PIANO DI LOTTA ANTINCENDIO A SCUOLA Dirigente scolastico, RSPP

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1 INDICAZIONI PER LA STESURA DEL PIANO DI LOTTA ANTINCENDIO Chi definisce il piano Condiviso con Criteri di individuazione degli addetti Come addestrare gli addetti Come informare i lavoratori e gli allievi del piano Dotazione degli addetti Squadra antincendio PIANO DI LOTTA ANTINCENDIO A SCUOLA Dirigente scolastico, RSPP Addetti alla prevenzione incendi e alla lotta antincendio, RLS Personale scolastico vario (meglio se tecnico o ausiliario), attività prevalente in ambienti a maggior rischio d incendio, precedenza per competenze preesistenti, precedenza per competenze tecniche di base, conoscenza di tutti i luoghi dell edificio scolastico < 300 presenze contemporanee: corso di formazione di 8 ore, senza esame di idoneità tecnica >1.000 presenze contemporanee: corso di formazione di 16 ore con esame di idoneità tecnica Per i corsi in regime di convenzione con i VV.F (convenzione MIUR/MI), indipendentemente dal numero delle presenze, corso di 8 ore in presenza, più altre 8 ore su CD multimediale ed esame di idoneità tecnica obbligatoria, oltre ad esercitazioni pratiche (spegnimento fuoco) una volta all anno (DM 10/3/98) Comunicazione in occasione di un Collegio docenti a settembre (docenti) Incontro ad inizio a.s. (personale ATA) Breve lezione in aula all inizio dell a.s. (studenti di tutte le classi) Pieghevole illustrativo (da distribuire a tutti gli studenti) Solo per le esercitazioni pratiche annuali si forniscono agli addetti: tuta ignifuga; guanti ignifughi; elmetto con visiera. (se non disponibili, i materiali possono anche essere presi a nolo) Per le altre attività previste dal piano (sorveglianza, controllo periodico e manutenzione) si forniscono agli addetti: check-list per i controlli periodici; istruzioni scritte per la sorveglianza; cronogramma delle attività da svolgere. La squadra antincendio è composta da tutti gli addetti nominati per l a.s. in corso ed è diretta da un coordinatore. Compiti del coordinatore: definire compiti specifici da attribuire ai singoli componenti della squadra; definire il cronogramma delle attività da svolgere; verificare l attuazione dei compiti attribuiti ai singoli addetti; raccogliere tutte le informazioni derivanti dall attività di sorveglianza e controllo periodico, programmando gli interventi di manutenzione ordinaria e, se necessario, straordinaria; all occorrenza, indire una riunione tra tutti gli addetti; partecipare alle riunioni periodiche del SPP (di cui è opportuno faccia parte); raccogliere i bisogni di aggiornamento degli addetti; fornire suggerimenti ed indicazioni utili all acquisto dei materiali e delle attrezzature necessarie alla squadra; rappresentare il riferimento per le ditte esterne che operano per conto dell istituto nel campo dell antincendio; mantiene aggiornato il Registro dei controlli periodici antincendio.

2 ESEMPIO DI CHECK LIST PER I CONTROLLI PERIODICI ANTINCENDIO INTESTAZIONE ISTITUTO SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE LISTA DI CONTROLLO ANTINCENDIO ZONA: (vedi Registro dei controlli periodici) INCARICATO: ANNO SCOLASTICO: NIENTE DA SEGNALARE EVENTUALI SEGNALAZIONI (danni materiali evidenti, impossibilità d'uso, funzionamento impedito, assenza di parti essenziali, segni evidenti di usura, ostacoli fissi sui percorsi, ecc.) IMPIANTI TECNOLOGICI Magnetotermici Differenziali Prese di corrente Prese multiple Prolunghe volanti Quadri elettrici Apparecchiature elettriche Lampade di emergenza Rubinetti del gas Tubi del gas Altro PRESIDI ANTINCENDIO Estintori portatili Idranti a parete Pulsanti allarme manuale Cartelli antincendio Altro

3 VIE D'ESODO Corridoi e percorsi interni Scale interne Percorsi esterni Scale esterne Porte d'uscita Punti di raccolta Cartelli di sicurezza Planimetrie Altro Data: Per ricevuta: Firma:

4 ANTINCENDIO / VIE ED USCITE D EMERGENZA Punti di verifica Riferimenti normativi - Note Osservazioni del valutatore D P R (DxP) Se nella scuola le presenze prevedibili di alunni, personale docente e non docente sono complessivamente superiori a 100, è disponibile il Certificato di Prevenzione Incendi valido, con relativi disegni e relazioni o un progetto di adeguamento approvato dai VV.F. e la dichiarazione degli Enti Locali di esecuzione entro i termini di legge? Lo stato di fatto della scuola (numero delle persone complessivamente presenti, aree a rischio specifico, distribuzione e uso degli spazi, compartimentazioni, vie e uscite, mezzi e impianti fissi di protezione e estinzione degli incendi, ecc.) è conforme al progetto e alla relazione approvata dai VV.F. preliminarmente al rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi? L edificio è provvisto di un sistema organizzato di vie d uscita dimensionato in base al massimo affollamento ipotizzabile in funzione della capacità di deflusso? - Chiedere all ente proprietario di eliminare ogni difformità e sottoporre preventivamente al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco ogni modifica che si intende apportare a quanto già approvato - Verificare solo nel caso il certificato prevenzione incendi sia antecedente il DM Calcolare il massimo affollamento ipotizzabile secondo i parametri fissati al punto 5.0 dell'allegato al DM La capacità di deflusso non deve essere superiore a 60 per ogni piano. - Chiedere all ente proprietario di organizzare le vie di uscita e dimensionarle secondo tali parametri.

5 ANTINCENDIO / VIE ED USCITE D EMERGENZA Punti di verifica Riferimenti normativi - Note Osservazioni del valutatore D P R (DxP) La scuola è dotata di almeno 2 uscite verso luoghi sicuri? - Verificare solo nel caso il certificato prevenzione incendi sia antecedente il DM Individuare luoghi sicuri (spazio scoperto o compartimento antincendio) con caratteristiche idonee a contenere un predeterminato numero di persone o a consentirne il movimento ordinato. - Chiedere all ente proprietario di incrementare le uscite. Sono previsti una adeguata distribuzione degli ambienti e specifici accorgimenti tecnici per contenere i rischi di incendio anche nei confronti delle persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale? L'altezza minima delle vie e delle uscite verso un luogo sicuro è di m 2 e la larghezza è multipla di 0,60 m e non inferiore a 1,20 m? La lunghezza delle vie di uscita, misurata dal luogo sicuro alla porta più vicina di ogni locale frequentato, è inferiore a 60 m? Le vie e le uscite d emergenza sono segnalate e mantenute sgombre da qualsiasi materiale? - Se l'edificio si sviluppa su più piani, prevedere ambienti protetti opportunamente distribuiti ed in numero adeguato, resistenti al fuoco e facilmente raggiungibili in modo autonomo da parte delle persone disabili, ove attendere i soccorsi. - Circolare MI n Verificare solo nel caso il certificato prevenzione incendi sia antecedente il DM Ridurre i percorsi individuando luoghi sicuri a distanze inferiori a 60 m.

6 ANTINCENDIO / VIE ED USCITE D EMERGENZA Punti di verifica Riferimenti normativi - Note Osservazioni del valutatore D P R (DxP) Le uscite verso un luogo sicuro sono apribili nel verso dell'esodo e, se chiuse, possono essere aperte facilmente e immediatamente da parte di qualsiasi persona? - Verificare solo nel caso il certificato prevenzione incendi sia antecedente il DM Se gli spazi frequentati dagli alunni o dal personale docente e non docente sono distribuiti su più piani, è presente, oltre la scala per il normale afflusso, una scala di sicurezza esterna o una scala a prova di fumo o a prova di fumo interna? La larghezza delle scale è almeno di m 1,20 e le rampe non presentano restringimenti? Le aule didattiche hanno 1 porta ogni 50 persone presenti? Nelle aule didattiche con più di 25 persone presenti e in quelle in cui si depositano e manipolano sostanze infiammabili o esplosive con un numero di persone superiore a 5, le porte hanno la larghezza di almeno 1,20 m e sono apribili nel verso dell'esodo? E stato predisposto un piano di emergenza? Sono stati designati e debitamente formati i lavoratori incaricati di attuare le misure di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione, di salvataggio, e gestione dell'emergenza? Il piano d emergenza è esposto ad ogni piano dell edificio scolastico e indica la vie di fuga? - Verificare solo nel caso il certificato prevenzione incendi sia antecedente il DM Verificare solo nel caso il certificato prevenzione incendi sia antecedente il DM Verificare solo nel caso il certificato prevenzione incendi sia antecedente il DM Verificare solo nel caso il certificato prevenzione incendi sia antecedente il DM Esporre ad ogni piano il disegno in pianta del piano stesso con la segnalazione evidente delle vie di fuga, della posizione degli estintori/idranti e delle procedure di evacuazione.

7 Il personale e gli studenti sono stati formati e informati sulle procedure di evacuazione? ANTINCENDIO / VIE ED USCITE D EMERGENZA Punti di verifica Riferimenti normativi - Note Osservazioni del valutatore D P R (DxP) - Prevedere momenti di formazione e di informazione, effettuare prove pratiche di evacuazione almeno due volte nell anno scolastico. I laboratori per le esercitazioni ove si utilizzano gas combustibili con densità > 0,8 (ad es. GPL) sono ubicati ai piani fuori terra e non hanno comunicazioni con i piani interrati? I depositi di materiali infiammabili liquidi oltre i 20 l o di gas sono ubicati al di fuori del volume del fabbricato? All'interno del volume dell'edificio sono detenuti complessivamente non più di 20 l di liquidi infiammabili e questi sono conservati in armadi metallici dotati di bacino di contenimento? I laboratori ove si manipolano sostanze esplosive e/o infiammabili hanno aperture di aerazione permanente su pareti esterne di superficie pari ad almeno 1/20 della superficie in pianta del locale e, se sono impiegati gas con densità > 0,8 almeno 1/3 di tale superficie aerante è posta a filo di pavimento sulla parete esterna? Le strutture e le porte dei locali per le esercitazioni e i depositi annessi e non, garantiscono una resistenza al fuoco almeno REI 60? - Verificare solo nel caso il certificato prevenzione incendi sia antecedente il DM Verificare solo nel caso il certificato prevenzione incendi sia antecedente il DM Le apparecchiature di laboratorio alimentate a combustibile gassoso hanno un bruciatore dotato di dispositivo automatico di sicurezza totale che intercetti il flusso del gas in mancanza di fiamma? I depositi hanno una apertura di aerazione di superficie non inferiore a 1/40 della superficie in pianta di ciascun locale? - Chiedere all ente proprietario di applicare i dispositivi di sicurezza automatici ( ad es. termocoppia). - Chiedere all ente proprietario di realizzare tali aperture e dotarle di robuste griglie a maglia fitta

8 Se nel locale di deposito il carico di incendio supera i 30 kg/m 2 è installato un impianto di rilevazione automatica d incendio se fuori terra o un impianto di spegnimento automatico se interrato? ANTINCENDIO / VIE ED USCITE D EMERGENZA Punti di verifica Riferimenti normativi - Note Osservazioni del valutatore D P R (DxP) - Calcolare il carico di incendio e ridurlo a valori inferiori a 30 kg/m 2 oppure chiedere all ente proprietario di installare gli impianti necessari. In ogni deposito è previsto almeno un estintore di capacità estinguente non inferiore a 21A, ogni 200 m 2 di superficie e non inferiore a 21A, 89B,C ogni 150 m 2 di superficie se sono depositati materiali infiammabili liquidi e gassosi? Per il riscaldamento sono utilizzate stufe funzionanti a combustibile liquido o gassoso? Esiste un sistema di allarme con comando in luogo presidiato? L impianto elettrico di sicurezza alimenta solo l illuminazione di sicurezza e l impianto di diffusione sonora e/o l impianto di allarme? - Eliminare tali stufe e chiedere all ente proprietario di sostituirli con impianti di produzione calore conformi alle disposizioni di prevenzione incendi. - Predisporre un sistema di allarme con comando in luogo costantemente presidiato durante il funzionamento della scuola. - Per le scuole con presenze contemporanee fino a 500 persone può essere utilizzato lo stesso impianto a campanelli usato per le lezioni, purché venga convenuto un particolare suono. - Per le altre scuole deve essere previsto anche un impianto di altoparlanti. - Provvedere a separare l impianto in modo che il suo uso sia strettamente ed esclusivamente connesso con la sicurezza delle persone.

9 ANTINCENDIO / VIE ED USCITE D EMERGENZA Punti di verifica Riferimenti normativi - Note Osservazioni del valutatore D P R (DxP) Esistono impianti fissi di protezione ed estinzione degli incendi? - Verificare solo nel caso il certificato prevenzione incendi sia antecedente il DM Chiedere all ente proprietario di adeguare gli impianti a quanto prescritta al punto 9 del DM Esistono estintori portatili di capacità estinguente non inferiore 13A, 89B, in numero di almeno uno ogni 200 m 2 di pavimento? Esiste un sistema di segnaletica di sicurezza, finalizzato alla sicurezza antincendio? E' stato predisposto un registro dei controlli periodici ove sono annotati tutti gli interventi e i controlli relativi all'efficienza degli impianti elettrici, dell'illuminazione di sicurezza, dei presidi antincendio, dei dispositivi di sicurezza e di controllo, delle aree a rischio specifico e dell'osservanza della limitazione dei carichi di incendio nei vari ambienti? - Chiedere all ente proprietario di provvedere ad installare un numero di estintori adeguato alla superficie con un minimo di 2 estintori per piano - Chiedere all ente proprietario di provvedere a posizionare tutta la segnaletica necessaria come indicato dal D.Lgs 493/96. - Predisporre e tenere costantemente aggiornato e a disposizione degli organi di vigilanza il registro dei controlli e degli interventi effettuati

10 ARMADIO PER ATTREZZATURA ANTINCENDIO

11 ARMADIO PER ATTREZZATURA ANTINCENDIO

12 GUANTI ANTICALORE

13 CASCO

14 CASCO

15 FUNE IN KEVLAR E CINTURONE CON ANELLI DI ANCORAGGIO

16 MASCHERA E FILTRO

17 COPERTA ANTIFIAMMA

18 TORCIA CON CARICA BATTERIA

19 1. GESTIONE DELLE EMERGENZE [INTERDISCIPLINARE] 9.1. FINALITÀ Gestire le emergenze significa definire e adottare le necessarie misure organizzative e procedurali con l obiettivo di: attivare tempestivamente le squadre aziendali di emergenza; utilizzare correttamente le risorse tecniche disponibili per le operazioni di primo intervento; chiamare i soccorsi pubblici, fornendo l opportuna e subordinata partecipazione alle azioni di soccorso, fornendo informazioni dettagliate su processi di lavoro, prodotti utilizzati, attrezzature, impianti e strutture; contribuire efficacemente all evacuazione degli occupanti. Questo comporta definire i piani antincendio, evacuazione e primo soccorso, assicurandone integrazione e coordinamento, garantire adeguata formazione e aggiornamento degli addetti, dotarsi di idonee attrezzature e strumenti conoscitivi (schede sicurezza, planimetrie, ecc.). Si devono prevedere emergenze a diverso livello di gravità, che vanno da un danno controllabile solo mediante l intervento di chi individua l emergenza stessa (es. versamento di prodotti non pericolosi), ad una situazione controllabile mediante l intervento congiunto di addetti interni all emergenza (es. principio di incendio, malore), fino all evento controllabile solo mediante intervento di soccorsi esterni (es. incendio diffuso, terremoto, infortunio grave). In ogni caso devono essere stabilite le misure organizzative e codificate procedure idonee a gestire i vari tipi di emergenza che si possono presentare PIANO D EMERGENZA NELLA SCUOLA Con il termine piano d emergenza si intende l insieme delle misure straordinarie, delle procedure e delle azioni che è necessario attuare per fronteggiare e ridurre i danni derivanti da eventi anche particolarmente gravi ma a bassa probabilità di accadimento e comunque non completamente evitabili con interventi preventivi. Gli obiettivi generali del piano d emergenza sono: ridurre i rischi per le persone successivamente agli accadimenti; prestare il primo soccorso alle persone; circoscrivere e contenere gli eventi; limitare i danni materiali. Lo scopo ultimo del piano di emergenza è quindi quello di consentire la migliore gestione possibile degli scenari incidentali ipotizzati, determinando una o più sequenze di azioni ritenute idonee per controllare le conseguenze dell incidente stesso. Il piano d emergenza di una scuola si compone normalmente di una parte generale e di tre sottopiani: il piano di primo soccorso, il piano della lotta antincendio e il piano d evacuazione. Scopo della parte generale è individuare e descrivere gli scenari delle emergenze più rischiose che si possono verificare e fornire le linee guida essenziali per la loro gestione, evidenziando le situazioni in cui è indispensabile attivare uno o più dei tre sottopiani. La stesura del piano di emergenza consente di identificare con maggior precisione gli incidenti che possono verificarsi all interno degli edifici scolastici o nelle loro immediate vicinanze. Vi sono diversi tipi di emergenze, che distinguiamo a seconda si presentino o abbiano origine internamente alla scuola o esternamente ad essa (Tab. 22).

20 Tab. 22 Tipologia di emergenze negli edifici scolastici INTERNE ALLA SCUOLA incendi esplosioni crolli strutturali allagamenti da guasti agli impianti fughe di gas versamenti di prodotti pericolosi black-out infortuni o malori ESTERNE ALLA SCUOLA fattori meteorologici (allagamenti da nubifragi, trombe d aria, neve, ghiaccio, fulmini) terremoti rapine o atti terroristici incidenti stradali coinvolgimento nelle emergenze di attività vicine (aziende adiacenti) L analisi degli eventi che possono accadere all interno di un edificio scolastico tiene conto innanzitutto delle attività che in esso si svolgono abitualmente, dei dati storici e statistici a disposizione e delle specificità del contesto (elevata presenza contemporanea, con una componente preponderante di giovani e giovanissimi, estensione e dislocazione degli ambienti e delle strutture utilizzate, difficoltà di tenere sotto controllo gli spostamenti interni delle persone, conoscenza più o meno approfondita della disposizione interna di spazi e ambienti, eventuale presenza di ospiti o di attività non direttamente gestite dalla scuola, variabilità nel tempo del personale, dei suoi orari e dell efficacia del controllo quotidiano degli edifici), ma può considerare anche parametri di tipo geografico, geomorfologico, ambientale e socioculturale. Il piano di emergenza, elaborato a conclusione del processo di valutazione degli eventi incidentali, deve essere un documento chiaro, di facile comprensione da parte dei destinatari, che sono il personale scolastico, gli allievi, i genitori e tutti quanti si possono trovare a qualsiasi titolo all interno della scuola. Per la stesura della parte generale del piano può essere utile la seguente traccia: 1. analisi degli eventi incidentali più rischiosi; 2. descrizione degli scenari contemplati dal piano e definizione dei sottopiani da attivare: individuazione degli scenari da considerare (sulla base degli eventi più rischiosi); descrizione dei singoli scenari; elencazione dei sottopiani da attivare per ogni scenario; criteri generali per la scelta del personale preposto all attivazione dei sottopiani; linee guida generali per la stesura dei sottopiani; 3. prove ed esercitazioni: individuazione dei sottopiani per cui è necessario fare esercitazioni; modalità di svolgimento delle esercitazioni e delle prove (regole generali). Dopo questa premessa di carattere generale, nei prossimi paragrafi verranno trattati più in dettaglio dei tre sottopiani che compongono il piano d emergenza.

21 9.3. INCENDIO E PREVENZIONE INCENDI La conoscenza di alcuni concetti base sulla combustione, e sulla differenza tra i diversi tipi di fuoco e di estintori, può risultare di valido aiuto per individuare le condizioni in cui si può manifestare il pericolo di incendio sul luogo di lavoro, prima di procedere alla valutazione del rischio di incendio e alla gestione dell emergenza incendio Definizioni La combustione è una reazione chimica esotermica (con produzione di calore) sufficientemente rapida di una sostanza combustibile con un comburente (ossigeno), caratterizzata da sviluppo di energia sotto forma di luce e calore oltre che da gas e fumi. L incendio è una combustione sufficientemente rapida e non controllata che si sviluppa senza limitazioni nello spazio e nel tempo. L esplosione è una combustione a propagazione molto rapida con violenta liberazione di energia. Può avvenire solo in presenza di gas, vapori o polveri combustibili di alcune sostanze instabili e fortemente reattive o di materie esplosive. La fiamma è data dalla combustione di un gas con emissione di luce. Il combustibile è una sostanza solida, liquida o gassosa nella cui composizione sono presenti elementi quali il carbonio, l idrogeno, lo zolfo, ecc Combustione La combustione può avvenire con o senza sviluppo di fiamme superficiali. Solitamente il comburente è l ossigeno contenuto nell aria. Le condizioni necessarie per avere una combustione sono: presenza del combustibile; presenza del comburente; presenza di una sorgente di calore (sufficientemente alto). Solo la contemporanea presenza di questi tre elementi da luogo al fenomeno dell incendio, e di conseguenza, al mancare di almeno uno di essi, l incendio si spegne. Fig. 23 Il triangolo di fuoco

22 Per ottenere lo spegnimento degli incendi si può ricorrere a tre sistemi: esaurimento del combustibile: allontanamento o separazione della sostanza combustibile dal focolaio di incendio; soffocamento: separazione del comburente dal combustibile; raffreddamento: sottrazione di calore fino ad ottenere una temperatura inferiore a quella necessaria al mantenimento della combustione. I prodotti della combustione sono suddivisibili in quattro categorie: gas di combustione; fiamme; fumo; calore Classificazione degli incendi Gli incendi vengono distinti in cinque classi, secondo lo stato fisico dei materiali combustibili (Fig. 24). Classi distinzione incendi CLASSE A: Incendi di materiali solidi, generalmente di natura organica, la cui combustione avviene con brace; CLASSE B: Incendi di materiali liquidi, per i quali è necessaria azione di copertura e soffocamento; CLASSE C: Incendi di materiali gassosi, come idrogeno, metano propano; CLASSE D: Incendi di metalli o di sostanze chimiche spontaneamente combustibili in presenza di aria o reattive in presenza di acqua o schiuma, con formazione di idrogeno, fosforo, magnesio, potassio; CLASSE E: Incendi di materiali ed apparecchiature elettriche sotto tensione. Cause e pericoli di incendio: deposito o manipolazione non idonea di sostanze infiammabili o combustibili; accumulo di rifiuti, carta o altro materiale combustibile che può essere facilmente incendiato, accidentalmente o volutamente; negligenza nell'uso di fiamme libere e di apparecchi generatori di calore; inadeguata pulizia delle aree di lavoro e scarsa manutenzione delle apparecchiature; impianti elettrici difettosi, sovraccaricati e non adeguatamente protetti; riparazioni o modifiche di impianti elettrici effettuate da persone non qualificate; apparecchiature elettriche lasciate sottotensione anche quando non utilizzate; ventilazione ostruita di apparecchi di riscaldamento, macchinari, attrezzature elettriche; fumare in aree ove è proibito.

23 Sorgenti di innesco Le fonti di innesco possono essere suddivise in: accensione diretta quando una fiamma, una scintilla o altro materiale incandescente entra in contatto con un materiale combustibile in presenza di ossigeno (es. operazioni di taglio e saldatura, fiammiferi e mozziconi di sigaretta, lampade e resistenze elettriche, scariche statiche); accensione indiretta quando il calore di innesco avviene nelle forme della convezione, conduzione e irraggiamento termico (es. correnti di aria calda generate da un incendio e diffuse attraverso un vano scala, propagazione di calore attraverso elementi metallici strutturali degli edifici); attrito quando il calore è prodotto dallo sfregamento di due materiali (es. malfunzionamento di parti meccaniche rotanti quali cuscinetti, urti, rottura violenta di materiali meccanici); autocombustione o riscaldamento spontaneo quando il calore viene prodotto dallo stesso combustibile (es. processi di ossidazione, reazioni chimiche) Tipo di estinguente La classificazione degli incendi consente la scelta del tipo di estinguente, da effettuarsi in funzione della natura del combustibile e delle dimensioni del fuoco (vedi Fig. 25).

24 Tab. 25 Caratteristiche sostanze estinguenti SOSTANZA COMPOSIZIONE AZIONE ESTINGUENTE ACQUA Acqua naturale Raffreddamento (evaporazione e aumento della temperatura dell acqua) Separazione (strato impermeabile tra combustibile e comburente e rimozione del combustibile) Diluizione (dell ossigeno con il vapor d acqua e delle sostanze infiammabili solubili in acqua) SCHIUME POLVERI GAS INERTI IDROCARBURI ALOGENATI Tipo chimico (anidride carbonica ottenuta miscelando acqua e solfato di alluminio o acqua e bicarbonato di sodio con uno schiumogeno a base di polvere di liquirizia) Tipo fisico meccanico (formata inglobando meccanicamente aria in una soluzione schiumogena) Tipo filmante (formata con l addizione di speciali sostanze tensioattive) Tipo chimico (bicarbonato di sodio o potassio, cloruro di sodio) Tipo chimico polivalente (fosfato d ammonio o sali organici) Tipo inerte (grafite, allumina) Anidride carbonica (CO2) Azoto (N) Halon 1211 (CF2ClBr) Halon 2402 (C2F4Br2) Halon 1301 (CF3Br) NAF S-III (CHCl2CF3, CHClF2, CHClFCF3) Separazione (strato impermeabile tra combustibile e comburente) Raffreddamento (dei materiali che bruciano) Azione meccanica (abbattimento della fiamma) Inibizione chimica Decomposizione (per effetto della temperatura, con produzione di anidride carbonica e vapor d acqua) Soffocamento (riduzione della concentrazione dell ossigeno nell aria) Raffreddamento (il CO2, espandendosi, passa dalla fase liquida a quella gassosa e provoca un brusco abbassamento della temperatura) Inibizione chimica

25 Fig. 26 Risultati dell utilizzo di prodotti estinguenti CLASSE A CLASSE B CLASSE C CLASSE D CLASSE E ACQUA BUONO MEDIOCRE MEDIOCRE NO NO SCHIUMA BUONO BUONO NO NO NO POLVERE MEDIOCRE BUONO BUONO BUONO BUONO CO2 (GAS INERTI) SCARSO MEDIOCRE MEDIOCRE NO BUONO HALON SCARSO BUONO BUONO NO BUONO Nei piccoli incendi, ed in caso di primo intervento, può essere sufficiente l utilizzo di un estintore per domare il fuoco. Per incendi più gravi l utilizzo degli estintori può essere utile per impedire o rallentare la propagazione delle fiamme, in attesa dell utilizzo di mezzi antincendio più potenti che hanno spesso tempi di approntamento più lunghi. Fig. 27 Esempi di estintori portatili 9.4. VALUTAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO A SCUOLA [area tecnologica, edile] Quadro normativo La normativa specifica collegata alla prevenzione incendi è molto consistente. Nel D.Lgs 626/94 vengono formulate indicazioni a carico dei datori di lavoro come la valutazione dei rischi e le relative misure da attuare in caso di prevenzione degli incendi ed evacuazione dei lavoratori, che possono concretizzarsi in una vera e propria gestione dell emergenza. Le norme che interessa conoscere per l ambito scolastico sono essenzialmente tre; in ordine cronologico sono:

26 DM 26/8/92 Norme di prevenzione incendi per l edilizia scolastica; D.Lgs 626/94 (artt ); DM 10/3/98 Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell emergenza nei luoghi di lavoro; Valutazione L obiettivo della valutazione dei rischi di incendio è di consentire al dirigente scolastico di prendere i provvedimenti che sono effettivamente necessari per salvaguardare la sicurezza di tutto il personale e degli allievi, nonché degli altri utenti della scuola (genitori, fornitori, ecc.). Il dirigente scolastico deve: individuare il livello di rischio d incendio (alto o medio) e la classificazione (tipo 0, tipo 1, ecc.) di ogni edificio scolastico in base all affollamento (DM 10/3/98 e DM 26/8/92); redigere il piano di lotta antincendio e il piano d evacuazione (vedi DM 26/8/92); attuare adeguata informazione e formazione del personale e degli allievi, nonché degli addetti alla gestione dell emergenza incendio; adottare misure intese a ridurre la probabilità di insorgenza degli incendi (misure di tipo tecnico, misure di tipo organizzativo-gestionale); garantire che vengano effettuate le manutenzioni periodiche sulle attrezzature e sugli impianti di estinzione degli incendi (presidi antincendio). Alla riduzione del rischio d incendio possono contribuire le seguenti regole pratiche: fare attenzione alla manipolazione di sostanze infiammabili soprattutto in presenza di scintille o di calore; prevedere lo stoccaggio di sostanze infiammabili in un locale idoneo; vietare il fumo di sigarette in qualsiasi luogo chiuso e nelle vicinanze di depositi di materiali o sostanze infiammabili; tenere lontano da fonti di calore i materiali combustibili, sia in lavorazione che in deposito Dotazioni antincendio Le dotazioni antincendio per le scuole sono stabilite dal DM 26/8/92 e dal DM 10/3/98. Esse comprendono normalmente: porte antincendio (dove richieste per la compartimentazione degli ambienti); impianto di segnalazione fumi (in alcune tipologie di laboratorio e nei locali non presidiati adibiti a deposito, specie se di carta); idranti (a parete, per interno, e a colonna, per esterno); estintori (quasi sempre portatili); impianto di allarme generale (con attivazione presidiata); illuminazione di emergenza (in tutti gli ambienti utilizzati normalmente); uscite di sicurezza; segnaletica di sicurezza. L individuazione e la fornitura delle più idonee dotazioni antincendio negli edifici scolastici spetta all ente proprietario/gestore degli edifici stessi. E infatti l ente proprietario/gestore che deve richiedere al competente Comando provinciale dei Vigili del fuoco il rilascio del certificato di prevenzione incendi (CPI) e la presenza negli edifici di un adeguata dotazione antincendio è condizione indispensabile per ottenere tale certificato. A cura del titolare dell attività, cioè del dirigente scolastico, sono invece il controllo periodico e la manutenzione dei presidi antincendio in dotazione nella scuola. Ciò non toglie che tra il Comune (o la Provincia) e le scuole possano essere presi degli accordi affinché parte o tutte queste operazioni di controllo e manutenzione vengano svolte direttamente dall ente proprietario. In questo caso è importante che siano stabiliti in modo inequivocabile i limiti e gli ambiti dei rispettivi interventi, cioè di cosa si occuperà la scuola e di cosa l ente proprietario/gestore e che rimanga traccia scritta degli accordi presi in tal senso.

27 9.5. PIANO DI LOTTA ANTINCENDIO DELLA SCUOLA Definizioni Con il termine sorveglianza si intende il controllo visivo atto a verificare che i passaggi, le scale e i corridoi siano liberi da ostruzioni o pericoli, che le porte di sicurezza (provviste di maniglioni antipanico) siano completamente agibili, che la segnaletica di sicurezza e le lampade di illuminazione di emergenza siano integre e che gli estintori siano facilmente accessibili. Tale controllo può essere effettuato anche quotidianamente e non necessita di una precisa programmazione né di alcuna modulistica da compilare; le eventuali segnalazioni vanno fatte al coordinatore. Il controllo periodico consiste in una serie di operazioni, da effettuarsi con scadenza almeno semestrale (si suggerisce a settembre e marzo), tese a verificare l assenza di danni materiali e la completa e corretta funzionalità degli impianti tecnologici (quadri elettrici, differenziali, magnetotermici, prese di corrente, pulsanti d allarme manuale antincendio, luci d emergenza, valvole di intercettazione del gas, di combustibili liquidi, dell acqua), dei presidi antincendio (estintori, idranti a parete, cartellonistica) e delle vie d esodo in caso d evacuazione (planimetrie, percorsi interni ed esterni all edificio, punti di raccolta). Al fine di agevolare queste operazioni saranno predisposte delle checklist (Check-list 30), che, una volta compilate, saranno raccolte dal coordinatore ed integrate nel Registro dei controlli periodici antincendio (Fig. 29). Con il termine manutenzione si intendono le operazioni pratiche e gli interventi concreti, finalizzati a mantenere in efficienza, in buono stato e fruibili gli impianti, le attrezzature, i percorsi e i presidi utilizzati nelle emergenze, in caso d incendio e durante l evacuazione dell edificio. Per la manutenzione ordinaria verranno predisposte delle apposite schede di programmazione Indicazioni per la stesura del piano di lotta antincendio Di seguito (Fig. 28) vengono riportate, in forma schematica, alcune indicazioni utili (anche se non vincolanti) per la stesura del piano della lotta antincendio per una scuola. Il riferimento per la stesura del piano è sempre il singolo plesso, anche se nulla vieta, qualora non sussistano differenze importanti, di utilizzare lo stesso modello di piano per tutti gli edifici di cui si compone la scuola.

28 Fig. 28 Piano di lotta antincendio Chi definisce il piano Condiviso con Criteri di individuazione degli addetti Come addestrare gli addetti Come informare i lavoratori e gli allievi del piano Dotazione degli addetti Squadra antincendio PIANO DI LOTTA ANTINCENDIO Dirigente scolastico, RSPP Addetti alla prevenzione incendi e alla lotta antincendio, RLS Personale scolastico vario (meglio se tecnico o ausiliario), attività prevalente in ambienti a maggior rischio d incendio, precedenza per competenze preesistenti, precedenza per competenze tecniche di base, conoscenza di tutti i luoghi dell edificio scolastico < 300 presenze contemporanee: corso di formazione di 8 ore, senza esame di idoneità tecnica >1.000 presenze contemporanee: corso di formazione di 16 ore con esame di idoneità tecnica Per i corsi in regime di convenzione con i VV.F. (convenzione MIUR/MI): indipendentemente dal numero delle presenze, corso di 8 ore in presenza più altre 8 ore su CD multimediale ed esame di idoneità tecnica obbligatoria, oltre ad esercitazioni pratiche (spegnimento fuoco) una volta all anno (DM 10/3/98) Comunicazione in occasione di un Collegio docenti a settembre (docenti) Incontro ad inizio a.s. (personale ATA) Breve lezione in aula all inizio dell a.s. (studenti di tutte le classi) Pieghevole illustrativo (da distribuire a tutti gli studenti) Solo per le esercitazioni pratiche annuali si forniscono agli addetti: tuta ignifuga; guanti ignifughi; elmetto con visiera. (se non disponibili, i materiali possono anche essere presi a nolo) Per le altre attività previste dal piano (sorveglianza, controllo periodico e manutenzione) si forniscono agli addetti: check-list per i controlli periodici; istruzioni scritte per la sorveglianza; cronogramma delle attività da svolgere. La squadra antincendio è composta da tutti gli addetti nominati per l a.s. in corso ed è diretta da un coordinatore. Compiti del coordinatore: definire compiti specifici da attribuire ai singoli componenti della squadra; definire il cronogramma delle attività da svolgere; verificare l attuazione dei compiti attribuiti ai singoli addetti; raccogliere tutte le informazioni derivanti dall attività di sorveglianza e controllo periodico, programmando gli interventi di manutenzione ordinaria e, se necessario, straordinaria; all occorrenza, indire una riunione tra tutti gli addetti; partecipare alle riunioni periodiche del SPP (di cui è opportuno faccia parte); raccogliere i bisogni di aggiornamento degli addetti; fornire suggerimenti ed indicazioni utili all acquisto dei materiali e delle attrezzature necessarie alla squadra; rappresentare il riferimento per le ditte esterne che operano per conto dell istituto nel campo dell antincendio; mantenere aggiornato il Registro dei controlli periodici antincendio (Fig. 29).

29 Mansionario della squadra antincendio I componenti della squadra prevenzione incendi e lotta antincendio, nei limiti delle rispettive competenze, hanno l incarico di effettuare la sorveglianza, il controllo periodico e la manutenzione delle attrezzature, degli impianti e di tutti i presidi antincendio presenti nell istituto. Inoltre, se e solo se fisicamente presenti in un locale dell istituto nel momento in cui dovesse svilupparsi un principio d incendio, hanno il compito di intervenire prontamente con i mezzi di estinzione presenti in loco (estintori)*. Durante le emergenze, la squadra presta la sua opera mettendosi a disposizione di chi coordina le operazioni ( gestore dell emergenza ) e collaborando con gli addetti di primo soccorso. A tal fine, è indispensabile che i suoi componenti sappiano muoversi con disinvoltura in tutti gli ambienti dell istituto e che conoscano l ubicazione dei quadri elettrici, dei punti di comando degli impianti tecnologici, dei presidi antincendio e dell attrezzatura necessaria ad affrontare ogni fase dell emergenza. Inoltre, devono conoscere il piano d emergenza predisposto dall istituto, i nominativi degli addetti di primo soccorso e le linee generali del piano di primo soccorso. In caso di intervento dei Vigili del fuoco, i componenti della Squadra collaborano con questi, mettendo a disposizione la loro conoscenza dei luoghi e svolgendo essenzialmente compiti cui sono già abituati quotidianamente, al fine di salvaguardare l incolumità delle persone coinvolte e di limitare i danni alle risorse materiali dell istituto. Durante l evacuazione dell istituto, come in occasione delle periodiche prove simulate, la squadra collabora per garantire la regolarità e la buona riuscita delle operazioni, sorveglia l uscita degli allievi e del personale scolastico e si fa carico di condurre in un luogo sicuro gli eventuali disabili (non allievi) e tutte le persone estranee all istituto (genitori). Ha cura, infine, di riferire al Servizio di prevenzione e protezione problemi, irregolarità o carenze riscontrate durante l evacuazione, contribuendo così a migliorare l intera procedura. I componenti della Squadra, pertanto, devono conoscere il piano d evacuazione e, in particolare, i flussi d esodo e i punti di raccolta previsti. * Quest ultimo incarico non prevede la reperibilità certa ed immediata dei componenti della squadra antincendio durante l orario di apertura dell istituto; tuttavia si suggerisce di estendere progressivamente la competenza all uso degli estintori a tutto il personale scolastico, cominciando dai tecnici di laboratorio, dagli insegnanti tecnico-pratici e dai collaboratori scolastici.

30 Fig. 29 Esempio di registro dei controlli periodici Periodicità giornaliero Tipo di operazione sorveglianza Dispositivo vie di fuga Personale interno 1 mese verifica centrale termica porte tagliafuoco interno segnaletica di sicurezza ricetrasmittenti 3 mesi verifica estintori a polvere estintori a CO2 vie di fuga rete idrica cassette a manichette interno rete idrica saracinesche allarme acustico archivi illuminazione di sicurezza 6 mesi verifica impianto di rilevazione incendi interno cabina elettrica estintori a polvere estintori a CO2 rete idrica pompe e vasche ditta esterna 1 anno manutenzione rete idrica cassette e manichette rete idrica saracinesche ditta esterna rete idrica pompe, vasche e serbatoi rete idrica prova di flusso 3 anni 5 anni manutenzione manutenzione estintori a polvere estintori a CO2 ditta esterna ditta esterna

31 Check-list 30 Controlli periodici antincendio INTESTAZIONE ISTITUTO SERVIZIO DI PREVEZIONE E PROTEZIONE LISTA DI CONTROLLO ANTINCENDIO ZONA: (vedi registro dei controlli periodici) INCARICATO: ANNO SCOLASTICO: NIENTE DA SEGNALARE EVENTUALI SEGNALAZIONI (danni materiali evidenti, impossibilità d uso, funzionamento impedito, assenza di parti essenziali, segni evidenti di usura, ostacoli fissi sui percorsi, ecc.) IMPIANTI TECNOLOGICI Magnetotermici Differenziali Prese di corrente Prese multiple Prolunghe volanti Quadri elettrici Apparecchiature elettriche Lampade di emergenza Rubinetti del gas Tubi del gas Altro PRESIDI ANTINCENDIO 1. Estintori portatili 2. Idranti a parete 3. Pulsanti allarme manuale 4. Cartelli antincendio 5. Altro VIE D ESODO Corridoi e percorsi interni Scale interne Percorsi esterni Scale esterne Porte d uscita Punti di raccolta Cartelli di sicurezza Planimetrie Altro Data: Firma: Per ricevuta:

32 9.6. PIANO DI EVACUAZIONE DELLA SCUOLA Aspetti generali del piano Il piano d evacuazione deve contenere nei dettagli: l individuazione delle persone coinvolte (con i criteri di scelta); le azioni che le persone coinvolte devono mettere in atto nel caso di un emergenza che preveda l evacuazione dei locali; le procedure e le modalità per l evacuazione; i compiti del personale incaricato di svolgere specifiche mansioni, quali, ad esempio, centralinisti, custodi, tecnici di laboratorio, addetti alla manutenzione, ecc; le modalità per chiedere l intervento dei Vigili del fuoco, del SUEM o di qualsiasi altro organismo o ente preposto all intervento in caso di emergenza (Protezione civile, Carabinieri, Polizia, Vigili urbani, ecc.) e per fornire le necessarie informazioni al loro arrivo; le misure specifiche per assistere le persone in difficoltà; l individuazione delle persone incaricate di sovrintendere e controllare l attuazione delle procedure previste (osservatori); i tempi e le modalità per informare tutto il personale e gli allievi sulle procedure da attuare in caso di evacuazione. Il piano d evacuazione deve includere anche le planimetrie degli edifici scolastici e delle loro pertinenze (Fig. 32), nelle quali siano riportati: le caratteristiche distributive del luogo, con particolare riferimento alla destinazione dei vari locali e delle aree esterne, alle vie di esodo ed all eventuale compartimentazione antincendio; il tipo, il numero di ubicazione delle attrezzature ed impianti di estinzione degli incendi; l ubicazione degli allarmi e della centrale di controllo; l ubicazione dell interruttore generale dell alimentazione elettrica, delle valvole di intercettazione delle alimentazioni idriche, del gas e di altri fluidi combustibili; i percorsi da seguire per raggiungere un luogo sicuro (percorsi d esodo) e i punti di raccolta esterni; la chiara ed inequivocabile identificazione di tutte le uscite di sicurezza, delle scale interne ed esterne (anche antincendio) e delle porte incontrate lungo i percorsi d esodo Indicazioni per la stesura del piano d evacuazione Di seguito (Fig. 31) viene proposta, sotto forma di diagramma di flusso, una traccia generale utile (anche se non vincolante) per la progettazione del piano d evacuazione scolastico.

33 Fig. 31- Progettazione del piano di evacuazione scolastico PROGETTAZIONE DEL PEV (DM 26/8/92, DM 10/3/98) CHI FA IL PIANO Conoscenze (normativa, istituto) 1^ FASE RACCOLTA DELLE INFORMAZIONI 2^ FASE DEFINIZIONE FLUSSI DI ESODO 3^ FASE DEFINIZIONE PERCORSI ESTERNI E INDIVIDUAZIONE PUNTI DI RACCOLTA 4^ FASE DEFINIZIONE REGOLE COMPORTAMENTALI ED ELABORAZIONI DI ISTRUZIONI SPECIFICHE 5^ FASE ORGANIZZAZIONE DELLA FORMAZIONE, INFORMAZIONE E DIVULGAZIONE 6^ FASE RACCOLTA INFORMAZIONI PER IL MIGLIORAMENTO Competenze (tecniche, organizzative, relazionali) Planimetrie aggiornate degli edifici Rilievo topografico area esterna N allievi, dicenti, ATA Nomi degli ambienti (ev. definire) Localizzazione corsi esterni fissi Destinazione d uso ambienti Criteri gestione genitori\persone esterne N incaricati PS, addetti SA Criteri gestione centralino Individuazione uscite NON di sicurezza Larghezza uscita e porte interne Larghezza scale interne\esterne Larghezza minima strettoie 1 modulo (M) = 0,60 m Larghezza minima percorso = 0,80 m Lunghezza minima percorso = 60 m Capacità di deflusso = 60 pp/m Individuazione ambienti a presenze trascurabili Meglio non più di 2 file parallele Nominare tutte le uscite verso un LS Nominare tutte le porte interne non soggette a percorsi comuni Nominare tutte le scale interne\esterne Stesura tabelle riassuntive (situazione di criticità) Analisi spazi, traffico, parcheggi, ostacoli Individuazione punti critici Razionalizzazione uso spazi esterni di pertinenza (esigenze VV.F.) Stesura tabelle riassuntive Modalità di allarme\suono allarme Regole per studenti e docenti in aula Regole per incaricati PS e addetti SA Regole per personale ATA coinvolto Regole per personale non coinvolto Ruoli DS, DSGA e collaboratori DS Figura del gestore dell emergenza Figura del direttore delle operazioni Preparazione modulistica Individuazione n. persone coinvolte Programmazione incontri collettivi Contenuti incontri collettivi Predisposizione circolari interne Predisposizione materiali illustrativi Definizione criteri di esposizione planimetrie con flussi di esodo e punti di raccolta Definizione criteri di controllo sulla trasmissione delle informazioni Individuazione figure di osservazione Definizione criteri di raccolta informazioni/giudizi Predisposizione cronometraggio Aggiornamento planimetrie/flussi d esodo Collegamento con l azione di prevenzione della Sa (esame a vista e controlli periodici) Sperimentazione quotidiana percorsi d esodo Sperimentazione quotidiana assetto area esterna, parcheggi, spazi liberi PEV piano d evacuazione PS primo soccorso LS luogo sicuro DSGA Direttore dei Servizi Generali Amministrativi ATA personale ATA della scuola SA squadra antincendio VVF Vigili del fuoco

34 SCUOLE Riportiamo di seguito un esempio di procedimento per la predisposizione di un piano di Emergenza in un edificio scolastico. PIANO DI EMERGENZA DELLA SCUOLA COMUNE DI VIA.... N... Tel... / Fax... / RESPONSABILE DIDATTICO. RESPONSABILE SICUREZZA IL PRESENTE PIANO DI EMERGENZA VIENE REDATTO CON LO SCOPO DI INFORMARE TUTTO IL PERSONALE DOCENTE E NON DOCENTE NONCHÉ GLI STUDENTI SUL COMPORTAMENTO DA TENERE NEL CASO DI UN ALLONTANAMENTO RAPIDO DALL EDIFICIO SCOLASTICO. COSTITUISCE PARTE INTEGRANTE DEL PRESENTE PIANO DI EMERGENZA LA DOCUMENTAZIONE ALLEGATA E DI SEGUITO INDICATA: DOCUMENTAZIONE CARTOGRAFICA DELL INTERO EDIFICIO SCOLASTICO, SUDDIVISA NEI VARI PIANI DI RIFERIMENTO, SULLA QUALE SONO STATE RIPORTATE LE SEGUENTI INFORMAZIONI: UBICAZIONE DELLE USCITE DI EMERGENZA / LUOGHI SICURI INDIVIDUAZIONE (COLORATA) DEI PERCORSI DI FUGA UBICAZIONE DELLE ATTREZZATURE ANTINCENDIO (IDRANTI, ESTINTORI) INDIVIDUAZIONE DEI PUNTI DI RACCOLTA ESTERNI (COLORATI) INDICAZIONE DELLA CARTELLONISTICA DI SICUREZZA INDIVIDUAZIONE DI TUTTI I LOCALI DEL PIANO EVIDENZIANDO I PIÙ PERICOLOSI INDIVIDUAZIONE DELL INTERRUTTORE ELETTRICO DI PIANO INDIVIDUAZIONE DELLE CHIUSURE RAPIDE DEL GAS METANO SCHEDE DI COMPORTAMENTO, RIPORTANTI I COMPORTAMENTI CHE OGNI FIGURA DEVE TENERE AL FINE DI UN ORDINATO ALLONTANAMENTO DALL EDIFICIO SCOLASTICO, IN CASO DI PERICOLO. 1

35 ASSEGNAZIONE DEGLI INCARICHI GLI INCARICHI ELENCATI VENGONO ASSEGNATI AL FINE DELL ATTUAZIONE DEL PIANO DI EMERGENZA INCARICO FIGURA NOMINATIVO SOSTITUTO Emanazione ordine di evacuazione Diffusione ordine di evacuazione Chiamate di soccorso Responsabile dell evacuazione della classe CAPO D ISTITUTO ADDETTO DI SEGRETERIA ADDETTO DI SEGRETERIA INSEGNANTE Studente apri fila 1a A STUDENTE Studente chiudi fila 1a A STUDENTE Studenti di soccorso 1a A STUDENTE Studente apri fila 1a B STUDENTE Studente chiudi fila 1a B STUDENTE Studenti di soccorso 1a B STUDENTE Studente apri fila 1a C STUDENTE Studente chiudi fila 1a C STUDENTE Studenti di soccorso 1a C STUDENTE Responsabile del centro di raccolta esterno ; colore... Interruzione energia elettrica/gas - piano terra ADDETTO DI SEGRETERIA ovvero: INSEGNANTE PERSONALE NON DOCENTE DI PIANO Interruzione energia elettrica/gas - PERSONALE NON 1 piano DOCENTE DI PIANO Interruzione energia elettrica/gas - PERSONALE NON 2 piano DOCENTE DI PIANO Controllo operazioni di evacuazione piano terra PERSONALE NON DOCENTE DI PIANO Controllo operazioni di evacuazione PERSONALE NON 1 piano DOCENTE DI PIANO Controllo operazioni di evacuazione PERSONALE NON 2 piano DOCENTE DI PIANO Verifica giornaliera degli estintori - idranti - luci d emergenza - uscite piano terra PERSONALE NON DOCENTE DI PIANO Verifica giornaliera degli estintori - idranti - luci d emergenza - uscite PERSONALE NON 1 piano DOCENTE DI PIANO Verifica giornaliera degli estintori - idranti - luci d emergenza - uscite PERSONALE NON 2 piano DOCENTE DI PIANO 2

36 PROCEDURE PER L ATTUAZIONE DEL PIANO DI EMERGENZA All insorgere di un qualsiasi pericolo ovvero appena se ne è venuti a conoscenza, chi lo ha rilevato deve adoperarsi da solo o in collaborazione con altre persone (insegnanti, personale non docente, studenti) per la sua eliminazione. Nel caso non sia in grado di poter affrontare il pericolo deve darne immediata informazione al Capo dell istituto o al suo sostituto, che valutata l entità del pericolo deciderà di emanare l ordine di evacuazione dell edificio. L ordine di evacuazione dell edificio è contraddistinto in n... suoni dell impianto di diffusione sonoro ripetuti... volte alla distanza di 5 secondi di ogni gruppo rispetto all altro. Incaricato della diffusione del segnale di allarme è il Sig All emanazione del segnale di evacuazione dell edificio scolastico tutto il personale presente all interno dell edificio scolastico dovrà comportarsi come segue: 1 - Il Sig è incaricato di richiedere telefonicamente il soccorso degli Enti che le verranno segnalati dal Capo dell istituto o dal suo sostituto; 2 - Il personale non docente di piano, per il proprio piano di competenza, provvede a: disattivare l interruttore elettrico di piano disattivare l erogazione del gas metano aprire tutte le uscite che hanno apertura contraria al senso dell esodo impedire l accesso nei vani ascensori o nei percorsi non previsti dal piano di emergenza, se non espressamente autorizzato dal Capo dell istituto o dal suo sostituto; 3 - L insegnante presente in aula raccoglie il registro delle presenze e si avvia verso la porta di uscita della classe per coordinare le fasi dell evacuazione. 4 - Lo studente apri-fila inizia ad uscire dalla classe tenendo per mano il secondo studente e così via fino all uscita dello studente chiudi-fila, il quale provvede a chiudere la porta indicando in tal modo l uscita di tutti gli studenti dalla classe. 5 - Nel caso qualcuno necessiti di cure all interno della classe, gli studenti indicati come soccorritori, provvederanno a restare insieme all infortunato fino all arrivo delle squadre di soccorso esterne. 6 - Gli studenti che rimarranno in aula dovranno posizionare abiti, preferibilmente bagnati, in ogni fessura della porta della classe e aprire le finestre solo per il tempo strettamente necessario alla segnalazione della loro presenza in aula. 7 - Ogni classe dovrà dirigersi verso il punto di raccolta esterno prestabilito seguendo le indicazioni riportate nelle planimetrie di piano e di aula, raggiunto tale punto l insegnante di ogni classe provvederà a fare l appello dei propri studenti e compilerà il modulo n 1 che consegnerà al responsabile del punto di raccolta. 8 - Il responsabile del punto di raccolta esterno ricevuti tutti i moduli di verifica degli insegnanti, compilerà a sua volta il modulo n 2 che consegnerà al capo dell istituto per la verifica finale dell esito dell evacuazione. 9 - In caso di studenti non presenti alla verifica finale, il capo dell istituto informerà le squadre di soccorso esterne per iniziare la loro ricerca. 3

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