La Famiglia come risorsa nel trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare: esercitazioni guidate di empowerment.
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- Ortensia Magnani
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1 La Famiglia come risorsa nel trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare: esercitazioni guidate di empowerment. A. Genovese, M. Bassetti, S. Scaramuzza Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare APSS - Trento
2 DCA Disturbi del Comportamento Alimentare ANORESSIA NERVOSA BULIMIA NERVOSA BINGE EATING DISORDERS
3 D.C.A. IN ETA INFANTO-ADOLESCENZIALE 0 7 anni 8-12 anni anni anni Femmine Maschi Fasce d età Sesso 5,6% 17,5% 58,8% 18,1% 90,6 9,4
4 Limiti dei modelli deterministici parallelamente all entrata in crisi dell idea che esista la famiglia dell anoressica abbiamo cominciato a pensare che esistano diversi tipi di personalità delle anoressiche. Personalità diverse possono avere in comune reazioni difensive uguali o simili. Tuttavia, e questo è il punto decisivo, necessitano di terapie diverse. Selvini Palazzoli M., 1998
5 VERSO NUOVI INTERVENTI SULLA FAMIGLIA? La terapia familiare rimane il trattamento di scelta nei DCA in età evolutiva di recente esordio. Probabilmente forme specifiche di terapia familiare sono più efficaci in diverse tipologie di pazienti e famiglie. Recenti orientamenti si spostano da un modello di cura basato sul deficit (deficit based model) a un modello che tende a mobilitare le competenze familiari (resource based model)
6 Dalla parentectomia a un coinvolgimento forte della famiglia nel progetto di cura. Questa nuova linea di evidenza rinforza il ruolo della famiglia come partner nel processo di cura (coterapeuta vs co-paziente) e apre la via a nuove opzioni di trattamento che valorizzano le risorse familiari Il concetto di famiglia anoressogena potrebbe essere riformulato in termini di fattori familiari di protezione/miglioramento o di mantenimento/aggravamento all interno di una prospettiva multifattoriale che pone le famiglie lungo un continuum che può andare da un buon funzionamento a un funzionamento altamente disfunzionale
7 Da un punto di vista terapeutico, lo scopo è quello di individuare quali caratteristiche familiari devono essere implementate per massimizzare il cambiamento verso la remissione e quali, al contrario, devono essere modificate per ridurre i rischi di ricaduta o di cronicizzazione (Cook-Darzens S., Doyen C., Mouren MC, 2008)
8 MOTIVAZIONE AL PROGETTO Nella nostra pratica professionale abbiamo riscontrato che i familiari hanno molto spesso: informazioni sbagliate o idee scorrette relative al disturbo alimentare e ai comportamenti disfunzionali che da questo ne derivano, presenza di difficoltà relazionali e comunicative che compromettono il clima familiare.
9 La terapia familiare presso il CDCA di Trento Valutazione multidimensionale Focus group Bassa E.E Family guidance Alta E. E Terapia familiare congiunta Terapia individuale Terapia a setting multipli Terapia Familiare Multipla (MFT) Liotti, 2005 Eisler, 1995
10 PSICOEDUCAZIONE PERCHE? La psico-educazione ha lo scopo di rendere visibili i meccanismi attraverso i quali il disturbo del comportamento alimentare inizia e tende a perpetuarsi, in particolare favorisce: Il confronto tra persone che vivono quotidianamente gli stessi problemi, le stesse ansie e che spesso condividono gli stessi dubbi, diminuendo nel familiare il senso di isolamento favorendo così nuove aperture, emotive e relazionali. Identifica la famiglia come risorsa utile nel trattamento. Sostiene tutta la famiglia dai sentimenti di fallimento, di colpa e frustrazione che mettono in discussione l educazione che hanno dato al loro figlio (Highet N. et al., 2005; McMaster R., et al., 2004; Whitney J., et al., 2005). Aiuta a diminuire il senso di impotenza verso la malattia, attenuando la percezione che qualsiasi loro tentativo di aiuto sia improduttivo (McMaster R., et al., 2004; Whitney J., et al., 2005) e riducendo la sensazione di essere giudicate. Purtroppo molte famiglie si sentono stigmatizzate dalla situazione di disturbo alimentare del figlio (McMaster). Il coinvolgimento attivo dei membri della famiglia nel percorso assistenziale e di cura, favorisce la responsabilizzazione dei singoli per permettere alla persona disagiata di esprimere i propri sentimenti (Garbolino I., 1997). Risulta quindi utile coinvolgerla nel progetto facendo in modo che si crei un clima di collaborazione e condivisione delle idee e delle speranze (Selvini M., 2003).
11 Questo livello si focalizza sui sintomi e la loro gestione; Mira allo sviluppo di una alleanza terapeutica Cerca di mettere in evidenza i punti di forza e di vulnerabilità del sistema familiare prima e durante la malattia; Incoraggia i familiari ad esprimere le loro convinzioni riguardo al disturbo alimentare; Cerca di ridurre i sentimenti di colpa fornendo informazioni su AN e BN e rinforza il sistema familiare nella gestione ottimale dei sintomi alimentari
12 MODELLO TEORICO La metodologia utilizzata si basa sull analisi delle esperienze personali portate dai genitori. Attraverso la narrazione di un episodio critico è possibile evidenziare delle strategie già adottate con buon risultato o atteggiamenti che si sono rivelati controproducenti nella relazione con il figlio. In questo modo viene dato pieno valore all esperienza del genitore, rinforzandolo nel proprio ruolo che viene valorizzato, l esperienza personale diventa quindi il terreno per riflettere ed elaborare delle strategie di risoluzione dei problemi. Le soluzioni che possono emergere in tale contesto possono essere molto più facilmente interiorizzate perché frutto dei loro stessi vissuti e del confronto con persone nella loro stessa condizione. I piani di comunicazione con gli operatori cambiano perché non più asimmetrici, come nel ruolo genitore-medico, ma più vicino a loro come mediatori di senso, e di guida nella ricerca di risposte.
13 OBIETTIVO sostenere i genitori ad aiutare il proprio figlio ad affrontare il momento del pasto aumentare alleanza genitoriale (non di coppia) implementare comunicazione costruttiva fornire strumenti di comprensione gestione dei comportamenti di un paziente affetto da disturbi alimentari
14 METODI E STRUMENTI - Focus group di familiari - Questionario di gradimento Destinatari I destinatari sono i familiari dei pazienti dagli 8 ai 18 anni affetti da disturbi del comportamento alimentare in carico al Centro di Riferimento Provinciale dei Disturbi Alimentari di Trento Il numero di partecipanti è di 7 famiglie per un massimo di 15 persone. Ogni incontro prevede l analisi di un argomento che potrà essere richiesto dai genitori nel primo incontro o proposto dal C.D.C.A. Tempi Il corso prevede 5 incontri dalle ore 18.oo alle ore 19.30
15 RISULTATI ATTESI Stimolare l'interesse della famiglia del paziente; Il grado di coinvolgimento della famiglia; Modificazione del comportamento del paziente che gli operatori, i membri della famiglia e i pazienti possono identificare come traguardi; Il miglioramento del patrimonio conoscitivo familiare, mediante una chiara informazione sui temi legati alla malattia, al fine di ottenere una migliore comprensione del comportamento del paziente e ridurre aspettative eccessive e irrealistiche. Un miglioramento delle relazioni familiari Capacità di problem-solving
16 RISULTATI La frequenza è stata assidua da parte di quasi tutti i genitori. Un genitore è mancato a due incontri, mentre un genitore è stato assente una volta per impegni improrogabili. Tutti i genitori hanno partecipato attivamente portando il loro contributo esperienziale, Tutti hanno espresso soddisfazione sia rispetto ai contenuti trattati che alla metodologia utilizzata. Diversi hanno richiesto di poter partecipare ad un prossimo ciclo. Si è riscontrato un maggior grado di consapevolezza sulla malattia e una migliore compliance rispetto al percorso terapeutico. Migliorate le relazioni familiari e le competenze sull esercizio della genitorialità.
17 SVILUPPI. Visto il grado di soddisfazione dei familiari e degli operatori e la richiesta da parte dei genitori di poter proseguire si prevede l attivazione di un nuovo ciclo di incontri al quale parteciperanno sia genitori che hanno già vissuto l esperienza che nuovi genitori che ne hanno fatto richiesta o che gli operatori hanno valutato di inviare
18 CRITICITA La distanza fisica dal servizio. Impegno in termine di risorse (operatori, ore di straordinario,l orario serale) La formazione degli operatori
19 Grazie per l ascolto
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