Cultura. Tony Laudadio: Il teatro? È resistenza civile ANNARITA BRIGANTI FRÀLE INTERNET CLUB LOREDANA LIPPERINI. a cura di ZANICHELLI

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Domenica Raimondi
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1 Tony Laudadio: Il teatro? È resistenza civile ANNARITA BRIGANTI La rubrica INTERNET CLUB LOREDANA LIPPERINI La parola FRÀLE a cura di ZANICHELLI

2 Tony Laudadio: Il teatro? È resistenza civile ANNARITA BRIGANTI C è ancora bisogno del teatro in Italia, dico io. «C è bisogno del teatro in generale», aggiunge Tony Laudadio, 44 anni, venticinque dei quali passati sui palcoscenici italiani ed europei, in particolare su quelli spagnoli - recita anche in castigliano -, come attore, autore e regista, oltre ad aver pubblicato due romanzi notevoli con Bompiani, Come un chiodo nel muro ed Esco. Il teatro è per tutti, ha prezzi non proibitivi, rappresentazioni continue e le stesse strutture che ospitano gli spettacoli sono accoglienti. Ho passato il Capodanno in una sala milanese con un testo magnifico di Stefano Benni sui diversi ruoli che noi donne interpretiamo nella vita vera (io mi sono riconosciuta nel monologo sul tempo dell attesa). Il teatro potrebbe essere popolare, ma non va in televisione, è ignorato dalle istituzioni anche quando lo occupano per anni, vedi il caso del Valle di Roma, e resta una setta, una massoneria buona. Il pubblico del teatro è fatto dagli spettatori forti, l equivalente dei lettori forti che tengono in piedi l editoria. Il teatro è il mestiere meno solitario del mondo. Tra loro si chiamano teatranti ed hanno un approccio che farebbe

VITA PER IL TEATRO Tony Laudadio, 44 anni, è nato a La Spezia. Ha recitato per la prima volta a 9 anni bene anche all universo libro: creano un gruppo di lavoro e crescono insieme.

3 VITA PER IL TEATRO Tony Laudadio, 44 anni, è nato a La Spezia. Ha recitato per la prima volta a 9 anni bene anche all universo libro: creano un gruppo di lavoro e crescono insieme. Il teatro è un medium potente: quello che fanno sul palco arriva in platea e viceversa. Abituati alla fruizione indiretta - il digitale, la carta, un quadro, lo schermo - provate a far partire per sbaglio il flash del telefono! Laudadio, cos è il teatro nell Italia di oggi, che stenta a mettere la cultura al primo posto? «È un esercizio di resistenza civile che mi riempie d ottimismo. Ogni volta mi sembra sorprendente che ci sia qualcuno disposto a chiudersi in una sala per assistere ad uno spettacolo con altre persone. Quando avviene per le presentazioni dei libri è addirittura miracoloso. Non è facile radunarsi attorno alle parole, cercare di capirle, ascoltare delle letture ad alta voce ed inevitabilmente fare delle riflessioni». Quale consiglio darebbe ai ragazzi che vorrebbero provarci? «Sono nato a La Spezia, terzo di quattro figli maschi, e sono cresciuto a Caserta da quando avevo un anno. Abitavamo di fronte all Oratorio dei Salesiani. Lì facevo tutto, dagli sport al servire messa, ma soprattutto ho imparato a recitare, a suonare e a cantare. Il mio primo ruolo, a 9 anni, è stato il nano Dotto nella messa in scena di Biancaneve. Ovviamente non basta buttarsi. Ai giovani consiglio di studiare. In Italia ci sono molte scuole serie: la Paolo Grassi e il Piccolo a Milano, la Silvio D Amico a Roma. Ma se il vostro sogno è fare televisione, è tempo sprecato. Non vale la pena affrontare questo tipo di corsi, che durano anni e sono molto impegnativi dal punto di vista piscologico e fisico. Quando a 19 anni ho fatto le

I ROMANZI Le copertine delle due opere di Laudadio Come un chiodo nel muro Bompiani Pagine 361, euro 18 Esco Bompiani Pgine 234, euro 17 selezioni per la Bottega Teatrale di Vittorio Gassman a

È diventato una specie di isola dei famosi con i vip in cartellone per riempire le sale? «Il teatro per la sua natura ricalca modelli di altre epoche.

4 I ROMANZI Le copertine delle due opere di Laudadio Come un chiodo nel muro Bompiani Pagine 361, euro 18 Esco Bompiani Pgine 234, euro 17 selezioni per la Bottega Teatrale di Vittorio Gassman a Firenze eravamo in 400. Dopo tre audizioni, fui ammesso e quello è stato il vero punto di non ritorno verso questo mestiere». Il teatro italiano è vecchio? È diventato una specie di isola dei famosi con i vip in cartellone per riempire le sale? «Il teatro per la sua natura ricalca modelli di altre epoche. Ci sono testi immortali che è giusto continuare a rappresentare come quelli di Eduardo De Filippo, che interpreto spesso. Ma esiste una drammaturgia contemporanea che racconta l uomo di oggi, che parte dall apparente semplicità del teatro popolare per affrontare i grandi temi. Ora sono in tournée con Un anno dopo, un testo scritto e diretto da me, interpretato da me con Enrico Ianniello. Dietro le risate e la commozione, si parla del tempo che passa, dei sogni che a volte svaniscono, della convivenza tra estranei (due colleghi in un ufficio), del senso della vita. Sa qual è la forza del teatro? È il luogo dove non ci sono soldi ma passione. Noi attori siamo sempre stati in crisi. La precarietà è connaturata al nostro mestiere. Gli artisti traggono dalla crisi momenti di creatività». A teatro e al cinema ha lavorato con molti grandi: da Toni Servillo a Nanni Moretti, oltre il biennio con Gassman. Ci regala un flash sui suoi maestri? «Ricordo una cena di fine anno con il gruppo degli allievi di Gassman. Capitai vicino a lui. Ero giovane, immaturo, gli chiesi un consiglio. Mi aspettavo una risposta tecnica, invece mi suggerì di leggere Dostoevskij. I suoi romanzi brevi sono la migliore esperienza sentimentale per crescere come attore, mi disse. Eseguii il compito il giorno dopo, formandomi come attore, uomo e scrittore. Da allora lo leggo e lo rileggo. Il primo ricordo di Toni Servillo: io ed Enrico lo invitammo ad un piccolo spettacolo sperimentale, sempre all Oratorio casertano. Noi avevamo vent anni, lui era già un riferimento del teatro nazionale. Venne e fu

5 incoraggiante. Ho lavorato con lui per dodici anni, partecipando a quasi tutte le sue regie». La narrativa è la ciliegina che mancava sulla sua torta o una vocazione profonda, finora inespressa? «La scrittura è un abitudine, considerando che mi scrivo da solo anche molti dei testi che interpreto. Qualche anno fa avevo pubblicato una raccolta di testi teatrali. Avevo nel cassetto tentativi di racconti. Ritratti di protagonisti di libri che non esistono: descrivevo solo i personaggi, ma non sviluppavo il romanzo vero e proprio. La svolta fondamentale per i miei libri è stato l incontro con la mia agente, Silvia Meucci, che mi ha fatto vedere un potenziale narrativo che forse neanch io credevo di avere, accompagnandomi dalla drammaturgia alla forma narrata. Nel 2013 è uscito Esco, che diventerà la mia prima regia cinematografica. Ora ho ancora in promozione Come un chiodo nel muro, un romanzo sul tempo e sulla giustizia, con un protagonista, Giustino, avvocato di provincia, che deve barcamenarsi tutti i giorni in quella zona grigia, molto italiana, al confine tra ciò che è legale e ciò che non lo è. Sono molto legato a lui: è arrabbiato, un po sentimentale e ostinato come il chiodo del titolo».

6 Fràle LA PAROLA a cura di ZANICHELLI FRÀLE [ant. fr. fraile, dal lat. fra(gile(m) fragile 1287] A agg. (lett.) fragile, debole fraleménte, fralménte, avv. B s. m. (lett.) il corpo umano, in contrapposizione all anima immortale

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