguito al più un livello di istruzione secondario inferiore (valori %). Anno 2012 Tab. F1.9 Persone con almeno il diploma superiore. Popolazione in età anni che ha completato almeno la scuola secondaria di secondo grado (titolo non inferiore a ISCED 3a, 3b o 3c) sul totale della popolazione di anni. Anni Bolzano 44,8 47,1 47,9 52,2 54,3 54,3 55,3 56,5 Trento 56,9 57,8 59,3 61,9 62,9 64,9 65,4 65,9 Veneto 47,1 49,4 50,5 53,0 54,5 55,8 57,6 57,5 Friuli-Venezia Giulia 51,6 53,2 55,9 56,7 57,7 57,8 59,1 58,1 Italia 48,6 50,1 51,3 52,3 53,3 54,3 55,2 56,0 Fonte: Elaborazioni Fondazione Nord Est su dati Istat-RFCL Graf. F1.6 - Persone in età anni con almeno il diploma superiore (valori %)

9 Tab. F1.10 Partecipazione alla formazione continua. Popolazione in età anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale (percentuale). Anni Bolzano 7,9 7,3 6,2 7,1 7,2 7,7 7,4 6,9 Trento 8,2 7,9 8,7 9,6 9 8,9 8,3 8,3 Veneto 6,2 6,1 6,4 6,6 6,6 6,1 5,9 5,4 Friuli-Venezia Giulia 8,1 6,7 7,3 7,8 7,4 7,1 8,2 6,1 Italia 6,3 5,8 6,1 6,2 6,3 6 6,2 5,7 Fonte: Elaborazioni Fondazione Nord Est su dati Eurostat e Istat- RCFL Graf. F1.7 - Partecipazione alla formazione continua della popolazione in età anni. Anno 2011

10 Tab. F1.11 Adulti occupati nella classe d'età anni che partecipano ad attività formative e di istruzione per 100 adulti occupati nella classe di età corrispondente. Anni Bolzano 8,5 7,7 6,4 7,4 7,4 7,7 7,2 6,8 9,7 Trento 8,9 8,5 9,4 10,5 10,0 9,0 8,6 8,9 10,9 Veneto 6,6 6,5 6,7 6,9 7,0 6,4 6,2 5,3 6,1 Friuli-Venezia Giulia 8,4 6,8 7,6 8,1 7,6 7,3 8,7 5,6 7,3 Italia 6,4 5,7 6,1 6,2 6,5 5,9 6,2 5,4 6,5 Fonte: Elaborazioni Fondazione Nord Est su dati Istat-RCFL Graf. F1.8 - Adulti occupati nella classe d'età anni che partecipano ad attività formative e di istruzione per 100 adulti occupati nella classe di età corrispondente (valori %) Tab. F1.12 Adulti inoccupati (disoccupati e non forze di lavoro) nella classe d'età anni che partecipano ad attività formative e di istruzione per 100 adulti inoccupati nella classe d'età corrispondente. Anni Bolzano 6,0 6,2 5,9 6,2 6,5 7,5 8,1 7,2 7,6 Trento 6,4 6,6 6,9 7,4 6,4 8,5 7,6 6,7 8,0 Veneto 5,3 5,1 5,5 5,7 5,3 5,5 5,1 5,7 6,3 Friuli-Venezia Giulia 7,5 6,5 6,7 7,1 6,8 6,6 7,1 7,4 7,9 Italia 6,1 6,1 6,2 6,4 6,0 6,2 6,2 6,1 6,7 Fonte: Elaborazioni Fondazione Nord Est su dati Istat-RCFL

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