Capitolo 9 Gestione delle scorte. Introduzione
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- Gabriele Cecchini
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1 Capitolo 9 Gestione delle scorte Introduzione 1
2 Salvo rare eccezioni, le scorte di materie prime, semilavorati e prodotti finiti sono una presenza invitabile in ogni tipo di processo e in ogni rete di fornitura. Le giacenze si formano a causa di squilibri più o meno temporanei, più o meno cospicui tra i flussi della domanda e quelli dell offerta. Si parla in questo caso di mismatch o anche di discrepanze temporali tra domanda e offerta. La metafora del serbatoio aiuta a cogliere la dinamica delle scorte nei processi. 2
3 Si discute molto sui vantaggi o svantaggi della detenzione di scorte. In generale, le scorte comportano dei costi, ma esse svolgono anche funzioni utili. Ogni impresa deve comprendere se l investimento che essa fa in scorte viene giustificato dalle funzioni utili che ogni tipo di investimento può svolgere. I due mini casi presentati nel testo mostrano quanto decisiva può essere una buona gestione delle scorte per il conseguimento degli obiettivi di una organizzazione. Il NBS (National Blood Service) inglese è una organizzazione che raccoglie il sangue dai donatori che viene poi processato e distribuito alle istituzioni utilizzatrici (ospedali). Dal sangue si ottengono vari prodotti derivati (piastrine, globuli rossi, plasma e altri prodotti ematici). Ognuno di questi prodotti ha un proprio ciclo di vita (le piastrine ad esempio hanno una vita utile di 35 giorni). Se si esagera con la produzione e lo stoccaggio di piastrine è probabile che una parte di esse non venga utilizzata entro il tempo della vita utile. D altro canto, se si esagera nel senso opposto può essere che un ospedale non ottenga la disponibilità di piastrine proprio quando ne ha più bisogno. In questo caso i costi (è in gioco la vita di un paziente) possono essere molto alti. 3
4 La logica della gestione delle scorte è sempre una questione di trade off tra i costi dell investimento in scorte e la qualità del servizio che occorre assicurare al cliente, interno o esterno, di un determinato processo. Funzioni delle scorte: classificazione 4
5 Classificazione delle scorte Scorte di sicurezza Proteggono l impresa da varie incertezze. Scorte di ciclo Permettono l emissione di ordini di approvvigionamento o di produzione per quantità economicamente convenienti (superiori al fabbisogno a breve termine). Scorte di anticipazione Servono a fronteggiare variazioni previste della domanda (picchi stagionali) o dei prezzi dei materiali (scorte speculative). Scorte di transito (pipeline inventory) Emergono nel tragitto lungo la catena di fornitura tra l emissione di un ordine di approvvigionamento e la consegna al punto di utilizzo. 5
6 Trade off tra costi e benefici Benefici, ovvero le ragioni per accrescere le scorte. a) Migliorare il servizio al cliente con la disponibilità del prodotto a magazzino. b) Costi rilevanti di setup delle macchine o di emissione degli ordini d acquisto spingono ad accrescere la dimensione degli ordini (aumento delle scorte di ciclo). c) L esistenza di materiali a scorta garantisce l ottimale sfruttamento dell impianto. d) Sconti di quantità. 6
7 Trade off tra costi e benefici Le ragioni per comprimere le scorte. a) Le scorte sono un investimento di capitale. Il relativo fabbisogno finanziario va coperto sostenendo un costo. b) Le scorte consumano spazio. Lo stoccaggio dei materiali comporta dei costi legati all impiego dei locali e alla movimentazione dei materiali. c) Costi legati alla assicurazione dei materiali e (per le scorte in eccesso) al loro deterioramento fisico ed economico (obsolescenza). 7
8 La gestione delle scorte comporta tre tipi di decisioni: 1. uanto ordinare 2. uando ordinare 3. Il sistema di controllo. Nontuttelescortevannogestiteallostesso modo. Ogni organizzazione mette a punto proprie routine per decidere quantità e tempi. ueste routine ricadono comunque in alcune classi fondamentali. 8
9 Tecniche (routine) di gestione delle scorte Tecniche di gestione a scorta Tecniche di gestione a fabbisogno Sistemi (a quantità fissa) Sistemi P (a periodo fisso) M.R.P. (Material Requirements Planning) Sistema trattato nel testo Il libro non tratta questo sistema (pagg ) 9
10 Sistemi (a quantità fissa) Parametri fondamentali: 1.Lotto economico 2.ROP (Reorder Point) Modalità di gestione: 1.Monitoraggio continuo 2.Intervallo di riordino variabile 3.Ordini per quantità costanti 10
11 Sistemi (a quantità fissa) Il sistema si basa sul principio di determinare la quantità ottimale dell ordine di un materiale, quella cioè che consente di minimizzare il costo di gestione delle scorte. La quantità ordinata può riferirsi: a. Ad un ordine di approvvigionamento nei confronti di un fornitore esterno da cui l impresa acquista un materiale impiegato nei propri processi. b. Ad un ordine di produzione nei confronti di un centro di produzione interno all impresa che fornisce ad un centro a valle un semilavorato o una parte componente successivamente utilizzata. Ci occuperemo ora della determinazione dei lotti di approvvigionamento 11
12 Ipotesi: L impresa emette un ordine relativo al materiale M per una quantità pari a. L impresa impiega questo materiale nei propri processi. Il tasso di impiego di M è pari a D unità/giorno. uesto ritmo di impiego si mantiene costantemente. L impresa ordina il materiale con un anticipo sufficiente a fare in modo che, tenuto conto del tempo di approvvigionamento, il materiale arriva esattamente nel momento in cui le scorte di M si azzerano. Il fornitore consegna il lotto in una soluzione unica (non frazionata in consegne più piccole). Tutte le ipotesi precedenti sono note con certezza. 12
13 d d d Se = 1200 e se d=10/giorno = 12 giorni (intervallo tra consegne di ) d d 10 = = 0,00833 consegne/giorno 1200 d 10 = 360 = 3 consegne/anno 1200 E' ovvio che ad ogni consegna corrisponde un ordine emesso precedentemente.
14 /2 ROP LT LT LT Il livello ROP delle giacenze è il livello toccato il quale viene emesso un ordine di approvvigionamento. Se i tempi di approvvigionamento sono conosciuti con certezza la quantità ordinata perverrà all impresa proprio nel momento in cui è necessario ricostituire le scorte. Il ROP = lead time di app.to x domanda durante il lead time 14
15 La determinazione di dipende dai costi che si sostengono sia per l emissione dell ordine che per il mantenimento delle giacenze. La quantità ottimale ordinata (EO = Economic Order uantity) è quella che consente la minimizzazione dei costi di gestione delle scorte. Costi di ordinazione I costi di ordinazione possono includere varie componenti tutte accomunate dalla circostanza di costituire un costo fisso indipendente dalla dimensione dell ordine di acquisto o di produzione. Nell arco di un periodo, ad esempio un anno, i costi di ordinazione varieranno con il numero di ordini emessi. Costi di ricerca e selezione dei fornitori Costi amministrativi relativi alla preparazione dell ordine inviato al fornitore e, inseguito, alle procedure che preludono al pagamento al fornitore.
16 Costi di mantenimento Essi possono essere classificati in due categorie. Vi sono i costi tangibili di mantenimento che includono tutti i costi operativi emergenti con la gestione delle scorte in uno spazio fisico determinato. L elenco può comprendere i costi di affitto del magazzino, i costi di assicurazione, i costi legati alla movimentazione fisica dei materiali, i costi di obsolescenza fisica o economica dei materiali. L altra importante categoria è costituita dai costi opportunità legati all investimento di capitale nelle giacenze. A causa della varietà delle componenti che incidono sul costo di mantenimento delle scorte è conveniente calcolare la stima dei costi di mantenimento come una percentuale del valore del materiale tenuto a scorta. I costi di mantenimento aumentano con la quantità ordinata perché al crescere di questa cresce il livello medio delle giacenze.
17 d d D CO (costi di ordinazione) = C o da cui: CM(costi di mantenimento) = C D Costo totale = Ct = Cm + Co 2 m 2
18 Il testo usa i seguenti dati: Domanda annuale = 1000 unità Costi di emissione dell ordine = 20 euro per ordine Costi di mantenimento = 1 per unità di prodotto/anno Il testo visualizza in una tabella la variazione dei costi totali al variare delle quantità ordinate. Ad esempio se l ordine è di 50 unità allora i costi totali sono: Costi di ordinazione = (20x1000)/50 = 400 Costi di mantenimento = 1x50/2 = 25 Costo totale = 425.
19 CM CO , , , , , , , , , , , , ,77
20 CT , , , , , , , , , , , , ,77 La tabella e il grafico evidenziano che il punto di minimo dei costi totali si raggiunge ordinando una quantità compresa nell intorno 150<<250
21 Un metodo più elegante consiste nell impostare il problema come la ricerca del punto di minimo della funzione dei costi totali di gestione delle scorte. D Ct = Cm + Co 2 Differenziando la funzione rispetto a dct Cm D = Co 2 d 2 Il minimo di C t si trova se viene rispettata la condizione: dct = 0 d Dopo facili passaggi: = 2 C C o m D = = =
22 C C C 0 m t 1000 = 20 = = Co( ) Cm( ) Ct( )
23 Sensibilità del lotto rispetto a variazioni di Piccole deviazioni dalla quantità ottima non fanno aumentare i costi totali in maniera significativa. Piccoli errori nella stima di CO o di CM non causeranno cambiamenti significativi nel lotto economico. Inoltre la curva del costo totale aumenta più lentamente dopo il punto di minimo rispetto alla parte precedente. Se si sbaglia conviene sbagliare per eccesso. 425 Co( ) Cm( ) Ct( ) Esempio pratico Pag
24 Il modello economico del lotto di produzione
25 p = tasso (ritmo) di produzione (ad es. quantità prod/g) d = tasso (ritmo) di domanda (ad es. quantità prel/g) Se p>d Le scorte aumenteranno al ritmo di p-d Ma vi è un altro modo per esprimere il ritmo di accumulazione delle scorte: Se M è il punto massimo raggiunto dalle scorte e se è il tempo di produzione del lotto ordinato p allora: M M p = = ritmo di accumulazione delle scorte p M p ( p d) uindi p-d = da cui M= p
26 Per calcolare il costo delle scorte dobbiamo conoscere il livello medio delle scorte = M/2 ( ) M p d = 2 2 p ( ) p d D Ct = Cm + Co 2p Passando alla derivata prima ( ) dct Cm p d Co D = d 2 p 2 Uguagliando a zero EB= C 2C m o D d 1 p
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