Relazione di scienza dei materiali dentali Laboratorio Odo

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1 Relazione di scienza dei materiali dentali Laboratorio Odo Scanu Giovanni Antonio V a Odontotecnico A.s. 2011\12 Prof. Sciolla - Fiori

2 Realizzazione di un dispositivo protesico in metallo resina Obiettivo: Realizzazione di una protesi fissa in metallo resina mettendo alla luce tutti i passaggi esistenti da clinico a odontotecnico partendo dalla presa dell'impronta sino alla fusione e successivo rivestimento estetico. Verranno evidenziati macchinari e materiali utilizzati durante la prova. Strumentazione: - Porta impronte standard (in commercio vendibile in diverse forme e dimensioni); - Base per modelli (di plastica); - Ciotola e coltello da gesso; - Vibratore; - Miscelatore sottovuoto (per non dare origine alla formazione di bolle); - Squadra modelli (per rispettare una giusta angolazione); - Spatole: Peter Thomas Hylin (per la modellazione in cera) e spatole apposite per l'applicazione del composito; - Bounsen; - Cilindro metallico (si può trovare anche in altri materiali); - Macchina da fusione; - Cappa: per l'aspirazione dei fumi creatasi durante la fusione; - Frese per rifinitura nei diversi passaggi di progettazione della protesi ovvero: a palla per segnare i contorni del margine cervicale del dente, da lucidatura in diversi materiali e da taglio a forma di disco utilizzato per tagliare la parte corrispondente ai perni da colata; - Sabbiatrice (per eliminare il materiale da rivestimento refrattario e per dare origine alle protuberanze per migliore l'adesione meccanica con la resina); - Macchinario da lucidatura. - Forno da preriscaldo (per sciogliere la cera). Materiale utilizzato: - Materiale da impronta (formulato light abbinato ad un materiale più viscoso putty o heavy sempre formulati degli elastomeri); - Gesso duro tipo III (corrispondente al gesso duro per modelli utilizzato per lo sviluppo dell'impronta); - Acqua; - Cera apposita da modellazione e cera spia (cera rossa); - Materiale da rivestimento refrattario a legante fosfatico; - Liquido speciale per miscelazione; - Lega non nobile - Microfilm (isolante gesso cera); - Pomice (per dare lucidità al manufatto) e pasta lucidante per dare la passata finale; - Composito: massa opaca (per ricoprire la struttura metallica, dentina, smalto (la più estetica che simula il colore del dente naturale).

3 Procedimento: La protesi fissa come è ben noto è una protesi non rimovibile dal paziente, che viene ancorata ai denti pilastro (naturali). Il clinico una volta effettuata la limatura del dente, ovvero la monconizzazione rileva l'impronta in elastomero, un materiale molto preciso in grado di riprodurre tutti i particolari come il bordo cervicale (attraverso il filo rettratore), importante nella realizzazione della protesi fissa. L'impronta viene presa ricorrendo ai due formulati, uno light che viene abbinato ad uno più viscoso heavy o putty degli elastomeri. Il materiale da impronta deve avere naturalmente un odore, aspetto e sapore gradevole; facilità di impiego e anche una eccellente memoria elastica in modo da superare le zone di sottosquadro. Oltre a queste sono tante altre le caratteristiche che possiede. L'impronta viene colata con del gesso duro o anche extra duro (tipi III, tipo IV) su una base di plastica apposita per i modelli ma, in seguito ad una base scadente il modello nel nostro laboratorio durante l' estrazione dalla stessa si è rotto. Mediante il seghetto da gesso è stato tagliato il dente i corrispondenza della zona gengivale per ottenerlo sfilabile dalla base permettendo una migliore facilità durante le fasi di lavorazione. Sul moncone viene scavata mediante una fresa a palla di piccole dimensioni il margine cervicale, il quale durante la modellazione in cera non si deve oltrepassare. Con l'isolante gesso-cera (microfilm) si isola il gesso e si inizia la modellazione in cera che, non deve presentare imperfezioni in quanto al posto di essa avremo poi la struttura metallica. La cera deve avere almeno uno spessore di 0,5mm, omogenea in tutte le sue parti. La protesi in esame è una corona Weneer, tutta in metallo tranne la superficie vestibolare in resina composita, a differenza della metallo ceramica che presenta la cappetta in metallo e ricoperta tutta in rivestimento estetico (porcellana). Il composito però a differenza della ceramica è meno estetico e con il passare del tempo è soggetto a perdere il colore originale. Terminata la modellazione in cera tramite la tecnica AFG (geometria analitica funzionale), attraverso l' hylin è stata scavata la superficie vestibolare, cercando di fare uno scavo più profondo dove è presente uno spessore maggiore di cera. Procedimento messa in cilindro e fusione Estratto il dente dal moncone si applica il perno di colata, la cui funzione è quella di creare un percorso d'ingresso della lega fusa in modo da raggiungere la forma lasciata dal modellato nel rivestimento. Il perno va applicato sulla parte più voluminosa del modellato ed essendo un solo dente ci occorre un solo perno da colata. Deve avere un'inclinazione di 45 rispetto al tavolato occlusale. Il perno presenta nella sua parte terminale (più vicina al dente) una cavità sferica, nominata nutrice che svolge durante la fusione un compito fondamentale, ossia quello di riserva del metallo liquido per compensare un ritiro durante la solidificazione. Si prosegue con il fissaggio del dente su una base di gomma tramite il

4 perno di colata e si posiziona il cilindro. Il cilindro può essere di tanti materiali: dal silicone alla gomma, o al metallo nel nostro caso. All'esterno del cilindro sull'estremità di incastro con la base per avere una maggiore sicurezza si mette un po di cera rossa. La nutrice dev'essere collocata nella zona del centro termico del cilindro: da non confondere come il centro di quest'ultimo ma, la zona che raffredda per ultima. All'interno del cilindro viene messo anche un foglio di fibra ceramica utile per compensare la dilatazione della massa da rivestimento. Attraverso un miscelatore sottovuoto prepariamo l'impasto della massa da rivestimento refrattaria a legante fosfatico che si trova in commercio sotto forma di buste predosate da abbinare con un apposito liquido speciale di miscelazione. Tale macchinario è utile per creare un impasto più omogeneo senza la formazione di grumoli che si possono creare in seguito ad una miscelazione manuale. La massa viene colata all'interno del cilindro e si aspetta che quest'ultima sia ben indurita. Passato il tempo di presa si mette il cilindro nell'apposito forno di preriscaldo a circa 900 C in modo da poter sciogliere tutta la cera. Prelevato dal forno si lascia raffreddare. Si prepara la lega e per sapere quanto se ne debba utilizzare dobbiamo sapere il peso del modellato in cera e si moltiplica per il peso specifico della lega. I pezzetti di lega vengono inseriti in un crogiolo che può essere di grafite o di materiale ceramico. Solitamente per questioni di biocompatibilità si ricorre a utilizzare quello in materiale ceramico. Si accende la fonditrice e inseriamo il cilindro nella macchina. La centrifugazione permette alla lega di essere spinta all'interno dello stampo mediante il canale da colata creato grazie al perno di colata. Il tempo e la temperatura di fusione che va oltre i 1000 C vengono impostati elettronicamente nella macchina in modo che essa possa bloccarsi nel momento che è finita la centrifugazione. Il cilindro viene prelevato dalla macchina e si aspetta che possa raffreddarsi. Successivamente mediante l'uso di un martello rompiamo la massa da rivestimento in modo da recuperare la fusione. Si cerca di non dare colpi esagerati per non danneggiare il manufatto. Recuperata la fusione attraverso la sabbiatrice eliminiamo la massa refrattaria in eccesso e attraverso una fresa a disco si può procedere a tagliare il perno da colata. Mediante le frese per il metallo si cerca di ricreare la superficie in corrispondenza del perno. Per mezzo della macchina da lucidatura prima con la pomice e poi con la pasta da lucidatura la si passa bene sulla superficie del dente, stando attenti a non toccare la superficie vestibolare, ossia quella dove andrà messo il rivestimento estetico. Sulla superficie per dare una maggiore estetica al dente vengono passate altre frese. Non rimane che sabbiare la superficie vestibolare ma, non troppo per non rischiare di perorare il la struttura metallica in seguito al forte getto. La sabbiatura a base di ossido di allumina crea nella superficie protuberanze e piccoli fossi che sono utili per dare una maggiore ritenzione e stabilità al rivestimento estetico essendo quest'ultimo applicato mediante un'adesione meccanica e non chimica come nella metallo ceramica. È proprio un'adesione meccanica la causa di fratture all'interfaccia della metallo-

5 resina. L'ultimo passaggio è quello dell'applicazione del materiale composito attraverso delle spatole nelle sue diverse masse: inizialmente la massa opaca (più interna) che ha lo scopo di ricoprire la struttura metallica, la massa dentina e infine la massa smalto, ovvero la più esterna con funzione estetica. Ad ogni applicazione delle masse si effettua la fotopolimerizzazione. Infine nuovamente mediante la fresa usata precedentemente si passa sulla superficie per eliminare delle piccole imperfezioni e si effettuano i passaggi di lucidatura. La protesi è conclusa e viene a questo punto inviata alla studio clinico. Conclusioni: Sicuramente una tecnica che dal punto di vista pratico non è difficile però, bisogna rispettare tanti di quei parametri in modo da dare origine ad un manufatto a regola d'arte. Anche se la corona Weneer non è più utilizzata come prima a causa dell'estetica limitata e per altri fattori rimane comunque il procedimento che è simile per la realizzazione delle altre protesi fisse che richiedono l'impiego della fusione. Viene utilizzata per ponti estesi e corone posteriori.

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