A tu per tu con la Regione Newsletter a cura di Confapindustria Lombardia sull attività di Giunta e Consiglio

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1 A tu per tu con la Regione Newsletter a cura di Confapindustria Lombardia sull attività di Giunta e Consiglio Simone Rasetti Lunedì 21 ottobre 2013, numero 11 LA FORMAZIONE AL CENTRO DELL IMPRESA C è ancora un divario fra alcune aree del Nord e molte zone del Sud che deve essere colmato, ci sono realtà dove fare impresa è ancora difficile: per questo dobbiamo tutti rimboccarci le maniche e lavorare insieme, sul territorio in primis, per diminuire le differenze pensando soprattutto ai giovani e ai valori che trasmettiamo loro. E uno dei passaggi che il presidente di Confapindustria Lombardia Franco Colombo ha fatto a fianco di Riccardo Bonaiti - durante l incontri che il Fapi ha organizzato alla Fiera Expo Training di Milano sull importante tema La formazione al centro dell impresa. CASASCO VICE PRESIDENTE MEDIE E PICCOLE INDUSTRIE EUROPEE Il Presidente di Confapi, Maurizio Casasco, è stato eletto vice presidente della Confederazione europea delle Associazioni delle medie e piccole industrie europee (European Entrepreneurs - Ceapme), nell'assemblea che si è svolta a Budapest. L'elezione del presidente italiano di Confapi è stata proposta dal presidente europeo Ohoven, presidente tedesco della BVMW, riconfermato all'unanimità. Durante l'assemblea, è intervenuto in teleconferenza il vice presidente della

2 Commissione europea e commissario all'industria, Antonio Tajani, che ha portato il suo saluto e sottolineato l'importanza delle piccole e medie industrie manifatturiere nel contesto europeo. MARONI: AL FIANCO DELLE IMPRESE "E fondamentale la collaborazione del mondo delle imprese, sento la necessità che il mondo imprenditoriale mi aiuti a capire dove indirizzare le risorse e quali sono le strade migliori oggi per finanziare la ripresa delle imprese lombarde. Come Regione Lombardia vogliamo attrarre investimenti ed evitare la delocalizzazione, vogliamo sostenere il nostro settore produttivo, aiutare i giovani ad aprire delle imprese e aiutare le imprese in difficoltà a ripartire". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. "Regione Lombardia - ha ribadito il presidente Maroni - è a fianco alle imprese e vuole continuare ad esserlo, come abbiamo fatto finora. E come confermano i numeri: in provincia di Cremona abbiamo stanziato tra il 2010 e il 2013 finanziamenti a 957 imprese per un investimento complessivo di 157 milioni di euro, i finanziamenti hanno riguardato il sostegno all'imprenditorialità, l'accesso al credito e l'internazionalizzazione. E in questi nostri primi sei mesi di governo abbiamo adottato misure a sostegno delle imprese che vanno a rafforzare questi investimenti. Per esempio con la misura CreditoAdesso, che sostiene il fabbisogno del capitale circolante, qui in provincia di Cremona nel mese di settembre sono state finora finanziate 37 delle 107 domande presentate per un ammontare complessivo di 9 milioni di euro". "Come Regione Lombardia ha quindi ricordato il presidente Maroni - non abbiamo tutte le leve per abbassare la pressione fiscale, ne abbiamo qualcuna come quelle che abbiamo utilizzato per abbassare il costo della benzina nelle province di confine con il Canton Ticino, riducendo le accise di competenza regionale abbiamo rivitalizzato un settore, quello dei distributori di carburante di confine, che altrimenti sarebbe morto. Ma abbiamo anche la possibilità di intervenire sull'irap e stamattina nella delibera di giunta 'La Lombardia per le imprese' abbiamo deciso l'azzeramento dell'irap per lo start up innovative, ovvero 30 milioni di euro per le nuove imprese che saranno esentate dall'irap ed è la prima volta che succede. Questo è l'inizio della rivoluzione, nel nostro programma c'è scritto che vogliono azzerare l'irap per sostenere il nostro sistema produttivo e oggi abbiamo cominciato dalle imprese dei giovani che hanno difficoltà maggiori a far partire le imprese. Cominciamo con le imprese che hanno un contenuto innovativo, lo facciamo per le start up ma anche per le re-start, per le imprese che ripartono dopo un momento di crisi ma senza dare aiuti a pioggia, prima vogliamo capire se questo progetto è fondato e allora anche per queste imprese azzereremo l'irap. Questo è il primo passo di una rivoluzione. MELAZZINI: 30 MILIONI PER LA NASCITA E IL RILANCIO DELLE IMPRESE Favorire l'avvio e lo sviluppo di nuove imprese lombarde (Start up) e supportare il rilancio di imprese esistenti (Re Start), attraverso un sostegno finanziario, l'affiancamento di una rete selezionata di soggetti fornitori di servizi e, per la prima volta in Lombardia, l'azzeramento dell'irap per le Start up innovative. Sono questi gli obiettivi del provvedimento - accompagnato da una disponibilità finanziaria di 30 milioni di euro - approvato dalla Giunta regionale, su proposta dell'assessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione Mario Melazzini. "È la prima volta - ha spiegato Maroni - che viene deciso l'azzeramento dell'irap per le Start up innovative. Si tratta di una misura coerente con il programma di governo, che prevede la riduzione della pressione fiscale. E' il primo passo per l'azzeramento completo dell'irap, cosa che la Lombardia vuole realizzare, sfidando le altre Regioni e il Governo a fare altrettanto". "L'azzeramento dell'irap - ha aggiunto Melazzini - è un provvedimento fondamentale di sostegno alle imprese. Il nostro metodo di lavoro è fatto di ascolto e ricognizione precisa del bisogno dei territori e di individuazione di strumenti per dare risposte concrete. La misura per Start up e Re start è nata proprio da questo metodo e grazie a un ottimo lavoro di squadra. Con questa azione vogliamo creare occupazione, stimolare giovani a fare impresa e non abbandonare le aziende in difficoltà, intercettando le loro necessità prima di una crisi irreversibile. Agiamo in particolare sulla semplificazione (con sgravi fiscali e amministrativi), realizzando anche strumenti personalizzati di supporto". Per realizzare questo programma innovativo - destinato appunto non solo alla nascita di nuove attività, ma anche al riposizionamento di quelle esistenti - "la dotazione finanziaria iniziale - ha spiegato Melazzini - sarà di 30 milioni di euro, di cui 7 milioni di contributi a fondo perduto e 23 milioni di

3 finanziamenti diretti a rimborso". Grazie a questo intervento si prevede di supportare e affiancare circa 400 aziende per 3 anni (300 nuove imprese, con un impatto stimato di oltre unità di personale e 100 in fase di rilancio con un impatto minimo stimato di oltre unità di personale). LE OPPORTUNITA DA COGLIERE Gli interventi possibili riguardano: contributo a fondo perduto di euro a impresa per le spese generali di avvio (a seguito di valutazione positiva del Business Plan); finanziamento diretto a medio termine per un programma di investimento, fino ad un massimo di euro ad impresa; contributo a fondo perduto per servizi di affiancamento, fino a un massimo di euro ad impresa. Per le Start up innovative (i cui parametri sono fissati dalla norma nazionale: art. 25, legge 221/2012) è inoltre previsto l'azzeramento dell'irap per il primo anno e un -1 per cento per i successivi due anni (con un impatto previsto di almeno 500 unità di personale). Il programma si articola in tre fasi. La prima riguarda la selezione dei soggetti fornitori di servizi di affiancamento alle imprese, che potranno essere: incubatori certificati, incubatori pubblici e privati, società/enti di accelerazione d'impresa (comprese le aziende speciali di Cciaa e società di servizi), liberi professionisti, singoli o associati, dirigenti d'azienda titolari di partita Iva, imprenditori titolari di Mpmi. La seconda fase prevede la selezione dei beneficiari delle agevolazioni, sulla base dei Business Plan presentati e in risposta ai criteri di innovatività e sostenibilità economico finanziaria. Diversi i soggetti potenzialmente coinvolti. - Start up: aspiranti imprenditori, start up innovative, MPMI costituite da non più di 24 mesi). - Re start: Newco, Spin off, cooperative di lavoratori espulsi dal mercato del lavoro, cooperative che rilevano attività in dismissione, imprese sociali con obiettivo di riconversione di aziende in crisi (tutte costituite da non più di 24 mesi), PMI 'ricapitalizzate' grazie all'ingresso di nuovo management, PMI con un piano di rilancio (ai sensi del bando regionale 'Piani di Rilancio'). Il criterio di selezione sarà basato sulla valutazione dei Business Plan presentati in base all'innovazione e alla sostenibilità economico finanziaria. La terza fase consiste infine nell'approvazione dei programmi d'investimento presentati dalle imprese beneficiarie selezionate, che potranno dunque accedere ai fondi disponibili secondo due modalità: finanziamenti agevolati del FRIM: finanziamento a medio termine a tasso di interesse 0,5% fino ad un massimo di 100 mila euro (fino al 100% dell'investimento ammissibile) per spese di avvio/rilancio dell'attività d'impresa servizi di affiancamento erogati dalla rete di professionalità selezionata: contributo fino ad un massimo di euro per l'acquisto di servizi di affiancamento ai percorsi di avvio/rilancio d'impresa presso la rete di fornitori selezionati Le imprese ammesse al programma Start up e Re start saranno il primo campione su cui sperimentare le innovazioni introdotte dalla nuova proposta di legge sulla competitività, il cui articolato è stato presentato in Giunta e che sarà approvato la prossima settimana. "Non si tratta di una semplice revisione della legge ha sottolineato Melazzini - ma di una svolta epocale, che introduce strumenti concreti di aiuto alle imprese". Il progetto di legge sulla competitività introduce una serie di modifiche che riguardano, tra le altre cose: semplificazione dei rapporti e delle procedure legate all'avvio d'impresa (Accordo di localizzazione produttiva con l'avvio e la sperimentazione di 'zone a burocrazia zero'); fiscalità di vantaggio con la previsione, nell'ambito degli stessi Accordi, di un minor carico fiscale per le nuove imprese, sulle imposte regionali e comunali; nuove modalità per l'avvio dell'attività di impresa; riforma degli Sportelli unici per le attività produttive e del sistema dei controlli. ZONA FRANCA CONTRO LA BUROCRAZIA "Quella della zona franca contro la burocrazia per la zone di confine è un'iniziativa che stiamo sostenendo". Parola di Maroni. "Vediamo che molte nostre imprese ha detto il presidente della Lombardia -, soprattutto piccole e medie, emigrano in Cantone Ticino, dove trovano condizioni nettamente più favorevoli da un punto di vista fiscale e anche burocratico. Noi vogliamo colmare questo gap e trovare soluzioni, per trattenere qui le nostre imprese. Per questo è fondamentale creare una zona franca a burocrazia zero, per poter reggere la concorrenza che arriva dal Canton

4 Ticino e attira i nostri imprenditori, esattamente come abbiamo fatto per i nostri benzinai con la Carta sconto, equiparando il costo della benzina dei nostri distributori di confine con quelli svizzeri. Una misura che sta funzionando. Ed è quello che vogliamo fare anche per le imprese, creare una zona franca a burocrazia zero. APREA: CON DOTE UNICA LAVORO CRESCE L'OCCUPAZIONE Lavoratori disoccupati, occupati, persone in ingresso nel mercato del lavoro, soggetti non immediatamente occupabili o ad alto rischio di esclusione sociale. Sono questi i destinatari di Dote Unica Lavoro, il nuovo modello generale di politiche attive del lavoro recentemente approvato da Regione Lombardia e finanziato con una prima dotazione di 48 milioni di euro. Il sistema prevede interventi integrati e fortemente mirati al risultato occupazionale, un unico pacchetto di servizi personalizzati, efficienza e qualità della rete degli accreditati sul territorio. Lo ha illustrato l'assessore all'istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia Valentina Aprea. "Dote Unica Lavoro - ha detto l'assessore Aprea - rappresenta un insieme di servizi per tutti i cittadini lombardi con l'obiettivo di supportarli nella ricerca di occupazione". "Questo strumento ha proseguito Aprea - consente una virtuosa concorrenza tra operatori pubblici e privati per offrire servizi più efficienti ed efficaci: con l'evoluzione del modello 'Dote' viene superata la frammentazione degli interventi e si attiva uno strumento unitario e continuativo che tiene conto delle esigenze lavorative diversificate delle persone lungo tutto l'arco della vita attiva". Dote Unica Lavoro individua quattro distinte fasce d'intensità di aiuto, in relazione alle diverse difficoltà occupazionali delle persone, misurate in base alla distanza dal mercato del lavoro, all'età, al titolo di studio e al genere dei singoli individui. Regione Lombardia riconosce alla persona un aiuto proporzionato alle sue difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro: ad ogni fascia corrisponde una dote di valore commisurato alle sue esigenze. Entro il valore della propria dote, la persona sceglie da un paniere di servizi tutti quelli necessari e funzionali a raggiungere i propri obiettivi occupazionali. "Sono convinta ha aggiunto l'assessore Aprea - che Dote Unica Lavoro sia un modello esportabile, perché rappresenta lo sviluppo di una rete di servizi al lavoro, pubblici e privati, moderna ed efficace, in grado di offrire alla persona, nei diversi momenti della vita attiva, la possibilità di trovare risposte alla propria condizione, dalla ricerca del primo lavoro, all'uscita dallo stato di disoccupazione, alla transizione da un lavoro a un altro". Alla dote si accede attraverso gli operatori accreditati di Regione Lombardia, per la fruizione di servizi di accoglienza, orientamento, consolidamento delle competenze, accompagnamento a esperienze professionalizzanti in ambienti lavorativi, avvio al lavoro, il cui obiettivo finale è l'occupazione. Gli operatori accreditati sono valutati e premiati sulla base dei risultati ottenuti, elementi determinanti per la presa in carico di ulteriori persone, e parametro di valutazione per il riparto di risorse aggiuntive. UN PASSO AVANTI PER I TIROCINI La IV Commissione del Consiglio regionale (Attività produttive e Occupazione) ha approvato all'unanimità il regolamento regionale sui tirocini, varato dalla Giunta, su proposta dell'assessore all'istruzione, Formazione e Lavoro Valentina Aprea. "Il fatto che gli indirizzi sui tirocini approvati dalla Giunta siano stati accolti all'unanimità - spiega l'assessore Aprea - è molto significativo e testimonia la bontà del lavoro che abbiamo svolto per dare ai nostri giovani uno strumento di qualità in più per entrare nel mondo del lavoro". Già oggi in Lombardia si contano tirocini all'anno; le ultime rilevazioni mostrano che al termine dell'esperienza il 41% dei tirocinanti inizia un rapporto di lavoro (il 68% di questi nella stessa azienda in cui ha svolto il tirocinio). Diverse le novità introdotte dal provvedimento, che recepisce e attua le linee guida nazionali: un'indennità al tirocinante, in capo all'azienda ospitante, di almeno 400 euro mensili; limitazione della durata a 6 mesi per tirocini di orientamento e a 12 mesi per tirocini finalizzati all'inserimento lavorativo; il divieto di reiterare i tirocini da parte della medesima impresa; il divieto a utilizzare il tirocinante in sostituzione di lavoratori né per professionalità elementari e compiti ripetitivi; limite al numero di tirocinanti per azienda (10% del personale e collaboratori); l'introduzione di un monitoraggio sistematico dei tirocini e delle trasformazioni in contratti di lavoro, con la pubblicazione di un rapporto annuale. "Il regolamento - aggiunge l'assessore che ha ringraziato i membri della Commissione per il lavoro svolto e per le osservazioni che hanno elaborato - è il frutto di un

5 percorso di condivisione con le parti sociali. Il nostro obiettivo è stato quello di definire uno strumento 'equilibrato', con la necessaria dose di flessibilità da una parte e allo stesso tempo con le dovute tutele per il tirocinante per prevenire comportamenti opportunistici". LAVORARE PER RAFFORZARE I CONFIDI "In un contesto caratterizzato da una forte tensione economica e finanziaria, i Confidi confermano un ruolo chiave a sostegno del tessuto economico. Ecco perché Regione Lombardia lavora affinché diventino sempre più strumenti efficaci e facilitanti l'accesso al credito da parte delle imprese lombarde, investendo sul rilancio e sulla razionalizzazione del sistema delle garanzie, per creare un effetto moltiplicatore, con ricadute dirette sulle Mpmi che operano sul nostro territorio". E quanto ha affermato l'assessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione della Regione Lombardia Mario Melazzini. "Regione Lombardia - ha sottolineato Melazzini - ha già messo in atto importanti provvedimenti, con l'obiettivo soprattutto di spingere le banche a dare più fiducia alle imprese. Abbiamo destinato oltre 22 milioni di euro per rafforzare il sistema dei Confidi della Lombardia di primo e secondo livello con vincolo di destinazione all'aumento del capitale sociale. Abbiamo stipulato un protocollo d'intesa con Federfidi, per avviare un'azione di 'due diligence' su 36 Confidi, che si concluderà entro fine ottobre e che consentirà di valuterà le condizioni per ulteriori interventi". L'assessore ha poi illustrato alcuni progetti futuri per qualificare maggiormente la filiera della garanzia: "Stiamo lavorando con il Fondo centrale di garanzia, per valutare l'ipotesi di istituzione di una sezione speciale regionale, che determinerebbe la possibilità di raddoppiare le risorse investite sul sistema di garanzia e avrebbe un forte effetto 'leva' sui finanziamenti concessi alle Mpmi lombarde".

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