INDICE. Il Tempo Composto... Cellule ritmiche... Solfeggio ritmico... Solfeggiamo... Solfeggiamo cantando...
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- Evangelista Motta
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1 INDICE...ancora sulla scrittura musicale - Segni di Espressione La legatura di portamento... La legatura di frase... Lo staccato... Il portato o appoggiato... Lo sforzato o accentato... Facciamo Pratica... Il Tempo Composto... Cellule ritmiche... Solfeggio ritmico... Solfeggiamo... Solfeggiamo cantando... Gruppi di tempo irregolari Terzina... Sestina... Solfeggiamo... Solfeggiamo cantando... in compagnia... Le Scale La scala naturale e i suoi gradi... Facciamo Pratica... La scala maggiore... Facciamo Pratica... La scala minore naturale... La scala minore armonica... La scala minore melodica... Facciamo Pratica... Prospetto delle Tonalità... Solfeggiamo... Gli Accordi Accordi maggiori... Accordi minori... La scrittura degli accordi... Oltre... la scrittura classica... Facciamo Pratica... I rivolti degli accordi......e se aggiungiamo un altro suono alla triade!?... Facciamo Pratica... pag. 2 pag. 2 pag. 2 pag. 3 pag. 3 pag. 3 pag. 5 pag. 6 pag. 7 pag. 9 pag. 17 pag. 20 pag. 21 pag. 22 pag. 28 pag. 30 pag. 31 pag. 32 pag. 32 pag. 34 pag. 36 pag. 36 pag. 37 pag. 40 pag. 41 pag. 44 pag. 45 pag. 46 pag. 47 pag. 48 pag. 49 pag. 50 pag. 51
2 Il Trasporto... Strumenti traspositori... Facciamo pratica......ancora qualcosa sui Tempi Semplici e Composti Tempi semplici... Tempi composti... Facciamo pratica... pag. 53 pag. 54 pag. 55 pag. 56 pag. 57 pag. 59 Verifica finale di riepilogo... pag. 60
3 Prefazione Dopo circa quindici anni dediti alla raccolta di materiale e applicazione di varie metodologie di insegnamento della musica, dalle più tradizionali alle più innovative, rivolte a diverse tipologie di alunni per età e interesse, ho deciso di scrivere in modo ordinato e organico tutto quello che è scaturito dalle osservazioni sul campo. Pertanto, dall esigenza di fornire agli alunni del corso di strumento musicale nelle scuole medie e nelle scuole di musica un testo essenziale, comprensibile e completo di tutti quegli argomenti inerenti al linguaggio musicale, necessari per leggere e suonare un brano musicale sono scaturiti i tre volumi del Musichese. I tre volumi comprendono la parte teorica (scrittura musicale, scale, accordi, trasporto, ecc.) corredata di ben 130 esercizi pratici da svolgere sul libro e 160 esercizi di solfeggio (ritmico, parlato e cantato). Nella stesura dei tre volumi ho voluto tener conto di alcune caratteristiche peculiari: Per la teoria, mi sono limitato a trattare quegli argomenti che fanno parte degli OSA (obiettivi specifici di apprendimento) riferiti alla difficoltà dei brani che gli alunni potranno affrontare nel triennio. Per il solfeggio, ho preferito lavorare più sulle cellule ritmiche che sui singoli valori, evitando inoltre di proporre quelle che difficilmente (o mai) gli alunni incontreranno nel repertorio. Per lo sviluppo della musicalità, ho scelto prevalentemente brani con un senso musicale definito e non aride formule di valori musicali, per questo, la maggior parte degli esercizi è tratta dal repertorio di melodie della tradizione popolare e di autori classici. Per la musica d insieme, ho inserito alcuni esercizi nel libro e rimando ai colleghi l impegno di privilegiare e promuovere per l esercitazione di solfeggio la formazione di gruppi, nella stessa classe e a classi aperte (con gli altri strumenti), rendendo così lo studio di sicuro più divertente e costruttivo.
4 Per la creatività, ho cercato di stimolare gli alunni all elaborazione del materiale sonoro con un largo utilizzo della tecnica della variazione, partendo da brani dati fino alla creazione libera di semplici composizioni. Ai colleghi che useranno questi testi lascio il compito di approfondire quegli argomenti qui solamente accennati come il dettato ritmico e melodico. Agli alunni voglio augurare che Il Musichese, per il modo in cui sono trattati gli argomenti del linguaggio musicale, possa servire loro per trovare o rafforzare quel piacere che si ha nel fare musica suonando da soli e con gli altri, imparando un linguaggio veramente universale come quello dei suoni. Buon lavoro. Nicotera, 2 febbraio 2007 Un sentito ringraziamento va a quanti mi hanno aiutato nella stesura del libro, innanzitutto a tutti gli allievi che in questi anni mi hanno indirizzato con le loro osservazioni verso questo modo di vedere l insegnamento musicale, all amico fraterno M Stefano Magliaro per la revisione della prima bozza, a mia moglie Francesca e alla collega Giusy Febbraro per la paziente correzione delle bozze, ai colleghi e amici Antonio Aprile, Claudio Fittante, Fabio Sirianni, Antonino Borrino per i preziosi consigli e, in modo particolare, all amico Diego Barbalace che con i suoi disegni ha impreziosito e resa più viva questa pubblicazione. La realizzazione di un libro presenta aspetti complessi e richiede particolare attenzione nei controlli. E difficile evitare completamente inesattezze e imprecisioni che spesso prendono evidenza solo dall uso dell opera. L editore e l autore ringraziano sin da ora chi vorrà indicarle. Per segnalazioni o suggerimenti relativi al presente volume scrivere a: info@romolocalandruccio.com oppure info@edizioninovecento.com. Grazie.
5 5 Finora abbiamo solfeggiato utilizzando i cosiddetti tempi semplici (2/4, 3/4 e 4/4), ora tratteremo altre indicazioni di tempo ovvero i tempi composti (6/8, 9/8 e 12/8). Il TEMPO COMPOSTO La novità del tempo composto, rispetto a quello semplice, consiste nella suddivisione del movimento. Infatti nei tempi semplici ogni movimento si suddivideva in due parti (binario), nei tempi composti invece si duddivide in tre parti (ternario). Questa suddivisione caratterizza il ritmo di questi tempi contribuendo a renderli danzanti. Indicazione numerica Nei tempi composti la frazione deve essere interpretata come segue: il numeratore indica il numero delle suddivisioni di ogni battuta e il denominatore il valore di ogni suddivisione. = 6 suddivisioni = Valore di una suddivisione (1/8) Vi ricordo che nei tempi semplici, invece, la frazione veniva così interpretata: il numeratore indicava il numero dei movimenti di ogni battuta e il denominatore il valore di ogni movimento. = 4 movimenti = Valore di un movimento (1/4) Movimento e Suddivisione Nei tempi composti il valore di un movimento è rappresentato dalla semiminima con il punto ( ). Pertanto ogni movimento, come detto prima, è a suddivisione ternaria, cioè, si suddivide in tre parti uguali (tre crome ). Movimenti Suddivisioni Vi ricordo che nel tempo semplice, invece, la suddivisione è binaria quindi ogni movimento si suddivide in due parti uguali. Nel caso di un tempo 2/4, 3/4 o 4/4 la semiminima (che rappresenta il movimento) si suddivide in due crome. Movimenti Suddivisioni
6 9 S ol fe ggi a m o Calabrisella (Italia) 1 Barcarola (Jacques Offenbach) 2
7 20 Gruppi di tempo irregolari TERZINA e SESTINA I gruppi irregolari vengono così definiti perché la somma delle figure che li compongono, non corrisponde al valore reale che dovrebbero occupare. I più comuni e frequenti di questi gruppi, sono la terzina e la sestina. La Terzina La terzina è un gruppo irregolare molto comune nei tempi semplici, si indica con un 3 posto sopra o sotto il raggruppamento: Essa è formata da 3 note che valgono quanto due della stessa specie ( = ; = ; = ), infatti: in un tempo semplice 3 crome scritte normalmente ( ) occupano un movimento e mezzo ma, se alle stesse note viene apposto il segno di terzina ( ), il loro valore si contrae facendole entrare in un solo movimento. L effetto musicale risultante, dalla piccola riduzione di valore, sarà quello di una maggiore scorrevolezza dei 3 suoni. Con la suddivisione binaria proviamo a pronunciare le parole indicate, battendo una pulsazione regolare. Nell esempio successivo, pur mantenendo la stessa suddivisione, sul secondo e quarto movimento vengono inserite delle suddivisioni ternarie. Cellule Ritmiche Esecuzione Suddivisioni
8 24 33 dall Ave Maria (Franz Schubert ) 34 35
9 28 Sol fe g gi a m o Cantaaaandooo......in compagnia Oh! dolce armonia (W. Amadeus Mozart) 45
10 32 La Scala Maggiore Analizzando le scale del precedente esercizio si può notare subito che i semitoni non sono sempre fra gli stessi gradi. La scala maggiore presenta una particolare disposizione dei toni e semitoni che si ripete sempre uguale per tutte le scale e, siccome tale disposizione viene data dalla scala naturale di DO, useremo questa come modello per formare tutte le altre scale maggiori. Pertanto l effetto sonoro di tutte le scale maggiori, pur cambiando le note e l altezza, rimarrà sempre uguale. TONO TONO SEMITONO TONO TONO TONO SEMITONO Il 7 grado é stato innalzato altrimenti, con il FA naturale, non avremmo avuto il tono tra 6 e 7 grado e il semitono tra 7 e 8 grado SOL LA SI DO RE MI FA # SOL TONO TONO SEMITONO TONO TONO TONO SEMITONO Facciamo Pratica DO# RE# FA# SOL# LA# 9 Costruisci le scale maggiori partendo dalla nota data. (Si consiglia di scrivere prima tutte le note della scala e poi inserire le eventuali alterazioni, la tastiera qui riprodotta può essere di aiuto per lo svolgimento dell esercizio) REb MIb SOLb LAb SIb RE RE TONO TONO SEMITONO TONO TONO TONO SEMITONO MI MI TONO TONO SEMITONO TONO TONO TONO SEMITONO
11 38 11 Scrivi accanto a ogni scala il nome, il modo (maggiore o minore) e, se minore, il tipo di scala (naturale, armonica o melodica) = nome modo nat. arm. mel. = nome modo nat. arm. mel. = nome modo nat. arm. mel. = nome modo nat. arm. mel. = nome modo nat. arm. mel. = nome modo nat. arm. mel. 12 Di seguito viene proposta la famosa melodia Frà Martino scritta nella tonalità di DO maggiore con indicato, sotto ogni nota, il relativo grado della scala. Trascrivila nella tonalità di DO minore naturale e, dopo aver svolto l esercizio, suonala più volte facendo attenzione alle due versioni.
12 41 Attenzione ragazzi! Vi è stato appena indicato un procedimento per individuare, tramite le alterazioni permanenti, la tonalità del brano ma, come avete visto, viene individuata subito la tonalità maggiore. Per sapere se invece ci troviamo nella tonalità relativa minore, bisogna analizzare le note della melodia e verificare se tra queste ve ne sono alcune che appartengono al modo minore. Tra gli indizi principali suggeriamo di individuare le eventuali alterazioni transitorie. Alterazioni transitorie In base a quanto detto finora l esempio su riportato è scritto nella tonalità di LA b maggiore o FA minore ma, da una più attenta analisi, possiamo dire con una certa sicurezza di trovarci nella tonalità di FA minore perché: 1) vi troviamo per ben tre volte in sole 7 battute la tonica di FA minore (note nel cerchio); 2) vi è la presenza della dominante di FA minore (nota nel quadrato); 3) cosa più importante, le note RE e MI sono alterate e corrispondono al 6 e 7 grado della scala di FA minore melodica. Quando abbiamo parlato delle alterazioni abbiamo detto che ci sono delle note che, pur avendo un nome diverso, producono lo stesso suono (DO # = RE b ). Questi due suoni li abbiamo chiamati omologhi o enarmonici. Lo stesso discorso vale per quelle scale che hanno per tonica due suoni omologhi: DO # maggiore e LA # minore = RE b maggiore e SI b minore FA # maggiore e RE # minore = SOL b maggiore e MI b minore SI maggiore e SOL # minore = DO b maggiore e LA b minore. Generalmente si sceglie di usare le scale con meno alterazioni quindi RE b, SOL b e SI. Facciamo Pratica 17 A Collega con una linea le tonalità maggiori dell insieme A con le rispettive relative minori dell insieme B. MI RE SI b DO MI b SOL FA DO # RE b LA b Do # Si La # Sol La Mi b Si b Do Fa Mi Re B
13 44 Gli Accordi Quando si è parlato degli intervalli è stato detto che essi possono essere melodici o armonici. Questi ultimi sono stati spiegati prendendo come esempio la sovrapposizione di due suoni dai quali deriva il bicordo. Se adesso a questo bicordo andiamo ad aggiungere uno o più suoni, tutti a distanza di terza (minore o maggiore), otterremo un accordo (se formato da tre suoni viene anche detto triade). Per formare un accordo o triade bisogna sovrapporre almeno due intervalli di terza. A seconda di come vengono sovrapposti si otterranno diversi tipi di accordo: maggiore, minore, ecc.. Accordi Maggiori L accordo maggiore si ottiene sovrapponendo una terza maggiore e una minore. Nota di partenza per costruire l accordo Terza Maggiore (due toni) Terza Minore (un tono e mezzo) Accordo di DO maggiore + + = Accordo di MI maggiore + + = Un altro sistema molto pratico e veloce per ottenere un accordo maggiore è quello di sovrapporre il primo, il terzo e il quinto grado della scala maggiore che ha come tonica la nota dell accordo
14 54 Strumenti Traspositori Prima abbiamo visto come il trasporto può tornare utile in certe occasioni ma dovete sapere che ci sono alcuni strumenti, specialmente della famiglia dei fiati, che usano normalmente questa pratica nella scrittura o nella lettura e per questo vengono comunemente denominati strumenti traspositori. Esamineremo quelli più utilizzati. Normalmente l intonazione generale degli strumenti viene definita in DO. La particolarità degli strumenti traspositori è che la scrittura delle note sul pentagramma, quindi la posizione di una qualsiasi nota sullo strumento, non corrisponde al suono reale che produce. Per esempio se su uno strumento in SI bemolle prendiamo la posizione della nota DO il suono reale che viene fuori non è un DO ma un SI bemolle (1 tono sotto). Ma adesso andiamo a scoprire quali sono gli strumenti traspositori più comuni: a) Strumenti in SI bemolle (Clarinetto, Sax soprano, Sax tenore*, Tromba) una seconda (1 tono) sotto rispetto al DO. Essendo il suono reale un tono sotto rispetto a quello degli strumenti in DO, la scrittura deve essere un tono sopra per poter suonare insieme a essi. b) Strumenti in MI bemolle (Clarinetto piccolo, Sax contralto*, Sax baritono**, Tromba) una terza minore (1 tono e 1 semitono) sopra rispetto al DO. *Una ottava più grave ** Due ottave più gravi. Essendo il suono reale un tono e mezzo sopra rispetto a quello degli strumenti in DO, la scrittura deve essere un tono e mezzo sotto per poter suonare insieme a essi. * Nella normale scrittura per questi strumenti si usa trasportare i suoni reali un ottava sopra. c) Strumenti in FA (Tromba, Corno, Corno inglese) una quinta (3 toni e 1 semitono) sotto rispetto al DO. Essendo il suono reale tre toni e un semitono sotto rispetto rispetto a quello degli strumenti in DO, la scrittura deve essere due toni e un semitono sopra per poter suonare insieme a essi.
15 56 Finora abbiamo parlato solo dei tempi semplici e composti più utilizzati, ma oltre a questi esistono altri tempi di cui adesso vi voglio parlare.... ancora qualcosa sui Tempi Semplici e Composti Prima di riprendere questo argomento è bene introdurre alcuni concetti, l unità di battuta, l unità di movimento e l unità di suddivisione: 1) l unità di battuta (UdB) corrisponde alla figura musicale che rappresenta tutto il valore della misura (es. nel tempo 4/4 è la semibreve ); 2) l unità di movimento (UdM) corrisponde alla figura musicale che rappresenta il valore di un movimento della battuta (es. nel tempo 4/4 è la semiminima ); 3) l unità di suddivisione (UdS) corrisponde nei tempi semplici alla figura che rappresenta metà movimento (es. nel tempo 4/4 è la croma ), nei tempi composti, alla figura che rapprensenta una delle tre suddivisioni. Tempi Semplici = due mezzi; = tre mezzi; = quattro mezzi; = due ottavi; = tre ottavi = quattro ottavi. UdB UdB UdB UdM UdS La figura sopra segnata ( ) è una breve e vale il doppio della semibreve. UdB UdB UdB UdM UdS
16 60 Verifica finale di riepilogo 1) Analisi del brano popolare Cicerenella. a) E un tempo semplice o composto?. Perché la prima battuta è incompleta?. b) Ci sono alterazioni permanenti?. Se sì, quali?. c) Qual è la tonalità del brano?. E maggiore o minore?. d) Quali sono le figure musicali utilizzate?. e) Qual è la figura più presente?. f) L altezza generale delle note utilizzate nel brano è grave, media o acuta?. g) Ci sono pause?. Se sì, indica il numero delle battute in cui si trovano. h) Ci sono alterazioni transitorie?. Se sì, indica in quale battuta si trovano e la nota alterata. i) L intervallo tra le note SOL 3 e DO 4 è di quinta?. l) Qual è l intervallo più ricorrente?. m) In quale punto del brano si trova la nota più acuta?. E quella più grave?. n) Sono presenti delle figurazioni ritmiche di contrattempo?. Se sì, dove?. o) Eseguiresti il brano a una velocità sostenuta oppure lenta?. p) Con quale indicazione metronomica?. q) Vengono utilizzati dei segni di abbreviazione?. Se sì, quali?. r) Perché l ultima battuta è incompleta?. s) In che tipo di situazione utilizzeresti il brano come colonna sonora: allegra, malinconica o triste?. t) Tenendo conto dei ritornelli suonati, di quante battute è composto realmente il brano?. u) Dovendo mettere delle indicazioni di dinamica, dove e quali inseriresti?.
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