Guida alla. Dissezione del cane. 8ª edizione. Presentazione dell Edizione Italiana di. Valeria Grieco

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1 Howard E. Evans Alexander de Lahunta Guida alla Dissezione del cane 8ª edizione Presentazione dell Edizione Italiana di Valeria Grieco

2 Sommario 1 TERMINOLOGIA ANATOMICA, 1 Etimologia medica e nomenclatura anatomica, 2 Termini direzionali, 2 Dissezione, 4 2 LO SCHELETRO E L APPARATO MUSCOLARE, 6 Ossa dell arto toracico, 7 Muscoli dell arto toracico, 16 Articolazioni dell arto toracico,40 Ossa dell arto pelvico, 42 Muscoli dell arto pelvico, 51 Articolazioni dell arto pelvico, 72 Ossa della colonna vertebrale e del torace, 77 Muscoli del tronco e del collo, 84 Articolazioni dello scheletro assiale, 94 3 IL COLLO, IL TORACE E L ARTO TORACICO, 96 Vasi e nervi del tronco, 97 Torace, 98 Introduzione al sistema nervoso autonomo,115 Cuore e pericardio, 120 Vasi e nervi dell arto toracico, L ADDOME, LA PELVI E L ARTO PELVICO, 148 Vasi e nervi delle parti ventrale e laterale della parete addominale, 149 Visceri addominali, 156 Visceri, vasi e nervi pelvici, 182 Vasi e nervi dell arto pelvico, LA TESTA, 218 Il cranio, 219 Strutture della testa, IL SISTEMA NERVOSO, 277 Meningi, 278 Arterie, 279 Vene, 280 Encefalo, 282 Midollo spinale, 307 Bibliografia, 314 Indice, 315 ix

3 CAPITOLO 1 Terminologia anatomica SCHEMA DEL CAPITOLO ETIMOLOGIA MEDICA E NOMENCLATURA ANATOMICA, 2 TERMINI DIREZIONALI, 2 DISSEZIONE, 4 1

4 CAPITOLO 2 Lo scheletro e l apparato muscolare 9 Figura 2-2 Topografia dello scheletro appendicolare. Angolo craniale Spina Margine dorsale Faccia dentellata Margine craniale Fossa infraspinata Fossa sopraspinata Angolo caudale Incisura della scapola Margine caudale Fossa sottoscapolare Tuberosità sopraglenoidea A Acromion B Tuberosità interglenoidea Cavità glenoidea Processo coracoideo Tuberosità sopraglenoidea Figura 2-3 Scapola sinistra. A, Superficie laterale. B, Superficie mediale. (La parte B da Evans HE, de Lahunta A.: Miller s anatomy of the dog, ed. 4, St. Louis, 2013, Saunders). La tuberosità sopraglenoidea è una sporgenza a livello della parte craniale della cavità glenoidea. La tuberosità mostra una leggera inclinazione mediale sulla quale è possibile distinguere un piccolo tubercolo, il processo coracoideo. Il coracobrachiale origina dal processo coracoideo, mentre il bicipite brachiale origina dalla tuberosità sopraglenoidea. Cane vivo Palpare i margini della scapola, della spina, dell acromion e della tuberosità sopraglenoidea. Omero L omero (Fig.2-5) è situato nel braccio. Questo osso entra nella formazione sia dell articolazione della spalla che del gomito. L articolazione della

5 18 CAPITOLO 2 Lo scheletro e l apparato muscolare Il cutaneo del tronco (vedere Figg e 2-17) è una sottile lamina di muscolo che copre la maggior parte della parete dorsale, laterale e ventrale del torace e dell addome. Non ha alcuna inserzione ossea diretta. Esso è più strettamente adeso alla pelle rispetto alle strutture sottostanti e spesso viene ripiegato con la pelle prima di essere messo in evidenza. Come tutti i muscoli cutanei, è sviluppato nella fascia superficiale del torace e dell addome. Caudali alla spalla le fibre seguono una linea curva obliquamente verso l ascella; più lontano caudalmente esse appaiono principalmente longitudinali e originano dalla fascia superficiale sopra la regione pelvica. Le inserzioni del cutaneo del tronco sono la fascia superficiale del tronco e la pelle. Il muscolo invia una fascicolo al lato mediale dell arto anteriore; caudalmente e ventralmente a questo le fibre si mischiano all esterno sopra il muscolo pettorale profondo. Il cutaneo del tronco contrae la pelle. Esso è innervato dal nervo toracico laterale. Nel cane maschio esiste uno sviluppo distinto di questo muscolo adiacente alla linea mediana ventrale caudale allo xifoide. Questo è il muscolo del prepuzio, che passa caudalmente e si irradia nel prepuzio, formando un arco con il muscolo del lato opposto. Esso funge da supporto alla estremità craniale del prepuzio durante lo stato di non erezione e retrae il prepuzio sopra il glande del pene dopo l erezione e la protrusione. Tagliare le inserzioni ascellare e ventrale del cutaneo del tronco e ripiegarlo dorsalmente. Precauzione: sotto il sottile cutaneo del tronco si trova il più spesso muscolo grande dorsale, che verrà lasciato al suo posto sul lato sinistro del tronco. Cane vivo Afferrare la pelle in diverse aree e notare la variazione di spessore. Individuare dove è particolarmente lassa ed adatta per iniezioni sottocutanee di liquidi. Pizzicare la pelle sul lato del torace ed osservare le rughe della pelle che si evidenziano a causa di attività riflessa del muscolo cutaneo del tronco. Palpare l arco costale per individuare l ultima costola fluttuante. Sentire l ombelico. Muscoli estrinseci dell arto toracico e strutture relative I muscoli estrinseci dell arto toracico sono quelli che si inseriscono a livello dello scheletro assiale; i muscoli intrinseci si estendono tra le ossa che compongono l arto stesso. I muscoli estrinseci dell arto toracico sono elencati di seguito: Pettorale superficiale Pettorale profondo Brachiocefalico Omotrasversario Trapezio Romboide Grande dorsale Dentato ventrale Sono i muscoli pettorali superficiali e profondi che, nella regione toracica ventrale, si estendono tra lo sterno e l omero. Pulire accuratamente questi muscoli. Nei campioni sottili questo richiederà una dissezione minore. Nelle cagne gravide ed in lattazione, sarà necessario ripiegare caudalmente le due mammelle toraciche e nei campioni grassi l arto anteriore probabilmente dovrà essere manipolato in modo tale che i margini dei muscoli siano chiaramente identificabili prima della pulizia. Pulire sempre le estremità di un muscolo così come la parte centrale. Vedere e percepire effettivamente le inserzioni. Visualizzare la posizione del muscolo e la sua azione sullo scheletro e tentare di palparlo su un cane vivo. 1. I due muscoli pettorali superficiali (vedere Figg. 2-12, 2-14, 2-18) giacciono su ciascun lato sotto la pelle tra la parte craniale dello sterno e l omero. Il loro margine caudale è sottile; il loro margine craniale è spesso e arrotondato e forma il margine caudale di un triangolo alla base del collo. Il pettorale discendente, più piccolo, è superficiale al pettorale trasverso, il quale lo attraversa obliquamente dalla sua origine sulla prima sternebra alla sua inserzione sulla cresta del tubercolo maggiore dell omero. Il pettorale trasverso origina dalle prime due o tre sternebre e si inserisce ad una distanza più lunga sulla cresta del tubercolo maggiore dell omero. Esso è in rapporto con la sua superficie profonda al muscolo pettorale profondo (pettorale ascendente). A livello delle loro inserzioni questi muscoli si trovano tra il brachiocefalico davanti e il bicipite brachiale e l omero dietro. Pulire entrambi questi muscoli pettorali superficiali. Eseguire una resezione almeno ad 1 cm dallo sterno e ripiegarli verso l omero. Una volta puliti dalle inserzioni, esaminare le parti scheletriche coinvolte. ORIGINE: Le prime due sternebre e, generalmente, una parte della terza; il rafe fibroso (è situato) tra i muscoli adiacenti. INSERZIONE: L intera cresta del grande tubercolo dell omero. AZIONE: Addurre l arto quando non sta sostenendo il peso o impedire che l arto venga abdotto quando sopporta il peso.

6 32 CAPITOLO 2 Lo scheletro e l apparato muscolare dell articolazione della spalla. Distalmente nel braccio, percepire le porzioni terminali del bicipite brachiale medialmente e del brachiale lateralmente sulla faccia craniale del gomito. A questo livello è possibile palpare entrambi i muscoli. In alcuni cani, percuotendo leggermente questi muscoli da questo lato con un oggetto smusso si evocherà una contrazione riflessa e la flessione del gomito. Prima che il resto della pelle venga rimosso dall arto toracico, esaminare i polpastrelli. Il piccolo polpastrello che protrude in posizione palmare rispetto al carpo è il cuscinetto carpale. Il più grande nella zampa, il cuscinetto metacarpale, è situato sul lato palmare delle articolazioni metacarpofalangee ed è triangolare. I cuscinetti delle dita sono ovali e appiattiti. Ognuno è situato palmare all articolazione interfalangea distale. Eseguire una incisione medio caudale attraverso la pelle dall olecrano attraverso i cuscinetti carpali e metacarpali fino allo spazio interdigitale tra il III ed il IV dito. Ripiegare la pelle, dissezionarli liberandoli dalla fascia, e rimuoverli dalla zampa anteriore. I cuscinetti sono strettamente adesi alle strutture sottostanti, ma è possibile dissezionarli rendendoli liberi e rimuoverli. Si deve prestare attenzione a non tagliare troppo profondamente e recidere i piccoli tendini sottostanti. Lavorare distalmente su ciascuna delle quattro dita principali e rimuovere completamente la pelle e i cuscinetti delle dita. La parte areolare del tessuto sottocutaneo distale al gomito è scarsa. Le vene principali e i nervi cutanei si trovano in massima parte sulla fascia superficiale dell avambraccio. A scopo descrittivo, la fascia superficiale e profonda distale al gomito può essere divisa nelle parti antibrachiale, carpale, metacarpale e delle dita. La fascia antibrachiale (dell avambraccio) profonda forma un singolo manicotto denso per i muscoli dell avambraccio sulla superficie caudale. Eseguire una incisione attraverso la fascia antibrachiale profonda dall olecrano all osso accessorio carpale. Ripiegare con attenzione la fascia cranialmente sull avambraccio. Dapprima, la fascia viene facilmente ripiegata poiché essa è situata sull epimisio del muscolo sottostante. Cranialmente, essa invia delicate lamine settali tra i muscoli e una volta raggiunto il radio, essa si unisce saldamente al suo periostio. Muscoli craniali e laterali dell avambraccio (Antibrachiale) I muscoli craniali e laterali dell avambraccio sono, da craniale a caudale, l estensore radiale del carpo, il supinatore, l estensore comune delle dita, l estensore laterale delle dita, l ulnare laterale e l abduttore lungo del pollice. La maggior parte di questi muscoli origina dall epicondilo laterale dell omero. Un muscolo sottile, incostante, il brachioradiale (vedere Figg. 2-20, 2-21), origina dalla cresta sopracondiloidea laterale dell omero, adiacente all estensore radiale del carpo, e passa distalmente e medialmente per inserirsi sul quarto distale del radio. Se presente, il muscolo è, molto spesso, rimosso con la pelle. 1. L estensore radiale del carpo (vedere Figg. 2-13, 2-14, 2-16, da 2-19 a 2-22, 2-27) è il più grande dei muscoli craniolaterali dell avambraccio. Esso è posto sulla superficie craniale del radio per la maggior parte del suo corso ed è facilmente palpato nel cane vivo. Il tendine sembra singolo, ma è distintamente doppio per tutto il suo terzo distale. Questi tendini strettamente associati corrono prima sotto il tendine dell abduttore lungo del I dito, poi nel solco centrale del radio più lontano distalmente ed infine sopra il carpo. Essi sono tenuti in posizione sulla superficie dorsale del carpo dal retinacolo degli estensori (vedere Fig. 2-22). Questo è una condensazione orientata trasversalmente della fascia carpale che aiuta a tenere nei solchi tutti i tendini che attraversano il dorso del carpo. Tra i fasci dei tendini il retinacolo dell estensore si porta verso il basso per fondersi con la parte dorsale della capsula articolare. Definire mediante la dissezione i margini prossimale e distale del retinacolo degli estensori, ma non tagliarlo lungo i tendini. ORIGINE: La cresta sopracondiloidea laterale. INSERZIONE: Le piccole tuberosità sulle superfici dorsali della base dei metacarpali II e III. AZIONE: Estendere le articolazioni del carpo. INNERVAZIONE: Nervo radiale. 2. L estensore comune delle dita (vedere Figg. 2-13, 2-14, 2-16, da 2-10 a 2-22, 2-27) ha una forma simile al, e si trova caudale a, l estensore radiale del carpo sulla parte laterale dell avambraccio. I quattro singoli tendini che si dipartono dal muscolo sono strettamente connessi dove incrociano la superficie craniale dell abduttore lungo del I dito e, quindi, il carpo; qui essi sono mantenuti nel solco laterale del radio dal retinacolo degli estensori. Distali al legamento, i quattro tendini divergono e ciascuno va verso la falange distale del IV dito della mano. Dissezionare il tendine dell estensore comune che va al terzo o al quarto dito. Liberare il tendine nel punto di attraver-

7 CAPITOLO 2 Lo scheletro e l apparato muscolare 33 V. cefalica A. superficiale craniale dell avambraccio, r. mediale N. radiale superficiale, r. mediale Estensore radiale del carpo Pronatore rotondo A., v. e n. mediano Pronatore quadrato CRANIALE A. superficiale craniale dell avambraccio, r. laterale Brachioradiale N. radiale superficiale, r. laterale Estensore comune delle dita Estensore laterale delle dita Radio A. e v. interossea caudale A. e v. profonda dell avambraccio Flessore profondo delle dita, capo radiale Flessore radiale del carpo Flessore profondo delle dita, capo omerale Flessore superficiale delle dita Ulna Abduttore lungo del I dito Ulnare laterale Flessore profondo delle dita, capo ulnare A., v. e n. ulnare Flessore ulnare del carpo CAUDALE Figura 2-21 Sezione trasversa dell avambraccio destro tra il terzo prossimale e medio. DORSALE A. superficiale craniale dell avambraccio, r. mediale R. superficiale del n. radiale, r. mediale Estensore radiale del carpo Fascia superficiale del carpo Fascia profonda del carpo Abduttore lungo del I dito Legamento palmare del carpo Flessore radiale del carpo A. e v. radiale, ramo palmare Rad. Carpale intermedioradiale V. cefalica accessoria A. superficiale craniale dell avambraccio, r. laterale R. superficiale del n. radiale, r. laterale Carpale ulnare Estensore lungo del pollice e proprio dell indice Ulna Estensore comune delle dita Retinacolo degli estensori Estensore laterale delle dita Capsula articolare Ulnare laterale Flessore profondo delle dita Retinacolo dei flessori V. cefalica N. e a. mediana Flessore superficiale delle dita N. ulnare Accessorio del carpo PALMARE A. e v. interossea caudale Borsa sottofasciale Figura 2-22 Sezione trasversa del carpo destro attraverso l osso accessorio del carpo.

8 CAPITOLO 2 Lo scheletro e l apparato muscolare 35 Esso si trova tra l estensore comune delle dita e l ulnare laterale. Il suo tendine inizia a metà dell avambraccio, passa sotto il retinacolo degli estensori in un solco tra il radio e l ulna, e immediatamente si divide in tre rami. La parte principale di ciascun tendine si inserisce al processo estensorio della falange distale del III, IV e V dito in comune con il tendine dell estensore comune delle dita. ORIGINE: L epicondilo laterale dell omero. INSERZIONE: Le estremità prossimali di tutte le falangi del III, IV e V dito, ma principalmente i processi estensori delle falangi distali di queste dita. AZIONE: Estendere le articolazioni carpali del carpo e del III, IV e V dito. INNERVAZIONE: Nervo radiale. 4. L ulnare laterale [estensore ulnare del carpo] (Figg. 2-13, 2-16, da 2-20 a 2-24) è più grande dell estensore laterale delle dita e si trova caudale ad esso. Esso è delimitato in profondità dall ulna e dal grande gruppo dei muscoli flessori, i quali si trovano caudali e mediali ad esso. È il solo flessore ad originare sull epi- Flessore ulnare del carpo Capo ulnare Capo omerale Flessore superficiale delle dita Flessore profondo delle dita Capo omerale Capo ulnare Flessore radiale del carpo Pronatore rotondo Ulna Pronatore quadrato Flessore profondo delle dita, capo radiale Ulnare laterale Ulna Tendine tagliato del flessore ulnare del carpo Tendine tagliato del flessore profondo delle dita, capo omerale Tendine tagliato del flessore radiale del carpo Tendine tagliato del flessore superficiale del V dito Figura 2-24 Muscoli profondi dell avambraccio sinistro, veduta caudale.

9 40 CAPITOLO 2 Lo scheletro e l apparato muscolare muscolo a metà dell osso metacarpale e ripiegare la porzione distale per esporre le ossa sesamoidee (presenti) nel tendine a livello dell articolazione metacarpofalangea. Cane vivo Palpare l epicondilo laterale dell omero. Percepire il solco tra la cresta sopracondiloidea laterale e l olecrano, dove è possibile inserire un ago nell articolazione del gomito attraverso il muscolo anconeo. Seguire i muscoli estensori distalmente nell avambraccio. Seguire i tendini dell estensore radiale del carpo e l estensore comune delle dita attraverso il carpo. Flettere il carpo e palpare l articolazione antibrachiale su entrambi i lati di questi tendini dove è possibile eseguire una puntura con un ago. Palpare l epicondilo omerale mediale e le origini dei muscoli flessori su di esso. A livello del carpo, palpare le terminazioni del flessore ulnare del carpo ed ulnare laterale sull accessorio carpale. Palpare il tendine del flessore superficiale delle dita a livello del canale carpale. Flettere il carpo e sentire il tendine allentato. Estenderlo e percepire il tendine diventare teso. Flettere ed estendere le articolazioni metacarpofalangee e interfalangee ed apprezzare l azione degli estensori e dei flessori delle dita su queste articolazioni. Una lacerazione dei flessori delle dita causerà una iperestensione delle articolazioni interfalangee interessate. ARTICOLAZIONI DELL ARTO TORACICO L articolazione omerale o della spalla (Fig. 2-28) è una enartrosi tra la cavità glenoidea della scapola e la testa dell omero. Essa è in grado di movimenti in qualsiasi direzione, ma i movimenti principali che subisce sono la flessione e l estensione. Sezionare il sottoscapolare medialmente ed il piccolo rotondo lateralmente per guadagnare l accesso alla capsula articolare dell omero. La capsula articolare omerale è un manicotto lasso della membrana sinoviale e un sottile tessuto fibroso che unisce la scapola e l omero. Gli ispessimenti poco sviluppati della parte fibrosa della capsula articolare su ogni lato sono chiamati i legamenti glenoomerali mediale e laterale (vedere Figg. 2-28, 2-29). Sussiste un ispessimento di fibre collagene attraverso il tendine d origine del bicipite a livello del solco intertubercolare; questo è il retinacolo omerale trasverso (vedere Fig. 2-28). La capsula articolare circonda il tendine dell origine del bicipite brachiale nel solco intertubercolare, formando la sua guaina tendinea. L articolazione del gomito (o cubito) (Figg. 2-30, 2-31) è un ginglimo (articolazione a cerniera) formata dal condilo dell omero, dalla testa del radio e dalla incisura trocleare dell ulna. Inoltre, c è l articolazione radioulnare prossimale, sebbene (questa) non sostenga il peso. La capsula articolare del gomito si fissa ai margini articolari; essa si estende distalmente a breve distanza tra il radio e l ulna. Tutti i compartimenti comunicano tra di loro. I legamenti collaterali laterale e mediale sono pronunciati ispessimenti nello strato fibroso della capsula. I tendini del bicipite e del brachiale coprono la porzione distale del legamento collaterale mediale. Sezionare e ripiegare queste inserzioni tendinee Tendine del bicipite brachiale Legamenti glenoomerali laterali e mediali Retinacolo omerale trasverso LATERALE MEDIALE Figura 2-28 Legamenti dell articolazione della spalla sinistra, veduta laterale e mediale.

10 CAPITOLO 2 Lo scheletro e l apparato muscolare 45 Spina iliaca dorsale craniale Cresta iliaca Spina iliaca dorsale caudale Superficie auricolare Superficie sacropelvica Spina iliaca ventrale craniale Grande incisura ischiatica Linea arcuata Spina ischiatica Piccola incisura ischiatica Tavola dell ischio Tuberosità ischiatica Eminenza iliopubica Solco otturatore Pettine Tubercolo pubico A Foro otturatorio Cresta dell ilio Superficie glutea dell ilio Processo articolare caudale del sacro Corpo del sacro Grande incisura ischiatica Articolazione sacroiliaca Superficie articolare craniale del sacro Cresta sacrale mediana Spina iliaca dorsale craniale Ala dell ilio Ala del sacro Fori dorsali del sacro Spina iliaca dorsale caudale Promontorio del sacro Corpo dell ilio Spina ischiatica Eminenza iliopubica Pettine dell osso pubico Piccola incisura ischiatica Foro otturato Sinfisi del pube Sinfisi dell ischio Sinfisi della pelvi Tuberosità ischiatica Tavola dell ischio B Arco ischiatico Figura 2-34 A, Osso dell anca sinistra, veduta mediale. B, Pube e sacro, veduta caudodorsale.

11 CAPITOLO 2 Lo scheletro e l apparato muscolare 53 Margine tagliato della fascia glutea profonda Gluteo medio Gluteo superficiale Fascia toracolombare Obliquo interno dell addome Sacrocaudale dorsale laterale Intertrasversario Coccigeo Sacrocaudale ventrale laterale Sfintere esterno dell ano Semimembranoso Semitendinoso Obliquo esterno dell addome Bicipite femorale Sartorio Tensore della fascia lata Fascia lata Abduttore caudale della gamba Fascia crurale Figura 2-41 Muscoli superficiali dell arto pelvico sinistro, veduta laterale. profonda si fonde con la fascia della coscia, dove diventa la fascia mediale e la fascia femorale laterale. La fascia mediale è sottile, mentre la fascia femorale laterale, la fascia lata, è spessa e serve come inserzione aponeurotica per i muscoli della coscia. La fascia femorale si continua sulla gamba come fascia crurale (della gamba). Pulire, ma non tagliare alcuna fascia profonda fino a che non si ricevono istruzioni in merito. Muscoli caudali della coscia Questo gruppo è costituito da tre muscoli principali: bicipite femorale, lateralmente; semitendinoso, caudalmente e semimembranoso, medialmente. [Un sottile muscolo abduttore caudale della gamba è strettamente associato con la superficie mediocaudale del bicipite femorale (vedere Figg. 2-41, 2-43)]. 1. Il bicipite femorale (vedere Figg. 2-41, 2-44, 2-45, 2-47, 2-52, da 2-54 a 2-57) è il più lungo e il più largo dei muscoli della coscia. La massa delle sue fibre corre craniodistalmente, sebbene caudalmente queste siano fibre che corrono direttamente distalmente. Identificare la faccia laterale della tuberosità ischiatica e il legamento sacrotuberoso che si estende da qui fino al sacro. Il bicipite femorale origina da queste strutture. Cranialmente, si inserisce mediante la fascia lata e la fascia della gamba. Pulire accuratamente il margine caudale e la superficie adiacente del muscolo. Il linfonodo che si trova nel grasso a livello del suo margi-

12 CAPITOLO 2 Lo scheletro e l apparato muscolare 55 AZIONE: Addurre la gamba, flettere l articolazione del ginocchio ed estendere le articolazioni dell anca e del tarso. INNERVAZIONE: Nervo otturatorio. Il trigono (triangolo) femorale (vedere Fig. 2-79) è lo spazio triangolare superficiale attraverso il quale i vasi femorali corrono fino all arto e dall arto pelvico. Esso è localizzato sulla superficie mediale prossimale della coscia con la sua base a livello della parete addominale. Il trigono si trova tra il ventre caudale del sartorio cranialmente ed il pettineo e l adduttore caudalmente. L iliopsoas e il retto femorale formano la parte laterale prossimale del trigono (vedere Fig. 2-49). Il vasto mediale forma la parte laterale distale. Questo triangolo contiene, tra le altre strutture, l arteria e la vena femorale. Rimuovere la fascia femorale mediale e il tessuto adiposo che copre e riempie attorno l arteria e la vena femorale. Notare che la vena è situata caudale all arteria. Di solito, il polso viene preso dall arteria femorale qui. Anello inguinale superficiale Retto femorale Vasto mediale Adduttore Pettineo Sartorio, parte craniale Gracile Sartorio, parte caudale Semimembranoso Semitendinoso Gastrocnemio Flessore laterale delle dita Flessore superficiale delle dita Tibia Tibiale craniale Tendine calcaneare comune Retinacolo dell estensore crurale Figura 2-42 A, Muscoli superficiali dell arto pelvico sinistro, veduta mediale. (Continua)

13 CAPITOLO 2 Lo scheletro e l apparato muscolare 59 Coccigeo Otturatore interno Ischiocavernoso Vasto mediale Iliaco Elevatore dell ano Piccolo psoas Pettineo Cresta iliocostale e lunghissimo dei lombi Quadrato dei lombi Pettineo Semimembranoso Gastrocnemio Semimembranoso Popliteo Flessore laterale delle dita Quadricipite Sartorio Gracile Semitendinoso Gastrocnemio Flessore superficiale delle dita Bicipite femorale, gracile e semitendinoso Tibiale craniale Peroneo (Fibulare) lungo Interosseo Flessore superficiale delle dita Estensore lungo delle dita Flessore profondo delle dita Figura 2-45 Inserzioni dei muscoli sulla pelvi e sull arto pelvico sinistro, veduta mediale. AZIONE: Tendere la fascia femorale laterale, flettere l articolazione dell anca ed estendere l articolazione del ginocchio. INNERVAZIONE: Nervo gluteo craniale. 2. Il gluteo superficiale (vedere Figg. 2-41, 2-44, 2-50) è piccolo e si trova caudale al gluteo medio. Le sue fibre corrono distalmente, dalla fascia glutea profonda che copre il gluteo medio e dal sacro e dalla prima vertebra caudale fino al livello del grande trocantere del femore, dove esse convergono prima formando una aponeurosi che corre sotto il bicipite fino al terzo trocantere. Pulire il gluteo superficiale e sezionarlo 1 cm dall inizio della sua aponeurosi d inserzione. Non sezionare il legamento sacrotuberoso che giace caudalmente (vedere Figg. 2-43, 2-58). Questo è una banda collagene che corre dal sacro all angolo laterale della tuberosità ischiatica. Notare che il gluteo superficiale origina dalla metà prossimale di questo

14 CAPITOLO 2 Lo scheletro e l apparato muscolare Il flessore superficiale delle dita (vedere Figg. da 2-42 a 2-45, 2-50, da 2-54 a 2-57) è un muscolo fusiforme che origina dalla tuberosità sopracondiloidea laterale del femore con il capo laterale del gastrocnemio. La sua superficie profonda è contrapposta al flessore profondo delle dita e al popliteo, mentre le sue altre superfici sono in gran parte coperte dal gastrocnemio. Prossimale al processo calcaneare, il suo tendine passa da profondo a superficiale incrociando la superficie mediale del tendine del gastrocnemio. Più lontano distalmente il tendine si allarga, ricopre la tuberosità del calcaneo, si inserisce su ciascun lato e continua distalmente. Eseguire una incisione sul piano mediano attraverso il tendine superficiale delle dita dal sito dove guadagna la parte caudale del gastrocnemio fino alla tuberosità del calcaneo. Continuare l incisione distale alla tuberosità del calcaneo per una uguale distanza. Osservare la grande borsa calcaneare del flessore superficiale delle dita che si trova sotto il suo tendine non appena incrocia la tuberosità del calcaneo. Notare le distinte inserzioni mediale e laterale del tendine sulla tuberosità del calcaneo. Di fronte alla superficie plantare distale del tarso, il tendine si biforca; ciascuno di questi rami a turno si biforca, formando quindi quattro tendini di diametro quasi uguale. Ciascun tendine è relativo al proprio dito come il corrispondente tendine nella zampa anteriore. Non devono essere sezionati. ORIGINE: La tuberosità sopracondiloidea laterale del femore. INSERZIONE: La tuberosità del calcaneo e le basi delle falangi medie del II, III, IV e V dito. AZIONE: Flettere le prime due articolazioni delle quattro dita principali; flettere l articolazione del ginocchio; estendere le articolazioni tarsali. INNERVAZIONE: Nervo tibiale. Popliteo Gastrocnemio Popliteo Legamento collaterale mediale Flessore mediale delle dita Flessore laterale delle dita Flessore superficiale delle dita Estensore laterale delle dita Peroneo (Fibulare) breve Tibiale caudale Flessore mediale delle dita Flessore laterale delle dita Tendine del tibiale caudale Tendini del bicipite femorale, del gracile e del semitendinoso Tibiale craniale Retinacolo estensore della gamba Flessore profondo delle dita Flessore superficiale delle dita A B Figura 2-55 A, Muscoli profondi della gamba sinistra, veduta caudale. B, Muscoli della gamba sinistra, faccia mediale. (Continua)

15 80 CAPITOLO 2 Lo scheletro e l apparato muscolare Processo spinoso Processo mammillare Processo mammillare Processo trasverso Fossa trasversaria T12 T13 Fossa costale craniale A Corpo Superficie articolare caudale Incisura vertebrale caudale Fossa costale caudale B Processo accessorio Processo spinoso Processo articolare craniale Lamina Peduncolo Corpo Processo trasverso Fossa caudale del processo trasverso Fossa costale craniale C Figura 2-70 A, Sesta vertebra toracica, veduta laterale sinistra. B, Dodicesima e tredicesima vertebra toracica, veduta laterale sinistra. C, Sesta vertebra toracica, faccia laterale craniale (Parte C da Evans HE, de Lahunta A: Miller s anatomy of the dog, ed. 4, St.Louis, 2013 Saunders). processo articolare caudale e sulla faccia dorsale del foro intervertebrale. È presente dalla regione mediotoracica alla quinta o sesta vertebra lombare. Il processo mammillare è una proiezione dorsale simile ad una protuberanza dei processi trasversi della seconda fino alla decima vertebra toracica e dei processi articolari craniali dalla undicesima vertebra toracica fino alle vertebre caudali. I muscoli epiassiali del sistema trasverso spinale si inseriscono a livello di questi processi. Vertebre lombari Le vertebre lombari (Fig. 2-71) hanno corpi più grandi delle vertebre toraciche. I processi trasversi sono diretti cranialmente così come ventrolateralmente. I processi articolari si trovano principalmente in piani sagittali. I processi caudali protrudono tra quelli craniali delle vertebre successive. I processi spinosi smussi prominenti sono più grandi nella regione mediolombare ed hanno una direzione leggermente craniale. La settima vertebra lombare è leggermente più corta delle altre vertebre lombari. Sacro Il sacro (Fig. 2-72) deriva dalla fusione dei corpi e dei processi di tre vertebre. Quest osso si trova tra gli ilii e si articola saldamente con essi. Il corpo del primo segmento è più grande dei corpi combinati degli altri due segmenti. I tre sono uniti per formare una superficie ventrale concava. La superficie dorsale presenta molti segni che derivano dalla fusione delle tre vertebre sacrali. La cresta sacrale mediana rappresenta la fusione dei tre processi spinosi. Anche la superficie dorsale reca due paia di fori sacrali dorsali, che consentono il passaggio dei rami dorsali dei primi due nervi spinali sacrali. La superficie pelvica (ventrale) ha due paia di fori sacrali pelvici. Essi consentono il passaggio dei rami ventrali dei primi due nervi spinali sacrali. L ala del sacro è la parte laterale allargata che sostiene una grande superficie ruvida, la faccia auricolare, che si articola con l ilio. La base del sacro guarda cranialmente. La parte ventrale della base ha un bordo trasverso,

16 CAPITOLO 2 Lo scheletro e l apparato muscolare 83 Manubrio dello sterno Prima costa Cartilagine intersternebrale Seconda sternebra Cartilagine costale Giunzione costocondrale Corpo della costa Settima sternebra Processo xifoideo Ottavo spazio intercostale Cartilagine xifoidea Arco costale Tredicesima cartilagine costale Figura 2-74 Gabbia costale e sterno, veduta ventrale. L1 T13 Angolo della costa Tubercolo della costa Collo della costa Testa della costa T1 C7 Prima costa Figura 2-75 Gabbia costale e sterno, veduta laterale destra.

17 86 CAPITOLO 2 Lo scheletro e l apparato muscolare Elevatore delle coste Intercostale esterno C Intercostale interno Figura 2-76 (Segue) C, Muscoli profondi del torace, faccia laterale. (Parte B e C da Evans HE, de Lahunta A: Miller s anatomy of the dog, ed. 4, St. Louis, 2013 Saunders). 4. Ci sono 12 muscoli intercostali esterni (vedere Figg. 2-76, da 3-4 a 3-6) su ciascun lato della parete toracica. Le loro fibre corrono caudoventralmente dal margine caudale di una costa al margine craniale della costa caudale ad essa. Il loro margine ventrale è vicino alla giunzione costocondrale. Essi funzionano nella respirazione sollevando insieme le coste ed il loro effetto complessivo dipende dalla fissazione della gabbia costale. 5. I muscoli intercostali interni (vedere Figg. da 3-4 a 3-6) sono facilmente differenziati dai muscoli intercostali esterni poiché le loro fibre corrono in direzione cranioventrale dal margine craniale di una costa al margine caudale della costa craniale ad essa. Mediale alla maggior parte dei muscoli intercostali interni è la pleura, che si attacca ai muscoli e alle coste mediante la fascia endotoracica. I muscoli intercostali interni coprono l intera distanza degli spazi intercostali. Questi muscoli funzionano in maniera simile a quella dei muscoli intercostali esterni sollevando insieme le coste. Esporre il quinto muscolo intercostale esterno e ripiegarlo per osservare l intercostale interno. Muscoli della parete addominale I quattro muscoli della parete addominale (Figg. da 2-76 a 2-80), nominandoli dall esterno all interno, sono l obliquo esterno dell addome, l obliquo interno dell addome, il retto dell addome e il trasverso dell addome (vedere Figg. 2-77, 2-78). Quando si contraggono, aiutano nella minzione, nella defecazione, nel parto, nella respirazione o nella deambulazione. Questi muscoli sono coperti superficialmente dalle fasce addominali e profondamente dalla fascia trasversale. Pettorale profondo Obliquo esterno dell addome Retto dell addome Trasverso dell addome Obliquo addominale interno Figura 2-77 Muscoli della parete addominale, veduta ventrale. 1. L obliquo esterno dell addome (vedere Figg. da 2-76 a 2-80) copre la metà ventrale della parete toracica laterale e la parte laterale della parete addominale. La parte costale origina dalle ultime coste. La parte lombare origina dall ultima costa e dalla fascia toracolombare. Le fibre di questo muscolo corrono caudoventralmente. Nella parete addominale ventrale, questo muscolo forma una ampia aponeurosi che si inserisce sulla linea alba e sul tendine prepubico. La linea alba (vedere Fig. 2-78) è il rafe medio ventrale costituito dalla fascia toracolombare fusa e dalle aponeurosi dei muscoli addominali. La linea alba si estende dal processo xifoideo fino alla sinfisi pelvica. L aponeurosi dell obliquo esterno dell addome, unita a quella dell obliquo interno dell addome,

18 CAPITOLO 3 Il collo, il torace e l arto toracico 99 Parte occipitale dello sternocefalico Nervo auricolare caudale (VII) Nervo accessorio Omotrasversario Parte cervicale del cleidocefalico Trapezio Platisma Ghiandola parotidea Dotto parotideo Ramo buccale ventrale (VII) Linfonodo mandibolare Linfonodo cervicale superficiale R. cervicale del VII Ghiandola mandibolare Parte mastoidea del r. cleidocefalico e sterno cefalico C2, ramo ventrale Grande nervo auricolare Nervo trasverso cervicale Parotidoauricolare C3, ramo ventrale Parte mastoidea del cleidocefalico Vena giugulare esterna Sternocefalico C4, ramo ventrale C5, ramo ventrale Figura 3-2 Nervi superficiali del collo, faccia laterale. cica interna. A livello della faccia ventrale di ciascuno spazio intercostale, i rami perforanti dei vasi toracici interni emergono e provvedono alle strutture cutanee e le ghiandole mammarie toraciche. I rami del nervo dorsale e ventrale derivano dal nervo spinale non appena questi emerge dal foro intervertebrale (vedere Fig. 3-6). I rami ventrali dei primi 12 nervi spinali toracici sono nervi intercostali e hanno rami cutanei laterali e ventrali e rami mediali a questi che innervano soprattutto i muscoli. Le file dorsali e cutanee dei rami cutanei laterali dei nervi, delle arterie e delle vene intercostali emergono ad intervalli regolari tra le coste e forniscono i muscoli cutanei, il tessuto sottocutaneo e la pelle (vedere Fig. 3-6). I nervi della fila dorsale originano dai rami dorsali dei nervi spinali toracici. Una fila di rami cutanei ventrali emerge attraverso l origine del muscolo pettorale profondo dopo aver penetrato le estremità ventrali degli spazi intercostali. Questi vasi sono i rami perforanti dell arteria e della vena toracica interna. I nervi sono i rami terminali dei nervi intercostali. Sebbene questi emergano ad intervalli regolari, non saranno ben visibili durante la dissezione.

19 100 CAPITOLO 3 Il collo, il torace e l arto toracico Rami cutanei dell arteria e della vena cervicale profonda Ramo cutaneo mediale di un nervo cervicale Nervo accessorio Grande nervo auricolare (II cerv.) Arteria e vena cervicale superficiale Ramo cutaneo laterale del II nervo toracico Arteria e vena sottoscapolare, rami cutanei Arteria e vena omerale circonflessa caudale Nervo cervicale trasverso Vena giugulare esterna Nervo intercostobrachiale Vena omobrachiale Vena ascellobrachiale Muscolo tricipite (capo laterale) III nervo intercostale, ramo cutaneo ventrale Vena cefalica Muscolo cleidobrachiale Nervo brachiale cutaneo laterale craniale (ascellare) Vena cefalica Arteria e vena toracica interna, ramo perforante Nervo cutaneo caudale dell avambraccio (ulnare) Nervo radiale, ramo superficiale Arteriae e vena brachiale superficiale Vena mediana del gomito Figura 3-3 Strutture superficiali della scapola e del braccio, veduta laterale. La mammella toracica craniale è fornita dai vasi quarto, quinto e sesto cutanei ventrali e laterali e dai rami dei vasi toracici laterali. Gli ultimi provengono dai vasi ascellari, che saranno sezionati successivamente. La mammella toracica caudale è fornita in modo simile dai nervi e dai vasi cutanei sesto e settimo. Inoltre, questa mammella è fornita dai rami mammari dei vasi epigastrici superficiali craniali. L ascella è lo spazio tra l arto toracico e la parete toracica. È delimitata ventralmente dai muscoli pettorali e dorsalmente dall inserzione del dentato ventrale fino alla scapola. Cranialmente, si estende sotto i muscoli che corrono dal braccio al collo. Caudalmente, una estensione simile è trovata sotto il grande dorsale e il cutaneo del tronco. L arteria, la vena ed il nervo toracico laterale emergono dall ascella tra il grande dorsale e i muscoli pettorali profondi. Il nervo è motorio al cutaneo del tronco e può essere trovato sul suo margine ventrale. È costituito dagli assoni (provenienti) dai rami ventrali dell ottavo nervo spinale cervicale e primo spinale toracico. I vasi sono rami dell arteria e della vena ascellare che forniscono il muscolo, la pelle e i tessuti sottocutanei comprese la mammella toracica craniale. Se questi vasi e questo nervo non sono immediatamente identificati nella vostra dissezione, potrete trovarli successivamente quando i vasi ascellari e il plesso brachiale verranno sezionati. Sezionare i muscoli pettorali vicini allo sterno. Ripiegarli verso l avambraccio per esporre l ascella.

20 CAPITOLO 3 Il collo, il torace e l arto toracico 103 lico. Estendere il collo e comprimere i vasi che penetrano nel torace a livello dell ingresso toracico per tentare di evidenziare la vena giugulare esterna in modo da renderla visibile. Questa è più difficile da osservare nelle razze a pelo lungo senza togliere il pelo. Vasi profondi e nervi della parete toracica Esporre le origini lombari e costali dell obliquo esterno dell addome e staccarle. Ripiegare il muscolo ventralmente fino al retto dell addome. Ripiegare le mammelle se necessario. Liberare l inserzione aponeurotica toracica del retto dell addome vicino allo sterno e alla prima cartilagine costale. Ripiegare il retto dell addome caudalmente, notando e tagliando qualsiasi nervo o vaso che penetri la faccia profonda del muscolo da uno qualsiasi degli spazi intercostali. L arteria epigastrica craniale è un ramo terminale dell arteria toracica interna che emerge dal torace nell angolo tra l arco costale e lo sterno. Passa caudalmente sulla superficie profonda del retto dell addome. La vena epigastrica craniale dà origine all epigastrica superficiale craniale (vedere Figg. 3-7, 4-2, 4-33), che perfora il muscolo e corre caudalmente sulla sua superficie esterna. Questa arteria fornisce la pelle sopra il retto dell addome e le mammelle toraciche caudali e addominali craniali. Le vene epigastriche craniali proseguono sulla superficie profonda del retto dell addome. La maggior parte dei loro rami termina in questo muscolo. Eseguire una incisione sagittale attraverso tutta la parete toracica, comprendendo le cartilagini costali, 1 cm dal piano mediano su ciascun lato. Queste incisioni si estenderanno dall ingresso toracico attraverso la nona cartilagine costale. Il muscolo trasverso del torace è un muscolo piatto, carnoso sulla superficie mediale delle cartilagini costali dalla costa 2 alla 8 (vedere Figg. 3-4, A, B, 3-6, 6-36). I suoi fascicoli si estendono dalle giunzioni costocondrali allo sterno. Unire le estremità caudali delle incisioni sagittali di destra e di sinistra e liberare lo sterno, eccetto per l ampia, sottile piega del mediastino che è ancora la sua sola inserzione. Sulla metà destra del torace, pulire e sezionare l origine del grande dorsale e ripiegarlo verso l arto anteriore. Localizzare e sezionare la porzione caudale dell origine del dentato ventrale, esponendo le coste. Iniziando a livello dell arco costale ed usando un osteotomo, tagliare solo le coste, vicino alla loro articolazione vertebrale all interno del torace, senza danneggiare il tronco simpatico. Ripiegare la parete toracica senza rimuoverla. Appena fatto questo, tagliare le inserzioni dell obliquo interno dell addome, del trasverso dell addome e del diaframma dalle coste lungo l arco costale. Se ciò viene eseguito correttamente, la cavità peritoneale non sarà aperta. Ripiegare la parete toracica sinistra allo stesso modo. Sulla superficie interna della parete toracica notare i vasi ed i nervi intercostali che decorrono lungo il margine caudale delle coste. Ventralmente, i vasi si biforcano e si anastomizzano con i rami intercostali ventrali dell arteria e della vena toracica interna. I nervi intercostali forniscono la muscolatura intercostale. I loro rami sensoriali saranno visti come rami cutanei laterali e ventrali. Le pleure (Figg. 3-8, 3-9) sono membrane sierose che coprono i polmoni e rivestono le pareti del torace. Queste formano i sacchi destro e sinistro che racchiudono le cavità pleuriche. Ognuna è costituita da parti viscerali e parietali, a seconda della loro localizzazione. La pleura polmonare o viscerale aderisce strettamente alle superfici dei polmoni, seguendo tutte le loro piccole irregolarità così come le fessure che separano i lobi. La pleura parietale è adesa alla parete toracica mediante la fascia endotoracica. Questa pleura può essere divisa nelle parti costale, diaframmatica e mediastinica. Ciascuna di queste assume il nome della regione o della superficie che ricopre e tutte sono contigue l una all altra. La pleura costale copre le superfici interne delle coste e i loro muscoli intercostali associati e il trasverso del torace. La pleura diaframmatica copre la superficie craniale del diaframma. Le pleure mediastiniche sono gli strati che coprono i lati della parete divisoria tra le due cavità pleuriche. Il mediastino comprende le due pleure mediastiniche e lo spazio tra loro. Compresi nel mediastino sono il timo, i linfonodi, il cuore, l aorta, la trachea e l esofago, i nervi vaghi e altri nervi e vasi. La pleura mediastinica pericardica è quella porzione che ricopre il cuore. Il mediastino può essere diviso in una parte craniale, che si trova craniale al cuore; una parte media, contenente il cuore; una porzione dorsale, dorsale al cuore; una porzione ventrale, ventrale al cuore e una parte caudale, che si trova caudale al cuore. Il mediastino caudale è sottile. Esso aderisce al diaframma molto più a sinistra del piano mediano. Cranialmente, si continua con il mediastino medio. Notare il passaggio dell esofago attraverso il mediastino e lo iato esofageo del diaframma. A

21 110 CAPITOLO 3 Il collo, il torace e l arto toracico Tronco tracheale sinistro Dotto toracico Vena cervicale superficiale Arteria succlavia sinistra Dotto toracico Cisterna del chilo Aorta Tronco brachiocefalico Vena cava craniale Ampolla del dotto toracico Vena ascellare sinistra Vena giugulare esterna B Figura 3-14 (Segue) B, Variazioni del dotto toracico e del suo ingresso nella vena cava craniale. (Parte B modificata da Huber F: Der ductus thoracicus, Dissertazione inaugurale, Dresda, 1909). azigos fino al livello della sesta vertebra toracica. (Può non essere visibile). Qui incrocia la superficie ventrale della quinta vertebra toracica e corre sul lato sinistro della pleura mediastinica media. Continua cranioventralmente attraverso il mediastino craniale fino alla vena brachiocefalica sinistra, dove generalmente termina (vedere Fig. 3-17). Anche il dotto toracico riceve il drenaggio linfatico dall arto toracico sinistro e dal tronco tracheale sinistro (dal lato sinistro della testa e del collo). Il drenaggio linfatico dall arto toracico sinistro e dal tronco tracheale destro (dal lato destro della testa e del collo) forma un dotto linfatico destro che entra nel sistema venoso vicino alla vena brachiocefalica destra. Spesso esistono terminazioni multiple di natura complicata che possono comprendere tumefazioni o anastomosi. Tutti i canali linfatici saranno difficili da vedere a meno che non siano congesti di linfa o di sangue refluo. Spesso sono doppi. Cercare il dotto toracico. Non sempre è visibile, ma può essere identificato dal colore rosso-brunastro o color paglia del suo contenuto e dalle numerose costrizioni casuali nella sua parete. I tronchi tracheali possono essere trovati in ciascuna guaina carotidea o paralleli alla guaina e al suo contenuto. Arterie craniali fino al cuore L aorta (vedere Figg. 3-5, 3-9, da 3-15 a 3-20) è il grosso vaso impari che emerge dal ventricolo sinistro mediale al tronco polmonare. Come aorta ascendente, si estende cranialmente, coperta dal pericardio; fa una curva a gomito dorsalmente e a sinistra come arco aortico; corre caudalmente come aorta discendente situata ventrale alle vertebre. La parte craniale al diaframma è l aorta toracica e la parte caudale è l aorta addominale. Molti rami dell aorta sono craniali al cuore. Ripiegare le vene che sono

22 122 CAPITOLO 3 Il collo, il torace e l arto toracico Arco aortico Tronco polmonare Vena cava craniale Orecchietta sinistra Orecchietta destra Solco coronario Valvola semilunare sinistra della valvola polmonare Ventricolo destro Cuspide settale della valvola atrioventricolare destra Solco paraconale interventricolare Cuspide parietale della valvola atrioventricolare destra Muscoli papillari Ventricolo sinistro Trabecole carnee Figura 3-23 Interno del ventricolo destro, faccia laterale sinistra. Tronco polmonare Valvola semilunare settale della valvola aortica Tronco brachiocefalico Nodulo della valvola semilunare settale Orecchietta destra Arco aortico Vene polmonari sinistre Arteria coronaria sinistra Orecchietta sinistra Valvola semilunare sinistra della valvola aortica Cuspide settale della valvola atrioventricolare sinistra Valvola semilunare destra della valvola aortica Muscoli papillari Cuspide parietale della valvola atrioventricolare sinistra Trabecole carnee Figura 3-24 Interno del ventricolo sinistro, faccia laterale sinistra.

23 CAPITOLO 3 Il collo, il torace e l arto toracico 131 Cervicale superficiale Arteria ascellare Toracica esterna Sottoscapolare Omerale circonflessa craniale Bicipitale Brachiale superficiale Superficiale craniale dell avambraccio Ramo laterale Ramo mediale Interossea comune Mediana Interossea caudale Radiale Succlavia Arteria scapolare circonflessa Arteria toracica laterale Toracodorsale Omerale circonflessa caudale Brachiale Radiale collaterale Brachiale profonda Ulnare collaterale Cubitale trasversa Ulnare ricorrente Ulnare Interossea craniale Antibrachiale profonda Ulnare Mediana Arco palmare profondo Arco palmare superficiale A Figura 3-29 A, Arterie dell arto anteriore destro, veduta schematica mediale. (Continua)

24 CAPITOLO 3 Il collo, il torace e l arto toracico 143 Vena cefalica Arteria superficiale craniale dell avambraccio, ramo laterale Vena cefalica accessoria Nervo radiale superficiale, ramo laterale Nervo ulnare, ramo dorsale Arteria superficiale craniale dell avambraccio, ramo mediale Nervo radiale superficiale, ramo mediale Arteria radiale, ramo carpale dorsale Vena cefalica Nervo comune dorsale del I dito Arteria comune dorsale del I dito Nervo comune dorsale del IV dito Vena e arteria comune dorsale del IV dito Vena, arteria e nervo assiale dorsale propri del V dito Arteria assiale palmare propria del III dito Figura 3-37 Arterie, vene e nervi della zampa anteriore destra, veduta dorsale. spazio interosseo cranialmente per fornire i muscoli che si trovano lateralmente e cranialmente nell avambraccio. Questa arteria non sarà dissezionata. L arteria mediana (vedere Figg. 3-29, 3-30, 3-38) è la continuazione dell arteria brachiale oltre l origine dell interossea comune. Emana l arteria profonda dell avambraccio e l arteria radiale nell avambraccio e si continua nella zampa in profondità fino al flessore radiale del carpo. È la principale fonte di sangue alla zampa. È accompagnata dal nervo mediano lungo il capo omerale del flessore profondo delle dita. L arteria ed il nervo mediano passano attraverso il canale carpale tra i tendini del flessore superficiale e profondo delle dita. Sezionare il retinacolo del flessore e il tendine del flessore superficiale delle dita. Ripiegarli e seguire questa arteria attraverso il canale carpale fino alla estremità prossimale del metacarpo, dove forma l arco palmare superficiale con un ramo dell arteria interossea caudale. Questo arco dà origine alle arterie palmari comuni delle dita, che corrono verso la superficie palmare della zampa anteriore (queste non devono essere dissezionate). L arteria radiale (vedere Figg. 3-29, 3-30, 3-37, 3-38) origina dal lato mediale dell arteria mediana a metà dell avambraccio. Essa segue il margine mediale del radio. A livello del carpo si divide nei rami palmare e carpale dorsale che forniscono i vasi profondi della zampa anteriore. Questi non devono essere dissezionati.

25 CAPITOLO 4 L addome, la pelvi e l arto pelvico 149 Regione pettorale Regione addominale craniale Regione addominale media Regione addominale caudale Arco costale Regione xifoidea Regione ipocondriaca sinistra Ombelico Regione laterale sinistra Regione ombelicale Regione inguinale sinistra Regione pubica Figura 4-1 Regioni topografiche del torace e dell addome. L anatomia di superficie dell addome si divide in regioni craniale, media, e caudale (Fig. 4-1). Ripiegare la pelle dalla parete addominale destra, lasciando le papille mammarie nella femmina, il prepuzio nel maschio e il cutaneo del tronco. Estendere una incisione perpendicolare dalla linea mediana ventrale alla metà della superficie mediale della coscia destra e, quindi, fino al suo margine craniale. Continuare questa incisione dorsalmente lungo il bordo craniale della coscia davanti alla cresta dell ilio fino alla linea mediodorsale. Partendo dalla superficie mediale della coscia, ripiegare o rimuovere la pelle del lato destro dell addome. VASI E NERVI DELLE PARTI VENTRALE E LATERALE DELLA PARETE ADDOMINALE Le arterie che forniscono la parte superficiale della parete addominale ventrale sono rami delle arterie epigastriche superficiali (Fig. 4-2). L origine dell arteria epigastrica superficiale craniale è dalla epigastrica craniale (vedere Fig. 4-33). Il tessuto sottocutaneo della parete addominale ventrale contiene le mammelle addominali ed inguinali e i vasi ed i nervi che li forniscono. Nella femmina, i vasi epigastrici superficiali craniali sono visti nel sottocute vicino alla papilla addominale craniale. Per dissezione smussa, separare la fila destra delle mammelle dalla fascia e ruotarle lateralmente. Dissezionare l arteria pudenda esterna (vedere Figg. 2-79, 4-2, 4-33, 4-40) che emerge dall anello inguinale superficiale. La sua origine dal tronco pudendo epigastrico, un ramo dalla arteria femorale profonda, sarà trovata in un secondo tempo. L arteria pudenda esterna corre caudoventralmente fino al margine craniale del gracile. L arteria epigastrica superficiale caudale è grande e appare come una continuazione diretta della arteria pudenda esterna dorsale al linfonodo inguinale superficiale. L arteria epigastrica superficiale caudale (vedere Fig. 4-2) corre cranialmente verso la superficie profonda della mammella inguinale e fornisce i rami mammari. L arteria continua a fornire la mammella addominale caudale e si anastomizza con i rami dell arteria epigastrica superficiale craniale. Nel maschio fornisce il prepuzio. Un piccolo ramo dell arteria pudenda esterna corre caudalmente per fornire le labbra (della vulva) nella femmina e lo scroto nel maschio. Esporre i linfonodi inguinali superficiali (vedere Fig. 4-40), che si trovano adiacenti ai vasi epigastrici superficiali caudali e craniali alla loro origine dai vasi pudendi esterni. I linfatici afferenti di questi linfonodi drenano le mammelle, il prepuzio, lo scroto e la parete addominale ventrale cranialmente fino all ombelico. I loro linfatici efferenti corrono attraverso il canale inguinale per raggiungere i linfonodi nella regione sottolombare. La parete addominale riceve il suo apporto vascolare principalmente da quattro vasi (vedere Fig. 4-33): arteria addominale craniale (craniodorsale), arteria epigastrica craniale (cranioventrale), arteria epigastrica caudale (caudoventrale) e arteria iliaca circonflessa profonda (caudodorsale). Ripiegare la fascia superficiale dalla parete addominale laterale. Ad emergere dalla parete addominale dorsolaterale, caudali all ultima costa, sono i rami superficiali dell arteria addominale craniale (vedere Fig. 4-33). Quest ultima nasce da un origine comune con l arteria frenica caudale lontano dall aorta e perfora la muscolatura addominale, che fornisce, per raggiungere la pelle. I nervi cutanei dell addome differiscono alquanto da quelli del torace. I rami cutanei laterali dagli ultimi cinque nervi toracici non seguono la convessità dell arco costale, ma corrono in una direzione caudoventrale e forniscono le parti ventrale e ventrolaterale della parete addominale (Fig. 4-3). I rami

26 158 CAPITOLO 4 L addome, la pelvi e l arto pelvico Colon ascendente Lobo destro del pancreas Duodeno discendente Peritoneo parietale Borsa omentale Digiuno Duodeno ascendente Sinistra Rene destro Vena renale Vena cava caudale Aorta L2 Milza Colon discendente Rene sinistro Radice del mesentere Figura 4-10 Mesenteri addominali. Sezione trasversa schematica a livello della milza. Fegato Stomaco Milza Duodeno discendente Livello del cieco Rene sinistro Grande omento che copre l intestino tenue Retto Arteria vescicale craniale Vescica Legamento mediano della vescica Uretere Arteria e vena testicolare Arteria e vena addominale caudale Dotto deferente Anello vaginale Legamento laterale della vescica Arteria e vena epigastrica caudale Figura 4-11 Visceri addominali del cane maschio, faccia ventrale.

27 168 CAPITOLO 4 L addome, la pelvi e l arto pelvico Legamento proprio dell ovaio Legamento sospensore dell ovaio Tuba uterina Mesosalpinge Corno uterino sinistro Uretere Vescica Corpo dell utero Canale cervicale Cervice Fornice Orifizio uterino esterno Vagina Superficie ventrale Corpo dell utero Orifizio uterino interno Canale cervicale Cervice Sezione sagittale attraverso la cervice Vagina Bulbo vestibolare Apertura uretrale Vestibolo Costrittore del vestibolo Clitoride Labbra Fossa del clitoride Figura 4-24 Genitali femminili aperti sulla linea mediana, veduta dorsale. ci della pelvi renale si proiettano verso l esterno tra le piramidi renali. Liberare il rene destro dal suo peritoneo e dalla fascia ed eseguire una sezione trasversa attraverso. Notare la corteccia renale, il midollo, la cresta e la pelvi. Le ovaie (vedere Figg. 4-9, 4-12, 4-24, 4-25) sono situate vicino al polo caudale dei reni. L ovaio destro si trova craniale all ovaio sinistro ed è dorsale al duodeno discendente. L ovaio sinistro è tra il colon discendente e la parete addominale. Ogni ovaio è incluso in un sacco peritoneale a parete sottile, la borsa ovarica (vedere Fig. 4-25), formata dal mesovario e dal mesosalpinge. La borsa ovarica è aperta verso la cavità peritoneale mediante un orifizio simile ad una fessura sulla superficie mediale. La tuba uterina corre cranialmente e poi caudalmente attraverso la parete laterale della borsa nel suo cammino fino al corno uterino. Esaminare la superficie della borsa ed osservare il piccolo ispessimento simile ad un cordone all interno della sua parete. Questa è la tuba uterina. Aprire la borsa eseguendo una incisione laterale dorsale alla tuba uterina ed esaminare l ovaio e l infundibulo. L infundibulo è l estremità ovarica dilatata della tuba uterina. Possiede un margine fimbriato e funziona per fagocitare l oocita dopo l ovulazione. Notare che molte delle fimbrie protrudono nella cavità peritoneale dall apertura della borsa ovarica. In vita, queste fimbrie funzionano per chiudere l apertura nella cavità peritoneale al momento dell ovulazione e, quindi, prevenire la migrazione transperitoneale degli

28 180 CAPITOLO 4 L addome, la pelvi e l arto pelvico esterna. Incrocia i muscoli sottolombari lateralmente, e al margine laterale del grande psoas fornisce la muscolatura della porzione caudodorsale della parete addominale. L arteria iliaca circonflessa profonda perfora la parete addominale e diventa superficiale ventrale alla tuberosità dell anca. Fornisce la pelle dell area addominale caudale, il fianco e la coscia craniale. Questo vaso è stato sezionato quando è stato rimosso il piccolo psoas. Sistema venoso portale Un sistema venoso portale è caratterizzato da una letto di capillari che si interpone tra le vene che ritornano il sangue al cuore. La vena porta (vedere Figg. 4-17, 4-34, 4-35) trasporta il sangue venoso al fegato dai visceri addominali come lo stomaco, l intestino tenue, il cieco, il colon, il pancreas e la milza. Il fegato possiede un letto capillare di sinusoidi attraverso il quale il sangue passa prima di uscire tramite le grandi vene epatiche per entrare nella vena cava caudale e, quindi, nel cuore destro (Fig. 4-16). Separare il processo caudato del lobo caudato del fegato dalla flessura duodenale craniale. Trovare la vena porta nel legamento epatoduodenale a livello del margine ventrale del foro epiploico, ripiegare il peritoneo e il grasso dalla superficie della vena fino alla posizione caudale della radice del mesentere ed esporre i suoi rami. 1. La vena gastroduodenale è un piccolo, ramo prossimale della vena porta nel mesoduodeno. Entra nella vena porta dal lato destro vicino al corpo del pancreas e drena il pancreas, lo stomaco, il duodeno e il grande omento. 2. La vena splenica entra nella vena porta dal foglietto profondo del grande omento sul lato sinistro appena caudale al ramo gastroduodenale. È un grosso ramo che riceve sangue Gastrica destra Gastroepiploica destra Gastroduodenale Duodeno Gastrica sinistra Porta Splenica Stomaco Gastroepiploica sinistra Pancreas Pancreaticoduodenale craniale Colon ascendente Dal pancreas Colica destra Mesenterica caudale Milza Cieco Ileocolica Mesenterica craniale Pancreaticoduodenale caudale Vene digiunali Colica media Colica sinistra Colon discendente Ileo Rettale craniale Figura 4-34 Tributari della vena porta, veduta ventrale.

29 CAPITOLO 4 L addome, la pelvi e l arto pelvico 193 Base Fibrocartilagine Apice Corpo Solco uretrale Figura 4-51 Osso del pene con sezioni trasverse, veduta laterale sinistra. La radice del pene è formata dai pilastri destro e sinistro, che originano sulla tuberosità ischiatica di ciascun lato. La radice termina dove i pilastri si fondono l un con l altro sulla linea mediana per formare il corpo. Ciascun pilastro è composto da tessuto vascolare cavernoso, corpo cavernoso del pene, fornito dall arteria profonda del pene e circondato da una spessa tonaca fibrosa, la tonaca albuginea. Esaminare la radice. Il pilastro sinistro è stato sezionato quando è stato ripiegato l arto. Le trabecole e gli spazi vascolari possono essere osservati sulla superficie di taglio. Notare il solido inserimento del pilastro destro alla tuberosità ischiatica. La radice del pene comprende i due pilastri e il bulbo. Il muscolo ischiocavernoso (vedere Figg. 4-47, 4-50) origina dalla tuberosità ischiatica, copre l origine del pilastro e si inserisce distalmente sul pilastro. Il muscolo retrattore del pene (vedere Figg. 4-45, 4-47, 4-50) è una striscia allungata di fibre muscolari lisce e striate. Origina dalla superficie ventrale del sacro, o dalle prime due vertebre caudali, si unisce con lo sfintere anale esterno e si estende distalmente sulla superficie ventrale del pene fino a livello del glande dove si inserisce. Nella regione dello sfintere anale, sussiste uno scambio di fibre muscolari tra il muscolo retrattore del pene e lo sfintere anale esterno. Osservare il muscolo retrattore sul corpo del pene. Il muscolo bulbospugnoso (vedere Figg. 4-47, 4-50) protrude tra i muscoli ischiocavernoso ventrale allo sfintere anale esterno. Le fibre del bulbo spugnoso sono trasverse prossimalmente, dove esse coprono il bulbo del pene e longitudinali distalmente, dove passano sul corpo del pene. Alla radice del pene tra i pilastri si trova il bulbo del pene (vedere Figg. 4-37, 4-50) coperto dal muscolo bulbospugnoso. Questa espansione bilobata dorsale del corpo spugnoso del pene circonda l uretra ed è situata a livello dell arco ischiatico. È fornita dall arteria del bulbo. Osservare il bulbo penieno e il suo rapporto con l uretra a livello della radice del pene. Eseguire una o due sezioni trasverse attraverso la radice del pene per osservare i suoi componenti. Uno strato sottile del corpo spugnoso del pene circonda l uretra per tutta la sua lunghezza nel pene. Il muscolo ischiouretrale (vedere Fig. 4-47) è un piccolo muscolo trasverso che origina dalla superficie dorsale della tuberosità ischiatica lateralmente e forma un anello fibroso con il muscolo opposto a livello della sinfisi pelvica che circonda il tronco comune delle vene dorsali sinistra e destra del pene. La contrazione dei due muscoli controlla il ritorno venoso dal pene e aiuta a mantenere la tumescenza dello stesso. Il corpo del pene si estende dalla radice, dove i pilastri si fondono gli uni agli altri, fino al glande coprendo l osso del pene nella porzione caudale del prepuzio (vedere Figg. 4-40, da 4-48 a 4-50). Notare che la regione dove inizia il corpo del pene è compressa da un lato all altro ed avvolta da una spessa tonaca. È in grado di consentirne il ripiegamento durante la torsione quando il maschio durante il coito scavalca la femmina e rimane bloccato per un periodo di tempo variabile. Il corpo cavernoso del pene (vedere Figg. da 4-48 a 4-50) di ciascun pilastro converge verso la linea mediana e i due corpi si estendono parallelamente attraverso il corpo fino all osso del pene. Un setto mediano separa completamente i due corpi, e ciascuno è coperto da una spessa capsula bianca (tonaca albuginea) per tutta la sua lunghezza. I due corpi cavernosi formano un solco ventralmente che contiene l uretra e il sottile corpo spugnoso che circonda l uretra. Eseguire molte sezioni trasverse incomplete attraverso il corpo del pene per studiare queste strutture.

30 CAPITOLO 4 L addome, la pelvi e l arto pelvico 199 Sacrale mediana Iliaca comune sinistra e destra Iliaca interna Iliolombare Prostatica/vaginale Glutea craniale Caudale laterale Glutea caudale Vena cava caudale Pudenda interna Iliaca esterna Femorale profonda Tronco pudendoepigastrico Femorale circonflessa laterale Femorale Genicolare discendente Femorale caudale prossimale Safena mediale Femorale caudale media Femorale caudale distale Poplitea Tibiale craniale Safena laterale Tibiale caudale Rami craniali della safena mediale e laterale Rami caudali della safena mediale e laterale Figura 4-56 Vene dell arto pelvico destro, veduta schematica mediale. (vedere Fig. 4-59). Qui l arteria fornisce i muscoli glutei superficiale e medio, i rotatori dell anca e l adduttore. Si divide in molti rami, che forniscono il bicipite femorale ed i muscoli semitendinoso e semimembranoso. Ruotare il bicipite femorale caudalmente per esporre l arteria glutea caudale che si trova profonda ad essa, vicino al legamento sacrotuberoso e alla tuberosità ischiatica. Arteria iliaca esterna e rami principali A. iliaca esterna A. femorale profonda Tronco pudendo gastrico A. epigastrica caudale A. pudenda esterna A. femorale circonflessa mediale A. femorale

31 282 CAPITOLO 6 Il sistema nervoso Anastomosi con seno sagittale dorsale Anastomosi con seno petroso dorsale destro Seno intercavernoso rostrale Dorso della sella Ramo anastomotico Vena cerebrale ventrale Seno petroso dorsale Foro giugulare Seno sigmoideo Seno trasverso Seno sagittale dorsale (tagliato) Anastomosi della vena oftalmica destra e sinistra Fessura orbitale Foro rotondo Canale condiloideo Seno basilare Seno cavernoso Foro ovale Seno intercavernoso caudale Al foro lacero Vena meningea media Seno petroso ventrale nel canale petro-occipitale Seno temporale Seno sigmoideo Vena emissaria occipitale Seni confluenti Seno interbasilare ventrale Figura 6-6 Seni venosi cranici, faccia dorsale, il calvario è stato rimosso. (Da Reinhard K, Miller M, Evans H: The craniovertebral sinus and sinuses of the dog. Am J Anat 11:67-87, 1962). seno petroso ventrale, che si trova nel canale petro-occipitale. Due o tre seni intercavernosi collegano i seni cavernosi di sinistra e di destra rostrali e caudali all ipofisi. L arteria carotide interna è vista correre attraverso il seno cavernoso. I plessi venosi vertebrali interni ventrali sono vasi pari che giacciono sul pavimento del canale vertebrale nel tessuto connettivo epidurale. Essi si estendono dai seni venosi del cranio per tutto il canale vertebrale. A livello di ciascun foro intervertebrale, le vene intervertebrali collegano il plesso venoso vertebrale alle vene vertebrali del collo, alle vene intercostali del torace (azygos e vene costocervicali) e alle vene lombari (vena cava caudale) nell addome. Questo plesso verrà osservato successivamente quando il midollo spinale sarà rimosso dal canale vertebrale. Esiste una via venosa continua dalla vena angolare dell occhio (vedere Fig. 5-42); tramite la vena oftalmica esterna, il plesso oftalmico, il seno cavernoso, il seno petroso ventrale, il seno sigmoideo e il seno basilare nel canale condiloideo; fino al plesso venoso vertebrale interno ventrale. Questa via può essere dimostrata radiograficamente comprimendo le vena giugulare esterna ed iniettando una soluzione radiopaca nella vena angolare dell occhio sul lato della faccia vicino all angolo mediale dell occhio. Questa procedura può essere utilizzata clinicamente per diagnosticare lesioni occupanti spazio che interferiscono con questa via. Può anche essere usata anatomicamente per inoculare il sistema venoso con vari materiali. ENCEFALO Il cervello è composto dall embriologicamente segmentato tronco cerebrale e da due porzioni soprasegmentate, il cervello (telencefalo) e il cervelletto (metencefalo dorsale). Il tronco cerebrale comprende il mielencefalo (midollo), il metencefalo ventrale (ponte), il mesencefalo, e il diencefalo (epitalamo, talamo e ipotalamo). Sezionare ed identificare le seguenti strutture sull encefalo intatto che è stato fornito. Cervello (telencefalo) Strutture di superficie Il cervello è diviso in due emisferi cerebrali dalla fessura longitudinale. Ogni emisfero cerebrale ha pieghe verso l esterno (circonvoluzioni) chiamate giri separate da pieghe interiori chiamate solchi. Identificare i seguenti giri (circonvoluzioni) e solchi (Figg. 6-7, 6-8): le parti rostrale e caudale del solco rinale laterale, la fessura pseu-

32 CAPITOLO 6 Il sistema nervoso 285 I II III IV V VI VII VIII IX 17 X 18 XI XII C1 1. Bulbo olfattorio 2. Peduncolo olfattorio 3. Tratto olfattorio mediale 4. Sostanza perforata rostrale 5. Tratto olfattorio laterale 6. Giro olfattorio laterale 7. Solco rinale rostrale 8. Tuber cinereum 9. Lobo piriforme 10. Corpi mammillari 11. Solco rinale caudale 12. Pilastro (gamba) del cervello 13. Ponte,fibre trasverse 14. Paraflocculo ventrale 15. Flocculo 16. Paraflocculo dorsale 17. Lobulo ansiforme 18. Corpo trapezoide 19. Piramidi Figura 6-9 Veduta ventrale del cervello, dei nervi cranici e del tronco cerebrale. 20. Fessura mediana ventrale 21. Decussazione delle piramidi 22. Sostanza perforata caudale nella fossa interpeduncolare 23. Infundibolo 24. Tratto ottico postchiasmatico 25. Chiasma ottico 26. Solco rinale mediale II. Tratto ottico prechiasmatico III. Nervo oculomotore IV. Nervo trocleare V. Nervo trigemino VI. Nervo abducente VII. Nervo facciale VIII. Nervo vestibolococleare IX. Nervo glossofaringeo X. Nervo vago XI. Nervo accessorio XII. Nervo ipoglosso C1. Primo nervo spinale cervicale

33 CAPITOLO 6 Il sistema nervoso 299 Ventricolo laterale Fessura cerebrale longitudinale Giro cingolato Corpo calloso Plesso coroideo del ventricolo laterale Pilastro del fornice Spazio subaracnoideo Terzo ventricolo Nucleo caudato, coda Stria abenulare Talamo Capsula interna Claustro Capsula esterna Globo pallido Adesione intertalamica Putamen Nucleo endopeduncolare Tratto postchiasmatico Terzo ventricolo Ipotalamo Corpo amigdaloideo Figura 6-28 (Da Singer M.: The brain of the dog in section, Philadelphia, 1962, Saunders). Fessura cerebrale longitudinale Corpo calloso Corpo del fornice Spazio subaracnoideo Stria abenulare Plesso coroideo del ventricolo laterale Pilastro del fornice Nucleo caudato Stria terminale Talamo Claustro Globo pallido Putamen Nucleo endopeduncolare Colonna del fornice Chiasma ottico Terzo ventricolo Figura 6-29 (Da Singer M.: The brain of the dog in section, Philadelphia, 1962, Saunders).

34 CAPITOLO 6 Il sistema nervoso 309 Nervo C1 2 C1 Ramo dorsale nervo T T11 12 Nervo C2 Ramo ventrale Ramo dorsale Nervo accessorio Radice dorsale nervo C Nervo L1 Dura madre Ramo ventrale Ramo dorsale 13 L L Ganglio spinale nervo C8 7 8 T T1 Segmento Cd S Nervo T Segmento Cd Nervo L Nervo S1 Cauda equina S 8 7 Nervo Cd 1 Cd Nervo T Nervo Cd 5 Filamento terminale 5 6 Figura 6-37 Radici dorsali dei nervi spinali e segmenti del midollo spinale. Veduta dorsale, archi vertebrali rimossi. La dura è rimossa sul lato sinistro di entrambe le figure. (Le figure sulla destra rappresentano i livelli dei corpi vertebrali. Sul lato destro i nervi sono coperti con l epinevrio ([= guaina lamellare di tessuto connettivo di rivestimento dei nervi periferici, ndt] per cui non sono gialli).

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