Decisione N. 255 del 17 gennaio 2014

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai Signori: Avv. Bruno De Carolis Prof. Avv. Pietro Sirena Prof. Avv. Vincenzo Meli Presidente Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Membro designato dalla Banca d'italia Prof. Avv. Diego Corapi Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario Prof. Avv. Liliana Rossi Carleo Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del 31/10/2013 dopo aver esaminato: il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, FATTO La ricorrente ha affermato che: -il 20 febbraio 2010, sarebbe deceduto il coniuge, cointestatario del contratto di mutuo stipulato con la banca resistente; -quest ultima sarebbe stata prontamente informata di tale evento dalla ricorrente, la quale le avrebbe altresì indicato gli estremi di un nuovo conto corrente sul quale addebitare le rate successive del mutuo; -il 19 gennaio 2011, la ricorrente avrebbe altresì inviato l atto di successione ereditaria alla banca resistente, ma quest ultima l avrebbe registrato soltanto nel giugno del 2012; -non potendo nel frattempo usufruire della detrazione fiscale degli interessi passivi preveduta dalla legge, la ricorrente avrebbe pertanto subìto un danno patrimoniale, il quale sarebbe quantificabile in 2.300,00; -dal gennaio del 2011 al giugno del 2012, le rate del mutuo di cui si è detto sarebbero state addebitate sul nuovo conto corrente che la ricorrente aveva indicato alla banca resistente; -come la ricorrente avrebbe successivamente appreso in modo del tutto casuale, non sarebbe stata invece addebitata sul medesimo conto corrente la rata di luglio Pag. 2/6

2 del 2012; -soltanto a seguito della sua richiesta di spiegazioni, la banca resistente l avrebbe telefonicamente informata che, nel frattempo, era stata formalizzata la successione ereditaria nella titolarità del suddetto mutuo; -il 6 luglio 2012, ossia dopo cinque giorni soltanto dal mancato pagamento lamentato dalla banca resistente, quest ultima avrebbe incaricato una società di recupero crediti affinché agisse nei confronti della ricorrente e dei suoi figli, senza dare loro alcuna comunicazione; -il mancato pagamento della rata di luglio del 2012 non sarebbe tuttavia imputabile alla ricorrente, né ai suoi figli, i quali avrebbero sempre onorato i propri debiti; -a causa del comportamento illegittimo della banca resistente essi avrebbero pertanto subìto un danno all immagine, perché sarebbero stati falsamente qualificati come cattivi pagatori nella banca dati della società di recupero crediti che era stata incaricata dalla banca resistente; -uno di loro avrebbe inoltre subìto un danno da perdita di chance, perché a causa della negatività di tale sua qualificazione creditizia soltanto nel dicembre del 2012 sarebbe stata accettata la domanda di mutuo che aveva presentato a giugno dello stesso anno e per una parte soltanto del capitale che aveva richiesto; -di conseguenza, non avrebbe potuto stipulare il contratto di acquisto di un immobile, se non il 30 novembre 2012; -essendo presumibile che, in difetto della suddetta qualificazione creditizia negativa, la sua domanda sarebbe stata invece accolta già nel settembre del 2012 e che l immobile di cui si tratta produrrebbe una rendita mensile di 1.200,00, egli avrebbe pertanto subìto un danno patrimoniale di 3.600,00; -a causa del comportamento illegittimo della banca resistente, la ricorrente avrebbe subìto inoltre un danno biologico, il quale potrebbe essere quantificato in 600,00; -la banca resistente sarebbe altresì obbligata al risarcimento del danno patrimoniale di 35,01, costituito dalla commissione della società di recupero crediti che sarebbe stata addebitata alla ricorrente; -la banca resistente sarebbe inoltre obbligata al risarcimento del danno morale e d immagine, quantificabile in 3.000,00; - mediante la comunicazione del 20 settembre 2012, la banca resistente si sarebbe rifiutata di addivenire a una soluzione bonaria della controversia con la ricorrente e i suoi figli, affermando che fin dal 23 luglio 2012 li avrebbe informati di aver dato incarico a una società di recupero crediti affinché agisse nei loro confronti per il pagamento della suddetta rata mensile; -invero, la lettera contenente tale informativa sarebbe stata inviata alla ricorrente e ai suoi figli soltanto il 7 agosto 2012 e sarebbe stata comunque inutile, in quanto nel frattempo, e più precisamente il 6 luglio 2012, essi avrebbero già appreso quanto era accaduto. Pag. 3/6

3 Ciò posto la ricorrente ha chiesto che la banca resistente sia condannata al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali cagionati mediante il suo comportamento illegittimo. La banca ha resistito al ricorso, affermando che: -soltanto il 13 giugno 2011, e non il 19 gennaio 2011, le sarebbe stato comunicato dalla ricorrente che il suo coniuge era deceduto; -tale comunicazione non sarebbe stata tuttavia idonea a perfezionare il subingresso degli eredi nel mutuo cointestato alla ricorrente; -il 28 settembre 2011, la banca resistente avrebbe pertanto richiesto alla ricorrente di integrare la documentazione a tal fine necessaria; -soltanto il 25 ottobre 2011, tale documentazione sarebbe stata integrata e nel luglio 2012 si sarebbe perfezionata la successione nella titolarità del mutuo di cui si è detto; -a un primo reclamo presentato dalla ricorrente mediante il suo avvocato, la banca resistente avrebbe risposto con la comunicazione del 20 settembre 2012, informandola che la sua richiesta affinché l addebito della rate successive del mutuo avvenisse mediante RID sul conto corrente presso un altra banca non sarebbe pervenuta in tempo utile rispetto alla scadenza di luglio del 2012; -non sarebbero comunque risultate a carico della ricorrente o dei suoi figli segnalazioni negative presso alcuna banca dati contenente informazioni creditizie; -sebbene la successione ereditaria nel mutuo di cui si tratta si fosse perfezionata nel giugno del 2012, a causa di un disguido tecnico la banca resistente non avrebbe comunicato ai cointestatari la nuova numerazione del contratto (che da 3/ sarebbe divenuta 3/493162) e avrebbe incaricato una società di recupero crediti affinché agisse nei loro confronti per il pagamento della rata di luglio del 2012; -non sarebbe stato provato alcun nesso di causalità tra tale vicenda e il lamentato prolungamento dell istruttoria per la concessione del mutuo richiesto da uno dei ricorrenti; -il danno costituito dalla mancata detrazione fiscale lamentata dalla ricorrente sarebbe quantificabile in 1.045,10 per l anno 2011 e in 484,80 per l anno 2012, pari alla quota di competenza dell originario cointestatario nel frattempo deceduto; -la banca resistente riconoscerebbe inoltre di dover risarcire il danno di 35,01, costituito dalla commissione della società di recupero crediti addebitata alla ricorrente, e quello di 20,00 per le spese della procedura innanzi a questo Arbitro; -il 12 luglio 2013, sarebbe stata pertanto inviata alla ricorrente una proposta transattiva, la quale sarebbe stata tuttavia rifiutata il 17 luglio Ciò posto, la banca resistente ha chiesto che il ricorso sia rigettato, perché infondato in fatto e in diritto. Pag. 4/6

4 DIRITTO Nelle controdeduzioni la banca resistente ha espressamente ammesso che, sebbene il 25 ottobre 2011 la ricorrente e i suoi figli le avessero inviato tutta la documentazione richiesta affinché fosse formalizzata la loro successione ereditaria nel contratto di mutuo già cointestato al de cuius, la pratica si sarebbe perfezionata soltanto nel giugno del La banca resistente ha inoltre espressamente ammesso di aver dato erroneamente mandato a una società di recupero crediti affinché agisse nei confronti della ricorrente e dei suoi figli per il pagamento della rata di luglio del 2012 del medesimo mutuo, essendosi verificato un disguido nella rinumerazione del contratto. È pertanto pacifico tra le parti che la banca resistente non abbia esattamente adempiuto le obbligazioni contrattuali nei confronti della ricorrente e dei suoi figli, ereditariamente succeduti nella contitolarità del contratto di mutuo. Non essendo stato provato dalla banca resistente che i propri inadempimenti siano stati determinati da un impossibilità della prestazione derivante da causa a essa non imputabile, si deve senz altro ritenere che, ai sensi dell art c.c., essa sia obbligata al risarcimento del danno che ha cagionato alla ricorrente e ai suoi figli. Il danno costituito dalla mancata detrazione fiscale degli interessi passivi non è stato provato dalla ricorrente nel suo preciso ammontare, ma in base alle certificazioni fiscali relative al 2011 e al 2012 che sono state depositate dalla banca resistente in allegato alle controdeduzioni (docc. 3 e 4), esso può essere quantificato in 1.529,90. È altresì dovuto il risarcimento del danno di 35,01, il quale è costituito dalla commissione che è stata addebitata alla ricorrente e ai suoi figli a causa dell incarico erroneamente conferimento dalla banca resistente a una società di recupero crediti affinché agisse nei loro confronti per il pagamento della rata di luglio del Non essendo stato provato che a nome della ricorrente o dei suoi figli sia stata effettuata alcuna segnalazione negativa a una banca dati contenente informazioni creditizie, deve essere rigettata la domanda di risarcimento del danno morale e d immagine. Deve essere altresì respinta tanto la domanda di risarcimento del danno da perdita di chance che sarebbe stato subìto da uno dei figli della ricorrente, quanto quella di risarcimento del danno biologico che quest ultima avrebbe risentito: non è stato infatti provato, né risulta comunque presumibile alcun nesso di causalità tra tali ipotetici danni e l inadempimento delle obbligazioni che è imputabile alla banca resistente. Pag. 5/6

5 Per quanto riguarda infine le spese legali sostenute ai fini del ricorso a questo Arbitro, si deve premettere che esse rilevano come un danno patrimoniale risarcibile «là dove sia dimostrato che la parte ricorrente si sia avvalsa, nell intero snodo procedimentale che va dal reclamo al ricorso, dell ausilio di un difensore sopportandone il relativo costo» (decisione ABF, Collegio di Coordinamento, n del 2012). In tale valutazione, questo Arbitro «deve naturalmente attenersi a criteri di estrema prudenza, che includono l accertamento dell effettivo sostenimento dell onere defensionale, della sua funzionalità alla gestione del procedimento, della ragionevolezza e coerenza dell importo richiesto rispetto al valore e alla complessità della controversia, risultando pertanto l importo di tale componente di pregiudizio stimabile anch esso in via equitativa» (decisione ABF, Collegio di Coordinamento, n del 2012). Nel caso di specie, risulta accertato l effettivo sostenimento dell onere defensionale da parte dell avvocato della ricorrente. Non essendo stata data una prova certa dell ammontare delle spese legali a tal fine sostenute, questo Arbitro ritiene che, ai sensi dell art c.c., esse possano essere equitativamente determinate come da dispositivo. P.Q.M. Il Collegio, accoglie parzialmente il ricorso nei sensi di cui in motivazione e per l effetto condanna l intermediario al risarcimento dei danni che liquida in via equitativa in complessivi Euro 2.000,00. Dispone, inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente quella di Euro 20,00 (venti/00), quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. firma 1 IL PRESIDENTE Pag. 6/6